lunedì 30 novembre 2009

HONDURAS: TRA SPARI, ARRESTI, VIOLENZE, FALLISCE IL GOLPE ELETTORALE



Ultime dall’Honduras dove domenica, 29 novembre, sotto la ferula degli Stati Uniti, di Israele, dell’oligarchia parassitaria honduregna e delle forze armate uscite dalla Scuola delle Americhe, si è tentato di legittimare il colpo di Stato del 28 giugno scorso con una farsa elettorale sotto la minaccia dei fucili dei gorilla. Farsa rifiutata dalla stragrande maggioranza del popolo honduregno.
Tutto questo nel silenzio, nell'indifferenza, nel terrore del buriname italiota extraparlamentare e gruppuscolare che, accantonato l'internazionalismo, si è suicidato e va in giro blaterando di comunismo da morto malamente vivente.
Una lezione anche per coloro, come il mio interlocutore nel post precedente “Nazione”, che vedono l’universo mondo sotto la falsa, ma castrante, specie dello scontro tra potenze geopolitiche e forze più o meno occulte, con il resto dell’umanità che, svaporata la lotta di classe, sta a guardare e a subire. In Honduras c’è la più bella smentita a queste elucubrazioni disarmanti: tra quali potenze geopolitiche è il conflitto se non tra un popolo proletario e proletarizzato che si tira dietro, egemonizzandoli, anche settori dell’intellettualità e imprenditorialità borghese, e l’imperialismo USA-UE-Israele con i suoi reggicoda dell’oligarchia compradora e fascistizzante locale? Più lotta di classe – e patriottica – di così!

A seguire comunicati della Resistenza honduregna.

Comunicato N.40Frente nacional de Resistencia Popular Contra el Golpe de EstadoDENUNCIA DEL FIASCO DELLA FARSA ELETTORALECon piena soddisfazione annunciamo al Popolo Honduregno e alla Comunità Internazionale che la farsa elettorale montata dalla dittatura è stata pesantemente sconfitta dalla esigua affluenza alle urne, tanto scarsa da portare il Tribunale Elettorale a prorogare di un’ora la chiusura dei seggi, spostandola alle 17:00.Non servono occhiali per vedere ciò che sta davanti a noi. Il monitoraggio che la nostra organizzazione ha fatto a livello nazionale, evidenzia una percentuale di astenuti fra il 65 e il 70%, il più alto della storia nazionale, ha votato non più del 35% della popolazione. In questo modo il Popolo honduregno ha punito i candidati golpisti e la dittatura, che adesso cercano in tutti i modi di mostrare un volume di voti che non esiste. Denunciamo che per fare questo il regime è arrivato a portare, nel municipio di Magdalena Intibucà, militanti salvadoregni del partito ARENA, affinché potessero votare come honduregni. Dobbiamo aspettarci come minimo una manipolazione del conteggio elettronico.La disperazione del regime di fatto è tale che ha represso brutalmente la manifestazione pacifica che si stava svolgendo nella città di San Pedro Sula, durante la marcia risultarono feriti, picchiati e quindi arrestati diversi compagni. Si riporta un desaparecido. Riportiamo inoltre fra i feriti la presenza di un fotografo della REUTER e fra gli arrestati quella di due religiosi del Consejo Latinoamericano de Iglesias che stavano svolgendo attività di osservazione dei Diritti Umani.Considerando i risultati della farsa elettorale come una grande vittoria per il Popolo Honduregno, il Frente nacional de Resistencia invita tutto il popolo in resistenza a festeggiare la sconfitta della dittatura.Convochiamo una Grande Assemblea domani, Lunedì 30 Novembre a partire dalle 12:00 nella sede del STYBIS a Tegucigalpa e alla gran Carovana della Vittoria contro la farsa elettorale che partirà alle 15:00 da Planeta Cipango RESISTIAMO E VINCEREMO
Tegucigalpa 29 Noviembre 2009

Comunicato 39Conferenza StampaFRENTE NACIONAL DE RESISTENCIA CONTRA EL GOLPE DE ESTADOIl Frente Nacional de Resistencia Contra el Golpe de Estado dà a conoscenza del Popolo Honduregno e della Comunità Internazionale i seguenti fatti:Durante la mattinata fra le 7:00 e le 11:00 abbiamo constatato la scarsa affluenza di votanti alle urne e il flop della farsa elettorale, nonostante la campagna intimidatoria. Il governo de facto ha minacciato penalmente la popolazione in generale ed appoggia le minacce di ritorsioni sul lavoro da parte di alcune aziende private, nel caso in cui i propri impiegati non dimostrino di aver votato. la realtà priva il Tribunale Supremo Elettorale dell’autorità necessaria a diffondere dei risultati, comunque gonfiati per dare credibilità alla farsa elettorale.Tutto ciò significa che il Popolo Hoduregno ha raggiunto la maturità per riconoscere che coloro che hanno portato avanti questo processo “illegittimo-elettorale” costituiscono il primo ostacolo alla democrazia e si congratula con la popolazione per aderire volontariamente alla disposizione del Frente Nacional de Resistencia di realizzare un “coprifuoco popolare” attivo per non dare legittimità alla farsa elettorale della dittatura; per l’atteggiamento degno e coraggioso del popolo di Morazan e lo invitiamo a mantenersi saldamente su questa posizione fino alla sconfitta definitiva di questa manovra dei golpisti.Denunciamo, davanti al Popolo Honduregno e la Comunità Internazionale, che le forze di repressione del governo usurpatore hanno continuato con la propria campagna di terrore contro tutti noi che ci siamo opposti al Colpo di Stato, eseguendo durante la notte e la mattinata irruzioni, devastazioni e perquisizioni arbitrarie nelle sedi di organizzazioni popolari, case private, azioni d’intimidazione poliziesca nei quartieri e negli insediamenti urbani che rappresentano i bastioni della resistenza, accerchiamenti e assedi militari contro le sedi di sindacati e posti di blocco intimidatori.Ringraziamo della solidarietà i popoli centroamericani e per la loro coraggiosa posizione, che li ha portati a bloccare le strade panamericane, in segno di rifiuto delle elezioni del regime golpista. Ringraziamo allo stesso tempo la comunità internazionale presente con diverse organizzazioni di solidarietà e di garanzia e rispetto dei Diritti Umani.RESISTIAMO E VINCEREMO!Tegucigalpa, 29 Novembre 2009
HONDURAS 1********# Frente Nacional de Resistencia Popular Contra el Golpe de EstadoDENUNCIA EL FRACASO DE LA FARSA ELECTORAL# Elecciones en HondurasAbrumadora abstencion en Honduras, entre el 65 y el 70%La ciudadania hondureña siguio masivamente el llamado del Frente de ResistenciaPor Gonzalo Sanchez# Elecciones en Honduras deben anularse ante abstencion de 75 por ciento, dice Zelaya# DEMENCIAL REPRESIÓNPor Oscar Amaya Armijo# La CIA interviene en las elecciones en HondurasPor Edgar Gonzalez Ruiz# 800 estadounidenses estarian participando en la organizacion de los comicios hondureños # ¿QUE PASARA EL LUNES? # Elecciones ilegales en Honduras y la hipocresia de WashingtonPor Eva Golinger # Venezuela reitera que no reconocera resultado de elecciones en Honduras 0000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000HONDURAS
1Frente Nacional de Resistencia Popular Contra el Golpe de EstadoDENUNCIA EL FRACASO DE LA FARSA ELECTORALESTE LUNES GRAN MARCHA EN TEGUCIGALPA***************************************************************domingo 29 de noviembre de 2009Comunicado No. 40Con plena satisfacción anunciamos al Pueblo hondureño y a la comunidad internacional que la farsa electoral montada por la dictadura ha sido contundentemente derrotada debido a la raquítica afluencia de votantes a las urnas, a tal grado que el Tribunal Electoral golpista tuvo que prorrogar una hora más la votación hasta las 5 p.m.Lo que está a la vista no quiere anteojos. El monitoreo que nuestra organización hizo a nivel nacional, nos arroja que el nivel de abstencionismo es como mínimo del 65 al 70%, el más alto en la historia nacional, lo que implica que apenas votó un máximo del 30 al 35% del electorado. En esta forma el pueblo hondureño ha castigado a los candidatos golpistas y a la dictadura, quienes ahora están en el aprieto de cómo mostrar ante la opinión pública internacional un volumen de votantes que no existió. Denunciamos que para eso han recurrido a maniobras fraudulentas como el ingreso de salvadoreños, afines del Partido ARENA, traídos para votar a nuestro país, tal como fue denunciado por los campesinos en el municipio de Magdalena, Intibucá. Y debemos esperar que intenten incrementar el volumen electoral mediante la manipulación electrónica.La desesperación del régimen de facto es tal que ha reprimido brutalmente la manifestación pacífica que se realizó en la ciudad de San Pedro Sula, en la cual resultaron varios compañeros heridos, golpeados y detenidos; y se reporta un desaparecido. Entre los heridos se informa de un reportero de REUTER y se reporta la detención de dos religiosos del Consejo Latinoamericano de Iglesias que hacían labor de observación en derechos humanos.Considerando que este resultado representa una gran victoria del pueblo hondureño, el Frente nacional de Resistencia invita a todo el pueblo hondureño en resistencia a celebrar el día de mañana la derrota de la dictadura.Se convoca en Tegucigalpa a una Gran Asamblea el día de mañana lunes 30 de noviembre a partir de las 12 del medio en la sede del STYBIS y a la gran Caravana de la Victoria contra la Farsa Electoral a partir de las 3 p.m. saliendo de Planeta Cipango.¡RESISTIMOS Y VENCEREMOS!Tegucigalpa, M.D.C. 29 de noviembre de 2009 Publicado por Frente Nacional Contra el Golpe de Estado en 16:19 0 comentarios ++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++HONDURAS
2Elecciones en HondurasAbrumadora abstencion en Honduras, entre el 65 y el 70%La ciudadania hondureña siguio masivamente el llamado del Frente de ResistenciaPor Gonzalo Sanchez*******************************************************Como mínimo entre un 65% y un 70% del electorado hondureño no asistió a votar, lo que supone que sólo, y como máximo, un 30% o un 35% de los hondureños ejerció el voto, logrando el mayor abstencionismo en la historia de Honduras.Estos datos los difundió el Frente Nacional de Resistencia Popular (FNRP), anteriormente llamado Frente Nacional de Resistencia contra el Golpe de Estado, después de hacer un seguimiento durante todo el día de las elecciones.La dictadura mediante sus fuerzas represivas ha sacado de sus casas a miles de hondureños a la fuerza para obligarles a votar, y ha permitido que salvadoreños del derechista partido ARENA entren a votar debido a la poquísima afluencia de personas en los colegios electorales. Según denuncia el Frente Nacional de Resistencia Popular han tenido que mantener los colegios abiertos una hora más para poder recabar algún voto más.Uno de los dirigentes del FNRP, Rafael Alegría, proclamó "la victoria sobre el golpe" y en un comunicado oficial, el Frente comunica que "el monitoreo que nuestra organización hizo a nivel nacional, nos arroja que el nivel de abstencionismo es como mínimo del 65 al 70%, el más alto en la historia nacional, lo que implica que apenas votó un máximo del 30 al 35% del electorado. En esta forma el pueblo hondureño ha castigado a los candidatos golpistas y a la dictadura, quienes ahora están en el aprieto de cómo mostrar ante la opinión pública internacional un volumen de votantes que no existió."El Frente, que cuenta con el total respaldo del presidente Zelaya, quién los considera el futuro de Honduras, también ha denunciado que debido a la desesperación de los golpistas, "se ha reprimido brutalmente la manifestación pacífica que se realizó en la ciudad de San Pedro Sula, en la cual resultaron varios compañeros heridos, golpeados y detenidos; y se reporta un desaparecido. Entre los heridos se informa de un reportero de REUTER y se reporta la detención de dos religiosos del Consejo Latinoamericano de Iglesias que hacían labor de observación en derechos humanos."Venezuela, Nicaragua, Brasil, Ecuador, Chile, Argentina, Bolivia, Paraguay, El Salvador y Uruguay han ratificado que no van a reconocer el resultado de las elecciones debido a que Zelaya no está en el poder.fuente: tercerainformacion++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++HONDURAS
3Elecciones en Honduras deben anularse ante abstencion de 75 por ciento, dice Zelaya********************************************* El presidente legítimo de Honduras, Manuel Zelaya, consideró que los altos niveles de abstención, que en algunos lugares supera el 75 por ciento, obligan a anular las elecciones organizadas este domingo por el régimen golpista. Instó al gobierno de Estados Unidos (EE.UU.) a rectifcar pues con su apoyo a este proceso, que también calificó como fraudulento, ha impulsado al pueblo hondureño a cometer delitos de fraude electoral. El presidente constitucional de Honduras, Manuel Zelaya, declaró a teleSUR que según las actas y la información que maneja la abstención del proceso electoral de este domingo alcanzó el 75 por ciento, por lo que estima que dada esta falta de legitimidad los comicios deben anularse. "Habíamos avizorado que si la abstención superaba el 50 por ciento del padrón electoral las elecciones debían anularse", dijo Zelaya en exclusiva a teleSUR una vez cerradas las mesas del proceso comicial promovido por el gobierno de facto y que ha sido catalogado como fraudulento. Informó Zelaya que la abstención superó el 65 y en algunas regiones el 75 por ciento."Una elección así no representa el sistema democrático al que nosotros los latinoamericanos y hondureños aspiramos", dijo. Sobre esta jornada marcada por la violencia y la abstención, el presidente constitucional de Honduras acotó que "los golpistas hablan de que la abstención fue de 30 por ciento pero la realidad es otra". Detalló que "nosotros tenemos mil 400 centros electorales monitoreados y contamos con las actas y el número de votantes. Hemos podido revisar cuantas personas asistieron a las urnas y tenemos los datos suficientes para decir que la dictadura está mintiendo". "Aquí la gente no asistió a las urnas como señal de protesta ante esta dictadura, por lo tanto estas elecciones deberán ser anuladas y deberán ser reprogramadas cuando en Honduras retorne el Estado de Derecho", dijo. Le hizo un llamado al gobierno de Estados Unidos (EE.UU.) a que rectifique en su posición sobre Honduras, pues con su apoyo a las elecciones de este domingo organizadas por el gobierno de facto, ha incitado al pueblo a cometer delitos electorales."Estados Unidos que rectifique su posición (...) ha venido a hacer que los hondureños cometan delitos de fraude electoral", dijo y resaltó que este es el primer golpe de Estado en la región en el que la "misma dictadura se vuelve en el juez ejecutor de las elecciones".Invitó a las más altas instituciones internacionales, como la Organización de Naciones Unidas (ONU) y los tribunales penales, a tomar cartas sobre lo que está ocurriendo en Honduras."Sigo luchado hasta la derrota final", añadió el mandatario legítimo.+++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++HONDURAS
4DEMENCIAL REPRESIÓN
Por Oscar Amaya Armijo************************ La paranoia golpista se ha desatado en todo el país, mantienen una represión brutal a gran escala contra la Resistencia. Se ha militarizado tánto el país que pareciera que hemos sido invadidos por un ejército extranjero. Todas las avenidas y veredas de Honduras se han llenado de militares con pertrechos de guerra, y en algunas zonas fácilmente se detectan los francotiradores, estratégicamente ubicados en cerros y arboledas, dispuestos a disparar contra la población desarmada. Es enorme, demencial, el clima de terror guerrerista: retenes a la vuelta de la esquina, registros, requisa de papeles, policías motorizados, sirenas, balaceras, vigilancia de puesto fijo y en movimiento, cateos, persecuciones, heridos, muertos, desaparecidos, torturados, helicópteros sobrevolando barrios populares, amenazas abiertas y veladas. En pocas palabras, el facismo en pleno su explendor. En Honduras, pues, estamos en plena guerra: un ejército armado hasta los dientes contra una población desarmada, indefensa. Es la guerra mas desigual que registrará la historia moderna. Los militares se enfrentan (con el perdón de Cervantes) con molinos de vientos, trocados en seres infernales, existentes solo en la mitomanía golpista. Según los observadores, la policía y y el ejército se comportan como verdaderas jaurías contra sus propios compatriotas, sin ningún miramiento humano o legal. Pero ellos no actúan solos, reciben órdenes de su amo: el Complejo Militar Industrial de los Estados Unidos, del cual son simplemente un apéndice. Esta represión, en el marco eleccionario, confirma el carácter espurio de los resultados que se obtengan el 29 de noviembre, en lo que han denominado “la farsa electoral”. La saña con que actúan la policía y el ejército demuestra el desprecio y odio que la oligarquía y el Pentágono sienten contra la Resistencia hondureña, movimiento que no ha parado de manifestar su oposiciòn al golpe de Estado, pese a las adversidades. Pero esta demencial represión no detendrà el accionar del movimiento popular hondureño contra el golpe, pues su estructura y tamaño es enorme y , especialmente, por su capacidad de convocatoria y disposición combativa.++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++HONDURAS
5La CIA interviene en las elecciones en Honduras Por Edgar Gonzalez Ruiz***********************************************Desde hace años, las fuerzas derechistas que operan en América Latina, con el apoyo y patrocinio de los sectores más reaccionarios de Estados Unidos, han tratado de legitimar a los gobiernos de esa filiación, y desacreditar a los de tendencia progresista, organizando misiones de supuestos "observadores electorales" que actúan de acuerdo con esas consignas.Es conocido el papel que en la reciente época de Bush, y con el respaldo de este, jugaron organizaciones como el Instituto Republicano Internacional, el IRI, y el Fondo Nacional para la Democracia, NED, para desestabilizar al gobierno de Hugo Chávez en Venezuela.En otros casos, como el de México, organizaciones derechistas, como la Asociación Nacional Cívica Femenina, Ancifem, han recibido apoyo del IRI para llevar a cabo proyectos de "observación electoral" tanto en el país como internacionalmente. Por ejemplo, en el 2000, IRI y NED otorgaron 270,407 dólares ala Ancifem para "impulsar la participación de las mujeres en el proceso electoral mexicano", es decir, para apoyar la llegada de la derecha al poder en las elecciones mexicanas de ese año.Ahora, personajes de la CIA, lo mismo que organizaciones como la USAID (Agencia de Estados Unidos para el Desarrollo Internacional), que también ha sido muy importante en la geopolítica de la ultraderecha, IRI, NED y otras, están brindando apoyo a las elecciones organizadas por el golpista Micheletti, que en junio pasado encabezó el derrocamiento del presidente Manuel Zelaya, quien ha llamado a boicotear esas elecciones, que dice son ilegales porque están siendo conducidas por el Gobierno de facto de Roberto Micheletti.En algunos círculos de las ONG derechistas ha trascendido que a mediados de noviembre, en la embajada de Estados Unidos en Tegucigalpa, Simon Henshaw, segundo jefe de esa representación e identificado como agente de la CIA en ese país convocó a una reunión para garantizar el éxito de los comicios organizados por Honduras.A la misma fueron invitados representantes de la USAID, IRI, NED, FUPAD (Fundación Panamericana para el Desarrollo), NDI (National Democracy Institute), la Fundación Arias (creada en 1987 por el político Oscar Arias, actual presidente de Costa Rica)y "Hagamos Democracia" (integrada principalmente por grupos religiosos de Honduras: Pastoral Social de la Iglesia católica- Caritas de Honduras; Confraternidad Evangélica de Honduras (CEH); así como la Federación de Organizaciones no Gubernamentales para el Desarrollo de Honduras (FOPRIDEH) y la Universidad Metropolitana de Honduras (UMH)),La Fundación Panamericana para el Desarrollo (FUPAD) es una ONG cuyos mayores ingresos proceden de la USAID y que "trabaja bajo las directrices estratégicas del Departamento de Estado". En esa reunión, Henshaw instruyó a los asistentes a organizar una misión "independiente" de observación electoral, que esté presente en las elecciones del 29 de noviembre, y que estaría en realidad manejada por el IRI, a través de Alex Sutton, director regional de ese Instituto para América Latina y el Caribe.Sutton ha desarrollado proyectos del IRI para Bolivia, Bolivia, Colombia, Cuba, El Salvador Guatemala, México, Nicaragua, Perú y Venezuela, y de 1992 a 96 trabajó en países de Europa del Este, en la destrucción de las estructuras socialistas, eufemísticamente llamada la "democratización" de esa zona. Asimismo, se prevé que en las actividades de apoyo a las elecciones convocadas por el gobierno golpista podrían participar otros personajes y grupos de la derecha latinoamericana, de Paraguay y Honduras, lo mismo que de la ODCA (Organización Demócrata Cristiana de América, presidida por Manuel Espino, político de la derecha mexicana).En el contexto de la ambigua política internacional de Obama, siguen vivos los proyectos ultraderechistas impulsados desde Estados Unidos en detrimento de los pueblos latinoamericanos y uno de cuyos objetivos es apoyar directa o indirectamente al gobierno golpista de Honduras+++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++HONDURAS
800 estadounidenses estarian participando en la organizacion de los comicios hondureños *************************************************29 de noviembre 2009.-
En Honduras, los poco más de cinco mil centros de votación, custodiados por 30 mil policías y militares profesionales, más de cinco mil ³reservistas² que nadie conoce y 800 "expertos" estadounidenses, de origen latino, abrirán este domingo para celebrar las elecciones de la dictadura de Don Roberto Micheletti.A todo eso se le suma la denuncia de Amnistía Internacional que tiene información de que el Gobierno de Roberto Micheletti adquirió recientemente "10.000 granadas de gas lacrimógeno y 5.000 proyectiles para granadas de gases lacrimógenos" para usar ³en caso de emergencia².El diario Clarín, de Argentina, dijo que los 800 militares están distribuidos en puntos clave del país -tratando de pasar por hondureños- para evitar actos de violencia y controlar pasos fronterizos que podrían llegar a ser conflictivos. Las sospechas apuntan a la frontera sur, con Nicaragua, añadió++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++HONDURAS 7
¿QUE PASARA EL LUNES?********************** La comunidad internacional se mostraba dividida en los días previos a las elecciones del domingo en Honduras, con escasos respaldos al Gobierno que resulte elegido, varios rechazos rotundos y Gobiernos que optaron por esperar a los comicios antes de definir su posición. ¿Qué pasará el lunes? EEUU e Israel reconocerán al gobierno surgido de este fraude consensuado por más de medio planeta a espaldas de las mayorías hondureñas, que resisten al comicio, pero no se sabe hasta cuando se mantendrán al margen de la “legalización” generada por el comicio. Israel se suma a los Gobiernos de Panamá, Perú, Estados Unidos y Costa Rica, quienes decidieron oficialmente apoyar un proceso comicial que ha sido rechazado por la mayoría de la comunidad internacional.El embajador de Israel en Honduras Eliahu López, informó este sábado que el Gobierno de ese país apoya las polémicas elecciones que se llevarán a cabo en la nación centroamericana y al ganador que resulte de éstas, porque cree que el proceso "es el camino más adecuado para salir adelante".El también concurrente de Israel en Guatemala, informó que dentro de las instrucciones recibidas está la participación del país como observador y el reconocimiento al evento comicial que se llevara a cabo bajo un régimen de facto instalado tras un golpe de Estado. Y si EEUU e Israel reconocen, reconoce la Unión Europea y se terminó la historia. Nadie soportará una “insurrección popular” en el patio trasero; saldrán todos a cubrir al nuevo gobierno y listo. “Se salvó la democracia” y "las pretensiones de Chávez" a dormir la siesta.¿Qué harán los gobiernos del “Unasur” exceptuados, claro está, Colombia, Perú, Costa Rica y Panamá. Los Gobiernos de Brasil, Ecuador, Venezuela, Argentina, España, Paraguay y Guatemala anunciaron que desconocerán los resultados de las elecciones del próximo domingo 29 de noviembre; pero como dijo el presidente de Costa Rica, Óscar Arias -que fue mediador en la crisis hondureña, en declaraciones a CNN difundidas este viernes: "¿Para qué vamos a castigarlos con un segundo huracán Mitch, que (es lo que) sería no reconocer al nuevo gobierno, aislarlo, quitarle la cooperación?", se preguntó Arias, abogando por el levantamiento de las sanciones a Honduras si los comicios transcurren limpiamente. El pasado domingo, Zelaya exhortó a los "presidentes de América" a que no reconocieran los comicios para no legitimar el golpe de Estado, argumento que esgrimieron autoridades de Brasil y Venezuela el pasado jueves 26 desde la reunión de países amazónicos en Manaus (Brasil). La pregunta es: ¿Lo harán? ¿Qué pasará el lunes? ¿Se terminarán las declaraciones?FUENTE: blog
Primeraguerraglobal+++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++HONDURAS 8
Elecciones ilegales en Honduras y la hipocresia de WashingtonPor Eva Golinger***********************************************************„¿Qué vamos a hacer, quedarnos sentados durante cuatro años y simplemente condenar al golpe?‰ ˆ declaraciones de un alto oficial del Departamento de Estado en Washington ayer.Las verdaderas divisiones en América Latina ˆ entre la justicia y la injusticia, democracia y dictadura, derechos humanos y derechos de corporaciones, el poder popular y la dominación imperial ˆ nunca han estado tan visibles como hoy. Los movimientos de los pueblos por toda la región para transformar sistemas corruptos y desiguales que han aislado y excluido la mayoría de las naciones latinoamericanas, están hoy exitosamente tomando el poder de forma democrática y construyendo nuevos modelos fundamentados en la justicia económica y la justicia social. Venezuela, Bolivia, Nicaragua y Ecuador están en la vanguardia de estos movimientos, mientras que otras naciones, como Uruguay y Argentina se están moviendo con un paso un poco más lento hacia el cambio. La región históricamente ha sido plagada por una injerencia brutal de Estados Unidos, la cual ha buscado a todo costo dominar y controlar los recursos estratégicos y naturales contenidos en este territorio abundante. Con la excepción de la desafiante revolución cubana, Washington logró instalar regímenes títeres por toda América Latina a finales del siglo XX. Cuando Hugo Chávez ganó la presidencia en 1998 y la revolución bolivariana comenzó a florecer, el balance del poder y el control imperial sobre la región se debilitaban. Ocho años del gobierno de George W. Bush trajo de nuevo los golpes de estado a la región, en Venezuela en 2002 contra el Presidente Chávez y en Haití en 2004 contra el Presidente Aristide. El primero fue derrotado por una insurrección popular masiva del pueblo, y el posterior logró secuestrar y derrocar a un presidente ya no conveniente para los intereses de Washington. A pesar de los esfuerzos de la administración de Bush de neutralizar la expansión de revolución en América Latina, a través de golpes, sabotajes económicos, guerra mediática, operaciones psicológicas, intervención electoral y un incremento en la presencia militar, naciones justo a la frontera estadounidense, como Honduras, El Salvador y Guatemala eligieron presidentes con tendencias izquierdistas. La integración latinoamericana se consolidó con UNASUR y ALBA, y las garras del poder de Washington comenzaron a desaparecer.Henry Kissinger dijo en los años setenta, „si no podemos controlar a América Latina, ¿cómo vamos a dominar al mundo?‰ Esta visión imperialista está muy vigente hoy. La presencia de Obama en la Casa Blanca fue vista de forma errónea por muchos en la región como un señal de un final a la agresión estadounidense en el mundo, y especialmente aquí, en América Latina. Por lo menos, muchos pensaban que Obama disminuiría las crecientes tensiones con sus vecinos en el sur. Por cierto, el mismo, el nuevo presidente de Estados Unidos, hizo alusiones a tales cambios. Pero ahora, la estrategia del „Smart Power‰ (poder inteligente) de la administración de Obama ha sido desenmascarada. Los abrazos, intercambios de manos, sonrisas, regalos y promesas de „no más intervención‰ y „una nueva era‰ realizadas por el Presidente Obama mismo ante los líderes de las naciones latinoamericanas durante la Cumbre de las Américas en Trinidad en abril pasado, se han convertido en cínicos gestos de hipocresía. Cuando Obama llegó al poder, la reputación de Washington estaba decayendo. Los intentos débiles de „cambiar‰ la relación Norte-Sur en las Américas han resultado en una situación peor, reafirmando que la visión de Kissinger sobre la importancia de controlar ésta región es una política de estado de Washington que no depende de ningún partido o jefe de estado. El papel de Washington en el golpe en Honduras contra el Presidente Zelaya ha sido evidente desde el primer día. El financiamiento contínua a los golpistas, la presencia militar del Pentágono en Soto Cano, las constantes reuniones entre funcionarios del Departamento de Estado y el embajador de EEUU en Honduras, Hugo Llorens, con los golpistas, y los intentos cínicos de forzar una „mediación‰ y „negociación‰ entre los golpistas y el gobierno legítimo de Honduras, son evidencias contundentes sobre las intenciones de Washington de consolidar esta nueva forma de „golpe inteligente‰. La insistencia pública inicial del gobierno de Obama sobre la legitimidad de Zelaya como presidente de Honduras rápidamente desapareció luego de las primeras semanas del golpe. Los llamados para la „restitución del órden democrático y constitucional‰ en Honduras fueron cambiadas por cuchicheos débiles repetidos por las voces monótonas de los voceros del Departamento de Estado. La imposición del presidente de Costa Rica, Oscar Árias ˆ una ficha de Washington ˆ para „mediar‰ la „negociación‰ ordenada por Washington entre los golpistas y el Presidente Zelaya fue un circo. Del primer momento, era obvio que el Departamento de Estado estaba promoviendo una estrategia de „ganar tiempo‰ para consolidar el golpe en Honduras. La falta de sinceridad de Árias y su complicidad en el golpe fue evidente desde la misma mañana del violento secuestro y el exilio forzado de Zelaya. Altos funcionarios del Pentágono, el Departamento de Estado y la CIA presentes en la base de Soto Cano, controlada por Washington, arreglaron el transporte de Zelaya a Costa Rica. Árias había ya expresado su disposición, de forma subserviente, para refugiar al presidente ilegamente exiliado y de no detener aquellos secuestradores que pilotearon el avión que ˆ en violación del derecho internacional ˆ llegó al territorio costariquense. Hoy, Oscar Arias ha hecho un llamado a todas las naciones del mundo para „reconocer‰ a las elecciones ilegales e ilegítimas que están tomando lugar en Honduras. ¿Porqué no?, ha dicho Árias, si no hay fraude o irregularidades, „¿porqué no reconocer a un nuevo presidente? El Departamento de Estado y hasta el propio presidente Obama han dicho lo mismo y están llamando ˆpresionando ˆ a sus aliados de reconocer a un nuevo régimen en Honduras, elegido bajo una dictadura. El fraude y las irregularidades ya están presentes, considerando que hoy, ninguna democracia existe en Honduras que permitiría las condiciones adecuadas para un proceso electoral. Y el Departamento de Estado admitió hace dos semanas que están activamente financiando el proceso electoral y las campañas electorales en Honduras desde hace tiempo. Y los „observadores internacionales‰ enviados para dar credbilidad al proceso ilegal en Honduras son todas agencias y agentes del imperio. El Instituto Republicano Internacional (IRI), y el Instituto Demócrato Nacional (NDI), dos agencias creadas para filtrar el financiamiento de la USAID y la NED a partidos políticos en el exterior para promover la agenda estadounidense, no solamente financiaron a los grupos involucrados en el golpe de estado en Honduras sino ahora están „observando‰ las elecciones. Grupos terroristas como UnoAmerica, dirigido por el golpista venezolano Alejando Peña Esclusa, también han enviado „observadores‰ a Honduras. Y el terrorista criminal miamero-cubano Adolfo Franco, antiguo director de la USAID, es otro „pesado‰ en la lista de los observadores electorales hoy en Honduras. Pero la Organización de Estados Americanos (OEA) y el Centro Carter, que no son entidades „izquierdistas‰, han condenado al proceso electoral en Honduras como ilegítimo y rechazaron enviar observadores. Lo mismo lo han hecho las Naciones Unidas y la Unión Europea, tanto como la UNASUR y el ALBA. Washington está sólo, junto a sus regímenes títeres en Colombia, Panamá, Perú, Costa Rica e Israel, como las únicas naciones que públicamente han indicado su reconocimiento del proceso electoral en Honduras. Un alto funcionario del Departamento de Estado declaró ayer al Washington Post, "¿Qué vamos a hacer, quedarnos sentados durante cuatro años y simplemente condenar al golpe?" Bueno, Washington se ha quedado sentado durante 50 años rechazando reconocer al gobierno cubano. Pero eso es porque el gobierno de Cuba no le conviene a Washington. Y el régimen dictatorial en Honduras sí le conviene. El movimiento de resistencia en Honduras está boicoteando las elecciones, llamando para la absención masiva del proceso ilegal. Las calles de Honduras han sido tomadas por miles de fuerzas militares, bajo el control del Pentágono. Con armas avanzadas de Israel, el régimen golpista está preparado para reprimir y brutalizar de forma masiva a los que resisten el proceso electoral. Debemos mantener nuestra vigilancia y solidaridad con el pueblo de Honduras frente al peligro inmenso que lo rodea. Las elecciones de hoy en Honduras constituyen un segundo golpe de estado contra el pueblo hondureño, esta vez abiertamente diseñado, promovido, financiado y apoyado por Washington. Sin importar el resultado de las elecciones, no habrá justicia para Honduras hasta que cese la injerencia imperial


---------- Mensaje reenviado ----------De: Honduras en Resistencia <info@hondurasenresistencia.com>Fecha: 29 de noviembre de 2009 18:38Asunto: Noticias Honduras Bol. No.87Para: re_envialo@hondurasenresistencia.com
Servicio de Noticiashttp://www.hondurasenresistencia.com/
info@hondurasenresistencia.com
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ALERTA.... ALERTA.... Siguen las ALertas 5:30 p.m
Lunes, 30 de Noviembre de 2009 00:40 Escrito por Honduras en Resistencia
AlertaJosé Rodríguez y Darwin Alexis Martínez son dos de los heridos que han sido trasladados al HMCR. Jorge Luis Sanchez Lopez, José Pablo Hernández miembros de la resistencia son dos de los detenidos en la manifestación.ZoilaCapturan a miembro de la resistencia en Aldea Matasanos, Jamastrán Testimonio tomado Via Teléfono a las 2.31 pmEl compañero Carlos Rubio reporta desde el departamento de El Paraiso que en este momento se encuentran en el municipio de Jutiapa, Departamento de El Paraiso, donde están haciendo todas las diligencia para interponer un recurso de exhibición personal para el ciudadano Gustavo Martinez, capturado hoy por la mañana en la aldea Matasanos, Jamastrán por solo ser parte de la Resistencia.Tambien informa que en este sector los militares se encuentran dentro de los sitios de votación. La población se encuentra intimidada... El abstencionismo es general afirma Rubio.Leer mas..

Tarde o temprano tendrán que enfrentar a la justicia penal internacional
Lunes, 30 de Noviembre de 2009 00:43 Escrito por Honduras en Resistencia
Los altos responsables del gobierno de facto, especialmente Roberto Micheletti y Romeo Vásquez y demás jerarcas militares y policiales, están mostrando una total ignorancia y desprecio por los avances del derecho internacional de los derechos humanos. Aunque saben muy bien que han cometido y están cometiendo graves violaciones a los derechos humanos, piensan que sus delitos quedarán impunes porque controlan a todas las instituciones del sistema de justicia, tales como el Ministerio Público y la Corte Suprema de Justicia.Leer mas..
ACCIÓN URGENTE AL MUNDO CRISTIANO Y SOCIAL
Lunes, 30 de Noviembre de 2009 00:41 Escrito por Honduras en Resistencia
Tegucigalpa, MDC 29 de noviembre de 2009. El Observatorio Ecumenico de las Iglesias del CLAI para los Derechos Humanos en Honduras al mundo y la comunidad cristiana informamos que a eso de las 3:20 de la tarde de este día, en la cidad de San Pedro Sula, 250 kilometros al norte de Tegucigalpa, ha sido detenido arbitrariamente, junto a otras 20 personas, el Abogado GUSTAVO ENRIQUE CABRERA, de nacionalidad constaricense, Secretario General del servicio Paz Y Justicia para America Latina SERPAJ, cuyo presidente es el Premio Novel de la Paz señor Adolfo Perez Esquivel, el compañero Gustavo es miembro activo de la Asociación Americana de Jurístas e integrante de la MISIÓN INTERNACIONAL PARA LA OBSERVACIÓN DE LOS DERECHOS HUMANOS EN HONDURAS del Consejo Latinoamericano de Iglesias CLAI.Leer mas..
Opiniones rapidas de las elecciones
Lunes, 30 de Noviembre de 2009 00:37 Escrito por Honduras en Resistencia
LA RESISTENCIA DEBE DECLARAR YA, EL TRIUNFO DEL ABSTENCIONISMO De acuerdo con Oscar, ganó el abstencionismo, triunfó el descontento, venció el desencanto; sobre eso, resurgió la fe, regeneró la conciencia social y triunfó el pueblo al no validar esta maquina de fabricar pobreza, miseria e injusticia. Si en el 2005 el abstencionismo fue del 44.52%, ahora fue rebasado por mucho más, que no nos vengan con paja. La campaña mediática no logró convencer a un pueblo que ya no cree en santos que orinan ni en cantos de sirenas (rojas, azules, verdes, amarillas y rojo- amarillo). A organizarnos, capacitarnos política e ideológicamente para caminar hacia la justicia, hacia una Patria donde los pobres seamos sujetos políticos y no objetos como los politiqueros lo han pretendido.Leer mas..
Arts. 169 y 170 de la Ley Electoral (Tinta indeleble)
Lunes, 30 de Noviembre de 2009 00:34 Escrito por Honduras en Resistencia
Los miembros del Tribunal Electoral no tienen la facultad de decretar la supresión de uno de los requisitos para la práctica de las elecciones, es decir, la utilizaciòn de la tinta indeleble, ya que al hacerlo están violentando una vez más la Constitución e invadiendo las facultades del Congreso Nacional, único órgano que puede reformar, suprimir o derogar las leyes o algunos de sus artículos.Leer mas..
radio zurda transmitiendo elecciones en vivo!!
Lunes, 30 de Noviembre de 2009 00:32 Escrito por Honduras en Resistencia
radio zurda, voz de jóvenes libres transmitiendo en vivo.... el equipo mapache tiene preparada una cobertura completa de las elecciones en honduras, un equipo de corresponsales y colaboradores, nos mantendran informados desde tegucigalpa y la frontera con honduras, también tendremos enlaces e interesantes entrevistas.... sintonizanos a través de http://www.radiozurda.com/ haz llegar tu opinión a través de skype usuario: radio.zurda
Brutal represión contra la Resistencia Nacional en plenas elecciones democráticas
Lunes, 30 de Noviembre de 2009 00:26 Escrito por Honduras en Resistencia
Comunicado de la UEAH La Unión de Escritores y Artistas de Honduras ante la comunidad internacional y nacional denuncia: 1.Que los miembros más activos y beligerantes de la resistencia nacional contra el Golpe de Estado, en barrios, ciudades interiores y en organizaciones sociales, están siendo perseguidos, capturados y algunos asesinados y desaparecidos, antes y durante el proceso de las espurias elecciones que se realizan en Honduras.Leer mas..
Organizaciones denuncian campaña de intimidación y amenazas en el marco de la farsa electoral
Lunes, 30 de Noviembre de 2009 00:21 Escrito por Honduras en Resistencia
En una conferencia de prensa el Frente Nacional de Resistencia contra el golpe de Estado y el Comité de Familiares de Detenidos Desaparecidos en Honduras (COFADEH), informaron a periodistas nacionales y extranjeros que han constatado el fracaso de la farsa electoral pese a la campaña de intimidación con amenazas contra la población si no se presentaban a votar Militares y policías allanan sedes de organizaciones Una intensa cacería de brujas se echó a andar desde este sábado contra organizaciones y miembros de la resistencia, desde el gobierno de facto, a través el ejército y la Policía Nacional Preventiva.Este es un envío del Departamento de Divulgación y Prensa del COFADEH y http://www.defensoresenlinea.com/
Siempre desde el monitoreo,compartimos información resumida.
Lunes, 30 de Noviembre de 2009 00:20 Escrito por Honduras en Resistencia
El comunicado numero cuarenta del Frente en resumen, denuncia el fracaso de la farsa electoral. Anuncia al pueblo hondureño y al mundo, que la farsa electoral ha sido derrotada, a tal grado grado que hubo de prorrogar una hora el proceso. El monitoreo del Frente asegura que es del 70 al 75% el abstencionismo. En esta forma el pueblo ha castigado a los golpistas y a las dictaduras. Han recurrido a la gente de Arena, lo cual fue denunciado por Campesinos de Santa Elena, la Paz.Leer mas..
LA RESISTENCIA DEBE DECLARAR YA, EL TRIUNFO DEL ABSTENCIONISMO
Lunes, 30 de Noviembre de 2009 00:18 Escrito por Honduras en Resistencia
Oscar Amaya Armijo La resistencia, dado el marcado abstencionismo de los hodureño en las espurias elecciones, debe declarar su triunfo y anunciar la derrota del golpismo. El triunfo de la resistencia en esta contienda electoral es contundente, y lo único que le resta al golpismo es abultar las resultados y mentir cínicamente. La Resitencia debe agradecer ahora mismo al valiente pueblo hondureño por acatar el llamado realizado por la dirigencia del Frente Nacional Contra el Golpe. Este triunfo lo demuestran la soledad de los centro de votaciòn y el escaso entusiasmo, mostrado por los electores, ante el fraude montado por los partidos oligárquicos en contubernio con los agentes del Pentágono afincados en el país. Este es un triunfo que debe ser dedicado a los caídos, a los mártires, a los toleatados, perseguidos, torturados, gaseados y a los marchistas que demostraron en seis meses de que pasta estan hechos los de la Resistencia. Este triunfo de la Resistencia debe fortalecer a los militantes y debe servir para tomar ánimos y organizar el Frente Amplio de Oposiciòn para ganar las elecciones del 2014 y refundar este pais. No se trata de pecar de optimistas, sino que allì, en los centros de votación, se ven los resultados reales, lo que digan las estadisticas manejadas por los golpistas serán mentiras. Por supuesto que una gran cantidad de electores provenientes del “voto duro” de los partidos tradicionales más los ingenuos que fueron engañados por el cerco mediàtico asistieron a votar, pero son votos insuficientes como para derrotar al abstencionismo. Así que la resistencia debe declarar que en esta opotunidad TRIUNFÓ EL PUEBLO VERDADERO NEGÁNDOLE EL VOTO A LOS GOLPISTAS.
Abuso de autoridad de Policía en proceso electoral 2009
Domingo, 29 de Noviembre de 2009 21:28 Escrito por Honduras en Resistencia
Se desconoce paradero de ciudadano que fue golpeado y detenido en colonia El Pedregal Tegucigalpa.- Policía golpea con exceso de violencia a ciudadano que repartía hojas volantes con el emblema “No a las Elecciones” en el centro de votación de la escuela República del Perú, ubicada en la colonia El Pedregal de Comayagüela. Leer mas..
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Atípico circo electorero
Aqui les enviamos algunos audios que estamos recibiendo de la clandestina Radio Liberada
Comunicado No. 39 Frente Nacional de Resistencia Contra el Golpe de Estado
Se desplazan hacia a El Salvador Persecución política obliga a emigrar a un grupo de pobladores de Santa Elena, La Paz

domenica 29 novembre 2009

CLASSE, NAZIONE, IMPERIALISMO: UNO SCAMBIO










Se la tirannia e l’oppressione si abbatteranno su questa terra, sarà sotto forma della lotta contro un nemico esterno.
(James Madison, 4° presidente Usa)

Questa e nessun’altra è la radice da cui erompe un tiranno: quando appare si presenta come garante della sicurezza.
(Platone)

A proposito di lotta di classe sì o no: Meno male che il popolo di questa nazione non capisce il nostri sistema bancario, finanziario, monetario. Se lo capisse avremmo una rivoluzione entro domattina.
(Henry Ford)


Cari interlocutori e lettori del blog, avrei una marea di spunti per fabbricare nuovi post. Dallo spappolamento del mito delle sinistre Obama sotto la grandinata di crimini che va compiendo in giro per il mondo in prima o seconda persona, alle puttanate che scrive tale Moreno Pasquinelli del Campo Antimperialista, sodale dei trapanatori sciti di corpi iracheni, sulla secondo lui sacrosanta sconfitta di quella ”merda di resistenza sunnita irachena” (utilissimo servizietto, per quel che conta il filo-scita Pasquinelli, agli squartatori Usa-iraniani dell’Iraq); dallo scatenamento nazista dei coloni israeliani contro i traditi e abbandonati (anche da chi li degrada in oggetto di compassionevole Caritas) titolari millenari di quella terra, al ritorno di un’Operazione Condor 2 contro l’America Latina; dagli ululati fondamentalisti di fascisti cattolici contro la rimozione dell’orrido crocefisso, affiancati da chi invece la sostiene in nome di un Cristo “autentico”, buono e salvifico, ma che è personaggio inventato da una banda di delinquenti famelici di dominio mondiale, alla vexata questio “con Di Pietro-contro Di Pietro” e alle sinistre che, un tempo, volevano precipitarsi in massa a combattere il Pinochet originale o, come CGIL, quanto meno scioperavano e boicottavano e ora sonnecchiano ignavi davanti al Pinochet installato in Honduras dall’Operazione Condor 2, con intervento decisivo, qui come in tutto il continente dei carnefici Gestapo israeliani. Ma non ce la faccio. Appunto perché, fabbricando il nuovo documentario sul golpe e la resistenza in Honduras, con tutto quello che fa balenare sui destini dell’America Latina, spero di aprire qualche crepa in quel muro di stampo sionista. E fino a metà dicembre e passa non ho più tempo per inondarvi delle solite intemperanze.
Così, per non far piangere il piatto, ho pensato di inserire nel blog questo scambio con un corrispondente. Tocca argomenti che appaiono di sicura rilevanza, anche se qui interpretati con chiavi di lettura diverse e a volte opposte da quelle che paiono corrette a me. Spero che suscitino le riflessioni e eventualmente gli interventi che essi meritano. Parto con la mia risposta all’intervento di questo interlocutore a me sconosciuto, ma di cui si percepiscono i riferimenti comunitaristi. Non sapete chi sono i comunitaristi? E' gente che, appropriandosi di alcuni fondamentali comunisti e antimperialisti, li mescola con deviazioni radicali dagli assunti marxiani sul conflitto tra le classi. A questo sovrappone, sotanzialmente annullandolo, istanze nazionaliste che, lungi dal mettere in discussione l'imperialismo per sè, si indirizzano contro quello statunitense, anglosassone, israeliano, nel nome neanche troppo dissimulato di un imperialismo italiano, oggi sublimato in quello euroasiatico. Si intravvede una linea di continuità con i paradigmi di 80 anni fa che ci parlavano della demoplutocrazia. Lo spazio per simili riemersioni lo offrono i vuoti e le storture teoriche di chi, a sinistra, ha sempre guardato con sospetto, se non con aperta ostilità, alle rivendicazioni nazionali dei popoli sottomessi, identifcandole tout court con lo sciovinismo da declinazione fascista. Rivendicazioni che, così, trovano ampio spazio di espansione in movimenti spuri. Non meno di quanto la Lega faccia, a discapito del movimento dei lavoratori, con la sua mitologia padana e il suo razzismo localistico mimetizzato da intervento sul territorio in difesa delle comunità. Seguono quell’intervento e repliche.


Ciao Piero. Sono ancora nel tritacarne del montaggio sull'Honduras e l'America Latina nella battaglia finale del continente e ne avrò fino a metà dicembre almeno, senza un minuto di tempo per altro, anche perchè mi tocca viaggiare ogni giorno in treno dal mio borgo a Roma, per complessive tre ore.
Ho dunque dato una scorsa rapida al tuo pezzo, ma vorrei considerarlo con più calma. Per adesso ti dico solo chenon è difficile trovarsi d'accordo con parte di quello che scrivi su globalizzazione, stati nazione e neoliberismo, ma, come prevedevi, nient'affatto sul No-B-Day. Ricordando che i conflitti oggi sono determinati in gran parte dallo scontro tra nazioni e blocchi di nazioni, cioè tra le loro elites, con masse rimbecillite al seguito, infliggi un ulteriore colpo alle teorie “moltitudinarie” dei fiancheggiatori Hardt e Negri. Il grande aiuto dato dalla sinistra post-autonoma all’imperialismo. Però non ti accortgi che, al pari delle fumisterie da amico del giaguaro di Toni Negri, tu ignori, e quindi abolisci, la lotta di classe, ponendoti così in sintonia più con coloro che dici di avversare, che con i popoli-classe che ne sono aggrediti. Negri la annega nelle “moltitudini” acefale lanciate contro una “globalizzazione” acefala. Tu la fai sparire dietro allo scontro geopolitico degli Stati-nazione e relative coalizioni. Cosa ha determinato la modernità e la prospettiva marxista: lo scontro tra la Francia di Napoleone e Regno Unito con imperi centrali, attorno a rotte e domini coloniali, o la rivoluzione delle masse nel 1989?

Non credo che la lotta di classe possa essere abolita e son anche stanco di stare a vedere come i conflitti oggi siano determinati tra comparti capitalisti-imperialisti, sopra le nostre teste, con le masse che stanno a guardare e a subire E’ verissimo tra noi, non per assenza di soggetti della lotta di classe, necessaria più che mai alla vista del fascismo di ritorno a livello planetario, ma per deficienza di organizzazione e direzione e, peggio, per irrimediabile invischiamento con le subalternità e collusioni introiettate dalle sinistre storiche di questo paese. Ma mi pare di aver visto in Honduras e ovunque le mie vecchie gambe mi trascinino – Palestina, America Latina, Somalia, Iraq, Afghanistan - che nella lotta dei popoli sono le classi subalterne a condurre le danze e a rappresentare la forza d'urto: pensa a Hamas e, per l'altro verso, ai bonzi e fighetti di Fatah della borghesia compradora palestinese. Con popoli proletari che, come ho sperimentato in Honduras, Venezuela, Bolivia, Ecuador, Brasile, Argentina, custodiscono nella loro coscienza l’istanza di liberazione nazionale perché prodromo e condizione sine qua non dell’emancipazione di classe, la lotta non può che essere di classe. C’è un intero continente di centinaia di milioni che avanza nella sinergia di lotta antimperialista e lotta di classe. Chi manovra questo conflitto, quale blocco di nazioni contro un altro armato? Poi non mi scandalizzano i termini "globalizzazione" o "neoliberismo": essendo i piedi di porco dell'imperialismo nordico, conviene addirittura usarli rovesciandone il presunto e falso significato. Come quando si dimostra che antisemiti sono gli ebrei, che non sono semiti ma artefici di olocausti di arabi... semiti. Penso che invece vada lasciata nel cassonetto dei rifiuti lo stolto e sterile automatismo di quasi tutte le sinistre radicali che si inalberano ogni volta che sentono la parola nazione, o nazionalismo. Pensa alla demonizzazione di Milosevic come “ultranazionalista” perché si opponeva allo sfacelo della Jugoslavia e, dopo, a quella del cuore jugoslavo, la Serbia. Nessuno di questi polverosi grilli parlanti ha mai imparato la lezione di Cuba o dell’Iraq o de nostri partigiani con il tricolore accanto alla bandiera rossa, per cui la rivoluzione o unisce le istanze di liberazione nazionale (Patria o muerte) a quella della vittoria delle masse escluse e sfruttate, o difficilmente se ne parla.

Quanto a Di Pietro, la pratica che ho appreso dai popoli in lotta di mescolare il sangue col fango quando l'uso congiunturale permette di perseguire il mio scopo, mi hanno finora evitato, non sbagli, ma qualcosa di peggio: la torre d'avorio del perfezionismo autoreferenziale. Di Pietro si muove contro l'attuale rompighiaccio del mondo militarizzato e mafizzato? Difende una legalità costituzionale che è stata conquistata dalle masse in lotta e dai partigiani in guerriglia, anche se non è ancora la legalità rivoluzionaria dei proletari? Sto con lui in questo. Primum: difendere le posizioni conquistate. Sto contro di lui quando parla di Saddam e lecca i piedi al Dalai Lama. Non mi dice chi sta dietro alla crisi? Lo so io e lo comunico alle masse che gli vanno dietro in buonafede e anche perchè non c'è nessuno al di fuori di quella Piazza del Popolo. Dai vecchi comunisti irrimediabilmente PCI, da me come sai pervicacemente sottoposti a ludibrio, ho però imparato una cosa buona e imprescindibile: stare sempre dove stanno le masse. Sofri, il cialtrone rinnegato, faceva bene a mandarci, noi di Lotta Continua, alla rivolta di Reggio Calabria, anche se guidata dalla destra. Le ragioni della gente erano sacrosante, bisognava indirizzarle nella direzione giusta. Leggevo giorni fa una velenosa tirata trotzikista contro Hugo Chavez. Non aveva ancora abolito la proprietà privata e sottoposto tutta l'industria e la distribuzione alla gestione operaia. Aveva strappato al latifondo SOLO quasi tre milioni di ettari di terra per darli ai contadini, ma non l'aveva ancora abolito, il latifondo. Aveva garanetito istruzione e sanità gratuita a tutti, ma lasciava sopravvivere le scuole cattoliche e le cliniche private. Sparata che si affianca ai bombardamenti mediatici e ai complotti di destabilizzazione e aggressione messi in atto dall'imperialismo. C'è sempre un grillo parlante che raccatta qualche banda di ottusi scontenti e ne fa la forza di complemento della Cia e del Mossad, ambedue massicciamente all'opera in tutta l'America Latina in vista del resoconto finale. Così "rivoluzionari" indigeni, sacri alle nostre pietose ONG, ma paragonabili alle nostre infiltratissime ed eterodirette Brigate Rosse, in Bolivia contro Morales, in Ecuador contro Correa, in Nicaragua contro Ortega. Meglio rovinare tutto per l'orgasmo delle proprie pippe? In ogni caso, ripeto, senza vedere il mondo sotto la specie della lotta di classe e vederlo agitato esclusivamente da potenze geopolitiche contrapposte, con le quali o ci si schiera o si sta a guardare, mi pare apra la strada a infiltrazioni spurie di ogni sorta finalizzate alla sussunzione di ogni istanza di liberazione in una regia che le è irrimediabilmente ostile. E' questa la pratica dei femigerati comunitaristi, pesce pilota degli utili idioti del Campo Antimperialista. E non servono citazioni gramsciane a correggere questa vera e propria degenerazione destrorsa. Comunque, la discussione è aperta.

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Caro Fulvio,

1. Il 5 dicembre prossimo si terrà il No Berlusconi Day.
Superando la nausea per queste espressioni americanoidi (che dicono molto di un clima culturale), sembra proprio che si stia profilando un Halloween politico.
Se non si aderisce al dolcetto della manifestazione, si avrà come scherzetto la solita serie di improperi: “cripto-fascista”, “passato dall’altra parte”, ecc.
Io non ci sto: non parteciperò e mando anticipatamente a quel paese i soliti confusionari che si dedicheranno agli scherzetti idioti.
Perché non ci andrò?
Partiamo dall’appello Ferrero-Di Pietro.
L’incipit è sconfortante: “La crisi economica sta determinando una sofferenza sociale sempre maggiore”.
Dopo di che non si dice nulla di cosa sia questa cosiddetta “crisi economica”.
E’ un evento naturale? Deriva da troppe ruberie a livello globale? Dagli spacciatori internazionali di titoli tossici? Dall’ingordigia di alcuni? Dalla caduta tendenziale del tasso di profitto? Dall’avvicinarsi dell’allineamento planetario previsto dai Maya?
Boh!
Dopo di che si passa a una breve descrizione delle malefatte del governo: tagli al welfare, disoccupazione, compressione degli stipendi, ecc... . Cose che conosco benissimo dato che sono un metalmeccanico in mobilità.
Diciamo subito che l’alternanza dei governi di centro-destra e centro-sinistra della Seconda Repubblica, hanno visto solo un accumularsi bipartisan di tagli, un accumularsi bipartisan di tasse e un accumularsi bipartisan della pressione sugli stipendi, sull’occupazione, sulle pensioni ecc. Questo è un punto che riprenderemo dopo, quando cercheremo di immaginarci un post-Berlusconi.
Il punto principale rimane quello precedente: che diavolo è questa “crisi”?

2. La sinistra tutta, da quella riformista a quella radicale ha curiosamente introiettato l’elaborazione di Hardt e Negri dell’impero acefalo (variamente chiamato “globalizzazione”, dai più riformisti, o “imperialismo delle multinazionali”, dai più radicali), che a sua volta curiosamente introiettava la visione ideologica che i protagonisti economici e ideologici della globalizzazione e della finanziarizzazione davano di questi fenomeni.
A nulla servì la precoce ammissione di Henry Kissinger “Globalizzazione è un altro termine per supremazia statunitense”. L’interpretazione era ormai data: la globalizzazione era uno “stadio” del capitalismo, ottimo per alcuni, funesto per altri.
La crisi mondiale a questo punto poteva essere vista solo come un errore di percorso (ingordigia, mutui subrime, titoli tossici vari, perdita di contatto con l’economia reale - per alcuni nostri blasonati economisti di sinistra la crisi era addirittura dovuta all’incapacità dell’americano medio di calcolare il montante quando chiedeva un mutuo; e non sto scherzando!). E’ quanto fece e fa la sinistra moderata (e la destra).
In alternativa i più audaci la vedevano e la vedono come una crisi del capitalismo tout-court. Ovvio: essendo la globalizzazione uno stadio del capitalismo, la sua crisi è la crisi del capitalismo. Di riffa o di raffa si è tornati all’idea di “fase suprema del capitalismo”.
Per cui basta rispolverare la lotta di classe e ci siamo.
L’imperialismo, ovvero lo scontro di blocchi geograficamente distinti di stati-nazione, non esiste più nell’orizzonte politico. Lo spazio politico mondiale è liscio, come ci hanno insegnato Gilles Deleuze e Toni Negri, ergo le sole striature sono di carattere sociale.
E’ solo in quest’ottica che si possono sostenere gli yuppies di Teheran contrabbandandoli per “giovani, donne, studenti e lavoratori” senza altre qualifiche sociali. E’ solo in quest’ottica che ci si può dimenticare in pochi mesi del massacro di Gaza per concentrare il proprio sdegno sulla visita ufficiale non di Lieberman, non di Netanyau ma del colonnello Gheddafi. E’ solo in quest’ottica che ci si può dimenticare bellamente del golpe fascista in Honduras orchestrato dalla coppia di serpenti Obama-Clinton, che invece si vorrebbe come rappresentante della presa di coscienza che, per l’appunto, lo spazio politico mondiale è liscio.
Rifacciamo allora un passo indietro di dieci anni, e vediamo cosa ci diceva allora senza peli sulla lingua il tre volte Premio Pulitzer e falco democratico, Thomas Friedman:

«La mano invisibile del mercato globale non opera mai senza il pugno invisibile. McDonald's non può prosperare senza McDonnell Douglas, il costruttore degli F-15. E il pugno invisibile che mantiene sicuro il mondo per il fiorire delle tecnologie della Silicon Valley si chiama Esercito degli Stati Uniti, Marina degli Stati Uniti, Aviazione degli Stati Uniti, corpo dei Marines degli Stati Uniti. [...]
Questo è troppo facilmente dimenticato oggi. Per troppi executives della Silicon Valley [ma anche per troppi “rivoluzionari” nostrani. Nota mia], non ci sono più né geografia né geopolitica. [...]
Lì ci sono executives che si vantano dicendo: “Non siamo una compagnia statunitense. Siamo IBM-USA, o IBM-Canada, o IBM-Australia, o IBM-Cina”. A loro dico “Ah si? Bene, allora la prossima volta che avete un problema in Cina chiamate Jiang Zemin perché vi aiuti. E la prossima volta che il Congresso liquida una base militare in Asia - e voi dite che non vi riguarda, perché non vi interessa quello che fa Washington - chiamate la marina di Microsoft perché assicuri le rotte marittime dell'Asia. E la prossima volta che un congressista repubblicano principiante chiede di chiudere più ambasciate statunitensi, chiami America-On-Line quando perde il passaporto”.

(“A Manifesto for the Fast World”. New York Times Magazine, 28 marzo 1999)

Poco dopo iniziavano i bombardamenti sulla Serbia con cui l’amministrazione di “sinistra” di Clinton apriva le danze che sarebbero continuate con le guerre infinite di Bush Jr. che ora stanno passando la necessaria revisione (o “assessment” nelle nuove e meno favorevoli condizioni) da parte del novello idolo della sinistra, Barack Obama.

3. Ma lo spazio politico mondiale non è liscio: al contrario si sta striando sempre di più. E allora occorre molta prudenza nelle azioni e nei giudizi.
La crisi attuale non è la “crisi del capitalismo”. La crisi attuale è la crisi di una particolare configurazione del potere mondiale emersa dai conflitti tra stati-nazione generati in continuazione dal fatto che il capitalismo è un rapporto sociale conflittuale basato su differenziali di sviluppo non solo tra classi, ma anche tra nazioni.
In specifico sono in crisi i rapporti di potere emersi dalla II Guerra Mondiale, l’evento che concluse la lunga crisi dell’egemonia sui meccanismi di accumulazione mondiali che era stata esercitata nel XIX secolo dalla Gran Bretagna e fece emergere il ciclo di accumulazione coordinato ed egemonizzato dagli Stati Uniti.
Neo-liberismo e globalizzazione sono stati tentativi di gestire la crisi di questo nuovo ciclo, innanzitutto da parte della potenza globale, in carica ma in declino, e in subordine da parte dei suoi vassalli (ed è quanto Kissinger e Friedman dicono nei loro rispettivi linguaggi).
Non ha quindi alcun senso parlare di “crisi del neo-liberismo come sintomo della crisi globale del capitalismo” come fa il 90% della sinistra da quella riformista a quella cosiddetta radicale. Questo è puro economicismo, dove i rapporti sociali (intrinsecamente conflittuali) escono di scena. Ovvero: il contrario di quanto ha cercato di insegnarci Marx.

4. Ritorniamo a questo punto all’appello congiunto Ferrero-Di Pietro.
Un appello senza un contenuto sociale, senza una parola sui conflitti geopolitici che l’hanno generata e che essa a sua volta rigenera.
Un appello che limitandosi all’antiberlusconismo ha un solo effetto: qualora la mobilitazione, per puro caso, riuscisse a dare una spallata parziale o sostanziale a Berlusconi, tutti i benefici politici andrebbero innanzitutto a quel signore (Di Pietro) che si augura per l’attuale premier la fine di Saddam Hussein (magari aprendo lui stesso la botola della forca e comunque facendo vedere apertamente di che caratura giustizialista sia fatto e soprattutto da che parte stia nelle aggressioni statunitensi).
In secondo luogo i vantaggi andrebbero a quelle forze e a quei personaggi politici come il PD, D’Alema, Casini, Fini e compagnia, che dopo aver devastato il Paese e specialmente i suoi strati medi e popolari con le “riforme” neo-liberiste a maggior gloria e vantaggio della finanza e dell’economia statunitense, dopo aver fatto passare, vuoi nascosti da belati buonisti vuoi anticipati da ululati più o meno mannari, razzismo, intolleranza, ingordigia, sopraffazione, inganno - insomma quelle qualità etiche che definiscono in senso pieno la totale mercificazione della società a partire fin dai suoi principi biologici - dopo aver portato a buon punto questo compito, adesso si ergono come paladini della solidarietà, dell’accoglienza, della democrazia, dell’equità sociale.
L’orizzonte della sinistra radicale è sempre lo stesso: per non finire azzerati perché giustamente puniti per evidente inanità politica, si spera di ridare vita a una “colazione di volenterosi” (come avrebbe detto il cretinoide Bush Jr) purchessia, pronti ad allearsi nuovamente con personaggi come D’Alema, che per servire al meglio l’imperialismo statunitense fece, lui massimo e primo, definitivamente carta straccia del nostro patto costituzionale, mandando i nostri bombardieri sulla Serbia. Dopo di che si parla di “difesa della Costituzione”: alla faccia!
Una coalizione che sfanculata dal popolo, evidentemente “sovrano” sì ma per qualcuno anche bue, ha come uniche possibilità di rivalsa l’azione giudiziaria (ergo extraparlamentare) pilotata, come avvenne con Mani Pulite, e la rivoluzione colorata e ben prezzolata da chi non ha in uggia assolutamente le politiche antipopolari, razziste o xenofobe del nostro premier (contestate solo sul palcoscenico dei teatrini della politica dall’altra coalizione), bensì la sua eterodossia geopolitica (Russia, South Stream, Libia, Algeria, politica araba, ecc...).
Eterodossia che in un momento di approfondimento delle striature geopolitiche mondiali non è tollerabile, perché qui si gioca la partita dell’egemonia mondiale prossima futura (if any).

Nossignori! Dato che solo questi, ahimè, possono essere gli effetti, tenetevi il vostro dolcetto e al diavolo i vostri scherzetti. Tanto anche Gramsci già doveva scrivere nel 1921, per anticipare le scemenze della sinistra di allora (cioè i Socialisti): «E’ ormai certo che alle ingiurie di: “bergsoniani, volontaristi, pragmatisti, spiritualisti”, si aggiungerà l’ingiuria più sanguinosa di “futuristi marinettiani”!».

Si parva licet vorrei mettermi nel mucchio insieme al fondatore del Partito Comunista d’Italia.


Caro Fulvio,

sì, pensavo che mi avresti risposto suppergiù così. Ma io non ricerco la torre d'avorio del perfezionismo. Non mi farebbe paura nessuna alleanza: figurati, Lenin difendeva persino il ruolo oggettivamente antimperialista del "reazionario sultano dell'Afghanistan".
Il problema non è fare i puri o no (ché la risposta sarebbe, ovviamente, "No"). Il problema, per me, è che non vedo nessuna forza politica o sociale che in questo momento possa essere anche minimamente assertiva e usare alleanze. Vedo solo la possibilità di essere usati.
Se Lenin diceva che bisognava sostenere Kerensky come la corda sostiene l'impiccato, io purtroppo non vedo nessuna corda in giro, se non quella al nostro collo.
Ho ben visto questa rincorsa al ricompattamento antiberlusconiano a cosa porta. Ho visto le alleanze che portano i compagni della "sinistra radicale" un giorno a manifestare contro il massacro di Gaza e un altro giorno in piazza con la Santanché contro "il regime terrorista di Teheran"; un giorno in piazza contro le guerre di Bush e un altro giorno in piazza tutti insieme contro "il dittatore Gheddafi", un giorno palpitare per la nostra Costituzione e il giorno dopo cercare l’alleanza con chi ne ha fatto per primo apertamente carta da cesso (D’Alema e compagni) per poi magari stracciarsi le vesti perché il giustizialista Travaglio è rimasto ai margini del teatrino mediatico (e forse è meglio così, perché quando non è ai margini riesce a sostenere i massacri di Gaza e il suo "Fatto quotidiano" afferma, è il caso proprio dell'altro giorno, che "l'Europa sta perdendo la guerra dei gasdotti", per il semplice motivo che non la sta vincendo l'America).
Dopo decenni e decenni di militanza so bene che bisogna stare dove "stanno le masse". Ma dove stanno adesso? Siamo sicuri che staranno più al No Berlusconi Day che non al raduno di Pontida?
Sicuri che le masse non abbiano già visto che i posteriori di quelli che sventolavano la bisaccia del mendicante e che esse seguivano erano ornati dei vecchi blasoni feudali, come diceva Marx della sinistra dell'epoca sua?
Lo so che è disperante non poter andare in piazza per togliersi di dosso, con una vera azione di massa, questo governo e le sue politiche populiste, xenofobe, razziste, opportuniste, volgarmente presuntuose e arroganti (e dato che sono un metalmeccanico in mobilità e ho subito il razzismo fin dentro la mia famiglia, so bene di cosa sto parlando).
Ma non vorrei disperarmi di più come è succeso dopo che avevo votato per il dannato governo Prodi II, dopo che avevo votato per le Menaguerre, per i parolai populisti ("Anche i ricchi piangono"!) e per questa sinistra embedded fino al collo nell'imperialismo americano.
Non fu un incidente di percorso da parte della sinistra: fu la continuazione, anche se ormai raffazzonata e litigiosa, di una scelta politica latente (a partire almeno da Berlinguer sotto l'ombrello protettivo della NATO) e maturata con la Bolognina.

Mi chiederai: ma allora tu cosa proponi di fare?
Non lo so mica tanto, caro Fulvio.
Mi sento più tranquillo quando denuncio e scendo in piazza contro il golpe in Honduras (benché fossimo quattro gatti - incidentalmente: non mi è passato per la testa di fare il purista anche se c'erano delle forze politiche alle quali tirare le orecchie).
Mi sento più tranquillo quando mi mobilito contro la repressione dei contadini nel Bengala Occidentale attuata dal governo del Fronte delle Sinistre con a capo il Partito Comunista Indiano (Marxista) o quando denuncio la cosiddetta "Operation Green Hunt" contro, questo è il motivo ufficiale, la guerriglia maoista in India.
Sarà perché lì, come dici tu, la lotta di classe è più palpabile. Sarà perché ho le idee poco chiare qui in Italia, ma mi sento molto meno tranquillo a prendere certe decisioni di mobilitazione nel nostro Paese, dove non vedo attualmente nemmeno un piccolo nucleo da cui partire con la possibilità di potersi fare carico di compromessi senza cadere nella compromissione.

Un carissimo saluto.

Piero

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Va benissimo se pubblichi il mio pezzo e la tua risposta. Ti pregherei anche di pubblicare poi di seguito questa mia di sopra e, se credi, una tua ulteriore "contromossa".
Dato che, come ti ho detto, non ho nessuna verità in tasca e mi muovo solo a fiuto (Palestina, Honduras, America bolivariana, India, qualche macro-mossa geopolitica tipo gasdotti - anche perché me ne sono occupato in "Alla conquista del cuore della Terra" che pubblicai all'indomani dell'attacco all'Iraq con Punto Rosso di Milano, se ne trovo una copia te lo regalo, Iran, ecc...), posso solo dire "Che mille fiori fioriscano, che cento scuole contendano".

Fammi sapere quando hai finito l'editing del documentario, perché vorrei farne pubblicità al meglio delle mie possibilità.

Ancora un caro saluto.

Piero

domenica 15 novembre 2009

DOMANDE SUL SIONISMO, O MENAR IL CAN PER L'AIA?




Fama di loro il mondo esser non lassa, misericordia e giustizia li sdegna, non ragioniam di lor, ma guarda e passa.
(Dante Alighieri)
I civilizzati hanno creato i miserabili freddamente e deliberatamente, e non intendono cambiare lo status quo; sono i responsabili di massacri e schiavismi, scagliano bombe su bambini indifesi quando e dove decidono che i loro "interessi vitali" sono minacciati. Come niente torturano persone fino alla morte. Questa gente non va presa sul serio quando ci parla di "santità della vita umana", del "mondo civilizzato", di olocausto, terrorismo, autodifesa.
(James Baldwin)

Inserisco nel blog un lista di dieci domande sul sionismo che stanno circolando in rete in vista di un convegno a Roma, nel quale dovrebbero essere dibattute. Parrebbero domande tautologiche, se si considera che non sono rivolte al governo o a esponenti culturali israeliani o ebrei (che del resto se ne stroppiccerebbero), bensì a un pubblico che si presume di conoscitori e critici del sionismo. In una congiuntura in cui il rullo compressore israeliano e della lobby sta procedendo sulla base di gigantesche mistificazioni propagandistiche e storiche, mi pare che altre sarebbero le domande da porre a chi si muove nella nebbia di queste mistificazioni. Questo non vuole significare che un qualsiasi convegno di buone intenzioni sulla minaccia sionista e sulla situazione palestinese non sia il benvenuto. Però, forse, bisogna mirare a bersagli più concreti e operativi. Le occasioni perdute "stanno come d'autunno sugli alberi le foglie".
Sono dieci domande fumose, astratte, intellettualistiche, perlopiù retoriche e quindi inefficaci, a volte anche un po' infantili, che non forniscono strumenti di chiarificazione e quindi di mobilitazione. Si tratta di domande e, quindi, di risposte scontate e ovvie, vuoi da parte dei sionisti, vuoi da parte degli antisionisti.

Ad andare più a fondo e sull'essenziale dell'attualità si potevano porre domande circa le questioni che costituiscono i pilastri della propaganda e della geopolitica israeliana, a partire dall'11 settembre e dal suo retroterra neocon-sionista: la guerra al terrorismo islamico, la funzione e la realtà effettiva di un "antisemitismo" sparato a 360 gradi, la penetrazione e influenza della lobby sugli assetti mondiali del potere politico, economico, culturale, il compito assegnato a Israele da poteri occulti (Bilderberg, Trilateral, massoneria, mafia) e manifesti (Usa, Nato) nel quadro mediorientale e mondiale, la funzione di Israele e del Mossad a sostegno di tutte le dittature e di tutti gli estremismi di destra in vari continenti (per quale disegno strategico?), a partire dall'America Latina (esperti israeliani addestrano squadroni della morte, insegnano assassinii mirati, dirigono la repressione, ora anche in Honduras); la questione dello Stato etnico, o meglio confessionale, nella prospettiva della modernità pluralista, laica, democratica, la nascita del nazionalismo ebraico ai primi dell'800 dopo secoli di "inconsapevolezza" di un elemento "nazionale" e suoi obiettivi, l'invenzione del "ritorno" sullo sfondo delle disparate origini etniche e regionali non palestinesi degli ebrei (i kazari), fondata sulla menzogna storica dell'"esilio"; l'utilizzazione e oscena strumentalizzazione dell'olocausto a copertura di olocausti perpetrati in Palestina direttamente e a supporto di olacusti in altre parti del mondo, la realtà della dissidenza israeliana antisionista, la questione della libertà nella ricerca storica consentita ovunque, ma non agli studiosi dell'olocausto "eterodossi", la questione del nemico permanente necessario a compattare e fascistizzare la società (oggi Hamas e l'Iran), la funzione dell'armamento nucleare israeliano... eccetera, eccetera...
Sono questi temi che vanno sollevati per arrivare a "una pace giusta in Medio Oriente". Guai a scordarsi la dimensione mondiale del sionismo e il suo ruolo nel quadro dell'internazionale imperialista, fondamentalista, planeticida. Israele, il sionismo, sparano a noi, alla vita, all'umanità. Se si resta appesi al concetto di solidarietà e non ci si vede e ritrova tutti in una stessa barca, si lavora essenzialmente per la propria soddisfazione e si incide poco sulla realtà.
Questo mi ha detto una compagna honduregna del Fronte di Resistenza contro il colpo di Stato.

Fulvio.



----- Original Message -----
From: marta turilli
To: undisclosed recipients:
Sent: Friday, November 06, 2009 4:06 PM
Subject: Roma: CONVEGNO 10 DOMANDE SUL SIONISMO


Roma, 28-29 novembre
Quali sono gli ostacoli per una pace giusta in Medio Oriente?

Dieci domande sul sionismo

Convegno (Centro Congressi “Cavour”, via Cavour 50/A, Roma)


Le risposte alle dieci domande e la discussione che ne deriveranno potranno offrire una sintesi più avanzata possibile sulla natura di un progetto ideologico, storico, politico e statuale segnato profondamente dal colonialismo e dalla discriminazione. I temi del primo incontro del 28-29 novembre che si cercherà di far sviluppare ai vari relatori ed ospiti vengono qui formulati sotto forma di domande per facilitare la discussione.



Dieci domande sul sionismo



1) Il sionismo nasce nell’Europa dell’espansione colonialista del secondo Ottocento. Quanto si sono influenzati e integrati reciprocamente il progetto sionista e quello colonialista europeo?

2) Il sionismo era l’unica opzione politica disponibile per i cittadini di origine ebraica in Europa? Oppure la lotta contro la discriminazione, le persecuzioni e i pregiudizi antiebraici aveva altri sbocchi politici ma di segno anticolonialista?

3) Quali sono state le conseguenze in Palestina del “sionismo reale” cioè di un progetto ideologico che “si è fatto Stato” con la nascita di Israele?

4) Come mai il sionismo riesce a funzionare ancora oggi da attrazione per le èlite dei paesi europei e degli Stati Uniti? Quanto ha influito sulla rinascita di un progetto e una cultura neocolonialista verso i paesi in via di sviluppo in questi anni?

5) Qual è l’influenza del sionismo reale nel dibattito, nella cultura politica e nelle scelte strategiche dei paesi dell’Europa, dell’Africa, dell’America Latina e degli Stati Uniti?

6) E’ storicamente, politicamente e scientificamente accettabile l’equiparazione tra antisionismo e antiebraismo che viene ripetutamente riaffermata dalle massime autorità istituzionali italiane?

7) Il governo italiano è “il migliore alleato di Israele in Europa”. L’esperienza del partito Kadima ha molti ammiratori nei partiti italiani. Tsahal ha molti sostenitori politici ed economici. La cultura sionista ha molti estimatori tra artisti e scrittori del nostro paese. Esiste il rischio di una sua egemonia nella vita politica e culturale italiana?

8) Il revisionismo storico, praticato a piene mani anche nel nostro paese, non è l’altra faccia del negazionismo messo all’indice dalla comunità intellettuale? Può esistere un unico monopolio dell’orrore e della memoria?

9) Il boicottaggio accademico verso Israele invocato da docenti universitari e sindacati di altri paesi europei, può essere ritenuto e praticato come una normale forma di pressione internazionale sulla politica di uno Stato?

10) Il progetto di uno Stato Unico per ebrei e palestinesi è da ritenersi una minaccia o una soluzione possibile per la pace in Medio Oriente?

A queste domande invitiamo a rispondere studiosi, giornalisti e attivisti italiani, palestinesi e israeliani.
IMPORTANTE:
Per partecipare al convegno è necessario iscriversi entro il 24 novembre inviando
una mail con nome, cognome, città, associazione di appartenenza a: convegnosionismo@hotmail.it
Il Forum Palestina

giovedì 12 novembre 2009

YOANI SANCHEZ, PESCI PILOTA E PESCI BOCCALONI


Non temere il nemico, il tuo nemico ti può prendere solo la vita. Molto meglio temere i media, poichè ti rubano l'onore. Quell'orribile potere, l'opinione pubblica, è creata da un'orda di sempliciotti ignoranti e protervi che fallirono come sarti o ciabattini e intrapresero il giornalismo sulla strada verso l'ospizio.
(Mark Twain)
La stampa è talmente potente nel creare immagini da far apparire vittima un criminale e criminale la vittima. E' la stampa, una stampa irresponsabile. Sei non stai attento, i giornali ti faranno odiare gli oppressi e amare coloro che opprimono.
(Malcolm X)
Riproduco, a far seguito al mio recente post "Provocazioni e chi ci sguazza", il documento in calce per rischiarare le nebbie che ottundono le menti dei boccaloni della "libera stampa" occidentale (più altri due sagaci commenti al nuovo capitolo dell'offensiva obamiana contro l'America Latina). Ovviamente non è italiana la fonte di questa accuratissima ricerca sulla "rivoluzionaria colorata" cubana Yoani Sanchez, blogger libera da controlli e censure come nessun internettista delle nostre parti, recente vittima di un " lungo e feroce pestaggio da parte di tre energumeni maestri di karate" che, più abili degli espertissimi secondini o caramba italiani, non le hanno lasciato nè un graffio, nè un ecchimosi, nè un'unghia rotta. Nè un testimone tra le decine che affollavano la strada del trafficatissimo Vedado all'Avana. Neanche a pagarlo. Le precisazioni tecniche fornite da questo documento integrano le considerazioni politiche e giornalistiche che chiunque può agevolmente, addirittura istintivamente, fare purchè non appartenga nè alla categoria dei pesci pilota dell'imperialismo, nè a quella dei pesci-grullo che si fanno agganciare da qualsiasi fetido verme fattogli pencolare sul muso.Con questa superattrezzata e superpagata "blogger della libertà" siamo alla stessa faciloneria con cui si sono allestite le frodi estorsive e abbindolanti delle rivoluzioni colorate o di velluto. Truffe di un'evidenza solare, appena il più orecchiuto dei somari collodiani si tolga la mordacchia e i paraocchi in cui l'ha incastrato l'omino di burro.Turlupinatura di livello goliardico che può passare sulle nostre sinapsi come un rullo compressore solo perchè quelle sinapsi gliele abbiamo distese davanti con una disponibilità che nemmeno le brave passeggiatrici di Tor di Quinto.


Un mio bravissimo interlocutore sostiene sull'Iran, facendo torto alla sua provata perspicacia, quanto Bertolaso sostiene sulla non preventività del terremoto dell'Aquila. Dice che le "rivoluzioni colorate" si verificano solo contro regimi già zoppicanti e che quindi quella di Tehran non lo era. Impreciso, il mio amico: e quelle tentate contro Chavez nel 2002, contro il boliviano Morales nel 2007 e di nuovo oggi con la sedizione di settori indigeni reazionari (anche in Ecuador e Venezuela), contro la Cina in Tibet o Xinjiang, contro il potere in Birmania, o contro il governo libanese nel 2006-2007 che, semmai, rafforzarono governi già assai forti e stabili? Parla anche di milionate in piazza a Tehran, con sopra una massa di proletari sotto solo un sottile strato di panna borghese, e qui, cieco all'evidenza anche delle riprese tv imperiali, trangugia inconsapevolmente, ma colpevolmente, i beveroni tossici dell'informazione minzolian-sansonettiana. Cita anche i "comunisti" persiani, a sostegno del suo avallo al complotto Cia-Mossad contro il concorrente iraniano. Come se i partiti comunisti nel Sud del mondo fossero mai stati attendibili e affidabili. Pensate al PC iracheno, ieri nemico delle nazionalizzazioni di Saddam, poi colluso con Khomeini che per conto Usa assaltava il laico e socialista Iraq, infine al potere con la marmaglia criminale installata dall'occupante. Pensate al PC boliviano, che pugnala alle spalle il Che nel momento in cui la sua rivoluzione stava intravedendo esiti promettenti. Pensate al PC egiziano che non voleva la nazionalizzazione del Canale di Suez, pensate al nostro di PC di cui oggi Ochetto (lo scrivo apposta con una c) vanta la svolta della Bolognina che poi non era altro che il compimento fisiologico di una degenerazione iniziata con la morte di Gramsci e lanciata nel 1944, Salerno, nel 1947, mancata defascistizzazione, nel '68, repressione e controrivoluzione, sui binari della coesistenza pacifica interna ed esterna con le metastasi capitaliste dell'umanità.

Sto divagando. Fermiamoci a Yoani Sanchez, l'ennesima fetecchia infilata dalla Cia e dal Mossad tra le chiappe disponibili dei dirittiumanisti, febbre suina dell'umanità.



LA SIGNORA SANCHEZ DA CHI E' SPONSORIZZATA ??? >>>

fonte ::: http://www.resistenze.org/sito/te/po/cu/pocu9h21-005452.htm

Da Rebelion - www.rebelion.org/noticia.php?id=90093

Traduzione dallo spagnolo per www.resistenze.org a cura di F.R. del Centro di Cultura e Documentazione Popolare <<< """Se i blog sono terapeutici, chi paga la terapia di Yoani Sánchez?""" di Norelys Morales Aguilera -La Polilla Cubana <<<>>>

Alcuni bloggers d’esperienza dicono che i blog hanno delle virtù terapeutiche. Per Yoani Sánchez la terapia adatta alla sua frustrazione è stata un abile prodotto di comunicazione che soddisfa destroidi, controrivoluzionari e anticubani di ogni sorta.

Troppi sospetti si affacciano allorché si analizza “Generazione Y” e la sua autrice.

Fra milioni di blog esistenti in Internet, di qualunque tematica, non sembra casuale che proprio “Generazione Y” sia stato scelto dal Grupo PRISA e che l’opinione di questa signora sia stata elevata al rango di “voce autorizzata” nel quotidiano El País per vomitare ingiurie su Cuba. E mettendo da parte altri arrivisti che pure si sentono “meritevoli” in tal senso.

Yoani ha i requisiti richiesti per la cyber-dissidenza: essere una specie di “impiegata virtuale”, essere sul posto e subire “repressione e censura” (sebbene le permettano di concedere interviste a destra e a manca), di non essere mai interrotta, come ha potuto constatare la stampa straniera all’Avana, e fare inchieste come lei stessa ha spiegato... Tipico della “raffinata repressione” di cui è vittima la poverina.

Fra le denunce raccolte, come quelle dei colleghi cubani M. H. Lagarde e Rosa Miriam Elizalde, vengono spontanee alcune, ovvie, domande.

1) Per quale motivo il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti ha dato l’ordine - ordine eseguito - di far sparire più di 80 siti Internet legati a Cuba perché “fomentavano il commercio” e “violavano le leggi nordamericane”, e non si è accorto del travaso di denaro proprio attraverso Internet verso il sito di Yoani?

In “Generazione Y” appare in evidenza un link per comprare il libro di Yoani in italiano, “Cuba libre”. Lo può fare chiunque tramite PayPal, ma non un cubano che vive a Cuba, perché contravviene le regole dell’embargo, dove la normativa che proibisce il commercio elettronico è molto precisa.

Molti giornalisti rimasti senza lavoro vorrebbero “avere l’abilità” di usare le loro capacità con un servizio di pagamento gateway o elettronico per l’invio di denaro mediante carta di credito. In ogni caso Yoani, a scanso di equivoci, ha il suo bel Copyright © 2009 Generazione Y (All Rights Reserved). Una cosa che nessun cubano può fare nemmeno da Cuba.

2) Chi ha fornito il supporto tecnico del blog? Chi si occupa di mantenerlo in attività?

Quanto costa il servizio di personalizzazione di questo software? Si tratta di un supporto tecnico esclusivo, disegnato da un esperto, il cui salario non lo paga certo Yoani dividendo i suoi guadagni. Il suo “patriottismo”non arriva fino a qui, anche se di denaro ne ha. Dai dati del dominio che appaiono su Internet del portale Desde Cuba, quello che ospita il blog di Yoani, usa il sistema Joomla. E’ un complesso sistema di gestione di portali dinamici e di contenuti, i cui moduli possono essere abilitati solo da avanzate conoscenze informatiche. E non è il caso di questa signora.

Se “Generazione Y” può sembrare un blog semplice sul piano grafico, l’occhio del blogger coglie subito che non si tratta di un blog comune sul piano dei requisiti tecnici. Ha versioni in 18 lingue diverse (non un semplice traduttore per blogger), un alto traffico, con centinaia di commenti in ogni post, risorse per la pubblicità su Internet e per immagazzinare la memoria a lungo. Tutto ciò si può mantenere solo grazie a una forte sovvenzione. Soltanto per il traffico che provoca questa pagina e i GB di commenti immagazzinati, oltre ai servizi di amministrazione, “Generazione Y” richiede denaro, specie se i suoi server sono in Europa. E non sono gratis!

3) Chi è Josef Biechele, il vecchio amico di Yoani che “disinteressatamente” anni fa ha portato il server Desde Cuba all’estero?

Lui sì, che deve sapere come si sovvenziona questo portale, alloggiato in un server dell’azienda Cronos AG Regensburg, una succursale dell’azienda Strato in Germania.

Se si visita la pagina di questo provider in Internet all’indirizzo http://www.cronon-isp.net/index.html si noterà che un utente comune, in questo caso un blogger, non potrebbe essere fra i suoi clienti. Non appare pubblicato né il menù, né la lista dei prezzi, e nemmeno i termini e le caratteristiche dei servizi. Perché c’è scritto che bisogna scrivere a questa compagnia: “Professional IT-Services” e domandare direttamente quanto costerebbe affittare un sito? Allora significa che il servizio viene attivato tramite contrattazione diretta, non si pubblicizza.

Sembrerebbe che Cronon AG non abbia interesse al marketing e confidi nel fatto che i suoi probabili clienti contattino l’azienda tramite Internet o arrivino tramite raccomandazioni. Un fatto insolito o molto esclusivo nel mercato delle telecomunicazioni, che getta dei sospetti sulla lista dei suoi clienti.

4) Chi paga ciò di cui Cronon AG rende noto sulle caratteristiche dei suoi server in Germania? Così esposte:

- Superficie totale di più di 3500 m2 (spazio di esposizione netto) diviso in sei abitazioni
- Ampiezza di banda: Connessioni esterne 2 x 20 Gbit/s per la colonna vertebrale di Freenet, 1 x 10 Gbit/s per il DE-CIX Frankfurt, le connessioni più piccole in quest’ ampiezza di banda sono fino a 155 Mbit
- 1 GBit per il trasporto d’entrata e uscita
- Acceso / Sistema elettrico 48 e 230 volt in tutti gli ambiti. Multipli UPS ridondanti (per parcella ognuno da 230 e 48 volt)
- Energia elettrica d’emergenza: 4 x motori diesel e diesel 2 di Riserva. Un megavatt di potenza (6 Megavatt totali)
- 45.000 litri di gasolio in magazzino, continuamente preriscaldato, ora d’inizio: 40 secondi
- 6 stazioni proprie con un trasformatore di un 1 megawatt
- Controllo d’accesso:24/7 sicurezza; Lettore di carte - Anticipo - Vigilanza CCTV – Registrazione scritta

Dice anche che può disporre di “Connessioni esterne”:2 x 20 Gbit / s”. In altri termini: non è un provider qualunque.

Pur dando per scontato che “il primo mondo ne è pieno”, la realtà di Cuba (grazie a quell’embargo che Yoani si guarda bene dal criticare) è che il sito che ospita il blog “Generazione Y” ha 60 volte l’ampiezza di banda di cui dispone tutta Cuba, per tutti i suoi utenti Internet!

5) Tramite chi si è potuto registrare il dominio del blog di Yoani?

Tramite GoDaddy, la compagnia preferita per registrare il sito che il Pentagono usa per la cyber-guerra. GoDaddy è il modo più anonimo e sicuro di comprare un dominio negli USA, lo afferma questa stessa azienda. Comprare! Quindi non c’entra per niente l’astuzia di qualche ragazzo ribelle come invece si cerca di far credere nel suo marketing politico e pubblicitario.

Perché si da per scontato che l’anonimato sia innocente e Yoani tanto audace? Perché usare la stessa strategia del Pentagono? Casualità? Come fa la “Super Yoani” a impedire che GoDaddy non le chiuda il dominio, come è successo con decine di siti che promuovevano eventi culturali e viaggi a Cuba? Perché nessuno parla delle restrizioni che pesano su Cuba - e continuano a pesare con Obama - sul commercio elettronico grazie all’embargo?

6) Il blog di Yoani curiosamente è stato il primo a fornire informazioni tramite Internet con fini sovversivi tramite Granpa, all’indirizzo: http://www.granpa.info. Non si sono nemmeno preoccupati di mascherare il legame con i suoi padrini che hanno usato le stesse righe del registro e ubicazione dei server in Europa usata dal blog “Generazione Y”.

Il dominio di Granpa è stato creato il 9 giugno 2009, proprietari anonimi. Il suo server si trova a Copenaghen, Danimarca. Il proprietario del conto corrente che ha pagato il dominio ha registrato un indirizzo della carta di credito nel paradiso fiscale di Gran Caiman, secondo i registri pubblici che compaiono in Internet. L’indirizzo IP in cui si trova questo sito è 82.103.135.163, che appartiene a ISP Easyspeedy Networks.

Granpa è un servizio esclusivo per Cuba, con la caratteristica che chiunque può registrare un numero di telefono dell’Isola senza avere avuto l’autorizzazione del proprietario del telefono. Chi possiede un cellulare a Cuba non riceve un codice di accesso per verificare che desideri davvero ricevere i titoli quotidiani selezionati fra i tre giornali di più rabbiosa filiazione anticubana: New Herald di Miami, Cubaencuentro e Penúltimos Días, spagnoli.

Si intende che questo servizio può inviare messaggi senza che il proprietario li abbia richiesti, in violazione delle regole che proteggono la privacy degli internauti e delle regole contro l’immondizia digitale. Come si sa, le tariffe internazionali di messaggeria per cellulare si pagano.

Nel sito di Vodafone, provider di servizi di telecomunicazione in Spagna, si può vedere che il prezzo di questo servizio di messaggeria verso altri paesi d’Europa e all’estero oscilla fra 1,16 e 2,50 euro per messaggio. Si verifichi all’indirizzo: http://www.cronon-isp.net/index.html
Quindi, quanto costano, e chi finanzia l’invio massiccio di questi sms a Cuba dall’Europa?

7) Quanti blogger hanno il Grupo PRISA spagnolo come agenzia? Perché Prisa, che si dice sia in grave crisi finanziaria, ha potuto comprare Noticias 24 - il sito più aggressivo del web contro il governo venezuelano - ed ha pagato a Yoani un premio di 15.000 euro? Nientemeno che il premio Ortega y Gasset, tradizionalmente conferito a personalità letterarie, di lunga esperienza e attività?

Com’è possibile che la casa editrice italiana Rizzoli paghi 50.000 euro a una “scrittrice” sconosciuta?
Quel denaro non lo ha mai ricevuto nessun’altra figura indiscutibile della letteratura cubana.
Alla lista si aggiungono circa 100 premi, tra cui la recente menzione al María Moors Cabot, dell’Università nordamericana di Columbia.

Non voglio accusare Yoani di essere una mercenaria. No, è lei che si accusa da sola! Le hanno creato un’immagine fittizia, al punto di arrivare a definirsi una rivoluzionaria, ma frustrata e tanto “afflitta” da curarsi con la terapia del blog, che paga qualcuno per i suoi “sacrifici alla patria” (ma il denaro non ha Patria).

A fronte di tutto ciò non viene da pensare a un sofisticato marketing contro Cuba? Il suo blog potrebbe disporre della visibilità raggiunta senza un finanziamento di grosso calibro mascherato con i premi?

Yoani non parla al cittadino comune dell’isola, le fa piacere crederlo e approfittare del fatto che se non viene letta è opera della “repressione”. Però sa portare bene l’acqua al suo mulino. Ricordate come ha preso le distanze dalla fogna della blogosfera cyber-dissidente? Come a dire: “I soldini solo per me”. E certo anche per suo marito, lo scrivano.

Così, prosegue a messaggiare secondo i principi della cyber-guerra del Pentagono per un “pubblico esterno”, con degli interessi che non possiamo pensare che ignori, come quello che finanzia la terapia delle sue frustrazioni.

Fonte: http://norelysblog.blogcip.cu/2009/08/11/si-los-blogs-son-terapeuticos-%c2%bfquien-paga-la-terapia-de-yoani-sanchez/



Yoani Sanchez coi lividi al culo (ci prende tutti per il culo) >>>
Lettera di Alessandro Belmonte - 11 novembre 2009, ---
In questi giorni ha trovato molto spazio sui quotidiani italiani la notizia del presunto pestaggio ad opera della polizia cubana della blogger Yoani Sanchez.
Il tutto parte da un articolo della stessa Sanchez sul proprio blog, Generazione Y, in cui racconta, in modo alquanto fantasioso la presunta aggressione che lei ed i suoi amici avrebbero subito
Cito testualmente: "(...)ci hanno riempito di botte e spintoni, mi hanno caricato con la testa verso il basso e hanno tentato di infilarmi nell'auto. Ho afferrato la porta, ricevendo colpi sulle mani, sono riuscita a togliere un foglio che uno di loro portava in tasca e me lo sono messo in bocca. Mi sono presa un'altra scarica di botte perché restituissi il documento. Orlando era già dentro l'auto, immobilizzato da una mossa di karate che lo faceva stare con la testa verso il pavimento. Uno ha messo le sue ginocchia sul mio petto e l'altro, dal sedile anteriore mi colpiva nella zona dei reni e sulla testa per farmi aprire la bocca e liberare il documento. Per un istante, ho temuto che non sarei più uscita da quell'auto. "Sei arrivata fino a qui, Yoani", "Adesso la finirai di fare pagliacciate", ha detto quello che era seduto accanto all'autista e che mi tirava i capelli (...)".Da notare che la stessa afferma di essere stata "riempita di botte" e di avere ricevuto "colpi sulla testa e sulle mani". Sarà utile in seguito.Ancora più fantasiosa la presunta fuga dai "terribili poliziotti" inviati dal regime per farla tacere per sempre: "(...) In un gesto di disperazione sono riuscita ad afferrare, dai pantaloni, i testicoli di questo personaggio. Ho affondato le mie unghie, supponendo che lui avrebbe continuato a schiacciare il mio petto fino all'ultimo respiro. "Uccidimi adesso", gli ho gridato, con il fiato che mi restava, ma quello che stava nei sedili anteriori ha detto al più giovane: "Lasciala respirare" (...)".
Innanzitutto non si comprende come sia conciliabile la presunta mancanza di libertà di espressione che la Sachez denuncia con il fatto che essa possa liberamente gestire un blog apertamente anti-castristra proprio da Cuba. Tra l'altro, sempre da Cuba, la stessa ha rilasciato proprio in questi giorni un'intervista al corrispondente della Bbc Fernando Ravsberg che, trovandola in perfette condizioni di salute (la foto dell'articolo è quella fatta dalla Bbc), giustamente le chiede come mai non abbia mostrato nessuna foto dei lividi causati dalle percosse che sostiene di aver ricevuto (nel post sul suo blog è inserito un video in cui vi sono una decina di ragazzi con dei cartelli e nessun pestaggio, nemmeno l'ombra della polizia).
Tutta da leggere la risposta: "Ho diverse contusioni, in particolare sui glutei, purtroppo non posso mostrarli. Per tutto il weekend ho avuto gli zigomi e il sopracciglio gonfi. E soprattutto ho avuto molto mal di schiena. Ho perso molti capelli però avendo una capigliatura molto folta non si nota".
La mia domanda finale è: i lividi sono realmente sul culo, oppure è lei che vorrebbe prenderci tutti per il culo?




Yoani Maria Sánchez Cordera : quello che i giornali nascondono su di lei <<<>