giovedì 15 aprile 2010

CANZONE PER UN 25 APRILE









Qualunque cosa tu faccia, ti richiede coraggio. Qualsiasi cammino intraprendi, ci sarà sempe qualcuno a dirti che stai sbagliando. Vi sono sempre difficoltà che sorgono e ti vorrebbero far credere che i tuoi critici hanno ragione. Definire un corso d'azione e seguirlo richiede lo stesso coraggio di cui ha bisogno il soldato. La pace conosce vittorie, ma ci vogliono uomini e donne coraggiosi per conquistarla.
(Ralph Waldo Emerson)
Alcune cose devi sempre rifiutare di sopportare. Alcune cose devi mai cessare di non sopportarle.Ingiustizia e oltraggio, disonore e vergogna. Non importa quanto giovane o quanto vecchio sei. Non per privilegi, nè denaro, la tua foto nei giornali, o soldi in banca. Devi rifiutare di sopportarli.
(William Faulkner)
Sto fuori Italia per qualche giorno. Anticipo il mio omaggio al 25 aprile.
Circola da qualche settimana in rete questo scritto di Elsa Morante,
Autrice de La Storia, L'Isola di Arturo, ecc.

"Il capo del Governo si macchiò ripetutamente durante la sua carriera
di delitti che, al cospetto di un popolo onesto, gli avrebbero meritato
la condanna, la vergogna e la privazione di ogni autorità di governo.
Perché il popolo tollerò e addirittura applaudì questi crimini? Una
parte per insensibilità morale, una parte per astuzia, una parte per interesse
e tornaconto personale. La maggioranza si rendeva naturalmente conto
delle sue attività criminali, ma preferiva dare il suo voto al forte
piuttosto che al giusto. Purtroppo il popolo italiano, se deve
scegliere tra il dovere e il tornaconto, pur conoscendo quale sarebbe il suo
dovere, sceglie sempre il tornaconto. Così un uomo mediocre, grossolano, di eloquenza
volgare ma di facile effetto, è un perfetto esemplare dei suoi contemporanei. Presso un
popolo onesto, sarebbe stato tutt'al più il leader di un partito di
modesto seguito, un personaggio un po' ridicolo per le sue maniere, i suoi
atteggiamenti, le sue manie di grandezza, offensivo per il buon senso
della gente e causa del suo stile enfatico e impudico. In Italia è
diventato il capo del governo. Ed è difficile trovare un più
completo esempio italiano. Ammiratore della forza, venale, corruttibile e corrotto,
cattolico senza credere in Dio, presuntuoso, vanitoso, fintamente bonario,
buon padre di famiglia ma con numerose amanti, si serve di coloro che disprezza,
si circonda di disonesti, di bugiardi, di inetti, di profittatori; mimo
abile, e tale da fare effetto su un pubblico volgare, ma, come ogni mimo,
senza un proprio carattere, si immagina sempre di essere il personaggio che
vuole rappresentare
."
(Elsa Morante)

Fatta la tara alla sciocchezza disfattista dell'identificazione dello spregevole soggetto con tutto il "popolo italiano", roba che viene ancora oggi gufata a sinistra a mo' di foglia di fico sulle proprie vergogne, immediata e ovvia sorge la sovrapposizione del Mussolini descritto da Elsa Morante, anni prima della nostra era dello sconforto, con il guitto mannaro che ci troviamo sul groppone oggi. E mi ricordo come il direttore di Liberazione, Sandro Curzi, buonanima di "compagno comodo", derise e rampognò il mio termine di "regime" in un articolo scritto in pieno secondo bordello governativo Berlusconi "Esagerato! Allarmista!" Qualche anno prima, al TG3 ricevetti analogo biasimo dal direttore, allora Andrea Giubilo, per aver definito il noto Pacini Battaglia, plurinquisito nell'epigonale Mani Pulite e in lega con personaggi di cui denunciai le malefatte nei traffici e nascondimento di rifiuti a La Spezia. Disse: "Ma se al massimo è un traffichino". Convergenze parallele tra "sinistra" e "destra": far passare le travi nell'occhio, proprio o altrui, per spine.

Se l'accostamento scaturito dal bel ritratto di Morante è convincente, ritengo che sia tuttavia inadeguato e riduttivo. Concordo, l'ho già detto un'altra volta, con Asor Rosa quando dichiara la berlusconeria peggio del fascismo. Per infingardaggine, mendacità ontologica, corruzione escatologica, perversione epistemologica, capacità di introdurre nel buonsenso generale una depravazione etica e sociale totalitaria, egoismo paranoico, obliterazione del pubblico da parte del privato predone e mafioso, criminalità organizzata direttamente al potere, integralismo religioso di stampo medievale, e mille altre nefandezze che il creatore dello Stato corporativo fascista, in tutte le sue turpitudini, neanche si sognava.

A questo proposito, anche per non essere frainteso, riporto qui sotto una mia "composizione" di anni fa. E' stato l'unico disco che ho mai fatto incidere (Edizioni Circoli d'Ottobre), pur avendo invaso le ugole degli anni''68-'77 con una pletora di canzoni e canzonacce. E' niente di che, è solo una canzonetta. Ma quella e le altre le cantavamo nelle piazze di tutto un paese in movimento sussultorio. Bastava ci fosse una chitarra. Allora, come in tutte le situazioni rivoluzionarie, vedi Irlanda, vedi Cuba, vedi Honduras, vedi Palestina, la musica nasceva dal basso. Giorno per giorno. Oggi la musica la si ascolta. Magari chiudendosi al mondo con gli auricolari nelle orecchie. Invece penso che quella vecchia canzone dovrebbe sfondare gli auricolari anche oggi. Proprio oggi.

Aggiungo poi una poesia che chiude la recente commovente raccolta di Geraldina Colotti "La guardia è stanca". Si può discutere sulla qualità del lavoro (a me c'è che mi è piaciuto, e c'è che non), ma può essere interessante percepire la differenza tra chi ha fatto altri percorsi, meno a rischio di contaminazione e non ha zavorre con cui confrontarsi, e chi proviene da un'esperienza sconfitta, magari generosa, ma sbagliata e non riconosciuta tale che, proprio per questo limite, vede quelle pagine sfogliate da un'aria di stanchezza (vedi il titolo), desolazione, profondissima amarezza, nell'ultimo verso addirittura rassegnazione. A mio avviso, accertato che le palle di neve (vedi la poesia) non contengano sostanze tossiche, le si possono anche usare oltrechè per impastare omini con la carota, per accecare chi ci vuole colpire.
Comunque è meglio di primavera: c'è roba più dura in giro.

A chiusura riporto un'importante presa di posizione di un attivista di Amnesty International nei confronti della sua associazione. Cose analoghe si sarebbero potute rinfacciare a Amnesty in molte altre occasioni di parzialità nefasta. Quando ero a Baghdad nell'aprile 2003 e le armate barbare dell'invasore venivano affrontate, oltrechè da un esercito in condizioni pietose dopo 12 anni di embargo totale, da migliaia di militanti del partito Baath e di altri combattenti delle
nuove formazioni della Resistenza, mi atterrì una Reuters che riportava la dichiarazione, ufficiale e solenne, di Amnesty, secondo cui, chi si oppone a un esercito regolare (quello Usa) in panni borghesi, privo di uniforme, era da catturare e giudicare come criminale. Ecco dunque criminalizzata ogni forma di resistenza di popolo non inquadrata nell'esercito nazionale di uno Stato, per quanto autenticamente fuorilegge e terrorista, ma con tanto di spalline, stelline, alamari. Da allora non mi fido degli equilibri di Amnesty.

Fiore rosso e fucile

Fiore rosso e fucile
viva la libertà
era il 25 aprile
si rifà la società.

I padroni sono morti
i fascisti impiccati
la giustizia degli insorti:
libertà per gli sfruttati.

Proletari al potere
non c'è più la schiavitù
dalle fabbriche al quartiere
non si servirà mai più.

Ho sognato per vent'anni e più
quel 25 april
ricordo della mia gioventù
vissuta col fucil
finchè dal popolo in servitù
si sveglia un canto e va
e riporta giovinezza e amor
per rossa libertà.


Ma ci dissero al partito:
sotto con la produzione
il conflitto è ormai finito
non si fa rivoluzione.

Cerimonie ed elezioni
cosa serve aver lottato
il fascismo può parlare
democratico è lo Stato,

E passsaron tanti anni
democratici e coglioni
due promesse, cento inganni
vincon sempre i padroni.

Ho sognato per vent'anni e più....

Ma un bel giorno
ciu fu un grido:
si ritorna a esser classe!
Nelle piazze a centomila
ritornarono le masse.

Eran giovani compagni
per spazzare via i fascisti
ci ridiedero i vent'anni
siamo tutti comunisti.

Sole rosse di mattina
pel padron non c'è domani
si farà lotta continua
siamo i nuovi partigiani.

Ho sognato per vent'anni e più...


(Fulvio Grimaldi)


Neve
Ancora inverno
nessun Palazzo preso
L'uomo beve
cammina solo
Ancora inverno
nessun Palazzo preso
Tatiana ammicca
Storpi di Sarajevo
Irina in macchina
vomita Ingegnere
Ancora inverno
nessun palazzo preso
ma abbiamo ancora inverno
per impastare neve

Un uomo senza sogni
è un vincitore.

(Geraldina Colotti)
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Lettera inviata il 22 marzo ad A.I. da Joaquin Rodriguez Burgos*

Traduzione a cura della redazione di l’Ernesto online

* della sezione spagnola di Amnesty International

Sono iscritto alla sezione spagnola di Amnesty International dall’anno 1996. Ho scritto moltissime lettere a decine di responsabili politici di diversi paesi e ad alcuni prigionieri incarcerati in alcune prigioni del mondo (compreso un prigioniero cubano), su suggerimento di A.I. Sono tra coloro che pensano che il bilancio globale del lavoro di A.I. in difesa dei diritti umani nel mondo sia positivo; ovviamente per questa ragione continuo a rimanere socio di questa organizzazione.

Nonostante ciò, non posso tacere che, nel caso particolare della vostra posizione verso il governo di Cuba, voi siete caduti in una grave contraddizione. La stessa Amnesty International nei suoi rapporti ha riconosciuto che la maggioranza dei prigionieri condannati a Cuba, qualificati da A.I. come prigionieri di coscienza, sono stati finanziati materialmente e con denaro dal governo degli USA, governo che, come sapete, ha partecipato in differenti gradi a diverse azioni contro i governi cubani nel corso della Storia e che ha dichiarato unilateralmente Cuba come “paese nemico”, nonostante gli Stati Uniti non abbiano mai subito nessuna aggressione armata dal suo governo. Come certo non ignorate, il diritto internazionale considera illegale il finanziamento da parte di una potenza straniera dell’opposizione interna di una nazione sovrana. Allo stesso modo considera illegale il rovesciamento di un governo sovrano da parte di un altro governo straniero. D’altra parte, allo stesso modo di qualsiasi altro paese del pianeta, lo Stato cubano ha varato una normativa diretta a proteggersi da tale ingerenza, che messa a paragone con quella di altri paesi, compresi gli USA, è persino più benevola.

Per tutte queste ragioni è facile concludere che è completamente contraddittorio da parte di A.I. considerare prigionieri di coscienza le persone finanziate da un governo straniero (che si considera unilateralmente, ricordiamolo, nemico) allo scopo di rovesciare il loro governo legittimo, trasgredendo in tal modo non solo la legislazione nazionale cubana, ma anche quella internazionale. Seguendo la logica applicata in questo caso, A.I. dovrebbe considerare come prigionieri di coscienza tutti coloro che vengono condannati in base all’applicazione di normative simili nel resto del mondo, compresi i condannati nello Stato spagnolo. Pertanto, vi sollecito, come socio di Amnesty Internacional, a cessare di presentare nei vostri rapporti come prigionieri di coscienza i prigionieri cubani che ricevono finanziamenti stranieri per rovesciare il governo cubano, dal momento che, con ogni evidenza, non lo sono.


3 commenti:

Roberto Antonucci ha detto...

Ottimo rilievo su Cuba e sul militante di Amnesty International. Però, essendo un'organizzazione, composta di tante teste, non può essere criminalizzata nel suo complesso. Ho un'amica a Pisa che per Amnesty International ha seguito le porcate di Uribe, il cocco USraeliano in Colombia ed in America Latina tutta, soprattutto ora che si deve destabilizzare Venezuela ed Ecuador. Pertanto no si può fare di tutta l'erba un fascio.
Però è vero che non si possono considerare "prigionieri di Coscienza" coloro che prendono soldi da pluriassassini che girano tranquilli a Miami mentre cinque cubani stanno in carcere per "terrorismo" per averli sventati mentre progettavano attentati nell'isola che non ne vuole sapere di ritornare bordello statunitense.
Mi vergogno di stare in un Paese che abbraccia un delinquente comune eretto a martire, che va dietro ad una bloguera mercenaria, e se ne fotte di chiedere giustizia per un suo connazionale morto in un attentato dei valorosi combattenti per la libertà stipendiati CIA.
Il post Giù le mani da Cuba e dal Venezuela del mio blog dice tutto.

davide ha detto...

il fascismo è stato,fra le altre cose:colonialismo,eliminazione fisica dei dissidenti e/o confino,galera.Chiusura dei giornali ostili,bastonate e olio di ricino,italianizzazione dei popoli slavi e campi di concentramento come quelli di arbe-per rispondere a una donnetta la quale in un commento ad un altro blog parlava di "orribili patrtigiani di tito"-gas agli etiopi e poi rastrellamenti,torture,fucilazioni.

Mi sa che come bilancio storico e politico in Italia è ben piazzato e supera sicuramente questi governi reazionari berlusconiani
A mio avviso il berlusconismo è più parentato con i pacciardismi e con Sogno.
Il 25 aprile deve essere la festa della memoria e dell'orgoglio,ma a mio avviso non lo può essere per tutti.
Non per quei servi dei nazisti della R.S.I-sto ovviamente banalizzando e semplificando il tutto,ma per chiarire le cose è utile anche usare questi mezzi- nonostante le buone parole del paracadutista Vianello.
Non deve essere festa nemmeno per gli attendisti ,i partigiani alla Carlo Fumagalli o alla Sogno,quelli che hanno tramato per l'occupazione americana-altro che liberazione,altro che libertà.

La festa del 25 aprile è una festa per quelli che davvero volevano un mondo diverso,taluni utopisti altri più realisti,vorrei ricordare i veri eroi italiani:Pesce,Di Nanni,e tantissimi altri compagni e compagne.

Quindi che il 25 aprile sia una bellissima giornata per i compagni come te,Losurdo,Giannuli e altri pochi che nn son malati di democretinismo,ginocratismo,diritto umanismo alla kazoo di bau bau.Lo meritate,per quello che dite e scrivete,anche quando non concordo con voi.

In negozio leggo i giornali-per sapere cosa vendo-alcuni danno spazio alla donnetta cubana e alla banda di maltrainsema dei cosidetti dissidenti.Quanta schifosa ipocrisia imparata benissimo dai massimi esperti del settore:yankee e sionisti.Dopotutto le canaglie stellestrisce non perdono occasione per vendere la frottola della loro "perduta innocenza",saltando il genocidio nazista dei pellerossa-ma chiaramente mica sono stalinisti feroci che causano crimini atroci come quelli di katyn-dall'altra i sionisti con la loro religione dell'olocausto hanno il monopolio del dolore e la patente b per i genocidi ben voluti da tutti.


respingere questi stati canaglia sempre e comunque, tenere viva la memoria storica,essere combattivi,ma non alla dick of dog,da teste calde retoriche.Usando l'arma politica e le strategie più consone.

Maurizio ha detto...

Dal 1994 si sentONO fare paragoni tra Fascismo e Berlusconismo, tra Mussolini e Berlusconi.
A seconda dei parametri che si utilizzano per valutare questi due movimenti (scusate è un termine improprio ma non ne ho trovati di migliori) o magari queste due diverse manifestazioni esteriori del capitalismo.
Se parliamo di stragi, guerre, elementi giuridici delle dittature, è chiaro che non c'è storia, Mussolini fu dittatore e Berlusconi no.
MA
Cambiando i parametri, andando cioè dagli elementi macroscopici a quelli microscopici ci si può rendere conto che il collasso etico e valoriale - di cui il Berlusconismo è effetto - non è in nessun modo riscontrabile durante il ventennio.
Mi spiego meglio. il popolino italiano allora - pur nella sua ignoranza - sarebbe rimasto sinceramente sconvolto dagli episodi di violenza di cui i soldati si macchiarono all'estero. Credo ci fossero dei limiti etici che non venivano superati dalla maggioranza della popolazione.
L'abisso in cui ci si trova ora vede sdradicato qualunque principio in nome di una furia cieca proveniente dagli impulsi più bassi dell'animo umano (generosamente pompati dal consumismo odierno, a differenza del ventennio) che dirige le azioni di singoli e di collettività molto più oggi che allora. Essendo schiavo di questi impulsi l'uomo di oggi è molto - ma molto - meno libero di allora.
L'uomo di oggi è schiavo della paura - architettata ad arte - dell'egoismo, è bombardato da modelli che costringono ad una servitù molto più reale che apparente.
Siamo in un paese in cui si lasciano morire bambine nigeriane negli ospedali pubblici perchè i genitori sono sprovvisti di pemesso di soggiorno, dove vengono organizzate raccolte firme per impedire che le neonate musulmane vengano seppellite dentro i cimiteri. Si dirà che l'Iprite sulle carovane di Beduini non le scaricava berlusconi, e questo è vero, ma - a parte che i "loro ragazzi" non mancano certo di ammazzare innocenti in giro per il mondo, comunque li si trattava di guerra, la guerra è di per se vissuta con quelle caratteristiche di paura, odio e xenofobia, desiderio di rivalsa e voglia di bottino (e chi più ne ha più ne metta) che oggi sono però bagaglio comune a molti c.d. civili. Il male, di cui la banalità è il sintomo sociale più evidente e allarmante, siede oggi al governo del paese. Proprio perchè come notava la Arendt "Eichmann è un uomo qualunque", qualunque uomo può essere Eichmann, e molti uomini - che per il momento votano "Veltrusconi" - già lo sono. Questo stato di cose è radicalmente diverso da quello dell'odiato ventennio in cui era proibito riunirsi in più di tre persone, ma perchè il fascismo aveva paura di un gruppo di cinque o sei ragazzi messi insieme? perchè cinque o sei ragazzi messi insieme erano pericolosi per l'ordine costituito. Oggi cinque o seimila ragazzi messi insieme non rappresentano più un problema, perchè il potere ha raggiunto il suo scopo, le gabbie non c'è bisogno di metterle, ce le costriuamo da soli. E contenti nelle nostre gabbie produciamo e consumiamo di più. Consumiamo anche le informazioni, che ci convincono che noi siamo il mondo libero e intrinsecamente superiore ad ogni altro. diceva il compianto Gaber "la nostra libertà è la misura della loro forza". Dittatura inside.