venerdì 4 febbraio 2011

AVVISI AI NAVIGANTI


Dagli atri muscosi, dai fori cadenti
Dai boschi, dall’arse fucine stridenti,
Dai solchi bagnati di servo sudor,
Un volgo disperso repente si desta;
Intende l’orecchio, solleva la testa
Percosso da novo crescente romor.
(Alessandro Manzoni, Adelchi)


L'unità ideale rivoluzionaria dei popoli arabi (l'Iraq è in lotta antimperialista da anni) è la risposta all'annosa strategia sionista di frantumare la nazione araba lungo linee etnico-religioso-tribali, condizione per il suo dominio e per legittimare l'esistenza del mostro razzista che è lo "Stato degli ebrei". I complotti secessionisti contro Sudan, Libano, Iraq, Algeria, Siria falliranno. Dopo l’America Latina, gli arabi. Rinasce la grande forza che sconfisse i predatori coloniali. Presto o tardi toccherà anche al carcinoma sionista di essere asportato e la tolleranza e cultura pluralista, solidarista e antirazzista di questi popoli farà convivere le diversità. La misura della globalizzazione dei vampiri è colma. La salvezza verrà dal Sud del mondo. Andiamogli appresso.

Ai monaci trappisti del trotzkismo e di tutti i dogmi ciechi o strabicamente interpretati. Le scosse in America Latina e nel mondo arabo - donne, studenti, intellettuali, contadini, operai, professionisti - puntano in prima linea alla sovranità nazionale contro l'abiezione del servaggio, sapendo benissimo che è un'istanza di popolo e il prerequisito per lotta di classe e rovesciamento sociale Non lo sanno i nostri "sinistri" che della sovranità si sono scordati dal 1945. Ricordo dei farlocconi polverosi che, ad Algeri, nella sfilata di tutte le nazioni partecipanti al Congresso Mondiale della Gioventù e degli Studenti, si rifiutarono di portare la bandiera italiana. L’immenso pubblico si chiedeva chi cazzo fossero questi senzapatria e, invece, applaudirono entusiasti la bandiera Usa, innalzata da americani che quella bandiera la volevano sottrarre all’artiglio pervertitore della borghesia capitalista. E i nostri partigiani, non ventilavano forse un paese sovrano, giusto, libero, con il simbolo tricolore da restituire alle sue origini repubblicane e rivoluzionarie?


Porta Pia, assalto al nemico pubblico numero uno dell'Italia e di Garibaldi: lo Stato, la cultura, la menzogna della dittatura cattolica e del suo satrapo.

Italia sì, Italia no, Italia bum, la terra dei cachi
E, a questo proposito, quei microsinistri da soffitta, incartapecoriti nei comunicati, nei “report” (elegante anglicismo) e nelle assemblee per la rifondazione del “glorioso Partito Comunista Italiano” (toccatevi!), tanto ripetitivi quanto inattuali e distanti anni luce da un comunismo vivo, dalle realtà in movimento nel nuovo Zeitgeist, spirito del tempo, mummie autoconsolanti e pipparole, galletti strepitanti, preoccupati solo di singultare tonanti chicchirichì per tenere abbioccati intorno a sé i quattro polli. Fanno rimpiangere per modernità l’Esercito della salvezza, soddisfatti e inutili come gli Amish con i loro carri e gonnelloni. Li avete sentiti pigolare qualcosa sull’operazione disintegratrice e retrograda chiamata “federalismo”, o sulla mannaia del federalismo fiscale che si abbatterà sulla ormai largamente maggioritaria parte forzatamente anoressica della popolazione. E se questi tacciono, i loro cugini PD, astuti quanto frolli, tornano a cianciare della Lega, ottuso rigurgito nazista eterodiretto dall’impero, come di una “costola della sinistra” (formula dell’intelligente D’Alema) cui, pur di strapparla al guitto mannaro in decomposizione, si spalanca la sfera anale alla penetrazione di Radezky, travestito da Alberto da Giussano. Ancora, li avete visti allestire una qualche mobilitazione di solidarietà, che so, un picchetto, un presidio, un appello, chiamare a raccolta i migranti fuggiti da quei paesi per significare in Italia e trasmettere al sangue e fuoco delle insurrezioni arabe solidarietà, condivisione, internazionalismo, spazi di rete? La loro dimensione, alla faccia di tutte le revisioni e di tutti i recuperi, resta irrimediabilmente quella togliattiana, menscevica, di quel terzinternazionalismo che, sotto la camicia sfolgorante della solidarietà di partiti e popoli per la rivoluzione socialista mondiale, occultava la pelle di zigrino della sovranità nazionale e dell’autodeterminazione in via di liquidazione. E da lì in poi non ci fu più partita, Yalta l’aveva chiusa, ognuno per sé e il Patto Atlantico ai fottuti. E se insistevi con la rivoluzione – che oggi gli arabi ci ribadiscono unico modo per estrarre le zanne all’orco – da Pecchioli-Berlinguer venivi deferito agli sbirri e ai tribunali speciali di una borghesia inferocita dalle sue angustie. L'autodeterminazione, per questi, è quella roba che portiamo in Kosovo spianando paesi e fabbricando narcostati.



Garibaldi
La storia del rifiuto della nostra prima bandiera repubblicana, che cancellava quelle bianche cattoliche e stemmi e stendardi dei monarchi, fa il paio con l’indifferenza alla sovranità nazionale e, dunque, al servaggio che consente ai delegati dell’Impero di fare di noi carne di porco, un volgo disperso che nome non ha. Chiedere a coloro che sono riusciti a farcela, o che ancora ci stanno provando, prima a liberare il paese e poi la classe, ai cubani, ai russi, ai venezuelani, cinesi, jugoslavi, iracheni, palestinesi, Sud del mondo tutto, quale energia pulita e rinnovabile nel motore della liberazione sia stato e sia la patria, “patria o muerte”, la sovranità di una comunità di destino e volontà, quella roba che noi abbiamo ceduto a fascisti, demagoghi e razzisti, che, da colonizzati ontologici, ne sono i pervertitori. Succede che quando da qualche parte si menzioni, di questi tempi celebrativi, Garibaldi, subito si scatenano irrisioni e vituperi. E non solo della ridicola feccia neoborbonica, che nasconde violenze, bigottismi e soprusi sotto le macerie di Bronte o la rivolta dei briganti. La sinistra, pure, a sentire il nome Garibaldi reagisce come una zitella che si scopra tra le organze e crinoline un topo. Non così ancora nel 1948, quando i partiti della sinistra borghese si videro costretti a guadagnare il consenso di un’Italia rigenerata dai partigiani mettendo Garibaldi a capo delle armate popolari. Eppoi hanno in casa il poster del Che. Il quale Che considerò Garibaldi uno dei massimi eroi di ogni tempo. Costoro sono gli stessi che Saddam o Chavez li vorrebbero stritolati nel vestito emme-elle, nelle sue varie fogge, confezionato dal sarto di corte. Abbacinati dal catechismo, non vedono, conoscono, capiscono il contesto. E dunque non lo rispettano e si ritrovano in marcia con le schiere di scarponi che quei paesi calpestano. Li senti blaterare di unità delle classi operaie palestinese e israeliana come conditio sine qua non per realizzare un Medioriente libero e socialista. Ma lasciamo che prima i combattenti palestinesi estirpino da quegli “operai” il cancro sicuritario, egemonista e razzista. Furono gli operai delle manifatture inglesi a correre in soccorso ai contadini indiani? Come? Alla maniera della Morgantini, amica dell’ANP (bella schifezza con la quale si ritrova ora !)?



Dulce et decorum est pro patria mori
Una rivoluzione succede quando un popolo che, ricordiamolo, è nella stragrande maggioranza lavoratore, oppresso e sfruttato, caccia l’oppressore imperiale, tedesco per i partigiani, austroungarico per gli italiani del Risorgimento (meraviglioso scatto patriottico e progressista di avanguardie e seguito di massa), yankee per tanti altri. E quando per quella lotta mette in conto la vita, prima ancora del posto di lavoro e della mensa aziendale. Credete che senza i probabili 500 morti d’Egitto, si sarebbe increspata la coscienza universale, si sarebbe ridotto con le spalle al muro il pitbull al guinzaglio dell’addestratore? Vi illudete che quella Piazza Tahrir del Cairo abbia potuto essere presidiata per giorni contro lo scatenamento degli sgherri di regime senza la disponibilità di quegli eroi di offrire incolumità e vita alla causa di tutti? Vale anche per i famigerati kamikaze, massima espressione simbolica dell’antindividualismo, di coscienza e responsabilità collettiva, di popolo o di classe. Penso proprio che a coltivare la malapianta del pacifismo dialoghista siano da noi le cacate di paura per il proprio culo. Patria o muerte gridavamo con i rivoluzionari cubani. Finchè fosse la muerte loro.


Il “pericolo islamico”
Non fatevi fottere dal "pericolo islamico" che coverebbe tra le fiamme della rivolta popolare. E' un truffa per esorcizzare, mettendogli addosso il burka, una rivoluzione di massa per libertà, dignità, giustizia, sovranità, contro Israele e l'imperialismo. Quello che sta dilagando, invece, è la seconda rivoluzione anticoloniale di una grande nazione da sempre alla ricerca della sua unità e della vittoria sull’invasore sionista. Non fatevi fregare neanche dalla “minaccia antisemita” che verrebbe generata dalla vittoria dei rivoluzionari, visto che sono tutti, anzi il popolo intero, contro il golem israeliano. L’antisemitismo non è conosciuto nel mondo arabo-islamico dove da secoli le comunità, dopo le aggressioni crociate, vivono in armonia. E sarebbe anche un bel paradosso, visto che pochissimi ebrei sono semiti, mentre lo sono tutti gli arabi. Che, tra l'altro, antisemiti non lo sono mai stati. Antisraeliani sì (e, Napolitano, non cirulare nel manico, mescolando sionisticamente religione e deformazione colonialista!).

 Al “manifesto” sono rimasti lettori che, recependo tutte le balle su Battisti e su un processo all’ombra della Gestapo dell’Arco Costituzionale, sbavano forcaiolate di indignazione perché quel giornale s’è permesso di pubblicare un’intervista del soggetto, peraltro ambiguo assai, ma che c’entra, senza accompagnarlo dai vituperi di prammatica. O lettori che, in fila dietro a Minzolini e Obama, impongono alla rivoluzione araba la mordacchia del “pane e libertà”, negando, o piuttosto scongiurando, “schemi ideologici”, o “motivazioni nazionali”: “Siamo ben oltre la rivendicazione dell’indipendenza nazionale di natura anticoloniale” scrive un fesso spaventato. E ovviamente è tra gli ultimi moicani che seguono i venerandi maestri del “manifesto”. Quelli che offendono le vere rivoluzioni di popolo chiamandole “dei gelsomini”.

I disperati dell'Occidente colonialista cercano di vendere “rivoluzioni colorate” tipo Iran, Ucraina, Georgia, Serbia, Libano… cioè Cia, dove esplodono rivoluzioni vere. Cercano di coinvolgere Libia e Siria nell'incendio che divampa nel mondo arabo. Come se l'odiato tiranno Mubaraq, servo di USraele e della UE, fosse uguale ad Assad e Gheddafi, antimperialisti e socialmente infinitamente più giusti dei satrapi, perciò rispettati e amati dal proprio popolo. Trucchi da illusionisti. Illusi. Il Fondo Monetario Internazionale, devastatore di quei paesi, promette aiuti a Egitto, Tunisia e altri paesi in rivolta. Sente che quei popoli gli stanno bruciando gli "aggiustamenti strutturali", quelli che servono a trasferire la ricchezza dai poveri ai ricchi e a schiavizzare il mondo. E' come se Jack The Ripper avesse offerto alle prostitute londinesi di proteggerle.



Il mio amico, giornalista di Al Jazira, Tariq Ayub, ucciso a Baghgdad da un missile Usa, poco dopo aver preso l'ultimo té con me

Studiate l'inglese e collegatevi ad Al Jazira, o lo spagnolo per la venezuelana Telesur. Vi renderete conto che è solo dal Sud del mondo che dalla tv vi viene un'informazione corretta. Informazione che innesca rivoluzioni. Il guaio è che nè al manifesto, nè a Liberazione, ne all'Unità sanno l'inglese o lo spagnolo. Quando andai al Tg3, redazione esteri, non c’era un cane che sapesse l’inglese. Lo capiva meglio il mio bassotto Nando, cane cosmopolita e internazionalista. Sapendo io quattro lingue, fui subito spedito alla cronaca nera. Sono provincialotti burini e spocchiosi come D’Alema o Frattini, che non sanno, ma neanche vogliono sapere, la verità. E' scomoda..

La penna più veloce del West



La penna più veloce del West
Il migliorista Napolitano: "Basta contrapposizioni, basta con le esasperazioni della stampa e dei magistrati, abbassare i toni..." Questo padre nobile dei più cialtroni del PCI non fa che offrire degli assist al guitto mannaro. Primato assoluto di cerchiobottismo. Quella virtù cardinale cattolica, e dunque nazionale, che infligge buffetti al cerchio e sfascia la botte. Pare gettare acqua sul fuoco e invece butta benzina sui lanciafiamme del guitto mannaro. Tutti uguali, picchiatori e picchiati. E per i coglioni del "centrosinistra-sinistra" è il venerando padre della patria! A sentire ancora la parola “pacatezza” vien voglia di assegnargli una badante taliban.

Un lettore del manifesto lamenta oggi che l'Unione Europea non prende in mano la situazione e si estende al Nord Africa, con tutti i suoi “benefici democratici”. L'Unione Europea! Questa fabbrica di élites sempre più ricche e poliziesche e di masse escluse e represse, ascaro degli Usa! Ecco perchè il manifesto è rimasto con 15mila lettori. Mutazione genetica sua e dei suoi lettori.


Nato e Usa in Afghanistan-Pakistan spianano ogni giorno villaggi e vite, rapiscono e torturano in carceri segrete, devastano e depredano. Contano di ridurre la dimensione delle loro stragi inventandosi, come esercito e narcos in Messico e in Colombia, “combattenti nemici” abbattuti. Il sistema è scoperto: si stermina una comunità e poi ai morti si mettono accanto delle armi. Rovesciando il trucco, a Razak, nel 1999, i briganti UCK e i consiglieri Usa misero in fila una quarantina di loro morti, caduti in combattimento con le forze regolari jugoslave, e li vestirono di panni civili, con il plusvalore di un colpo alla nuca: esecuzione sommaria da parte dei “pulitori etnici serbi”. Fu la pistola fumante per l’aggressione Nato. D’Alema l’aspirò meglio che fosse una striscia di coca. E così che nascono le storie tipo Sebreniça. Per fortuna lì capitò una squadra di patologi finlandesi che rettificò le cose. Intanto la Serbia era stata distrutta, il mondo aveva perso una bella esperienza di società diversa e 15mila serbi furono uccisi, un milione resi profughi all’infinito. Ma a chi "il manifesto" attribuisce la maggioranza dell'uccisione di civili in Afghanistan? Ai Taliban che difendono popolo e patria. La fonte, un organismo collaborazionista degli occupanti. Così ripete anche sistematicamente la conta dei trucidati da Usa e milizie fantocce in Iraq, affidandosi a Iraq Body Count, organismo Usa che rivela solo i morti menzionati nella “libera stampa” del locale regime di Vichy. Almeno tre ricerche scientifiche occidentali hanno portato il conto a 2 milioni. Troppo per il Giornale comunista?
A chi ha ieri inflitto sanzioni la democratica Europa? Al satrapo Mubaraq? Ai monarchi sauditi? Al Messico del femminicidio? All'Albania del brigante Berisha? Ai genocidi nazisionisti? Ma scherziamo? Alla Costa d'Avorio di un presidente che resiste alla colonizzazione, alla Bielorussia che difende il suo socialismo, buono o meno buono che sia, ma sempre infinitamente meglio del capitalismo di Wall Street e Maroni. Sorpresa? Macchè, i lettori del “manifesto” invocano la civiltà europea in Nord Africa. Quella di Goffredo da Buglione.



Nell'attraversare il cuore dell'azzurro / insondabile, in un groviglio di rotte,
ma accompagnato da speranze / insignificanti però certe,
osservo la geografia silente / sommersa in un fulgore di neve,
territorio dell'indefinito, / miraggio della libertà./ Stanco, non mi arrendo.
Ferito, non sanguino. / Tanta fatica, tanti dolori: / li calmo con l'amore dei miei sogni,
materia invincibile / che i guardiani non sanno riconoscere

(Antonio Guerrero, uno dei cinque cubani incarcerati negli Usa)



33 commenti:

Anonimo ha detto...

° si devono togliere TUTTI dal
Pazzo, altro che fede razzismo !
° rimasti coi penduli albiquli a
vista, a breve li egitteranno !
° grazie giugliano amatto che
l'eterno governo a pirlusca hai
donato. TUTTI al dongo dongo
a loreto in piazza per pizza !
° manco i magnaccia sanno far...
al dilà debbono andar !

Anonimo ha detto...

Patria o morte, dunque: e evviva il risorgimento. ma il "vero maestro e profeta di tutte le nazioni" (Tolstoj) era un altro Giuseppe, Mazzini. Scommetto 100 contro 1 che Mazzini non ti sta simpatico.

Anonimo ha detto...

scusa Fulvio,
non è possibile che per ciò che riguarda l'Egitto abbia ragione Mubarak?
voglio dire che questa rivoluzione faccia piu' il gioco di israele piuttosto che degli egiziani,anche alla luce di recenti avvenimenti,di recenti scontri proprio tra i due paesi,perchè è innegabile che nel corso di questi ultimi anni ci sia stato un cambiamento di strategia da parte di Mubarak nei confronti di usa e israele col quale non ha mai avuto rapporti stabili.
so che sta agli egiziani stessi a non farsi infinocchiare ma è anche palese che se Mubarak abbandona subito è facile per professionisti della morte ingannare gli stessi con uno specchietto per le allodole,visto il comportamento ambiguo dei fratelli mussulmani.

Anonimo ha detto...

Caro Grimaldi:
- si decida una buona volta a mettere le sue analisi diamantine nella fascinosa veste della prosa, e ci imbastisca un vero romanzo popolare (che nessuno e'piu'in gradi di scrivere, ormai solo saggisti onanisti per una ceffa di intellettuali onanisti..ma Emile Zola non se lo legge piu'nessuno??)
-Non mi mandi al diavolo, ma per quanto cerchi (evidentemente cerco male) non trovo molti che sostengono che a Srebrenica non sia andata come nella versione ufficiale...e'uno snodo storico-politico-emotivo importante...insomma.. non sarebbe cosi' gentilmente didascalico da spiegarme(ce)la ancora?
-la tragedia del Manifesto e'primariamente dovuta ad una carenza di strumenti; pochi ormai la' dentro sanno pensare,che e' un qualcosa che si impara, come fare il pane o far di conto.
Grazie
p.s. da qualche tempo di capita di guardare stampalibera.com, che frammischia polveroni new-next age a elementi di un certo peso...e vi si da un gran rilievo a Paolo Barnard, ex Report, ora datosi alle analisi di macroeconomia in versione apocalittica. Che ne dice? Son credibili oppure e'rumors di fondo per creare entropia in rete e confondere chi cerca di capire meglio le cose?
scusi la molta carne al fuoco, quaggiu'il web appare poche ore a settimana...
edoardo

davide ha detto...

la mentalità colonialista è alla base dell'occidente.I vecchiacci liberali e liberisti spacciano democrazia e libertà,i coglioni sinistrati per :solidarietà .
Non parliamo dei destronzi di cui conosciamo piani e istanze.
Affrontiamo invece quei mentecatti che da sinistra non fanno altro che politica colonialista con dosi massicce di patetico paternalismo e buonismo da quattro soldi-il loro stipendio abituale.

Lo straniero che tanto difendono non è visto da loro come Lavoratore,Umano,quindi capace anche di ribellarsi e sopratutto di usare i mezzi più giusti per lui.
Ora come posso contare all'interno della mia nazione- si da comunista non mi vergogno affatto di parlare di stato nazione- su questi sedicenti liberi democratici del kazoo?Si,perchè mentre si danno all'antiberlusconismo barricadero,poi galvanizzati dalle cazzate sulla politica estera delle varie stampe Repubblica,Manifesto e similia si danno anima e corpo al peggiore razzismo :quello colonialista.Va bene lo straniero quando è "strano" e "danza",quando è puro folklore da commercio equo solidale,da esibire come esempio della nostra supposta superiorità occidentale che ci fa pure apprezzare lo straniero.Come negro di casa,però.
Appena esso si manifesta come elemento di disturbo per le nostre coscienze e sopratutto per la nostra rapina di beni e dignità che succede?La totale maggioranza dei miei clienti lettori di repubblica supplicano zio sam o la vecchia bagascia plurivenduta Europa franco-anglo-teutonica o i macellai sionisti.
Capirai che non mi fido a lasciare in mano nemmeno la mia macchina a questi agenti delle quinte colonne imperialista,anche se talora si spacciano per trockjisti o affini.
Gente che giustamente ce l'ha con il nano e i suoi scagnozzi e poi venderebbe il paese-per quanto in effetti sia già svenduto da tempo immemore- ai soliti macellai yankee-sionisti.Quelli che sostituiscono il razzismo padano con quello occidentale-euroatlantista.
ps:sto leggendo discorso sugli avversari di Palmiro Togliatti,ho capito più sul fascismo da queste letture che dal fumoso discorso da Narrazione di molti altri compagni


salutami nando

Maurizio ha detto...

Su Egitto e tutto quanto concerne l'estero hai tutta la mia approvazione. Ma in merito a Garibaldi no. Ne abbiamo già parlato e non voglio ricominciare d'accapo.
Per chiarezza devo precisare che io sono un FANATICO dell'Unità d'Italia, non un "neoborbonico" o un "secessionista".. ma proprio perchè vorrei vedere questo paese unito non posso fare a meno di notare che unito non è, forse unificato in un unico Stato in cui è evidente l'impronta colonizzatrice del Nord sul Sud (genericamente). L'Unità d'Italia andava fatta ma non è stata fatta, e se Garibaldi era in buona fede, nella migliore delle ipotesi ha fallito miseramente. Se.
Comunque ognuno ha il diritto di pensarla come vuole, purchè non si riporti paro paro il mito mistificante di un Brigantaggio di fuggiaschi integralisti cattolici salariati dal borbone. Seppure un elemento di quel genere c'è stato, dopotutto anche nella resistenza ai Nazifascisti c'erano, dicono, monarchici, cattolici, liberali, ebrei... Sono certo che l'idea di riportare i libri di fantasia che si studiano nelle scuole è lontana da te. E questo basta.

Fulvio ha detto...

Davide. Totalmente d'accordo.
Edoardo, quanto all'invito nella prosa, beh, avessei il tempo! Eppoi non so se ne sarei capace. Comunque qualche invettiva in prosa l'ho già scritta (vedi elenco libri nel blog).
Per Sebrenica, se mi manda il suo indirizzo email le spedisco una mia cartella piena di testi "alternativi" sulla mostruosa patacca Sebrenica. Per chi sa fare l'11/9, Sebrenica è come giocare a zechinella, grazie anche alla dabbenaggine dei sinistri.
Fulvio

Fulvio ha detto...

Rossoallosso. Non credo proprio. In Israele sono spaventatissimi, da anni non gliene va bene una. Sono gli unici del campo destro mondiale a sostenere ancora Mubaraq, bell'e abbandonato dagli Usa e da tutto l'Occidente imperialista. Non vedo le svolte che attribuisci a Mubaraq. Con Suleiman ha sabotato i negoziati israelo-palestinesi come voleva Israele, e quelli tra Fatah e Hamas, a favore di Fatah e dell'ANP. Contro tutta l'opinione della nazione araba ha dato decisiva collaborazione al blocco genocida di Gaza, i suoi servizi segreti e le sue forze armate sono controllati da israeliani e statunitensi. Invece è certo che all'interno del movimento di massa rivoluzionario si muovono elementi alla Otpor serba che tentano di volgere a favore di USraele l'insurrezione,ponendosi a metà fra sbirri di regime e rivoltosi e lavorando poer la famigerata transizione dolce che cambi tutto per nulla cambiare. Ne parlerò in un prossimo articolo.

Fulvio ha detto...

Anonimo. C'è chi crede che tenere per la Fiorentina renda impossibile tifare per, mettiamo, il Genoa. Schematismi, preclusioni, fretta. Invece, caro anonimo, la scommessa l'hai persa e se fosse stata per qualcosa di concreto, avrei fatto il botto dell'anno. La coppia Mazzini-Garibaldi è inscindibile e assolutamente complementare. Comne quella Fidel-Che e Saddam-Aflaq (costui è il teorico marxista e fondatore del Baath).
Fulvio

Anonimo ha detto...

@fulvio

http://rossoallosso-lammazzacaff.blogspot.com/2011/02/e-se-avesse-ragione-mubarak.html#links

oltre a ciò si vede anche chiaramente che il potere militare in egitto sia diviso,Israele non ha in pugno tutto il ministero e questo se dovesse esere confermato è chiaro lo scontro interno:

http://www.jewishjournal.com/world/article/egypt_vice_president_omar_suleiman_survives_assassination_attempt_reports_s/

Anonimo ha detto...

"La coppia Mazzini-Garibaldi è inscindibile e assolutamente complementare. Come quella Fidel-Che e Saddam-Aflaq"
Splendida frase. Mi scuso di averti mal giudicato. Gloria al nostro risorgimento,combattuto dalla Chiesa, infangato dai Savoia.
p.s. Conosco e ammiro la vita e l'opera di Michel Aflaq. A tale proposito ti mando una commovente immagine
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/7/7d/Aflaq_funeral.jpg

Fabio ha detto...

Dato che attualmente il potere non si identifica quasi mai con le nazioni ma nella maggior parte dei casi è trasversale ad esse, io sono del parere che la Patria sia esclusivamente un feticcio per i popoli ed in quanto tale sia ancora molto utile ai grandi plagi di massa. Tanto più che spesso le due realtà Patrie-popoli non coincidono.
Io sono più per il riconoscimento delle differenze tra popoli che per il rispetto dei confini tracciati a terra degli Stati che pretendono di rappresentarli.
Detto questo c'è anche da dire che le scosse e i duri colpi locali che vengono dati e che minaccinano le affermazioni imperialiste, e che nella maggior parte dei casi si identificano su base nazionale, sono delle realtà da difendere senza alcuna remora.
Il problema sorge ad un secondo livello. La vera rivoluzione si ha quando si passa da una fase di difensiva ad una di offensiva, nel momento in cui si accetta la fine della rivoluzione senza che sia stato sconfitto nella sua totalità il nemico che è in grado di minacciarla, l'offensiva cessa e la forza che ha generato la rivoluzione va incontro ad un inevitabile indebolimento. A questo punto la sconfitta è dietro l'angolo.
E' per questo che, secondo me, le rivoluzioni su base nazionale sono da rispettare, ma se non hanno altro scopo che il raggiungimento della sola determinazione nazionale non saranno mai durature.

Anonimo ha detto...

. complimenti
. si è svilupata una bella
discussione
. spero che gli egiziani non si
facciano fregare da nessuno
per far fruttare la morte di
quei 300, che altrimenti
sarebbe stata inutile !
. vedi la canzone Morti Invano !

Anonimo ha detto...

se è Suleiman l'incaricato a formare il nuovo esecutivo direi che gli egiziani sono fottuti.spero vivamente continuino nelle loro lotta

Anonimo ha detto...

Caro Fulvio, sbaglierò, ma credo che stavolta abbia preso un grosso granchio. Io ci sento puzza di bruciato per i seguenti motivi:

- il tam tam tra la popolazione è avvenuto tramite facebook ( chi è il proprietario di facebook?....)

- l'amministrazione americana, per bocca della Clinton, si è affrettata ad INTIMARE a Mubarak di permettere le manifestazioni. Si è quindi schierata subito dalla parte dei manifestanti.

- i media "occidentali" hanno dato e danno tuttora un gran risalto all'evento. Le pare possibile che Repubblica e Corriere della Sera sia diventati improvvisamente dei quotidiani "rivoluzionari"?

- Recentemente Mubarak non si era mostrato così asservito alle posizioni Americane e Israeliane e aveva assunto posizioni scomode o non perfettamente allineate su questioni geopolitiche (http://www.newnotizie.it/2010/05/20/tra-berlusconi-e-mubarak-e-intesa-totale/) ed energetiche (ha annunciato che dal 2019 in Egitto sarà operativa una centrale nucleare - argomento "scottante"). Lo stesso comportamento smarcante dai diktat degli USA ha generato l'attacco finale nei confronti di Berlusconi.

- Obama aveva apertamente parlato di un nuovo corso "democratico" per i paesi islamici durante la sua ultima visita in Egitto, prerannunciando le imminenti "rivoluzioni".

-Le "rivoluzioni" colorate, tendenti ad imporre regimi autoritari, sono fallite quasi tutte, ed ora si tenta (pare con successo) la carta "democratica".

- Il tema risorgimentale cade a fagiuolo: "Cambiare tutto affinché non cambi niente"... dando l'illusione al "popolo" di aver portato a termine una rivoluzione.

Tutto ciò mi porta a dubitare che ci si trovi di fronte ad un evento rivoluzionario. Si è invece, forse, di fronte all'ennesima operazione di intelligence (che dimostra flessibilità e grande, ma prorpio grande, intelligenza).

Attendo una confortante smentita.

Ludovico

Anonimo ha detto...

per fulvio.

perché battisti è ambiguo?

perché battisti sta sollevando un polverone mediatico e l'indignazione di molti a sinistra, soprattutto di "fini" intellettuali?

saluti

alberto

Fulvio ha detto...

Rossoallosso. Avole il pensiero negativo è anche pensiero debole. Ma dove l'hai visto un Mubaraq in attrito con Israele? Israele continua a muoversi per tenerlo in piedi e ha costretto i subalterni Usa a cambiare posizione da "transizione" a "Mubaraq fino alla fine". Ciò non toglie che USraele e UE si stiano dando da fare per sottrarre una rivoluzione sociale e geopolitica ai suoi protagonisti. Hanno tre soluzioni: A: repressione militar e Mubaraq. B:finto cambio e Suleiman; C: apertura democratica nel segno dell'Impero e El Baradei. La partita è aperta. Comunque, quella tra Mubaraq, Israele e Usa è osmosi: se cade il primo, vanno in crisi pesante gli altri.

Fulvio ha detto...

Ludovico. Vale quanto ho già scritto a Rossoallosso. Perchè deprimere o svalutare una rivoluzione, dato che, ovviamente i poteri messi in discussione cercano di infiltrarla e volgerla a proprio salvataggio?
Quanto all'"indipendenza" di Mubaraq perchè vuole una centrale nucleare, mi pare che gli Usa concedono a tutti i clienti di farsele, purchè l'apparato di controllo sociale e militare sia in mano loro. Vedi Pachistan, India... Questo delinquente da 30 anni ha svenduto il suo paese all'imperialismo e all'FMI e ha reso possibile l'espansione dello stato nazisionista. Ora a 82 anni, incalzato dalla collera popolare, volterebbe gabbana? Quando si dice l'ottimismo della fantasia.

ALberto. Battisti ha fatto dichiarazioni oscene sul '68 e seguenti, sul "terrorismo", ecc. Il che non toglie che i forcaioli che lo vogliono estradato nelle carceri italiane, dove si tortura e uccide, fanno schifo più di lui.

Anonimo ha detto...

non è che naziu$ion sia intelligente, siamo noi [loro] che siamo [sono] "boccaloni"! spero che tutti si sveglino ! un caffè ristretto si aggira per la terra! [mia derelitta espresione ad imitazione di quella di marx !
riappropriarsi delle proprie vite e mandare a aacare sta'gentaglia ! basta poco keccevo' ? è l'unione che fa la forza, ma specialmente gli taliani preferiscono privilegiatamente lekkare i kuli
dei capibranchi di mariotette !

Anonimo ha detto...

Grazie per la celere risposta. Può darsi che la mia fantasia mi porti fuori strada ma alcuni recenti eventi che hanno preceduto la "rivoluzione" mi lasciano perplesso. Non credo, infatti, che abbia fatto piacere ad Israele ed agli USA questo accordo:

http://www.eurasia-rivista.org/7337/turchia-ed-egitto-istituiscono-il-consiglio-di-cooperazione-strategica

Gli attentati alla comunità Cristiana dei Coopti a chi crede che abbiano giovato?

Con immutata stima.

Ludovico

Anonimo ha detto...

Ciao Fulvio....conosco bene la storia di Battisti...sono uno dei firmatari dell'appello che fece Valerio Evangelisti su Carmilla nel 1994....raccolta di firme che negli ultimi giorni è diventata il pretesto per mettere al rogo i libri di molti scrittori che erano tra i firmatari...che tristezza. In questi anni ho letto molta roba su e di Cesare Battisti...ma non ricordo assolutamente dichiarazioni oscene sul 68 o sul terrorismo fatte da Cesare...ho trovato dal mio punto di vista tutto o quasi tutto perlomeno condivisibile.
Mi potresti dire dove posso trovare le dichiarazioni che hai ritenuto oscene???
Te ne sarei molto grato...anche solo per ampiare la mia conoscenza del caso...

HASTA SIEMPRE

COMPAGNOPABLO

Anonimo ha detto...

sì,hai ragione il mio è un pensiero debole ed è pure contagioso.
sicuro di aver recepito il tuo messaggio non inquinerò piu' il tuo blog con i miei dubbi e le mie incertezze.
non voglio soffocare sul nascere la rivoluzione nordafricana se non altro per rispetto,e mi prono davanti a loro,di questi uomini che hanno il coraggio ,in perfetta buona fede altrimenti non riusciresti a farlo, di immolarsi per un ideale di libertà senza se e senza ma.
quanto abbiamo da imparare,io per primo, da loro !!

Fulvio ha detto...

Rossoallosso. Inquinare il mio blog? Ma sei matto? Dovrebbe, tra compagni, esserci un limite alla permalosità. I dubbi e le incertezze sono sempre i benvenuti, come speravo fossero anche le repliche.

Fulvio ha detto...

Pablo. Su Il Fatto, molto tempo fa, ma non ricordo la data e anche in un'intervista televisiva.

Anonimo ha detto...

@Fulvio
mi hai frainteso o forse è piu giusto dire che mi sono espresso male,percui glisso per evitare altre incomprensioni.
voglio solo aggiungere che la mia paura piu' grande sarebbe la soluzione che tu chiami "C" dove peraltro credo si stia verificando in Tunisia e che sia pure la piu'gettonata per l'Egitto,da sudditi a schiavi del debito.
proprio come in casa nostra e per casa intendo l'europa.

Anonimo ha detto...

mi piaceva il ....fatto.... finché non ho intuito ed avuto conferma che il colombo furioso è il pa'drino di saviakulo! mi piaceva anche il marco, finché non ho scoperto... la stessa cosa... anche quando mt mi piaceva, non ho comprato MAI i suoi libri... troppo CORPOSI...quando i $ionca'pitali'$ti da 4 puttane si scagliano contro qualcuno... vuol dire che come per Stalin, lo stanno criminalizzando quindi NON CREDO...che sia perverso deve risultare a Me dopo approfondite ricerche. Lao Tzu m'insegna!

Anonimo ha detto...

Ciao Fulvio.
In merito a quanto sta accadendo in Egitto, io la penso in maniera abbastanza simile a Ludovico. Gli indizi ci sono (recenti prese di posizione ufficiali di Obama e Clinton che "ordinano" la fine dell' era Hosni), e il N.E.D. che, ovviamente, ha preparato il terreno finanziando le "modernizzazioni digitali" della società negli anni precedenti... Tutto secondo arcinoto copione, già collaudato in tante parti del mondo... Da verificare la diversamente sfumata posizione di Biden e Israele che, pare, preferirebbero rimanesse il faraone. Secondo l’autorevole sciita Hassan Nasrallah la causa della rivolta egiziana è l’eccessiva sudditanza del governo agli USA. “Una vera rivolta popolare”. Così il leader del movimento sciita libanese Hizbollah, Hassan Nasrallah, ha definito le manifestazioni anti governative che negli ultimi 15 giorni si sono svolte in tutto l’Egitto. Il capofila del Partito di Dio ha espresso la propria solidarietà e quella di tutto il suo schieramento alle “popolazioni e ai giovani” del Paese nordafricano, sottolineando poi come queste proteste coinvolgano tutti “musulmani e cristiani, così come diverse correnti ideologiche e tutti i settori della società”. Nasrallah ha poi invitato a diffidare di tutte le voci secondo le quali la rivolta egiziana “segue direttive straniere”…. Anche secondo il “parzialmente acuto” gesuita Maurizio Blondet.. “…Qualcosa è andato terribilmente male nei piani di Washington e Tel Aviv per i cambi di regime in Medio Oriente. Si supponeva una rivoluzione fabbricata da USA e britannici contro i mullah dell’Iran, seguita dall’insediamento di un governo collaborativo filo-occidentale e una fortuna per le petrolifere occidentali”. Ecco, dice Blondet “E’ successo l’imprevisto contrario: le rivoluzioni che divampano lungo il Nordafrica non sono colorate dalla CIA”, sono rivoluzioni della gente…” Preferirei avessero ragione loro, invece credo di no. La butto lì, (da visionario ?) senza pretese di aver capito tutto il disegno geostrategico... Agli americani non basta più controllare "per interposta colonia" il canale di Suez, vogliono controllarlo direttamente con proprie troopers e basi militari in Sinai e in Zona dx del Nilo... (per non ipotizzare poi un interessamento diretto anche sulle acque del Nilo stesso). Come ci possano riuscire non so... Ma la sensazione che il loro obiettivo sia quello (contrabbandato per sviluppo della democrazia, diritti umani, guerra al terrorismo e analoghe fanfaluche) è netta... Sì, me ne rendo conto che potrei anche… averla sparata grossa! ... e mi auguro tanto di sbagliare... telethont

Fulvio ha detto...

Telethont.
Grazie dell'articolato contributo. Penso però che si debbano evitare gli schematismi dall'un lato, come dall'altro.
Me ne occuperò nel post che sto scrivendo.
Eviterei di fidarmi groppo del Blondet, un antimperialista fascista a senso unico: antiamericano. Fan di Carlo Magno.
Ciao.
Fulvio

Fulvio ha detto...

Telethont.
Grazie dell'articolato contributo. Penso però che si debbano evitare gli schematismi dall'un lato, come dall'altro.
Me ne occuperò nel post che sto scrivendo.
Eviterei di fidarmi groppo del Blondet, un antimperialista fascista a senso unico: antiamericano. Fan di Carlo Magno.
Ciao.
Fulvio

Anonimo ha detto...

Il contrasto Biden Israele è la miglior rappresentazione teatrale dell'anno ed andrebbe premiata con l'oscar per la miglior sceneggiatura....... Mubarak lo scorso anno si è recato negli USA sperando di ottenere l'investitura a futuro presidente d'Egitto per il figlio Gamal. Per tutta risposta Obama ha tenuto al Cairo il discorso sulla "democratizzazione" dei paesi arabi preannunciando le attuali "rivoluzioni". Mubarak ha quindi stretto un'alleanza, o forse è meglio dire un'accordo di cooperazione, con la Turchia. Il suo destino è segnato. Un'alleanza di stati islamici moderati? E che scusa trovi per far loro la guerra?

Ludovico

Ludovico

Anonimo ha detto...

tante cose sono poco chiare in questa rivoluzione egiziana,le analisi sono fatte piu' per confondere che per chiarire,le prospettive future sono nebulose.
a me pare chiara solo una cosa,tutta questa incertezza è utile ad Israele come scusa per invadere il Sinai e dare un'ulteriore spallata a Gaza,fottendosene di Turchia,Iran o Cina che sia,poichè per impedire questo disegno l'alternativa sarebbe una guerra che credo a nessuno convenga.

Anonimo ha detto...

@fulvio
of course, gente come Blondet va maneggiata con molta cautela...
@Ludovico
sull'attitudine alle recite di Israele e Co non ci sono dubbi...
sei un osservatore "attento"...
@tutti
segnalo un apprezzabile contributo di G.Chetoni sulla situazione egiziana:
http://byebyeunclesam.wordpress.com/2011/02/09/aspettando-un-nuovo-faraone/
telethont

bambilu ha detto...

1999 la nato doveva finire... ma hanno cambiato la data di scadenza e la fanno ancora ingurgitare ai FFFFessi !

2011 è la vera data di scadenza senza proroga per $ionusa!

vediamo se ho "sbagliato" di 12 anni Io Nostreva !