martedì 13 marzo 2012

Sulla via di Damasco (con un appello di CSP)





Una stampa libera non esiste. Voi, cari amici, ne siete consci e io anche. Nessuno fra noi oserebbe dire la propria opinione liberamente e apertamente. Noi siamo le marionette che saltano e ballano quando quelli tirano i fili. La nostra abilità, la nostra capacità e la stessa nostra vita appartengono a quegli uomini. Non siamo altro che prostitute intellettuali. (John Swainton, nel suo discorso di commiato da direttore del New York Times).


Per il sollievo di molti, sono alcune settimane che non carico il blog. Non che mancassero gli spunti, soprattutto per invettive. In particolare contro quei sottopancia dei cannibali imperialisti che fanno girare appelli a sostegno degli scannatori della libera Siria e addirittura partecipano alle sparute chiassate allestite da cialtroni che si dicono pacifisti e poi sostengono il Consiglio Nazionale Siriano, il verminaio messo in piedi da Nato, Turchia e Fratelli Musulmani che insiste a invocare sulla Siria un intervento tipo Libia. Ho firmato, ma con riluttanza, l’appello per la Grande Marcia a Gerusalemme. Accanto a maleodoranti come il Campo Antimperialista, ci sono firme decenti. Tuttavia trovo non del tutto innocente l’intenzione degli ideatori di questa iniziativa. Come già al tempo dell’assalto e sterminio della Libia, trovai straniante che l’intero mondo della solidarietà con i popoli si concentrasse su una flottiglia per Gaza che, votata all’ovvio fallimento, puzzava di autoreferenzialità e di cortina fumogena per la propria ignavia sulla Libia fatta a pezzi.

Ora, mentre Nato e despoti del Golfo allestiscono in Siria, con la soldataglia Al Qaida, l’ennesimo bagno di sangue, l’ennesimo assalto della cupola mondialista alla sovranità nazionale, ecco che anziché marciare sulle ambasciate dei paesi boia, si marcia verso Gerusalemme. Sarà che qualcuno intende depistaggi dall’aria innocente? Sarà che la solidarietà con vittime che non lottano più (“viva la nonviolenza!”), e le cui organizzazioni, tutte, si arrendono e si pongono sotto tutela dei satrapi del Golfo, fiduciari di Israele e degli Usa (vedi Hamas e Abu Mazen, e le sinistre che tacciono), non costa assolutamente niente e ti guadagna pacche sulle spalle perfino dai licantropi.


C’era da dire dei fantastici No Tav, vera avanguardia di lotta e perciò massacrati da sbirri con la bava alla bocca come i Marines di Kandahar. Pretoriani di un regime, detto di tecnici, ma in effetti di razziatori fascistoidi, protervi quanto incompetenti e ignoranti, atti solo al furto con scasso, e perciò sodali dei partiti da sempre impegnati nella truffa e nel saccheggio. Monti, Bersani, Alfano, Casini fanno sembrare Crispi un eroe della democrazia e della giusta distribuzione del reddito. E quanto all’atteggiamento verso i sudditi, sfigati, stupidamente non ricchi, Goebbels era più educato.
C’erano tante altre cose da discutere con voi, ma mi è sembrato prioritario occuparmi, finendo di confezionare il docufilm, dello scenario siriano, quello dove oggi si consuma la guerra dei mondi, propedeutica all’apocalisse finale cercata dagli ipernazisti nichilisti del nuovo ordine mondiale. Ne avrò fino a Pasqua. Intanto riproduco qui alcune cose: un condivisibile appello di Marco Rizzo e dei “Comunisti-Sinistra Popolare”, finalmente non ligio alla vulgata dei carnefici del popolo siriano libero, laico, antimperialista e antisraeliano; una drammatica lettera di Gianni Vattimo sulla riduzione del nostro paese in Stato di polizia (con Pinochet travestito da banchiere di Goldman Sachs); un elogio dei "Comunisti-Sinistra Popolare" al KKE greco, che invece non condivido e in capo al quale ho messo una mia considerazione su questi tardivi e ritardati eurostalinisti; e una schifezza degli schifosi di Amnesty, in cui si sollecita appoggio a Obama e al suo intervento militare in Uganda (ottava guerra del Premio Nobel per la pace), per sconfiggere la cosiddetta Armata del Signore e impedirne il reclutamento di soldati bambini. L’Armata del Signore è la rivolta endemica di popolazione nel Nord del paese, da sempre escluse e decimate dal governo-ascaro degli Usa, e i bambini-soldato sono una specialità di tutte le fanterie islamiste della Nato. Queste fetecchie di Amnesty e HRW, alimentate da Soros e dal Dipartimento di Stato, rifattasi una verginità ammettendo tardivamente di aver sparato sanguinose balle su Gheddafi, ora si sono scatenati contro la Siria, mettendo nel ventilatore tutta la merda spurgata dai tagliagola al soldo di Nato e tiranni del Golfo. Rettili sulla testa della Gorgone.
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Appello contro la guerra imperialista a Siria ed Iran.
11 mar, 2012


CONTRO LA GUERRA E I SUOI MEGAFONI.
DOPO LA LIBIA, ORA TOCCA A SIRIA E IRAN.
INTERNAZIONALISMO CONTRO L’IMPERIALISMO USA E UE.
per adesioni scrivere a:
nazionale@comunistisinistrapopolare.com


Questo non è il solito general-generico appello contro la guerra del pacifismo di sinistra che serviva a pulirsi la coscienza, ma anche a tenere legate, con una montagna di ovvietà e false interpretazioni, esauste generazioni di militanti, a cui riproporre rapporti unitari col PD ed altri servi del partito più congeniale all’attuale governo del capitalismo.
Vogliamo invece prenderci la responsabilità netta e precisa, quanto breve e sintetica, delle amare verità di questo ultimo periodo.
All’imperialismo americano si è affiancato un imperialismo europeo che, con la guerra contro la Libia, ha dimostrato sul campo il salto di qualità dell’asse neocarolingio che governa il nostro continente.
Siamo totalmente contrari a ciò che i “megafoni” nostrani hanno raccontato, anche a sinistra, di una “primavera araba” che aveva lo stesso colore delle provocazioni “arancioni” nei paesi del vecchio blocco dell’Est. In realtà con la stessa origine nei centri di potere che hanno determinato la controrivoluzione nell’URSS e nei paesi suoi alleati.
Analizziamo con gli occhi della verità il “colpo di stato” realizzato dall’Unione Europea (governo francese in testa) nei confronti di Gheddafi, verso cui non abbiamo esitato a svelare la montagna di menzogne (dalle “fosse comuni” alla copertura militare totale della Nato e della UE nei confronti dei cosiddetti “ribelli”).
La stessa cosa facciamo parlando di Tunisia ed Egitto, passate dalle mani di burattini dell’Occidente al mix devastante fatto di estremismo islamico e forze armate corrotte.
La nostra buona vista non ci impedisce di vedere le provocazioni che vengono imbastite nei confronti di Siria ed Iran. Paesi guidati da governi che non hanno certo la caratteristica socialista che noi auspicheremmo, ma che tuttavia detengono un valore oggi molto apprezzabile: quello dell’indipendenza dall’imperialismo.
Non ci stupiamo di quanto accade, perché le crisi strutturali del capitalismo hanno avuto altre volte sbocchi in guerre devastanti contro cui è giusto ribellarsi. Per farlo efficacemente è però giusto partire da un’analisi oggettiva, priva di ogni influenza del revisionismo di sinistra che troppi danni, specie verso le nuove generazioni, ha fatto in questi ultimi anni.
Vogliamo esser espliciti: non si è coerentemente contro la guerra e contro l’imperialismo USA e UE se tra Gheddafi ed i cosiddetti “ribelli” si sta con questi ultimi, così come stride la contraddizione vergognosa nel vedere bandiere con la “falce e martello” sventolare in manifestazioni inneggianti ai colori monarchici di re Idris.
Adesso che siamo arrivati al conto alla rovescia per Siria ed Iran, non vogliamo avere al nostro fianco “pacifistoidi” più entusiasti della vittoria di un “nobile” alle primarie di Genova, che non al rigore e alla linearità della lotta antimperialista.
L’Italia è in guerra da tempo. Le nostre forze armate sono state inviate in numerosi teatri di conflitto, sia dai governi di centrodestra che da quelli di centrosinistra, per non parlare di quello “tecnico” attuale. Ad oggi, in totale spregio dell’articolo 11 della Costituzione Repubblicana, truppe italiane sono presenti in ben 22 paesi del pianeta.
Costruiremo la mobilitazione partendo da questi punti chiari e determinati, per questo Vi vogliamo in tanti, ma solo se con grande convinzione di queste necessità.


Roma 12 Marzo 2012
Di seguito la lista dei promotori,
per adesioni scrivere a: nazionale@comunistisinistrapopolare.com


Marco RIZZO, segretario CSP-PARTITO COMUNISTA
Luca MARTINELLI, operaio Rsu Dalmine.
Gianni VATTIMO, filosofo e parlamentare europeo.
Massimo ZUCCHETTI, docente Politecnico Torino.
Fulvio GRIMALDI, giornalista, documentarista.
Giuseppe TULLI, cameriere Perugia.
Pietro ANCONA, già segretario generale CGIL Sicilia.
Canzio VISENTIN, manutentore stradale Ravenna.
Aldo BERNARDINI, docente Università Teramo.
Alessandro MUSTILLO, studente Università Roma.
Enzo PELLEGRIN, avvocato collegio NO TAV.
Alessandro D’ALESSANDRO, studente Università Palermo.
Massimo CATALANO, ricercatore CNR.
Fabio Massimo VERNILLO, operaio manutentore Roma.
Alfonso GALDI, avvocato del lavoro Roma.
Giovanna BASTONE, disoccupata Milano.
Alberto LOMBARDO, docente Università Palermo.
Guido RICCI, operatore artistico Genova.
Giuseppe DONEDDU, docente Università Sassari.
Marco DELLE ROSE, ricercatore CNR.
Monica PERUGINI, presidente cooperativa sociale Mantova.
Mario ALBANESI , giornalista Roma.
Franco COSTANZI, ispettore generale Ministero Salute.
Denis VALENTE, impiegato pubblico Forlì.
Maria FIERRO, consigliere Corte Costituzionale.
Luciana COLETTA, impiegata pubblica Potenza.
Laura BERGAMINI, coordinatrice USB Parma.
Mauro BONAZZI, pensionato Ferrara.
Walter TUCCI, costituzionalista Roma.
Yuri APOSTOLOU, operaio RSU Fiom Parma.
Giorgio BOTTIGLIERI, funzionario sicurezza lavoro Torino.
Massimo PELLEGRINO, impiegato pubblico Lecce.
Edoardo CASTELLUCCI, ingegnere Latina.
Giovanni DENARO, docente precario Palermo.
Roberto DELOGU, funzionario Amiu Genova.
Silvia ANTONELLI, tassista Trieste.
Luciano FAVARO, già segretario CGIL Venezia.
Umberto RUGGIERO, impiegato pubblico Torino.
Michele GIAMBARBA, medico Campobasso.
Pasquale Costantino LEVOTE, insegnante Potenza.
Antonino MOSAICO, bracciante agricolo Brindisi.
Dario ORTOLANO, già deputato XIII legislatura.
Franco SPECCHIO, insegnante Napoli.
Rolando SORRI, piccolo imprenditore Firenze.
Alessandro ZINGONE, operatore marittimo Napoli.
Massimiliano FE, impiegato Roma.


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Gianni Vattimo
Cari amici NoTav,


Se nei prossimi giorni mi capiterà di non venire alle manifestazioni in Valle non sarà (solo) a causa di altri impegni, sarà principalmente perché ho paura. Lo confesso senza pudore, e tanto più esplicitamente quanto più mi sembra un sentimento nuovo, che non avevo più provato da tanti anni, almeno dai fatti di piazza Statuto (governo Tambroni, un millennio fa), anche perché ai tempi del G8 di Genova ero, fortunatamente per me, all’estero per lavoro. Dagli anni di Tambroni porto sempre con me il ricordo di un suggerimento a cui penso con un certo umorismo: quando stai per andare alla manifestazione non mangiare o mangia poco, perché se ti sparano nello stomaco vuoto è più facile che la ferita si rimargini. Non ho mai avuto modo di verificare se è vero.


Comunque, non si sa mai, dato il clima che il governo sta deliberatamente creando per costruire il TAV. Rifletto su questa faccenda della paura fisica pensando all’immagine di Perino trascinato via e con il gomito rotto a manganellate; pensando ai dimostranti inseguiti nelle strade del paese e fin nel bar, quando ormai la manifestazione era dispersa e si trattava solo di “punirli” a botte. Che cosa posso aspettarmi da un governo che dice di voler “andare avanti a tutti i costi”? E comunque: è normale una situazione in cui un cittadino decide di restare a casa per paura? Non paura dei violenti black bloc – credo ce ne fossero anche sabato passato che marciavano in Valle del tutto inermi, allegri e amichevoli. No, ho paura delle “forze dell’ordine”, non dei singoli carabinieri e poliziotti, che, lo penso anch’io, “fanno solo il loro dovere”. Ma paura di chi questo dovere glielo impone in forme e modi fuori da ogni legalità. Difficile pensare che la caccia all’uomo di lunedì sera a Chianocco e Bussoleno, come la carica di sabato a Porta Nuova, sia stata una iniziativa di singoli agenti scatenati e assetati di vendetta.


Paura, dico. Certo può capitare di trovarsi in un tafferuglio dove si prendono anche manganellate. E la prudenza consiglia sempre di non fermarsi sul luogo in casi come questi: “circolare”… Ma qui si tratta davvero di tafferuglio casuale, di ristabilimento dell’ordine? In Valle la faccenda dura da più di vent’anni, il dialogo è stato sempre rifiutato: mente Virano sapendo di mentire, da quando ha deciso – con il pieno favore di tutte le autorità, PD in testa – che al tavolo dell’osservatorio sedessero solo i sindaci preliminarmente favorevoli alla TAV, cioè la minoranza, mentre tutti gli altri non avevano voce in capitolo.


Se nel futuro vicino la resistenza della Valle dovesse attenuarsi, se altri, come me, vi dicessero “non contare più su di me, ho paura, mia madre, mia moglie, i miei figli, ci stanno troppo male”; oppure: “io sono troppo vecchio e debole per sdraiarmi per terra, farmi trascinare via a calci e pugni” – non sarà certo perché ha vinto la sana ragione di chi vuole lo sviluppo, isolare i violenti, tenere l’Italia agganciata all’Europa, promuovere il lavoro e i commerci… Sarà solo perché un governo sempre più esplicitamente fascista (organizzazione armata delle classi dirigenti) avrà vinto la battaglia per la sua pretesa legalità (Berlusconi prescritto docet!), costringendo i cittadini a una più o meno rassegnata clandestinità. Purtroppo ce n’est qu’un debut!
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Al di là delle giuste considerazioni sulle sinistre italiote, c'è un fatto che dovrebbe essere determinante per valutare chi fa meglio:
Dall'inizio della rivolta greca, il KKE si è mantenuto distante dal movimento di contestazione di massa, addirittura rifiutando di confluire in piazza Syntagma dove avveniva la vera lotta contro i killer della Grecia, e ripetendo l'infame ritornello di Berlinguer ed eredi degeneri dei "provocatori", "facinorosi", Black Block, e altra sussidarietà alle criminalizzazioni di regime.
Altro che Black Block e "facinorosi isolati". Le ultime battaglie hanno visto una partecipazione di massa alla resistenza ai gendarmi e ripetuti applausi ai combattenti. Anche qui il KKE, affetto dal vizio che ha distrutto tutti i PC, non c'era e arzigogolava distinguo altrove. Le chiacchiere stanno a zero quando nelle piazze decisive non ci sei, preoccupato di sporcarti la camicia rossa.
La Grecia è diventata avanguardia mondiale in Occidente e si è imposta al mondo come esempio di lotta al finanzcapitalismo killer, grazie ai compagni fuori dal KKE.




From: Ottobre Rosso
Sent: Friday, February 17, 2012 7:26 PM
To: undisclosed recipients:
Subject: Fds: KKE o Synaspismos-Syriza? Per il socialismo o per riformare il capitalismo?


Federazione della Sinistra: KKE o Synaspismos-Syriza? Per il socialismo o per riformare il capitalismo?
16 feb, 2012
http://www.comunistisinistrapopolare.com/
I fatti accaduti in Grecia e le avvisaglie per l’Italia hanno aperto un forte dibattito a sinistra sulle analogie che sotto il profilo economico e politico il nostro paese ha con la Grecia ed allo stesso tempo hanno messo in luce l’arretratezza dal punto di vista politico ed organizzativo delle forze di classe in Italia. Molti compagni, anche tra coloro che militano in Rifondazione o nel Pdci, guardano giustamente al KKE come ad un partito comunista coerente e radicato, in un certo senso un modello per quella che dovrebbe essere un vero partito comunista anche in Italia, e appaiono stupirsi sul perché nelle iniziative politiche nazionali della Federazione della Sinistra con Paolo Ferrero siano invitati esponenti del Synaspismos-Syriza (i Vendoliani greci) e non del KKE. A questi compagni è indirizzata questa riflessione perché escano dalla genuina convinzione che si tratti di una casualità, capendo invece le profonde ragioni politiche che sono alla base di una precisa scelta di campo che la Federazione della Sinistra ha fatto. Vorrei a questo proposito elencare alcuni punti fondamentali.
1) Contro il neoliberismo o contro il capitalismo?
La prima domanda viene spontanea leggendo il titolo dell’iniziativa che si svolgerà a Roma, “contro l’Europa del neoliberismo”. Nelle iniziative pubbliche, nei documenti politici, nelle interviste la Federazione della Sinistra ed i suoi dirigenti hanno sempre attaccato il neoliberismo, bollandolo come l’origine di tutti i mali. L’accusa di neoliberismo, lascia però indicare l’accettazione del capitalismo in sé e solo la predilezione per alcune teorie economiche perfettamente interne al sistema capitalistico. Dalle deduzioni implicite si passa alle affermazioni ben più esplicite di Diliberto, che a Ballarò pochi giorni fa, al posto di indicare la necessità storica del superamento del sistema capitalistico rispolvera Keynes e le sue teorie, come farebbe qualsiasi buon socialdemocratico. L’identificazione del neoliberismo come nemico per dirla con le parole di un documento del KKE dello scorso anno “diffonde la falsa speranza che il capitalismo possa risolvere i problemi attuali dei popoli, senza intaccare le relazioni economiche del sistema capitalista e la sua sovrastruttura politica.”
2) L’Unione Europea.
L’Unione Europea per la Federazione della Sinistra non è in discussione. Il convinto europeismo del gruppo dirigente si fonda sull’assunto che all’unione economica debba conseguire anche un più stretta unione politica, una maggiore democratizzazione, una lotta ad alcuni settori dell’economica capitalista (la speculazione, le banche). L’Europa dei popoli contro quella dei capitali. Chi come noi è abituato a ragionare concretamente a partire da un’analisi materialista e non idealista, sa bene che l’elemento economico è alla base di quello politico e che non potrebbe esistere una Unione Europea differente da quella che esiste attualmente, dati gli attuali rapporti di produzione. Solo il rovesciamento del sistema nel suo complesso potrà far sorgere una vera unione dei popoli europei sulla base di un altro modo di produzione. Per la Federazione della Sinistra al contrario l’Europa va difesa e deve essere migliorata con una serie di riforme. Nessun accenno poi al ruolo imperialista della UE, che anzi viene lodata ogni volta che esponenti della Federazione della Sinistra chiedono a gran voce un ruolo forte ed una politica estera comune della UE. Andrebbe ricordato che la competizione tra URSS e Stati Uniti era una competizione tra sistemi contrapposti, non una competizione di natura interimperialista come quella che si sviluppa tra UE e USA. La differenza è sostanziale. Così come la linea politica sull’Europa della Federazione della Sinistra e quella del KKE che senza mezze parole chiede “la disarticolazione dell’Unione Europea”.
3) Alleanze elettorali o alleanze di classe?
Ultima e più strettamente nazionale tra le questioni quella che riguarda il rapporto che i comunisti devono avere con le altre forze politiche nei rispettivi paesi. Il KKE da sempre è contrario ad ogni forma di appoggio a governi o coalizioni di centrosinistra. La Federazione della Sinistra, trovando di volta in volta varie argomentazioni buone per il momento, chiede in ginocchio di stare in coalizione con qualcuno a sinistra. Prima con il Partito Democratico, contro Berlusconi, ora che Berlusconi non c’è più almeno con Sel e Di Pietro. Il KKE ritiene che ogni appoggio a forze politiche di sinistra opportunista sarebbe un tradimento, Diliberto afferma che in cambio di dieci seggi sarebbero pronti a votare tutto (e si può starne certi…). Al contrario della Federazione della Sinistra il KKE è convinto che non ci sia spazio per alleanze elettorali in questo momento, mentre sia necessario costruire forti alleanze di classe tra i lavoratori, gli studenti, i piccoli commercianti, i piccoli agricoltori, schiacciati e proletarizzati dalla crisi.
Alla luce di tutto questo viene da chiedersi se ancora ingenuamente si creda che la Federazione della Sinistra abbia rapporti con il Synaspismos e non con il KKE per un caso, oppure se sia chiaro che esistono profonde differenze ideologiche tali da rendere oggettivamente molto diversa la natura dei comunisti greci da quella della Federazione della Sinistra. Da tempo, CSP-PARTITO COMUNISTA ha costruito forti rapporti con il KKE, a partire dalla convinzione comune della necessità del rovesciamento del capitalismo, del ruolo imperialista dell’Unione Europea e di conseguenza della necessità di condurre una lotta contro l’Unione Europea stessa (senza se e senza ma…), e per quanto riguarda le alleanze, dal rifiuto di ogni alleanza opportunista che avrebbe come solo obiettivo quello di ottenere seggi in parlamento. È sulla base di questa convergenza ideologica profonda che noi consideriamo il KKE un partito fratello, così come sulla base delle precedenti osservazioni la Federazione della Sinistra ha scelto nel Synaspismos il suo referente in Grecia, ed in generale da quale parte del campo posizionarsi in Europa. E allora invitiamo i compagni che militano nella Federazione della Sinistra credendo così di lavorare per la ricostruzione del Partito Comunista in Italia; compagni che guardano al KKE come esempio e che sono delusi dalle scelte dei loro partiti, ad avere il coraggio di riflettere seriamente sulla loro scelta.Anche noi abbiamo ancora molta strada da fare, dal punto di vista teorico ed anche correggendo mancanze organizzative che siamo i primi a rilevare e voler superare.Serve costruire un Partito Comunista forte e radicato, con l’esempio del KKE, con l’obiettivo di abbattere il capitalismo e costruire il socialismo.
Alessandro Mustillo
Responsabile Nazionale Giovani CSP-PARTITO COMUNISTA.


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AMNESTY INTERNATIONAL
End the use of child soldiers


From South Sudan down to the DRC, the Lord’s Resistance Army, other armed groups, and all too often the national armies of the countries in which they operate, forcibly recruit children into armed conflict.


While the United States is supporting efforts to apprehend LRA leader Joseph Kony, it must also ensure that other armed groups and governments in the region cease recruiting child soldiers and help rehabilitate the children who are already soldiers.


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