domenica 18 novembre 2012


ALBERI DI UN BOSCO, O UN BOSCO DI ALBERI?

Ogni guerra quando arriva, o prima che arrivi, viene presentata non come guerra, ma con atto di autodifesa contro un maniaco omicida. (George Orwell)

Ogni aggressione è fondata sull’inganno. (Sun Tzu)

Se i miei soldati iniziassero a pensare, nessuno di loro resterebbe nell’esercito. (Federico il Grande)

Se inviti la gente a pensare, solleciti la rivoluzione. (Ivana Gabara)

Non temere rapinatori o assassini. Sono pericoli esterni, miserevoli. Dovremmo temere noi stessi. I pregiudizi sono i veri rapinatori, i vizi i veri assassini. I grandi percili sono dentro di noi. Perché preoccuparsi di quanto minaccia le nostre teste o borse? Pensiamo piuttosto a quanto minaccia le nostre menti. (Victor Hugo)

Di olocausto in olocausto
Su Gaza, al di là del congiungersi al coro mondiale (un po’ fievole da noi) di con-dolore per vittime e abitanti di Gaza e di deprecazione dei macellai nazisionisti, sarebbe bene ragionare un po’.

I mostri dell’apocalisse si sono scatenati a livello planetario,  l’ora è stellare, se passa la falce di questi necrofori, domani siamo tutti o morti o schiavi. Ma quelli che si considerano ancora  vivi dalle nostre parti, reagiscono sempre volta per volta, caso per caso, situazione per situazione. I mostri hanno un disegno e lo attuano in coordinamento. Noi no. Noi siamo quelli dell’albero nel bosco e tutto il resto è nebbia, fino a sbattere contro l’albero successivo. Un giorno ci strappiamo i capelli per le brutalità inflitte ai nostri ragazzi deprivati di presente e di futuro (e quelli buoni e perbene se li strappano anche perché qualche ragazzino, sempre più in effetti, non ci sta a farsi svuotare la testa e poi anche a farsela spaccare senza reagire), un altro piangiamo sulle vittime di Gaza e ululiamo sdegno ai genocidi.

Frequentiamo un giorno le invettive anti-Ahmadi Nejad di  Shirin Ebadi, avvocatessa iraniana colorata, e il giorno dopo ci preoccupa il delirio omicida di Netaniahu., quello che un giorno sì e l’altro pure minaccia di incenerire l’Iran di Shirin. La mattina invochiamo lo Stato palestinese e condanniamo le colonie israeliane, la sera plaudiamo a mercenari imperiali che, benedetti dai colonialisti israeliani, cercano di disintegrare lo Stato siriano. Festeggiamo la rielezione di Obama, con moderazione poiché è solo il Menopeggio, e poi ci dispiace che Pentagono e Cia butterano e intossicano la Sicilia con i loro strumenti di spionaggio e sterminio. In Yemen, Somalia, Afghanistan e Pakistan, i droni Usa sterminano esseri umani innocenti come Monsanto elimina parassiti e nessuno dice niente, ma quando un razzo palestinese finisce sulle case di chi da 65 anni occupa e schiaccia quella terra, c’è da inarcare sconcertati le ciglia.

Dissociati e schizofrenici, ossimorici e strabici, dunque paralizzati e ineffettivi, così ci vuole la Cupola. Dobbiamo essere quelli che il bosco lo vedono solo nel singolo albero su cui, volta per volta, sbattono il grugno. Fino a quando il bosco sarà così vasto e fitto di singoli alberi su cui rompersi il cranio, da diventare la discarica della nostra materia cerebrale.
Tirare candelotti di gas CS (proibito contro il nemico esterno, ma consentito contro quello interno) dal Ministero di un governo democratico al servizio dei cittadini, non pare molto diverso, eticamente, dallo sparare missili su bimbetti che escono da scuola a Gaza. Fatte le debite proporzioni, non etiche, ma di numeri. A Gaza, in quasi una settimana con quasi mille incursioni (è un F16 dei nazisionisti felicemente abbattuto e qualcosina colpita pure nell’entità sionista) e quasi 100 morti, Israele, nel consenso dell’universo mondo su questo punto, ribadisce il “diritto all’autodifesa”. L’acrobata del cerchiobottismo Zvi Schuldiner, sul “manifesto” ,definisce criminali “le dirigenze di entrambe le parti” e, come un superfarabutto, Craxi, con la scappatoia del “rubano tutti”, salva l‘onore del carnefice e demonizza la vittima.

Autodifesa di qua e di là
Appunto quella che da noi rivendicano, in nome dello Stato di diritto e della democrazia, coloro che fanno piovere mazzate, gas tossici, getti contaminati, manette e carcere contro i facinorosi che pretendono di non essere cacciati in scialuppe di salvataggio bucate, mentre il panfilo se la fila. Le parole d’ordine dei giovani israeliani riunitisi ieri a Tel Aviv per inneggiare a quanto i loro “difensori” vanno compiendo a Gaza ripetevano pari pari quanto io vidi scritto, nella Palestina occupata, su muri, cartelloni e libri di scuola, fin dalla Guerra dei Sei Giorni nel 1967: Non meritano di vivere, meritano di morire; Possano i vostri figli morire, cani!; Vogliamo tornare a Gaza e scacciare tutti gli arabi; La gente chiede più bombe; Maometto è morto; Arabi? Cani, topi e serpenti;  Arabi? Tutti espulsi o distrutti. Perfettamente in sintonia con questi sentimenti “popolari”, il ministro Israel Katz: “Dobbiamo bombardare Gaza al punto da costringere tutta la popolazione a fuggire in Egitto”.

Mutatis mutandis, trasferiamoci dal corteo di Tel Aviv a quello della Camusso e dal Knesset al Parlamento a Roma, che è esattamente come dire: alla giunta Monti.  Andiamo anche ad Atene, Madrid, Lisbona e cerchiamo la differenza etico-ideologica da quegli slogan e scritte di valutazioni come “teppisti, estremisti, infiltrati, provocatori, ultrà, violenti”, ivi pronunciate, intendendo ovviamente che ci vogliono più bombe dai ministeri per espellerli, se non in Egitto, dal contesto civile. Differenza che impegnerebbe anche la “Critica della ragion pura” di Kant. Forse incominceremmo a intravvedere il bosco. E come non mettere su piani paralleli (le famose “convergenze” di Moro) un Obama che sostiene con soldi, armi e tecnologie un coacervo illegale teocratico e ne sostiene il diritto a far fuori i “terroristi”, e un Napolitano che copre il massacro sociale e “genovese” del suo coacervo illegale teocratico, da commandos di “sfigati”, “bamboccioni”,  choosy, “fissati del posto fisso”. Il bosco si vede ancora meglio. Nell’empireo di tutti costoro sta la stessa Cupola clerico-finanziar-mafiosa, Bilderberg e oltre. Suo è il disegno.

E se poi guardiamo attraverso quali passi si arriva a tanto, qual’ è il percorso della campagna destinata a risolvere la questione, ecco che il bosco si vede in tutta la sua armonica compiutezza.

8/11; militari israeliani invadono Gaza e uccidono un dodicenne, Gaza risponde con un razzo che ferisce quattro soldati; 10/11: una cannonata israeliana uccide due ragazzini e un’altra colpisce la tenda dove si svolgeva la veglia, ammazza due civili e ne ferisce 24; 11/9: altro civile ucciso e una ventina feriti, razzi da Gaza feriscono 4 civili israeliani, il ministro Yisrael Katz sollecita il governo a “tagliare la testa del serpente” e prepara il taglio ai 1.7 milioni di Gaza di acqua, cibo, energia elettrica e carburante; 12/11: Le organizzazioni palestinesi di Gaza annunciano una tregua; 14/11: dopo due giorni di calma, Israele rompe la tregua e uccide il capo militare di Hamas, Ahmed Jabari, con altre 8 persone, tra cui due bambini. Da cui l’escalation.

Un 11 settembre lungo sessant’anni
Ma il filo dell’ “autodifesa” da srotolare è più lungo. Andiamo a ritroso. 2012, 9/3, Israele viola un cessate il fuoco mediato dall’Egitto assassinando a Gaza il capo dei Comitati Popolari di Resistenza, con altri 25 palestinesi. Israele: abbiamo prevenuto un attacco. Prove mai fornite. 2011, 29/10, Israele rompe una tregua di due giorni uccidendo quattro membri della Jihad Islamica. L’Egitto media una nuova tregua che Israele viola immediatamente, uccidendo altri 11 jihadisti. 2008, novembre, Israele uccide 6 membri di Hamas dopo un cessate il fuoco in vigore da giugno. La resistenza risponde con alcuni inoffensivi razzi Kassam, che Israele usa come pretesto per l’operazione “Piombo Fuso”, coronata da 1.400 palestinesi uccisi da bombe chimiche probite, fosforo, missili all’uranio, cannonate, mitraglia e, a seguire, altre decine e decine fino ad oggi. Remando all’indietro incappiamo in centinaia di assassinii mirati, di bombardamenti, di operazioni assassine all’estero, di violazioni di tregua, fino alla rottura dell’armistizio per la Guerra dei Sei Giorni e quella dell’armistizio ONU del 1949, quando iniziò la penetrazione nelle aree “demilitarizzate”, l’incenerimento di villaggi e il massacro di centinaia di civili palestinesi.


Autodifesa all’italiana
Possiamo azzardare un confronto, che non irriti troppo Lerner, Fazio o Ferrara, con l’attentato a Togliatti, la nascita con Scelba di una sicurezza sociale imposta a fucilate, manganelli e leggi truffa, i vari golpe-ricatto sociale dei Tambroni, Borghese, De Lorenzo, con alle spalle la stessa Cia, lo stesso Mossad (vedi Moro) che alternano terrorismo fuori con genocidii striscianti dentro? E non vogliamo continuare inanellando “rotture di tregua” a fini di genocidio sociale come le stragi da Piazza Fontana ai botti mafio-statali del ’92-’93, o la decimazione biologica, carceraria e sociale dei militanti di 10 anni di lotta rivoluzionaria?  E non ci fanno la festa oggi coloro hanno violato tutti i cessate-il-fuoco dallo Statuto dei Lavoratori, anzi, dalla lotta di liberazione e dalla Costituzione in qua? Parallele convergenti, bravo Moro! 

E non ce lo vedreste, quel “soldato blu” che da noi in piazza infierisce con la mazza di ferro e caucciù  e con le bombe di gas dall’alto sulle facce di ragazzini in fuga, ceteris paribus, a far sistemare, con proiettili appena più duri, qualche terrorista quindicenne di Gaza?  Stesso modo di divertirsi con “terroristi” o Black Bloc, stessa impunità, perché, lì, un neonato mirato e squartato è effetto collaterale e, qui, granate CS sparate alle nuvole rimbalzano sui crani dei civili dai mattoni del quarto piano (ricordando la capricciosità della pallottola di Placanica deviata su Giuliani da un sasso)..Vedete come lo sguardo spazia da quel singolo albero. E, toh, mì è venuto un pensiero estemporaneo: avete mai visto brutalità repressive come quelle che celebrano il “contratto sociale”  nelle democrazie occidentali, da Oklahoma a Francoforte a Brescia, nella Russia diabolizzata di Putin?

Il troppo stroppia la mente
Si sente come uno stridore nel cervello a sbattere contro l’enormità delle nefandezze di cui sono capaci individui che si pretendono della specie umana. C’è una frenata dei neuroni davanti all’impossibile da concepire. Disumano, troppo disumano, si potrebbe parafrasare Nietzsche. La bambina tredicenne di Gaza che, poche ore dopo il fatto, nel pianterreno di una casa che non aveva più i suoi tre piani, mi raccontava, con occhi prosciugati dallo sdegno, dei suoi 28 congiunti uccisi, inermi e con bandiera bianca in mano, da “Piombo Fuso”; il signore di cinquant’anni, in abiti sbrindellati dalle macerie aguzze della sua casa, ricoperto di polveri, che seduto su mattoni sbrecciati tra pilastri sminuzzati e oggetti di vita frantumati o divelti, mi offriva il tè dal fornellino a gas e giurava che da quelle rovine non si sarebbe mosso mai; l’altro signore, un medico, che mentre dalla sua finestra comunicava a una tv israeliana in diretta quanto “Piombo Fuso” stava facendo  sotto i suoi occhi, si è visto la casa sfondata e le sue tre piccole figlie maciullate dalle granate di chi, attraverso la tv, lo aveva individuato.

Quello che, nonostante le esperienze fatte con Bush, Obama, Monti, Fornero, Di Paola, De Gennaro, Cancellieri, ci risulta buio, al punto di essere impenetrabile  e inafferrabile dalla coscienza, è come, in queste ore, gli stessi mandanti e gli stessi sicari – israeliani, primatisti assoluti da mezzo secolo – possano, nell’indulgenza e comprensione di un gregge mediatico e politico che bela “è solo ritorsione”, tornare a sguazzare nelle ossa e nel sangue di vittime da tempo ridotte peggio delle comunità israelite al tempo di Auschwitz e delle Fosse Ardeatine. L’ultima ritorsione di autodifesa l’apprendo in questo momento dal tg: altri nove bambini uccisi, e fanno venti, decine di mutilati. Lo Stato infanticida, con le sue “stragi degli innocenti”, si appende sotto il logo delle SS l’onorificenza massima del presunto padre della patria, Erode.


Giri di valzer su campi minati
Così il califfo neo-ottomano di Ankara e i premier di Egitto e Tunisia, con sulle natiche stampato il nulla osta di Washington e Nato, vanno a Gaza a lamentare quanto è successo e a giurare che a Israele non sarà consentito di continuare la carneficina. Nemo problema, Israele continuerà e nulla succederà. E’ che questi, pure appesi agli aiuti e alle armi Usa per la sopravvivenza della propria classe dirigente, qualcosa devono pur esibire a masse che li hanno votati e a quelle che non li hanno votati  e che, tutte, in queste ore stanno manifestando la loro collera da un capo all’altro del mondo arabo e islamico. Il che, comunque, è il segno che il quadro mediorientale è cambiato e che, se su Libia e Siria certi potentati arabi hanno saputo seminare confusione e paralizzare la dovuta solidarietà agli aggrediti, quando si tratta di Israele, di un carcinoma innestato nel corpo arabo affinchè ne venisse sopraffatta l’esistenza, non c’è generazione che non abbia chiarissime le  responsabilità e la posta del conflitto.

E’ sottile il filo su cui i proconsoli islamisti dell’Occidente si bilanciano tra soccorso a stelle e strisce e fermenti insurrezionali di popoli passati per la Primavera Araba, quella vera. Uno psicopatico come Netaniahu e una giunta sionista incalzata dalla rivolta sociale di pochi mesi fa, ha da ricompattare il proprio elettorato deviandolo sulla coltivata e radicata istanza di paura, razzismo e sciovinismo. L’assalto a Gaza, oltre a soddisfare certi istinti sanguinari ontologici, serve a questo. E serve anche a testare la reazione del vicinato e del mondo in vista di qualcosa di più esteso, tipo quanto è stato annunciato  alla Siria con i missili lanciati dal Golan e all’Iran con i vari piani di attacco sperimentati in esercitazioni congiunte Nato, anche con i “missionari tricolori di pace” di Monti e Riccardi.

Comunque, non di solo Netaniahu si tratta. Qui è in svolgimento un’operazione gigantesca di depistaggio che parte da molto più in alto. Per principi e lacchè della globalizzazione imperiale le cose non vanno per niente bene. La Libia è un caos intrattabile, i propri sguatteri sono assediati da ogni lato e non garantiscono la tranquilla rapina delle risorse. Peggio ancora, la Siria, con tuttora la Russia alle spalle, manda allo sfascio i vari piani di demolizione con cui via via gli sponsor di una pseudo-rivoluzione, messa in mano al terrorismo stragista di Al Qaida, cercano di eliminarla dal fronte antimperialista e fin dalla carta geografica. Il Sud Europa e gli stessi Stati Uniti subisce scossoni tellurici ad opera di un’insubordinazione sociale destinata inesorabilmente ad assumere strumenti politici e altri per mettere in discussione tutto. Lo spazio mediorientale, oltre che con la resistenza siriana, libica,  e le riluttanze algerine, sudanesi e irachene, all’ira di milioni, imbarazza la Cupola per la contesa triangolare tra Turchia, Egitto, e Stati-famiglia del Golfo su chi debba essere la potenza egemone nell’area. Contesa che diventa poi quadrangolare tra tutti questi e i rispettivi popoli che, rispetto a Israele, Usa, Occidente e democrazia, hanno idee un po’ diverse dai loro despoti.

Distrazioni
Le mattane di Netaniahu forse non arriveranno a rioccupare Gaza e a produrre un altro olocausto, ma insisteranno a farci dimenticare che ogni giorno in Siria muoiono, grazie ai compari di Netaniahu, più innocenti che a Gaza in tutto un anno “normale”. E altrettanto si può dire delle distruzioni. Ma avete mai visto “il manifesto” o “la repubblica” dedicare un terzo della propria foliatura ai crimini contro il popolo siriano, come invece li dedicano ai “casi di Gaza”? E, tornando su una vecchia polemica, avete notato come il gran clamore intorno alla Flottiglia di Gaza Due avvenisse al tempo in cui si sgozzava la Libia e quello suscitato dalla Flottiglia di Gaza Tre non includesse un borbottio sulla Siria massacrata? Non stupisce che il quartier generale dei pianificatori di queste benefiche imprese fosse collocato nel munifico Qatar, il cui padrone, Al Thani, tra una riunione operativa e l’altra, si sbaciucchiava in Israele vuoi con Tzipi Livni, vuoi con Olmert, vuoi con Shimon Peres e mandava al Jazira e ascari rastrellati qua e là a bombardare di menzogne e morte la Libia e poi la Siria.  

Facciamo bene a impegnarci per Gaza, ma cerchiamo di vedere il bosco. Con dentro anche cappuccetti rossi come il Fronte Popolare, co-satanizzatore dei suoi difensori di mezzo secolo, Gheddafi e Assad, e Hamas, che ha preferito scambiare Damasco con Doha, il popolo siriano solidale, con una satrapìa di fetidi boss intrecciati al nazisionismo, alla V Flotta Usa e ai benzinai multinazionali.  Ora il socio di maggioranza di questa Anonima Brigantaggio sta dando la caccia a Hamas in Gaza. Non ci resta che piangere. O, piuttosto, che incazzarci oltre i limiti stabiliti.

Cave canem
Una chicca che dimostra che non sono solo gli animali umani che i sionisti amano sfoltire da quelle parti. La Corte Rabbinica di Gerusalemme ha condannato alla morte per lapidazione un cane penetrato nel tribunale. Terrorista che ha spaventato giudici, imputati e accusatori. Secondo il tribunale era la reincarnazione di un avvocato laico che offese i magistrati vent’anni fa. Facciamogli fare la fine di un qualsiasi bimbetto a Gaza. O a Damasco.
Il cane contestatore è riuscito a darsela a gambe. E’ compagno di Loukanikos, il cane combattente di Piazza Synthagma. Quando si dice che, a volte, i cani sono meglio dei cristiani….



12 commenti:

andrea ha detto...

Ciao Fulvio,
ho avuto la sfortuna di sentire il "nostro" ministro degli esteri tale Terzi anche se al momento l'ho scambiato per il capo della comunità ebraica romana quel ceffo di "pacifici" che ha organizzato una fiaccolata a favore dell'operazione di "difesa" dell'esercito nazi-sionista. Ecco lui diceva, senza citare neanche una volta i bambini e le donne maciullate dai missili israeliti forniti dagli americani, che si spera in una fine dell'escalation e che tutto dipende dal fatto che hamas stoppi il lancio di missili perchè da li è nato il tutto. BUGIARDO.BUGIARDO.BUGIARDO.

In ogni caso Hamas è riuscita a raggiungere con i suoi missili una località a 80 km da Gaza, mostrando che non c'è più angolo di israele dove gli occupanti non possano essere puniti.

Ti mando anche questo simpatico video, un cartone animato che spiega semplicemente, pacatamente come dice il verme del pd, quello che sta succedendo a gaza e in siria.

http://www.youtube.com/watch?v=CIfxYOGfRlc&list=PL0D1E5C34901D8D0A&index=45&feature=plpp_video

ciao

Emilio Borelli ha detto...

Buondì Fulvio, come sai sono anch'io ancora convinto che si debba parlare con la gente e cercar di far funzionare il cervello - e le orecchie - di quanti credono (ottimisticamente egoisti) che quanto accade non li tocchi in alcun modo. Una sola notazione vorrei aggiungere, riguardo all'uccisione del bimbo figlio del corrispondente BBC. Ebbene il commento del referente locale di tale emittente si dichiarava stupefatto di come mai "essendo i servizi israeliani capaci di centrare un uomo in motocicletta, come accaduto il giorno prima, abbiano potuto incorrere in un errore così marchiano..." credo vi sia poco da aggiungere sull'argomento, questi embedded, gli stessi che all'atto del massacro libico spedivano messaggini eroici ben barricati nelle varie sedi diplomatiche, si meravigliano ed inorridiscono non del fatto che una vita o più vengano spente, no, il problema è che ci sono mezzi e tecnologie per essere più efficaci. Qui di seguito una barzelletta che mi ha passato una amica dal marocco, la metto in francese com'è arrivata non per snobismo (il testo è semplicissimo) ma per lasciarle il suo sapore. Barak Obama et Angela Merkel dînent à la Maison Blanche.

Un invité s'approche et leur demande :

– De quoi parlez-vous ?

– Nous élaborons des plans pour la troisième guerre mondiale, répond
Obama.

– Et quels sont ces plans ?, demande l'invité.

– Nous allons tuer 14 millions d'Arabes et 1 dentiste, répond Merkel.

L'invité les regarde confondu, et demande :
– Un dentiste ? … Pourquoi allez-vous tuer un dentiste ?

Obama donne une tape sur l'épaule de Merkel et dit :

– Qu'est-ce-que je t'avais dit ? Personne ne posera la question pour
les arabes !!!!

Buon Lavoro, Emilio

Mauro Murta ha detto...

Fulvio, complimenti per il tuo post. Lo si trova anche in Infopal, sito d’informazione fondamentale perché, pur occupandosi specificamente di Palestina, non perde di vista la “foresta”.
L’ho pubblicizzato scrivendo un commento sul blog di Grillo ad un post che non c’entrava un tubo. Ma ho notato con piacere che molti altri commentatori, invece che di banche, parlavano di Gaza.
Ho anche scoperto con pari soddisfazione che Grillo, in un’intervista a Yediot Ahronot (http://www.vanityfair.it/news/italia/2012/06/25/beppe-grilllo-politica-estera-iran-mossad-israele-palestinesi), ha fatto incazzare i sionisti.
Devo dire che, anche se il personaggio per sua natura è sempre incline alla boutade ad effetto, si vedono apprezzabili miglioramenti. E continuo a pensare che una collaborazione con te farebbe un gran bene al M5S. Come Infopal trae beneficio dal collegamento al tuo blog e, penso, viceversa, così vedrei bene una forma di “osmosi” fra il blog di Grillo e il tuo.

Mauro Murta

Fulvio ha detto...

Mauro Murta@
Complimenti per il tuo commento. Stiamo entrando in sintonia. Vedrai che Grillo ruberà altro spazio alle "sinistre". Chi da quelle parti ha detto le cose su Israele che ha detto lui.
Ho scritto a Grillo, ma non mi ha risposto.

Anonimo ha detto...

ROMA - L'Italia riconosce la Coalizione Nazionale di opposizione siriana.
Lo ha detto il presidente del Consiglio italiano, Mario Monti, in un'intervista con l'emittente Al-Jazeera annunciando la decisione di ospitare un ambasciatore della coalizione, formatasi lo scorso 11 novembre dopo lunghi colloqui in Qatar, e aggiungendo che chiedera' all'Unione Europea di pronunciarsi a favore della possibilita' di fornire armi ai ribelli. Monti, che si trova in visita presso gli stati del Golfo Persico ha aggiunto che le armi ai ribelli siriano ''non implicano direttamente il riconoscimento, per il quale devono essere presi in considerazione molti altri fattori''. Il governo legittimo di Damasco, guidato da Bashar Assad, ha definito "dichiarazione di guerra" l'azione del Qatar nel sostenere i ribelli armati siriani. Ora il governo "tecnico" di Mario Monti mette l'Italia in situazione di chiara ed aperta ostilita' con una nazione straniera, la Siria, e non e' detto che l'Italia stia scommettendo sul cavallo vincente. Naturalmente se il governo siriano riuscira' a sconfiggere i gruppi di terroristi armati debellando l'aggressione contro di se programmata dall'estero, saranno gli italiani a dover "pagare" con le proprie tasche le conseguenze delle politiche di Monti, un premier non-eletto.
http://italian.irib.ir/notizie/politica5/item/116659-

Mauro Murta ha detto...

Sono per natura pessimista e prima di entusiasmarmi per Grillo preferisco mettermi le mutande di ghisa. Sembra promettente, ma credo che se ha aggiustato il tiro sia merito della "base". Non c'è niente di male, anzi, ma non sarà facile liberare il M5S dal Travagliume come sembrerebbe suggerire la tua mancata risposta.
Bisogna vigilare e intervenire.

Mauro Murta

rossoallosso ha detto...

@Fulvio

mi è stata posta la domanda se Israele segue una via antisemita,ho risposto iniziando con una premessa e cioè che del semitismo ai sionisti frega una cippa (se non come uso mediatico,vedi antisemita) e che siano molto più pragmatici ed assolutisti con le loro mire imperialiste e la creazione della "Grande Israele"necessariamente prima politica poi geografica,son tanto bravi a disegnare confini col righello!!,va da se che per tutto l'occidente rimarrebbero, forse non gli unici, ma il maggiore popolo semita sulla terra, con tutto ciò che ne consegue.

meriterebbe certo una risposta meglio articolata ma arrivo fin li. che ne pensi

Fulvio ha detto...

rossoallosso@
Basta ripetere a tutto questo Occidente che gli unici semiti sono gli arabi e che gli israeliani ed ebrei, se non sono palestinesi e arabi convertiti, non sono affatto semiti, ma provengono dal Caucaso e sono Kazari.
Con questo il ricatto antisemita si sgonfia e, semmai, resta in vigore solo relativamente agli arabi, in parallelo con l'antislamismo, ideologia dominante.

Simone ha detto...

Salve Fulvio,

Mi fa sempre piacere leggere quello che scrive.
Un pò meno scendere in strada e ascoltare quello che dice la moltitudine su certi argomenti.
Ripetono frasi sconnesse, create a doc da una perfetta macchina da guerra.
Debordesca nell'azione, Pavloviana nei risultati.
La lascio con le suggestioni di un lavoro artistico.
Sgradevole il giusto.
Non perda i particolari delle immagini:come afferma lei,i mostri hanno sempre un piano...
Un dì, se lo vorrà, converseremo pure del linguaggio imposto e delle "chiese" dominanti in ambito artistico.
L'altra faccia (importantissima...) della stessa medaglia.

http://youtu.be/5TnaaSQHPPs

Un saluto,
Simone Basso aka Enomìsossab

Fulvio ha detto...

Simone@
Di quali moltitudini parla? A me quelle del 14 novembre e quelle che difendono la Siria dai ratti paiono ottime.
Quanto al video esoterico e un po' criptico, nulla che non si sapesse già, e in maniera più chiara.

Anonimo ha detto...

Ciao Fulvio volevo sapere un tuo parere su due fatti avvenuti recentemente a Roma: a) gli attivisti del Teatro Valle aggrediti nel ghetto ebraico; b)il raid contro i tifosi del Tottenham.
Saluti

Fulvio ha detto...

Anonimo@
Sull'aggressione nel ghetto ebraico c'è poco da aggiungere a quello che si sa. Al Teatro Valle si è denunciata la strage israeliana a Gaza e nel corteo a cui hanno partecipato quelli del Valle sventolavano bandiere palestinesi. Motivo sufficiente per i teppisti sionisti per rompere la testa ai manifestanti. L'attacco dei fascisti ai tifosi del Tottenham a mio avviso era la classica manifestazione dei coatti del tifo romano e non credo avesse niente a che fare con il retroterra ebraico di parte del tifo per quella squadra inglese. Come sempre è servito a sfoderare il vittimismo strumentale dei sionisti e a coprire le nefandezze che i loro correligionari vanno compiendo in Palestina.