martedì 24 dicembre 2013

PIOVE FOSFORO BIANCO, GOVERNO LADRO. Ma c'è chi ha l'ombrello, come l'Ucraina.

Cari Interlocutori, l’ho fatta bella lunga. Suggerisco una lettura a spizzichi e bocconi, dato che ogni ulteriore incombenza vi sarà evitata nelle prossime settimane, tutte impegnate al confezionamento del documentario “No Tav-No Muos – Guerra all’Italia”

Siamo sempre stati fieri del nostro paese. Ma non abbiamo aspirazioni da superpotenza, non ambiamo al dominio regionale o globale, non interferiamo negli interessi di chiunque altro cercando di esserne i padrini, non diamo lezioni a nessuno. Ma ci adoperiamo per essere leader nella difesa del diritto internazionale, assicurando che sovranità nazionale, indipendenza e identità siano rispettate. (Vladimir Putin)

Quelli che vivono in piccolo, si accoppiano in piccolo, muoiono in piccolo. E’ l’approccio riduzionista alla vita. Se la tenete piccola, la manterrete sotto controllo. Se non fate rumori, l’uomo nero non vi troverà. Ma è un’illusione, poiché anche questi muoiono, coloro che avvolgono le proprie vita in piccole palline di cotone, in modo di stare al sicuro. Al sicuro da cosa? La vita corre sempre sull’orlo della morte, stretti vicoli conducono negli stessi posti di grandi viali e una candela piccola si consuma quanto una fiammante torcia. Ho scelto il mio proprio modo di bruciare. (Sophie Scholl, resistente e martire antinazista)
 
Unione bancaria-soluzione tombale


Ciò che quel leone impagliato, quel Babbo Natale da Coca Cola di Palazzo Chigi, ci ha regalato è una procedura Libia senza bombe, ma con un numero illimitato di mercenari. Mediatici. Il risultato è analogo. Una nazione consegnata incaprettata alle camere a gas allestite da Wall Street, Pentagono e Bruxelles, saccheggiata fino al midollo, rasa al suolo, obliterata. A sinistra s’ode lo squillo della Troika che, con l’Unione Bancaria, ha esteso ai paesi zavorra dell’Europa, sottraendogli un altro pezzo di sovranità, il metodo Cipro della dittatura bancaria. Dittatura bancaria che ora si sosterrà per legge mediante la rapina e riduzione in miseria di obbligazionisti (il malloppo dei risparmi popolari nella pancia delle banche sono Buoni del Tesoro) e correntisti con in banca un gruzzolo che li difenda dall’assalto dei predatori. Stupite, anche se non c’è niente da stupire, vista la smodata passione che il padre nobile Valentino Parlato nutriva per banche e  Banca d’Italia, leggendo l’anodina “obbiettività” con cui il “manifesto” ha commentato questo “esproprio elitario”. A destra risponde lo squillo degli ascari coloniali locali incaricati di metterci il collare a strozzo made in BCE. La “legge di stabilità”, che si deve intendere formalmente per “finanziaria” e sostanzialmente per prelievo forzoso di ricchezza da trasferire dal corpo della piramide alla sua punta, è la più bella giocata delle tre carte che si sia vista dai tempi del governo Amato e della svendita del patrimonio di tutti noi ai vari Khodorkovsky domestici e multinazionali.

venerdì 13 dicembre 2013

FORCONI E FORCHETTONI





La Storia è un insieme di bugie su cui ci si è messi d'accordo. (Napoleone Bonaparte)

Una verità detta con cattive intenzioni batte tutte le bugie che si possano inventare. (William Blake")

Quando la verità è sostituita dal silenzio, il silenzio è una bugia. (Yevgeny Yevtushenko)

Il TTIP dietro l'angolo
La cosa migliore è la legnata inflitta all’autocrate illegittimo e anticostituzionale che sul Colle spende più della regina Elisabetta, come al suo paragoverno dei peggiori, con effetto collaterale dell’ennesima tramvata al più stupido dei furbi con baffetti. La cosa peggiore è l’identità di chi glie l’ha data. La malformazione mezzo Panariello e mezzo Coniglio mannaro, partorita da un partito unico bipolare consolidato nel culto bipolarista che risale a Berlinguer, tanto che ovviamente anche Vendola, dimezzato dalle malefatte da governatore,  e il suo house organ “manifesto”, si uniscono al coro del “cambiamento” con più d’una strizzatina d’occhio, è chiamata a eseguire il mandato del TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership). Esattamente come lo sono stati l’epistola-diktat di Bruxelles al guitto mannaro, quella di Draghi-Goldman Sachs al terminator idiota della Bocconi e i vari fiscal compact e pareggio del bilancio in Costituzione. E come lo sono ora la sedizione neo-arancione filo-UE in Ucraina, le spedizioni coloniali francesi nel Sahel, la difesa ad oltranza della vampira-premier tailandese, le cospirazioni contro i paesi liberati dell’America Latina.

Tutte tessere di un puzzle imperiale da comporre con la privatizzazione di ogni residuo pubblico in Occidente, come con l’eliminazione coatta di nazioni:Libia, Siria, Yemen, Afghanistan, Pakistan, Yemen, Somalia e, chissà, Iran. I protagonisti di tutto l’ambaradan post-democratico, detto globalizzazione neoliberista, in questi giorni li avete potuto ammirare mentre competono nel campionato mondiale di ipocrisia a Johannesburg, primatista imbattibile l’assassino seriale che siede alla Casa Bianca. Dove liberatori di popoli come Bush, Clinton, Obama, Cameron, Hollande, Merkel, e loro euroseguito con il tovagliolo sul braccio, crooner mediatici e lavapiatti politici, agitano turiboli alla memoria di colui che, risolto l’anacronistico imbarazzo di un paese di neri tiranneggiato e spolpato da bianchi, gli ha poi evitato l’inelegante conflitto di classe e la sottrazione del bottino a banche e multinazionali, ovviamente bianche.

venerdì 6 dicembre 2013

GUERRA GLOBALE - FRONTE ITALIA - NO MUOS - NO TAV - ISRAELE-ITALIA - UCRAINA - HONDURAS


Niscemi, murale di Blù: il suonatore di morte Usa.
“Chi è il ribelle? L’uomo che dice no”. (Albert Camus)
“Riina insiste a minacciare di morte il Procuratore di Palermo De Matteo, che dirige l’inchiesta sul connubio stragista Stato-mafia. De Matteo stia in guardia. Ha parlato il portavoce del regime”. (anonimo)
“Il coro mondiale del lupi mannari ulula lamenti per la morte di Nelson Mandela. Un uomo che piace a tutti quelli che non piacciono a me. Con tutto il rispetto per il giovane combattente anti-apartheid, l’apartheid che lui, come Luther King, ha abbattuto è quella tra borghesia capitalista bianca e borghesia capitalista nera. L’apartheid delle classi subalterne, tutte nere, è rimasta. A Mandela, che rideva con tutti, da Bush a Thatcher, preferisco Lumumba e Sankara, a Luther King Malcolm X, a Ghandi i naxaliti”. (il sottoscritto)
La prolungata assenza dal blog, che avrà allietato coloro che deplorano la lunghezza dei miei articoli, era dovuta a una missione N0 MUOS in Sicilia che, insieme a quelle precedenti NO TAV e NO TAV-Terzo Valico, produrrà fra un paio di mesi i temi centrali, affiancati da altri consimili, del mio primo documentario-lungometraggio sul nostro paese, dopo la ventina che ho dedicato dal 1998 a guerre, rivoluzioni e altri sommovimenti in giro per il mondo. Titolo provvisorio del docufilm qualcosa come “Guerra Globale-Fronte Italia.  PARTIGIANI DEL DUEMILA”.
La Sicilia è bellissima. Questa è la prima considerazione che mi balena al riandare ai giorni trascorsi tra Palermo, Niscemi, Gela, Sigonella. E bellissimi nell’animo e nelle azioni sono i siciliani, dalle “o”  ed “e” larghe come i loro sorrisi a capo della cordialità, disponibilità, assistenza, intelligenza che hanno riservato a me e alla mia compagna-collaboratrice. Grazie a loro e al patrimonio di due anni di lotte abbiamo potuto penetrare e trascorrere per le turpitudini dello stupro ambientale e umano inflittogli da USA e loro sguatteri domestici, e per la rivolta di avanguardie e popolazioni tornate in piedi come alla nostra Comiso degli anni ’80.

giovedì 21 novembre 2013

SACCHEGGIO E DEVASTAZIONE


 Niente rafforza l’autorità, quanto il silenzio”. (Leonardo da Vinci)

Chi non batte ciglio alla vista di sanguinosi delitti conferisce loro propriamente l’apparenza delle cose naturali. Designa il crimine atroce come alcunché di scarsa rilevanza quale è la pioggia e, come la pioggia, altrettanto inevitabile. Già con il silenzio sostiene i criminali, ma presto si accorgerà che, se non vuole perdere il proprio pane, non solo deve tacere la verità, ma anche dire la menzogna”. (Bertold Brecht)



Siccome c’ero, posso smerdare le fetide intese tra garzoni di bottega del regime di destra e di “sinistra”, con l’impossibile Norma Rangeri (“il manifesto”) e quel figlio di povera donna, Mentana (“La7”), uniti sull’inginocchiatoio davanti alla Triade dei celebranti Napolitano-Letta-Alfano. Non c’è stata nessuna guerriglia ieri a Roma, Campo de’ Fiori, mentre, al sicuro tra i cristalli di Murano, le poltrone Luigi XVI e i tappeti Shiraz, decidevano di lanciare la guerra ai loro stessi territori, frantumando le Alpi tra Piemonte e Savoia con il maglio da 24 miliardi TAV. Saccheggio e devastazione di territori e genti, ma fondamentale asse logistico per speculatori, mafie, Nato ed Eurogendfor (la nuova polizia sovra- e anti-nazionale europea). Ma di guerriglie e violenza hanno blaterato, pronubi delle militarizzazioni sociali importate da Israele e Usa, i media di regime e di cripto-regime.  Devastazione e saccheggio è, nel classico repertorio dell’inversione della realtà della neolingua praticata a partire da “interventi umanitari”, “diritti umani”, “operazione di pace”, l’imputazione inventata per i No Tav della Val di Susa che non calano le braghe davanti a stupratori con ruspe, manganelli e pubblici ministeri con le zanne.

giovedì 14 novembre 2013

DELITTI E CASTIGHI A CASA NOSTRA



DELITTI  E  CASTIGI  A  CASA  NOSTRA

“Se uno , con parole al miele ma mente malvagia, convince le gente, grandi mali cadranno sullo Stato” (Euripide - “Oreste”)

Una democrazia che conduce guerre, o si prepara a guerre moderne e scientifiche, dovrà necessariamente cessare di essere democratica. Nessun paese può davvero preparasi alla guerra moderna se non quando sia governato da un tiranno, alla testa di una burocrazia altamente addestrata e perfettamente obbediente”. (Aldous Huxley)
S’ode a destra uno squillo di tromba, a sinistra uno squillo risponde… Tutti fatti a sembianza d’un solo / figli tutti di un solo riscatto / in qual ora, in qual parte del suolo, trascorriamo quest’aura vital, / siamo fratelli; siam stretti a un patto: / maledetto colui che l’infrange, / che s’innalza sul fiacco che piange, / che contrista uno spirto immortal” (Alessandro Manzoni – “Il conte di Carmagnola”)

Per formazione e passione, e anche perché da quelle parti si incontrano più soddisfazioni che in questo nostro paese degradato e disperato, sono tanti anni che mi occupo di esteri, là dove lo scontro tra imperialismo e liberazione è più acceso e visibile. Ma sono davvero felice di aver fatto uno strappo alla regola decidendo di occuparmi di Italia e di trarne un nuovo documentario. Se non ne fossi stato convinto già dall’esperienza valsusina, cui ho fatto riferimento nell’ultimo pezzo, a confermarmi definitivamente e felicemente nella scelta è stato un altro incontro con una realtà italiana che, quanto a nobiltà coraggio, determinazione, chiaroveggenza, tiene il passo con i migliori dei miei amici combattenti in mezzo mondo, che siano o meno già vincenti, siriani, libici, venezuelani, serbi, boliviani, honduregni e, via, volando di fiore in fiore. Se è vero che abbiamo sul collo da trent’anni una orribile banda di grassatori, ladri, rapinatori, truffatori, stupratori e reazionari travestiti da politici di opposte fazioni, ma perfettamente omologhi, sta diventando vero che da questo diluvio di letame è spuntato il noto diamante. E sono giovani, maturi, anziani - in Val di Susa c’è una perfetta sintonia tra ormai tre generazioni - donne, bambini, studenti, pensionati, operai, impiegati, precari, imprenditori, bottegai, molti sostenuti dai loro cani, un campione di quel famoso 99% su cui solo gli irrimediabili dietristi, appesi alla palingenesi da sola classe operaia, arricciano il naso.

mercoledì 6 novembre 2013

GRANO E LOGLIO DI CASA NOSTRA



GRANO E LOGLIO DOMESTICI

“Chi è ribelle? L’uomo che dice no”. (Albert Camus)

“Il Presidente Napolitano esprime apprezzamento per i temi affrontati quest’anno, cultura e fratellanza, che testimoniano il costante e meritorio impegno del Grande Oriente d’Italia nel riaffermare quei principi di solidarietà e di contrasto a ogni forma di integralismo che sono alla base di un’etica civile fondata sul dialogo e sul rispetto reciproco”. (Giorgio Napolitano, 2013)

Tutta la propaganda per la guerra, tutte le bugie urlate e l’odio, vengono invariabilmente da gente che non combatte”. (George Orwell)

“Se si applicassero i giudizi di Norimberga, ogni presidente americano del dopoguerra sarebbe stato impiccato”. (Noam Chomsky)

“Sii gentile, poiché chiunque tu qui incontri sta combattendo una battaglia più dura”. (Platone, mentre si aggirava per la Val di Susa)


Dalla casa di Beppe che mi ospitava, l’alba vissuta dal grande finestrone era ogni giorno un abbagliante spettacolo pirotecnico: dai primissimi accenni di luce giallo-limone, a sbaffi giallo-ocra che s’inerpicavano sull’orizzonte sfondando la cancellata della bassa valle, a vampate carminio a sposare i monti da sud a nord, fino a un cielo celestino sfondato e striato a raggiera dall’epifania del sole. Sotto, una bruma dalla quale facevano capolino agglomerati di tetti, una striscia lucente di acqua, la Dora Riparia, capannoni ahinoi abbandonati, e quel fascio di infrastrutture (statali, autostrade, elettrodotti) che tagliano e opprimono la valle da cima a fondo. Infrastrutture che i bulimici di redditizie devastazioni vorrebbero coronare con una di quelle Grandi Opere che, riempiendone le tasche, ingrassano e tengono saldo in piedi il complesso politico-militar-affaristico incaricato dai padroni dell’Occidente di mettere le manette al resto dell’umanità.

lunedì 21 ottobre 2013

NO TAV PER TUTTI


“La storia umana diventa sempre più una gara tra istruzione e catastrofe”. (H.G.Wells)
Il modo più sicuro per corrompere un giovane è educarlo a tenere in più alta considerazione coloro che la pensano alla stessa maniera, che quelli che la pensano diversamente”. (Friedrich Nietzsche)
“Noi oggi viviamo in una nazione in cui i medici distruggono la salute, i legislatori distruggono la giustizia, le università distruggono la conoscenza, i governi distruggono la libertà, la stampa distrugge l’informazione, la religione distrugge la morale e le nostre banche distruggono l’economia”. (Chris Hedges)
“I proprietari di questo paese conoscono la verità. Si chiama sogno liberale poiché tocca essere addormentati per crederci”. (George Carlin)

Sulla strepitosa manifestazione romana, militante, radicale, antagonista, del 19 ottobre 2013, s’è scritto e riscritto, dal pessimo all’ottimo. Ho poco da aggiungere alle cronache e valutazioni fatte, soprattutto dalla lista di movimento No Tav. Sì, perché per me gli attori protagonisti di questo indubbio successo, che ha ridicolizzato e umiliato in tutta la sua sterile ripetitività la sfilata soft dei gentiluomini e gentildonne del precedente 12 ottobre a Piazza del Popolo, guidata dai buonisti compatibili Rodotà e Ciotti (entrambi da fulminare per le collateraliste stronzate caselliane espresse sul movimento No Tav: “isolare i violenti”), sono le tre generazioni No Tav della Val di Susa, protagonisti della più intelligente e includente lotta dell’ultimo quarto di secolo.

mercoledì 16 ottobre 2013

FUORI DAL VASO - AL CENTRO DEL VASO (Priebke e gli altri)

"La disobbedienza è, agli occhi di chiunque abbia letto la storia, la virtù primaria dell'umanità. E' attraverso la disobbedienza che si è fatto progresso, attraverso la disobbedienza e la ribellione. (Oscar Wilde)

Vado alla rinfusa, senza alcun criterio di priorità, ‘ndo cojo cojo, su chi la fa dentro, su chi la fa fuori per imperizia, incompetenza o perché strabico, su chi la fa fuori apposta per allagarci e affondarci e su chi ha la stipsi e non la fa per niente.

Pur nuova legge impone oggi i sepolcri / fuor de' guardi pietosi, e il nome a' morti / contende…. Dal dí che nozze e tribunali ed are / diero alle umane belve esser pietose / di se stesse e d'altrui, toglieano i vivi / all'etere maligno ed alle fere / i miserandi avanzi che Natura / con veci eterne a sensi altri destina. (Ugo Foscolo “Dei Sepolcri”)

Sharon, Begin, Shamir, Golda Meir, Ben Gurion, Netaniahu, Obama… altro che Priebke. Fa irruzione per primo, nella mia rassegna di evacuazioni fatte fuori dal vaso, di quelle che intendono allagarci, l’uragano di clamori attorno alla dipartita di un ufficiale tedesco che, sesto nella trafila di comando dopo Hitler, il generale Malzer, il generale Von Mackensen, il colonello Kappler e il capitano Hass, partecipò alle esecuzione di 335 cittadini italiani alle Fosse Ardeatine. Crimine di guerra e contro l’umanità, certo, basato sullo scellerato principio dell’esecuzione di 10 prigionieri civili per ogni soldato tedesco ucciso. Regola, peraltro, applicata nella seconda Guerra Mondiale da quasi tutti i contendenti. Come resta in vigore in ogni parte militare del mondo l'obbligo dell'obbedienza  Crimine di guerra e contro l’umanità, quello di Priebke, da valutare in rapporto al progresso della civiltà e dei diritti umani nell’era democratica post-nazista, che ha visto i presidenti della “più grande democrazia del mondo”, Bush e Obama, ammazzare, a occhio e croce, 1000 civili per ogni cittadino Usa polverizzato nell’operazione attribuita a nemici islamici dell’11 settembre 2001. Clamori portati al diapason dal solista del coro, Pacifici, presidente della comunità ebraica, che, con logica coerente, serba il più stretto riserbo sui 3000 e passa palestinesi, donne, bambini, anziani, fatti massacrare a Sabra e Shatila dal comandante Ariel Sharon. E poco gli interessa il rapporto tra 1.450 palestinesi uccisi a Gaza da Piombo Fuso, in parte bruciati vivi dal fosforo bianco, e i 15 israeliani colpiti dai razzi della Resistenza, occasione nella quale si è passati dall’orrenda decimazione nazista, all’equilibrata centimazione dell’ ”unica democrazia del Medio Oriente”.  Cosa ne vogliamo fare delle salme di tutti i primi ministri e tutti i generali israeliani che da sessant’anni stanno non decimando, ma centimando, il popolo titolare di quella terra? Cosa ne pensa Pacifici di affidarle alle cure di quei bravi cittadini di Albano che hanno tentato di linciare il cadavere di Priebke, nientemeno? Non è scritto nelle tavole sacre che davanti alla giustizia i morti sono tutti uguali?

domenica 6 ottobre 2013

“VERGOGNA!” A CHI?

Eran trecento, eran giovani e forti, e sono morti!
Me ne andavo al mattino a spigolare,
quando ho visto una barca in mezzo al mare:
era una barca che andava a vapore…
Sceser senz’armi, e a noi non fecer guerra,
ma s'inchinaron per baciar la terra,
ad uno ad uno li guardai nel viso;
tutti aveano una lagrima e un sorriso.
Li disser ladri usciti dalle tane,
ma non portaron via nemmeno un pane;
e li sentii mandare un solo grido:
«Siam venuti a morir pel nostro lido».
(Da Luigi Mercantini, “La spigolatrice di Sapri”, leggermente aggiornata)

Prima di passare al tema centrale di questo pezzo, i morti di Lampedusa e chi li ha ammazzati, consentitemi l’ennesima rilevazione del livello di degrado giornalistico-politico cui è giunto “il manifesto”. Il 4 ottobre, nella pagina 15, solitamente riservata a contributi esterni, non sempre condivisibili ma di una qualche dignità, sono apparse due articolesse (così Giorgio Saviane bollava scritti indegni di essere definiti articoli), rispettivamente di tale Nicola Corritore e del fotografo Mario Boccia, ricomparso dall’oscurità in cui lo avevano relegato i suoi bassi servizi agli squartatori dei Balcani. Qui si è toccato il fondo. L’intero paginone riesuma le balle fatte passare per le “glorie e gli eroismi” dei pellegrini pacifinti precipitatisi nei primi anni ’90 a Sarajevo per coprire con le mistificazioni Cia sul “dittatore Milosevic”, il suo” ultranazionalismo” e “l’assedio serbo alla città multietnica”, la realtà di un’aggressione imperialista mirata a ridurre la Jugoslavia in un mosaico di non-Stati, da impiegare per ogni genere di traffico criminale. Tra utili idioti, esibizionisti, fetidi amici del giaguaro, assieme ai famigerati “Beati Costruttori di Pace” (con la loro milizia “Berretti Bianchi”) e ai rivoltanti  Adriano Sofri (incaricato di volgere in serbi gli obici bosgnacchi del nazista Izetbegovic che facevano strage al mercato) e Alex Langer (a sua volta impegnato a invocare sui serbi i pacifici missili all’uranio Nato), a Sarajevo si era radunato il peggio del peggio dei collateralisti diritto-umanisti.

venerdì 4 ottobre 2013

CRIMINAL TANGO



Il forte si mesce col vinto nemico;
Col novo signore rimane l’antico;
L’un popolo e l’altro sul collo vi sta.

Dividono i servi, dividon gli armenti;
Si posano insieme sui campi cruenti
D’un volgo disperso che nome non ha. (Alessando Manzoni, Coro dell’Adelchi)

Vi segnalo subito, in fondo al post, l’intervento della pentastellata Paola Taverna nel dibattito sulla fiducia al Letta-Lecca cum Berlusconi. Tra tutte le miserie, fanfaluche, menzogne, baggianate, perfidie, vomitate dalle larghe intese tra congiurati, cialtroni, ciarlatani, cialdini, ciampiconi, cianciconi, ciangottanti, ciarloni, ciarpami, tutti tentacolini della Seppia Gigante sul Colle, amministratrice delle larghe intese mafio-massonico-atlantiche, il discorso della giovane e intrepida Paola emerge come un diamante nella cloaca maxima.;
Nell’aria inquinata di uranio impoverito esalata dal consesso dell’inciucio strategico su quella che per la graziata da SEL-PD, Laura Boldrini, è una sacra istituzione ingiuriata dai grillini, la voce della senatrice a cinque stelle ha fatto riflettere sulle occasioni perse, quando poteva e doveva e non faceva, da quello che chiamavano (e qualche inconsulto ancora rievoca come tale) “il Grande PCI”. Per un attimo abbiamo percepito cosa  questa assemblea di nominati, pregiudicati, corrotti, ladri, falsari, avrebbe potuto essere se fosse popolata da persone come Paola. Avremmo anche potuto, in quel caso, soprassedere sulla storicamente, politicamente e moralmente necessaria liquidazione della democrazia rappresentativa.

lunedì 23 settembre 2013

VIL RAZZA DANNATA


 Nulla fa più male in uno Stato di uomini scaltri che passano per saggi. (Francis Bacon)

Il termine “propaganda” suona melodrammatico ed esagerato, ma una stampa che, per codardia, carrierismo, o convinzione, acriticamente recita le false affermazioni dei governi e le riferisce come fatti, o tratta notabili politici con la reverenza già riservata ai reali, non può essere descritta accuratamente come impegnata in una funzione diversa. (Glenn Greenwald, il diffusore sul “Guardian” delle rivelazioni di Snowden)

Ciao, e tanta roba, ma ci rileggiamo a Ottobre.




Lucia Goracci, TG3, con Haisam Abu Omar e ratti vari. Haisam, visibile anche armato in un gruppo di Alqaidisti che stanno per uccidere a freddo soldati siriani, fu arrestato per terrorismo a Roma nel 2012 e, stranamente subito rilasciato. E’ un sodale  di membri dell’Unione delle Comunità Islamiche d’Italia. Incoraggiato dalla compagnia di Bersani in occasione di una manifestazione anti-Assad a Roma, ha poi raggiunto  le bande dei terroristi in Siria. Nessuno s’è sognato di arrestarlo in Italia, come nessuno ha osato fermare l’inviata cripto-si sa cosa, dopo che già aveva adottato alla sua funzione la verità in Libia e Siria, fraternamente accolta dai seviziatori Nato-Al Qaida.

TERRORISTA A CHI?


 Se la ricchezza fosse il risultato inevitabile di duro lavoro e iniziativa, ogni donna in Africa sarebbe una milionaria .(George Monbiot)

 Il socialismo non si è mai radicato in America perché i poveri non si vedono come un proletariato sfruttato, ma come milionari momentaneamente in difficoltà. (John Steinbeck)


Orrore nel mondo per la strage di Nairobi, forse 90 morti e mentre scrivo, dopo 24 ore di conflitto a fuoco tra guerriglieri somali ed esercito keniota, pare che questo stia dando l’assalto all’ultimo gruppo penetrato nel centro commerciale Westgate Shopping Mail a Nairobi. Aspettiamoci un po’ di ostaggi sterminati insieme agli Shabaab, Parigi val bene una messa, come a Monaco, Olimpiadi del ’72. La falsariga del coro mediatico diretto dall’apparato della guerra infinita è sempre quella: attacco terroristico di estremisti legati ad Al Qaida. Vale a dire bruti dissennati, assetati di sangue che si avventano contro civili innocenti sul lato giusto della civiltà, quello occidentale (nessun imbarazzo alla constatazione, ormai plateale, che bruti dissennati, assetati di sangue, in Siria sono la fanteria dell’apparato della guerra infinita e si avventano contro civili innocenti che, però, stavolta stanno dal lato sbagliato della civiltà).

venerdì 20 settembre 2013

TRA COLOR CHE SON SOSPESI


E’ allarmante che interventi militari nei conflitti interni di altri paesi sono diventati un luogo comune per gli Usa. Questo non è certo nell’interesse a lungo termine dell’America. Milioni nel mondo sempre più vedono l’America non come modello di democrazia, ma come chi si basa esclusivamente sulla forza brutale, assemblando coalizioni sotto lo slogan “o siete con noi, o siete contro di noi”…
Ma la forza si è dimostrata senza senso e senza risultati. L?Afghanistan è a pezzi e nessuno sa cosa succederà, la Libia è frantumata tra bande e clan, in Iraq continua la guerra civile con decine di uccisi ogni giorno. Negli Stati Uniti molti vedono un’analogia tra Iraq e Siria e si chiedono perché il loro governo insista a ripetere i suoi errori…
Ho studiato attentamente il discorso alla nazione del presidente Obama. E’ sono in disaccordo con la sua affermazione sull’eccezionalità americana, secondo cui è la politica degli Usa che rende l’America diversa, eccezionale. E’ estremamente pericoloso incoraggiare la gente a considerarsi eccezionale. Ci sono paesi grandi e piccoli, ricchi e poveri, quelli con lunghe tradizioni democratiche e quelli che ancora cercano la loro via alla democrazia. Anche le loro politiche si differenziano. Siamo tutti diversi, ma quando chiediamo la benedizione del Signore, non dobbiamo dimenticare che siamo stati creati uguali. (Vladimir Putin, lettera al popolo americano)

 "Basta giocare in difesa"  (Maurizio Landini)

"Gli Usa si sono presi due paesi con due torri". (Detto iraniano)
“Se combatti contro terroristi venuti da 80 paesi, sostenuti da Stati arabi e occidentali, se allora il tuo popolo non ti abbraccia, non potresti continuare. Syria resiste da due anni e mezzo, come potrebbe senza l’appoggio della gente?” (Bachar el Assad)

 Scudi umani a Damasco

La tranvata l’hanno presa. E gli ha leso un bel po’ di senno. Ora, rintronati, cercano di rialzarsi. Il botto false flag del bombardamento chimico fatto fare alla propria fanteria Al Qaida per incolparne Assad ha fatto puff, come un mortaretto bagnato. Gli Usa cercano di rianimarlo. Scatenano il solito burattino segretario dell’ONU, insieme ai neonazisti nel Congresso, agli sguatteri francesi e ai propri datori di lavoro israeliani. A dispetto di una commissione ONU che si divincola nell’impossibilità di attribuire i gas all’esercito nazionale, il misirizzi con gli occhi a mandorla uggiola: “nient’affatto, il mortaretto è l’immenso arsenale chimico di Assad che minaccia l’universo mondo, sui razzi c’erano i caratteri cirillici (questa è proprio disperata), bisogna ricorrere al cap.VII della Carta dell’ONU che consente ai pirati di intervenire”. A parte che quella dei caratteri cirillici (russi) dimostra solo che le armi del mercato, o da paesi un tempo riforniti dall’URSS (Libia, Est Europa, Balcani), finite  in mano ai ratti e ai mercanti, sono state fatte arrivare ai mercenari (indovinate da chi), la gigantesca bufala non è che il clone delle False Flag di Golfo del Tonchino, 11 settembre, ADM di Saddam, stragi etniche di Milosevic, 10mila libici uccisi da Gheddafi. Copia conforme che è stata disintegrata dalle decine di prove (documenti, testimonianze, confessioni, intercettazioni, immagini satellitari russi, video) della responsabilità dei sicari e dei mandanti dell’Impero.

mercoledì 18 settembre 2013

Viva Alberto Perino, Viva i No Tav. Abbasso i becchini della Valle e chi ne vuol fare un modello di genocidio sociale.


Un graditissimo commento di Alberto Perino, esponente di punta dei NO TAV, dal blog di Beppe Grillo


"Un saluto a tutti gli amici del blog di Beppe Grillo
Non si era mai visto un accanimento mediatico contro un movimento come quello che sta avvenendo nei confronti del movimento NO TAV. Non si era mai visto un accanimento giudiziario con prove molto deboli o addirittura assenti come quello che sta avvenendo nei confronti degli attivisti NO TAV. Ogni pretesto è buono per privarli delle libertà individuali, per montare accuse farlocche e campate in aria seguite da perquisizioni e sequestro di computer, degli archivi informatici e di tutti gli aggeggi dotati di memoria elettronica. Tecnica della pesca a strascico: alla fine qualcosa si prende e, magari, da cosa nasce cosa.

martedì 10 settembre 2013

Siria e Val di Susa unite nella lotta - Una partigiana molto ex e una partigiana sempre - Siria e Russia, scudi umani - Paccottiglia pacifinta





 Trilussa
 LA NINNA NANNA DE LA GUERRA
 (1914)

Ninna nanna, nanna ninna,/ er pupetto vò la zinna:/dormi, dormi, cocco bello,
sennò chiamo Farfarello / Farfarello e Gujermone / che se mette a pecorone,
Gujermone e Ceccopeppe / che se regge co le zeppe, / co le zeppe d'un impero
mezzo giallo e mezzo nero. / Ninna nanna, pija sonno /ché se dormi nun vedrai
tante infamie e tanti guai / che succedeno ner monno / fra le spade e li fucili
de li popoli civili / Ninna nanna, tu nun senti / li sospiri e li lamenti
de la gente che se scanna / per un matto che commanna;
che se scanna e che s'ammazza / a vantaggio de la razza / o a vantaggio d'una fede
per un Dio che nun se vede, / ma che serve da riparo/ ar Sovrano macellaro.
Chè quer covo d'assassini / che c'insanguina la terra / sa benone che la guerra
è un gran giro de quatrini / che prepara le risorse / pe li ladri de le Borse.
Fa la ninna, cocco bello, / finchè dura sto macello: / fa la ninna, chè domani
rivedremo li sovrani / che se scambieno la stima / boni amichi come prima.
So cuggini e fra parenti / nun se fanno comprimenti: / torneranno più cordiali
li rapporti personali. / E riuniti fra de loro / senza l'ombra d'un rimorso,
ce faranno un ber discorso / su la Pace e sul Lavoro / pe quer popolo cojone
risparmiato dar cannone!

Pochi sono i luoghi dove mi chiamano a presentare i miei lavori che mi abbiano dato la gioia e la commozione dell’altra sera a Bussoleno in Val di Susa, dove hanno voluto vedere il docufilm “Armageddon sulla via di Damasco”. Nella valle della più bella resistenza offensiva, prodotta da quel pezzo di paese dove vivono vecchi  irriducibili e giovani non decerebrati, ero arrivato per la prima volta a cavallo tra i due decenni durante i quali la tenuta di questo popolo eletto ha superato perfino quella dei formidabili anni ’70. Già allora i difensori dell’integrità della propria storia, del proprio territorio, della propria visione di futuro, maturando, come suole, nella battaglia tattica una coscienza strategica valevole per l’intera umanità, si erano districati dai lacci e lacciuoli delle ambiguità cerchiobottiste che hanno paralizzato e poi svuotato di significato ed effettività le antiche sinistre e, poi, i loro detriti formicolanti nell’esistente dato e accettato. Avevamo proiettato una volta “Genocidio nell’Eden”, nel quale i valsusini hanno saputo mescolarsi al popolo iracheno votato, come loro e dallo stesso nemico, alla scomparsa dalla carta geografica e dalla storia. E, l’altra, “Serbi da morire”,  nel quale lucidamente vedevano il parallelo tra l’automutilazione dell’Europa da parte di cricche criminali assoldate dal Moloch imperiale, e quella analoga operata dalle stesse cosche attraverso la desertificazione della loro terra.

domenica 8 settembre 2013

Da Ibtrahim al Amin. CONDIVIDIAMO!


La Resistenza è il nostro destino
Al diavolo tutti i discorsi sulla democrazia sostenuta da Stati Uniti, Francia, Gran Bretagna e... Arabia Saudita, Turchia e Israele.
Al diavolo ogni offerta di libertà con il sostegno di questi assassini.
Al diavolo ogni pazzo criminale e codardo, non importa a cosa assomigli, come si chiami, dove vive o quello che faccia.
Al diavolo tutti coloro che sostengono una guerra internazionale per rovesciare la Siria.
Al diavolo questo gruppo di collaboratori, di cui la gente saprà senza dubbio tenere conto un giorno, quando ci saranno caos o stabilità.
Al diavolo tutti i traditori, i loro discorsi, le loro false lacrime, e al diavolo i loro gruppi per i diritti umani e le loro asservite organizzazioni della società civile.

La decisione di muovere guerra alla Siria è solo l' ultimo passo di quanto è successo da due anni e mezzo a questa parte, per distruggere la resistenza, le sue città, le persone e persino la sua stessa idea. Non c'è spazio per alcun tipo di contrattazione e non c'è spazio per qualsiasi discussione o dibattito. Non c'è spazio per ascoltare alcun collaboratore che propagandi l'elenco delle cause della guerra ed i suoi responsabili, e non c'è spazio per coloro che si aggrappano alle loro opinioni, posizioni o etichette, indossando bandane sulla fronte dopo essersi bendati gli occhi unendo le loro forze a quelle dei collaboratori e dei servi.

lunedì 2 settembre 2013

PESTE, UNTORI, MONATTI. E QUEL RAMO DEL LAGO D'IRAN


 New York

Renzo sente avvicinarsi sempre piú il rumore, e vede spuntar dalla cantonata della chiesa un uomo che scoteva un campanello: era un apparitore; e dietro a lui due cavalli che, allungando il collo, e puntando le zampe, venivano avanti a fatica; e strascinato da quelli, un carro di morti, e dopo quello un altro, e poi un altro e un altro; e di qua e di là, monatti alle costole de' cavalli, spingendoli, a frustate, a punzoni, a bestemmie. Eran que' cadaveri, la piú parte ignudi, alcuni mal involtati in qualche cencio, ammonticchiati, intrecciati insieme, come un gruppo di serpi che lentamente si svolgano al tepore della primavera; ché, a ogni intoppo, a ogni scossa, si vedevan que' mucchi funesti tremolare e scompaginarsi bruttamente, e ciondolar teste, e chiome verginali arrovesciarsi, e braccia svincolarsi, e batter sulle rote, mostrando all'occhio già inorridito come un tale spettacolo poteva divenire piú doloroso e piú sconcio La cantilena infernale, mista al tintinnìo de' campanelli, al cigolìo de' carri, al calpestìo de' cavalli, risonava nel voto silenzioso delle strade, e, rimbombando nelle case, stringeva amaramente il cuore de' pochi che ancor le abitavano. (Alessandro Manzoni, “I promessi sposi”)

Errare è umano, perseverare è Napolitano (Beppe Grillo)

La Siria, questo coraggioso paese arabo, situato nel cuore di più di mille milioni di musulmani e il cui spirito di lotta è proverbiale, ha dichiarato che resisterà fino all’ultimo respiro. (Fidel Castro)

Molti tra essi, per compiacere i tiranni, per un pugno di monete, o perchè corrotti, o per bustarelle, stanno tradendo e spargendo il sangue dei loro fratelli. (Emiliano Zapata)


La peste: la “comunità internazionale” governata dalla dittatura occulta di una cupola di antropfagi, primatista storica mondiale di genocidi, crimini di guerra e contro l’umanità, dallo sterminio dei non credenti a quella dei nativi d’America, dall’Africa a Dresda e Monte Cassino,da Hiroshima e Nagasaki, dalla Palestina a Falluja, dall’11 settembre e tutti gli attentati stragisti a seguire, fino ai gas di Damasco.

Gli untori: i terroristi del mercenariato militare e mediatico, dagli zombie jihadisti, Fratelli Musulmani, Salafiti o Al Qaida che siano, ai fantocci dei regimi a partito unico europei.

I monattii: coloro che ottundono la coscienza collettiva seppellendoci sotto montagne di cadaveri tratti dal mare della menzogna, o dalla palude del cerchiobottismo, compassionevole. Dalle giovanne botteri, promosse da rigattiere del gossip a pret-a-porter dei magazzini di Wall Street, ai flagellanti del pacifintismo, o dell’astuta demenza dei trotzkisti, che traggono veleni paralizzanti dall’equa mescolanza di torti e ragioni, vittime e carnefici. I né-né di  “Fermiamo la guerra , ma guardiamoci anche da quel criminale di Assad, di Milosevic, di Saddam, di Gheddafi, di Putin, dell’Ayatollah…”

A Baghdad, nel ’91, sentivo una falsa infermiera, e vera figlia dell’ambasciatore del Kuweit a Washington, singhiozzare sui bambini strappati alle incubatrici dai soldati iracheni, e vedevo grandinate di missili disintegrare bambini, donne, un popolo. Nello stesso anno, a Mogadiscio, stavo in mezzo al popolo trionfatore su un tiranno che aveva dato il paese in comodato d’uso a colonialisti di ritorno, predatori del mare e scaricatori di rifiuti mortali. Gli assassini di Ilaria Alpi, sotto le mentite spoglie del primo “intervento umanitario”, sconfitti sul campo, hanno poi provveduto a risistemare le cose facendo uso di mercenari interni ed esterni (etiopici). A Belgrado udivo lo scagnozzo Sofri e altri botoli del canile imperiale latrare su false bombe serbe a Sarajevo, su false pulizie etniche, su falsi stragi di Racak e vedevo scuole, ospedali, case, fabbriche disintegrate da bombe vere in arrivo da Aviano, fino alla totale polverizzazione della Jugoslavia. Nel 2003, di nuovo a Baghdad vedevo in tv il segretario di Stato Powell

martedì 27 agosto 2013

L'APOCALISSE E I SUOI FRATELLI
Che gli uomini non imparino molto dalle lezioni della Storia è la più importante delle lezioni che la Storia insegna. (Aldous Huxley)
Il peggiore peccato contro la mente umana è credere a fatti privi di prove. (Aldous Huxley)

Su “il manifesto” Fratello
Da sempre il nemico “interno”, cioè quello che reclama di collocarsi tra le tue file, magari per  buonafede tanto ignorante quanto presuntuosa, o piuttosto per scaltra impostura, o ancora per ottusità da calcificati dogmatismi, è da individuarsi come il più insidioso rispetto a chi ti si oppone frontalmente e senza remore. Nel “quotidiano comunista il manifesto” ritengo siano presenti tutte e tre le fattispecie. Me ne occupo sovente a dispetto del fatto che la sua presenza editoriale è da tempo agli sgoccioli, deludente fino all’esasperazione per chi riesce ad attenersi a una linea di aderenza alla realtà come rappresentata indefettibilmente da principi marxisti, in particolare dopo la brutale estromissione dei personaggi delle fasi iniziali, peraltro pure costoro inquinati da elementi delle tre categorie sopra elencate. Rimane uno zoccolo duro di poche migliaia di lettori in progressiva estinzione. Si aggrappano alla testata sedicente comunista e, o sono segnati dal fideismo cieco con cui ne ha eliminato l’autonomia critica la tradizione stalinista-togliattiana, in grado di farli attraversare disinvolti qualsiasi mutazione genetica, o non sono in grado di reperire fonti alternative, perlopiù non cartacee, o pensano che valga ancora la pena leggere quel giornale alla vista di uno sparuto numero di firme dignitose, marginali o esterne alla redazione, capeggiata dalla più inetta dei direttori susseguitesi nei decenni.

venerdì 23 agosto 2013

LE PRODEZZE IN SIRIA DEI FRATELLI DEI FRATELLI EGIZIANI

“Nei nostri sforzi di affrontare il nemico abbiamo dimenticato la nostra umanità. Abbiamo coscientemente annullato il valore della vita umana in Iraq e Afghanistan… abbiamo ucciso innocenti e, anziché accettarne la responsabilità, ci siamo nascosti dietro il velo della sicurezza nazionale e del segreto di Stato allo scopo di evitare di doverci giustificare. A Guantanamo teniamo rinchiusi da anni prigionieri mai processati, siamo stati ciechi davanti a torture ed esecuzioni, abbiamo commesso infiniti altri atti nel nome della guerra al terrorismo. Ma, come dice, Howard Zinn, non c’è bandiera tanto grande da poter coprire la vergogna di uccidere innocenti. Quando decisi di rivelare informazioni secretate, lo feci per amore del mio paese e rispetto per gli altri… Subirò la mia pena sapendo che a volte si deve pagare un prezzo elevato per vivere in una società libera. Pagherò volentieri questo prezzo se ciò significa che potremmo avere un paese concepito nella libertà e dedicato al presupposto che tutte le donne e tutti gli uomini sono nati uguali. (Bradley Manning)


(Dichiarazione del soldato Bradley Manning all’atto della sua condanna a 35 anni di prigione per aver diffuso informazioni su crimini di guerra Usa in Iraq, a partire dal video che mostra piloti d’elicottero mitragliare civili e giornalisti a Baghdad e gioirne. Prima del processo, condotto da un tribunale militare, il 25enne Manning è stato tenuto nudo in feroce isolamento e sottoposto a torture per 1.294 giorni. Salutiamo in lui un eroe della resistenza umana e auguriamo al suo compagno in eroismo umanitario, Edward Snowden, protetto dalla Russia, di sfuggire agli assassini della più grande macchina della morte mai esistita).



Gas stragista nella tradizione delle operazioni False Flag
Come ricorda Thierry Meyssan, il prestigioso informatore francese di Reseau Voltaire che, primo assoluto, ha smascherato l’epocale auto-attentato dell’11 settembre con l’inconfutabile saggio “L’incredibile menzogna”, l’ingegnosità dell’operazione “guerra planetaria e infinita al terrorismo”, pianificata dalla cupola capital-militar-finanziaria occidentale per realizzare la dittatura mondiale che agevoli il più grande trasferimento di ricchezza dal basso in alto, sta nel riuscito controllo su entrambi i corni del dilemma, del conflitto: l’amico, cioè la cosiddetta “comunità internazionale”, assoggettata allo Stato più potente, e il nemico all’uopo costruito, allevato e relativamente bene gestito. E’ il classico teatrino dei burattini, dove battaglie finte sono combattute da nemici di latta, appesi al filo di un unico burattinaio. Si tratta di trasformare l’illusione in realtà e far restare a bocca aperta i piccoli spettatori, situazione ottimale per estrargli dalla tasca la monetina. Dovesse esserci qualche ragazzetto più vispo che non se la beve e denuncia i fili da cui pendono quelli che se la danno di santa ragione, ecco che la claque ne tacita i sospetti. Tra noi adulti la claque che conforta l’illusionista si chiama concerto mediatico.

domenica 18 agosto 2013

Fratelli  Musulmani e fratelli d’Italia. Un gran bel deja vue.

Un saluto a tutti. Ben-ritrovati. Con un augurio di forza e tenuta. Passiamo all’ennesimo rovesciamento della realtà a cui concorrono, senza eccezioni, le falangi politico-mediatiche del pensiero unico universale. Dopo Libia e Siria, tornano in Egitto i “giovani rivoluzionari democratici”. Con barba.
 Cairo: pacifico Fratello Musulmano

Tutto già visto. L’imperialismo e i suoi mercenari sono monotonamente ripetitivi. Ci vuole tutta la forza della mignottesca unanimità politico-mediatica destre-sinistrati e della relativa dabbenaggine pubblica perché gli evidentissimi falsari, avallati nei primi giorni del marasma egiziano perfino da voci solitamente impeccabili, come Telesur e Russia Today (ma non dai siriani, che l’inversione della verità la vivono sulla pelle da tre anni) la passino liscia. Riferendosi alla rimozione di Morsi, ha detto Nicolas Maduro, presidente del Venezuela: “Nessuno può cancellare una Costituzione, solo il popolo può cambiare un presidente”. Giusto. Infatti è stato Morsi a cancellare la Costituzione assumendo poteri dittatoriali, ed è stato il popolo, a decine di milioni nelle strade, a cambiare il presidente”. L’errore di valutazione, che forse Chavez non avrebbe fatto, è parzialmente corretto quando Maduro prende le distanze dai Fratelli Musulmani  che “stanno pagando l’errore (?) di aver appoggiato la strategia del governo Usa nella regione”. E se l’hanno fatto, non è sacrosanto che il popolo passi dalla contraddizione principale, quella rappresentata da una forza politico-militare che si fa mercenaria dell’imperialismo, ad affrontare quella in questo momento secondaria, di un apparato militare costretto a divincolarsi tra condizionamenti Usa e irresistibile forza delle masse?