venerdì 20 settembre 2013

TRA COLOR CHE SON SOSPESI


E’ allarmante che interventi militari nei conflitti interni di altri paesi sono diventati un luogo comune per gli Usa. Questo non è certo nell’interesse a lungo termine dell’America. Milioni nel mondo sempre più vedono l’America non come modello di democrazia, ma come chi si basa esclusivamente sulla forza brutale, assemblando coalizioni sotto lo slogan “o siete con noi, o siete contro di noi”…
Ma la forza si è dimostrata senza senso e senza risultati. L?Afghanistan è a pezzi e nessuno sa cosa succederà, la Libia è frantumata tra bande e clan, in Iraq continua la guerra civile con decine di uccisi ogni giorno. Negli Stati Uniti molti vedono un’analogia tra Iraq e Siria e si chiedono perché il loro governo insista a ripetere i suoi errori…
Ho studiato attentamente il discorso alla nazione del presidente Obama. E’ sono in disaccordo con la sua affermazione sull’eccezionalità americana, secondo cui è la politica degli Usa che rende l’America diversa, eccezionale. E’ estremamente pericoloso incoraggiare la gente a considerarsi eccezionale. Ci sono paesi grandi e piccoli, ricchi e poveri, quelli con lunghe tradizioni democratiche e quelli che ancora cercano la loro via alla democrazia. Anche le loro politiche si differenziano. Siamo tutti diversi, ma quando chiediamo la benedizione del Signore, non dobbiamo dimenticare che siamo stati creati uguali. (Vladimir Putin, lettera al popolo americano)

 "Basta giocare in difesa"  (Maurizio Landini)

"Gli Usa si sono presi due paesi con due torri". (Detto iraniano)
“Se combatti contro terroristi venuti da 80 paesi, sostenuti da Stati arabi e occidentali, se allora il tuo popolo non ti abbraccia, non potresti continuare. Syria resiste da due anni e mezzo, come potrebbe senza l’appoggio della gente?” (Bachar el Assad)

 Scudi umani a Damasco

La tranvata l’hanno presa. E gli ha leso un bel po’ di senno. Ora, rintronati, cercano di rialzarsi. Il botto false flag del bombardamento chimico fatto fare alla propria fanteria Al Qaida per incolparne Assad ha fatto puff, come un mortaretto bagnato. Gli Usa cercano di rianimarlo. Scatenano il solito burattino segretario dell’ONU, insieme ai neonazisti nel Congresso, agli sguatteri francesi e ai propri datori di lavoro israeliani. A dispetto di una commissione ONU che si divincola nell’impossibilità di attribuire i gas all’esercito nazionale, il misirizzi con gli occhi a mandorla uggiola: “nient’affatto, il mortaretto è l’immenso arsenale chimico di Assad che minaccia l’universo mondo, sui razzi c’erano i caratteri cirillici (questa è proprio disperata), bisogna ricorrere al cap.VII della Carta dell’ONU che consente ai pirati di intervenire”. A parte che quella dei caratteri cirillici (russi) dimostra solo che le armi del mercato, o da paesi un tempo riforniti dall’URSS (Libia, Est Europa, Balcani), finite  in mano ai ratti e ai mercanti, sono state fatte arrivare ai mercenari (indovinate da chi), la gigantesca bufala non è che il clone delle False Flag di Golfo del Tonchino, 11 settembre, ADM di Saddam, stragi etniche di Milosevic, 10mila libici uccisi da Gheddafi. Copia conforme che è stata disintegrata dalle decine di prove (documenti, testimonianze, confessioni, intercettazioni, immagini satellitari russi, video) della responsabilità dei sicari e dei mandanti dell’Impero.


Ultime, il processo aperto dai giudici di Adana, in Turchia, ai miliziani Al Nusrah scoperti a maggio in possesso di tutti i componenti del gas nervino. Ieri, i giudici hanno scoperto che gli islamisti di Al Nusrah avevano ordinato 10 tonnellate di Sarin al fornitore di armi Haitham Kassab di Antakya.  E’ uscito sui giornali Usa il documento segreto, scappato dagli archivi del Centro di Intelligence Nazionale di Terra (NGIC), che conferma la consegna di gas nervino da quello che si chiama “Emirato Islamico in Iraq e nel Levante” ai miliziani di Al Nusrah. Ma il colpo di RGP contro la truffaldina e rozza architettura della provocazione Usa-Israele-Al Qaida, l’ha sparato una suora siriana, Madre Agnes Mariam De la Croix, dall’inizio dell’aggressione ricercatrice e documentarista eccezionale, che ha poi inviato una dettagliato rapporto all’ONU (dove farà la fine delle immagini satellitari e delle altre prove russe che provavano l’origine islamista dei razzi col gas), rapporto che qualsiasi osservatore di buonsenso avrebbe potuto redigere.

Madre Agnes, la migliore informazione siriana.



Nelle foto delle “vittime di Al Ghuta” si vedono bambini, “uccisi dai gas”, ripresi morti in località e video diversi, cadaverini spostati di qua e di là, riciclati; le stesse sequenze video vengono collocate in date e luoghi diversi e almeno 9 bambini di un video sono stati portati sul posto dalla  lontana Kafarbatna; intorno a nessuno dei tantissimi bambini si vedono le immancabili famiglie disperate, ma cittadini dalla parte di Assad hanno riconosciuti i loro figli, rapiti il 4 agosto 2013 dalla zona di Latakia, in occasione di un massacro compiuto da Al Nusrah; i bambini sembrano tutti della stessa età, come fossero stati prelevati in gruppo da scuole, attività sociali e sportive; gli adulti che, nell’imminenza del fatto, si muovono attorno ai corpi, presuntamente uccisi dal gas, non indossano la minima protezione, quando si sa che gli effetti del Sarin si prolungano nell’ambiente e uccidono; come mai, a settimane dall’evento del 21 agosto, non si sono ancora identificate le vittime con nome e cognome? Saranno forse nomi alawiti? Questioni, sollevate da Madre Agnes, che ovviamente non hanno minimamente interessato nè i 16 servizi di intelligence statunitensi, né il Mossad, né i loro succedanei.


 Hanno davvero a cuore la minaccia all’umanità che portano le armi di distruzione di massa, nucleari, chimiche, o biologiche che siano? Che allora impongano ai detentori dei più massicci arsenali di tali armi, a coloro che ne detengono quantità incommensurabilmente maggiori, a partire da Usa e Israele, e che addirittura le hanno massicciamente utilizzate da Hiroshima a Gaza, da Falluja alla Serbia, dal Vietnam all’Afghanistan, dalla Libia fino agli esperimenti con gas tossici sui propri cittadini nella metropolitana di San Francisco, anni’50. Qualcuno la chiama eugenetica. Ne sono i massimi studiosi e praticanti gli Usa, anche con i loro saldi di fine stagione rappresentati dai veleni farmaceutici, alimentari e gas serra (con il 6% della popolazione producono il 25% dell’inquinamento mondiale). Eugenetica a fini di spopolamento di tutti coloro, popoli e classi, da cui non rimane nulla da spremere e che potrebbero incazzarsi. Allora quale migliore opportunità eugenetica, dopo l’Iraq dei 2 milioni di morti e 4 di dispersi chissà dove, che il bottino del gas siriano e un altro svuotamento di importuni (stanno con Assad e contro il neoliberismo coloniale!) dal cuore di una regione in cui servono solo dittature fantocce d’esempio al mondo, idrocarburi con rispettive rotte e la sua funzione di base per l’assalto all’Iran.

Pesi e misure alla maniera di Netaniahu
A quella specie di tirannosauro invasato che è Netaniahu, Putin, la revulsione dell’umanità e della maggioranza dei suoi governi, il gioco a nascondino degli alleati, le ottuse intemperanze di Hollande, i puntuti colpi di fioretto del papa, hanno prosciugato l’acquolina che gli sbavava dalla bocca per l’imminenza del secondo piatto forte (il primo è stato la Palestina). E’ surreale l’incredibile faccia tosta con cui ora abbaia contro le “armi chimiche siriane” e le “atomiche iraniane” (Tehran non dovrebbe arricchire l’uranio neanche del 20%, inadatto per la bomba, ma necessario per i trattamenti clinici), mai adoperate le prime, inesistenti le seconde, quando con le sue 200-400 armi atomiche, il suo arsenale chimico-biologico a Damona, le sue armi segrete, con cui ha distrutto i tessuti interni dei bambini in Libano e a Gaza, il suo fosforo bianco, minaccia di olocausto chiunque si frapponga alla bulimia sionista del Grande Israele.

Sì, ma ecco che cento penne rosse della maestrina con la testa di Medusa si abbattono sulla Siria: Anatema, insieme all’Egitto non ha firmato il trattato del 1993 che proibisce le armi chimiche e ne dispone la distruzione. Già, e Israele si è ben guardata dal ratificarla e tutti coloro che l’hanno firmata non si sognano di distruggerle. Tranne Iraq e Libia. E s’è visto come è andata a finire. E vuoi mettere sullo stesso piano i paesi che, alle minacce costanti dell’attacco nucleare e chimico USraeliano, sono costretti a rispondere dotandosi del deterrente dei poveri, visto che, se anche mettono su un solo fornellino di uranio per accendere lampadine e curare malati, gli saltano addosso con sanzioni e minacce di obliterazione, come nel caso di Iran e Corea del Nord?

Dicono che uranio, fosforo, agente orange, napalm, sostanze che disfano i corpi dall’interno, dalla Convenzione non sono classificate armi chimiche. Chiedetelo alle migliaia di bambini, quelli sopravvissuti alla combustione, deformi e zeppi di cancro generati in Vietnam, Iraq, Balcani, Libia, da queste armi “non chimiche”., quanto sono contenti di non essere stati colpiti da armi “non chimiche”. Soddisfazione condivisa dalle decine di migliaia di vittime di quelle bombe a grappolo, fatte piovere dappertutto giacché, essendo ad personam, cioè intelligenti, dell’eugenetica sterminatrice sono uno strumento prezioso. Dice, le cluster bombs sono proibite, proprio come le armi chimiche. Giusto, ma questo non può valere per chi, come sopra scrive Putin, considera dotato di “eccezionalità”, immune da leggi e convenzioni, se stesso e i propri scherani (tipo i due Marò). Nel nostro piccolo buriname, visto che tutto scende per li rami, abbiamo il guitto mannaro e surrogati che si allietano del fatto che in Val di Susa possono sparare ordigni pieni di gas CS a 240 km/ora (proibiti in guerra), non trattandosi di armi chimiche.

Il pupazzo Ban Ki Moon, bloccato con le mutande alle ginocchia da un rapporto di ispettori ONU che, atterriti dall’evidenza della paternità Al Nusrah-Saudia-Turchia della strage chimica a Al Ghuta,  non hanno osato dire che è stato Assad a sparare gas nervino, quelle mutande se l’è trovate tra i piedi quando ha dovuto rimediare ponendo la voce del padrone al posto dei fatti.  Prudentemente, su imbeccata Usa, agli ispettori era stato proibito di dire chi è stato. Si rischiava un’altra Del Ponte che, a maggio, di crimini al gas aveva accusato i “ribelli”. Così questo ciarliero ectoplasma a stelle e strisce, (uno che Flavio Lotti celebra come equilibrato governante mondiale), ha compensato l’assenza dell’auspicato clou nel rapporto, con lo strepitio “la Siria ha commesso crimini contro l’umanità perché ha un governo, i “ribelli” solo crimini di guerra, poiché sono ‘giovani rivoluzionari’“. E ha ordinato al botolo sottoposto, Paulo Pinheiro, presidente del Comitato ONU sui Crimini di Guerra, di fargli da seconda voce. L’armonia è poi stata completata dal Consiglio ONU dei Diritti umani che si è rifiutato perfino di prendere in considerazione osservazioni e documenti del rappresentante siriano e, tanto rozzo quanto protervo, ha addossato ad Assad ogni bagno di sangue.
Ban Ki moon

Si fa presto a dire “Onu”, come, invocandola e incensandola, insiste a piagnucolare il pacifinto Flavio Lotti (Tavola della Pace) e tanti suoi sodali in giro per la “sinistra”. Escludendo Hammarskjoeld, Butros Ghali e Waldheim, che tentavano di dare contenuto, indipendenza e dignità al ruolo del consesso di nazioni e perciò sono stati rapidamente liquidati, il primo assassinato dai ricolonizzatori del Belgio, gli altri liquidati con emarginazione e diffamazione, tutti i segretari dell’ONU sono stati messi lì dai poteri di cui gli Usa sono da 70 anni i portavoce e sicari.
A questo Ban Ki Moon una cosa era stata ordinata di fare, distrarre dal più grosso scandalo del secolo: lo spionaggio di tutto su tutti operato dalla NSA, su ordine dei criminali di guerra Bush e Obama e che ha come scopo, oltreché di inventare terroristi e fottere le ditte straniere concorrenti, quello di intimidire e coltivare tremebondo conformismo nelle masse da spolpare. Su questo crimine di schiavismo psicologico planetario (tosto occultato dai nostri ottusi primatisti di servaggio mediatico, non così da quelli tedeschi e anglosassoni, mentre un’indignata presidente brasiliana ha cancellato l’incontro con Obama), il pupazzo a molla dell’ONU ha avuto da dire quanto il mio verduraio sulla teoria dei Quanti.

Comprensibile che abbia chiesto di deferire al Tribunale Penale Internazionale del famigerato Ocampo (che dà ai neri l’esclusiva delle imputazioni) Bashar el Assad e neanche per sogno i lanciatori di uranio impoverito, di fosforo bianco, o di sostanze laceratessuti (armi chimico-fisico-radiologiche). Figuriamoci poi se non abbia preferito lucidare gli anfibi a Obama, piuttosto che ricordargli che lo smisurato uso di bombe a grappolo su inermi per ogni dove è proibito da una convenzione di Ginevra (come lo è del resto quello del gas CS con cui i pretoriani delle classi dirigenti innescano nei gassati bronchite asmatiche e danni al Dna: opportunamente vietato nelle guerre esterne, a cui bastano altri ordigni e gas, ma consentito nelle guerre interne, tipo quella al popolo della Val di Susa). Tornando all’NSA, che si permette di penetrare in ogni nostra manifestazione di vita, il che ha perlomeno il tasso di criminalità del guardone che spia accoppiamenti nel parco, per poi avventarsi sulla preda femminile, avevo definito Israele “datore di lavoro” del governo Usa. E pour cause: ieri il “Guardian” ha rivelato, grazie agli spifferi che continuano a uscire dall’uragano Snowden, che i miliardi di dati raccolti dagli spioni Usa sui 300 milioni di propri cittadini, vengono condivisi con lo Stato Canaglia israeliano. Alle cui  lobby è poi demandato il compito di sfruttarli a titolo di circonvenzione di incapace nordamericano.



Ultima notizia di rilievo dalla Siria che, con il concorso di Putin, del papa e del mondo, sta vivendo un momento di vittoria della ragione e della verità. E della sua fantastica coesione e capacità di resistenza che vede l’esercito siriano debellare i ratti su tutti i fronti, anche grazie al fratricidio sempre più esteso e sanguinario che, nel marasma politico dei rispettivi sponsor, è in atto tra fazioni divergenti dell’invasione. E a Londra uno spaventato Osservatorio Siriano dei Diritti Umani, eterodiretto dai servizi britannici e portavoce della componente “moderata”, “laica”, della sedizione antisiriana, ha incominciato a riflettere le preoccupazioni degli aggressori imperialisti denunciando le atrocità contro i civili e i sostenitori del governo commesse dai tagliagole di Al Nusrah. Verità strumentali che, visto il sempre più evidente paradosso di un Occidente che combatte contro il terrorismo servendosi di terroristi, tentano di accreditare un’inesistente opposizione civile e democratica cui affidare l’irrinunciabile regime change. Verità che, tuttavia, consolidano le ragioni della Resistenza siriana.

C’è da temere che si tratti solo di un breve sospiro di sollievo, che i sociopatici israelo-franco-anglosassoni non rinunceranno di tentare di soffocare, magari spazzando via con un primo colpo le centinaia di imbarazzanti di “scudi umani”, siriani e stranieri, che come accadde nell’Iraq del 2002 quando c’ero anch’io, non riuscirono che a rimandare l’Armageddon di alcuni mesi. Nel frattempo però, sulla  scacchiera ci sono stati sconvolgimenti. E’ emerso un attore politico-militare che ha cambiato il paradigma mediorientale (e gli strepiti di Kerry, Hollande, Netaniahu e Ban Ki Moon nascono dalla frustrazione che ciò gli ha causato). Con Siria, Hezbollah, Iran, Russia, si è costituito un Asse della Resistenza che si allarga dal famoso “Crescente Scita”, termine con cui si è voluto alimentare il fracking confessionale della regione, all’Asia russa, cinese (navi militari cinesi sono in rotta verso il Mediterraneo), delle repubbliche islamiche tornate all’amicizia con Mosca (onde per cui la montatura anti-kazaka della Shalabayeva), con il concorso esterno della maggioranza dei paesi del mondo, in primis quelli latinoamericani.

Dall’altra parte, la carta Nato-Golfo dei Fratelli Musulmani, bruciata nel pilastro Egitto e corrosa nel pilastro Turchia, appare in rotta ovunque e i lanzichenecchi Al Qaida, pure amorevolmente allevati e attrezzati, con l’assistenza spirituale del socio Al Zawahiri, capo di Al Qaida, incominciano a dare più preoccupazioni che soddisfazioni. Nulla è come prima. Anzi, come mi disse a Damasco mesi fa un mio lungimirante interlocutore siriano: “Tutto è tornato come prima. Abbiamo di nuovo due blocchi contrapposti, quello occidentale e quello asiatico. Il primo se la deve vedere con i sommovimenti dei propri popoli decimati dal neoliberismo, ma conta sulla complicità di regimi subalterni, pronti al mercenariato e fortemente armati. Il secondo vanta società assai più coese e consapevoli, tecnologicamente avanzate, forze di difesa capaci di infliggere danni seri, intelligenza e senso di responsabilità. Il che gli ha guadagnato il sostegno, o quanto meno la non ostilità, dei Non Allineati, dei quali gli Usa, con le loro scostumata incontinenza, stanno riattivando ostilità ed energie. Sembra essere tornati alla guerra fredda, solo che il ruolo di Cuba e delle colonie in lotta di liberazione, è ora quello della Siria. E’ qui che si decideranno le sorti del mondo”. A mio avviso la Cupola dei finanz-cannibali e  la sottocupola USraeliana ne possono uscire solo con la bomba atomica. Hanno già dimostrato di esserne capaci. La crisi dell’egemonia e dell’unilateralismo statunitensi, come del vittimismo predatorio e genocida di Israele, salvo un ripensamento inimmaginabile, dati i neuroni a disposizione, non parrebbe offrire altre vie d’uscita. Trattasi di manicomio criminale popolato da Napoleoni.


L’esempio di Ramsey Clark



Anni fa, facendo parte dell’International Action Center (IAC), eccellente organizzazione di compagni antimperialisti e anticapitalisti Usa capeggiata da Ramsey Clark, ex-ministro della Giustizia sotto Johnson e poi prestigioso combattente anti-guerra e per i diritti umani veri, ho partecipato a suoi interventi di solidarietà in Serbia e in Iraq sotto aggressione. Interventi che non erano resi ambigui, come accade per tanti pacifisti del tipo di cui parlo qui sotto, dalla combinazione tra anti-imperialismo e lezioncine di “democrazia” da impartire agli aggrediti, ma traevano la loro efficacia dal netto schieramento dalla parte della leadership e del popolo aggredito. Oggi, dopo aver organizzato manifestazioni anti-guerra negli Usa, con tutti i rischi che comporta in quello Stato di Polizia lo schierarsi “con il nemico”, l’ultraottantenne Ramsey Clark è di nuovo in campo con una delegazione di amici della Siria. Seguendo l’appello degli scudi umani siriani, schieratesi a difesa delle strutture strategiche del paese, Clark e  l’IAC sono a Damasco, tra gli scudi umani. Ieri, si sono incontrati con il presidente Assad, a lui e al suo popolo hanno portato una solidarietà che rade al suolo tutti i nostrani pacifinti.

1 commento:

Anonimo ha detto...

lo scopo degli U$A e dei loro padroni piagnoni non E vincere le guerre, che gli U$A le hanno perse tutte, a parte quella al giappone che hanno vinto grazie due bombe atomiche che nessun altro ha mai usato. il loro scopo E ammazzare il maggior numero di Viventi possibile e contemporaneamente smaltire e fabbricare, smaltire e fabbricare le armi. se qualche pazzo solo un poco piu pazzo le rivolge contro i suoi con domini, chissenefrega punto esclamativo. mi auguro per il bene del resto della Terra che si atlantidino ASAP. non mi funzionano alcuni tasti.
morgana schopenhauer