lunedì 23 settembre 2013

VIL RAZZA DANNATA


 Nulla fa più male in uno Stato di uomini scaltri che passano per saggi. (Francis Bacon)

Il termine “propaganda” suona melodrammatico ed esagerato, ma una stampa che, per codardia, carrierismo, o convinzione, acriticamente recita le false affermazioni dei governi e le riferisce come fatti, o tratta notabili politici con la reverenza già riservata ai reali, non può essere descritta accuratamente come impegnata in una funzione diversa. (Glenn Greenwald, il diffusore sul “Guardian” delle rivelazioni di Snowden)

Ciao, e tanta roba, ma ci rileggiamo a Ottobre.




Lucia Goracci, TG3, con Haisam Abu Omar e ratti vari. Haisam, visibile anche armato in un gruppo di Alqaidisti che stanno per uccidere a freddo soldati siriani, fu arrestato per terrorismo a Roma nel 2012 e, stranamente subito rilasciato. E’ un sodale  di membri dell’Unione delle Comunità Islamiche d’Italia. Incoraggiato dalla compagnia di Bersani in occasione di una manifestazione anti-Assad a Roma, ha poi raggiunto  le bande dei terroristi in Siria. Nessuno s’è sognato di arrestarlo in Italia, come nessuno ha osato fermare l’inviata cripto-si sa cosa, dopo che già aveva adottato alla sua funzione la verità in Libia e Siria, fraternamente accolta dai seviziatori Nato-Al Qaida.

 Bersani e Haisam alla manifestazione pro-ratti


 Haisam nel plotone di esecuzione

 Stanno al giornalismo, come Lady Gaga sta al pudore
Questo capitoletto si occupa del verminaio che è il nostro giornalismo. Ma apro con un accenno a un “americano de Roma”, Patrick Boylan, pubblicista, pacifista, figura di spicco dell’associazione “No War”. Questo, perché, ritengo che luce vada gettata, oltre che sugli evidentissimi cialtroni della categoria, su chi si pone come elemento del mondo antimperialista, magari in perfetta buonafede, ma esprime concetti appesantiti da una zavorra democratico-borghese che lo ricolloca ai margini del campo avverso. Con Patrick Boylan ho condiviso alcuni palchi e ogni volta è finita in dissenso strategico, visto che, espresse le formule di rito contro la guerra e i guerrafondai, l’attivista statunitense ripiomba nello stereotipo dirittoumanista e democraticista dei “regimi totalitari”, dei “dittatori”, come prescrivono tutte le propagande di satanizzazione dei leader di paesi che si vogliono distruggere e sottomettere. Si finisce nell’ambiguità del né né, né con la guerra, né con Gheddafi, Assad, Saddam, i Taliban, Milosevic…

E’ su questo radicato vizio occidentecentrico, inguaribile nella maggioranza della sinistra Usa, di vedere il mondo salvato solo dalla democrazia borghese, del resto idealizzata perché inesistente, di non distinguere tra interessi di classe e di avallare, implicitamente o esplicitamente, la condanna di sistemi sociali e istituzionali altri, fuori dalla tradizione della rivoluzione borghese, che casca l’asino. Non ho motivi per dubitare dell’onestà di Boylan e dei suoi compagni. Anzi, auguro ampia diffusione al suo libro “Progressisti in divisa”, che è un’utile e circostanziata denuncia del pacifintismo sparso da media (“manifesto” in testa, RaiNews dell’orrido Mineo, il TG3 degli orridi Goracci e Chartroux), da Ong e da singole personalità, alcune delle quali perniciosamente attive fin dal conflitto balcanico, tipo Marcon (ieri “ICS” anti-guerra e anti-Milosevic, oggi “Sbilanciamoci”, ma all’interno del sistema), Dall’Oglio, Lotti, Ovadia, fino a chiaviche del tutto organiche all’imperialismo come Avaaz, HRW, Amnesty.



Diventa però il bue che dà del cornuto all’asino, il buon Patrick, quando si ingarbuglia nella teoria mistificatoria delle “democrazie, pre-democrazie. non-democrazie”, dando voti di demerito alle ultime due, esattamente sulla falsariga di Obama, dei suoi scagnozzi europei, di tutti coloro che insistono a ritenere, alla stregua di Travaglio, che quella euro-statunitense sia una democrazia che ha solo dirazzato dalle sue nobili origini. O quando, colpevolmente disinformato e ligio alle demonizzazioni imperiali del “repressore” e delle sceneggiate delle Pussy Riot, si accanisce contro il “repressore” Putin, o  regimi “intolleranti” come l’Iran e la Nordcorea. Carenze culturali e borioso unilateralismo borghese che non penso sia troppo tardi perché Boylan, corretto dai migliori dei suoi associati, non possa superare. Sua figura  di riferimento non deve essere, per citare uno dei tanti pacifisti di servizio, un altro guru della sinistra pacifista, Noam Chomsky, massimo intellettuale “liberal” statunitense. Questo venerato maestro di cerchiobottismo pencolante a destra, riequilibra le sue rampogne a Washington con l’anatema contro “il regime brutale e terrificante di Assad”; individua tra le orde che insanguinano la Siria per conto Nato, Fratelli musulmani e petrodittature, che “gli Usa a nessun costo vogliono sostenere”, fazioni laiche e democratiche”; suggerisce a Israele di “mobilitare l’esercito nelle alture del Golan per costringere Assad a spostare lì le sue truppe e sguarnire così i fronti con i ribelli”.

 “Il Fatto Quotidiano”: Amato disse ai giudici: “Dopo Capaci, la mafia non era una priorità”. E grazie, si erano accordati sull’Unità Nazionale.

Giuliano Amato, reperto mummificato della peggiore involuzione della classe dirigente italiana, detto “dottor sottile” per le banali semplificazioni del suo pensoso pontificare, sodale del corruttore fascitizzante Craxi, passato per tutte le funzioni del postribolo di regime e, perciò, caro al golpista sul Colle, da costui è stato elevato al più alto consesso istituzionale del paese, la Corte Costituzionale. L’occupazione delle alte cariche, statutariamente sotto controllo degli eletti, aveva già visto la Seppia Gigante sollevare da discutibili passati due suoi tentacoli: la jena ridens, al Senato, e un’ossessa della faziosità anti-5Stelle alla Camera. Ad Amato, demolitore, su mandato della Cupola, dei beni comuni italiani, con la rapina dai conti correnti dei cittadini e l’attuazione della privatizzazione della nostra migliore industria, pianificata nel 1992, sul regale panfilo “Britannia”, da Soros, Draghi e Andreatta, sicari della delinquenza bancaria occidentale, Rossana Rossanda, venerata maestra della Sinistra italiana, ha offerto un memorabile intervista-zerbino. Lo spot, che non menzionava neanche di sfuggita le malefatte politico-economico-morali del soggetto, come ben illustrate da “Il Fatto”, non poteva non corroborare la pretesa di Napolitano: vedete, sono imparziale, il nuovo giudice costituzionale (chiamato a stuprare la nostra Carta fondativa secondi gli intenti presidenzialisti) è apprezzato anche a sinistra.

La quale “sinistra”, del resto, mezza succube e mezza complice  dell’aggregato Larghe Intese mafio-massonico-atlantiche (che ha appena rinnovato l’inciucio con i biscazzieri bari dell’azzardo, riducendo a 600 milioncini i 90 miliardi il loro debito da evasione fiscale), accreditato con Rossanda l’Amato degli anni ‘90 Grande Maestro Economico, ora lo proietta a padrino delle nuove privatizzazioni, sotto il governo della neocostituita capo-rapina “Destinazione Italia SpA”, e la svendita a razziatori internazionali, fisco-esenti e rapidi nelle delocalizzazioni, dei miseri resti di un paese un tempo grande manifattore. Con la scusa dei soldi per esodati, disoccupati, pensionati a 500 euro, imprese da detassare (soldi tutti imboscati negli intoccabili forzieri dell’1%), si fanno fuori Finmeccanica, Ferrovie, Poste, Rai, Eni, Sace, Fintecna e municipalizzate. Gli immobili se li giocano le Grandi Immobiliari, chiamate a riavviare la cementificazione del paese sul modello del sardo governatore Cappellacci. L’Italia, come impone l’ordine del giorno della Cupola, trasmesso dai capibastone BCE e Bruxelles, deve affiancarsi a Grecia, Portogallo, Spagna, come Outlet d’Europa e delle multinazionali. Sono i privilegi della sovranità nazionale. Offerti questi saldi, sparisce.

Tornando a Rossanda, sullo sfondo dell’intervista a chi ha condiviso tutti gli interventi militari al servizio dei Grandi Maestri, non poteva la coppia giornalista-statista non convenire sul’ossessiva glorificazione dei mercenari islamisti in Libia, definiti, o ottusamente, o in malafede, “giovani rivoluzionari”, meritevoli dell’appoggio di nuove “Brigate Rivoluzionarie come quelle di Spagna”.

Sinistri mastri
Del “manifesto” Rossanda era la madre nobile, sempre autocelebrativa fino alla protervia, sostenitrice del rinnegato Sofri, dell’integrità delle BR, dell’autenticità dell’11 settembre, per quanto generatrice di validi virgulti come Gianni Riotta, Lucia Annunziata, Tiziana Maiolo, Riccardo Barenghi, Ora il “quotidiano comunista” si è evoluto in house organ di Vendola e di tutti i detriti sinistrati che sognano di sopravvivere come gamba sinistra del partito unico PD-PDL. Alla madre nobile è succeduto nel magistero, come Gran Stratega della politica nazionale, Asor Rosa, uno che di cantonate s’intende come quelli delle corse a rottamare auto. Uno che dà crediti gratuiti di “compagni che sbagliano” al PD. Nei suoi sconfinati editoriali, ne implora la rettifica della linea, arrivando a chiedere a Napolitano che, al limite, contro Berlusconi si faccia un colpo di Stato con i carabinieri. Con i carabinieri! Ricordate De Lorenzo. Sono allegre farneticazioni che pretendono di riesumare Apollo da uno zombie. Stanno bene in un “quotidiano comunista” che è arrivato a superare giornalacci come “Repubblica” e “Il Corriere” per qualità degli inserzionisti pubblicitari, fino a far passare per inserto redazionale una pubblicità di quattro pagine, nientemeno che di Deutsche Bank (lo scopri solo alla fine), la più torbida e compromessa di tutte le banche tedesche.


Il campione assoluto della schizofrenia, questa volta non sofferta come in Asor Rosa, ma astutamente praticata, è l’israelita Furio Colombo, boss dell’immonda pagina esteri de “Il Fatto”, giornale altrimenti benemerito per le bombe a grappolo contro la Casta, ma la cui frenesia USraeliana arriva a titolare, invertendo i fattori e cambiando il risultato, “Assad promette guerra totale”. Appassionato e a volte lacrimoso difensore di rom e migranti, al pari del correligionario Gad Lerner, è, come costui, ancor più appassionato sostenitore delle ottime ragioni di un uno Stato Canaglia che da 60 anni stermina palestinesi e minaccia il mondo ricattandolo con un olocausto in corso di superamento da olocausti perpetrati in proprio.Tra le sue più recenti prodezze nei panni di Mr. Hyde: una sparata di razzismo anti-indiano in difesa a priori dei due Marò, nel momento in cui l’Italia si rifiuta di far testimoniare in India gli altri fucilieri presenti sulla petroliera e a cui gli inquirenti indiani attribuiscono le armi degli spari; un’esaltazione dei Mujaheddin del Popolo iraniani (MEK) che, campioni asiatici di terrorismo , da trent’anni praticato con l’assistenza del Mossad contro civili e scienziati in Iran (vedi il mio docufilm “Target Iran”), da Obama sono stati promossi da “Organizzazione terroristica” a “protetti contro le persecuzioni di regime”; un’esaltazione dell’ONU, “unico punto di riferimento dei diritti umani” (tanto che I’amata Israele ne ha ignorato le 64 risoluzioni di condanna); uno stupore perché il mondo non si scandalizza che Assad possegga armi chimiche (quelle chimiche e atomiche di Israele sono fonte di serenità); una sparata di prammatica contro la Corea del Nord che “alleva ai lavori forzati bambini nati in campi di prigionia” (i bambini torturati nel carcere o inceneriti dal fosforo israeliani se la sono cercata)…..Come si potrebbe parlare di cattiva fede in questo “giornalista”?  

 Israele

Ancora, prono ai piedi della democrazia Usa (con cui aveva stabilito grandi intimità al tempo della sua rappresentanza Fiat a New York) e del suo presidente progressista Obama, definito questo Nobel dei Popoli per la Guerra, per lo Stato di Polizia e per gli assassinii mirati, come un taumaturgo che “scruta la Russia con lo sguardo ampio di chi per mestiere e per vocazione ha la responsabilità del mondo”, lo ha riconosciuto “comandante in capo che deve prendere la responsabilità di guidare, rispondendo misura per misura al grande delitto” (ovviamente i “gas di Assad”). Del resto, non ha dichiarato ufficialmente Israele, rivendicando la sua sponsorship, che, in ogni caso, “i jihadisti sono meglio di Assad”? Dal che si deduce da quale coerente pulpito si versino preci e geremiadi per i rom e i migranti. Colombo, non si rinnega mai. Inventandosi, al pari della ciabatta Botteri, un Obama, signore di ben sette guerre, “che ha fermato le guerre”, sottolineata la “tendenza alla criminalità dei governanti siriani”, fa il salto della quaglia e paventa l’arrivo anche da noi di bande di terroristi e attentatori, locali (No Tav!) e internazionali (Al Qaida), i quali ultimi sono poi esattamente quelli che il più fetente presidente della storia Usa, dal suo apologeta “apprezzato sul piano morale e caratteriale”, sta lanciando contro la libera Siria.

Acrobata del paradosso, scrive: “Mi è difficile immaginare che ci sia un’ala filoamericana e filoisraeliana della politica italiana” e subito dopo:”Non essere filoamericani nell’epoca di Obama, forse la più importante figura di quel paese dopo Franklin Delano Roosevelt (quello che sacrificò 2000 marinai Usa a Pearl Harbour, dopo aver provocato il Giappone a intervenire), mi pare impossibile”… Obama sta tentando di guidare da solo un mondo mezzo cieco”. Insieme a Israele, che cieco non è. Quanto alla ripresa dei ventennali negoziati-burla tra Israele e i palestinesi, gli fa suggerire “una profonda revisione degli stereotipi propagandistici quasi sempre contro Israele”. Che sarebbe poi l’eterna vittima olocaustale, per la quale “il rischio di cancellazione resta altissimo”. Colombo, un uomo che vede girare il Sole intorno a una Terra piatta.

Un cenno anche allo psicodelico Massimo Fini de “Il Fatto”, uomo consustanziale con il fascismo, che, sorpresoci con una difesa dei Taliban scaturita da una doccia fredda, auspica un ritorno alla “sobrietà” dell’Italia in stracci del dopoguerra, dato che oggi non abbiamo “in giro che tutta una lagna di famiglie che non arrivano alla fine del mese, di giovani che non trovano lavoro, tutti vittime di un edonismo straccione che si sono inventati diritti inesistenti al lavoro, alla salute, e quello del tutto irragionevole della ricerca della felicità”. A questo balordo va suggerito una residenza fissa nel quartiere Tamburi di Taranto.

Quello della “Siria che minaccia l’Europa” è anche il ricorrente slogan con cui  “Repubblica”, ricettacolo di ogni manipolatore mediatico USraeliano, convince il suo fideisticamente obnubilato lettorato che quello su cui infierisce il vivisezionista è un pericolosissimo coniglio mannaro. Se la cifra del “manifesto” è il cerchiobottismo della “guerra brutta, compensata da Assad, Gheddafi, Milosevic, Saddam, Taliban brutti”, quella della “Repubblica” debenedettiana e scalfariana è il ferro di lancia dello scontro di civiltà lanciato dai gangster padroni di Bush l’11 settembre 2001. Per un Thanopulos, psichiatra di fiducia del “manifesto”, che celebra nel golpista paleocapitalista sul Colle “un omaggio all’anomalia comunista e il riconoscimento dei valori sanciti dalla Costituzione, la percezione del rinnovamento come processo che guarda al futuro, la protezione dei più deboli dall’egoismo dei più forti…” (altro tolemaico), c’è un Leonardo Coen, ex-Lotta Continua, che ci dimostra come “nell’arcipelago Putin il gulag resista ancora” e viene eroicamente avversato delle “Pussy Riot intonanti canzoncine nella Cattedrale di Mosca” (trattavasi di orge in un museo e di oscenità urlate alla Madonna).


Abbiamo un disinformato quanto saccente Federico Rampini di “Repubblica”, che omaggia Obama modello di democrazia, in contrapposizione allo zar Putin, per aver chiesto al Congresso, per finta, un voto sulla guerra (tutte le guerre Usa degli ultimi vent’anni sono partire senza voto del Congresso) e che poi lamenta, mescolando vittime volenterose e complici,  come “un’eventuale ritirata americana non porti benefici per Europa (in corso di smantellamento da parte di Washington), Giappone, India, Israele e Turchia”. Lo affianca un altro santone della cosca, Vittorio Zucconi, nume tutelare della categoria nei talk show, per il quale “Obama è un uomo politico e un leader perfettamente normale, tendente alla moderazione e al compromesso, lontano dalla presidenza imperiale di George W. Bush”, che l’infame “comunità internazionale ha scaricato, a cominciare dal Parlamento britannico”.  Di questo giullare di Obama ricordo anche due paginoni in cui raccontava di un energumeno subumano yankee che si gloriava di aver ammazzato più iracheni lui che Sansone filistei. Ci si sarebbe aspettato un moto di orrore, perlomeno una presina di distanza. Ma le presine che forse aspira lui devono essere quelle che il droghificio della Casa Bianca elargisce ai suoi scrivani. E l’autorevole analista internazionale Gilles Kepel (sempre loro!), rimasto fermo alla provetta delle “armi di distruzione di massa di Saddam” esibita da Powell, insiste a sospettare di Saddam creatore di Osama bin Laden. Già, e lui partorisce giornalismo.

Chiudo con la desolazione di un Ennio Remondino, di balcanica memoria, quando arricciava il naso sulle bombe a ospedali e scuole, subito raddrizzandosi con l’ossessivo vituperio al “despota Milosevic”. Ora galleggia nella rete e, rovesciando i dati della realtà, sentenzia arguto che “per Washington e per Gerusalemme (non Tel Aviv!) alla fin fine Assad risulta meno peggio delle frange radicali della rivolta”. Naturalmente è vero il contrario, visto che le “frange radicali” sono le torme di bruti allevati e guidati proprio da Washington e… Tel Aviv ( e dargli Tel Aviv è già grasso tossico che cola). E’ dunque sicuro, il castigamatti dei serbi “ultranazionalisti”, che “ad Assad non si voglia dare una vera spallata, importunerebbe Israele” . Di analisi geopolitiche, di Nuovo Ordine Mondiale, di Nuovo Medio Oriente”, di bellicismo globale a fini neoliberisti, nelle acute analisi di Remondino neanche l’ombra.



Crisi? Di chi?
Potrei continuare passando al rettilario Havaaz, Amnesty, HRW, Arci, CGIL, ai soliti rianimatori della Sinistra e difensori della Costituzione che si riuniscono per solleticare le proprie coscienze democratiche con le critiche ai violatori della Costituzione, negli stessi giorni del  genocidio siriano annunciato da Obama, Cameron, Hollande, Netaniahu, senza trovare una sillaba per occuparsi del concomitante presagio di sventura planetaria, formulato dai massimi violatori di ogni costituzione, compresa la nostra nell’articolo 11, fino alla Carta dell’ONU. Ma mi frena un montante senso di nausea. Tutto questo si inquadra in un avanspettacolo popolato da falsari, panciafichisti e farlocchi che inebriano il popolino con lazzi, battute e balletti. Il varietà ha i tratti della commedia degli equivoci sulla quale impera il culto dell’estetista, o chirurgo plastico, del capitalismo, John Maynard Keynes.

Si definiscono esperti di economia e di organizzazione sociale, imbambolati ravanano sulla collina componendo e scomponendo pezzetti di Lego, senza avere alcuna idea che al di là del crinale c’è un altro mondo, con mattoni veri. La crisi c’è, dicono, confondendo l’effetto (sulle classi “subalterne”) con la causa (un trucco della classe dominante). La crisi c’è, lamentano,  perché i capitalisti sbagliano le ricette, l’austerity è un grande errore, il neoliberismo un passo falso. Il che permette al coro di falsari, panciafichisti e farlocchi di rassegnarsi all’attesa di un rimedio, di una conversione. Magari portata a casa dalla coppia Vendola-Renzi. Non che, forse forse, la loro crisi da bulimia di accumulazione l’abbiano gonfiata ad arte per rappresentarla al volgo come incidente naturale, se non come colpa dell’ “aver vissuto sopra i propri mezzi”? Onde per cui stanno attuando, consapevolmente e nella massima articolazione programmatica, con guerre, macelleria sociale e tecno-totalitarismo, un gigantesco rilancio del capitalismo fondato  sulla più vasta espropriazione di ricchezza e di diritti, dal 99% all’1%, della storia moderna? Negli Usa  in disarmo sociale (altro che ripresa!), nel 2012, il 10% ha incamerato più di metà del reddito nazionale. I ladri più grandi di quel 10%, l’1%, si sono presi il 95% degli utili da reddito. E’ il Sogno Americano dove, da Martin Luther in qua, ci si rifiuta di svegliarsi. Ma tutto questo Remondino non lo sa. E neppure Zucconi, Colombo, Rossanda, Rampini, Asor Rosa e compagnia belante. O sì?

18 commenti:

Anonimo ha detto...

“per Washington e per Gerusalemme (non Tel Aviv!) alla fin fine Assad risulta meno peggio"
possiamo anche ripetere che Gerusalemme è occupata, e giustamente quasi tutti gli stati del mondo continuano a tenere l'ambasciata a Tel Aviv, ma il governo israeliano sta a Gerusalemme occupata, e quindi dire "per Tel Aviv Assad è meno peggio" sarebbe assurdo come dire che siccome la capitale economica dell'Italia è Milano, "per Milano Assad deve essere abbattuta".
IMHO per salvare capra e cavoli si potrebbe scrivere "per gli occupatori di Gerusalemme ecc.ecc." o "per Gerusalemme occupata", così si colloca il governo israeliano correttamente nella città in cui ha sede, ma ricordando perchè non ha nessun diritto di stare lì

alex1 ha detto...

E' alquanto sorprendente che il ratto in questione, accusato di terrorismo un anno fa, non sia stato mai arrestato, ma lasciato (od incoraggiato?) andare in Siria a dare man forte ai ribelli "democratically correct". Vorrei tanto che quelle foto con Bersani alla manifestazione anti Siria e Lucia Goracci sorridente circondata dai ratti assassini siano diffuse sui muri e magari anche in volantini,personalmente non me ne frega niente se questo puo' avvantaggiare altri, a destra od a sinistra. La resistenza siriana ha avuto il merito di stanare le menzogne sulla Siria, costringendo la maggior parte dei media a prendere atto della natura delle fazioni di ascari, per fortuna fermate non solo dall'esercito, che ha pagato un prezzo molto alto in termini di vite umane (ma questo sembra non interessare ai "pacifinti", non si tratta in fatti di "civili"), ma anche dalla popolazione civile. A proposito non si parla piu' delle responsabilita' dell'attacco al gas, forse dalla relazione ONU e' uscito fuori qualcosa che non torna o non e' "politically correct"? e non si parla piu' di Quirico, anche se i suoi tentative di "aggiustare la mira" vaneggiando un'iniziale rivolta popolare e laica "che non era stata aiutata (?) dall'occidente, (Troppo impegnato a distruggere la Libia?)" sa del compassionevole per quell'uomo, ieri prigionieri dei "ribelli", oggi forse prigioniero del sistema che ha deciso di sponsorizzarli. Un'ultima cosa sull'attentato in Kenia, dicono che ci sia stata una rivendicazione dei resistenti Somali, ma anche fosse mi sembra strano che l'azione non avesse obiettivi "politici", come ad esempio la liberazione di prigionieri. La presa del Mall fine a se stessa non avrebbe senso da un punto di vista politico e militare, avrebbe come unico risultato quello di incitare l'opinione pubblica occidentale (grazie anche all'incessante lavoro dei media) contro di loro.

Anonimo ha detto...

Salve,
a proposito di articoli e di stampa
vorrei chiedervi se qualcuno sa dirmi qualcosa di più di quello che posso trovare su Google su Yossef Bodansky
(qui un suo articolo http://oilprice.com/Geopolitics/Middle-East/Syrian-Chemical-Attack-More-Evidence-Only-Leads-to-More-Questions.html) dato che ho ultimamente notato che le sue analisi rispecchiano molto il nostro punto di vista sulla Siria. La cosa mi ha stupito vista la sua carriera, ma forse mi sono perso qualcosa.
Tra l'altro è spesso citato nell'ultimo libro di Germana Leoni von dohnanyi, "Rapporto Medusa", che purnon parlando di Siria e Libia direttamente fornisce spunti interessanti: in fondo seguendo il traffico di armi si ha sempre un'interpretazione più chiara degli eventi.
Grazie in anticipo per quello che riuscirete a dirmi.

Mauro Murta ha detto...

Tra i "progressisti in divisa" va iscritta a pieno diritto "Un ponte per". Ai tempi dell'aggressione alla Jugoslavia e all'Iraq era un'associazione benemerita, lo sai bene Fulvio. Ma ormai è stata (o si è) arruolata fra le salmerie dell'Impero. Quale retaggio del tempo in cui credevo di salvare la mia coscienza e il mondo elargendo qualche spicciolo ad associazioni umanitarie, ogni tanto mi arriva un opuscolo di costoro, con allegato bollettino postale. Stavolta, manco a dirlo, uno speciale "emergenza Siria". Lo stile è quello di Amnesty, solo un pelo meno sguaiato: nessuna accusa diretta al "regime", solo pochi missili intelligenti sparati contro la decenza. Un'intervista ad un cecchino "ribelle" che trasuda viscida empatia, un "bombe dei militari di Assad" di qua, un "cecchini di Assad" di là, parlare semplicemente di esercito siriano figurarsi, e la propaganda umanitaria è servita.

Mauro Murta ha detto...

Sui giornalisti-tenie, a parte gli irriducibili come Colombo, occorre rimarcare qualche inaspettato sviluppo. Rainews 24 (non ho il satellite, quindi è la sola "all-news" che posso permettermi) sulla Siria ha fatto una svolta ad U. Il povero Salah Methnani, che solo pochi mesi fa giocava a fare il Rambo insieme ai ratti, è stato spedito in Iraq.
Gian Micalessin, checché se ne dica, segue in prima persona le operazioni dell'esercito siriano traendone servizi tutt'altro che disprezzabili.
Ma la vera sorpresa è Lucia Goracci! Da poche settimane si guarda bene dal frequentare i "ribelli" (ca nisciun è fess) e, con la sua prosa da studentessa secchiona che sembra leggere su un gobbo, ci racconta la tragedia dei siriani massacrati da quelli con i quali si faceva maliziosamente fotografare. Ma si vede che soffre...
Insomma, non so se è un'imperscrutabile manovra dei loro padroni o se costoro hanno fiutato una brutta aria e cercano di correre ai ripari. Se è così c'è da rallegrarsi. Per la brutta aria, ovviamente.

alex1 ha detto...

(ANSA) - DUBAI - Pene pesanti, fino a 15 anni di carcere, sono state inflitte da un tribunale del Bahrein a 50 oppositori sciiti, accusati di "ricorso al terrorismo" e di aver cospirato, in collusione con l'Iran, contro la monarchia sunnita degli Al-Khalifa. Si tratta dei militanti che avevano dato vita al "Collettivo 14 Febbraio", organizzatore delle proteste di piazza nella capitale Manama contro il regime: 16 sono stati condannati a 15 anni, quattro a 10 anni e gli altri 30 a 5 anni.

Sicuramente troveranno meno interesse (meno che mai sostegno) dei "ratti" che cercano di conquistare, per ora senza riuscirci, la Siria. Non sono mica "democratici ribelli" come quelli che hanno messo a ferro e fuoco la Siria o la Libia...

Anonimo ha detto...

Ciao Fulvio.
Mi piacerebbe conoscere il tuo parere sulla vicenda di alba dorata.
Per sgombrare il campo da fraintendimenti con chi legge il mio commento,credo che il posto giusto per questi energumeni sia dietro le sbarre.Mi sorgono pero',dato che era stato concesso loro di fare di tutto,alcuni dubbi.
Non e' che hanno fatto comodo per intercettare i voti del sottoproletariato massacrato dall'europa e poi al momento opportuno li fanno fuori non tanto per tutelare la democrazia ma per evitare che costituissero un pericolo per la dittatura della trojka?Forse sono troppo complottista,oppure sono vere entrambe le cose.
Saluti,Luca.

Fulvio ha detto...

Alex1.
Sorprendente che il ratto non sia stato arrestato? Macchè, normalissimo.
Quanto alle "conversioni" di Goracci e compagnia belante, bè, all'evidenza tocca arrendersi. Merito della resistenza siriana e della grossolanità delle balle imperialiste. Inoltre, anche qui, è la voce del padrone che ha capito che gli islamisti gli stanno fregando la Siria. Il che sta bene solo ai teocrati israeliani.
La presa del Westgate non è mai stata pianificata dagli Shabaab. Il significato politico è ovvio e giusto: rappresaglia per le stragi keniote in Somalia, attacco al simbolo del vampirismo occidentale. Far pagare un costo pesante ai surrogati dell'Impero. Non credo che le sterminate masse dei poveri kenioti si siano risentiti. E anche questo è un risultato.
L'opinione pubblica occidentale sarebbe contro di loro, comunque, anche se mettessero fiori nei loro cannoni.

Mauro Murta ha detto...

Invito a vedere sul sito di Rainews 24 l'intervista di Monica Maggioni al presidente siriano Assad.
Sorvolando su alcune cadute di stile della giornalista (in fondo è pur sempre la "Madre di tutte le Embedded"), niente al confronto con le zerbinate del suo predecessore Mineo, viene fuori la grande dignità del presidente. Ne avessero un miliardesimo i nostri politici! Afferma come è logico che nessuna trattativa è possibile con l'"opposizione" armata, nient'altro che terroristi. Ribadisce inoltre che eventuali trattative avranno come controparte solo gli USA perché è da loro che è partito l'assalto. Non si può perdere tempo a trattare con entità quali Arabia Saudita ed Europa perché sono solo miseri esecutori degli ordini americani.
Spero che queste ovvie ma coraggiose affermazioni siano frutto del rafforzamento politico e militare della Siria operato dalla Russia e dal mondo libero.

Fulvio ha detto...

Mauro Murta@
Scusa, ho indirizzato la risposta alle tue osservazioni su Goracci e Co. a Alex 1.
Quanto a "Un Ponte per", vi ho militato ai tempi dell'embargo all'Iraq e della guerra alla Serbia. Con sue delegazioni sono stato nei due paesi. Hai perfettamente ragione. Allora erano tra i pochissimi che non diffamavano i "sanguinari dittatori". Poi il carrierismo di Fabio Alberti (PRC) e il suo opportunismo hanno fatto degenerare la cosa in una Ong collateralista. L'acme fu raggiunto con le due Simone, ricordi? Ripetutamente ne ho denunciato i pacifintismo nonviolento che ora li ha fatti finire accanto ai ratti.

Fulvio ha detto...

Luca@
IL tuo "complottismo" è perfettamente giustificato. E lo stesso discorso vale per tutte le formazioni neonazista che spuntano qua e là per far credere al volgo che il fascismo stia lì e non, invece, nei partiti di questi governi. Sono sempre e comunque invenzioni dei servizi dei regimi in marcia verso il totalitarismo.

Mary ha detto...

Segnalo qesto articolo: http://www.lastampa.it/2013/09/30/italia/la-flotta-nato-al-largo-della-sardegna-ecco-come-ci-si-prepara-ad-un-attacco-b87YEpQAjKtmFrVHYcdY4H/pagina.html
e http://www.sassarinotizie.com/articolo-20005-navi_e_uomini_a_largo_delle_coste_sarde_la_nato_simula_un_attacco_bellico.aspx

L'immagine nella frase finale del 2° articolo rende bene quello che Assad dice nell'intervista citata da Mario Murta: gli USA, come dei burattinai, tengono d'occhio quello che fanno gli altri stati della Nato.

Anonimo ha detto...

Qualche volta dovremmo parlare anche della povera Europa. Degli espropri dei Mercati-Mercanti: 50 miliardi di euro versati ai fondi salva-banche privati con sede in Lussemburgo dai governi Monti-(barzel)Letta. Forse dovremmo anche parlare dell'evoluzione del capiatlismo. Gli imprenditori, coloro che detengono i mezzi di di produzione, vengono derubati dei profitti "illegittimamente" estrorti ai lavoratori da un livello finanziario sovraordinato, attraverso un'ipertassazione dissanguante. La borghesia di serie A che fotte la borghesia di serie B. I Lavoratori si aggirano intontiti e rincoglioniti dai dibattiti politici, un po' come il simpatico napoletano alla festa universitaria dello spot Telecom.

Siqueiros

Fulvio ha detto...

Siqueiros@
Ottima e sintetica analisi.

Anonimo ha detto...

Una piccola glossa: la sfera finanziaria non è un livello sovrordinato all'economia capitalistica. La sfera finanziaria è il capitalismo.
Quando l'espansione materiale D-M-D' non riesce più a "pompare energia" ai livelli finanziari (quelli di D), si passa direttamente al ciclo del capitale portatore d'interesse D-D', «la formula originaria e generale del capitale condensata in un’espressione priva di senso» (Marx, Il Capitale, Libro III - la sintesi in pochissime e geniali parole del paradosso dell'accumulazione capitalistica: non a caso il capitalismo passa da una crisi all'altra).

Piotr

alex1 ha detto...

Ucciso da sicari terroristi il responsabile dei servizi anti hacker iraniano. Il corriere della sera non parla di "terrorismo" ovviamente, ma ammette che si tratta di "oppositori interni" o di Servizi segreti internazionale. Senza ombra di condanna, anzi aggiungendo che sono 5 gli scienziati iraniani uccisi dal Mossad o da suoi addentellati dal 2007 ad oggi. come fosse una cosa normale. Cosa diranno i "democratically correct" sostenitori delle aperture di Rohani, che è un buon segno, dialogo si, ma con un interlocutore disarmato è meglio?
Un ultima cosa, in realtà i media occidentali adorano gli oppressi che usano fiori invece che cannoni. Mi ricordo, durante la prima intifada, i palestinesi oggetto di gran simpatia a sinistra in Italia, perchè, mentre i loro giovani cadevano a centinaia sotto i colpi dei "giusti", i loro coetanei israeliani si godevano tranquillamente la vita nei bar e nei locali il sabato sera. Quando durante la seconda intifada, i palestinesi hanno anche usato le loro poche armi, la simpatia è praticamente scomparsa, sostituita dal concetto che doveva prevalere su tutto, cioè la "sicurezza di Israele".Questo è quello che piace, l'oppresso che subisce senza reagire o minimamente turbare il sonno di chi è dalla parte giusta.

Anonimo ha detto...

caro Fulvio ti leggo con grande interesse, il tuo punto di vista è illuminante, così come di grande stimolo i commenti dei tuoi lettori, spero di poterti conoscere di persona prima o poi, a Lampedusa ti ho mancato per un pelo...
a proposito di Lampedusa, rabbia e tristezza più che mai oggi pensando a chi perde la vita nel medditerraneo cercando invece la salvezza...


la effe

Anonimo ha detto...

Piotr@

grazie per la precisazione. Però credo che in 150 anni le forze produttive abbiano avuto un'evoluzione. Penso ad esempio alla stretta dipendenza dai processi di ricerca ed innovazione, forse una volta non così impellenti, che obbligano gli imprenditori a ricorrere in misura maggiore ai crediti finanziari, ed i lavoratori ad elevare le loro conoscenze tecnico-scientifiche o linguistiche.

Siqueiros