martedì 20 maggio 2014

AFRICA: nuovi richiamini dell'11 settembre.



Un impero fondato dalla guerra deve mantenersi con la guerra” (Charles de Montesquieu)

Coloro che non si muovono, non si accorgono delle loro catene. (Rosa Luxemburg)

E’ compito di coloro che pensano di non stare dalla parte dei giustizieri” (Albert Camus)

E c’è pure la Pinotti con gli anfibi
Grandi manovre del neocon Obama e dell’imperialismo franco-anglosassone per riprendersi l’Africa sfuggita nel secolo scorso ai predatori colonialisti. Madame Pinotti in orgasmo, già eccitata dai preliminari con i nazisti di Ucraina, è pronta a fornire al prosseneta-capo i suoi gigolò in uniforme.

Dopo l’eliminazione dalla scena del faro della libertà africana, Gheddafi, viene spedito In avanscoperta in Mali e Centrafrica lo sguattero Hollande. Il Mali sarà il primo paese del Sahel da ricondurre al guinzaglio di Parigi. Viene utilizzato l’inquinamento islamista della lotta dei Tuareg per la libertà del loro paese (l’Azawad) come pretesto contro un popolo amico di Gheddafi, in lotta storica per l’indipendenza. Vi si dovrà costruire una piattaforma per la destabilizzazione dell’Algeria. Nella Repubblica Centrafricana, invece, lo sherpa apripista francese ricorre alla Legione  a protezione di stragisti cristiani, attivati per strappare agli anticolonialisti musulmani uranio e petrolio. Ora si va sul sul bersaglio grosso, Libia e Nigeria. Entrano in campo direttamente (nella prima per la seconda volta) le armate imperiali. E per riprendersi il continente è necessario iniettare del botulino tra le rughe dell’islamofobia euro-atlantica, il cui volto, liftato dall’11 settembre, è andato un po’ disfacendosi davanti all’evidenza che, alla faccia dei migliaia presuntamente ammazzati da Al Qaida nelle Torri Gemelle e nei trasporti pubblici di Parigi e Madrid, quei macellai sono stati, in Siria e in Libia, la soldataglia di ventura agli ordini dell’imperatore. Come se le SS di Hitler si fossero precipitate  a spianare la strada per Stalingrado all’Armata Rossa.


Libia.
L’incontenibile sollazzo della gorgone Hillary Clinton sulle carni lacerate di Muammar Gheddafi si è congelato in smorfia di panico quando il tradimento dei chierici islamisti avevano disintegrato l’ambasciatore Stevens con tre spioni Cia, a Bengasi, settembre 2012. Lo sprovveduto, che pure aveva rinforzato le schiere dei ratti in Siria con armi chimiche, collegamenti satellitari e jihadisti libici, gli aveva però negato i sofisticati missili terra-aria con cui la marmaglia in rotta davanti all’esercito di Assad e per le carneficine tra le varie fazioni, contava di riaggiustare la partita. Già Washington aveva dovuto constatare in Libia che gli apprendisti erano passati all’obbedienza di altri stregoni (Golfo-Israle) e che pure quel poco di petrolio che il “caos creativo” Usa riusciva a succhiare dalla Libia (400mila barili al giorno, contro i 2 milioni di prima), era sotto il controllo degli insubordinati e prendeva via misteriose, come ad esempio, per la Corea del Nord.

E’ andata come in Egitto. Qui il despota fantoccio, Morsi, ammantato (anche dai nostrani sinistri) di falsa democrazia (elezioni truccate e manipolate, Stato di polizia, tutti i poteri nelle mani del presidente Fratello Musulmano, scioperi proibiti, repressione sanguinaria dei laici, Sharìa), non aveva funzionato e i settori della primavera araba, non controllati da Cia-Ned, minacciavano di riprendere la marcia verso un Egitto libero, antimperialista e antisraeliano. E così si è tolto la mordacchia all’esercito, da sempre fidata e foraggiata truppa di complemento nell’area, ed è arrivato il generale Al Sisi (più o meno fidato che sia, anche lui). In Libia è stato estratto dalla naftalina il generale Khalifa Haftar, un rinnegato fuggito negli anni ’80 negli Usa, dove si è accasato vicino alla sede della Cia a Langley, rispedito in Libia nel 2011 per dar man forte alla ciurma di jihadisti raccattati da Cecenia, Afghanistan e altri scenari del terrorismo Usraeliano,  quando erano stati ributtati indietro dall’esercito di Gheddafi. Rimediato, con 72 incursioni al giorno per sei mesi di cacciabombardieri Nato da Sigonella, all’incapacità di questi avventizi, il generale fellone era rientrato nella riserva.
A proposito di Sigonella, massima base USA operativa d’Europa, possiamo attribuire a questo grumo di morte incistato nel nostro paese il merito di aver contribuito alla pace nel mondo e nel Mediterraneo fin dal 1967, partecipando alla guerra dei Sei Giorni, e appuntandosi poi gloriosi nastrini per Libano, Somalia, Iraq, Afghanistan e Libia. Quale causa più nobile e prioritaria di quella dei No Muos di Niscemi. Combattono contro il mostruoso apparato di comunicazione e comando satellitare Usa, destinato, oltre che a infliggere malattie e morte elettromagneticamente alla popolazione e a fare dell’Isola un bersaglio privilegiato, a comandare e coordinare le forze di terra, mare e aria di Usa-Nato nelle varie guerre per la dittatura mondiale. Non c’è causa che meriti più solidarietà e partecipazione nazionale e  internazionale (TUTTI AL CAMPEGGIO NO MUOS DI NISCEMI AD AGOSTO!) 


Mentre il sud e parti del centro della Libia restavano largamente in mano alla resistenza verde, il bottino grosso dei giacimenti e terminali in Tripolitania e Cirenaica, finivano nell’anarchia totale, con bande di forsennati islamisti che, a forza di mattanze, si contendono il bottino, non riconoscono né i vecchi ufficiali pagatori, né il loro governicchio “islamico moderato”, da un premier al mese (sempre islamisti tosti), asserragliato in un paio di palazzi e hotel di Tripoli. Semmai davano retta ai più munifici mandanti del Qatar e dell’Arabia Saudita, sodali di Israele e ansiosi di marcare le distanze da quegli Usa che, sia contro la Siria e il suo alleato iracheno, sia contro l’Iran, l’intollerabile mezzaluna scita, esitavano ad abbattere il maglio della propria potenza militare. In parallelo, e specie dopo i fatti di Bengasi che avevano determinato la fine della gestione occidentale del disfacimento della Libia, nei media  i giovani “rivoluzionari democratici”, cari anche a Rossana Rossanda, erano tornati a essere la brutale feccia terrorista islamica (la stessa impiegata in Siria e per la quale ci si affanna a trovare una soluzione) che impediva il progresso del paese verso un’accettabile regime proconsolare. Regime fantoccio, laico o islamico che fosse (in Ucraina, non essendo congrui gli islamisti, si ricorre agli antichi partner nazisti), purchè disposto ad accontentarsi delle briciole della depredazione imperiale.

Così Haftar (di cui i nostri media evitano accuratamente di rivelare le ascendenze) viene rimesso in pista, si rimediano reparti dell’esercito governativo insofferenti al “caos creativo” islamista partito per la tangente, li si chiamano “Esercito Nazionale”, gli si affianca l’antica quinta colonna coloniale berbera di Zintan (dello stesso gruppo che in Algeria da sempre fa il fiduciario di Parigi) che detiene il figlio di Gheddafi, Saif al Islam, gli si fornisce copertura aerea marca Nato, e si scaglia il tutto, prima contro la roccaforte degli ultrà jihadisti di Bengasi (200 tra morti e feriti) e, poi, contro gli inetti Fratelli Musulmani che fanno finta di governare a Tripoli. Una partita che resta del tutto aperta e in attesa che si chiariscano i rapporti di forza tra questo nuovo matamoros Cia, i bruti  originariamente messi in campo contro Gheddafi  e l’internazionale sunnita dei sultani del Golfo, incerti tra i tentennanti protettori Usa e una fregola espansiva autonoma (ben vista da Tel Aviv), per ora bloccata dagli antimperialisti che guardano a Tehran.


Intanto la coppia Renzi-Pinotti, di un governo di burattini al filo, con il piede di porco contro la popolazione, il bastone contro chi manifesta, l’elmetto per i paesi riottosi al Nuovo Ordine Mondiale, plaudendo ai 250 marines e cacciabombardieri spediti da Obama a Sigonella, pronti all’intervento in appoggio all’uomo forte Usa, Haftar, si sono offerti di contribuire alle nuove mattanze imperiali con un po’ di professionisti di devastazione e saccheggio. A ripartire da Ucraina e Libia.

E resta pure da vedere cosa farà il Fratello Musulmano di Ankara, Erdogan, sempre vassallo Nato, ma frustrato dalle tergiversazioni di Obama e pure protagonista della contesa inter-jihadista con il suo Fronte Al Nusra contro l’ISIL saudita (Stato Islamico In Iraq e nel Levante). Qualsiasi cosa faccia, non se ne resterà in galleria a osservare lo spettacolo. Indebolito da ininterrotte sollevazioni di masse, insofferenti alle sue colossali ruberie e ai suoi assassinii seriali in Siria, alla tirannia di questo despota che dà tutti i segni di essere uscito di senno, alla catastrofe economica e sociale, sconvolte da una strage di minatori oggettivamente pianificata dal regime, sarà tentato di giocare fino in fondo l’arma di distrazione di massa del nemico esterno. Non sempre funziona, pensiamo all’ottobre del ’17. E se sprofonda il califfo Fratello Musulmano, potrebbe partire un terzo atto con scenografia e canovaccio del tutti diversi.


NIGERIA DELENDA EST

Un nemico esterno, se non al paese, al regime, come arma di distrazione di massa, è quello che dovrebbe servire anche a Goodluck Jonathan, padre-padrone della Nigeria, il paese più popoloso e ricco del continente, che ha appena sorpassato come prima economia il Sudafrica e però non fa parte degli indisciplinati BRICS ed è il primo fornitore africano di idrocarburi all’Europa. Distrazione di massa dalla tirannia, dalla fenomenale corruzione della classe dirigente, dalle devastazioni e rapine della Shell e dell’Agip, dalla miseria e dal sottosviluppo di un popolo il cui Stato è l’unico produttore di petrolio del mondo con un bilancio in deficit. Così la solita manina invisibile, ma sempre più distinguibile all’occhio allenato dalla coazione a ripetere l’11 settembre quale strumento risolutivo della geopolitica imperiale.

Così dal nulla, o meglio dal flusso di armi e briganti dilagati dalla Libia polverizzata verso il Sud africano, spunta due anni fa nel Nord della Nigeria Boko Haram. Con ogni evidenza una filiazione, ancora più sanguinaria, delle sceneggiate che sono servite a coltivare l’islamofobia planetaria, fin da quando, anni fa, anche agli Usa, sparito il “comunismo”, necessitava un nemico esterno per distrarre le masse euroatlantiche dalle razzie interne dell’élite chiamate “crisi”  e per agevolare quelle esterne. Alla strategia convenivano stragi di cristiani che Boklo Haram diligentemente perpetrava, fino al momento culminante del rapimento delle 270 ragazze da una scuola nel Nord musulmano. Ragazze, donne, strumento principe anticritico di commozione e persuasione, perlopiù totalmente mistificatorio, come le iraniane Sakineh e Neda Soltan, Aung San Suu Kyi, Julia Timoshenko incarcerata (e in Occidente i ladri di regime non si incarcerano) e oggi la presunta lapidanda sudanese Meriam Ibrahim, santa martire cristiana (apostata, ma anche adultera, già passata a un corte d’appello che non prevede condanne a morte).

Trascinandosi dietro l’armata delle ginocrate, l’universo GLBT, con ancora tra i denti i polpacci di Putin, e gli uomini che adottano la solidarietà con le donne a foglia di fico sulle proprie prepotenze maschiliste, sono entrate in campo le massime furie del riscatto delle donne abusate in tutto il mondo. Da Michelle Obama a Carla Sarkozy, da Hillary a  Valérie Trierweiler e rispettive ancelle europee, con il supporto delle immancabili Amnesty e HRW, è una mobilitazione di quelle strategiche. Sul mondo atterrito imperversa l’urlo di protesta e  d’amore: “Bring back our girls”, “Ridateci le nostre ragazze”.  

Nostre ? Nostre, come le liceali libiche che ho visto dichiararsi con Gheddafi e la libera Libia fino alla morte. Morte per molte arrivata con i missili da Sigonella e, lì come in Siria, sotto le bandiere nere di Al Qaida. Nostre, come le centinaia di migliaia di donne siriane relegate fuori dalla vita nei campi profughi, o come i milioni di donne irachene scomparse o sopravvissute a 13 anni di mattanza biologica e sociale. Nostre, come le ragazze e donne dell’Ucraina russa e antifascista stuprate, bruciate vive, finite a mazzate, nell’orrore di Odessa. Nostre, come le donne che tengono a galla le bidonvilles che il capitalismo sparge nel mondo. Come quelle che Shell e Agip e i devastatori delle miniere avvelenano, insieme ai figli fin nella loro pancia. Donne fatte cavie a loro insaputa dai Mengele della farmaceutica, dell’alimentazione e dell’agroindustria. Nostre, quanto quella metà femminile del genere umano, architrave di ogni società, la cui voce è cancellata dai genocidi bellici e sociali, operati da coloro che strepitano per le povere studentesse nigeriane.

Il coro capeggiato dalle first ladies della “comunità internazionale” s’è fatto banda musicale alla testa delle truppe d’invasione, non solo in Nigeria. Obama, impegnato nella gestione del dopo-emozione, ha deciso di spedire nei cieli nigeriani, i droni con missili “Hellfire” così bene collaudati in Pakistan, Yemen e Somalia. Sigonella, come Gibuti e altre basi africane e mediorientali, stanno lì apposta. A Sigonella i droni sono supportati dai 250 marines di recente arrivo, pronti a sostenere l’uno o l’altro intorno ai giacimenti libici e a svolgere ruoli risolutivi nei campi preparati dalle Forse Speciali (leggi “Squadroni della morte”) e dall’intelligence Usa e Nato in Nigeria e ovunque. In Nigeria, perché, con Jonathan, o qualunque altro socio di minoranza nella depredazione che risulti disponibile, all’alleata Europa le multinazionali Usa possano aprire o chiudere a piacere il rubinetto dell’energia, proprio come previsto nella presa dell’Ucraina. Del resto, è dalla sua nascita, checché si inneggi ai padri fondatori, che questa Europa è il vitello da mattatoio, con inciso sulla pelle il marchio di fabbrica “made in Usa”. Un vitello allevato alla catena, sterilizzato perché non si riproduca, da macellare prima che cresca e muggisca, magari in consonanza con l’Asia vicina e sorella.

E se la Cina si sta facendo l’Africa con il primato della cooperazione, degli scambi e degli investimenti, ottenendo risultati ineguagliati grazie a relazioni eque tra pari, è con AFRICOM, il commando Usa creato nel 2008 e basato in Germania (perché i governi africani, pressati dai popoli, insistono ancora a seguire la raccomandazione di Gheddafi di non accoglierlo), che si va alla conquista del continente. Israele partecipa, direttamente, con spie e commandos, fornendo armi e comunicazione e, indirettamente, con il clone sionista Hollande-Fabius-Sarkozy.


Il Pentagono opera ormai sistematicamente in 49 su 53 paesi africani. La base “pesante” è quella di Gibuti sullo Stretto di Bab el Mandeb. Installazione permanente per flotte di droni, aerei da trasporto, cacciabombardieri, navi da guerra, migliaia di militari da pronto intervento e di “contractors” per le operazioni più sporche. E da qui e da un’altra base in Arabia Saudita che partono quotidianamente i droni Usa che sterminano famiglie di somali e yemeniti, magari al matrimonio o al funerale. Basi “leggere”, smontabili, discrete, con apparecchiature di comunicazione e sorveglianza e piste d’atterraggio sono sparse su tutto il continente. Operazioni di addestramento di eserciti locali, “mantenimento della pace” e manovre congiunte si svolgono in Benin, Botswana, Burkina Faso, Ruanda, Burundi, Camerun, Etiopia, Gabon, Ghana, Kenya, Malawi, Mali, Mauritania, Mozambico, Namibia, Niger, Nigeria, Senegal, Sierra Leone, Tanzania, Togo, Uganda e Zambia. Saccheggio e disfacimento del Congo sono affidati a milizie surrogate, ai missionari e alle Ong.

La crisi nigeriana determinata dalla vicenda Boko Haram-fanciulle rapite, artefatta e manovrata come tutte le crisi che da un po’ ci impestano e spazzano via, è la “pistola fumante” per consentire ad  AFRICOM di entrare e inquadrare da più vicino il paese e le sue forze armate. Forse i necolonialisti riusciranno a venire a capo di Boko Haram, rinsaldare uno Stato frammentato in etnie, lingue, confessioni, salvare dalla bancarotta la più corrotta classe dirigente del continente e mantenerla in piedi sotto ricatto, come con tutti i fantocci. O forse faranno il contrario, coltiveranno il (o si adatteranno al) solito “caos creativo” che degrada e polverizza le nazioni. Dipenderà da quale soluzione gli permetterà di controllare e prosciugare meglio il paese. Intanto la Nigeria diventerà la piazzaforte anglofona di AFRICOM  e il cuore del dispositivo imperiale Usa, posto al centro del continente, nel paese più popoloso e con la prima economia, fornitore principe di petrolio agli Stati Uniti.

Per il mondo dei viventi la prospettiva più probabile dell’intervento delle Grandi Democrazie è un ennesimo squarcio del suo organismo fisico e psichico. Una ferita che affonda in una morta gora di devastazione sociale, ambientale, politica, giuridica, costituzionale, corredata di stragi,  provocazioni  sotto falsa bandiera, atrocità, terrorismo, sfoltimento biologico. E ancora una volta ci hanno decerebrato con “i diritti delle donne”. Donne che, dall’Afghanistan in qua, devono essere “affrancate” da forze militari “illuminate”, trasudanti diritti civili,, che gli garantiranno un ambiente dove potranno stare senza velo, libere da violenze e abusi. Ovunque questo è stato posto in atto, le donne vivono le condizioni peggiori del mondo e, forse, della Storia. Ma di questo le ginocrate e i loro damerini non si occupano.

29 commenti:

annapaola ha detto...

credo bene non ci sia ancora nessun commento...io sono senza parole. Dico solo che questa sua è un'articolo incredibile ed è evidente la rabbia e la frustrazione dovuta all'impotenza. Purtroppo non siete in tanti a denunciare questi fatti, ma non servirebbe nemmeno essere in molti, gli italiani, come se non bastassero i politici, hanno ancora il cordone ombelicale attaccato a l'America, non serviranno denunce di nessun tipo purtroppo. Ho i brividi solo al pensiero di dover andare a votare

Anonimo ha detto...

gli USA e la CIA sono sicuramente come ci spiega dettagliatamente Grimaldi portatori di comportamenti nel mondo che nulla hanno a che fare con la democrazia... semplicemente perché da sempre lo Stato USA non è una democrazia ma come detto da molti una CORPORATOCRAZIA, uno Stato che sostiene gli interessi economici delle corporations ovunque possano fare profitti a tutto discapito dei cittadini e delle democrazie, a tutto vantaggio di quella elite del mondo (che non ha paese ma è in qualsiasi paese) che detiene la vera ricchezza e il vero potere...detto questo, Cina e Russia sono democratiche o fanno parte di questa elite? Si contrappongono per un piano alternativo di controllo del mondo e magari la Cina per una svolta epocale dove un vero comunismo umano e attento alle esigenze di tutti prenda piede? A me sembra che tutti portino avanti il loro potere ingiusto, violento e manipolatore....l'unica isola felice per la sua lotta dura politica, sindacale mi sembra sia l'Europa che tutti gli altri fanno a gara per farla crollare come Stato sociale, l'esperienza socialdemocratica è stata notevole nonostante tante critiche, gli aiuti che danno alcuno Stati europei in qualsiasi altro posto nel mondo non vengono neanche immaginati.... siamo noi euopei che dovremmo svegliarci dalla follia liberista, dal controllo militare economico USA e costruire il nostro futuro....e ci sono le elezioni ora, una opportunità per dire dove vogliamo andare

rossoallosso ha detto...

@anonimo delle 10,59

bel commento sembra scritto da renzisconi in persona

Fulvio ha detto...

Anonimo@
Visto che tutto quello che la stampa occidentale racconta sui paesi invisi all'imperialismo Usa-UE è falso e strumentale, mi fido molto di più della democrazia in Russia (e del suo eccellente canale all news in inglese RT)che di quella praticata dalle nostre parti. Di "vero comunismo" non se ne vede neanche l'ombra nel mondo, se non qualche accenno in America Latina e, da noi, tra i Cinque Stelle. Ciò che conta oggi, visto che è in ballo non sono la dittatura del proletariato o la dittatura borghese, ma la sopravvivenza delle specie viventi, è che il blocco Russia-Cin,a con alleati vari, rappresenta l'ultima trincea di pace, diritto internazionale e resistenza ai necrofori occidentali. Chiamare poi l'Europa dei briganti delle banche, tutti intrecciati con mafie e massonerie, in piena campagna di sterminio contro le classi subalterne, "isola felice", con i suoi sindacati corrotti e collaborazionisti, con i suoi socialdemocratici degenerati in autentica destra turbocapitalista, mi sembra l'effetto di parecchia pessima grappa.

Fulvio ha detto...

Anonimo@
Aggiungo un'altra considerazione, elementare rispetto all'assalto euroatlantico al mondo: primum vivere. Solo da vivi si potrà provare a fare un comunismo... vivo.

Anonimo ha detto...

Lo scopo comune è mandarli tutti a farsi dare in der cool...
Io cri cri cri
due femmine 1 maschio
Io cri cri cri
votate che questa è l'ultima chance....si eleggono da soli i papp One$
Io cri cri cri
Io cri cri cri
un insetto per dar loro il ddt ! je faremo un gooooogle coooosì!
morgana

rossoallosso ha detto...

capisco che in politica valga più la strategia della tattica però sinceramente l'uscita di casaleggio che si richiama a Berlinguer è la più grossa cazzata di questa campagna elettorale,definiamola così,mi ha rovinato mesi di lavoro a ricordare agli orfani del sardo che fu giusto lui ad aprire la porta ai vampiri.
peccato,speriamo sia almeno utile alla causa

Fulvio ha detto...

Rossoallosso@
Sono d'accordo con te sul giudizio su Berlinguer (ma la porta è stata aperta già molti anni prima, grazie a Stalin e Togliatti, però trovo quella di Casaleggio che fa urlare "Berlinguer" a centinaia di migliaia di persone la cosa più intelligente di tutta la manifestazione. Sai perchè? Perchè in quel momento quel nome significava riappropriarsi di un valore (vero o presunto) e strapparlo a chi ne abusa. Eppoi si trattava del Berlinguer della questione morale. E la questione morale oggi, nel regime della corruzione universale Stato-mafia, è una delle prime discriminanti.

alex1 ha detto...

Interessante l'articolo di Di Francesco sull'Ucraina. Questo tanto per ricordare che l'Unione Europea di oggi e' quella che riceve con tutti gli onori il goplpista Iatseniuk e tace davanti al massacro di Odessa di stampo neonazista mentre fino a tre mesi fa urlava che "l'interferenza umanitaria" era un diritto delle democrazie contro i regimi "non in linea con le aspettative" al primo accenno di una qualche protesta contro di loro, spontanea o preordinata dall'esterno. E se e' vero che in Germania e nei paesi nordici esiste uno stato sociale ancora accettabile, e' anche vero che i tagli alla spesa sociale, e la rivisitaione al ribasso dei diritti dei lavoratori (includendo limitazione dei diritti sindacali, blocco dei contratti, precarizzazione e mini jobs) stanno risalendo il continente europeo, dalla Grecia all'Italia verso la stessa Germania. Non lasciamoci ingannare da un socialimperialismo europeo tanto fallace ed ideologicamente dannoso.

alex1 ha detto...

Giuto poco fa al telegiornale La7 si parlava dell'Ucraina e della morte del giornalista italiano colpito dale truppe golpiste di Kiev. Si diceva che il "prossimo presidente, (che sara' comunque un sostenitore dei golpisti di Maidan) avra' il compito di far cessare le violenze nel Donbass che sono responsabili anche della morte del giornalista italiano". Come diluire le responsabilita' attribuendole genericamente alla guerra, ai "disordini", quando vengono colpiti da quelli "giusti" o comunque "meno peggio". In realta' ucciso con il suo interprete, da chi "non vuole testimony".
A proposito di Berlinguer, penso sia positivo il cercare di strappare la sua memoria ai democratici europeisti, ricordando anche che Berlinguer fece votare contro gli accordi CEE nel 1979 se ben ricordo. Ma a parlare di barlumi di comunismo nel M5S sarei piu' cauto, perche' ho sentito appelli a favore delle picole imprese e qualcuno di meno a favore dei lavoratori. Ben venga la denuncia e la ripresa della "questione morale", ma la strada e' ancora lunga.

rossoallosso ha detto...

ho provato a partire da Togliatti ma lunga e tortuosa è la via ho preso la scorciatoia sarda ben storicamente documentata per rendere chiaro il concetto a partire dal '57 col voto comunista contrario al MEC,adesione poi avvallata da Berlinguer e al tardivo ripensamento del promotore di compromessi storici mi spiace ma non credo,così come il richiamo alla questione morale buona nelle intenzioni ma "tardiva", lascio la sua memoria volentieri in mano piddini.
Su Stalin invece non condivido la necessità di rifiatare era palese e come dici bisogna rimanere vivi per arrivare al comunismo,quel comunismo in un solo paese che altrimenti si trasforma in imperialismo

Anonimo ha detto...

Bravo Rossoalrosso.

Ah, popolo mobile che cede al minimo vento! Sventura a chi s'appoggia su questa canna. Maria Stuarda, Schiller

Siqueiros

rossoallosso ha detto...

purtroppo è successo l'rreparabile gli eventi dell'expo hanno spostato gli equilibri togliendo a Grillo l'escusiva della "questione morale" il richiamo a Berlunguer è stato l' ultimo disperato appello prima della sconfitta

Anonimo ha detto...

è bastato che nominassero berlinguer che certo comunista proprio non era, anzi voleva il compromesso...perché glitagliAni almeno quelli che hanno beccato gli 80 euri...votassero per lo $coutino...evvai col TAV e MUOS ecc ecc...ma 6 milioni di gente non comprata valgono molto più di 10 milioni di gente che s'accontenta di un piatto di lenticchia scondita una tantum per dar via l'intimo pertugio. E ben ci Stalin, ce lo meritiamo lo $piritato $cout...quando avremo finito gli 80 euri...non ci resterà che chiagnere e fotterci...Certo con un poco di organizzazione si potrebbe mettere in scena un bel 6 milioni di obbiettori contro pizzo tasse e pizzo bollette. Basta e-mailarsi un po'...io posso offrire la mia esperienza di organizzatrice. riuscivo a fare in 5 quello che prima facevano in 23...solo con poche norme di organizzazione. Quella basilare: ottenere il massimo utile col minimo sforzo [di lavoro indipendente e competenza] morgana

Mauro Murta ha detto...

Per un partito, o movimento, che dopo l’effetto novità che lo ha portato al 25% si consolida al 21%, non si potrebbe parlare di debacle, asfaltatura, eccetera se lo stesso movimento non avesse puntato su un improbabile trionfo assoluto. Soprattutto vista la propaganda spietata che ha subìto e, specularmente, ha ben lubrificato il PD sul quale al momento puntano i nostri padroni della NATO. Gli stessi che prima di gettarli via puntavano su Andreotti, Craxi, Berlusconi, Monti.
Ciò detto, Grillo si è dimostrato confuso e pessimo comunicatore. Dire “io sono oltre Hitler” è una più che comprensibile reazione a tutte le accuse di nazismo vomitategli addosso quotidianamente. Ma boutade del genere sono un invito a nozze per i mangia-hamburger della disinformazione di regime. Uscite come “carabinieri e Digos sono con noi”, invece, sono veramente “oltre” ogni immaginabile imbecillità. Tutto questo finisce per inquinare e svilire posizioni sacrosante come il rifiuto di Tav, Muos, F-35 e di genuflettersi a Israele. Penso che la presenza di Grillo, anche per coerenza, dovrebbe diventare meno ingombrante in un movimento che non merita di essere identificato con uno che, ogni volta che parla, non si può mai sapere se dirà una verità rivoluzionaria o una colossale vaccata.

Anonimo ha detto...

purtroppo oggi sono incappato nel servizio di rainius con la gracci !!
gli hanno sequestrato l'attrezzatura perchè erano ceceni !!!!!!!!!!!!!
orrore !!!!
ma quando era in libia o in siria non li aveva mai visti tutti quei combattenti stranieri che entravano in quei paesi ???????
e questa sarebbe una giornalista ??

Mauro Murta ha detto...

Ecco l'ultimo insulto all'intelligenza della "giornalista" di RaiNews24 Lucia Goracci:
http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/ucraina-Violenti-scontri-a-Donetsk-24-persone-morte-in-un-attacco-4f5c3a68-4e38-417d-b0e9-12a2cc31fc3f.html
Stavolta la megera bercia di essere stata fermata e perquisita dai "filorussi" che accusa di essere nientemeno che mercenari ceceni (avevano la barba!). Peccato che non abbia ricevuto lo stesso trattamento che i democratici ucraini riservano ai giornalisti veri:
http://rt.com/news/160072-russian-journalists-ukraine-arrest/

Anonimo ha detto...

ecco qualche foto dei terroristi uccisi (quelli che la rai non ci fa mai vedere)

http://latanadellorso.livejournal.com/33366.html

100 morti e da noi il silenzio ... ma se ne morivano 5 a maidan qui si facevano edizioni straordinarie con profili commoventi di ogni morto !!!!

Unknown ha detto...

I massacre a Donetsk, chiamati "battaglie" dal Corriere della Sera, ma in realta' non si possono chiamare battaglie quelle in cui si colpisce dall'alto di elicotteri d'assalto presidi di semplici militanti e poliziotti o le stragi di cittadini normali che offrono le loro vite spente dentro roghi accesi dai paranazisti europeisti (o comunque adottati dalla UE come utili alla "democratica conquista dell'Est" da fare con le buone o con le cattive) a sedi sindacali finendo i superstiti a mazzate, forse neanche I fascisti italiani arrivarono a tanto nel biennio 20-22. Oggi a Donetsk 100 morti a zero, compreso 20 feriti bombardati dall'alto mentre venivano trasportati con un camion via dale zone colpite. I "democratically correct" tacciono compiaciuti, sperano che I loro beniamini facciano presto piazza pulita dei cittadini russi e degli antifascisti ucraini, similmente a come avvenne in Kraijna a danno dei resistenti yugoslavi, cosi' da poter fare la parte di ricondurre l'Ucraina "bonificata" dai "rompiscatole" alla "democrazia". Putin sembra ridotto al silenzio, ma non penso che nel suo paese gli perdonerebbero una malaugurata sopraffazione dei milioni di russi ed antinazisti da parte dei fascisti di Kiev (come mai la stampa nostrana non racconta nulla su quello che succede anche nelle zone "non russofone"?) Ma ormai e' chiaro che, per quanto possa dare scandalo dire questo, gli obiettivi strategici verso l'Est della UE Nato, non sono poi tanto diversi da quelli della Germania nazista. "Area vitale" allora, "allargamento ad Est" oggi. Magari cercando la rivincita di Stalingrado e se si vede la carta geografica, non e' neanche tanto lontana dal Donbass.

Mauro Murta ha detto...

La propaganda occidentale è sempre più senza vergogna. Mentre i fascisti ucraini massacrano i civili
http://rt.com/news/161772-eastern-ukraine-attack-deaths/
per le soubrette di RaiNews24 l'Ucraina è " battuta dalle violenze dei filorussi e degli infiltrati ceceni".
Vedere e vomitare qui:
http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Bagno-di-sangue-in-Ucraina-Le-salme-di-Rocchelli-e-Mironov-a-Kiev-c24046c9-df6d-4db4-9f06-2af4e1bef44b.html

rossoallosso ha detto...

potenza della Morte Nera sacrifica nani per resuscitare gobbi

alex1 ha detto...

Ciao Fulvio,
C'e' qualche barlume di luce nella resistenza degli ucraini russi ( e non russofili, come li chiama con disprezzo la stampa nostrana) contro le ben fornite e foraggiate "unita' speciali" del governo di Kiev?

Anonimo ha detto...

CIA vevamo provato a mandarli tutti a farsi fare un c..[azione passiva] non affanc [azione attiva] ma $trenzi CIA fregato con l'elemosina di 2,74 euro al giorno per 10 milioni di "........." con tanto di cedolino fotografato e twittato...
ricordate che qualche giorno prima aveva dichiarato vince grillo? io non me ne vado...
avevo lo stesso scopo di grillo, ma indipendentemente dalle nzate che ha detto su dudu, ecc, ecc, che gli fai a 10 milioni che hanno dato via l'intimo per tugio per 80 € da maggio a dicembre 2014?
tranquilli conmunque.. non ci faranno votare più, mai più, alla neapolitan di merdel!!!!
morgana

alex1 ha detto...

A sentire oggi il GR di mezzanotte sull'Ucraina, a parte una evidente faziosita' ("un reparto dell'esercito ucraino e' stato attaccato nei pressi del confine da un gruppo di ribelli filorussi armati fino ai denti" I ribelli ovviamente non russi ma sempre "filorussi", come fossero tifosi scalmanati, chissa' se poi la redattrice li ha visti di persona)sembra evidente che Putin li ha abbandonati, da quando ha accettato il consiglio di Obama di allontanare le sue truppe dal confine, e' stata luce verde per I reparti speciali di Kiev. Credo proprio che Putin o comunque la dirigenza russa ha scambiato il loro destino con il pagamento del gas che sembra garantito dai copiosi finanziamenti UE (in cambio probabilmente delle risorse dell'Est Ucraina, viste come probabile prossimo bottino di guerra) al nuovo governo UE . Il nuovo presidente Poroshenko "democratically correct" in quanto eletto fra candidati rigorosamente antirussi (che fine ha fatto il candidato per il partito delle regioni partito federalista del presidente Yannukovich?) sembra addirittura piu' a destra dello stesso Iatseniuk, contro la comunita' del Donbass, guerra ad oltranza grazie ai finanziamenti che generosamente arrivano da UE ed USA fino alla conquista di quelle terre. Vorrei sapere se qualcuno dei neoeletti nel M5S e di Syriza dicano qualcosa in proposito.

Fulvio ha detto...

Mauro Murta@
Da tempo ho smesso di indignarmi per prostitute come Goracci & Co. Per il resto, d'accord o.

Alex1@
Davvero non lo so come andrà a finire nel Donbass, ma spero che Putin non abbia ancora bruciato tutte le sue carte.

Unknown@
Ottimo.

Sono stato in Ungheria per quslche giorno e ora vorrei postare un pezzo sul 25 maggio e seguenti. Di Ucraina raccontano bene alcuni siti e anche voi la sapete lunga.

alex1 ha detto...

Volevo dire finanziamente UE al nuovo governo di Kiev...mi sembra che la situazione sfugga alla UE ed al di la' delle sue stesse intenzioni, che sperava in un golpe "soffice" per rinegoziare da poizioni di forza I contratti sulle furniture del gas. Al di la che la tendenza della UE sia comunque di sostenere comunque il regime antirusso di Kiev, a sentire alcune autorevoli posizione critiche (Da Schmidt a Prodi, per finire a Sergio Romano) sia trascinata da Obama in un confronto con la Russia che puo' portare in pochi anni, ma forse anche in alcuni mesi, conflitti sempre piu' ad est ed a geneare ulteriori e piu'estesi conflitti, forse con una guerra aperta contro la stessa Russia che vedrebbero mobilitati gli Stati Baltici e la Polonia, sicuramente per adesso piu' fedeli agli USA che non alla UE ai quali si associerebbe l'Ucraina se il regime di Kiev si dovesse malauguratamente consolidare. Una notizia non molto diffusa ma gli USA starebbero -1% del PIL e la Cina sarebbe gia' in fase di sorpasso. Avere una fascia di Stati ad Est da utilizzare non solo in chiave antirussa ma anche per tagliare ogni possibile forma di collaborazione fra singoli stati e la stessa Russia, sarebbe il modo di reagire al proprio declino, mettendo la UE davanti al fatto compiuto e legandola volente o no alle proprie iniziative militari e condizionando pesantemente l'accesso alle risorse energetiche, cosa che spiega le guerre di conquista contro la Libia e contro l'Iraq.

rossoallosso ha detto...

"si sa che l'elite fa ciò che gli pare,grazie alla sinistra hanno creato il comunismo perfetto.Lo diceva anche Marx solo la borghesia può fare la rivoluzione"

gia, la lotta di classe è giusta solo se viene dalla borghesia,naturalmente ne usufruisce anche il proletariato

Italia 2014 o Germania 1930 ?

rossoallosso ha detto...

benedico questo matrimonio per non morire da "bambasòun"(bamboccione) e per rendere ancora più credibile ed efficace la già dura ed intransigente opposizione che sta facndo l'M5s, i grillini che non capiscono vadano pure a votare Tsipras. Ma come !! Farage sì e Bersani e Renzi no !!? Che se lo facciano loro l'esame di coscienza.

alex1 ha detto...

Arrestato il sindaco di Venezia Orsoni...ma ormai il MO.SE. è in fase di realizzazione. L'impressione che cambierà qualche manovratore ma non la direzione della locomotiva.