giovedì 18 settembre 2014

NO BASI E DECAPITATI: BANDIERE VERE, FALSE BANDIERE

NO BASI – DECAPITATI:  bandiere vere, false bandiere


“il terrorismo è l’arma politica migliore, poiché nulla sottomette meglio la gente che il timoe di una morte improvvisa”. (Adolf Hitler)
La pazzia è rara negli individui; ma in gruppi, partiti, regimi, nazioni ed epoche, è la regola” (Friedrich Nietzsche)
Non è una strana cecità, la nostra, di insegnare pubblicamente le tecniche della guerra e di premiare con medaglie coloro che la sanno fare meglio?” (Marchese De Sade)
“La nostra società è governata da gente matta per obiettivi demenziali. Credo che siamo gestiti da maniaci per fini maniaci e credo che rischio di essere rinchiuso come matto per averlo detto”. (John Lennon)

Anzitutto guardatevi questo video dall’Ucraina. Perfetto. http://youtu.be/rqN_NN1_mZg

Pensate a una palude dalle esalazioni mefitiche, in cui un soffio di mare si insinui e spazzi via ciò che impedisce di vedere in alto squarci limpidi. Immaginatevi una banda di nazisti ucraini e Nato  sui cui si abbatta uno scroscio di fiamme che li disperda ai quattro angoli dell’inferno. O un’accozzaglia di Nato-mercenari terroristi – jihadisti-moderati – disintegrati dalla vendetta siriana o irachena. O, ancora, immedesimatevi nei polmoni di un asmatico cui diano il boccaglio dell’ossigeno. Oppure, e daje, immaginatevi tutto il cucuzzaro del menzognificio di regime trasformato in statua di sale dallo tsunami di verità che si sprigioni qua e là dalle valli, dai monti, dalle piane, di questo paese. Paese che non si accorge di quanti partigiani di Brigate Garibaldi hanno ripreso a muoversi dalle Alpi alle isole. Sono sensazioni che si provano immersi nella grande manifestazioni indipendentista (dallo Stato predatore, dai governi devastatori, dai guerrafondai atlantici, dai professionisti della morte che seminano bombe sugli altri e patologie letali in casa), fiorita come un’esplosione di verde nelle immagini accelerate di una savana dopo la pioggia.


Bandiere vere
L’isola in questione era, sabato 13 settembre 2014, la Sardegna. Piagata e piegata in anni di mazzate micidiali che, partiti dagli abusi dei Savoia, hanno raggiunto l’apice sotto gli esecutori finali, dal tortellino tossico bolognese al saltimbanco fiorentino con gli anfibi, nel rogo di 33 ettari di macchia mediterranea innescato dalla bomba di un Tornado tedesco, ha visto la classica goccia tracimare. A domare l’incendio, né un baldo incursore della Marina, o della Folgore, né un pilota israeliano impegnato nelle prove di genocidio a Gaza, né un topgun americano in addestramento per le guerre infinite di Obama. Solo vigili del fuoco e Corpo Forestale (vedi * in fondo), gli unici due decenti corpi dello Stato che ora il ducetto smart e cool  vorrebbe incorporare, militarizzandoli, nella Polizia e nei Carabinieri. Non dobbiamo utilizzare ogni mezzo per proteggerci dal “nemico terrorista della porta accanto”?
E’ schizzata da un vaso ribollente, quella goccia iridata, ma fino a oggi compresso dal coperchio della divisione e delle tante ferite riportate. Sono arrivati da tutte le parti, comprese quelle di  là dal mare, sospinti dalle vele colorate delle brigate No Tav e No Muos. Per i minimalisti 5000, per i massimalisti il doppio. Tanti,.comunque, come non s’erano mai visti davanti a Capo Frasca (Oristano), una servitù militare che ospita il poligono dove killer di Stati Canaglia fanno le prove per disintegrare vite e cose in giro per il mondo.
 Mariella Cao     

E c’erano, incazzati e allegri, tutti. La galassia degli indipendentisti, antimilitaristi, la mitica Mariella Cao delle battaglie storiche con “Gettiamo le basi”, Michela Murgia, l’alternativa di sinistra dei 76mila voti per la presidenza della Regione, pacifisti, parlamentari che hanno ripreso coraggio o si sono convertiti, pentastellati, comunisti e, riferimento strategico per le coscienze internazionaliste, palestinesi con alle spalle le ombre di ucraini, siriani, libici, iracheni. Perfino uno che si aggirava alla ricerca del “gruppo di meditazione” che, col suo cucchiaino per svuotare il mare, a gambe incrociate e mani giunte si proponeva di svuotare la base-mattatoio. Perfino qualcuno della Liga Veneta, che aveva scambiato il Poligono per il campanile di San Marco. E poi quei No Muos e quei No Tav che, fondendosi qui, come nelle tante trincee-antibarbari scavate nel paese, nell’esercito dei grandi NO popolari e di classe, prefiguravano il fronte comune per una nuova  lotta di liberazione.


Un tripudio di bandiere scintillanti e di striscioni che gridavano la rabbia e la determinazione dei vilipesi e calpestati dell’isola e del mondo, nella vista sfocata del mio obiettivo, creavano tappeti sterminati di papaveri, rose, girasole, tra la polvere delle strade e i roveti delle colline. Un’enorme festa di popolo, il 13 settembre a Capo Frasca, che, con le sue musiche, le sue parole d’ordine, i suoi abbracci tra ritrovati, le tempestose “Tambura Battente” della rabbia al femminile,  il suo assedio di ore e ore al fortino, faccia a faccia coi guardiani del bidone, ha fatto scoprire ai sardi la forza dell’unità necessaria di fronte a un nemico che non distingue. “No Nato….. indipendentzia…. No servi né servitù, fora!”….Non si potrebbe dire meglio.
Alla fine di ore e ore di voci, corpi e bandiere pressati contro i cancelli e le reti della base, anche qui s’è sfondato e gli alieni in tenuta antisommossa, a custodia del campo degli assassini, si sono visti fiorire attorno un campo de’ miracoli popolato da centinaia di inermi vittoriosi. Si è tradotta in pratica la lezione dei No Muos di Niscemi che, anno dopo anno, sfondano le reti e calpestano il terreno sottratto al rigoglio di una rara sughereta e consegnato alle antenne della guerra infinita. Come la lezione dei No Tav, in battaglia contro i cantieri del crimine sociale e ambientale, veri padri della patria in lotta, la cui unità consolidata in questo quarto di secolo ha segnato una collana di vittorie dal contagio addirittura transnazionale. E, c’è da scommetterci, la visita a puntellare il demenziale ma remunerativo obbrobrio TAV, fattagli dall’energumeno cementificatore Renzi, non li farà “retrocedere di un centimetro”, “piaccia o non piaccia!, proprio come dice il guitto. Noi siamo noi e tu non sei un cazzo. E come la lezione dei No Tav-Terzo Valico, che presidiano valli e vette dell’Appennino e, anche oggi, stanno sventando i furti di territorio fatti passare per espropri.

 Reti tagliate, base  invasa

Irruzione, il 9 agosto, dei No Muos nella base Usa, che, l’anno precedente, era stata una prima mondiale, i l campeggi al presidio di Niscemi, la battaglia cittadina e la resistenza all’assalto poliziesco e giuridico;  l’ininterrotta riappropriazione del territorio e violazione delle opere devastatrici operate dai No Tav e No Tav Terzo Valico, rispondendo colpo su colpo alla militarizzazione e, ora, l’assedio della Sardegna al cuore dei misfatti di regime, di Usa e Nato, ora da estendersi a 37mila ettari (il 60% dell’intero demanio militare italiano) sottratti alla vita per farne scuola di morte. I No Servitù sono la terza stella del firmamento, con le punte che infilzano le tenebre. E la galassia le pone vicine a quelle che irradiano dalla Siria, da mezza America Latina, dal Donbass, patrioti russi che mostrano come, contro i mercenari del soldo, si vince con la giusta causa.

“Sardegna, terra più militarizzata d’Europa con le basi e i poligoni, rapinati al pascolo, alla coltivazione, al lavoro, più invasivi e inquinanti d’Europa. Qui si preparano guerre, si bombarda, si sperimentano armamenti nuovi, si sparano missili a mare, a terra”, denuncia il volantino del Circolo Indipendentista Hugo Chavez. Servitù sarde non solo al militare, anche ai padroni delle ferriere, dei campi, del cemento. Presidiati dai servi dei signori della guerra e dei vampiri “civili” di territori da pervertire e briatorizzare. E qui, come a Niscemi e in Valsusa,  ci si prepara alla guerra agli altri, ma, intanto, si ruba, aggredisce, danneggia e uccide. 37mila ettari, chilometri di filo spinato intorno a territori tolti ai titolari, come il bosco all’orsa Daniza (vedi * in fondo). 2 milioni di metri quadrati solo a Cagliari, poi la base aerea di Decimomannu, la polveriera di Santo Stefano alla Maddalena, gli sconfinati poligoni di Capo Frasca, Quirra, Capo Teulada, Macomer, Lago Amodeo: il fronte interno più vasto d’Europa.Il vaiolo sulla bella faccia della Sardegna. Da cui bombe e aggeggi di guerra che tuonano, colpiscono, inquinano. Da cui morti e malati della sindrome di Quirra, malattie, leucemie, malformazioni nei neonati umani e animali, per un’incompatibilità totale tra militare e presenza umana. Come l’uranio e le polveri in Valsusa, come il bombardamento radioattivo a Niscemi.

Non gli fa difetto la più elementare e la più raffinata delle ragioni, a questi sardi, così diversi e migliori del gran resto di noi. Così intelligenti, preparati, coscienti, forti, cordiali (nel senso di cuore), così giusti. Sono rimasti quelli che dovremmo essere noi. Da  A manca pro s’indipendentzia, Sardigna Nazione Indipendente, Gettiamo le basi, Comitato Su Giassu, Comitato Su Sentido, Comitato Hugo Chavez, cittadini assorti. Se vi capita di frequentarli, tornerete migliori.

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 False flags, bandiere pirata

Di tornare migliori vi capiterebbe anche se vi trovaste per qualche giorno tra patrioti siriani e patrioti russi, tra i semplici cittadini di Palestina, Iraq, Siria, Libia. Quelli dalla parte del torto e della morte. Quelli contro i quali l’orrido Alien, ventriloquo del bianchissimo fantoccio nero, ha scatenato armate di mercenari rastrellati tra i reduci di Afghanistan, Bosnia, Kosovo, Cecenia, Libia, Tunisia, l’Egitto dei Fratelli Musulmani, tutti usciti decenni fa dalla scuola Cia di Bin Laden, o tirati fuori dal bunker di Hitler, dove sulle carcasse è cresciuto il verminaio di Svoboda e Pravij Sector. Pochi di questi davvero convinti, molti agenti necrofili prezzolati. Il Napoleone da strapazzo della Casa Bianca ha dato fondo  a una psicopatologia che gli fa esorcizzare la propria fine tramite lo sterminio di innocenti. Una guerra di tre anni, ha detto, ma da vent’anni dettata infinita dai cannibali militar-industriali. Come per il criminale di guerra Roosevelt, unica possibilità di fermare la corsa al dissesto del paese e dell’impero. Così ha lanciato un attacco a tenaglia contro Russia e Cina, via Europa e Medioriente.

Per arrivare all’obiettivo, si radono al suolo alcuni paesi, si finge di attaccare le proprie forze speciali dette ISIL, o Nusra, o Fronte Islamico; si fa uscire dalla comune il premier iracheno Al Maliki, alleato di Tehran e Damasco, che era arrivato all’ignominia di fare affari con Cina e Russia e che ancora pretende di tenere unito il paese quadrimillennario, e si fa entrare dagli Usa il fuoruscito a Washington Al Abadi; si pompano e si armano milizie tribali di narcotrafficanti, contrabbandieri, sensali del petrolio, sicari di Israele, garanti dello squartamento dell’Iraq, con un pezzo ai sicari dell’ISIL e uno al protettorato Kurdistan; si definiscono “eroici Peshmerga” (con il concorso di obnubilati “sinistri” che stanno con i curdi qualsiasi cosa facciano, che si battano per l’indipendenza, che spacchino l’Iraq a favore di USraele, o che  Ocalan si arrenda al criminale Nato-jihadista Erdogan); si fingono bombardamenti in Iraq che fanno un baffo alle bande di terroristi “islamisti”, ma servono a delimitare le quote della tripartizione.

Bande, quelle dei jihadisti, sguinzagliate per deserti e pianure senza alberi, senza grotte e senza monti e, volendo, eliminabili se solo gli si dedicasse un giorno dei bombardamenti fatti da Churchill sulla Germania. Churchill, negli anni Venti, ci mise poche settimane a far fuori, con biplani-giocattolo, milioni di iracheni in rivolta. E, a proposito, guardate che paralleli. Ieri gli Usa, partner finanziari e industriali della Germania fin molto dentro la guerra, lasciano che Hitler bruci la sua nazione  nello scontro con il nemico vero del capitalismo, l’URSS socialista. Ora, per lo stesso scopo, adoperano tiranelli vassalli tipo Georgia o Azerbaijan, o rigurgiti nazisti ucraini (mercenari jihadisti nelle repubbliche asiatiche). La consegna è la stessa: ammorbidire, destabilizzare, indebolire, per poi attaccare direttamente. Oggi il ruolo dell’agnello sacrificale tedesco è si è moltiplicato e vede le avanguardie islamiste e loro padrini del Golfo sospinti dagli Usa contro gli avamposti dell’eterno nemico (Libia, Siria, Iraq, Iran), con alle spalle gli Stati Europei. Il piano è che finiscano tutti come la Germania, ma che, intanto, l’orso sia stato sfiancato e isolato, facile boccone. Cose da psicopatici di una guerra all’anno da tre secoli a questa parte. E poi dice che Obama improvvisa…

Del resto, come mai ci sono jihadisti con tatuaggio delle FFAA Usa?. Come mai portano carabine Usa M4, quando gli Usa avevano dotato il neoesercito iracheno, che si dice essere stato saccheggiato, di AK-47? Com’è che la NSA, la CIA, il Mossad, tutto l’apparato della più stringente e capillare intelligence che ci sia mai stato, non hanno percepito quanto stava per succedere, loro che con ISIL e Nusra prendevano il tè? E davvero impossibile ricostruire da dove partono le linee logistiche e i denari che riforniscono i mercenari di ogni cosa occorra a un moderno esercito? Arrivano via aria, ma l’ISIL non ha aerei. I necrofagi pseudo-islamisti controllano ora sette giacimenti petroliferi iracheni. Al loro arrivo, sono stati abbandonati dal  personale in fuga. Ma ora l’ISIL produce 88.000 barili al giorno. Quali tecnici, e da dove, sono arrivati a far funzionare gli impianti?

Caricato a mille dalla presa cementata nelle pareti della Casa Bianca dagli elettricisti della Cupola, il burattino “più potente del mondo” ulula annunci di saccheggio e devastazione (un po’ come shock and awe) da perpetuarsi per tre anni (come quelli dell’Afghanistan, vecchi di 13 anni). E si tira dietro i latrati dei “volenterosi” che, però, si scornano tra di loro nel marasma dell’aver allevato, addestrato, armato, finanziato e dato licenza di ogni efferatezza,  a propri sicari e che ora devono pretendere di avversare. Un paradosso paralizzante, che pare aver bloccato anche Berlino e Londra. Quanto a noi, abbiamo un barboncino,  Mogherini, che guaisce appresso ai rottweiler.

Del resto, son tutte chiacchiere, fuffa, come quelle del bullo di sapone nostrano. Tutto il casino ISIL serve solo a coprire l’aggressione a bombe e, subito dopo, a truppe di terra, contro la Siria e contro un presidente rieletto onestamente con l’88,7% dal 73% di votanti (in un paese dai 6 milioni di sradicati e profughi!). Non ce l’anno fatta in oltre tre anni a sobillare la popolazione con la grandine di bugie e sanzioni. Hanno fallito i tagliagole, per due terzi importati, nonostante l’ausilio di armamenti, milioni di dollari e squadroni della morte occidentali, detti “Forze Speciali”. Hanno sparato gas nervino turco su centinaia di bambini rapiti ed è stato un autogol epico, grazie all’assist del giocatore russo. Come lo è stato quello degli ucraini quando i russi hanno dimostrato che i 298 passeggeri del MH17 malese, il cui abbattimento era stato attribuito ai combattenti di Novorussjia, erano stati ammazzati dalla mitraglia di un jet di Kiev.

Siamo alla riproposizione dell’11 settembre, in questo caso cadenzato nel tempo, ma con la stessa funzione assegnata ai 3000 delle Torri Gemelle e ai 3 decapitati dall’ISIL (ISIS, IS), con gli altri a seguire. Tutta la storia ribadisce, di regime in regime, di epoca in epoca, che la cerchia dei ricchi che hanno arraffato il potere non ci mette niente a far fuori i propri “compatrioti”. Oltre a quella della Prima Guerra Mondiale, c’è l’Italia di Piazza Fontana, Brescia, Italicus, BR. C’è la Germania dei soldati della Wehrmacht travestiti da cecchini polacchi. E ci sono gli specialisti Usa e Israele: incrociatore Maine, Pearl Harbour, Golfo del Tonchino, 11 settembre, metrò di Londra, treno di Madrid, Amman, Bali, Mumbai… per finire con i tre coloni di Hebron rapiti e poi ammazzati per fornire il pretesto alla pulizia etnica di Gaza. Con Obama e il socio di John McCain, Al Baghdadi, siamo all’apoteosi delle False Flag.

Le decapitazioni? 11settembre 2.0.
La maggioranza degli americani era contro la guerra. Il dato è stato capovolto dall’11/9. La stragrande maggioranza di statunitensi, europei, il parlamento britannico, il mondo, erano contro il ritorno di Usa e alleati in Iraq (quello ufficiale, ché quello ufficioso si è verificato tre anni fa e, se ora si parla di 2000 soldati Usa spediti da Obama, ci si nasconde che tra contractors, SAS e Delta Force, tutta l’area è infestata da professionisti occidentali) e generalmente stufi di guerre e relative spese a scapito di tutto il resto. L’universo mondo ha seguito con raccapriccio i jihadisti israeliani  far carne tritata di Gaza e ne ha tratto incentivo a rafforzare voci e strumenti contro questo carcinoma impiantato tra gli umani. Hanno sbattuto contro un tram in Siria, grazie ai siriani, ai loro dirigenti, ai russi, si son visti scippare dall’Iran l’Iraq, costato tre trilioni di dollari.
 Vincitori del Donbass

A dispetto di quanto avevano buttato nelle fauci di oligarchi e nazisti, hanno subito l’umiliazione e ridicolizzazione degli sguatteri installati con un putsch a Kiev, per mano di un esercito improvvisato, cittadino, di contadini, operai, minatori, negozianti, casalinghe, studenti. Roba da Repubblica Popolare, da Comune di Parigi, quella del Donbass, dei partigiani antifascisti di Donetsk e Lugansk. Hanno dovuto accettare che lo sbirro “buono” Poroshenko concordasse una tregua con Putin (buona o cattiva che sia, lo vedremo) per non vedersi arrivare i patrioti a Kiev. E che ora accettasse e facesse votare alla Rada l’idea di un Donbass autonomo, con statuto speciale e rapporti privilegiati con Mosca, anatema fino a ieri per Usa, Nato e golpisti ucraini. In effetti, c’è poco da fidarsi, se non nell’incredibile forza dei patrioti e nella saggezza strategica di Putin.
  Camerati ucraini

Già il premier Jatzeniuk, poliziotto “cattivo”, quello selezionato dalla neocon Nuland, contro l’autonomia dà in escandescenze in parlamento, mentre i suoi camerati nazisti di Settore Destro e Svoboda forniscono il supporto della piazza. Vedremo una nave USA affondata davanti a Odessa, come l’incrociatore Maine davanti a Cuba, per far piombare sul Donbass i 4000 della Forza di Pronto Intervento euroatlantica, decisa nel vertice Nato? Potrà l’episodio finalmente far deflagrare quella guerra mondiale decisa dalla Cupola, in primis i petrolieri Rockefeller e Rothschild, e che finora era strisciante? A giudicare dai 40 paesi ri-ra-ccattati da Obama (ci sono pure i formidabili Estonia e Costa d’Avorio), nominati ufficiali pagatori delle guerre imperiali, con molti di questi che non hanno che gli occhi per piangere sulle falcidie dei loro popoli (Italia compresa), a’ sarà dura, come avvertono i No Tav valsusini.
Tutto questo richiedeva, perché rimanesse in piedi il programma neocon PNAC  “per un nuovo secolo americano”, segnato dall’eliminazione di ogni competitore e di ogni refrattario, un’escalation dell’orrore-terrore che uguagliasse le ricadute dell’11 settembre e successivi. 

Cosi, dopo le crocefissioni, gli sventramenti, gli arsi vivi, tutti di spendibilissimi indigeni, arriviamo alle decapitazioni, cadenzate da esperti in PR e video diffusione, di figli della nostra civiltà e delle sue potenze guida. I primi due, Foley e Sotloff, esibiti con perfetta scenografia, coreografia, regia, risoluzione, audio, erano due embedded che diffondevano la versione Usa degli eventi in Siria. Il terzo, Haines, già impiegato in ditte più esperte di operazioni sporche e poi “cooperante” in presunte ONG ed effettivi centri di spionaggio e provocazione, anche lui attivo nei ranghi dei terroristi. Potrebbe dirsi che se la sono cercata. Anche le due sprovvedute giovinette italiane, Vanessa Marzullo  e Greta Ramelli, che dalle spie dei boia della Siria si sono fatte irretire a mescolarsi ai “ribelli” e sono finite nel gabbio dei “rivoluzionari democratici”.

Potrebbe sospettarsi che l’esecuzione dei tre sia stata ordinata dagli sponsor MI6, Cia e Mossad. Come detto, non hanno mai avuto scrupoli a sacrificare propri elementi, per loro scartine. Sbagliano, in buonafede, coloro che pensano di riequilibrare i conti dell’abominio, con le decapitazioni e gli squartamenti a forza di missili perpetrati da Israele a Gaza, o dagli Usa-Nato qua e là per il mondo (altro che tre decapitati), comprese le teste non tagliate, ma senza cervello e con la bocca sotto l'orecchio, dei figli del fosforo su Fallujah. Non di gara tra opposti si tratta, il monopolio della ferocia terroristica è tutto occidentale. Kiev denuncia l’inspiegabile scomparsa dai suoi centri di detenzione di 200 combattenti del Donbass. Ecco la fine che hanno fatto e come vengono resi ai propri famigliari. Tutti della stessa scuola.

In un crescendo di orrore, passato dalle false atrocità attribuite ad Assad, a quelle vere dei “ribelli”, le immagini delle decapitazioni, realizzate con perizia hollywoodiana e istantaneamente diffuse nel mondo, insieme a tutti i comunicati e video dell’ISIL, dal Gruppo SITE (“Search for International Terrorist Entities Intelligence Group), classica filiale Cia,  hanno ottenuto il nuovo capovolgimento dell’opinione pubblica Usa. Pubblico coglionato, ora passato a sostegno dell’attacco, insieme al simultaneo scomparire dai radar dei crimini israeliani a Gaza. Il panico sociale per il ritorno in patria dei terroristi, prima mandati in Medioriente, serve al perfezionamento dello Stato di Polizia in tutto l’Occidente. L’Italia ha dato il suo gaglioffesco contributo con il fasullo allarme bomba sull’aereo per Beirut e con il  bang del muro del suono dei due caccia italiani che hanno terrorizzato Toscana e Lazio. Prefetti, questori e provocatori stanno all’erta.

Ma chi sono questi del SITE? Intanto sono quelli che diffondevano video di un Bin Laden minacciante sfracelli, ogni volta che ai media di Bush serviva una pera di anfetamina “antiterrorismo”. Video spesso certificati falsi. Fondato dall’ebrea Rita Katz, specialista nell’infiltrazione tra gruppi islamisti e diretta da lei e dall’ebreo Bruce Hoffman, capo della divisione controterrorismo e controinsurrezione della RAND Corporation (fondazione impegnata nella destabilizzazione di paesi sotto tiro), il SITE, finanziato dal governo Usa e dall’FBI, lavora mano in mano con i contractors tagliagole della famigerata Blackwater. La sua “unità media” opera sul campo con troupe televisive e corrispondenti e diffonde propaganda finalizzata a reclutare nuovi aderenti. E’ specializzata nel monitorare tutti i mezzi di comunicazione dei jihadisti e di diffonderne messaggi e video (ultime le tre decapitazioni) in tempo reale, molto prima che ci arrivino l’intelligence e la stampa occidentali. Come facciano e se, magari, sono il vero ufficio propaganda dell’ISIL come, prima, di Al Qaida, nessuno glielo ha mai chiesto.

Dalla piovra al polipetto
E a noi che resta, in assenza di patrioti russi e siriani, per tirarci fuori dall’apocalisse? Niente paura, andiamo bene. Abbiamo il bambino viziato, prepotente e malvissuto che, saltato leggero da “subito” ai “mille giorni”, è anche cresciuto dai simpatici vagiti, che commuovevano  tutta  la famiglia, agli strepiti trucidi con cui, davanti allo schermo, imita il Fuehrer. Pare Chaplin che, nel “Grande dittatore”, tira calci al mappamondo. Comunque, per avviarci alla salvezza, qualcosa ha fatto. Ha purificato se stesso e sguatteri e ancelle con secchiate d’acqua gelata. A vederlo in passarella col gelato, siamo tutti tornati bambini fiduciosi. Ha promosso l’eccellenza dell’ “italian look” costringendo sfigatissimi pseudosocialisti europei a proletarizzarsi, sfilando con lui vestiti da camerieri o agenti immobiliari. Con lo “Sblocca Italia” ha tolto il tappo al Niagara di cemento  che asfalterà quanto resta del paese, sollevando le sorti dell’economia nazionale, quanto meno delle sue locomotive Caltagirone, Cogefar, Coop, Mantovani…. E mafie intrecciate.

Con il Jobs Act ha risolto la vexata questio se debbano o no sopravvivere i lavoratori a detrimento della prosperità dei datori di lavoro e, limitando a tre anni (anche meno) ogni  assunzione, ha livellato la qualità, evoluzione e competitività dei produttori nazionali in modo da renderci simpatici a tutti i nostri concorrenti. E ha anche offerto agli italiani spazi di tempo libero mai visti dai tempi in cui ibernavamo nelle caverne. Lui e la sua squadra di eccellenze, si sono esibiti nelle uniche cinque scuole italiane che stanno in piedi, tornando, insieme a noi tutti, nella letizia dell’infanzia inconsapevole. La divisa da Figlio della Lupa o la tonaca di chierichetto elimineranno ogni discriminazione sociale. Per gli organismi che devono assicurarci la correttezza costituzionale e la terzietà della Giustizia, incalzato senza posa da quel previdente vecchio saggio della montagna, ha previsto altre luminose eccellenze. La “trattativa”, su cui a Palermo si  intigna a rompere il PM De Matteo, giunge così a felice compimento. Quella sera si sono visti, dietro le tendine di Palazzo Chigi gli utilizzatori finali, Silvia Renzi e Matteo Berlusconi,  ballare vorticosamente, allacciati nel tango. Kriminal Tango, ricordate?




  • Mamma Daniza è stata uccisa da simil-jihadisti. Un altro orso è stato avvelenato da simil-safaristi in Abruzzo. Simil-SS avevano in precedenza fucilato l’orso Bruno in Baviera. Tutti a piagnucolare, alcuni a celebrare la bibbia in cui Dio assicura all’uomo, (accanto a un senso di colpa congenito, da espiare nella sottomissione alla Chiesa e a tiranni affini), all’uomo “padrone del Creato” (oltreché della donna), la servitù di tutti gli animali. Blaterano di invasione e aggressività degli orsi (e un po’ di tutti gli animali, salvo i loro) i colpevoli che, bibbia, fucili, mitragliatori e veleni  alla mano, da millenni rubano agli innocenti titolari lo spazio che gli spetta. Chi ha invaso, chi ha rubato, chi ha sconvolto  l’ordine naturale della distribuzione della vita, e con quali vantaggi per la comunità dei viventi tutta? Dal fatto che c’è chi ritiene suo diritto naturale colonizzazioni e sterminii di habitat altrui, di essere l’unico  con diritto a espansione, conquista, eliminazione, sfruttamento, discende che poi sia diritto naturale che l’uomo, possibilmente bianco o mercenario scuro, bruci donne, decapiti diversi e gassi bambini, per rapinarne e depredarne la terra. Chi in Trentino ha fatto la cosa giusta? Solo, sostenuto da folle perbene, il Corpo Forestale dello Stato, in termini preventivi a protezione degli orsi e a contrasto ai giustizieri e, poi, con la denuncia e le procedure giudiziarie per assassini e pali. Speriamo che si ricordino anche dei due orfani. Che sia anche per questo che il terminator di latta di Palazzo Chigi vuole eliminare il CFS, o farne poliziotti, non per la sicurezza della Valsusa, della Sicilia, della Sardegna, ma per le mazzate a chi la difende.

8 commenti:

alex1 ha detto...

Un bell'articolo, e devo dire, avendoci avuto a che fare per motivi di lavoro, ho anche io un buon giudizio ed un buon ricordo del Corpo Forestale dello Stato anche per la loro collaborazione in un problematico cantiere. Ed e' molto interessante ed incoraggiante sapere che persone che hanno spesso origini e culture diverse si mettono a difendere il territorio dall'invadenza di esercitazioni militari di truppe Nato e non, con danni all'ambiente, che altri dovranno pagare le conseguenze rispetto a chile ha causate. Volevo pero' anche mettere in guardia, sopratutto da certo animalismo che io definisco spesso "da salotto" perche' poco a che a vedere con la tutela dell'ambiente ma che sfocia spesso in una visione misantropa. Utile poi per accusare popoli di alter culture od usanze spesso diverse dale nostre. Spesso dai commenti anche autorevoli l'uomo sarebbe di per se stesso un problema per l'ambiente, una specie di intruso nella perfezione e nell'equilibrio natural (tipico anche di certe frange di organizzazioni importanti quali il WWF o di Sierra).
La contraddizione fra uomo e natura, dal mio punto di vista, e' oggi in buona parte dovuta al profitto ed alle contraddizioni del modo di produzione. Una volta, prima dello sviluppo industriale, il problema ecologista non esisteva quasi.
Nel caso dell'orsa, ho polemizzato contro chi se la prendeva con l'ignaro raccoglitore di funghi, accusandolo di aver invaso il territorio altrui. Perche' negare il progresso vuol dire negare la storia dei nostri antenati che hanno fatto tanti sforzi per consentire a noi di avere a disposizione acqua potabile , mangiare in abbondanza e case relativamente comode per (quasi) tutti. Il problema nella fattispecie e' stato il voler introdurre l'orso in unarea fortemente antropizzato, per prendere fondi di diversi milioni di Euro dalla UE. Senza tenere conto che l'orso non e' uno scoiattolo, quindi accorgendosi solo dopo della pericolosita' di tale operazione, ipocritamente.
Ritengo che l'uomo sia un animale superiore, (per cui la sua sopravvivenza deva essere prevalente rispetto agli animali selvatici) nel senso che e' l'unico genere che puo' agire sull'ambiente modificandolo con consapevolezza (nel bene o nel male) e per tanto l'impegno ralmente ecologista sarebbe quello di sfruttare l'ambiente con giudizio per mantenerlo e e lasciarlo anche alle generazioni successive in condizioni accettabili con le risorse per poter vivere dignitosamente per tutti.

Fulvio ha detto...

Alex1
Ringrazio il mio stimato interlocutore Alex 1 per l'iniziale apprezzamento. Condivido parzialmente il contenuto del commento e dissento violentemente dalle ultime righe in cui si arriva a definire l'uomo "un animale superiore". Superiore da che punto di vista? Dal punto di vista delle tecnologie che lo rendono stupido e pernicioso per se, gli altri e il suo stesso habitat? Superiore perchè è riuscito a ottundere i sensi che la natura gli ha regalato e che gli animali mantengono perfetti? Superiore perchè è l'unica specie che da sempre si automassacra? Superiore perchè è in grado di allestire la morte del pianeta? O superiore perchè annovera Rembrandt e Goethe e Dante e Omero? Ma avete mai visto la perfezione di una ragnatela coperta di rugiada tra due rami nel bosco? E la bellezza di un pettirosso?
Lo specismo è parente stretto del razzismo e entrambi sono generati da quel ventre tossico che è il cristianesimo. Può darsi che ci fossero motivi venali dietro all'introduzione dell'orso in Trentino. Ma lì l'orso ci stava ed è stato trattato come Nato-ISIL hanno trattato siriani e iracheni. La sua re-introduzione è un atto di giustizia e riparazione. E quel cretino di cercafunghi, i funghi se li compri al mercato, non stia a rompere spiando da incosciente una mamma orsa con i cuccioli, vada a spasso nei suoi parchi, visto che l'uomo la natura l'ha tradita e rovinata. Quanto si incomincia di parlare di "superiorità" è certissimo che ci si avvia su una strada che porta a disastri. Non c'è la superiorità di nessuno su nessuno.

alex1 ha detto...

Caro Fulvio,
mi ricordo da anni la tua appassionata difesa dell'ambiente, con le tue belle trasmissioni di denuncia degli scempi ambientali, nel quasi totale silenzio di molti altri ecologisti. Ed io ho cominciato a conoscerti ed ad apprezzarti sopratutto sulle questioni ambientali. Immaginavo che ci potesse essere una divergenza anche con sinceri ambientalisti, ma il blog e' fatto anche per affrontare temi importanti, come quelli dell'ambiente, perche' il dibattito serve a maturare ed a crescere. Darsi solo ragione a vicenda puo' incoraggiare, come tanto mi incoraggiarono I tuoi servizi dalla Libia in fiamme o dalla Yugoslavia bombardata "umanitariamente".Ma alla lunga non basta. La mia frase sulla superiorita' era a doppio taglio, ma non e' solo dovuta alla capacita' che l'uomo ha sviluppato nella sua sia pur breve evoluzione (se rapportata con I tempi di altre specie) nell'arte e nella scienza, ma in particolare sul fatto che l'uomo per le proprie capacita' di azione e previsione puo' modificare l'ambiente ma anche pore delle misure per la sua salvaguardia. Non e' un caso che l'idea di parchi naturali nei quali possiamo ammirare piante ed animali protetti (bellissimo ad esempio quello del Gran Paradiso) e' frutto dell'azione dell'uomo stesso, che ha preso consapevolezza del valore dell'ambiente. L'uomo stesso responsabile negli ultimi duecento anni di storia anche di disastri terribili, ma e' l'unico che e' capace di evitare che una specie si estingua. Se fosse solo per la natura, i Panda ed altre specie non esisterebbero piu'. Anni fa ho visitato Yosemite con una guida che aveva vissuto tre mesi con I pellerossa, aveva imparato tantissimo, aveva il rispetto della natura in ogni piccolo dettaglio. Ci ha fatto vedere fra l'altro, nascosti fra i cespugli, un gruppo di cervi che andava ad abbeverarsi. Esperienza indimenticabile. Ma aveva con se anche un pugnale, e quando gli chiesi il motivo, mi disse che poteva servire anche nel caso, non proprio improbabile in quel parco, di essere attaccati da un orso. Mi fu di grande lezione, perche' capii che una corretta visione non puo' prescindere dall'essere consapevoli dei rischi che l'essere umano corre in certi ambienti sia pure naturali. E che la natura che noi stessi apprezziamo puo' essere fonte di pericoli. La pessima gestione dell'orsa in questione, prima reimmessa in un ambiente, poi ricatturata in un modo balordo da causarne la morte, ha dimostrato che nel gestire certi progetti bisogna tenere conto di tanti fattori, compreso quello della presenza umana. A me piace passeggiare nei boschi e mi e' venuto in mente che al posto di quel cercatore di funghi, in fondo potevo esserci io. Per questo penso che la cattiva gestione (tutta umana) del ripopolamento degli orsi non deve indurre che qualunque umano vittima di attacchi animali debba essere considerato colpevole di qualcosa a prescindere.

Thomas Sankara ha detto...

Caro Fulvio,
grazie per le notizie dall'Ucraina.
E soprattutto per quel video iniziale sul DOnbass, così secco e riassuntivo, ma in cui sono ricordate cose che in troppi dimenticano.
Ovvero di quanto queste guerre Nato in fondo, siano delle necessità capatalistiche per ristrutturare la produzione e per uscire da una crisi senza fine.
Così come mi sembra molto importante insistere e attaccare queste rappresentazioni fittizie della situazione, in cui i terroristi prima sono preziosi alleati contro il dittatore di turno e poi diventano tagliagole indomabili.
Cosa ne pensi della "santa alleanza" anti-Isis? L'Iran non ne farà parte, ma Assad sembra interessato.
Tu che ne dici? Sarebbe una capitolazione?
Domanda retorica: perché il tg non apre con la notizia che un esercito "alleato" come quello ucraino usa il terrorismo, inviando teste mozzatte alle famiglie dei ribelli catturati?
Mentre invece da largo spazio a questi nuovi video targati Isis che sembrano fatti a Hollywood, con tanto di stop motion?

Fulvio ha detto...

Caro Alex, il tuo secondo commento è pure molto bello e sentito. E ti ringrazio della fedeltà con cui hai seguito le mie intemperanze. Ma devo purtroppo confermare che questo argomento ci divide. Trovo l'antropocentrismo la peggiore eredità della mistificazione giudaico-cristiana e da quando vivo con bassotti (contro altotti) ho capito l'universale pari dignità dei viventi e di come gli umani l'hanno monopolizzata, fino ad arrivare all'eliminazione di migliaia di specie. Quando queste si eliminano da sole, per gli equilibri che la natura stabilisce, è tutto un altro discorso. Siamo alla fine del pianeta e lo siamo perchè non abbiamo rispettato nè il nostro, nè l'habitat degli altri. Ma chi lo dice che antropizzare sia meglio che stare nei nostri limiti. E se siamo troppi, riduciamoci, non è colpa degli animali. Ogni sparo, tagliola, trappola, inquinamento contro le specie è un crimine. Come ogni metro2 di cemento che cancella un albero. Lo sviluppo delle forze produttive, in ogni sua accezione, ha giustificato troppi disastri. Con stima e amicizia.

Fulvio ha detto...

Thomas Sankara,
Ma, credo che negli ultimi due post ho espresso abbastanza dettagliatamente il mio pensiero. E' chiaro che se il nemico pretende di combattere l'ISIL, assassino della Siria e dell'Iraq, Assad debba far buon viso a cattivo gioco. Non si comprenderebbe se non lo facesse. Sa benissimo che il nemico punta soltanto a far fuori lui e la libera Siria. E stai tranquillo che la Russia sta operando bene e se gli Usa dovessero smascherarsi e colpire, con il pretesto dell'ISIL, la Siria, Putin e Assad saprebbero come reagire. Quanto all'Iran, sarei stato più certo di un suo intervento per Siria e Iraq se ci fosse ancora Ahmadinejad. Da Tehran tira un'aria di mediazione....

Thomas Sankara ha detto...

Riguardo l'Iran sicuramente hai ragione. Il fatto che ci sia rohani si traduce indubbiamente in un atteggiamento meno deciso. Di contro però come discutevamo qualche post fa, la presenza delle milizie sciite, responsabili più di quelle curde della liberazione di alcune zone, si può tradurre come impegno diretto iraniano. Hai letto poi i famosi punti del wu ming sul PKK? Te li allego che poi mi è passato di mente. Ho visto che ne hai accennato ma che chiedevi anche info.
Grazie!

https://storify.com/wu_ming_foundt/per-capirci-qualcosa-la-guerra-all-isis-il-ruolo-d

rossoallosso ha detto...

anche se un calumet della pace non si nega mai ad un ambasciatore che lo Spirito del Grande Orso possa ballare sul tuo scalpo John "Waine" Tefft