venerdì 8 settembre 2017

Regeni, New York Times, “dittatori” - CARO ALESSANDRO DI BATTISTA, GUARDA MEGLIO


Questa è una lettera che avevo indirizzato ad Alessandro Di Battista in merito al suo intervento alla Camera sul caso Regeni-NYT e, per conoscenza, ad alcuni parlamentari 5Stelle di mia conoscenza. Non ho ricevuto risposta e questa lettera diventa pubblica, anche perché contiene considerazioni che possono essere indirizzate a molte altre persone
Questa che è una critica all’intervento del deputato 5Stelle e un invito a riconsiderare certe sue posizioni, non mette minimamente in questione la stima e la solidarietà che ho nei confronti di tante ottime battaglie condotte da Di Battista, alcune delle quali sono state anche da me condivise sul campo

Caro Alessandro Di Battista,
faccio il giornalista da oltre mezzo secolo, oggi indipendente ma  vengo da organi come la BBC, Paese Sera, Panorama (pre-Berlusconi), L’Espresso, The Middle East, Giorni Vie Nuove, Astrolabio,  Rai-TG3. Ho sostenuto molte attività del M5S e con il MoVimento e suoi illustro sostenitori ho organizzato nella mia zona pubbliche iniziative (con Morra, Ruocco, Imposimato, Lanutti, Scibona, Bertorotta...) Ho intervistato deputati e senatori del MoVimento, compreso te, sono amico della senatrice Ornella Bertorotta e ho partecipato a numerose vostre iniziative alla Camera e al Senato. Miei documentari sono stati presentati al Senato. Ho lavorato con militanti  5Stelle sul territorio per i miei documentari e articoli No Tav, No Muos, No Triv, No Basi, terremotati. Spero che tutto questo mi dia un po’ di credibilità.

Conosco la tua esperienza in America Latina e nel Sud del mondo e quindi presumo una tua conoscenza del modus operandi di certe grandi potenze dagli insopprimibili appetiti coloniali in quelle parti del mondo.

Perciò sono rimasto sinceramente esterrefatto per le tue dichiarazioni alla Camera sulla questione Giulio Regeni e, in particolare, per aver accreditato la manifesta bufala di un giornale come il New York Times sulle presunte “prove inconfutabili”, di un suo articolo assolutamente privo di prove inconfutabili, che sarebbero state fornite da un oscuro e anonimo funzionario dell’amministrazione Obama. Prove di cui da allora non si è saputo più nulla. Documenti di cui il governo italiano dice di non aver mai saputo nulla (e mi sembra difficile negare qualcosa che potrebbe poi, apparendo, ritorcersi in maniera disastrosa su chi aveva negato). Considerare il NYT lo standard aureo dell’informazione è perlomeno azzardato, visto il ruolo che questo quotidiano, espressione dell’estrema destra israeliana, ha sempre sostenuto nell’avallare le ragioni, false, per tutte le guerre d’aggressione Usa, comprese le famigerate armi di distruzione di massa.

 La questione Regeni è complessa e vi si incrociano interessi dichiarati e altri molto poco dichiarati. Merita un’analisi attenta come quella che in parecchi, compreso il sottoscritto, vi hanno dedicato. Va inquadrato nella contesa geopolitica sul controllo dell’Egitto e dei suoi rapporti con un paese cruciale nel Mediterraneo come l’Italia, controllo che è diventato oggetto di contesa tra potenze varie,  soprattutto da quando l’Egitto, sotto la spinta di  una rivolta di massa (molto meno che di un golpe militare che l’ha solo assecondata), si è liberato del regime oppressivo e integralista  dei Fratelli musulmani, da sempre fiduciari degli interessi coloniali occidentali nel mondo arabo e matrice di buona parte del terrorismo che oggi vi imperversa.

 Ciò che turba  nell’accanita campagna per la verità per Giulio Regeni è che tutti trascurano i precedenti professionali del giovane e in particolare il suo lavoro per un gruppo di persone specializzate in operazioni sporche: i dirigenti dell’impresa transnazionale di spionaggio “Oxford Analytica” John Negroponte, organizzatore degli squadroni della morte in Nicaragua e Iraq, Colin McColl, già capo dell’MI6, e David Young, processato e incarcerato per il suo ruolo nello scandalo Watergate. E tutti fingono anche di non vedere come, nelle sue trattative con il capo del sindacato ambulanti, Regeni rifiutasse di sostenere le cure per la moglie dell’interlocutore ammalata di cancro, ma fosse disposto a pagargli  ingenti somme purchè presentasse “progetti”. Quali “progetti”, a nome di chi? Comportamento sufficiente per alimentare sospetti, non solo nel suo interlocutore. E’ stato mai chiesto all’Università di Cambridge, o a Oxford Analytica, per quali progetti a Regeni fossero state messe a disposizione decine di migliaia di euro?

L’interesse di governi Nato, in particolare anglosassoni e francese, concorrenti con quello italiano nella corsa alle risorse energetiche (incalcolabili, al largo dell’Egitto) nel Mediterraneo e in Libia, e, quindi, una strategia per emarginare un’Italia una volta fortemente egemone in quel settore (come accadde con Enrico Mattei), si è resa evidente con l’intensificarsi dei rapporti di questi governi con il pur tanto deprecato Al Sisi, nel momento spesso in cui, con scoperta ipocrisia, i media più rappresentativi di queste potenze si accanivano sul caso Regeni e condannavano l’Italia per aver ristabilito rapporti diplomatici con l’Egitto.

Ne risulta evidente che l’interesse del NYT, portavoce dei circoli neocon del complesso militar-industrial-finanziario Usa, a sollevare il caso Regeni, ha molto poco a che fare con i diritti umani (sul cui abuso lo stesso giornale tace ostinatamente quando si tratta di regimi alleati o subalterni), o con la sorte del giovane ricercatore. Ha a che fare con la negazione all’Italia di qualsiasi sovranità e autodeterminazione in politica estera ed economica. 
L’esperienza storica, da Enrico Mattei ad Aldo Moro, ma anche con Minniti oggi, dimostra che la coalizione israelo-euro-atlantica non consente all’Italia una politica estera autonoma, che valorizzi i nostri rapporti di mutuo beneficio con i paesi arabi. Il nostro, per l’alleanza diseguale in cui siamo inseriti, era e dovrebbe rimanere un ruolo ancillare. Quanto al Medioriente, l’attuale offensiva contro l’Egitto è con ogni evidenza la persecuzione di una strategia che punta alla frantumazione di Stati arabi forti, laici e indipendenti. Che ha già lasciato sulla sua strada la Libia e persegue la sua opera con  i tentativi di disgregazione, tra aggressioni dirette, surrogati jihadisti e della Fratellanza Musulmana, di Siria, Iraq, Sudan. Ne abbiamo ricavato esclusivamente conseguenze negative.

Il M5S ha dato ripetute dimostrazioni di autonomia e chiaroveggenza nelle sue iniziative di politica estera. Penso alle posizioni sulle sanzioni alla Russia, su Nato, i paesi dell’A.L.B.A, l’Iran, la guerra alla Siria. L’allineamento con una campagna chiaramente strumentale contro l’Egitto, fondata su premesse del tutto indimostrate e su altre mistificate e occultate, mi auguro possa essere, alla luce di quanto sopra, sottoposto ad accurata verifica.
Per finire, permettimi di avvisarti sulla pericolosità di ricorrere a stereotipi assai sospetti e invariabilmente  strumentali, come quello di affibbiare la qualifica di “dittatore” a destra e manca. A parte che  in alcuni casi la qualifica è del tutto arbitraria (Milosevic, Putin, governanti eletti in modo molto meno fraudolento di quelli con cui si condizionano gli elettori nella cosiddette democrazie) e, in altri, non tiene conto di una realtà storica, culturale, politica, del tutto diversa dalla nostra, non solo mostra un’inclinazione all’eurocentrismo sempre un po’ colonialista, ma contribuisce a spianare la strada alle aggressioni delle potenze che si arrogano il diritto di impartire tali etichette. Si tratta di questioni che, come constatiamo ogni giorno, coinvolgono la vita e provocano la morte di milioni di persone, sulle quali non è consentita approssimazione o ripetizione di stereotipi.

Non occorre essere grandi etnologhi, antropologi o storici per capire che i modelli istituzionali usciti in Europa dalle rivoluzioni borghesi difficilmente sono applicabili a contesti completamente diversi. I paesi che si definiscono disinvoltamente e strumentalmente “dittature”, da parte, tra l’altro, di chi è sottoposto alla più feroce dittatura finanziaria e alle più proterve manipolazioni mediatiche, hanno alle spalle una storia diversa. E sono usciti all’indipendenza e alla modernità solo da pochi decenni, dopo secoli e millenni di tirannie imperiali. Erano dominati da autocrazie distanti e sanguinarie, romana, ottomana, britannica, francese e altre. Non gli era consentita la minima autodeterminazione politica, se non una limitata gestione degli affari locali minori, specie sulle controversie giudiziarie. Ogni forma di organizzazione politica era bandita. La tribù poteva darsi al massimo un capo, nella persona più anziana o autorevole, per le questioni locali e per l’interlocuzione con gli emissari dell’impero. Nell’immaginario collettivo, all’inizio dell’era dell’indipendenza e della nazione, il quadro era quello tribale del capo e dell’assemblea degli anziani. Non poteva non perpetuarsi all’alba della nascita dello Stato, tanto più se questo era da attribuirsi al merito di un padre della patria come è stato il caso nella maggioranza dei paesi decolonizzati. Credo che la legittimità di un governo, poi, si misuri anche dal consenso e dal confronto con la situazione del passato. Quella determinata da noi democratici europei.

Noi italiani, poi, del resto come gli inglesi, che con Churchill hanno gasato i civili iracheni, o i francesi delle torture algerine, dovremmo adottare un po’ di cautela nella condanne. Il maresciallo Graziani ha sterminato un terzo del popolo libico, 600mila, Gheddafi ha dato a tutti i libici dignità, acqua potabile e benessere, come riconosciuto dall’ONU che, nel 2011, aveva ancora classificato la Libia prima per “sviluppo umano” in Africa.

Aggiungo alcuni illuminanti dettagli, già ripetutamente riferiti in miei articoli sul blog e su FB, oggi riassunti da chi si occupa del caso da tempo e che non dovrebbero essere trascurati da chiunque voglia occuparsi, in alternativa ai produttori di fake news nei massa media al servizio del revanscismo neocoloniale, di politica estera con onestà e competenza.

Grazie dell’attenzione.

Con stima per tanta parte che il M5S e tu avete avuto nel prospettare agli italiani una sorte migliore.

Fulvio Grimaldi

-Giulio Regeni è stato un brillante studente che ha studiato a lungo negli USA
e poi in Gran Bretagna (UK).
-Nel momento in cui è stato inviato in Egitto per effettuare una non ben
precisata "ricerca" sui sindacati indipendenti egiziani, stava per conseguire
un dottorato di ricerca presso la prestigiosa Università di Cambridge.
-In precedenza, nell'UK, aveva lavorato negli anni 2013-2014 anche per la
Oxford Analytica, una vasta organizzazione con migliaia di dipendenti, presente
in molti paesi del mondo, incaricata ufficialmente di svolgere "analisi
politiche"i cui principali dirigenti erano:
John Negroponte (cittadino USA), già importante agente della CIA ed
organizzatore degli squadroni della morte in America Centrale che uccidevano
gli oppositori antimperialisti di quell'area;
David Young (cittadino USA), già membro del gruppo di spie implicato nello
scandalo Watergate, incaricato dal Presidente Nixon di spiare e raccogliere
informazioni sul rivale Partito Democratico;
Colin McColl (cittadino UK), già alto dirigente del noto servizio di
spionaggio britannico M16 (quello di 007).
-In Egitto Regeni era anche "visiting scholar" dell'Università Americana del
Cairo, notoriamente implicata in iniziative atte a diffondere il pensiero e
l'influenza USA nella classe colta egiziana e difendere gli interessi
statunitensi.
-Durante il periodo in cui è stato in Egitto, Regeni ha pubblicato con uno
pseudonimo vari articoli sui sindacati egiziani, anche sul "Manifesto", ma si
sa pochissimo sulla sua attività di "ricerca".
-E' certo che Regeni avesse aggangiato il sindacalista Abdallah, capo del
sindacato degli ambulanti.
-In una registrazione (parziale) diffusa da organi di stampa italiani qualche
mese fa, si sente Regeni offrire 10.000 dollari ad Abdallah in cambio di
fantomatici "progetti" non meglio specificati. Abdallah, già in contatto con la
polizia egiziana,  registra il colloquio e chiede a Regeni denaro per sé.
Regeni rifiuta e si mostra molto prudente. Forse già sa, o sospetta, che
Abdallah lo sta registrando e lo ha già denunciato alla polizia. Di fatto
Regeni è "bruciato".
-Il 25 gennaio 2016 Regeni scompare in circostanze mai chiarite. Il suo
cadavere, recante segni di gravi maltrattamenti e percosse, viene ritrovato il
3 febbraio in un luogo aperto, non nascosto e di facile accessibilità, presso
l'inizio dell'autostrada per Alessandria.
-Proprio in quei giorni è in corso al Cairo un'importante riunione economica
tra una delegazione italiana guidata dalla Ministra Federica Guidi ed una
delegazione del Governo Egiziano. Tra gli argomenti trattati anche eventuali
concessioni all'ENI relative al più grande giacimento di gas off-shore del
Mediterraneo scoperto presso la costa egiziana.
-Il Ministro Guidi rientra precipitosamente in Italia (anche se si ritiene che
trattative economiche siano continuate sottobanco).
-Le autorità italiane accusano gli inquirenti egiziani di scarsa
collaborazione nelle indagini sull'assassinio e l'ambasciatore italiano viene
fatto rientrare dal Cairo.Tutta la stampa italiana, ed i partiti ed i movimenti
politici, tranne poche eccezioni, si scatenano in una prolungata campagna
contro il Governo Egiziano, accusato quale mandante dell'omicidio (ma senza
prove concrete).
-L'Università di Cambridge rifiuta di collaborare con gli inquirenti italiani
per chiarire l'esatto mandato ricevuto da Regeni. Nessuna pressione viene fatta
dal Governo Britannico sull'Università di Cambridge o sulla Oxford Analytica
perché forniscano chiarimenti sull'attività di Regeni. Lo stesso si può dire
per il Governo USA nei confronti dell'Università Americana. Il Governo italiano
non esercita pressioni e non prende alcun provvedimento verso le istituzioni ed
i Governi di cui sopra.
-Solo pochi gruppi o persone in Italia si pongono il problema del "cui
prodest". L'omicidio Regeni ha certamente messo in difficoltà il governo
egiziano, posto sotto accusa, e che non aveva interesse ad eliminare un
informatore di basso profilo già "bruciato". L'assassinio ha invece fortemente
favorito gli interessi economici di altri paesi, come UK e Francia, che si sono
affrettati a concludere una serie di accordi economici con l'Egitto profittando
dell'allentamento dei rapporti Italia-Egitto e non mostrando nessuna
solidarietà con l'Italia. Non appare peregrina l'ipotesi che l'informatore di
basso profilo Regeni, già "bruciato", sia stato "sacrificato" per creare una
situazione come quella descritta sopra, magari con la complicità di qualche
gruppo deviato dei servizi egiziani (eventualmente infiltrato dalla Fratellanza
Musulmana, all'opposizione).
-Recentemente il Governo italiano decide di cambiare politica e riallaccia
relazioni con l'Egitto, parlando di partnership ineludibile e di una
possibilità di una maggiore collaborazione dei due stati anche nelle indagini..
-Si scatena l'attacco di ampi settori politici e della stampa, spesso facenti
parte dell'area dell'interventismo "umanitario" (già sponsor delle guerre in
Jugoslavia, Libia e Siria) al Governo, reo di un eccesso di realismo politico.
Si comincia però in vari settori ad avanzare anche una critica alla non
collaborazione di Cambridge e ad porre ipotesi alternative sull'omicidio e
domande sulla reale attività di Regeni.
-In un'intervista il gen. Tricarico, ricoprente incarichi governativi (vedi
sotto), ribatte alle accuse, parlando di "utili idioti" che non comprendono il
reale contesto di questi tragici avvenimenti.


20 commenti:

Anonimo ha detto...

Grazie ancora Fulvio per renderci edotti su quanto accade. Grazie per il tuo grande coraggio e per il tuo immenso impegno politico e civile.

Max

Fulvio Grimaldi ha detto...

Max@
Troppo buono, Max, troppo buono.

Diana Bachetti ha detto...

Scusi se la contatto qui per una cosa che non ha nulla a che vedere con il suo articolo. Anni fa, ero a casa malata, ricordo pero che era un 8 marzo, guardavo su rai tre un programma che finì con delle immagini di un piccolo cane, che correva tra delle pecore. Capii dopo che era morto ucciso da un pastore, ed il telegiornalista ne era il padrone, il quale fece un elogio così toccante, che ancora oggi ricordo quanto piansi. Domanda: era forse lei il giornalista? Mi scuso se così nn fosse. Ne approfitto per farle sapere che la leggo da un po' con molto interesse per i suoi articoli sempre illuminanti. Buona sera

Fulvio Grimaldi ha detto...

Diana Bachetti@
Grazie!
Non sono mai riuscito a evitare qualche lacrima e una stretta allo stomaco al ricordo di quel momento.
Me le ha fatto tornare anche lei. Sarà la vecchiaia. Quel bassotto era un mio grande amico, fratello, maestro, figliolo. Si chiamava Rambo

Cucuteni ha detto...

Fulvio ma sara ancora il caso di sperare ?
intendo nei m5s ,no perche' voglio dire , come uno guarda dietro a regeni
si potrebbe guardare anche dietro alla casaleggio ass. e a certi suoi finanziatori
dal 1887 imparentati coi rotschild ,ex mercanti d oppio in cina, baronetti di sua maesta britannica dal 1890 ,per meriti finanziari,possessori della ED Sassoon bank, della David Sassoon &co. bank, della Oriental life insurance, e che controllano il" The Observer " e il "Sunday Times" ,no sai visto che uno di loro(i Sassoon) fino al 2012 era fondatore ed azionista della Casaleggio ass. oltre che membro dell Aspen insitute , amministratore delegato della StrategiQs edizioni,e presidente di Leading events ,e di Global trends. dato cio' ,io potrei anche non meravigliarmi ,della posizione di di battista ,sul caso regeni, ma sai io son sospettosino di carattere.
te che dici?
Bada bene ,non che io disprezzi i militanti 5s ,ma li vedo un po' poco informati su'certe strane liason dei casaleggio.
ps .articolo sontuoso ,come sempre , grazie

Fulvio Grimaldi ha detto...

Cucuteni@
Cosa vuoi ceh ti dica. Certezze in un senso o nell'altro non ne ho. Do poca importanza alle genealogie, c'è sempre la possibilità che un rampollo abbia dirazzato, sia, la storia delle colpe dei padri che non ricadono.
Se giudico da quello che hanno fatto negli ultimi 10 anni, trovo che in Italia non c'è stato di meglio e poi li giudico bene anche quando guardo a quelli che li odiano, che sono il peggio del peggio. Certo ultimamente...
Vedremo.

rossoallosso ha detto...

Di Battista l'opportunista o Battista il maggiordomo sicuro è che tra lui e Di Maio fanno a gara a chi le spara più grosse anche a proposito dell'euro,mah?Qualcosa di positivo c'è certe cose meglio saperle subito si evitano suicidi di massa poi

Ho fatto un sogno,la marcia su Roma,disoccupati,esodati,precari,pensionati,disillusi,rassegnati tutti come zombi in cammino ad occupare le strade le piazze i parchi della capitale e non fare nulla,come zombi appunto.

Fulvio Grimaldi ha detto...

rossoallosso@
Per niente male come idea. Da sempre la ritengo l'ultima risorsa rivoluzionaria possibile, dopo che quella armata è superata dalle tecnologie che quelli si sono dati: paralizzare il paese, non farlo funzionare. Cadrebbero come le pere.

Cucuteni ha detto...

Fulvio scusa se ti rubo spazio e tempo ,tornando ai m5s ,cittadinanza responsabile senza informazione e' possibile? ,e' possibile essere responsabile avendo due badanti che si riservano di giudicare e scomunicare come meglio credono?,Bada bene io li ho votati due volte ,dopo 17 anni di astensione , ovvero dopo che la sinistra a firenze presento' Dini candidato nella circoscrizione firenze oltrarno'.Onesta', si bene e' una delle cose che in italia ,e' sempre mancata ,tra gli esponenti delle varie coloriture politiche .
Se pero' io consegno le chiavi di casa ad una banda di estranei mai invitati(commissione europea mai eletta) e se poi consegno anche la delega in banca ,agli stessi estranei mai invitati (bce) con l onesta' che ci faccio?
Ci faccio ingrassare meglio quegli estranei?
Onesta' era anche il refrein di Di pietro ,che guarda caso aveva la casaleggio ass. come gestore del suo sito in rete.
scusa la basicita' del paragone . Ma temo che tornero' all astensione.

Kamo ha detto...

Fulvio, TVB. Apri la mente, i pentastellati sono figli d'introcchia.con loro non si va da nessuna parte. mancano di attributi e vi stanno mettendo l'anello al naso. Siate Tori non vacche. Kamo

Fulvio Grimaldi ha detto...

Kamo@
Troppo facile, troppo superficiale. Io so una cosa: ho girato l'Italia per documentare gli scempi ambientali, sociali, militari e dappertutto h trovato i 5 Stelle e solo loro dalla parte di chi lottava. E so anche che coloro che gli danno addosso sono tutti molto peggio di loro. Questo, senza fare nessuno sconto ai lomro errori, carenze, arretramenti.

rossoallosso ha detto...

Sì Fulvio anch'io trovo la disobbedienza civile un disinnesco molto potente all'arroganza del potere,il problema è mettere insieme le troppe teste orientate solo a coltivare il proprio giardino

Cucuteni ha detto...

confermo se gli m5s escono dalla tutela grillo casaleggio, sono l ultima spiaggia di possibile approdo,in caso contrario ,sono solo una scogliera sommersa non segnalata.
ennesimo naufragio.
Di maio all meeting della fondazione ambrosetti?
la cosa comincia a puzzare di false flag operation ,per rendere innocuo ,lo schifo e il disgusto nei confronti del sistema dei partiti tradizionali.
i militanti m5s ,sono una cosa ,i vertici una molto differente.
la modalita' di volere scegliere in rete i candidati ,porta ad eleggere a volte gente buona a coltivarsi schiere di followers ma poco capace .
Perche non fanno scegliere i candidati ,nelle varie cicoscrizioni dopo incontri con gli iscritti dove si possa avere modo di interloquire con loro per capire ,capacita' e spessore dei candidati?

Unknown ha detto...

La cosa della tutela di Grillo Casaleggio non la capisco molto, senza di loro oggi non ci sarebbe neanche questo approdo e poi ci sono delle regole precise per cui Grillo se non sbaglio ha ribadito piu' di una volta di essere solo il garante per il movimento stesso.
Che esponenti come Di Maio vadano al forum Ambrosetti o ad altri incontri non lo vedo come alcuni come un segno di essersi uniformati al sistema....personalmente mi lasciano molto piu'' perplesso certe discutibili prese di posizione come quelle di Di Battista sul caso Regeni.

Kamo ha detto...

Fulvio, TVB. Lottano contro le girandole di plastica sti pentastellati. Non con gli aeroplanini di carta si combatte il mostro OTAN; non con le pistole ad acqua si chiude il MUOS di Niscemi; non avallando il sistema da dove si spolpano le ossa del popolo che suda, fatica e produce reale ricchezza, si potrà GARANTIRE a TUTTI gli UMANI in età da lavoro di che vivere dignitosamente... LAVORARE TUTTI X LAVORARE MENO. Nessuno guadagni più di quanto non guadagna un operaio specializzato.(MOTORE e FONTE della VERA CRESCITA e RICCHEZZA degli UMANI di BUONA VOLONTA'). SOLO Il POTERE POLITICO (rappresentante ed espressione del popolo) governi l'economia e NAZIONALIZZI TUTTE le imprese eccezion fatta per le cooperative e le piccole aziende a conduzione familiare. TUTTO il resto è aria fritta, perdita di vivere, chiacchiere che il vento porta via. Assassinio mascherato. Remember... Sankara... Kamo.

Fulvio Grimaldi ha detto...

Kamo@

Giusto. Fai uno squillo a Lenin....

Kamo ha detto...

Fulvio, TVB. Se è giusto (scrivi nella Tua) ciò significa che l'altro non lo è. Vladimir Il'ic ci ha indicato il come...Che Fare... a noi trovare tutti i rigagnoli x RIPRENDERE da dove avevano lasciato. La strada è solo quella, in perenne salita, fatta di lotte e sofferenze ma solo quella. Ti seguo da SEMPRE, condivido il 99,999999999999999999% delle Tue idee, i pentastellati abbaiano alla luna il loro programma è fasullo e per niente risolutore dei bisogni e delle necessità di milioni di moderni paria...tra le loro file tanti nipotini di Benito, lo ripeto, mancano di attributi. Non con i pannicelli caldi che oggi propongono e domani dimenticano si potrà mettere nelle mani di tutti gli umani di buona volontà una vita degna di essere vissuta. Remember... Afewerki... Ciao, Kamo.

Anonimo ha detto...

Complimenti Fulvio per l'approfondimento. Noto che questi articoli sono manna dal cielo per i tombaioli italiani i quali appunto escono dalle loro tombe per attaccare, mediante l'utilizzo di frasi sconnesse, una forza politica che pur con tutti i suoi errori (commessi in buona fede) ogni suo portavoce/attivista valgono 1000 volte i mugugni dei tombaroli ai quali piace solo criticare. Fine. Punto. Il loro giardinetto sfavilla, quello è per loro importante.

Unknown ha detto...

a parte Fulvio Grimaldi che mi ha professionalmente dato una lezione internazionale trovo che quelli che ti hanno risposto siano i classici italiani per cui dobbiamo ringraziare di avere questo paese nella merda fino al naso , ancora grazie Grimaldi

Cucuteni ha detto...

la merda chi non ha naso ,non la riconosce ,e se la ritrova appunto fino al naso.
Ma la colpa poi ,e' di chi la sa annusare e riconoscere, ovviamente .
Caro moro lo strologo di brozzi ,evidentemete poco lo conosci ,ei conoscea la merda al puzzo ,e il pruno al tatto.