lunedì 20 maggio 2019

Lettera aperta a Monica Di Sisto: Passo falso del Movimento No Triv ......... QUANDO PARLANO I RADICALI, L’AMBIENTE SI TAPPA LE ORECCHIE


 Soros, Bonino, Juncker, baci


In calce alla mia lettera a Monica Di Sisto, che qui pubblico, c’è una lettera al governo detta “dei movimenti”. A guardar bene, più che di movimenti, di movimento al singolare si tratta, per quanto con la firma autorevolissima di una grande combattente contro le mostruosità del neoliberismo, specie in termini di accordi internazionali come il CETA, o il TTIP (tornati di attualità), che configurano un pericoloso sbilanciamento a favore degli Usa, delle multinazionali e della sovranità popolare e nazionale, come qui e sul blog ho ripetutamente illustrato.

Tra le firme ci sono, oltre a quelle di Fairwatch, protagonista della battaglia di Di Sisto, presieduta da Alberto Zoratti, le firme di Enzo Di Salvatore, costituzionalista di riferimento del movimento No Triv, di Enrico Gagliano, dirigente No Triv, Francesco Masi, portavoce No Triv, più altri di cui si conosce la frequentazione di Radio Radicale. C’è anche un rappresentante di PAP che non sembra badare tanto alle compagnie. Lo stesso Gagliano è stato portatore, nelle comunicazioni al movimento, di apprezzamenti  e suggestioni dei Radicali, cosa questa che ha provocato nette espressioni di disaccordo.

Va dunque sottolineato che, a prescindere dalla diffusione della “Lettera al governo del non cambiamento” promossa da Monica Di Sisto, l’iniziativa sia da ricondursi al solo movimento No Triv, i cui responsabili vantano una particolare vicinanza ai Radicali, elemento sconcertante alla vista delle politiche di questa forza politica a sfavore di tutto ciò che conviene alla protezione dell’ambiente, dei diritti sociali e all’autodeterminazione dei popoli. I Radicali rivendicano un ruolo determinante nella costruzione di questa Europa e nella sua difesa appassionata, a dispetto di quanto  questa costruzione di burocrati e lobby economiche ha inflitto, in termini di disuguaglianze, impoverimento e austerità, ai paesi  dotati di minore potere contrattuale, a partire dalla Grecia e a proseguire con l’Italia. I radicali, per bocca autorevolissima di Emma Bonino, si vantano di essere finanziati dallo speculatore e organizzatore di regime change, George Soros I Radicali sono atlantisti entusiasti e dell’atlantismo colonialista e imperialista hanno condiviso tutte le scelte, guerre ai “dittatori” e colpi di Stato per la “democrazia” compresi. Con quanto ne deriva in termini di devastazione  umana e ambientale. Da questo discende una loro totale incompatibilità con quanto Monica Di Sisto afferma starle a cuore: i diritti dell’ambiente e quelli sociali.

La mancanza di distinguo nell’aggressivo e ingiurioso linguaggio della lettera, il sorvolare sulla fortissime contraddizioni che si sono aperte tra le due componenti della maggioranza, il mancato sostegno, che la buonafede imporrebbe, alle pure insufficienti misure messe in atto, o programmate, dai Cinque Stelle, fanno pensare a una scelta polemica che ha più il sapore del conflitto di potere che di istanze  genuinamente politiche. Reca indubbiamente l’impronta del Partito Radicale, una forza politica che sui temi di Monica Di Sisto e del movimento No Triv, come degli altri, dai No Tav ai No Muos, non ha il minimo merito, ma tutti i possibili demeriti. E questo, per un movimento come il No Triv, per l’importanza cruciale che riveste la lotta contro gli idrocarburi, la distruzione del territorio, della salute, dell’ambiente, del pianeta, è una controindicazione deleteria, che né l’ambiente né gli attivisti del movimento meritano.

Ho avuto l’opportunità di intervistare Monica Di Sisto e Enzo Di Salvatore e di collaborare con attivisti No Triv nell’ambito dei miei lavori sulla difesa dell’ambiente, del territorio, delle comunità, che mi impegnano da decenni e di cui offro testimonianza in articoli e libri, come nei documentari “L’Italia al tempo della peste” e “O la Troika o la vita”. Non credo che la mia risposta a Monica Di Sisto e a quella in felicissima e impropria lettera possa essere letta se non nel segno di questa mia attività e contro ogni strumentalizzazione di bassa lega.
(Le immagini sono tutte inserite da me)



Cara Monica,
sono da sempre tuo estimatore e partecipo nei modi a me consentiti alle tue battaglie da anni. Non condivido l’appello che hai firmato e che viene ora diffuso dai No Triv.
La politica mi ha insegnato che il modo migliore è di non fare mai di tutta l’erba un fascio e, anzi, di inserirsi nelle contraddizioni del fronte avverso per farle esplodere. Mi sembra che siano gli unici spazi oggi disponibili e utilizzabili. Siamo contro la corruzione? Sosteniamo le misure spazza corrotti dei 5 Stelle Siamo contro le trivelle? Rafforziamo  e allarghiamo la moratoria delle concessioni dei 5 Stelle. Combattiamo le disuguaglianze? Sosteniamo il Reddito di cittadinanza. Siamo contro la precarietà? Potenziamo il Decreto Dignità. Il che non ci inibisce minimamente dall’opporci a cedimenti o arretramenti, come sull’Ilva o sul Tap. Ma distinguiamo tra chi ci prova e chi sta interamente dalla parte di cementificatori, trivellatori, agroalimentari, banche e trafficoni.

La lettera, inutilmente e impoliticamente ingiuriosa, parte da un movimento diretto da persone che si sono dichiarate vicine e solidali con il partito Radicale e da esso si sono anche fatti imporre l’agenda in alcune occasioni.. Segno di scarsa coerenza e perspicacia, dato che i radicali con tutto (il peggio) hanno a che fare, salvo che con la difesa dell’ambiente e dei diritti sociali. E già questo inquina l’iniziativa.

Non mi pare molto intelligente e proficuo antagonizzare in maniera talmente drastica e univoca una base elettorale che il 4 marzo del 2017 ha mandato a casa quanti hanno affossato la democrazia, i diritti, la salute, la scuola, l’ambiente, la pace. Assaltando in termini così totalizzanti una coalizione di governo che è caratterizzata da profonde differenze e acuti dissidi, non è il massimo della perspicacia e, sotto sotto, ribadisce la frustrazione e il livore di presunte sinistre che si sono viste sottrarre i temi e gli obiettivi che formalmente le caratterizzavano e che da tempo hanno tradito.

Parlo del Movimento5Stelle che, per quello che ha fatto, tentato, proposto, a dispetto della reazionaria e malavitosa opposizione della Lega salviniana, pur tenendo conto di cedimenti e carenze, non merita la mannaia che la lettera gli cala sul collo.

I No Triv “radicalizzati”, cioè con una gamba nel peggiore establishment, hanno per nemico principale proprio questo movimento, mica Salvini e tanto meno i politici responsabili delle condizioni in cui ci troviamo. Non è da questa opposizione che si potranno cogliere frutti positivi.

Una politica intelligente e la storia ci dovrebbero indurre a sostenere, per rafforzarle nel confronto con la Lega, le pur buone posizioni di un M5S assediato da tutte le forze nazionali e internazionali  di un establishment elitario che è quanto di più nefasto sia accaduto nei tempi che stiamo vivendo. La sommarietà della condanna della lettera, la mancanza di distinguo, l’inettitudine dialettica, la rozzezza del linguaggio, sono del tutto controproducenti e segno, non nel tuo caso certamente, di miopia, stoltezza e cattiva fede.



Nei miei lavori giornalistici e video realizzati in giro per l’Italia ho sempre trovato al mio fianco, e con assoluta integrità e generosa competenza, gli attivisti 5 Stelle. Senza di loro non si sarebbe arrivati al risultato esaltante, pur in mancanza di quorum, del referendum sulle trivelle. So quanto anche loro siano perplessi e critici nei confronti  di una coalizione nella quale il M5S deve comunque stare, se non vogliamo il ritorno dei necrofori degli ultimi decenni, e quanto sono impegnati a premere sulla loro parte della maggioranza perchè tenga duro quanto può. Sull’ambiente (Costa), sulla corruzione (Bonafede), sulle Grandi Opere (Toninelli), sul lavoro (Di Maio). Non credo che quella vostra lettera sia un contributo al loro impegno e aiuti a rafforzare quanto di meglio comunque si è manifestato  dal 4 marzo 2017 rispetto agli ultimi trent’anni..

In amicizia e con stima,
Fulvio Grimaldi

Care/i Tutte/i.

La manifestazione del 23 marzo a Roma ha rappresentato un importante punto di avanzamento nel percorso di incontro tra i movimenti sociali del nostro Paese e di unificazione delle lotte per il cambiamento.

Alcuni tra noi che hanno vissuto ed interiorizzato quell'esperienza hanno pensato di porre mano ad una proposta di “Lettera dei Movimenti”, da divulgare negli ultimi giorni della campagna elettorale per il rinnovo dei componenti del Parlamento Europeo, per -come è scritto nella lettera- “ ... rinnovare la pressione su questo Governo e nei confronti di un'Europa che è sempre meno interessata alla democrazia, ai diritti dei cittadini e delle cittadine e al nostro futuro e per rimettere al centro del dibattito politico -asfittico come non mai- le questioni ed i temi che ci hanno portato nelle mille piazze del nostro Paese.

Vi invitiamo a leggerne il testo, ad emendarlo -se lo riterrete opportuno- e a sottosciverlo in segno di condivisione di una visione e di una battaglia che ci vede uniti, con preghiera di inviare il tutto, ENTRO MARTEDI' 21 MAGGIO, al seguente indirizzo:



Grazie!


LETTERA DEI MOVIMENTI AL GOVERNO DEL NON CAMBIAMENTO


Onorevole Presidente e Vice presidenti,

Siamo alcuni movimenti sociali che hanno percorso le strade di Roma il 23 marzo, portando ancora una volta in piazza proposte urgenti di cambiamento radicale per un Paese troppo lontano da obiettivi climatici e sociali anche solo accettabili.

Abbiamo sotto gli occhi il costante degrado umano e politico della classe dirigente passata e presente, e da voi oggi rappresentata ai massimi livelli, che si riflette sulla drammatica incapacità di progettare il futuro dell'Italia in un momento chiave del nostro vivere comune.

Mentre le emissioni globali continuano ad aumentare e poterle contenere senza cambiare i modelli attuali di produzione e consumo si rivela sempre più un'utopia, i leader mondiali non riescono ad accordarsi su regole comuni per invertire la traiettoria di uno sviluppo insostenibile.

La predazione delle risorse naturali, l'attacco alle comunità locali e ai diritti delle persone, sono caratteristici di un sistema globalizzato in cui le grandi imprese scorrazzano con il beneplacito degli Stati, tanto solleciti nello stringere accordi di liberalizzazione commerciale quanto inadempienti negli impegni sul clima.

All'enfasi quasi religiosa con cui viene lodata e perseguita la crescita senza freni, fa da contraltare il costante impoverimento morale ed economico delle persone, spinte verso l'individualismo, la precarietà, la paura e l'indifferenza.

Con la spinta alle privatizzazioni, all'estrattivismo e alle grandi opere dannose e imposte, la guerra ai poveri e ai migranti, il vostro malgoverno sta peggiorando la nostra qualità della vita e del dibattito pubblico.



L'Italia è uno dei Paesi in cui questa deriva è più evidente, dopo decenni in cui governi di ogni colore hanno sostenuto la stessa agenda neoliberista, antidemocratica e antipopolare.

Il vostro esecutivo non fa alcuna eccezione, se non per il fatto di essersi contraddistinto per una incoerenza ancora maggiore.

Le vostre promesse elettorali, molto più radicali di quelle finora ascoltate da partiti con ambizioni di governo, sono state completamente disattese. No Tap, No Tav, No Triv, Stop Ttip, No Muos, No grandi navi, Acqua bene comune, Stop pesticidi sono solo alcune delle parole d'ordine portate avanti da tanti movimenti sociali e ambientalisti che il governo - e in particolare il Movimento 5 Stelle - ha fatto proprie con impegni pubblici, salvo poi varare misure di segno totalmente opposto.

Oggi, alla vigilia di nuove elezioni, la classe politica da voi selezionata e rappresentata, non immune da fenomeni corruttivi, appare palesemente inadeguata a gestire le derive di un'Unione europea dalla forte impronta neoliberista, securitaria e inchiodata all’austerity.

Occorrerebbe fronteggiare questi impulsi con la ferma volontà di impostare una radicale inversione di tendenza nelle politiche economiche e sociali a livello nazionale, per renderle compatibili con la transizione ecologica e con la giustizia sociale e intergenerazionale. Costi quel che costi.

Purtroppo in questo Governo - come in quelli precedenti - mancano competenza e visione per aiutare il Paese ad attraversare il guado. Come dimostrano le manifestazioni nelle nostre città e balconi, i movimenti sociali delle persone comuni, ancora una volta, si stanno assumendo la responsabilità di contestare e contrastare l'inettitudine e l'immobilismo della vostra politica sui temi di maggiore importanza per la vita di tutti.

Le centinaia di migliaia di persone che nel corso dell'ultimo anno hanno manifestato da Venaus fino in Sicilia, passando per Taranto, il Salento del Tap e la Basilicata di Tempa Rossa e Viggiano, che hanno marciato per il clima e contro un sistema disumano e violento, rinnovano la pressione su questo governo e nei confronti di un'Europa che è sempre meno interessata alla democrazia, ai diritti dei cittadini e delle cittadine e al nostro futuro.

Siamo sempre in quei luoghi dove le contraddizioni sono più evidenti e tragiche, e continueremo a coltivare una visione globale della solidarietà, sostenendo ovunque coloro che - come noi - tentano di salvare il proprio futuro dalla vostra irresponsabilità.

Questo non è un appello, è una pubblica affermazione della nostra consapevolezza, una profonda consapevolezza collettiva, che il governo italiano, sulla scia dei precedenti, non è certamente un governo del Cambiamento, ma un governo al servizio di interessi che nulla hanno a che fare con gli interessi dei cittadini italiani e con i diritti sanciti dalla nostra Costituzione.

Continuiamo e continueremo a lottare e costruire il vero Cambiamento, per il Bene Comune di questo Paese e del Pianeta.

Firme:
Monica Di Sisto
Francesco Paniè
Alberto Zoratti
Enrico Gagliano
Roberta Radich
Enzo di Salvatore
Tiziano Cardosi
Cosimo Quaranta
Francesco Masi

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