Nulla di quanto vediamo nei giornali può ormai essere creduto. La stessa verità diventa sospetta quando viene posta in quei veicoli inquinati. La vera dimensione di questo stato di disinformazione è nota soltanto a coloro che sono nella condizione di confrontare i fatti da essi conosciuti con le bugie del giorno.
(Thomas Jefferson)
La violenza dei palestinesi è stata l’unica via per il popolo palestinese poiché l’occupazione israeliana comprende soltanto il linguaggio della violenza.
(Mohamed ELBaradei, già capo dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica)
C’e gente cattiva, come Beppe Grillo, o gli intemperanti arcieri de “Il Fatto”, che, credendosi spiritosi e ricorrendo alla solita satira criminogena, umiliano il nostro prestigioso capo dello Stato e venerando maestro morale dandogli del “Morfeo” che, per gli sprovvisti di cultura mitologica, significa “morto di sonno”. Definizione assolutamente impropria, quando si guardi all’iperattivismo di questo frenetico presidente, impegnato su mille fronti, in casa e fuori. In casa, ha dovuto ricorrere alle cure di un osteopata per raddrizzare una mano destra anchilosata dall’eccesso di firme. Tutte apposte in difesa di legalità, costituzione, etica pubblica, pace, democrazia. Come dargli del “Morfeo?”. Fuori casa, come si potrebbe non essere rimasti ammirati di fronte allo scatenamento umanitario e patriottico di Giorgio Napolitano, non per nulla meritevole della qualifica di migliore dei Miglioristi, in difesa dei nostri connazionali medici sequestrati in Afghanistan. Gino Strada ancora non si è ripreso dalla stupefatta commozione con cui ha potuto seguire l’accanimento di richieste, pretese, addirittura minacce (“o Emergency, o morte”) con le quali il presidente ha tempestato il suo omologo, Karzai, fino a quando costui non ha dovuto cedere a pressioni divenute insostenibili. Come dargli del “Morfeo”! Lungi come sempre da ogni retorica, sobrio e compassato come il venerato modello inglese gli suggerisce da una vita, questo autentico padre della patria ha rinnovato con modeste e secche parole il suo frugale, “vivo e vibrante” elogio ai nostri missionari di pace impegnati in difesa del sacro suolo patrio nelle missioni umanitarie tese a sradicare la mala pianta del perverso patriottismo altrui, immancabilmente terrorista e minaccioso nei confronti della nostra democratica e civile convivenza.
Un brivido di compiacimento, con qualche lacrimuccia di nostalgia, ha attraversato poi i cuori degli anziani partigiani, sobriamente, ma molto dignitosamente occultati dietro le primissime e prime e seconde e terze file dei generali e feldmarescialli, epigoni del glorioso badoglismo, quando, al Quirinale il 25 aprile, il successore dell’assai più borioso Pertini ha esaltato per l’ennesima volta l’articolo 11 della Costituzione, cardine di pace e libertà (purchè americanamente interpretato, s’intende). “Lo spirito della Resistenza rivive – ha detto, straziando molti cuori – nelle missioni di pace che i nostri soldati conducono in terre lontane”. Anche altri partigiani italiani, non annichiliti dall’età, ma ben svegli e vigili nelle loro tombe, si sono sentiti idealmente e intimamente fusi da quelle alate parole, o quanto vere!, con alcune decine di migliaia di loro affini umanitariamente collocati dai nostri portatori di pace e libertà sotto quelle terre lontane. Libertà, appunto, dai gravosi vincoli terreni. Ratzinger non potrebbe essere più d’accordo. Infatti su tutto questo osserva un silenzio più religioso addirittura di quello con cui circonfonde le chiappe formativamente inchiappettate di giovinetti di terre lontane, ma anche vicine. Pochi giornali hanno saputo essere all’altezza di tanta nobiltà etica e ideologica del nostro presidente, quanto lo è stato il manifesto con paginoni d’apertura – “IL 25 APRILE DEL PRESIDENTE” - ed esaltanti editoriali di Valentino Parlato: “Giorgio Napolitano ha fatto agli italiani e particolarmente ai politici un discorso assolutamente giusto, doveroso e, soprattutto, tempestivo… sul valore fondativo della Resistenza antifascista… Napolitano ha messo in campo ideali storici e forti…Il discorso di Napolitano dovrebbe suscitare iniziative serie… Grazie a Giorgio Napolitano dunque”.
Si poteva forse dire meglio di uno che le leggi antifasciste del governo a lui caro le ha firmate proprio tutte? Del resto quel giornale, che militantemente non tralascia occasione per rafforzare l’eroica resistenza, anche nucleare, dell’ “Uomo del Cambio” contro il terrorismo di Al Qaida e le sue bombe sporche pronte a maciullarci tutti, del Parlato ha allevato intemerati nipotini. E sulle spalle di Napolitano, a volte di Luttwak, veri San Cristoforo traghettatori di portatori di verità e pace, che Giuliana Sgrena proclama al colto e all’inclita il suo eroico impegno a fianco delle missioni di pace che i nostri soldati conducono in terre lontane: “Il problema è dunque quello di salvare gli afghani dai taliban”. Lo capissero finalmente quei 25 milioni di afghani su 25 milioni e diecimila che insistono a volersi salvare dagli interventi di pace degli F16 Usa e dei Tornado italiani.
Poi c’è, tra i venerandi maestri che pullulano in questa nazione di eroi, santi e navigatori, uno che è contemporaneamente tutto questo. Eroe della lotta contro la mafia, santo subito prima di diventare martire (e si guardi le spalle da corifei), navigatore sotto bandiere corsare, di quelle però con cui, da Elisabetta Prima a Vittoria, gli inglesi, hanno soffiato a spagnoli e francesi gran parte del bottino coloniale planetario. Ha fatto coppia con Al Gore, Roberto Saviano. Quell’Al Gore che, sotto i miei occhi, si è conquistato i galloni di Gran Visir ambientalista di Clinton. Eravamo entrambi a Kyoto, 1998, per il vertice del clima. Io per il Tg3, lui per la superecologista lobby militar-industriale Usa. Sotto la spinta di presidenti di arcipelaghi in corso di annegamento, la comunità dei paesi era riuscita ad elaborare una pur timida e minimalista opzione di riduzione delle emissioni climamutanti: qualcosa come il 12% rispetto al 1990 entro il 2010, quando ne occorreva il decuplo per non finire arrostiti nel 2020. Giunse in chiusura l’ecologista Al Gore e sbaraccò tutto. Non se ne fa niente. Replay identico a Copenhagen, 12 anni e un grado e mezzo in più dopo, con il nuovo “uomo del cambio”. Tanto per dire la perennità del complesso militar-industriale. Che nel frattempo, tuttavia, aveva annusato un nuovo modo di estrarre plusvalore da uomo e natura: il business ecologico. Così, tra tante altre belle cose, eco-carburanti anche per caccia, bombardieri e tank (li forniscono i campi dell’agrobusiness che prima producevano nutrimento per viventi), ogm come se piovesse, commercio di acqua e aria pulite del terzo mondo da barattare con acque e arie sozze del Nord. Più pannelli solari e pale eoliche. Ecologista imperiale capo, Al Gore.
Il quale ecologista lo è fin quando non si tratta dei redivivi “paesi canaglia” di bushiana memoria. Lì no, lì vanno bene sanzioni genocide e guerre stragiste. Con tanto di irresistibile conforto del nostrano santo subito. Transitato nel mercatino di cause nobili sotto forma di impresa editoriale o cinematografica, “Che tempo che fa”, spandendo allo sdilinquito Fabio Fazio originalissime banalità sull’ ecologia anche dell’informazione, che deve essere assolutamente indipendente, altro che Berlusconi, Al è tornato tra noi dagli schermi della sua televisione “Current”. Questa volta per mettere in campo il campione assoluto nazionale dell’informazione vera e indipendente. Saviano, appunto.
Ruscellavano placide, ma fiere, ovvietà di deontologia giornalistica, intramezzate dall’ilare cinguettio di Maria Latella, adorante moderatrice, fino al momento in cui questo tran-tran non venne bruscamente lacerato da alcuni fonemi arcaici, fomentatori di polverosa memoria: "Russia, Iran, Corea del Nord"… i delinquenti che minacciano il mondo libero con scudi missilistici pronti al first strike. Risuscitavano, tra le labbra di Saviano e Gore, i “paesi canaglia” dell’idiota-macellaio buonanima. E se l’ex-vicepresidente s’era scordato, o aveva sorvolato distratto su Cuba e nientepopodimeno sul diavolaccio nero dell’imperialismo umanitario e democratico, il Venezuela, ecco prontissimo una volta di più a navigare sulla tolda di quello cannoniera, l’eroe antimafia Saviano. “Sapeste, cari fratelli in Usa e Israele, quante invocazioni mi arrivano dall’ altrettanto santa ed eroina blogger Yoani Sanchez, quante dai sudditi del tiranno Hugo Chavez!”
(Thomas Jefferson)
La violenza dei palestinesi è stata l’unica via per il popolo palestinese poiché l’occupazione israeliana comprende soltanto il linguaggio della violenza.
(Mohamed ELBaradei, già capo dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica)
C’e gente cattiva, come Beppe Grillo, o gli intemperanti arcieri de “Il Fatto”, che, credendosi spiritosi e ricorrendo alla solita satira criminogena, umiliano il nostro prestigioso capo dello Stato e venerando maestro morale dandogli del “Morfeo” che, per gli sprovvisti di cultura mitologica, significa “morto di sonno”. Definizione assolutamente impropria, quando si guardi all’iperattivismo di questo frenetico presidente, impegnato su mille fronti, in casa e fuori. In casa, ha dovuto ricorrere alle cure di un osteopata per raddrizzare una mano destra anchilosata dall’eccesso di firme. Tutte apposte in difesa di legalità, costituzione, etica pubblica, pace, democrazia. Come dargli del “Morfeo?”. Fuori casa, come si potrebbe non essere rimasti ammirati di fronte allo scatenamento umanitario e patriottico di Giorgio Napolitano, non per nulla meritevole della qualifica di migliore dei Miglioristi, in difesa dei nostri connazionali medici sequestrati in Afghanistan. Gino Strada ancora non si è ripreso dalla stupefatta commozione con cui ha potuto seguire l’accanimento di richieste, pretese, addirittura minacce (“o Emergency, o morte”) con le quali il presidente ha tempestato il suo omologo, Karzai, fino a quando costui non ha dovuto cedere a pressioni divenute insostenibili. Come dargli del “Morfeo”! Lungi come sempre da ogni retorica, sobrio e compassato come il venerato modello inglese gli suggerisce da una vita, questo autentico padre della patria ha rinnovato con modeste e secche parole il suo frugale, “vivo e vibrante” elogio ai nostri missionari di pace impegnati in difesa del sacro suolo patrio nelle missioni umanitarie tese a sradicare la mala pianta del perverso patriottismo altrui, immancabilmente terrorista e minaccioso nei confronti della nostra democratica e civile convivenza.
Un brivido di compiacimento, con qualche lacrimuccia di nostalgia, ha attraversato poi i cuori degli anziani partigiani, sobriamente, ma molto dignitosamente occultati dietro le primissime e prime e seconde e terze file dei generali e feldmarescialli, epigoni del glorioso badoglismo, quando, al Quirinale il 25 aprile, il successore dell’assai più borioso Pertini ha esaltato per l’ennesima volta l’articolo 11 della Costituzione, cardine di pace e libertà (purchè americanamente interpretato, s’intende). “Lo spirito della Resistenza rivive – ha detto, straziando molti cuori – nelle missioni di pace che i nostri soldati conducono in terre lontane”. Anche altri partigiani italiani, non annichiliti dall’età, ma ben svegli e vigili nelle loro tombe, si sono sentiti idealmente e intimamente fusi da quelle alate parole, o quanto vere!, con alcune decine di migliaia di loro affini umanitariamente collocati dai nostri portatori di pace e libertà sotto quelle terre lontane. Libertà, appunto, dai gravosi vincoli terreni. Ratzinger non potrebbe essere più d’accordo. Infatti su tutto questo osserva un silenzio più religioso addirittura di quello con cui circonfonde le chiappe formativamente inchiappettate di giovinetti di terre lontane, ma anche vicine. Pochi giornali hanno saputo essere all’altezza di tanta nobiltà etica e ideologica del nostro presidente, quanto lo è stato il manifesto con paginoni d’apertura – “IL 25 APRILE DEL PRESIDENTE” - ed esaltanti editoriali di Valentino Parlato: “Giorgio Napolitano ha fatto agli italiani e particolarmente ai politici un discorso assolutamente giusto, doveroso e, soprattutto, tempestivo… sul valore fondativo della Resistenza antifascista… Napolitano ha messo in campo ideali storici e forti…Il discorso di Napolitano dovrebbe suscitare iniziative serie… Grazie a Giorgio Napolitano dunque”.
Si poteva forse dire meglio di uno che le leggi antifasciste del governo a lui caro le ha firmate proprio tutte? Del resto quel giornale, che militantemente non tralascia occasione per rafforzare l’eroica resistenza, anche nucleare, dell’ “Uomo del Cambio” contro il terrorismo di Al Qaida e le sue bombe sporche pronte a maciullarci tutti, del Parlato ha allevato intemerati nipotini. E sulle spalle di Napolitano, a volte di Luttwak, veri San Cristoforo traghettatori di portatori di verità e pace, che Giuliana Sgrena proclama al colto e all’inclita il suo eroico impegno a fianco delle missioni di pace che i nostri soldati conducono in terre lontane: “Il problema è dunque quello di salvare gli afghani dai taliban”. Lo capissero finalmente quei 25 milioni di afghani su 25 milioni e diecimila che insistono a volersi salvare dagli interventi di pace degli F16 Usa e dei Tornado italiani.
Poi c’è, tra i venerandi maestri che pullulano in questa nazione di eroi, santi e navigatori, uno che è contemporaneamente tutto questo. Eroe della lotta contro la mafia, santo subito prima di diventare martire (e si guardi le spalle da corifei), navigatore sotto bandiere corsare, di quelle però con cui, da Elisabetta Prima a Vittoria, gli inglesi, hanno soffiato a spagnoli e francesi gran parte del bottino coloniale planetario. Ha fatto coppia con Al Gore, Roberto Saviano. Quell’Al Gore che, sotto i miei occhi, si è conquistato i galloni di Gran Visir ambientalista di Clinton. Eravamo entrambi a Kyoto, 1998, per il vertice del clima. Io per il Tg3, lui per la superecologista lobby militar-industriale Usa. Sotto la spinta di presidenti di arcipelaghi in corso di annegamento, la comunità dei paesi era riuscita ad elaborare una pur timida e minimalista opzione di riduzione delle emissioni climamutanti: qualcosa come il 12% rispetto al 1990 entro il 2010, quando ne occorreva il decuplo per non finire arrostiti nel 2020. Giunse in chiusura l’ecologista Al Gore e sbaraccò tutto. Non se ne fa niente. Replay identico a Copenhagen, 12 anni e un grado e mezzo in più dopo, con il nuovo “uomo del cambio”. Tanto per dire la perennità del complesso militar-industriale. Che nel frattempo, tuttavia, aveva annusato un nuovo modo di estrarre plusvalore da uomo e natura: il business ecologico. Così, tra tante altre belle cose, eco-carburanti anche per caccia, bombardieri e tank (li forniscono i campi dell’agrobusiness che prima producevano nutrimento per viventi), ogm come se piovesse, commercio di acqua e aria pulite del terzo mondo da barattare con acque e arie sozze del Nord. Più pannelli solari e pale eoliche. Ecologista imperiale capo, Al Gore.
Il quale ecologista lo è fin quando non si tratta dei redivivi “paesi canaglia” di bushiana memoria. Lì no, lì vanno bene sanzioni genocide e guerre stragiste. Con tanto di irresistibile conforto del nostrano santo subito. Transitato nel mercatino di cause nobili sotto forma di impresa editoriale o cinematografica, “Che tempo che fa”, spandendo allo sdilinquito Fabio Fazio originalissime banalità sull’ ecologia anche dell’informazione, che deve essere assolutamente indipendente, altro che Berlusconi, Al è tornato tra noi dagli schermi della sua televisione “Current”. Questa volta per mettere in campo il campione assoluto nazionale dell’informazione vera e indipendente. Saviano, appunto.
Ruscellavano placide, ma fiere, ovvietà di deontologia giornalistica, intramezzate dall’ilare cinguettio di Maria Latella, adorante moderatrice, fino al momento in cui questo tran-tran non venne bruscamente lacerato da alcuni fonemi arcaici, fomentatori di polverosa memoria: "Russia, Iran, Corea del Nord"… i delinquenti che minacciano il mondo libero con scudi missilistici pronti al first strike. Risuscitavano, tra le labbra di Saviano e Gore, i “paesi canaglia” dell’idiota-macellaio buonanima. E se l’ex-vicepresidente s’era scordato, o aveva sorvolato distratto su Cuba e nientepopodimeno sul diavolaccio nero dell’imperialismo umanitario e democratico, il Venezuela, ecco prontissimo una volta di più a navigare sulla tolda di quello cannoniera, l’eroe antimafia Saviano. “Sapeste, cari fratelli in Usa e Israele, quante invocazioni mi arrivano dall’ altrettanto santa ed eroina blogger Yoani Sanchez, quante dai sudditi del tiranno Hugo Chavez!”
Saviano ci aveva già informato sul criminale narcotraffico delle Forze Armate Rivoluzionarie Colombiane (FARC), incautamente smentite dalla massima magistratura dello stesso paese, sulla sua appassionata venerazione per il pacifista Simon Peres e il suo proposito di andare a scampare dalle vendette camorriste nel paradiso israeliano della legalità e della democrazia. Al concerto delle sacrosante verità di solida scuola goebbelsiana cantato insieme ai vessilliferi della pacificazione mondiale, Cia, Mossad, Pentagono, Hillary Clinton, La Russa e, scendendo molto in basso, Bertinotti, mancava ancora il suo do di petto sulle nefandezze di Cuba e Venezuela. La Presidential Medal of Freedom, massima onorificenza Usa, gli è stata subita affissa al petto da un soddisfattissimo ex-vicepresidente (“bombe su Iraq e Serbia”) USA.
Prematuramente chiusa la trasmissione del duetto della bella morte agli incivili, il campione del nuovo canale televisivo di un’informazione investigativa da sbaragliare tutti gli Emilio Fede e tutti i Minzolini del mondo, ci siamo persi quanto il superdecorato in patria e nell’impero avrebbe forse voluto aggiungere a completamento della sua militanza per la verità. Che so, la più grande fossa comune del mondo scoperta in Colombia, che i paramilitari uribisti sono stati costretti a riempire con duemila corpi di contadini e sindacalisti sovversivi. O il recente provvedimento di bonifica etnica adottato dall’esercito israeliano per sgomberare i detriti della Palestina da abusivi autoctoni, probabili terroristi; la granata in fronte al dimostrante di Bilin contro il muro di protezione dell’unica democrazia del Medioriente, le mitragliate ai voraci contadini di Gaza che nei propri terreni insistono a voler seminare terroristiche melanzane da lanciare contro Sderot. Non avrebbe potuto trascurare la giusta esecuzione in detenzione, dal 1967, di 198 palestinesi riottosi, di cui 70 pervicacemente si erano rifiutati di accettare di buon grado le torture praticate in nome della salvezza dei sopravvissuti della Shoah. Con ogni probabilità, primatista della lotta ai casalesi narcotrafficanti, però sotto stretto controllo delle forze armate Usa, padrone del porto export-import di Napoli e di analoghi fortini salva-apparenze in tutta Italia, Saviano avrebbe voluto parlarci della fratellanza Uribe-Dea-‘Ndrangheta, mirata a riscattare i profitti da cocaina nelle opere umanitarie di George Soros e di USAID. Non avrebbe potuto trascurare un accenno di biasimo verso quel Pio La Torre che, in Sicilia, aveva bruciato un'inutile vita nella persecuzione della benefica intesa mafia-base di Comiso, servita a perpetuare una collaborazione democratica garantita da Lucky Luciano nel 1943 tra liberatori Usa e vittime delle razzie antimafia fasciste, in nome della perenne stabilità politico-economico-sociale del nostro paese (chiedete a dangelominosse@hotmail.it per chiarirvi meglio le idee).
Forse si sarebbe spinto fino a denunciare la nefasta opera di sradicamento di papaveri messa in atto dai terroristi taliban a scorno dell’utilizzo Usa dei proventi da tali papaveri per superare la crisi economica che mina il benessere delle democrazie, magari ricorrendo al transito kossoviano garantito dalla megabase umanitaria Bondsteel. Visto l’impegno alla morte suo e del compagno ecologista Gore per la libertà d’informazione, sono certo che avrebbe coronato la sua epifania in Current sottolineando l’opportunità della scomparsa nel nulla a Baghdad di Saad Al Aossi, direttore dell’eversivo settimanale Al Shahid, insieme a un centinaio di suoi collaboratori e vicini, successiva al’irruzione delle “forze dell’ordine” del primo ministro Al Maliki. Al pari di quei 200 giornalisti giustiziati in Iraq per aver diffuso notizie false e tendenziose sull’importazione in Iraq di pace e democrazia, il criticone Saad insisteva a minare la felice tripartizione di un paese le cui componenti confessionali ed etniche erano state costrette in convivenza antistorica e anti-globalizzazione dal mostro Saddam Hussein. Giustamente saranno andati tutti a tenere compagnia ai due milioni di iracheni eliminati perché insofferenti alla superiore civiltà occidentale e fissati con il libertinaggio di donne troppo emancipate e con gli stralussi antimercato di sanità e istruzione gratuite. Si è anche percepito un sospiro di sollievo di entrambi gli eroi della libera e indipendente informazione al pensiero che né in Iraq, né in Afghanistan circola più un solo giornalista che faccia dell’indipendenza fazioso strumento di propaganda ribelle.
Come vedete, il personale per il ricambio post-Berlusconi è bell’è pronto e in buone mani.
Prematuramente chiusa la trasmissione del duetto della bella morte agli incivili, il campione del nuovo canale televisivo di un’informazione investigativa da sbaragliare tutti gli Emilio Fede e tutti i Minzolini del mondo, ci siamo persi quanto il superdecorato in patria e nell’impero avrebbe forse voluto aggiungere a completamento della sua militanza per la verità. Che so, la più grande fossa comune del mondo scoperta in Colombia, che i paramilitari uribisti sono stati costretti a riempire con duemila corpi di contadini e sindacalisti sovversivi. O il recente provvedimento di bonifica etnica adottato dall’esercito israeliano per sgomberare i detriti della Palestina da abusivi autoctoni, probabili terroristi; la granata in fronte al dimostrante di Bilin contro il muro di protezione dell’unica democrazia del Medioriente, le mitragliate ai voraci contadini di Gaza che nei propri terreni insistono a voler seminare terroristiche melanzane da lanciare contro Sderot. Non avrebbe potuto trascurare la giusta esecuzione in detenzione, dal 1967, di 198 palestinesi riottosi, di cui 70 pervicacemente si erano rifiutati di accettare di buon grado le torture praticate in nome della salvezza dei sopravvissuti della Shoah. Con ogni probabilità, primatista della lotta ai casalesi narcotrafficanti, però sotto stretto controllo delle forze armate Usa, padrone del porto export-import di Napoli e di analoghi fortini salva-apparenze in tutta Italia, Saviano avrebbe voluto parlarci della fratellanza Uribe-Dea-‘Ndrangheta, mirata a riscattare i profitti da cocaina nelle opere umanitarie di George Soros e di USAID. Non avrebbe potuto trascurare un accenno di biasimo verso quel Pio La Torre che, in Sicilia, aveva bruciato un'inutile vita nella persecuzione della benefica intesa mafia-base di Comiso, servita a perpetuare una collaborazione democratica garantita da Lucky Luciano nel 1943 tra liberatori Usa e vittime delle razzie antimafia fasciste, in nome della perenne stabilità politico-economico-sociale del nostro paese (chiedete a dangelominosse@hotmail.it per chiarirvi meglio le idee).
Forse si sarebbe spinto fino a denunciare la nefasta opera di sradicamento di papaveri messa in atto dai terroristi taliban a scorno dell’utilizzo Usa dei proventi da tali papaveri per superare la crisi economica che mina il benessere delle democrazie, magari ricorrendo al transito kossoviano garantito dalla megabase umanitaria Bondsteel. Visto l’impegno alla morte suo e del compagno ecologista Gore per la libertà d’informazione, sono certo che avrebbe coronato la sua epifania in Current sottolineando l’opportunità della scomparsa nel nulla a Baghdad di Saad Al Aossi, direttore dell’eversivo settimanale Al Shahid, insieme a un centinaio di suoi collaboratori e vicini, successiva al’irruzione delle “forze dell’ordine” del primo ministro Al Maliki. Al pari di quei 200 giornalisti giustiziati in Iraq per aver diffuso notizie false e tendenziose sull’importazione in Iraq di pace e democrazia, il criticone Saad insisteva a minare la felice tripartizione di un paese le cui componenti confessionali ed etniche erano state costrette in convivenza antistorica e anti-globalizzazione dal mostro Saddam Hussein. Giustamente saranno andati tutti a tenere compagnia ai due milioni di iracheni eliminati perché insofferenti alla superiore civiltà occidentale e fissati con il libertinaggio di donne troppo emancipate e con gli stralussi antimercato di sanità e istruzione gratuite. Si è anche percepito un sospiro di sollievo di entrambi gli eroi della libera e indipendente informazione al pensiero che né in Iraq, né in Afghanistan circola più un solo giornalista che faccia dell’indipendenza fazioso strumento di propaganda ribelle.
Come vedete, il personale per il ricambio post-Berlusconi è bell’è pronto e in buone mani.
Saviano con il premio Nobel per meriti Cia Salman Rushdie
Nel fuorionda captato dopo la chiusura, a me personalmente non è sfuggito il generoso invito legalitario di Saviano al mio ex-giornale Liberazione: ragazzi non accontentatevi della cacciata di Fulvio Grimaldi e della quisquilia dei 100mila euro dovutivi a riparazione di tutte le nefandezze filo-cubane di questo sospetto camorrista-terrorista che avete ospitato. Zittitelo per sempre. Avete a disposizione Yoani Sanchez. Non c’è di meglio. Altro che giornalisti iracheni rompiscatole.
A futura memoria, chissà, di Saviano, Al Gore e vacche sacre USraeliane varie, riproduco il seguente comunicato.
A tutti gli antifascisti
Ai soci dell’ANPI
Agli iscritti all’ANPI giovani
Oggi a Roma il comizio convocato dall’ANPI a Porta San Paolo è stata l’occasione per assistere a una serie di gravissime provocazioni che come antifascisti e democratici non siamo disposti a tollerare e di cui chiediamo conto alla direzione dell’ANPI nazionale e romana.
Alla commemorazione del 25 aprile è stata invitata la neo-presidente della Regione Lazio Renata Polverini; un invito reso più grave dall’imminenza del 7 maggio, giorno in cui il blocco studentesco ha convocato la sua marcia su Roma insultando la storia di una città medaglia d’oro della Resistenza: un merito riaffermato nel corso degli anni dalle lotte antifasciste delle generazioni di giovani che si sono susseguite. Renata Polverini è parte di una coalizione politica reazionaria, promotrice di politiche classiste, razziste, clericali e omofobe.
Come se non bastasse, erano presenti e sono stati invitati sul palco esponenti dell’Associazione Romana Amici d’Israele, calata a Porta San Paolo con un delirante volantino inneggiante al sionismo e a Israele, e sventolando bandiere israeliane, tra cui faceva bella mostra di sè la bandiera dell’aviazione israeliana; l’aviazione israeliana l’anno scorso ha perpetrato – lo ricordiamo a chi se lo fosse dimenticato - il massacro di Gaza bruciando oltre 1400 vite in 20 giorni, e continua a bombardare quotidianamente la striscia di Gaza stretta in un assedio criminale. Cosa c’entrano questi sciacalli con la Resistenza ? La nostra Resistenza ha combattuto per dare a tutti la possibilità di emanciparsi e di vivere in uno stato laico e ospitale: il sionismo è un’ideologia neocoloniale che mira alla supremazia del popolo ebraico e alla sopraffazione del popolo palestinese, negandogli il diritto alla vita, alla terra e alla libertà; “il problema è la natura etnica del sionismo: il sionismo non ha gli stessi margini di pluralismo che offre il giudaismo, meno che mai per i palestinesi. Essi non potranno essere mai parte dello stato e dello spazio sionista e continueranno a lottare” (da “La pulizia etnica della Palestina” di Ilan Pappè, docente israeliano rifugiatosi in Inghilterra, all’università di Exeter).
Contro la politica di apartheid dello stato israeliano in tutto il mondo sta crescendo una campagna di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni: “La stessa questione della uguaglianza è ciò che motiva il movimento per il disinvestimento di oggi, che ha come obiettivo la fine dell'occupazione israeliana da 43 anni e l'iniquo trattamento del popolo palestinese dal governo israeliano. Gli abusi che i palestinesi si trovano ad affrontare sono reali, e nessuna persona dovrebbe essere offesa da atti di principio, moralmente coerente e nonviolenta per opporvisi. Non è affatto sbagliato accusare Israele in particolare per i suoi abusi come non lo era accusare il regime dell'Apartheid in particolare per i suoi abusi”. (Desmond Tutu, arcivescovo emerito di Città del Capo).
L’ANPI ospita invece i sostenitori di Israele!
In mezzo a loro c’era non solo il neofascista Riccardo Pacifici ma anche la deputata del PDL nonché colona sionista israeliana Fiamma Nirenstein che si è dichiarata sorpresa dalla contestazione e così farnetica nel suo blog: “E' del tutto sconcertante assistere ad atteggiamenti di tale aggressività da parte di gente che ancora osa sventolare bandiere con falce e martello e soprattutto bandiere palestinesi nel giorno della Liberazione”.
Sono le nostre bandiere: non tollereremo mai più simili offese nè che una simile razzista abbia agibilità nei nostri cortei.
Chiediamo conto ai dirigenti dell’ANPI di queste scelte: è chiaro il vostro tentativo di voler riscrivere la storia e i valori dell’antifascismo, invitando personaggi come Renata Polverini, Fiamma Nirenstein e associazioni che sostengono uno stato guerrafondaio e razzista come lo stato di Israele. L’apologia di Israele non ha niente a che vedere con la lotta di liberazione, la politica di Israele contraddice apertamente l’articolo 11 della costituzione italiana (così spesso citato dall’ANPI): Israele ha sempre utilizzato la guerra e il terrore come strumento politico principale. E’ di questi giorni il decreto militare di espulsione emesso da Israele, che colpirà decine di migliaia di palestinesi residenti in Cisgiordania perché privi di documenti che Israele stessa si rifiuta di dargli.
Ci rivolgiamo ai giovani iscritti all’ANPI e a tutti gli iscritti all’ANPI perché si facciano promotori di una protesta presso i loro dirigenti, colpevoli di scelte che snaturano i valori di questa associazione!
Agli antifascisti: difendiamo i valori dell’antifascismo! Nessuno spazio per i sionisti e per i revisionisti! Ora e sempre resistenza a fianco dei popoli oppressi.
Comitato “Palestina nel cuore” – Roma, 25 aprile 2010
A futura memoria, chissà, di Saviano, Al Gore e vacche sacre USraeliane varie, riproduco il seguente comunicato.
A tutti gli antifascisti
Ai soci dell’ANPI
Agli iscritti all’ANPI giovani
Oggi a Roma il comizio convocato dall’ANPI a Porta San Paolo è stata l’occasione per assistere a una serie di gravissime provocazioni che come antifascisti e democratici non siamo disposti a tollerare e di cui chiediamo conto alla direzione dell’ANPI nazionale e romana.
Alla commemorazione del 25 aprile è stata invitata la neo-presidente della Regione Lazio Renata Polverini; un invito reso più grave dall’imminenza del 7 maggio, giorno in cui il blocco studentesco ha convocato la sua marcia su Roma insultando la storia di una città medaglia d’oro della Resistenza: un merito riaffermato nel corso degli anni dalle lotte antifasciste delle generazioni di giovani che si sono susseguite. Renata Polverini è parte di una coalizione politica reazionaria, promotrice di politiche classiste, razziste, clericali e omofobe.
Come se non bastasse, erano presenti e sono stati invitati sul palco esponenti dell’Associazione Romana Amici d’Israele, calata a Porta San Paolo con un delirante volantino inneggiante al sionismo e a Israele, e sventolando bandiere israeliane, tra cui faceva bella mostra di sè la bandiera dell’aviazione israeliana; l’aviazione israeliana l’anno scorso ha perpetrato – lo ricordiamo a chi se lo fosse dimenticato - il massacro di Gaza bruciando oltre 1400 vite in 20 giorni, e continua a bombardare quotidianamente la striscia di Gaza stretta in un assedio criminale. Cosa c’entrano questi sciacalli con la Resistenza ? La nostra Resistenza ha combattuto per dare a tutti la possibilità di emanciparsi e di vivere in uno stato laico e ospitale: il sionismo è un’ideologia neocoloniale che mira alla supremazia del popolo ebraico e alla sopraffazione del popolo palestinese, negandogli il diritto alla vita, alla terra e alla libertà; “il problema è la natura etnica del sionismo: il sionismo non ha gli stessi margini di pluralismo che offre il giudaismo, meno che mai per i palestinesi. Essi non potranno essere mai parte dello stato e dello spazio sionista e continueranno a lottare” (da “La pulizia etnica della Palestina” di Ilan Pappè, docente israeliano rifugiatosi in Inghilterra, all’università di Exeter).
Contro la politica di apartheid dello stato israeliano in tutto il mondo sta crescendo una campagna di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni: “La stessa questione della uguaglianza è ciò che motiva il movimento per il disinvestimento di oggi, che ha come obiettivo la fine dell'occupazione israeliana da 43 anni e l'iniquo trattamento del popolo palestinese dal governo israeliano. Gli abusi che i palestinesi si trovano ad affrontare sono reali, e nessuna persona dovrebbe essere offesa da atti di principio, moralmente coerente e nonviolenta per opporvisi. Non è affatto sbagliato accusare Israele in particolare per i suoi abusi come non lo era accusare il regime dell'Apartheid in particolare per i suoi abusi”. (Desmond Tutu, arcivescovo emerito di Città del Capo).
L’ANPI ospita invece i sostenitori di Israele!
In mezzo a loro c’era non solo il neofascista Riccardo Pacifici ma anche la deputata del PDL nonché colona sionista israeliana Fiamma Nirenstein che si è dichiarata sorpresa dalla contestazione e così farnetica nel suo blog: “E' del tutto sconcertante assistere ad atteggiamenti di tale aggressività da parte di gente che ancora osa sventolare bandiere con falce e martello e soprattutto bandiere palestinesi nel giorno della Liberazione”.
Sono le nostre bandiere: non tollereremo mai più simili offese nè che una simile razzista abbia agibilità nei nostri cortei.
Chiediamo conto ai dirigenti dell’ANPI di queste scelte: è chiaro il vostro tentativo di voler riscrivere la storia e i valori dell’antifascismo, invitando personaggi come Renata Polverini, Fiamma Nirenstein e associazioni che sostengono uno stato guerrafondaio e razzista come lo stato di Israele. L’apologia di Israele non ha niente a che vedere con la lotta di liberazione, la politica di Israele contraddice apertamente l’articolo 11 della costituzione italiana (così spesso citato dall’ANPI): Israele ha sempre utilizzato la guerra e il terrore come strumento politico principale. E’ di questi giorni il decreto militare di espulsione emesso da Israele, che colpirà decine di migliaia di palestinesi residenti in Cisgiordania perché privi di documenti che Israele stessa si rifiuta di dargli.
Ci rivolgiamo ai giovani iscritti all’ANPI e a tutti gli iscritti all’ANPI perché si facciano promotori di una protesta presso i loro dirigenti, colpevoli di scelte che snaturano i valori di questa associazione!
Agli antifascisti: difendiamo i valori dell’antifascismo! Nessuno spazio per i sionisti e per i revisionisti! Ora e sempre resistenza a fianco dei popoli oppressi.
Comitato “Palestina nel cuore” – Roma, 25 aprile 2010
Fini.S.Terro.ne
RispondiEliminaAvanza Eva.Sor.La.Drone
Emergency nel Lazio, Polverini [Cozza & Champagne]nell’OspAzio
ATA sparì Fuffone
M'Io da solo m’amministro, M'Io li sfondo & li sinistro
...................................
Non vedo San Toro per non veder Bel Pietro e tutti le pantegansfasciste... di "corollario"
...................................
Non PIU' frequento ANPI-Affondazione Scostumista-Decotti Sinistri Sinistrati, per non dovermi trovare fra le "sfere" V colonnette e ratti in nere blusette...
La "LIBERAZIONE" durò "da natale 25 aprile a Santo Stefano 26 Aprile [toh... stessa data di Cernobyl] I Partigiani [quelli Veri] Comunisti [quelli Veri] TROOOPPO "poitically Correct" mollarono il "fucile" e siamo ancora senz'armi convenzionali, ma non disarmati... abbiamo la nostra Intelli Genza...
...................................
Non potevo dirlo meglio ed allora l'ho "copiaincollato"
Matrix è un sistema, Neo. E quel sistema è nostro nemico. Ma quando ci sei dentro ti guardi intorno e cosa vedi? Uomini d'affari, insegnanti, avvocati, falegnami.... le proiezioni mentali della gente che vogliamo salvare. Ma finché non le avremo salvate, queste persone faranno parte di quel sistema, e questo le rende nostre nemiche. Devi capire che la maggior parte di loro non è pronta per essere scollegata. Tanti di loro sono così assuefatti, così disperatamente dipendenti dal sistema, che combatterebbero per difenderlo. Se non sei uno di noi, sei uno di loro. Mai mandare un essere umano a fare il lavoro di una macchina. Prima o poi capirai, come ho fatto anch'io, che una cosa è conoscere il sentiero giusto, un'altra è imboccarlo. Desidero condividere con te una geniale intuizione che ho avuto, durante la mia missione qui. Mi è capitato mentre cercavo di classificare la vostra specie. Improvvisamente ho capito che voi non siete dei veri mammiferi: tutti i mammiferi di questo pianeta d'istinto sviluppano un naturale equilibrio con l'ambiente circostante, cosa che voi umani non fate. Vi insediate in una zona e vi moltiplicate, vi moltiplicate finché ogni risorsa naturale non si esaurisce. E l'unico modo in cui sapete sopravvivere è quello di spostarvi in un'altra zona ricca. C'è un altro organismo su questo pianeta che adotta lo stesso comportamento, e sai qual è? Il virus. Gli esseri umani sono un'infezione estesa, un cancro per questo pianeta: siete una piaga.
..................................
Scusate la verbosità
Grazie Fulvio per la segnalazione. Già mi è pesato mancare alla cerimonia locale: il sindaco fascista ha mandato l'invito "è un obbligo morale partecipare blabla" o qualcosa del genere di cui non ho più traccia, visto che la mia compagna ha giustamente stracciato la cartolina.
RispondiEliminaCome iscritto ANPI chiederò conto della deriva sionista, ma credo che dovrò stracciare pure la tessera.
25 aprile 2010 un partigiano ricorda i suoi compagni di lotta.
RispondiEliminail video su:
www.youtube.com/barricata
si dovrebbe saper scindere il fatto che uno viva sotto scorta,dalle cazzate di bassissimo rango che va cianciando a destra e mancina in tv,sulla politica estera.
RispondiEliminaSempre con quel tono da profeta assonnato,che alla lunga irrita.Sopratutto quando si straparla di israele,cina,russia ,iran e così via.Quindi ,ci dispiace umanamente,che sia sotto scorta,ma altrettanto non cediamo a nessun ricatto e retorica e ne denunciamo il collaborazionismo attivo con l'imperialismo yanee-sionista.
Su Rushdie,non so che dire...Mi è sembrato sempre poco chiaro...
Al Gore,l'eroe dei democretini senza scampo.
Uno che ti parla dell'ambiente con quel tono antipaticissimo che hanno gli americani,da venditore di aspirapolvere.Uno che ha le sue manine sporche delle guerre clintoniane e che ha pure un nobel per la pace alla cazzo di cane-con massimo rispetto per il cane.
Sono questi i veri nemici,perchè usando temi importanti,poi fanno propaganda all'imperialismo.
Tra tre anni saremo una potenza nucleare..anvedi!
una domanda che sorge spontanea e' ,quanto costa la celebrita' in termini di culo?
RispondiEliminae di anima?
facendo 2+2 vien da chiedersi come mai si da voce solo a dissidenti o contestatori solo cubani,in israele non ci sono? io so che che ci sono e sono tanti.se ci arrivo io a pormi la domanda che sono il sig.nessuno,ancor piu' dovrebbero arrivarci questi "signori?".
http://digilander.libero.it/tempidiguerra/muri.htm
fulvio, facci sapere se hai ricevuto qualche attestato di stima da parte di qualche collega,oppure qualche aiuto piu' concreto,e' interessante conoscere come si sviluppa la tua personale lotta.
sempre se vuoi rendercene partecipi naturalmente.su napolitANO glisso,credo passera' alla storia come il pres. piu' inetto della 1a,2a,e tutte le repubbilche a seguire .
grazie per il tuo impegno.
65 anni di voltafaccia bastano e avanzano..RESISTENZA sempre e comunque!
RispondiEliminaDavvero un ottimo articolo. Saviano, che mi era immediatamene parso uno di quegli individui che il buon Leonardo Sciascia, malignamente frainteso, definì "professionista dell'antimafia", ha allargato i propri orizzonti, sposando in toto le cause israeliana e statunitense. Non capirò mai questi sedicenti "comiunisti". Cari saluti.
RispondiEliminaGrande come sempre, Fulvio.
RispondiEliminaAnche io, nel mio piccolo, cerco di far capire ai miei amici la doppiezza del personaggio Saviano, ma è difficile; la risposta è sempre: allora sei con i casalesi!
Penso che sia un'impresa disperata. Fortunatamente ci sono voci come la tua che continuano a diffondere la verità.
Non capisco perché Rushdie sarebbe collaborazionista della CIA. Di lui so solo del libro "I Versetti Satanici", che gli è costato la minaccia dei fanatici integralisti. O forse sono fanatici solo i cristiani che sparano nelle cliniche ai medici abortisti? Dovrei tifare per l'integralismo islamico solo perché opposto (si fa per dire) a quello cattolico? Vogliamo fare lo stesso gioco del cristianista Magdi Allam? O forse c'è qualcosa che non so sulle attività di Rushdie? Aggiornami, nel caso c'è qualcosa che attesti la sua complicità con USraele.
RispondiEliminaSulla natura double face di Saviano, ne scrissi tempo fa nel mio blog al seguente post:
Il giornalismo d’inchiesta si ferma alle Alpi – lettera a Roberto Saviano
http://solponente.splinder.com/post/21812407/il-giornalismo-d%25E2%2580%2599inchiesta-si-ferma-alle-alpi-%25E2%2580%2593-lettera-a-roberto-saviano
ragazzi,
RispondiEliminasaviano è un mito e con i miti è difficilissimo averci a che fare.
hai voglia a fare deduzioni ma a quanto pare, esperti in comunicazione hanno già fregato il buon roberto e lo stanno utilizzando in chiave anticomunista, ricordiamoci che l'anticomunismo è sempre la ricetta migliore per spargere terrore e additare stati canaglia.
castro, chavez, i palestinesi, hamas, fanno paura e chi se non un ingenuo come saviano potevano ingaggiare per usarlo contro queste "canaglie"?
credo che lo abbiano incastrato senza che lui ne potesse fare a meno; l'alternativa era restare sotto i colpi della camorra.
e se non è così allora è un venduto e se non è un venduto è un ingenuo.
in ogni caso comunque io lo capisco, la sua situazione è drammatica.
sta a noi a non farci incastrare da chi lo sta manovrando.
fulvio, facciamo un analisi seria di questo caso?
non credo sia stato incastrato,guarda bene l'intervista fatta da Saviano a panorama nel quale elenca la sua provenienza politica e la sua formazione.
RispondiEliminaIngenuo?E perchè?
A me pare uno che sappia bene quel che dice e fa.
Ripeto,dispiace a tutti per il fatto che sia sotto scorta,ma questo ci deve impedire di criticarlo duramente?Il gioco futile di o stai con lui o sei con la camorra è una scemata.Io sto con chi combatte la criminalità organizzata,il che vuol dire non fare il Mito Saviano ,ma avere rispetto profondo anche per tutti quelli che in polizia,magistratura,nella società civile si sono opposti a quei farabutti.
Ho un giudizio assai negativo su Saviano,e allora?son per forza un camorrista?Mi pare il pensiero demenziale di certo pci che vedeva nei giovani dei movimenti dei fascisti e provocatori.
A dire il vero, che il PCI vedesse in certi movimenti dei provocatori, non è che avesse torto. Il '68 vedete che rovine ha portato in Italia: Giuliano Ferrara, Paolo Liguori, Aldo Brandirali, Ernesto Galli della Loggia, Sandro Bondi, ecc.. Sapete tutti ora da che parte stanno.
RispondiEliminasi,roberto hai ragione.Su quei nomi,ma ad esempio il processo di aprile -del 9 aprile mi pare-contro autonomia operaia,ha visto il pci in non lucidissima forma
RispondiEliminaSicuramente oggi sono decisamente meno anti pci rispetto a qualche anno fa.Vi è da dire però che il metodo da me denunciato è stato usato molto e anche male
Poi la storia è complessa e piena di particolari,sfumature ecc..
A Roberto Antonucci. Grazie per i ripetuti interventi cui rispondo sinteticamente. Rushdie è un miserabile arnese dell'imperialismo, anche se "martire" della fatwa dell'arnese Usa Khomeni. Basta rivederne tutti i passi propagandistici da lui compiuti in favore dell'imperialismo USraeliano. Il sistema è molto abile a creare finti martiri. Vedi Saviano.
RispondiEliminaQuanto ai rinnegati del '68, potevi anche aggiungere Sofri, Panella, Riotta, tanti altri. Ma tutto questo rivela un difetto di strabismo storico-politico di tanta sinistra che non si concilia affatto con l'essere di sinistra: il dare peso storico e politico solo a chi sta in alto, ai personaggi, ai dirigenti. Il movimento del '68, cui il PCI ossificato e pienamente compatibile con la dittatura borghese, rispose tremebondo e sostenendo con la delazione e l'incitazione la repressione poliziesca omicida, è stato un grande movimento rivoluzionario, politico, sociale, culturale, di costume. In continuità con la Resistenza tradita, è stato il terzo episodio insurrezionale che la società italiana,pervertita da duemila anni di dominio della Chiesa, abbia mai prodotto. Non ti curar di lor, ma guarda e passa, per quanto riguarda questi puzzoni cambiacasacca. Ricorda le centinaia di migliaia che buttarono per aria un'Italia resa rancida dalla convivenza PCI-DC all'ombra di Usa e Nato. Molti morirono ammazzati e non parlo delle vittime delle infiltratissime e manipolatissime BR. Qeulli vengono già ricordati per ogni dove. Parlo di compagni uccisi in strada e sulle barricate.Molti erano amici miei, che non ero amico di Sofri.
Però,leggendo un libro di Gianni Flamini "L'italia dei colpi di stato" si nota una verità storica che meriterebbe un bel dialogo e dibattito tra compagni.
RispondiEliminaCioè il libro ci spiega che tutti i colpi di stato -de lorenzo,borghese,sogno,con vari pacciardi e cavallo-sono stati fatti perchè NON SI VOLEVA IL PCI AL GOVERNO.
Quindi tutta la tensione politica va su quel punto,e il resto non è stato considerato assolutamente dalle forze dei servizi segreti.
Insomma la cia e le forze reazionarie erano spaventatissime di una presenza del partito comunista al governo.Per questo hanno inventato dapprima ridicole storie su golpe rossi,poi hanno cercato con ogni mezzo di creare un'atmosfera atta a creare la reazione del pci e quindi a far scattare la repressione
Il pci per questo ha sempre dovuto temporeggiare e finire nell'immobilismo che lo ha distrutto all'interno/esterno
Questo è un libro,si basa sicuramente sui documenti,ma poi non è detto che sia così.
Io ho grandissima simpatia umana per i sincerissimi rivoluzionari del 68-un po' meno per quelli del 77-ma credo che anche i rapporti con il pci e all'interno tra pci e partiti ostili serva un certo distacco dall'emotività e dal soggettivismo del vissuto.La Storia Grande fatta nel segreto dalle potenze e dei segreti e quella Storia Umana,fatta dai movimenti,queste due entità hanno operato nello stesso tempo,non è detto che si debbano escludere a vicenda, o che una sia in disaccordo con l'altra.Solo che si dovrebbe recuperare la complessità degli eventi