Il mio editore, Giuseppe Zambon, ha scritto questa prefazione al mio ultimo libro: "L'OCCIDENTE ALL'ULTIMA CROCIATA , Impero, Nato e Al Qaida predatori di Primavere." Trascurando i generosi e lusinghieri apprezzamenti su di me, ne potete trarre qualche indicazioni sul perchè comprare o non comprare il libro (da ordinare in libreria). Mi si può anche invitare a presentare il libro, insieme al nuovo docufilm "ARMAGEDDON SULLA VIA DI DAMASCO, dal Vietnam alla Siria, dal '68 ai No Tav, le guerre e le resistenze viste da chi c'era".
GIORNALISTI E DEMOCRAZIA
Il nostro Bel Paese si distingue per lo sviluppato senso dell’umorismo che si riscontra in ogni dove, a cominciare dal testo della Costituzione della Repubblica. “La Repubblica Italiana è fondata sul lavoro” continua ad essere scritto nell’articolo 1 in ricordo delle nobili aspirazioni di una generazione che, in tempi ormai lontani e dimenticati, si era temprata nella Resistenza. Berlusconi, integerrimo ed incorruttibile, ma purtroppo privo di quel senso dell’umorismo che tutti ci accomuna, aveva espresso il desiderio di cancellare quest’articolo, da lui ormai ritenuto obsoleto e non più all’altezza dei tempi e delle nuove regole di comportamento in un’economia “libera”.
Noi pensiamo che non solo la Repubblica Italiana; ma lo stesso possente e glorioso edificio della nostra democrazia occidentale, lungi da fondarsi sul lavoro (dio ce ne guardi) trova invece nella libertà di stampa la giustificazione della propria esistenza. E perché mai proprio sulla libertà di stampa? Perché è soltanto grazie alla cosiddetta libertà di stampa che milioni oppressi vengono convinti a votare i partiti dei loro sfruttatori. È soltanto grazie al fatto che qualche facoltoso imprenditore si possa permettere, in difesa dei propri interessi, e praticamente in regime di monopolio, di seminare a piene mani ogni tipo di calunnia, di oscenità e di fuorviante schifezza, che la maggioranza delle popolazione viene portata a credere nell’esistenza di un mondo irreale e non si rende conto di vivere in un mondo dove regnano invece ingiustizia e terrore, ed anzi di essere direttamente corresponsabile di crimini orrendi, di cui non sospetta nemmeno l’esistenza. Difficilmente si potrebbe pensare che la nostra classe dirigente, che si avvale del creativo apporto di bande armate, di squadroni della morte, di esecuzioni mirate a mezzo di aerei senza pilota, potrebbe conciliare queste sue predilezioni con la concessione dei diritti democratici ai propri sudditi, se questi fossero messi al corrente della vera natura del potere.
È in nome di questa libertà di stampa che una categoria particolare di mercenari disarmati, in piena sintonia con le bande di cui sopra, può impunemente spargere menzogne in modo mirato per ingannare i sudditi e continuare ad assicurare l’appoggio elettorale a coloro che, in cambio, li pagano profumatamente. Soltanto chi possiede i mezzi economici per acquistare le macchine tipografiche, gestire un capillare apparato di distribuzione, convincere i giornalisti a scrivere bianco o nero a seconda delle proprie necessità politiche, può sperare di conservare il potere con pratiche formalmente democratiche. Parlamento? Ma suvvia, non scherziamo. Berlusconi in Italia, Springer in Germania, i fabbricanti d’armi in Francia e Murdoch nel resto del mondo decidono quello che i sudditi dovranno votare ed i parlamentari da loro eletti dovranno approvare. Jack London e George Orwell avevano già descritto, con impressionante e preveggente precisione, i meccanismi e le modalità di gestione del potere che sono oggi tipiche della nostra società. Molti biasimano per questi motivi la professione dei giornalisti in quanto tale, e alcuni allegroni giungono persino a definirla come la seconda professione al mondo… per anzianità.
Infatti: immaginiamo che esista un giornalista onesto. Ebbene, egli si rifiuterà di ubbidire alle consegne e di attribuire il ruolo delle vittime ai carnefici (e viceversa), si rifiuterà di definire le bande mercenarie come coraggiosi volontari della libertà, e le forze armate del paese aggredito come bande di stupratori prezzolati. Non accetterà di farsi strumento di menzogna…e perciò stesso cesserà di essere giornalista. Dovrà cambiar mestiere, sarà costretto a dedicarsi all’insegnamento (almeno fino a quando esisterà una scuola pubblica) oppure entrare in un convento… Ma se le cose stessero davvero così, allora sarebbe molto facile scoprire la verità! Basterebbe fare il contrario di quanto radio, televisione e giornali vogliono farci credere. Si scrive: “I terroristi palestinesi attaccano i civili israeliani?” Allora dovrà leggersi: il sistema politico razzista israeliano opprime i palestinesi, li deruba delle loro case, delle loro terre, della loro libertà (10mila prigionieri politici) e sempre più spesso della loro vita (esecuzioni mirate extragiudiziali…contro terroristi, appunto) Si scrive che la Serbia ha scatenato 3 guerre per espandersi a danno dei popoli vicini? Allora dovrà leggersi che l’imperialismo tedesco prima quello nordamericano poi sono pesantemente intervenuti per cancellare dalla carta geografica l’ultimo stato indipendenze dell’Europa centrale. Gheddafi bombarda i civili? Vuol dire che Gheddafi pretende di vendere il petrolio alle condizioni decise dalla Libia, e guarda caso accarezza persino l’idea di fondare una banca panafricana sottraendo il continente alla morsa letale del ricatto finanziario di Washington e di Parigi. Assad scatena i carri armati contro la popolazione civile, ma …udite udite i “dimostranti” respingono l’attacco? Significa che bisogna demonizzare la Siria per togliere di mezzo l’ultimo alleato di Iran e Palestina.
Questo semplice e utilissima chiave d’interpretazione della realtà, che consiste in sintesi nel rovesciare il senso di quanto ci viene propinato, comporta però qualche rischio. La realtà è purtroppo più complessa. Troppo facile sarebbe potersi avvalere di un così facile strumento di lettura! C’è, infatti, un giornalista irresponsabile, un guastafeste, che ci complica la vita, rimette in gioco i troppo facili meccanismi di interpretazione della realtà che vi avevo appena descritto. Si chiama Fulvio Grimaldi, ha i piedi nella Seconda Guerra Mondiale e la testa nell'ultima in Medioriente. Nasce al giornalismo nella BBC e, dopo essere passato per testate nazionali e internazionali, conclude la carriera di ecologista e inviato di guerra al Tg3 della Rai. Da lì se ne va il primo giorno della guerra alla Serbia, che la Rai definisce "intervento umanitario". Dal quotidiano "Liberazione" viene invece cacciato da Bertinotti in persona per aver difeso Cuba e la sua giustizia. Da anni scrive e filma da indipendente. www.fulviogrimaldicontroblog.info.
Insomma Fulvio Grimaldi è un irrecuperabile recidivo. Il moltiplicarsi delle esperienze negative non lo ha consigliato a cambiar bandiera, né tantomeno ad abbassare i toni. La sua protesta non è un sussurro; essa somiglia piuttosto ad un’esplosione di fuochi d’artificio contro le malefatte di quei farabutti che si ergono a difensori del mondo libero ed insieme formano la cosiddetta Comunità Internazionale. Sono gli stessi che decidono per noi se vivremo in pace o in guerra, che ci impongono la disoccupazione, oppure ci obbligano a produrre, al posto delle merci e dei servizi di cui abbiamo maggior necessità, quelle che massimizzeranno i loro profitti. Sono gli stessi che hanno cancellato la nostra memoria storica di dignità e di resistenza, per sostituirla con la “cultura” hollywoodiana della nuova Vandea nordamericana. La sua critica scava impietosa nei fatti, nei comportamenti e nelle complicità. Non risparmia nessuno e si accanisce in modo particolare con i complici dei crimini più efferati , quelli cioè che tentano di occultarli, quando non cercano di attribuirli alle loro vittime. Il contribuito di Fulvio Grimaldi alla conoscenza della verità è altrettanto importante di quello di altri giornalisti che lo hanno preceduto: John Reed, che ha smascherato le menzogne anticomuniste sulla Rivoluzione Bolscevica, Edgar Snow e Ian Myrdal, che hanno contribuito a far conoscere la Rivoluzione Cinese presso l’opinione pubblica occidentale, Wilfred Burchett che ci ha fatto comprendere ed amare il popolo coreano aggredito prima e l’eroica e indimenticabile resistenza di quello vietnamita poi. È per tutti questi motivi che siamo felici oggi di dare alle stampe il presente lavoro.
La redazione
GIORNALISTI E DEMOCRAZIA
Il nostro Bel Paese si distingue per lo sviluppato senso dell’umorismo che si riscontra in ogni dove, a cominciare dal testo della Costituzione della Repubblica. “La Repubblica Italiana è fondata sul lavoro” continua ad essere scritto nell’articolo 1 in ricordo delle nobili aspirazioni di una generazione che, in tempi ormai lontani e dimenticati, si era temprata nella Resistenza. Berlusconi, integerrimo ed incorruttibile, ma purtroppo privo di quel senso dell’umorismo che tutti ci accomuna, aveva espresso il desiderio di cancellare quest’articolo, da lui ormai ritenuto obsoleto e non più all’altezza dei tempi e delle nuove regole di comportamento in un’economia “libera”.
Noi pensiamo che non solo la Repubblica Italiana; ma lo stesso possente e glorioso edificio della nostra democrazia occidentale, lungi da fondarsi sul lavoro (dio ce ne guardi) trova invece nella libertà di stampa la giustificazione della propria esistenza. E perché mai proprio sulla libertà di stampa? Perché è soltanto grazie alla cosiddetta libertà di stampa che milioni oppressi vengono convinti a votare i partiti dei loro sfruttatori. È soltanto grazie al fatto che qualche facoltoso imprenditore si possa permettere, in difesa dei propri interessi, e praticamente in regime di monopolio, di seminare a piene mani ogni tipo di calunnia, di oscenità e di fuorviante schifezza, che la maggioranza delle popolazione viene portata a credere nell’esistenza di un mondo irreale e non si rende conto di vivere in un mondo dove regnano invece ingiustizia e terrore, ed anzi di essere direttamente corresponsabile di crimini orrendi, di cui non sospetta nemmeno l’esistenza. Difficilmente si potrebbe pensare che la nostra classe dirigente, che si avvale del creativo apporto di bande armate, di squadroni della morte, di esecuzioni mirate a mezzo di aerei senza pilota, potrebbe conciliare queste sue predilezioni con la concessione dei diritti democratici ai propri sudditi, se questi fossero messi al corrente della vera natura del potere.
È in nome di questa libertà di stampa che una categoria particolare di mercenari disarmati, in piena sintonia con le bande di cui sopra, può impunemente spargere menzogne in modo mirato per ingannare i sudditi e continuare ad assicurare l’appoggio elettorale a coloro che, in cambio, li pagano profumatamente. Soltanto chi possiede i mezzi economici per acquistare le macchine tipografiche, gestire un capillare apparato di distribuzione, convincere i giornalisti a scrivere bianco o nero a seconda delle proprie necessità politiche, può sperare di conservare il potere con pratiche formalmente democratiche. Parlamento? Ma suvvia, non scherziamo. Berlusconi in Italia, Springer in Germania, i fabbricanti d’armi in Francia e Murdoch nel resto del mondo decidono quello che i sudditi dovranno votare ed i parlamentari da loro eletti dovranno approvare. Jack London e George Orwell avevano già descritto, con impressionante e preveggente precisione, i meccanismi e le modalità di gestione del potere che sono oggi tipiche della nostra società. Molti biasimano per questi motivi la professione dei giornalisti in quanto tale, e alcuni allegroni giungono persino a definirla come la seconda professione al mondo… per anzianità.
Infatti: immaginiamo che esista un giornalista onesto. Ebbene, egli si rifiuterà di ubbidire alle consegne e di attribuire il ruolo delle vittime ai carnefici (e viceversa), si rifiuterà di definire le bande mercenarie come coraggiosi volontari della libertà, e le forze armate del paese aggredito come bande di stupratori prezzolati. Non accetterà di farsi strumento di menzogna…e perciò stesso cesserà di essere giornalista. Dovrà cambiar mestiere, sarà costretto a dedicarsi all’insegnamento (almeno fino a quando esisterà una scuola pubblica) oppure entrare in un convento… Ma se le cose stessero davvero così, allora sarebbe molto facile scoprire la verità! Basterebbe fare il contrario di quanto radio, televisione e giornali vogliono farci credere. Si scrive: “I terroristi palestinesi attaccano i civili israeliani?” Allora dovrà leggersi: il sistema politico razzista israeliano opprime i palestinesi, li deruba delle loro case, delle loro terre, della loro libertà (10mila prigionieri politici) e sempre più spesso della loro vita (esecuzioni mirate extragiudiziali…contro terroristi, appunto) Si scrive che la Serbia ha scatenato 3 guerre per espandersi a danno dei popoli vicini? Allora dovrà leggersi che l’imperialismo tedesco prima quello nordamericano poi sono pesantemente intervenuti per cancellare dalla carta geografica l’ultimo stato indipendenze dell’Europa centrale. Gheddafi bombarda i civili? Vuol dire che Gheddafi pretende di vendere il petrolio alle condizioni decise dalla Libia, e guarda caso accarezza persino l’idea di fondare una banca panafricana sottraendo il continente alla morsa letale del ricatto finanziario di Washington e di Parigi. Assad scatena i carri armati contro la popolazione civile, ma …udite udite i “dimostranti” respingono l’attacco? Significa che bisogna demonizzare la Siria per togliere di mezzo l’ultimo alleato di Iran e Palestina.
Questo semplice e utilissima chiave d’interpretazione della realtà, che consiste in sintesi nel rovesciare il senso di quanto ci viene propinato, comporta però qualche rischio. La realtà è purtroppo più complessa. Troppo facile sarebbe potersi avvalere di un così facile strumento di lettura! C’è, infatti, un giornalista irresponsabile, un guastafeste, che ci complica la vita, rimette in gioco i troppo facili meccanismi di interpretazione della realtà che vi avevo appena descritto. Si chiama Fulvio Grimaldi, ha i piedi nella Seconda Guerra Mondiale e la testa nell'ultima in Medioriente. Nasce al giornalismo nella BBC e, dopo essere passato per testate nazionali e internazionali, conclude la carriera di ecologista e inviato di guerra al Tg3 della Rai. Da lì se ne va il primo giorno della guerra alla Serbia, che la Rai definisce "intervento umanitario". Dal quotidiano "Liberazione" viene invece cacciato da Bertinotti in persona per aver difeso Cuba e la sua giustizia. Da anni scrive e filma da indipendente. www.fulviogrimaldicontroblog.info.
Insomma Fulvio Grimaldi è un irrecuperabile recidivo. Il moltiplicarsi delle esperienze negative non lo ha consigliato a cambiar bandiera, né tantomeno ad abbassare i toni. La sua protesta non è un sussurro; essa somiglia piuttosto ad un’esplosione di fuochi d’artificio contro le malefatte di quei farabutti che si ergono a difensori del mondo libero ed insieme formano la cosiddetta Comunità Internazionale. Sono gli stessi che decidono per noi se vivremo in pace o in guerra, che ci impongono la disoccupazione, oppure ci obbligano a produrre, al posto delle merci e dei servizi di cui abbiamo maggior necessità, quelle che massimizzeranno i loro profitti. Sono gli stessi che hanno cancellato la nostra memoria storica di dignità e di resistenza, per sostituirla con la “cultura” hollywoodiana della nuova Vandea nordamericana. La sua critica scava impietosa nei fatti, nei comportamenti e nelle complicità. Non risparmia nessuno e si accanisce in modo particolare con i complici dei crimini più efferati , quelli cioè che tentano di occultarli, quando non cercano di attribuirli alle loro vittime. Il contribuito di Fulvio Grimaldi alla conoscenza della verità è altrettanto importante di quello di altri giornalisti che lo hanno preceduto: John Reed, che ha smascherato le menzogne anticomuniste sulla Rivoluzione Bolscevica, Edgar Snow e Ian Myrdal, che hanno contribuito a far conoscere la Rivoluzione Cinese presso l’opinione pubblica occidentale, Wilfred Burchett che ci ha fatto comprendere ed amare il popolo coreano aggredito prima e l’eroica e indimenticabile resistenza di quello vietnamita poi. È per tutti questi motivi che siamo felici oggi di dare alle stampe il presente lavoro.
La redazione
Libro e dvd sicuramente li prenderò.Ancora sto facendo girare il tuo dvd sulla Libia.
RispondiEliminaVisto?Ora i democretini della sionistra imperialista avranno una nuova eroina:la tymoschenko.