martedì 13 novembre 2012

ERMENEUTICA DEL MENOPEGGIO. Rombama, le due facce sporche della stessa moneta falsa



Rieleggere Obama sarebbe come se il Titanic facesse marcia indietro e colpisse l’iceberg di nuovo.

Amici, questo è lungo. Una specie di dossier. Ma se non volete farvi imbrogliare dai media e politici unanimi da destra a sinistra, e conoscere quello che c’è sotto la pelle nera del Menopeggio Obama, dei suoi mandanti e, quindi, cosa potrà succedere al mondo e a noi nel prossimo futuro, leggete. Magari spargendo la fatica su qualche giorno. Ciao.

Chi si accontenta… muore (Morgan)

Evviva Obama, che ha tentato, in modo timido ma vero,  di mettere in moto una logica capitalistica progressista. (Pierluigi Sullo, il cantore del sub Marcos, quello della defunta rivista Carta(ccia)

La libera elezione di padroni non abolisce i padroni di schiavi,. (Herbert Marcuse)

Quando una società entra in decadenza, anche il linguaggio decade. Le parole sono usate per mistificare, non per illuminare, azione è liberare una città distruggendola. Le parole servono a confondere, in modo che alle elezioni il popolo voti solennemente contro i propri interessi. (Gore Vidal)

Siamo al bivio: una via  conduce alla disperazione e allo smarrimento. L’altra porta all’estinzione totale. Speriamo di avere la saggezza di fare la scelta giusta. (Woody Allen)
Nulla è così indegno di una nazione civile che permettere di essere “governata” senza opposizione da una cricca irresponsabile che cede a istinti di base. E’ certo che oggi ogni cittadino si vergogna del suo governo. Chi tra noi ha la minima idea della dimensione della vergogna che cadrà addosso a noi e ai nostri figli quando, un giorno, il velo ci sarà caduto dagli occhi e il più terribile dei crimini  - crimine che supera ogni dimensione umana – uscirà alla luce del giorno? (Società Rosa Bianca, resistenza tedesca antinazista)

Obama, effetti collaterali
Nelle 48 ore dopo la rielezione del “meno peggio” candidato alla presidenza degli Usa, cioè della vittoria di misura, ma pianificata e controllata, del peggiore presidente degli Stati Uniti dallo sbarco degli integralisti genocidi, alqaidisti ante litteram, della Mayflower, sono successe alcune cose significative. In Argentina la ricca borghesia compradora, agraria e redditiera, annichilita dalla rivolta dei Que se vayan todos del 2001 (un’anticipazione latinoamericana di Grillo?) e poi tenuta al guinzaglio corto dai due Kirchner, si è scatenata contro la presidente Cristina. Motivo ufficiale, una ventilata modifica costituzionale che autorizzerebbe un suo terzo, per l’Argentina auspicabile, mandato. E’ già successo, per fortuna, in Venezuela, è malaugurata prassi in Europa, dove il capo dell’esecutivo può anche caricarsi di 11 mandati successivi (Andreotti). Motivo vero, le politiche sociali di Cristina, la sua indipendenza dagli Usa, la sua museruola ad alcune multinazionali (non tutte purtroppo), la sua amicizia con Chavez e gli altri progressisti del continente e, soprattutto, la sua legge contro l’oligopolio dei mezzi d’informazione in mano al noto 1%. Obama inaugura la conferma alla Casa Bianca con la solita rivoluzione colorata contro uno Stato da destabilizzare. Ora c’è da vedere cosa s’inventa contro Daniel Ortega, visto che in Nicaragua i sandinisti hanno trionfato nelle elezioni amministrative e forniscono un pessimo esempio agli assoggettati, ma non domi, Honduras, Guatemala, Salvador, Costarica.


 I sandinisti stravincono in Nicaragua
Nell’altro emisfero, ha spedito Hillary Clinton a puntellare lo smottamento del vertice e delle bande dei ratti e creare un nuovo organismo, meno indecente, integralista e scopertamente terrorista, dell’ormai screditatissimo CNS, dei suoi Fratelli Musulmani e dei suoi alqaidisti in frenesia di sterminii. Organismo  che possa finalmente giustificare l’intervento umanitario delle armate occidentali in Siria. Il capo previsto dagli Usa per il nuovo governo fantoccio ha subito adottato il modello iracheno: la Siria deve essere divisa in tre parti, scita, sunnita, curda.  Il governo israeliano, a cui  “ribelli” e mercenari continuano a profferire amicizia in cambio di aiuti, si è appena appuntato sulla camicia bruna altri 7 civili di Gaza uccisi, tra cui quattro bambini. Poi ha minacciato di intervenire in Siria contro presunte “provocazioni” di Assad e per “assicurare la salvaguardia dell’armamentario chimico siriano”. La minaccia è stata subito messa in atto con un lancio di missili dal Golan occupato contro la Siria, il primo dal 1973. Pretesto, quello copiato dai turchi: i siriani, ovviamente autolesionisti fino al suicidio, avrebbero sparato granate di mortaio contro presidi israeliani. Tutto questo è niente di fronte a come il capo di stato maggiore dell’esercito israeliano, Dan Halutz e i suoi colleghi nella pianificazione militare hanno salutato l’elezione di uno di cui, al di là dei depistaggi per coglionare i boccaloni, ci si può fidare: per l’attacco al l’Iran non bastano le pur potenti bombe GBU-28, portate dagli F16 e che sfasciano bunker in profondità. “Per neutralizzare il programma nucleare iraniano – ha detto Halutz – l’unico modo è utilizzare la nostra opzione nucleare”.

Uno dei capibastone del Free Syrian Army, evidentemente incoraggiato da qualcuno, ha annunciato l’intensificazione della pulizia etnica di cristiani e sciti e della campagna di assassinii mirati di esponenti di punta della società siriana. La sorella scema degli Usa, la Gran Bretagna, ha alzato il volume dichiarando che la conferma di Obama permette una revisione strategica che consentirà di armare le “forze ribelli”. Non solo, ma se si dovesse verificare una “crisi umanitaria”, Londra sarebbe pronta a un intervento diretto, ONU o non ONU. Infatti, fino adesso, le centinaia di forze speciali Usa e UK dalle parti della Siria si limitavano a giocare al videopoker.

Siria. Alawiti colpiti dagli invasori.

L’obamino della Goldman Sachs
Non mancano riflessi obamiani sulla colonia italiana. Del resto la continuità con escalation da Berlusconi a Monti è parallela alla stessa da Bush a Obama. La giunta Monti, moltiplicate le iniziative militari congiunte con Israele, di ritorno dalla sua ennesima visita alla giunta Netaniahu in Israele, sorella scaltra degli Usa, ha ritenuto che se nella madrepatria americana un presidente delinquente può essere confermato, non si vede perché la stessa cosa non possa succedere in Italia nel 2013, visto che entrambi lavorano da sicari della Goldman Sachs e di altre componenti della Cupola finanz-criminale. E nessun Bersani, Alfano, Vendola, Casini, dà migliori garanzie di Monti per quei  sociocidio e cessione di sovranità che la Cupola esige. La consocia mafia si è espressa in sintonia e Schifani, nientepopodimenoche seconda carica della colonia, ha codificato l’assunto esigendo “una legge elettorale che blocchi Beppe Grillo, che sennò va all'80%”. Sistemata la maggioranza degli italiani. Questa gente, alla luce di quanto succede da decenni nella “più grande democrazia del mondo”, non si fa nemmeno più scrupolo di mimetizzare le sue mene totalitarie: l’esito delle elezioni lo decidiamo noi in anticipo e alle schede, che i belanti infilano nelle urne, il voto da uno a dieci lo diamo noi. Insomma, la conferma del comandante in capo sembra aver ringalluzzito caporali e ascari di qua e di là dal mare. Sarebbe, in entrambi i casi e in molti altri dove imperversa la “democrazia”, di sollevare un argomentino da niente: attentato alla Costituzione, alto tradimento delle massime cariche dello Stato. Criminalità ufficiale collusa con criminalità mafiosa. Ma chi ci bada. Come si vede anche figurativamente, piove sul bagnato.


E’ questo il clima dentro al quale agonizzano in pace “il manifesto” e i suoi referenti. Si capisce  come alle deprecazioni per il ladro di consensi eversivi, populista, antipolitico, fascio, comico, Grillo, si unisca il giubilo per Obama, nel cui paese si fumano canne e ci si sposa tra omo. Giubilo un po’ meno scomposto della volta scorsa, 2008, tempo di orgasmi di anziane ginocrate con il punto G in ebollizione e sinistri ansiosi di sostituire il proprio ronzino azzoppato con un bel purosangue a stelle e strisce. Qualcuno al taumaturgo nero, allora appeso alle ali dell’ “angelo Hillary” (Ida Dominianni), ma oggi un tantino logorato da mutui subprime, salvataggi di banche e finanziamenti di George Soros, ha messo una pecetta rosa sulle vergogne, declassandolo da eroe liberal a menopeggio.

L’altalena del duopolio

Poco ci voleva, visto che i pupari dai cui fili pendono tutti i presidenti Usa e, da qualche decennio, anche i loro sottopancia europei, conoscono bene il trucco di far prevalere il loro burattino saggio, magari addirittura nero (purchè forgiato dalla Cia, come Obama e sua mamma), mettendogli di fronte un rodomonte schiamazzante e deficiente. Uno che si è reso simpatico al cosiddetto ceto medio arricchendosi (e trasferendo i suoi obblighi fiscali alle Cayman) con una società di avvoltoi – la Bain - che comprava ditte, le svuotava di lavoratori, le distruggeva e vendeva a pezzi, tutto in cambio di “consulenze” dagli onorari kolossal e di mazzette agli ex-manager. Uno sconsiderato che benedice chi attribuisce a dio il dono dello stupro, annuncia lo sterminio di ogni previdenza sociale, mette il collare elettronico agli immigrati, fa nominare Congresso e Senato da Exxon, Goldman Sachs e Monsanto, impone alle scuole di togliere Darwin e mettere un signore barbuto con  Adamo ed Eva e promette di bombardare chiunque nel mondo alzi un ciglio. Uno acculturato che garantisce un’intelligente politica estera, affermando che l’Iran, circondato per tre lati da mari (Caspio, Golfo Persico, Golfo dell’Oman), “ha bisogno della Sira per un suo sbocco al mare”.

Direte: Epperò, brigante di passo o non brigante di passo, Mitt Romney, il coglionazzo, ha perso per poco. Tenete conto che c’è un notevole numero di statunitensi decerebrati da religioni e media, da una grottesca kermesse di finte primarie e manipolate investiture, dagli appelli a pance traboccanti di Coca Cola, Hamburger e cazzate patriottiche, che vengono lanciati da imbonitori impegnati a nascondere i propri scopi. Pensate che bisognava pur dare l’idea di un testa a testa perché il trucco non si vedesse troppo e che, a questo fine, esiste un sistema elettorale tra i più imbroglioni del mondo: grandi elettori che sottraggono ai votanti la sovranità popolare, registrazione di elettori sotto l’imperiosa selezione di chi sa dove tira il vento, macchinette elettroniche Diebold facilissime da hackerare e manipolare (vedi vittoria del secondo Bush in Ohio) e, se tutto ciò non bastasse, una Corte suprema che rovescia i numeri e decide lei (vedi vittoria del primo Bush in Florida). A proposito di Bush, voi direte anche: ma questo teorema non torna sempre, visto che a volte vince, e addirittura rivince, il cretino, il rodomonte, l’invasato. Bisogna vedere se agli americani degli Usa non risultavano più cretini o pallidi John Kerry e Al Gore. Già, insisterete, e Berlusconi? Si, ma l’ineleggibile aveva alle spalle mafia, massoneria e Vaticano e, di fronte, vermi di corpi politici putrefatti, Occhetto, Veltroni, D’Alema, Buttiglione, Castagnetti, Mastella, inadeguati per i poteri forti. Mica un travestito eccellente come Obama. Non c’era partita.


Er mejo fico del bigoncio
Emuli di una Chiesa che si vuole monarchia assoluta e  si illude che il papa (e non la cosca curiale e i relativi referenti politico-mafiosi) sia il decisore finale, nipotini di Stalin e di Togliatti, quando il capo era anche il corpo mistico del partito, se non della nazione, i sinistrati del “manifesto” e altri tutti, inesorabilmente svalvolano verso la personalizzazione. Grillo è il male assoluto, sta facendo tremare una casa in cui tutti ci troviamo a nostro agio, e se ha qualche milione di teste pensanti dietro, trattasi di spettri evanescenti e momentaneamente rincitrulliti. Così Obama che, come fossimo da “Amici”, o “C’è posta per te”, o “Pomeriggio sul Cinque”, dà  rassicurante e untuosa esibizione di affetti famigliari (come la gente normale fa nell’intimo), colui che ha deciso contro tutti la sanità ai poveracci  (cui ha fatto rubare la casa e distruggere il lavoro e che la sua “riforma” ha messo in mano all’arbitrio delle assicurazioni e alla rapina di Big Pharma), così questo Obama  è “l’uomo più potente della Terra”. Uno tanto potente da potersi permettere di leggere ed eseguire, con alla testa la pistola dello scandalo alla Clinton e la minaccia dell’attentato alla Kennedy, il copione scritto dalla Cupola e dalle lobbies finanziatrici sul comodino da notte e, dopo il voto, sul tavolo della Sala Ovale.

C’è unanimità dall’estrema destra all’estrema sinistra sul fatto che bisogna sbarrare il passo al comico dell’antipolitica. E c’è unanimità parallela sulla certezza che con Obama, che, per conto dei suoi mandanti, prosegue l’opera dei predecessori di demolizione del ruolo politico, economico, monetario dell’Europa e della guerra a 360 gradi fuori e dentro il paese, noi tutti veleggeremo verso un avvenire migliore, di pace, di diritti civili (gay, marijuana e staminali), di democrazia. E, amici, da quando mondo è mondo, ogni volta che c’è questa unanimità è la destra che vince e la sinistra che resta sodomizzata.

Smemorati o disattenti, sempre per non disturbare il manovratore tanto liberal (così titola su due pagine il giulivo “manifesto”), non hanno percepito che, alla pari del finto scopo Romney, in tutta la sua campagna elettorale e nei confronti, ben orchestrati dall’alto, con il rivale, Obama è volato leggero sopra la rovina ecologica del mondo, la guerra e altre quisquiglie tra vita e morte del pianeta.  L’ambientalista non ha speso una parola sul cambiamento climatico (neanche quando “Sandy” gli ha risposto per la catastrofe petrolifera del Golfo del Messico e per l’ulteriore accanimento perforatore fin nei parchi nazionali e nei cortili dei baraccati subprime). Il pacifista non ha accennato neanche per sbaglio alle guerre che il suo governo ha condotto contro sette paesi (con Bush erano due) e altri sono in lista d’attesa. Il paladino dei diritti civili, mentre seleziona, addestra, paga e arma terroristi di complemento, colorati o in mimetica, si è preso il potere costituzionale di abolire l’habeas corpus; di elencare e decidere l’assassinio di chi disturba a casa e fuori; di istituire in tutti gli Stati dell’Unione campi di internamento per riottosi alla falcidie sociale; di militarizzare le polizie e polizizzare gli eserciti; di imporre alla “più grande democrazia” del mondo e a tutte le sue colonie un regime di sorveglianza e repressione, bastonatore o sparatore, come imparato dagli israeliani in Palestina, che, a paragone, quelli di Hitler e Mussolini sono soggiorni estivi per bambini. It’s the economy, stupid. In altre parole, non è lui, è la Cupola, scemi.


A proposito dei palestinesi, qui si è scritto che “i palestinesi sperano in Obama”. Quali palestinesi, se è consentito? Quelli del giro di Hamas e Fatah che sono diventati obesi a forza di farsi nutrire da Usa, monarchi del Golfo per tenere i palestinesi alla catena dagli israeliani, divorando come dessert quanto resta del proprio popolo? O i palestinesi che Obama ha lasciato massacrare a Gaza, che fa sparire sotto il cemento delle colonie, ai cui decimatori fornisce un miliardo e mezzo di armi all’anno, alla lobby dei cui oppressori, AIPAC, vero ministero degli esteri Usa, va a leccare i piedi a ogni sua candidatura, investitura, iniziativa mediorientale? Sì, ma al dio della guerra Netaniahu non gli stava antipatico Obama perché esitava a polverizzare l’Iran? E Romney non aveva promesso un vaffanculo gigante alle minoranze nere e latinos, quando Obama si era limitato a cacciarne oltre confine  appena un milione, a mettere in campo, lungo il suo muro dei 3000 km, solo alcuni minutemen fucilatori e, con i suoi narcomiliziani, gestiva la pulizia etnica dei migranti in Messico?  Fa parte del trucco, ragazzi. Vediamo cosa succede ora, che non ci sono più elettori apprensivi e opinione pubblica perplessa da sedurre.

Barack Obama, l’ecologo idolo dell’industria automobilistica marchionnata e degli agrochimici che imperversano nei paesi assoggettati, doveva vincere. Gli hanno fatto pure superare lo sgambetto di Petraeus che s’è dovuto dimettere, mica perché scopava fuori stanza matrimoniale, ma perché, rimbecillito come Silvio dal boschetto delle delizie, lasciava tra le mani dell’amante documenti segretissimi, perchè non aveva cavato un ragno dal buco in Afghanistan, perché si è fatto ammazzare a Bengasi come piccioni l’ambasciatore Stevens e i suoi scagnozzi, in un covo Cia fatto passare per “consolato”, lasciando scoprire che lì si gestiva il trasferimento di trucidoni salafiti dalla Libia alla Siria, altro che la vulgata Usa di ribelli e “guerra civile”. Ma forse c’è anche un altro perché. Abbiamo sospettato la manina di Israele dietro al botto di Bengasi. E pour cause. Petraeus, quando era ancora capo del Centcom, comando centrale Usa, si era permesso, unico gerarca militare dai tempi di Eisenhower, di criticare l’incondizionato sostegno di Washington a Israele, di non identificare gli interessi degli Usa con quelli di Tel Aviv, di definire “controproducente e pericoloso tale collegamento perché il nostro favoritismo per Israele fomenterebbe sentimenti antiamericani”. I nazisionisti fanno fuori gente per molto meno.  Violazione  di un tabù, quasi una vipera offendesse un cobra. Quando si tengono i piedi in due staffe, il tonfo è vicino.


Meno siamo meglio stiamo
Doveva vincere perché ecco cosa ha combinato in quattro anni questo continuatore e moltiplicatore dei neocon di Bush, questo arnese di un finanz-capitalismo malthusiano, questa arma di distruzione di massa al servizio del complesso militar-farmaceutico.agro-industriale, questo bracconiere bianco in panni afroamericani. Vediamo il piano interno. Festeggiando er mejo fico del bigoncio, suoi garzoni e turiferari  nostrani hanno lodato e invidiato la “ripresa americana”. Eccola, e prima del temutissimo “Fiscal Cliff” che si prospetta agli Usa quando, a gennaio, si sommeranno i tagli alle spese e l’aumento delle tasse per un totale di 600 miliardi.

Deficit pubblico 1.100 miliardi (7,5% del PIL); deficit privato al 250% del PIL; debito estero 15mila miliardi; deficit export-import 44 miliardi; sotto Obama media dei salari -8%; disoccupazione reale 20%; se si cumulano tutti i debiti dello Stato e delle imprese, si arriva al 350% del PIL, equivalente al default; l’imposta sulle imprese è la più bassa da 40 anni; i profitti delle imprese sono i più alti della storia; 97 milioni di cittadini sono al livello di povertà, 46 milioni sotto quel livello, un cittadino su tre non ce la fa; nei soli primi due anni di Obama hanno perso il posto 8 milioni di lavoratori, ogni licenziamento di massa provoca forti rialzi a Wall Street; a seguito della speculazione immobiliare e della cupidigia delle banche 4 milioni di persone hanno perso la casa, saranno altre 900mila nel 2013; sotto Obama le forze armate sono arrivate a spendere 35 miliardi in due settimane, quanto nutrirebbe tutta l’umanità per un anno; la campagna elettorale è costata 5,8 miliardi di dollari. Diversamente da quanto raccontato in TV da Federico Rampini di Repubblica (la maggioranza delle donazioni verrebbero da militanti e movimenti sociali), il grosso dei contributi a Obama originavano da banche, petrolieri, armieri, industrie chimiche e cibernetiche. Il solo George Soros, bandito della speculazione internazionale e finanziatore di operazioni colorate Cia, ha regalato un milione.

Se l’economia Usa ancora galleggia perché rovescia sui ceti deboli, sui paesi depredati e sugli alleati e subalterni i costi del disastro, è invece sul piano dell’assetto democratico, della legalità istituzionale, che Obama ha fatto passi da gigante. Mai, nella storia degli Stati Uniti, neppure in tempi di emergenza bellica e ambientale, che pure hanno agevolato leggi restrittive delle libertà personali, i diritti civili, bandiera di Obama secondo “il manifesto”, sono stati massacrati come nei quattro anni post Bush. Dalla continuità con i fascistizzanti neocon si è passati all’escalation. Il Patriot Act, che sanciva la fine del diritto a conoscere le accuse, alla difesa, al processo, è stato confermato; Guantanamo è rimasta dov’era; ai tribunali militari vengono deferiti tutti i “sospetti” di terrorismo; l’FBI e la Cia hanno il diritto di controllare a distanza qualsiasi cittadino e le sue comunicazioni e di incamerarne i dati più privati. Gli stessi e altri organismi di “sicurezza” sono autorizzati a indurre individui manipolati a tentare stragi terroristiche da poi prevenire (o far succedere);  la Protezione Civile, FEMA, nota per i clamorosi fallimenti di New Orleans sotto Katrina, per il tiro a segno sui neri, la loro cacciata dalla città, per il sabotaggio di alcuni argini che permise la distruzione delle zone storiche e povere della città, è diventata un’articolazione di Homeland Security, l’apparato di controllo sociale, fatto passare per ente antiterrorista. FEMA è stata incaricata  di creare la Homeland Youth, una specie di milizia giovanile dagli scopi sinistri, visto che le sono state assegnate massicce forniture di armi da guerra. Iniziativa da vedere contro lo sfondo dei campi d’internamento che la stessa FEMA sta allestendo in tutti i 52 Stati.

Droni Cia in Pakistan

Guerre interne ed esterne
I droni Predator, inaugurati da Obama sui villaggi pachistani, afghani, yemeniti, somali, sono stati assegnati, insieme a carri armati e armi automatiche, anche ai corpi di polizia interna, fin nei più remoti borghi rurali dove, per immaginare l’apparizione di un terrorista, bisogna essere maniaci degli Ufo.. Per reprimere sul nascere le proteste contro la militarizzazione dei cieli domestici, sono stati arrestati e processati per “terrorismo” 16 cittadini che avevano manifestato contro i droni ai cancelli di una base della Guardia Nazionale nello stato di New York. All’esercito Usa Obama ha affidato la realizzazione di campi di lavoro per civili all’interno di strutture militari. Obama si è pronunciato contro l’opinione della Corte Federale in difesa della costituzione, rivendicando il diritto  di arrestare e detenere indefinitamente e senza processo qualsiasi cittadino Usa o residente, purchè  sia definito “combattente nemico”. Una corte d’appello gli ha dato ragione. Del resto, la nuova norma è una delle ricadute dei poteri imperiali e di vita e morte assegnatosi da Obama con la compilazione ogni settimana di una lista di “sospetti” da assassinare in qualsiasi parte del mondo, qualunque ingerenza negli affari interni di altri Stati questo costituisca. Mai come sotto Obama ogni forma di protesta civile, per quanto pacifica, è stata sistematicamente assaltata e brutalizzata da una polizia la cui licenza di seviziare e uccidere si dilata sempre più. Del resto, non è stato Obama  a confermare forme di interrogatorio “duro”, del tutto definibili tortura, come i quasi annegamenti del waterboarding. Da noi la giunta Monti non rimane indietro, che si tratti di pensionati, adolescenti, precari, donne, terremotati, insegnanti, cittadini intossicati: Genova per noi. Un po’ al giorno.

Aggiungiamo “dettagli”, come lo Stato che costringe i provider internet a immagazzinare tutti i dati dei propri clienti; le compagnie telefoniche a registrare e custodire tutte le operazioni telefoniche dei clienti; i presidi sanitari a consegnare tutti i dati clinici dei loro pazienti; hackers governativi a contaminare i computer e la corrispondenza di persone a cui si vogliono attribuire intenti o azioni criminali. Un recente “ordine esecutivo” emanato da Obama riduce ulteriormente la sovranità popolare e predispone la scena per la legge marziale. Executive Order 13528  crea un “Consiglio bipartisan di 10 Governatori” con funzioni di “pannello di consulenti” per il presidente. Ha il compito di sottoscrivere piani d’emergenza del Pentagono per sottoporre la Guardia Nazionale al controllo delle Forze Armate, “allo scopo di proteggere la nostra nazione contro ogni sorta di minaccia”. Orwell ha sottovalutato il futuro. Tutto questo armamentario per la guerra interna in vista di sollevazioni sociali determinate dalla “crisi”, passa sotto l’etichetta di “guerra al terrorismo”. Una guerra che, per definizione, non può finire mai. E che ha i suoi aspetti più mortiferi, per ora, nella periferia dell’Impero.

Grazie alla cosiddetta guerra al terrorismo, con Obama il Pentagono è diventato il primo proprietario immobiliare del mondo. In 5000 proprietà sparse su 41 paesi lavorano 2 milioni di persone, che fanno del Pentagono anche il più grande datore di lavoro. E grazie a queste installazioni, spesso impegnate in attività collaterali come il narcotraffico o la formazione di terroristi che poi diventano “ribelli” e “rivoluzionari” nei paesi da destabilizzare, si esercita anche la presa su territori e popolazioni di paesi “amici”, come sappiamo bene dalle nostre parti.(atomizzate da 90 ordigni nucleari fuori dal controllo nazionale). Del resto l’Europa, che ha osato dotarsi di istituzioni politiche apparentemente sovrane e di una propria moneta, magari gradita ai “nemici” dell’Occidente, malgrado la sua totale sottomissione agli imperativi militari USA, è sotto l’offensiva, negata da tanti economisti di “sinistra”, di un impero che non ammette strutture sociali  e centri di potere economico alternativi. La demolizione dell’Unione Europea parte da input Usa messi in opera dalle teste di cuoio Bilderberg, le agenzia di valutazione (rating per i burini) e  avallati dai  valvassori di Bruxelles, dell’FMI e della Banca del goldmansachsiano Draghi, a partire dal Sud Europa. Su invito Usa, a Bruxelles hanno istituito l’European Redemption Fund (Fondo Europeo di Salvezza), garantito dagli Stati membri con il proprio patrimonio (assets) pubblico. Gli Stati che finiscono nella morsa del debito, dovranno finire con lo svendere questi assets, come sta succedendo in Grecia. Da noi l’agenzia immobiliare designata a cedere spiagge e monumenti a prezzi di costo è la Cassa Depositi e Prestiti. Ne abbiamo avuto un’anticipazione nel ’92-’93, quando il trio Draghi, Ciampi, Amato, mise su bancarelle l’industria di Stato. E chi saranno i compratori più guarniti, se non le multinazionali con i piedi negli Usa? 


Droni Usa in Afghanistan

Poi ci sono le 7 guerre di Obama che hanno procurato una crisi d'identità a colui, Bush, che si credeva il primo dei Terminator. Con azione diretta o mediante surrogati, hanno portato alla devastazione, corredata da genocidi, dopo la Jugoslavia del Clinton mito di Matteo Renzi, Afghanistan, Pakistan, Libia, Siria, Yemen, Somalia, e alla guerra strisciante, con sanzioni letali, assassinii mirati e rivolte di minoranze, contro l’Iran. Guerre non guerreggiate sono poi quelle dei vari colpi di Stato di Obama, militari come in Honduras, “istituzionali” come in Paraguay, o colorate come in Ucraina, Iran, Cecenia, paesi del centro asiatico e dell’America Latina (dove sono stati riattivati, dal Guatemala al Salvador, dalla Colombia all’Argentina, dalla Bolivia all’Ecuador, vuoi squadroni della morte, vuoi strumentali sedizioni indigene).

Per tutto questo ha votato negli Usa una minoranza di mentalmente inquinati e scaltri consapevoli. Per tutto questo hanno inneggiato al liberal, o al menopeggio, i difensori di pace, democrazia e diritti umani di ogni denominazione. Ma noi che gemiamo sotto il regime catto-mafio-bancario dell’Obersturmfuehrer Gestapo nell’armata del Feldmaresciallo Obama, avremo modo di vedere ancora di meglio quando, nel 2016 alle elezioni presidenziali, si presenterà la solita catarsi femminile. Una donna che, nella classifica del tasso di criminalità, sbianchetta addirittura il Feldmaresciallo.

8 commenti:

  1. Perle di saggezza e di anti-imperialistica verità. Con Obama spesa militare: +13% rispetto all'era Bush, oltre a tutti gli altri aspetti magistralmente sottolineati nel post. Senza poi contare che uno degli aspetti per cui ora settori di sinistra sinistrata, alla frutta se non all'ammazzacaffè rigorosamente consumati al banchetto del padrone, è la legalizzazione della cannabis, cosa che Obama non ha mai portato avanti e che invece viene da due referendum che non so di che portata effettiva siano se non cambia la politica del governo centrale. Difficile da credere dato l'intreccio della cricca obamiana con le organizzazioni malavitose e narcotrafficanti che fanno ancor più profitti con la proibizione della cannabis. E dispiace molto, almeno personalmente, che Michael Moore, una grande voce critica, cada a questo vergognoso rimbambimento mediatico, credendo che un sicario Cia sin dagli anni '70 (gli anni di Videla e Pinochet) possa mettere la mordacchia a Wall Street e amenità simili. Senza poi considerare che, fra le altre cose, i dati sulla disoccupazione americana vanno rivisti al rialzo dato che le statistiche americane per calcolare la popolazione inattiva sono molto meno serie e rigorose di quelle europee: per essere considerato occupato nel corso dell'anno bastano poche settimane di lavoro.
    un saluto Fulvio
    con affetto
    Nicola

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  2. agricoltura moderna.

    monti ha affermato che le crisi sono necessarie per spingere i cittadini europei a convincersi che il neoliberismo è l'unica ricetta politica possibile per organizzare la società.
    che c'entra con obama?
    c'entra perché monti e obama sono il frutto dello stesso albero: un albero che produce frutti bellissimi e profumatissimi e ancorché saporitissimi, i quali però dopo averli digeriti, appena entrano nell' apparato intestinale provocano mostruose diaree; semplicistico?
    nient'affatto, perché la causa della diarrea non è da addebitarsi al frutto testè mangiato ma al fatto che esso, ci dicono, è talmente succulento che il nostro organismo l'ha inopinatamente rifiutato; ma con l'assuefazione controllata e un buon anti diarroico le crisi si possono contenere.
    anche perché ci dicono, non ci possono essere altri frutti, per definizione, edibili; questo è nettamente il migliore.

    grazie a fulvio grimaldi per svelare il trucco e l'infamia di questi falsi agricoltori.

    saluti

    alberto

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  3. Trovo molto interessante quello che ha affermato Alberto nel suo post. Per Monti e per il capitale "le crisi sono necessarie" per convincersi che poi tanto male non si sta. E che le televisioni ci ripetono che "siamo in crisi" non per denunciare l'iniquita' di questo sistema, ma per indurre le masse alla rassegnazione. "Hai due lauree e guadagni 1200 Euro al mese lavorando in un call center? Anche troppo, sei fortunato". "Hai un genitore anziano immobilizzato e la USL non ti passa piu' le cure? C'e' chi sta peggio di te"."Pero' guarda come e' migliorata la credibilita' del sistema Italia sul mercato". E poi ore di dibattiti fra Vendola Casini, Bersani, facendo passare le loro questioni interne (alleanze, conflitti di interessi, leggi elettorali) come i veri problemi. Una questione importante ho notato ieri sera (tardi) su Rai 2 sulla strage di Bologna del 1980 (che me la ricordo bene, benche' avessi solo 13 anni) dove da parte di un esponente di futuro e liberta' viene per l'ennesima volta imbastita la storiella della "pista Palestinese" tirando in ballo il FPLP ed il terrorismo di gruppi tedeschi, accusando la magistratura di aver coperto loro e non apparati dello Stato dell'epoca, come risulta anche da atti processuali. Bene ha fatto il Presidente dei parenti delle vittime a confutare questa tesi e presentare un libro su quei tragici avvenimenti. Mi sembra che da parte di settori di ex fascisti pentiti solo dell'antisemitismo si voglia dare un assist a chi si prepari ad attaccare le comunita' palestinesi,(non e' un caso il riferimento al FPLP) che ancora non si rassegnano a vivere rinchiusi in misere riserve

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  4. A quelli che dicono che "abbiamo recuperato credibilità nel contesto internazionale" io ricordo immediatamente la vicenda dei marò in India. All'estero e in particolare nei BRICS sanno benissimo che non contiamo un c***o e non abbiamo un briciolo di dignità.

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  5. Le critiche sono anche condivisibili, ma la domanda che bisogna porsi è: se al posto di Obama alla Casa bianca ci fosse stato un repubblicano, cosa sarebbe accaduto? Ho l'impressione che la lista delle schifezze sarebbe identica, ma in più avremmo una guerra in corso in Iran, e 50 milioni di americani senza polizza sanitaria.

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  6. Registro un più che discreto successo dello sciopero collettivo europeo,spero solo di non dover aspettare un anno per rivederlo.

    Un appunto su Grillo.

    Se la politica la si intende come Polis ben si capisce che la tv ,che rappresenta gli interessi di tanti ma mai di chi la guarda, può essere considerata il regno dell'antipolitica per eccellenza e qui comprendo il politico diktat di Grillo ma mi chiedo in quanti lo abbiano capito tra i militanti,leggo che l'assemblea di Bologna ha salvato il delegato dalla epurazione che se da un lato dà un segnale di pluralità e partecipazione collettiva del movimento dall'altro può generare confusione col rischio di dover rincorrere a destra e a manca varie schegge impazzite.

    Forse qui Grillo dovrebbe essere più chiaro e diretto visto che è necessaria una notevole maturità,sia da parte dei rappresentanti che dei militanti,per la gestione in senso POLITICO del movimento e non certo seguire il Travagliato Decalogo che tra sorriso perenne e mancanza di riccioli lo vuole sempre più somigliante al B.

    Riguardo Obama che aggiungere al tuo dossier,anche l'escalation del conflitto,attribuito dai media mainstream ad una presunta "esasperazione israeliana per la mancata elezione di Romney" non fa altro che confermare le tue parole,semmai è da registrare la capaberbietà dei siriani che più resistono e più i veri necrofori sono costretti a svelarsi al mondo

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  7. Sempre affilata la spada di Fulvio, complimenti. Volevo sapere cosa ne pensi della difesa ufficiale della Siria, e sopratutto dell'Iran, da parte di Russia e Cina. Sono giochi geopolitici o davvero se i nazi sionisti attaccano in Iran si scatena l'inferno quello vero? Da tempo non leggo notizie a riguardo su nessun blog, e non parlo di media mainstream, quelli non li seguo più da anni ormai. Grazie del sempre puntuale gran lavoro svolto e in bocca al lupo per tutto.

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  8. Riposto la domanda, semmai cancella il doppione, sorry. Volevo sapere da Fulvio cosa ne pensa della difesa dell'Iran da parte di Russia e Cina. Non ne sento più parlare da tempo. Se sion attacca, arriva una guerra termo nucleare, e se si, questo il motivo per cui temporeggiano? Grazie ciao.

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