Ora si tratta di
vedere quale coniglio tireranno fuori dal cilindro della maratona di Boston. E
speriamo che coloro, anche noialtri, che da una vita, o almeno dall’11
settembre e successivi Londra, Madrid, Casablanca, Amman, Mumbai, Bali, mettono
a repentaglio l’idea che il volgo ha della loro-nostra sanità mentale, aguzzino
l’ingegno, la memoria (perlomeno fino a Pearl Harbour, Golfo del Tonchino,
Piazza Fontana) e la consapevolezza della mostruosità dei regimi occidentali.
Solo così si
potrà dire qualcosa di assennato e istruttivo sulle tre bombe, gli altrettanti
morti e i 150 feriti degli attentati che hanno dato una lezione alla città
considerata la più “liberal” (sinistroide) degli USA. Solo così si potrà porre
qualche argine di razionalità alle ciance propagandistiche che già si sentono rigurgitare,
eterno, logoro mantra, dalle solite fonti. A partire da quella Giovanna Botteri
che nel TG3 del 15 aprile sera, primatista della notizia bostoniana, rinverdiva
i fasti velinari che, dal Kosovo attraverso l’Iraq, a dispetto delle abissali
sconoscenze, dei difetti di dizione e del linguaggio liturgico, l’hanno
posizionata al livello più alto dei corrispondenti RAI, nonchè degli
apprezzamenti del pluriassassino nella Casa Bianca. Del quale in ogni servizio
si fa svenevole gheisha.
Già si fanno
aleggiare i soliti riferimenti: “Fermato
un sospetto, tutto vestito di nero, a quanto pare saudita” (si affaccia Al
Qaida); “Più che al terrorismo interno,
il tipo di ordigni (da nessuno ancora analizzati. N.d.r) fanno pensare a quelli usati in Iraq e in
Afghanistan contro le nostre forze armate (epifania di guerriglieri
islamici, magari sciti come Assad e come gli iraniani, magari Taliban); “Come nell’attacco alle Torri Gemelle, si è
voluto colpire il cuore di un’America di pace e di laboriosità” (ecco
sparata una pera di anfetamina alla bushiana e ancora più obamiana “guerra
globale al terrorismo”).
Se sono cretini,
come spesso si palesa, quelli della propaganda per il dominio mondiale
attraverso successivi genocidi bellici, sociali e farmaceutici, tireranno fuori
un qualsiasi Sheikh Mohammed e ripiegheranno ancora una volta su Al Qaida.
Cretini, perché diventa a questo punto un’autogoleada addirittura sbalorditiva
l’ormai inoccultabile contraddizione tra “guerra ad Al Qaida” e guerra con Al
Qaida, come la stanno conducendo, presentandoli alternativamente come ribelli
democratici e come ottenebrati e fanatici oscurantisti, in Siria, Afghanistan e
paesi subsahariani. Se sono acrobati, convinti goebbelsianamente che la
ripetizione a martello da parte di un sistema mediatico al 99% venduto e
ruffiano fa passare anche l’idea che Obama sia uno strepitoso Premio Nobel della
Pace, accenneranno e poi conclameranno che la matrice è siriana, o iraniana, o
palestinese. I soliti supermarchettari alla Botteri, o alla Fazio, o alla
Saviano, tenteranno di emergere ai livelli di un Henry Levy, o di una Fallaci,
fantasticando di ombre nordcoreane.
Che pestino nel
mortaio la solita acqua del terrorismo islamico a fini geostrategici globali, o
che tirino fuori il solito pseudopazzoide interno, un fatto è acclarabile: la
libertà dei cittadini statunitensi ( e, a scendere per li rami, di tutti i
sudditi dei governi subalterni) riceverà un’altra stretta di torchio micidiale.
Evidentemente, in vista delle insofferenze sociali determinate da 50 milioni di
poveri e di un bambino denutrito su cinque, dal più alto tasso di
disoccupazione, senzatetto e carcerati del mondo intero, la licenza concessa da
Obama di uccidere gente su sospetto nel mondo e in patria, i campi di
internamento senza processo e a tempo indeterminato copiati da Himmler e da
Netaniahu, la sorveglianza totale garantita all’FBI, la militarizzazione della
polizia e la polizizzazione dell’esercito, non appaiono più sufficienti. Per
perfezionare il futuro stato totalitario di polizia, modello del Nuovo Ordine
Mondiale, ci vuole dell’altro. Che si troverà tra le ossa maciullate delle
vittime di Boston. Magari con il bonus aggiuntivo di una nuova guerra al
terrorismo e per i diritti umani.
Quanto alle
nostre ineffabili e perenni miserie, aggiungerei solo che il nostro, di
momentaccio, sta a quello globale, confezionato dalla cupola che fa ballare il
burattino Obama, come un tafano sta a un avvoltoio. Fatta a pezzi la pseudodemocrazia
che ci ha illuso per oltre mezzo secolo, il missionario imperiale Napolitano
rischia di vedersi superare dal successore come il più deleterio capo di Stato
della storia repubblicana e oltre. Quelli che dal verminaio partitico stanno
sollevando il capino sono i detriti tossici della peggiore stagione politica,
morale,culturale e sociale dai tempi dell’unità nazionale. Sono quelli che
hanno imperversato da Piazza Fontana a Moro, quelli della Cia, del Mossad, del
Vaticano, della Gran Loggia e di Stay behind.
Il generoso tentativo del MoVimento Cinque Stelle di presentare, a parte le
Bonino e i Prodi scelti da qualche scriteriato che non ha capito un cazzo, nomi
tollerabili, perlomeno non implicati nel terrorismo militare, economico,
sociale e culturale che ci ha ridotti come siamo, non ci porterà da nessuna
parte. Se per assurdo passasse Rodotà, o uno simile, gli va consigliato di non
passare per Via Fani.
Parole santissime! Non ho pensato altro appena ho saputo della notizia, un'altra occasione per l'America per aumentare i sistemi di "sicurezza" e continuare il suo imperialismo sanguinario. Grazie Fulvio, per me sei stato veramente illuminante, dovrebbero esistere più giornalisti come Lei! Ormai viviamo in un mondo dove i Media falsificano la realtà inculcandoci la loro merda!
RispondiEliminaNiente da aggiungere sui fuochi d'artificio imperiali e sui tristi pazzarielli che li pubblicizzano.
RispondiEliminaVorrei invece qualche opinione sul Venezuela, dove l'apparente erosione del consenso socialista (se prendono il 65% è un regime, se prendono il 51% è come se avessero perso...) ha un olezzo che mi pare di avere già sentito.
Da dove viene questa misteriosa delinquenza che a detta di molti (sempre i soliti) infesta il Venezuela da quando la rivoluzione bolivariana ha vinto? E che, ne sono sicuro, sarebbe cessata di botto se Capriles avesse vinto? E che, temo, ora potrebbe diventare qualcosa di simile ai terrificanti massacri dei Contras in Nicaragua negli anni ’80? All’epoca i “combattenti per la libertà” di Reagan riuscirono a fiaccare il popolo a tal punto da spingerlo infine a votare per loro pur di fermare l’orrore. Mi piacerebbe sapere quanti dollari sono entrati nelle casse delle organizzazioni criminali venezuelane in cambio di qualche “favore”.
3 morti non servono a fare una guerra, ma a coprire un golpe. In Venezuela i fascisti hanno già fatto 7 morti, e ovviamente i media complici occidentali riportano solo le parole di quel porco Capriles che dice di manifestare pacificamente (e quindi non può essere il mandante degli omicidi).
RispondiEliminaPur non condividendo la tua posizione su Grillo e il M5S, ritengo anche questo post molto intelligente. Non vedo l'ora di vedere il documentario sull'Iran, appena posso provvederò ad ordinarlo. Mi aspetto un tuo post sul Venezuela, dove Maduro ha fortunatamente vinto le elezioni e dove già la destra di Capriles ha iniziato tentativi di destabilizzazione: si contano 7 morti e molti feriti.
RispondiEliminaPS: per il Quirinale ritengo interessanti i nomi di Zagrebelsky e Rodotà, il primo un difensore della Costituzione piuttosto arcigno (speriamo che la Costituzione sarà difesa soprattutto nell'articolo 11, dimenticatissimo; e sperando che si apra un dibattito al più presto per decostituzionalizzare il pareggio di bilancio, anch'esso molto ostile allo spirito dei Padri Costituenti); il secondo un partigiano dei beni comuni, comunque una candidatura nuova. Non mi piace la Gabanelli,sia perchè ho ancora a mente la vicenda "Censura Legale" che portò alla silurazione di Barnard (uno dei pochi giornalisti onesti e schietti in Italia), sia per una battaglia che la stessa porta spesso avanti: l'abolizione del contante, come tra l'altro sottolineasti anche te in un post, caro Fulvio. Certo che il settennato di Napolitano rimane il peggiore della storia repubblicana. Chiuso con la vergognosa grazia all'americano coinvolto nel rapimento di Abu Omar, con conseguente tortura nell'Egitto di Mubarak. Diritti umani, si sa. In proposito di questa grazia, l'articolo migliore l'ha scritto un lucidissimo Massimo Fini. Saluti a pugno chiuso Fulvio.
Con grande stima,
Nicola Q.
" I capitalisti, quando non sanno cosa fare col loro denaro, convincono i contadini di diversi paesi che ciò che occorre loro sono fucili per spararsi gli uni con gli altri. I contadini perciò comprano i fucili, prodotti dalle fabbriche dalle quali i capitalisti traggono i loro dividendi e gli uomini di scienza il loro divertimento e la loro reputazione.
RispondiEliminaI contadini cominciano a spararsi a vicenda, in buon numero, finché non sono stanchi, e si bruciano gli uni gli altri le case. Dopodiché mettono giù i fucili e li conservano in torri, arsenali ecc., composti in trofei ornamentali (i vincitori portano anche qualche bandiera sbrindellata nelle chiese). Allora i capitalisti li tassano entrambi, vincitori e vinti, perché paghino annualmente gli interessi sul denaro anticipato per i fucili e la polvere da sparo.
Questo è ciò che i capitalisti chiamano "sapere cosa fare col proprio denaro", e ciò che tutti gli uomini del commercio chiamano l'economia politica "pratica", che è cosa ben diversa da quella "sentimentale". "
Non sono le parole di un pericoloso estremista contemporaneo ma l'introduzione ad un saggio di John Ruskin, scrittore eclettico di metà ottocento. Non per rifugiarsi nel passato ma spesso non occorrono spericolati equilibrismi o sofisticate tecnologie per comprendere la realtà delle cose. Basta avere gli occhi ed usarli per vedere, non soltanto per guardare.
Emilio
tra ristrettezze economiche,libertà più che vigilate,partiti politici che non lo sono, atti di terrorismo,assassinii mirati,persone rapite,vecchi abbandonati ed infanzia ignorata,mai come ora vale il detto "Siamo tutti Palestinesi !!"
RispondiEliminaProprio no, caro Rossoallosso! Dire, di fronte al nemico che ci sta radendo al suolo, che siamo tutti palestinesi porterebbe una sfiga cosmica. Mai, nella sua storia, la Palestina, le organizzazioni palestinesi, si sono ridotte a un tale stato di degrado, resa, disfatta, tradimento. ANP e Hamas che gareggiano per la benevolenza e i soldi del satrapo del Qatar, assassino di Libia e Siria, una popolazione resa inerte dalla vergogna della sua classe dirigente, gli ultimi residui, disperati, di dignità, più che di resistenza, affidati ai prigionieri (per i quali non c'è quasi nessuna mobilitazione) e al loro sciopero della fame. Desolazione. Oggi come oggi andrebbe piuttosto detto: siamo tutti siriani, siamo tutti venezuelani. Non ti pare? Ciao.
RispondiEliminaA chi mi chiede di scrivere del Venezuela e dell'esito delle elezioni e successivi eventi, consiglio di andarsi a leggere gli articoli sul manifesto di Geraldina Collotti che, fin da prima delle elezioni e fino a oggi scrive reportages e analisi accettabili. Avrei poco da aggiungere e poi al momento sono impegnato su altri fronti.
RispondiEliminaCiao Fulvio,
RispondiEliminami pare che diciamo la stessa cosa,tu hai dato l'interpretazione originale allo slogan mentre la mia voleva essere ironica,più che sfiga cosmica è realtà cosmica dove sono i palestinesi ad essere diventati come noi,noi che facciamo parte di una enorme Palestina,Stati non Stati manovrati da quel nemico che anche il popolo statunitense ha in comune coi palestinesi.
sottoscrivo l'ultima parte della tua risposta,purtroppo l'unità di intenti è una chimera,troppe talpe e troppa gente con la puzza sotto al naso convinta di vivere nel migliore dei mondi possibili.
Grazie della risposta,
Beppino
Sul Venezuela posso portare questo buon articolo
RispondiEliminahttp://ciptagarelli.jimdo.com/2013/04/19/la-rabbia-dei-padroni-in-venezuela/
Ciao Beppino, non avevo capito l'ironia. Grazie dell'articolo.
RispondiEliminahttp://rt.com/usa/tsarnaev-brothers-parents-innocent-124/
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