giovedì 23 maggio 2013

TERRORISTI IN IRAN, ZECCHE IN ITALIA

TERRORISTI IN IRAN, ZECCHE IN ITALIA


In tutte le questioni è cosa salutare appendere ogni tanto un punto interrogativo sulle cose che da tempo hai dato per scontate. (Bertrand Russell, filoso, antiguerra)
Lo stato di necessità e la scusa per ogni violazione della libertà umana. E’ l’argomento dei tiranni, è il credo degli schiavi. (William Pitt)
E’ uomo libero colui che la verità rende libero. Tutti gli altri sono schiavi. (William Cowper)

La sinistra e l’Iran
Impervia a qualsiasi catastrofe sociale ed elettorale, la sedicente sinistra, radicale o moderata che si dica, non c’è grande differenza, insiste ad accanirsi su se stessa secondo la lezione del migliore Taffazzi. Rincorre trafelata la lepre di pezza senza raggiungerla mai, dato che chi manovra la preda controlla anche il meccanismo che la fa correre. Al netto dei sommessi schiamazzi che produce sui delitti politici commessi dal Partito Unico al potere sul piano interno (dimezzamento pena per concorso esterno in associazione mafiosa, fiancheggiamento di compari essenziale per il rigoglio della mafia e dei politici; ribadita eleggibilità del delinquente patentato e plurirecidivo; annientamento dell’opposizione per via legislativa, come da disegno di legge della virago siciliana), c’è la politica estera su cui gli estremi presunti opposti si fondono in giuliva unità d’intenti coloniali. Non è una novità. Poco ha bisbigliato la sinistra, allora clandestina, quando la triplice genocida Mussolini-Graziani-Badoglio faceva carne di porco dei popoli africani. Del tutto conniventi e compiaciuti sono stati i comunisti francesi quando i maestri torturatori della Legione, i pieds noires , l’OAS e la DGSE (allora SDECE) sguazzavano nel calidarium di sangue in Algeria. Quanto alla colonizzazione neoliberista dell’America Latina, fa ancora arrossire il sostegno dato, “per evitare il peggio” alla stregua di un qualsiasi Bergoglio, alle varie dittature stragiste dai PC locali. Il comunismo è altra cosa.


Oggi, oltre a figurare come cortigiane e cicisbei alla corte degli autocrati di Washington, Bruxelles e Francoforte, oltre a tacitamente svenare il popolo per attrarre, con lauti guiderdoni, bisognosi e teste di cazzo ad ammazzare e farsi ammazzare sotto il vessillo della Nato, di politica estera e di come condizioni quella interna sanno dire tanto quanto dei suoi due mucchi di fieno l’asino di Buridano. E la “sinistra” che fa? Segue ed esegue. Cosa esegue? Il compito, assegnatole da qualche entità superiore e indefettibile, della democrazia (leggi stato di polizia), dei diritti umani (leggi Guantanamo e Centro Sociale ZAM mazziato), della pace (leggi intervento umanitario), degli orridi dittatori (leggi presidenti regolarmente eletti) che giovani rivoluzionari (marmaglia mercenaria) da noi sostenuti devono rimuovere. La Nato non si discute e neppure Obama, che è nero e democratico, anche se fascista all’interno e serialkiller all’esterno. Si discutono piuttosto i vari Saddam, Gheddafi, Assad, oggi Ahmadinejad e chiunque gli succederà nelle prossime elezioni, basta che si comporti da iraniano.

Già si levano alti lai perché dalla competizione del prossimo 14 giugno il Consiglio dei Guardiani, una specie di corte costituzionale, ha escluso l’ex-presidente Hashemi Rafsanjani, simpatico all’Occidente perché ritenuto più accomodante nei confronti della micidiale pressione imperialista, delle criminali sanzioni e delle ininterrotte minacce di guerra. Il quale Rafsanjani sarà stato anche un gradito riformista liberista, ma rispetto al cui governo quello di Ahmadinejad si è mostrato assai più vicino ai bisogni dei ceti popolari e più liberale in fatto di costumi, tanto per dire che cosa preme maggiormente ai fin qui falliti destabilizzatori Usa-Israele-UE. Sono mosse che preparano la solidarietà congiunta imperial-progressista all’eventuale, per quanto ormai improbabile, nuova “rivoluzione verde” che si dovesse scatenare contro gli immancabilii “brogli” attribuiti alle votazioni di qualsiasi paese riluttante al Nuovo Ordine Mondiale.

Lavorincorsoasinistra.it” è un sito dove si esercitano alcune teste d’uovo di struzzo di RC. Vi si incontrano, in logica sinergia, spurghi di fiele santancheniano contro Grillo e il suo movimento (specialista tale Linda Santilli) e razzismi umanitari mirati a lubrificare le campagne di sanzioni, diffamazioni e minacce di olocausto che, da trent’anni, l’Impero e questi suoi canarini canterini conducono contro l’Iran, colpevole di fare quello che dal diritto internazionale è riconosciuto a tutti gli Stati sovrani: le proprie scelte economiche e sociali, le proprie amicizie, il proprio sviluppo tecnologico-industriale, a partire dal nucleare civile, prerogativa di tutti gli Stati sovrani che abbiano, come l’Iran (e come non Israele), firmato il Trattato di non proliferazione nucleare e, per bonus addizionale, chiesto un Medioriente libero da armi atomiche (di cui Israele ne ha 400 e minaccia di usarle). Non è certo la condizione delle donne, oggi la più avanzata di tutto il mondo islamico, o il carattere religioso del regime a provocare incubi agli autocrati di Golfo e Occidente. Sennò sai quale dazio dovrebbero far pagare ad amici come sauditi, qatarioti, egiziani…  Quelle sono cortine fumogene per eccitare e ingabbiare il volgo. Ciò che turba, ciò che è inaccettabile è un grande paese che si vuole sovrano e indipendente, un governo sostenuto dalla maggioranza del suo popolo che contribuisce, con Venezuela, i Non Allineati e altri, a creare un fronte opposto al Nuovo Ordine Mondiale, che rifiuti le mattanze della globalizzazione neoliberista, che rivendichi e attui il suo progresso tecnologico. E, per un mondo di vecchi nella carne e nello spirito, una società che al 70% ha meno di trent’anni.

“Iran, la Resistenza rosa”
Così si intitola, su “Lavorincorsoasinistra”, l’ennesimo esercizio di collateralismo subimperiale che i sinistri si affannano a compiere per dimostrare che è corretto definire “sanguinario il regime iraniano degli Ayatollah”, come fanno gli Usa, da Reagan attraverso i Bush e Clinton fino a Obama e Netaniahu (gratificato di elogi al suo paese da Vendola, ma non da Grillo). E giù una sequela di stereotipi d’assalto come li commissiona la Cia alle Femen: “La caduta del regime dipende dalle donne combattenti… e non a caso la presidente, Maryam Rajavi, è una donna, vera spina nel fianco degli oscurantisti clericali che, per tale motivo, hanno ulteriormente inasprito la repressione delle donne…”  Per incandescenti righe di piombo fuso il velinaro ripete i fasti delle falsità Cia-Mossad che raggiunsero il diapason con le truffe di Sakineh (assassina del marito e, nella strumentalizzazione occidentale, condannata a una lapidazione che l’Iran aveva da anni abolito), o di Neda Soltan (vittima della repressione della “rivoluzione verde”, tosto risuscitata). 4 speculatori sulla pelle della gente, giustiziati dall’inizio dell’anno, qui diventano 440 (si è forse fatto confusione con la democratica Arabia Saudita dove, tra dissidenti politici, apostati, omosessuali e drogati, si è arrivati a 700 decapitati o lapidate).

Maryam Rajavi

Che queste vivandiere delle campagne di sterminio Usa-Nato-Israele ignorino i 3 milioni, perlopiù donne, tolti di mezzo in Iraq, Libia, Mali e Siria, la vertiginosa escalation delle stragi da droni in Afghanistan, Pakistan, Yemen, Somalia, l’abbiamo messo in conto da tempo. Ma che si affianchino al cannibalismo geostrategico USraeliano nell’esaltare la madre-padrona della setta Mujahedin e-Khalk (MEK), Maryam Rajavi, che, col marito Massud, ha attivato questa banda di terroristi vendipatria a uccidere, dal 1981, oltre 16mila cittadini iraniani, civili qualsiasi, scienziati nucleari, alti esponenti delle istituzioni, questo davvero supera ogni precedente nella captatio benevolentiae verso i rinnovatori e perfezionatori USraeliani dei crimini nazisti. Vorrei che gli autori di questa infamia capitassero nelle mani delle donne, madri, figlie, spose, che ho incontrato in Iran mentre giravo il docufilm “Target Iran” (ne vedete il trailer nel blog). Donne i cui congiunti, spesso slegati da ogni impegno politico, spesso operai, madri di famiglia, studenti, sono stati sbriciolati dagli attentati di queste assassini di massa al solo scopo di seminare terrore e sfiducia nella popolazione. Donne i cui fratelli, padri, mariti, tentati dalle promesse di espatrio per lavoro fattegli dai MEK, sono finiti nel lager di Ashraf, in Iraq, sequestrati, negati a ogni contatto con famigliari e amici, sottoposti a 12 ore di lavaggio del cervello al giorno, costretti all’obbedienza assoluta alla santona che a Parigi gode di lussi e onori.

Vorrei che ripercorressero la vicenda di questo culto, che supera in riduzione in schiavitù dei propri decerebrati sette come  Scientology, quella del Reverendo Moon e altre forme di aberrante spersonalizzazione e di dominio totale sui seguaci. Già componente minoritaria, sedicente marxista-islamica, del fronte anti-Shah, dopo la rivoluzione islamica i MEK sono passati in Iraq e hanno combattuto contro il proprio paese. Caduto il governo iracheno, si sono posti al servizio degli Usa. Inseriti nella lista delle organizzazioni terroristiche per essersi opposti al proconsole imperiale Reza Pahlevi e per essersi fatti ospitare dall’Iraq, pochi mesi fa Obama li ha cancellati da quell’elenco e, sotto la pressione di potenti e munifiche lobby, Washington, Londra e Parigi (dove risiede la Rajavi), li hanno elevati al rango di “opposizione democratica” in Iran.

Mostafa Ahamdi Roshan, scienziato nucleare iraniano assassinato da MEK-Mossad

Sostenuti da ingenti finanziamenti dei servizi segreti di questi paesi, degli enti di fiancheggiamento, tipo NED, e delle grandi corporations che sognano di sbranare e saccheggiare questo capofila, insieme al Venezuela, degli Stati riottosi a consegnare la propria sovranità politica ed economica ai globalismi, i MEK sono diventati il braccio operativo di Israele. Ripetutamente le autorità iraniane hanno potuto dimostrare come a indirizzare i loro colpi terroristici siano le teste di cuoio dello psicopatico che a Tel Aviv, da mane a sera, annuncia l’attacco contro un Iran che, “a giorni, possiederà e utilizzerà l’arma atomica”. 


Certe sinistre, compreso il PRC di Bertinotti e Sansonetti, si erano già fatti valere nel mercenariato politico dell’Impero ai tempi della obliterazione di Serbia, Iraq e degli attacchi a Cuba e al Venezuela. I loro succedanei, pur bofonchiando esili riserve sui bombardamenti genocidi in Libia e Siria, hanno saputo fare anche di meglio nella demonizzazione degli obiettivi del regime change ordito nei covi della “guerra mondiale al terrorismo”. L’ottusità settaria e proterva, inconsapevolmente (?) complice, dei trotzkisti del PCL e frazioncelle varie, si è spinta fino all’oscenità di fare chiassate pubbliche contro le vittime dei genocidi imperiali. Ma quello di raggiungere il vertice dell’abiezione servilista, attraverso l’esaltazione di una setta di assassini di compatrioti innocenti, manovrati e pagati da Usa e Israele, è un dato che innalza all’impareggiabile sommo la celebrazione dell’autodisfacimento di questi sinistri. E la loro disponibilità a insultare le donne. Le quali, detto con riferimento all’ “inasprimento della repressione delle donne” preteso nell’articolo, sotto il governo di Ahmadinejad sono arrivate a essere il 67% dei laureati e la maggioranza nelle posizioni più qualificate di scienza, industria, tecnologia, medicina, giurisprudenza, arte. La nuova classe dirigente della società iraniana.


Grillo e le zecche
Passando di palo in frasca, ma neanche tanto, c’è in questa diffamazione-deformazione di un paese per la sua determinazione “ostinata e contraria” all’aggressore, lo stesso profumo di razzismo antropologico, prima ancora che politico, che emana dalla persecuzione di chi, nel nostro paese, si sottrae alla normalizzazione cimiteriale perseguita a livello locale dagli stessi interessi mondialisti. Mentre finge malamente di voler affrontare l’apocalissi sociale determinata dai suoi padrini-padroni, direttori tecnici della squadra di macellai che si sta giocando un campionato italiano truccato in ogni sua partita, e simultaneamente affonda le zanne nel corpo agonizzante della società italiana, il Partito Unico masso-mafioso-atlantico, ora ribenedetto da Bagnasco, cioè dal papa buono ed esorcista, si scatena contro quella che, volere volare, è l’unica opposizione di massa emersa negli ultimi vent’anni.

Il sindaco milanese di destra del centro-sinistra, Pisapia (più sgomberi in due anni di quelli della Moratti in cinque), tollera, anzi auspica, anzi sostiene, lo sgombero a mazzate del centro sociale ZAM, residuo centro di vita nella capitale mortifera della Lombardia formigoniana. Niente di strano per chi sgombera la natura, l’agricoltura, l’ambiente, l’aria, per far posto a un’Expo di camorristi, ‘ndranghetisti, cementificatori d’ogni risma. Tout se tien: le bastonate, i gas tossici e gli arresti, ormai consustanziali con ogni manifestazione di pubblico dissenso; il golpista del Colle che impone la mordacchia alle verità sul sodalizio stragista Usa-mafia-classe dirigente, non solo del ’92-’93, ma dal 1943 in poi, e però lancia anatemi contro Grillo attribuendogli “violenze verbali” che rischierebbero di sconfinare nel terrorismo. Già, e Piazza Fontana e seguenti chi li ha fatti?

Poi c’è quello de partito mafioso che non sopporta che fiancheggiatori dell’onorata società possano essere perseguiti e, per ora, ne vuole dimezzare le pene. L’hanno definito legge ad Dell’Utri. Sbaglio. Magari anche, ma soprattutto legge di immunità di Stato per la mafia, come quelle già garantite ai mercenari in uniforme Nato. Conclude, per ora, la serie quella che – abbiamo rischiato tale obbrobrio - di Napolitano sarebbe stata il clone femminile perfetto: Finocchiaro, nomen omen, che, per non farsi mancare niente, ha gettato altra benzina sulla gabbia di topi variopinti impazziti che è il suo partito. Il disegno di legge che puntava a infinocchiare 9, per ora, milioni di italiani, inventandosi che il M5S, mimetizzato nella denominazione “i movimenti”, non avrebbe potuto partecipare alle elezioni. Berlusconi, che ne ha fatte più di Bertoldo in Francia e del gatto e della volpe in Pinocchia, eleggibilissimo. Grillo e gli spostati che cianciano di scuola pubblica, ritiro dei militari dai crimini di guerra, banche da evirare, ineleggibili, perbacco!      

Al netto di alcuni inopportuni e controproducenti assalti di Beppe Grillo al politically correct, tipo la scelta “scema” di un ministro tedesco dello sport e delle pari opportunità, o la critica dello jus soli, faccenda comunque problematica se collocata nel quadro europeo, frutto delle carenze teorico-ideologiche del polemista, è altamente istruttiva l’unanimità da destra a “sinistra” con cui si sfruttano le trappole in cui Grillo ogni tanto si caccia. Il quale Grillo, a dispetto di tutto ciò, resta l’unico politico di punta italiano che, per quanto declassato a leader unicamente cibernetico e aggredito da ogni sorta di maldicenza, possa confrontarsi con la piazza senza prendersi i fischi e gli spernacchiamenti riservati ai colleghi delle altre forze politiche. E questo, come il perfetto sincronismo degli ululati antigrillini del coro destra-centro-sinistra, non fa che esaltarne la felice e positiva alterità rispetto alla casta.

Alla quale casta la trombettiera di quest’ultima, Milena Gabanelli, reduce dai riconoscimenti ricevuti per aver esaltato la manomorta bancaria sui nostri soldi, demolito un ENI che si azzarda a costruire pipelines fuori dal controllo delle Sette Sorelle, ucciso il fastidioso Di Pietro e l’Italia dei Valori, sintonizzatasi sulle satanizzazioni dei nemici dell’Impero, ha fornito l’assist per la messa fuorigioco del M5S. Assist giocato sugli scontrini e sui miserabili introiti del blog, al buio del sistema corruttivo e prostitutivo praticato da sempre, in felice consociativismo, dai certi mandanti mafiomassonici. Come fosse un rigore inesistente assegnato da un Gabanelli-arbitro perché una Fiorentina-Grillo non prevalga calcisticamente su un Milan-casta.

Ci sono state le due pagine su cui un vecchio protagonista del giornalismo scalfariano come Bernardo Valli (lo ricordo, snobissimo guru dell’informazione nobile, sparare mottetti imperialisti sotto le bombe a Baghdad)  ha fatto una rassegna dei “populismi” europei, inserendo il M5S accanto ad Alba Dorata e ad altri rigurgiti continentali di nazismo che permettono ai regimi post-nazisti europei di fingersi antifascisti. Quel Grillo che, non ci fosse stato a spostare la collera generale a sinistra, sai cosa avrebbero combinato i camerati di Alba Dorata, quelli veri, Casa Pound, Forza Nuova, Fiamma Tricolore e ratti vari! Di questo bombardamento a tappeto su Grillo e i suoi, il residuale "manifesto", capofila dei frustrati detriti della sinistra, satellite del pianeta "Inciucio" con attorno i suoi meteoriti  esterni, ha goduto come una biscia e ne ha tratto nuova bile da schizzare sull'odiato e invidiatissimo eretico. Prove tecniche di impotenza. 

“Cos’è la destra, cos’è la sinistra?”
E questo ci porta alla vexata questio di Grillo che afferma, pur con una comitiva di elettori ed eletti con cuore e mente sicuramente a sinistra, morta la distinzione destra-sinistra. Perché secondo voi, se siete comunisti, marxisti, anticapitalisti di qualsiasi genere, vi pare che in Italia esiste tale distinzione? Al di là di come, sempre più abusivamente, la sinistra si attribuisce tale qualifica? I contenuti da cui nasce il M5S e che in buona parte in parlamento vengono portati avanti sono di sinistra, sono quelli dei migliori movimenti, non ci sono dubbi, ma lo sono Fassina, Fioroni, Vendola, il manifesto che spara a palle infuocate contro chi non ha votato Prodi e non s’è inciuciato con Bersani, Renzi, Penati, quelli del MPS?  E, secondo voi, al netto della FIOM che da sempre ha tutto il sostegno del M5S, i sindacati in Italia servono ai lavoratori, o sono, come dice Grillo, da buttare a mare?  Non facciano i furbi, non ciurlino nel manico. Quello che dice Grillo da noi è tragicamente vero: destra e sinistra per me pari son, quelle italiane, non quella venezuelana!

La sera stessa, questa porcata è stata replicata dal presunto giornalista critico Formigli in “Piazza Pulita” (La7) che, nella sua ormai ossessiva fobia antigrillina, ha esibito l’ennesimo figuro alla Favia, ex.elettore dei pentastellati, perché inveisse contro Grillo per non aver lui risolto la condizione tragica dell’imprenditore che a Savona si è poi dato fuoco. Come? Elargendogli, da monarca benevolo, un guiderdone che gli avrebbe fatto superare un altro paio di settimane? Prendendo per il collo Banca Intesa perché gli offrisse un credito a tasso zero? Costringendo Letta ad approvargli un’esenzione IVA ad personam? Due come Valli e Formigli solo in questa Italia possono chiamarsi giornalisti e restare in un Ordine professionale.

La fetida operazione, finalizzata a occultare nella lacrimosità un’aggressione totalmente priva di fondamento, si inserisce nel coro dei terrorizzati dall’esplosione lucidamente irata di una nuova coscienza di massa: frustrati biliosi di una sinistra ridotta dalla sua onanistica impotenza all’insignificatezza e componenti inciucisti del partito unico neoliberista in salsa mafiosa, che scoprono il loro genocidio sociale ostacolato da questo inatteso fenomeno antagonista.
Per criticare Grillo ci sono cento motivi, per approvare lui e il M5S ce ne sono mille. Ma per valutare i suoi demolitori bi-tri.quadri-uni-partisan non c’è che una parola: ribrezzo.

Correggia fuori dal vaso

Sul manifesto del 19/5/2013 un’intera pagina è stata riservata a una corrispondenza di Marinella Correggia e a un’intervista al Premio Nobel nordirlandese per la pace, Mairead Maguire, degna donna di pace che, a metà degli anni’70, quando la resistenza dell’IRA e di tutto un popolo all’occupazione e al terrorismo omicida britannico aveva messo Londra con le spalle al muro, lanciò un movimento di donne per la pace e contro tutte le violenze. Fu isolata dalla gente che non vedeva nessun nesso tra nonviolenza e stupro secolare britannico di terra e popolo. Poi vennero Thatcher, Bobby Sands, la resa di Gerry Adams, la fine del sogno di giustizia sociale, uguaglianza, unità nazionale. Al manifesto la Maguire piace tanto. E alla Correggia non aveva mai dato tanto spazio quando, con le sua controinformazione, smontava il menzognificio mediatico su Libia e Siria. Cos’è successo?

La notizia buona è che l’esercito siriano, già vincente su tutti i fronti, ha ripreso ai ratti Golfo-Nato, dopo Homs, il centro strategico di Qusayr, sulla via del Libano da dove gli scagnozzi locali di Netaniahu, Obama e del califfo Al Thani facevano affluire i tagliagole Al Qaida, il loro soldo, le loro armi e i loro “consiglieri” Nato. Quella cattiva, che, avendogli fatto sparare gas nervino, questi sponsor, spiazzati dal fallimento dei mercenari, ora sfruttano il fatto per approntarsi a intervenire alla libica. Infine, quella discutibile è il paginone di Marinella. Conosco l’ecopacifista dai tempi in cui condividevamo con i serbi le bombe su Belgrado. Siamo poi stati in Libia e Siria. E, ogni volta, ho apprezzato la controinformazione di verità che Marinella riusciva a infiltrare nel cerchiobottismo del “quotidiano comunista”.

Ma quel pezzo sul manifesto e l’ennesimo passo falso non violento e inconsapevolmente collaborazionista che la giornalista compie sotto la cappa deleteria di quel gruppo No War che ogni tanto se ne esce con appelli alla cessazione delle violenze “di tutte le parti”. Scovata a Homs una congrega di buonisti non violenti denominati Mussalah (Riconciliazione), Marinella ne ha abbracciato con passione la causa: basta con gli spari, le violenze, le atrocità, dei due fronti in lotta, mettiamoci seduti al tavolo, beviamoci un ciai, e facciamo la pace, aggressori terroristi con dietro le maggiori potenze che puntano alla distruzione della Siria, e aggrediti che da oltre due anni si battono eroicamente e disperatamente per non scomparire dalla storia e dalla geografia. I piromani che hanno dato fuoco alla casa non siano ostacolati dalla resistenza degli inquilini, ma escano e facciano la pace, che i primi sicuramente saranno lieti di concludere. Come chiedere ai nazisti di fare i buoni, rinunciare al dominio mondiale, stringere la mano ai partigiani, bene accetti perché disarmati.

E’ un assist micidiale al nemico. E’ una mina sotto i piedi di chi non ha, di fronte alla determinazione scellerata dell’aggressore, altra scelta che di resistere. E’ uno sgambetto a tutte le forze oneste del mondo che solidarizzano con chi non può che combattere contro una coalizione che mai e poi mai ha rinunciato di portare a termine i suoi piani di distruzione e genocidio. Esattamente nel momento in cui le sorti sembrano volgersi a vantaggio delle vittime. E’ inevitabilmente un plusvalore offerto a chi la nonviolenza degli aggrediti sa volgerla in disarmo unilaterale. E’ un’utopia di pace e di dialogo con chi ti ha infilato le zanne nel collo, già praticata in Nord Irlanda o in Sudafrica, terre riconsegnate al dominio e al saccheggio dei vecchi padroni. Le si deve rispondere con l’incondizionata solidarietà a coloro, esercito nazionale e milizie di autodifesa, che mantengono l’intelligenza e la volontà dei  nostri partigiani. Prima di essere traditi da quelli del dialogo e dei compromessi storici.  

Ciao compagno. E grazie! Ti perdoniamo di essere stato prete.


16 commenti:

  1. ... e intanto si "intima" ad hezbollah di uscire dalla siria, guardandosi bene di accennare alla presenza di decine di migliaia di mercenari stranieri che invece sono solo turisti !!!

    RispondiElimina
  2. Ciao Fulvio,
    dopo un po' di tempo mi fa piacere salutarti.
    Oggi : Obama dichiara che le azioni coi droni sono legali .Cazzo,se le canta e se le suona.D'altronde e' il capo della piu' grande organizzazione terroristica del mondo.Un paese che si addita a faro della democrazia dove si pratica la tortura e l'omicidio politico.Bah !
    A proposito di preti il vescovo di Livorno ha parlato della Siria in occasione della festa patronale come ne parli tu...La nostra sinistra invece ha altro a cui pensare.Vuoi mettere un bel matrimonio omosex,un piantino per l'olocausto e se Grillo dice che un criminale che ammazza apicconate 3 disgraziati non doveva restare in Italia perche' ne aveva gia' combinate diverse ,giu'titoli del manifesto perche' e' fascista.Intanto Grillo e' l'unico che rompe un tabu' e parla di referendum per questa infame unione europea.
    E cosi' tanti altri argomenti intoccabili da questa/e false democrazie dove fanno finta di combattersi solo per spartirsi il bottino.Ed abbiamo pure il coraggio di imporre questo modello di merda agli altri con le armi ...
    Salutoni.Luca.

    RispondiElimina
  3. Ancora una volta Fulvio ha colto nel segno sul discorso del senso commune Iran = oscurantismo verso le donne, regime teocratico e cos' via. Un solo dubbio sull'articolo di Marinella, cioe' se la pacificazione auspicate riguardasse il governo e quell'opposizione che, in ogni caso abbia rifiutato sempre la collaborazione con gli islamisti ed I ratti eterodiretti. Almeno dai commenti isterici di alcuni tifosi degli insorti filo NATO, I quali non riescono a nascondere la loro frustrazione nel vedere come I loro "beniamini" non la stiano spuntando e la Siria rimane sia pure in difficolta', compatta. Sul corriere della sera si leggono commenti piu' ragionevoli rispetto alla maggior parte di quelli sul Manifesto. Mi chiedo se quei Mujiaddin terroristi erano gli stessi, I quali, in via del corso, chiedevano durante gli anni ottanta "una firma contro Komeini", con tanto di foto orribili (truci al pari di quelle che I "Falun Gong" mostravano sul litorale di S.Monica agli ignari turisti)

    RispondiElimina
  4. condivido il post, e spero che tanti lo leggano.
    Volevo però, Fulvio, parlarti di un mio timore riguardo le elezioni iraniane. Rafsanjani non è l'unico nome importante ad essere escluso dalla lista dei candidati alla presidenza; anche il candidato vicino ad Achmadinejad, Esfandiar Rahim Mashaei, non è stato accettato. Questa estromissione mi fa temere un arretramento delle politiche di inclusione sociale e di sostegno dei ceti più deboli che hanno caratterizzato l'attuale presidenza. Dalle esclusioni vengono avvantaggiati i cosiddetti principalisti, cioé i fedelissimi di khamenei, con una visione sociale più conservatrice. Secondo te i miei timori sono fondati?

    RispondiElimina
  5. off topic (un diverso tipo di terrorismo)

    http://ens-newswire.com/2013/05/24/u-s-senate-bars-gmo-labels-as-march-against-monsanto-revs-up/

    march against Monsanto today

    RispondiElimina
  6. Molto interessante il trailer di "Target Iran", Fulvio.
    Io però avrei evitato di inserire nella colonna sonora "Beautiful that way" cantato da Noa, la cantante "pacifista" israeliana che al tempo di Piombo Fuso scrisse agli abitanti di Gaza una lettera che, fra l'altro, diceva "Posso soltanto augurarvi che Israele faccia il lavoro che tutti noi sappiamo deve esser fatto, e VI LIBERI definitivamente da questo cancro, questo virus, questo mostro chiamato fanatismo, oggi chiamato Hamas". Mi sembra di pessimo augurio per gli iraniani.

    RispondiElimina
  7. No, caro Mauro, invece trovo che l'inserimento di Noah e della canzone utilizzata per il filosionista "La vita è bella" è proprio una risposta giusta a Noah e a Benigni. Utilizzare la sua canzone di pace e amicizia in difesa dei diffamati e minacciati e proprio un rovesciare la frittata, alla faccia di Noah e di Benigni. Gli iraniani sono d'accordo.Glie l'ho rivoltato contro.

    RispondiElimina
  8. Vincenzo@
    Non saprei, non conosco i vari candidati. Aspetto chiarimenti da chi ne sa di più. Per ora mi consola che sia stato escluso lo "squalo".

    RispondiElimina
  9. Penso che Ahmadinejad abbia cercato di imprimere un salto di qualità alla rivoluzione iraniana, sia in termini di evoluzione della società, promuovendo fra l’altro i diritti delle donne, che di dignità e sovranità nazionale. Non a caso, mentre i suoi ambigui e oscurantisti predecessori erano quasi ignorati dalla propaganda occidentale, il presidente iraniano è diventato subito il “feroce tiranno” nemico dell’Occidente e del suo popolo (per i nostri Goebbels da talk show è uguale, tutti i popoli amano l’Occidente e vi si asservirebbero volentieri non fosse per i “regimi”).
    Temo che la parte più retrograda del clero iraniano non sia più molto entusiasta di un Iran fiero baluardo contro l’impero che, anche in virtù delle frequentazioni con paesi progressisti come il Venezuela, potrebbe ridimensionare il loro potere. Ho paura che l’esclusione di Mashaei sia un passo in tal senso, compensata almeno nelle apparenze da quella di Rafsanjani, che magari potrebbero far “rientrare dalla finestra” per acquietare gli strali dell’Occidente che sicuramente bollerà le elezioni come “farsa”.

    RispondiElimina
  10. Insomma, oltre alle tue solite diffamazioni contro chi “ogni tanto se ne esce con appelli alla cessazione delle violenze di tutte le parti” pure un attacco a “una congrega (scovata da Marinella Correggia a Homs) di buonisti non violenti denominati Mussalah” da te raffigurata, più o meno, come una testa di ponte dell’aggressione imperialista alla Siria. Ma non te lo ha detto ancora nessuno che Mussalah è appoggiata ufficialmente dal governo siriano?
    Francesco Santoianni

    RispondiElimina
  11. Promotori della Lista@
    E allora? Sarebbe ben stupido da parte del governo siriano opporsi a chi figura nel mondo come obiettore alla guerra. Tutto ciò non toglie che, per un'opinione pubblica impreparata che vede mettere sullo stesso piano le violenze delle due parti, una che si difende e l'altra che aggredisce, queste storiacce sono una pugnalata alle spalle della Siria.

    RispondiElimina
  12. Fulvio Grimaldi non mette in dubbio la passione di Marinella Correggia contro le guerre Nato nè il suo impegno e la sua capacità di smontare le manipolazioni madiatiche che permettono di far passare guerre di aggressione sanguinose e distruttive come missioni di pace. Mette in dubbio che la sua attività sia utile a contrastare la guerra Nato contro la Siria, per il momento per "procura" ma che potrebbe diventare una guerra vera e propria con l' utilizzo delle armi occidentali più sofisticate e distruttive.

    Io credo che ognuno di noi ha legittimamente le proprie opinioni ma metto a mia volta in dubbio l' utilità di attaccare Marinella invece di seguire altre questioni.

    Per esempio l' assenza di ogni dibattito in Parlamento sulla Siria, e le sciocchezze che sono state dette l' unica volta che se ne è parlato. In commissioni esteri alla presenza della Bonino, il Pd ha chiesto la no fly zone (la Bonino ha detto di pensarla allo stesso modo ma che non poteva chiederla l' Italia, poi ha smentito il suo giudizio favorevole alla no Fly, ma la registrazione è a disposizione di tutti sul sito di radioradicale), il 5 stelle ha detto che in Libia c'era stata una guerra civile (la Nato per la commissione esteri (nuova)mai è intervenuta in Libia)e che sulla Siria la Bonino l' aveva confortato, la Bonino a sua volta ha mentito sull' incontro di Amman degli "Amici della Siria" dicendo che sarebbe stata presente anchela Russia e non ha parlato dell' incontro del 27 maggio a Bruxelles dove discuterà di togliere ogni vincolo alla fornitura di armi alle milizie anti Assad.

    Invece di criticare Marinella si dovrebbe chiedere, con tutta la voce che ognuno di noi ha, che in Parlamento si parli di queste guerre con le quali abbiamo sconvolto due paesi e non si dica cose palesemente false.

    Marco Palombo
    no war roma

    RispondiElimina
  13. Marco Palombo@
    Forse non hai seguito tutti i miei interventi sicuramente non hai visto nessuno dei miei docufilm di guerra in cui si parlava delle complicità italiane. Alla Bonino e alla nostra politica di guerra ho dedicato più attenzioni che Marinella ai nonviolenti che infestano il mondo.
    Poi non capisco perchè non si debbano criticare sia gli assassini, sia i pali della nonviolenza. Non è utile rafforzare il vittimismo di chi fa equivalenze letali sotto la foglia di fico del pacifismo che finisce sempre con l'essere delle vittime, mai dei carnefici.

    RispondiElimina
  14. Sono andato a vedere quell’articolo sul sito del manifesto (da anni non lo compro più) e non mi pare che la Maguire la faccia più di tanto fuori dal vaso: sta pur sempre condannando l’invio di armi ai “ribelli” e i bombardamenti israeliani. E anche gli articoli della Correggia mi sembrano imprimere un temporaneo salto di qualità al giornale.
    Io sono piuttosto riluttante a considerare Mussalaha uno dei soliti tentativi di captatio benevolentiae per guadagnare i cittadini occidentali sensibili ma sprovveduti alla causa dell’aggressione. Per questo bastano e avanzano Amnesty International, Human Rights Watch, Save the Children, Saviano e Rainews 24. Sarebbe un’operazione piuttosto astrusa che, in cambio di pochi “consapevoli” come noi, potrebbe far perdere alla “causa” più di qualche sempliciotto di cui sopra. L’esistenza di un’opposizione interna legale, patriottica e che sostiene le forze armate è del tutto inconcepibile per chi ci vomita addosso l’oscena balla del “regime che massacra il suo popolo” e penso che non dovremmo liquidarla con leggerezza. Quanto si scrive qui (http://www.sibialiria.org/wordpress/?p=1511) mi pare diverso dai soliti tentativi fintopacifisti di disarmare solo una parte. Magari saranno ingenui a pensare che una parte degli ”oppositori” possa deporre le armi, ma in fondo perché no? Specie dopo essere stati circondati dall’esercito…
    Ritengo di essere nel giusto ad esultare quando le forze armate siriane trasformano i terroristi in cibo per gatti ma non ho la pretesa, dalla mia comoda poltrona, di insegnare a chi lotta tutti i giorni per schivare bombe e coltellate come far finire l’orrore. E se fosse vero che hanno convinto alcuni ribelli a rinunciare alla guerra, sarebbe un risultato politico rilevante. Posso sbagliarmi ma, a naso, Mussalaha e chi la sostiene come Correggia e Maguire mi sembrano comunque dalla parte della Siria. Di questi tempi, avercene!

    RispondiElimina
  15. Mauro Murta@
    Capisco, ma non mi adeguo. La distanza è grande.C'è un discrimine assoluto: la nonviolenza da imporre sia al carnefice, che storicamente se ne fotte e ne approfitta, sia alla vittima, che ne viene sistematicamente distrutta.. Placa i propri sensi di colpa (di colonialista occidentale cristiano)e di impotenza, e fotte la parte aggredita. Rallegrarsi che qualche "ribelle"(?) si sia convertito al dialogo è come entusiasmarsi per aver ucciso una cavalletta del milione che arriva sul tuo campo. Qui non si tratta di ribelli da trascinare al disarmo, qui si tratta di potenze mondiali efferate, determinate a tutti i costi a distruggere Siria e mondo. Nel momento in cui un popolo in armi, col suo esercito e le sue neocostituite brigate di autodifesa dei centri abitati, si batte per la vita contro chi non rinuncerà mai a tentare di ucciderlo, nel momento in cui questa lotta è vincente, ecco che spuntano i bravi e buoni invocatori della nonviolenza per ENTRAMBE LE PARTI. E' questa equivalenza, con la foglia di fico della protesta contro le ingerenze esterne (scontate), a essere vergognosa, opportunista, micidiale.
    La Maguire - io c'ero - apparve nell'Irlanda del Nord nel momento di massima difficoltà degli inglesi e di massima unità combattente popolare. Fu un bacio della pace tossico, come s'è visto.
    Occhio ai "buoni" nel momento dello scontro decisivo. Consapevoli o inconsapevoli del loro ruolo di collateralismo, indeboliscono l'unità attorno ai difensori combattenti.
    Ripeto l'esempio dei partigiani, a cui nessuno sa replicare: sarebbe stato utile, addirittura immaginabile che le brigate Garibaldi venissero frenate da qualcuno che le invitasse a buttare i fucili e dialogare con l'esercito tedesco???

    RispondiElimina
  16. I primi di marzo 2011, quando ancora frattini prendeva i "primi contatti" con CNLibico, un'azienda finmeccanica preparava la mappe per il bombardiere tornado.

    In qs giorni la stessa azienda prepara le mappe della siria...

    RispondiElimina