giovedì 18 luglio 2013

CHI HA VIOLENTATO MALALA?



Vista l’umiltà che ha segnato la tua vita vedo quanto sia luminosa la luce che emani. A nome di tutti noi, lasciami solo dire che siamo di sicuro una nazione più gentile e cordiale per merito tuo e che non possiamo ringraziarti abbastanza. (Barack Obama a George Bush, 15/7/2013)

Strani sono i tempi in cui viviamo, quando ai vecchi e ai giovani si insegna in scuole della falsità. E quando l’unico uomo che ora dire la verità viene definito stolto e demente. (Platone)

Finchè la gente non si cura di esercitare la sua libertà, coloro che vogliono tiranneggiare lo faranno; i tiranni sono attivi e scatenati e, nel nome di qualsiasi dio, religione e altro, si impegneranno a mettere ceppi a uomini dormienti. (Voltaire)

Quando dico la verità, non è per convincere coloro che non la conoscono, ma per difendere quelli che la sanno. (William Blake)

La paura non ha l’abitudine di dire la verità. (Publio Cornelio Tacito)

Uomini che uccidono le donne, bianchi che salvano i non bianchi 
Dopo Yulija Timoshenko, già leader della “rivoluzione colorata” in Ucraina, condannata per aver truffato milioni di dollari su traffici di gas e altro, dopo Neda Soltan, che si finge sparata da agenti nella “rivoluzione verde” di Tehran, si sparge da sola finto sangue sul viso e risuscita in Germania; dopo Sakineh Ashtiani, condannata a morte, condanna sospesa, per aver avvelenato e fulminato il marito insieme all’amante e che si è detta destinata a una lapidazione che da anni è stata cancellata dai codici iraniani; dopo l’estradizione di moglie e figlia di un criminale kazako che ha rubato miliardi ed è inseguito dai mandati di cattura internazionali di quattro paesi, compreso il Regno Unito, ecco che la guerra a bassa intensità di Cia e Mossad ci propone un’altra martire di “dittatori” da abbattere e paesi da radere al suolo.

Sulla ragazza sedicenne Malala Yusafzai, pakistana, si riavventa in questi giorni della kermesse ONU,  il coro delle prefiche imperialiste che tutti, sinistrati e destre, padroni e vassalli, Ong imperiali, come Amnesty e HRW, e Ong idiote, unisce in armata dei “diritti umani” da lanciare contro una nazione canaglia che si permette di solidarizzare con la guerra di liberazione afghana e di protestare contro i droni Usa, che da anni compiono massacri di civili, e contro i terroristi surrogati Cia-Mossad che fanno esplodere gente nelle piazze e nelle moschee.


A 12 anni, la scolaretta della Valle dello Swat, nel Nordest pakistano, viene arruolata dalla BBC e da altre emittenti della propaganda occidentale, per sparare a zero contro i Taliban (di cui una componente spuria è attiva anche in Pakistan) perché impedirebbero alle bambine di andare a scuola. A 15 anni, attentatori mai identificati e di cui i Taliban afghani rifiutano di essere i mandanti, sparano a Malala e la feriscono alla testa. In questi giorni un importante comandante dei Taliban pakistani, Adnan Rasheed, ha scritto una lettera di solidarietà a Malala, specificando però che, se scuole sono state colpite, si tratta esclusivamente di quelle usate come copertura dai militari pakistani impiegati nella repressione contro la rivolte dello Swat. Ricordando che la ragazza nella recente comparsa all’ONU ha dichiarato che la penna è più potente della spada, considera l’ipotesi che Malala sia stata attaccata per la sua spada, non per i libri e la scuola.

Terrorista bambino in Siria

Coltivando l’abitudine, come s’è visto in Libia, Siria e mezza Africa, di utilizzare per le sue guerre d’aggressione soldati-bambino (ce lo confrmano innumerevoli video), i comandanti Nato e i loro trombettieri mediatici non hanno esitato di arruolare una combattente bambina per il loro menzognificio di guerra. Da quattro anni Malala spara nei microfoni degli antropofagi imperiali, distruttori della sua gente, accuse false e bugiarde, ripetendo la vulgata dei diritti umani e della democrazia come interpretati nell’Impero e nelle sue marche. Ovviamente, alla sua età,  inconsapevole della manipolazione, Malala è stata fatta entrare a forza di plagio psicologico nel postribolo del mercenariato mediatico e qui violentata nella sua libertà, autonomia, libero arbitri, comunione con il suo popolo.

Come nel caso delle “vittime iraniane”, degli stupri attribuiti ai difensori dei loro popoli dal cannibalismo Nato, la falsariga è sempre la stessa e, come si vede dal concorso di utili idioti e amici del giaguaro, ancora efficace,per quanto logora e stereotipata. Qui si tratta della solita ragazza indigena, possibilmente avvenente, giovane e, nel migliore dei casi, minorenne, che viene salvata dall’uomo bianco. Una volta se ne salvava l’anima e se ne bruciava il corpo sul rogo. Oggi la civiltà delle immagini richiede anche la presenza del corpo. Con Malala sottratta ai barbari e messa al sicuro nel Regno Unito, patria della democrazia, tutti noialtri bianchi cristiani civilizzati ci sentiamo a posto con la coscienza: una volta di più una donna nativa è stata strappata alle grinfie degli uomini (ah, questi maschi!) selvaggi della sua nazione. Si rinnova e si incarna il mito del cavaliere dalla splendente armatura e della pulzella sottratta al drago. Ne risulta pacificato il senso di colpa, più o meno conscio, del colonialista borghese che si libera di quello che Kipling chiamava “il fardello dell’uomo bianco”.

La realtà meticolosamente taciuta è che esistono centinaia di migliaia di altre Malala, magari tra le cinque ragazze stuprate  e uccise con la famiglia da cinque militari Usa in Iraq, tra i 500mila orfani lasciatisi dietro dagli occupanti di quel paese, tra i 22 civili  disintegrati dai missili Hellfire Usa tre giorni fa nella provincie pakistane di Paktia e Ghazni, ultimi di una serie di stragi di innocenti nei villaggi di uno Stato nucleare di cui in Occidente non ci si fida, anche perché buona parte della sua popolazione odia gli Yankee e solidarizza con i partigiani afghani.

L’obbediente strumento del lupanare occidentale, Malala, sequestrata psicologicamente e imbeccata al di là delle sue facoltà di valutazione a compiacere l’uomo bianco demonizzando l’uomo musulmano non bianco, si è mostrata davvero brava. Non ha mai pronunciato una parola di critica all’Occidente, guerrafondaio sociale a casa sua e sterminatore imperialista fuori da lì. Non ha mai accennato alle apocalissi di droni che inceneriscono famiglie tutt’intorno a lei, non ha mai denunciato il rapporto di mille a uno tra le vittime delle guerre e del terrorismo occidentali e quelle dei “liberatori” e occupanti. Non ha mai chiesto se non fosse vero che l’Occidente ha ucciso più bambine che i libici, siriani, iracheni, Taliban messi insieme. Che, più delle obiezioni dei Taliban, sono stati i missili e le devastazioni Nato a privare di istruzione le donne. E tante anche della vita, dei figli, padri, mariti. E’ implicito nelle sue requisitorie che, se noialtri gettiamo bombe, è per salvare bimbe come Malala.

Salvarle per l’istruzione come impartita, in Italia, da Gelmini e Profumo e, in tutto il mondo civile euro-atlantico da chi ha cancellato dalla faccia di Libia, Iraq, Siria, la libera, gratuita, pubblica istruzione, per estendere anche lì l’annichilimento della conoscenza e della capacità critica delle proprie classi subalterne da ridurre in schiavitù (finalmente alla pari con gli Untermenschen del Sud del mondo? Era questa l’uguaglianza che cercavamo?)


Licenza di uccidere. Se sei nero non c’è nemmeno bisogno che ti si dica “terrorista”.
Noto di striscio che, mentre all’ONU ci si commuoveva sul compitino letto dall’eroina pakistana, nulla si diceva nelle competenti sedi giudiziarie, politiche, mediatiche, dirittoumaniste, sul fatto che un energumeno psicopatico, autopromossosi giustiziere volontario, sparasse in testa al ragazzetto disarmato – ma con felpa! - Trayvon Martin esclusivamente perché nero. Se si tace su un presidente degli Usa che fa ammazzare chiunque purchè lui lo consideri “sospetto”, che fa spiare l’universo mondo per fottere concorrenti economici e politici e incastrare cittadini, che, istituendo con vari decreti presidenziali (Napolitano non è che un pivello) lo Stato di Polizia e di sorveglianza totale nel suo paese, con tanto di campi di internamento in tutti gli Stati, ha stracciato la costituzione e commesso alto tradimento, se tutti gli alleati riuniti nel consesso della “comunità internazionale” si aprono la via a un po’ di sopravvivenza, rapinata ai sottoposti attraverso mazzate, gas chimici, pallottole, urticanti, arresti torture, se si tace sul genocidio in Siria…. se tale è la notte di verità e giusitizia che ci avvolge e acceca, quando mai ci si dovrebbe occupare dell’ennesimo ragazzo nero ucciso dall’uomo bianco. Se queste sono le regole, l’assassino George Zimmerman, le ha bene interpretate. Ed è stato assolto. Nel nome di una civiltà che tiene in disumane prigioni, alla mercè di carcerieri tipo Abu Ghraib, Guantanamo e Wagram, 2,5 milioni di persone, di cui il 45% afroamericani, che sono il 20% della popolazione Usa.


Noi condividiamo. E mandiamo assolti i carabinieri  che hanno lasciato ai picciotti i segreti del covo del boss dei boss Riina e mandato in fumo la cattura certa del boss dei boss Provenzano. Hanno favorito la mafia a loro insaputa. All’insaputa nel’92-’93 le istituzioni della Repubblica hanno rinnovato con la mafia stragista il patto di larghe intese decretato dagli Usa fin dal 1945. E l’insaputa non è forse da noi garanzia di ogni innocenza? O impunità. Anche questo è largamente condiviso, e poi, questi carabinieri, non sono nei secoli fedeli? Lo Stato non si processa. Lo diceva già il padre della patria, Aldo Moro, intendendo per Stato, con correttezza storica, la Democrazia Cristiana. Come lo era prima, quando però lo Stato c’era, il Partito Nazionale Fascista. Ora sono tutti democristiani. E fascisti–meglio-che-fascisti.. E Napolitano e Berlusconi e Monti e Letta e Obama sono tutti uomini d’onore. Verranno assolti. Sempre che, prima, non ci egizziamo o turchizziamo o brasilizziamo tutti.


5 commenti:

  1. Una notizia letta ieri, ma forse già sparita dal Corriere della Sera online: un esponente dei Talebani dichiara che non esistono campi militari Talebani per addestrare combattenti da mandare contro la Siria. Anche se non poteva escludere che qualcuno ci sia andato "a titolo personale" (leggi:"arruolato da qualcuno e trasportato lì") Ed anche la notizia che riporti del leader Talebano che esprime solidarietà a Malala è gia sparita o fuori dalle prime pagine. Accidenti, questi Talebani non ne vogliono più sapere di rendersi utili per qualche "giusta causa"...

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  2. Malala è stata senza dubbio usata dai media occidentali per propaganda.
    La ragazza è una Yusafzai, vale a dire di uno dei grandi clan-famiglia dei Pashtun.
    Ti sembra davvero strano che si sia gettata nelle braccia degli imperiali, visto il livello e la qualità della vita che i capiclan assegnano in generale alle donne?

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  3. Fulvio, scusami se esulo un po' dal tema dell'articolo però in qualche modo il filo è sempre lo stesso. Vorrei un tuo parere su un argomento sempre più ostico. Quali sono i canali di informazione dei quali attualmente si può fruire? Mi spiego. Per chi non fa una lavoro legato direttamente o indirettamente all'informazione risulta sempre più difficile e impegnativo avere una buona informazione. L'uomo comune, il lavoratore, studente o disoccupato medio, secondo te quali mezzi può sfruttare per informarsi?

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  4. Tanto per ricordare (io ero troppo piccolo) la politica degli "omicidi mirati" (in questo caso anche male) gia' intrapresa dal paese "dei giusti":On July 21, 1973,

    Israeli agents in Lillehammer, Norway, killed Ahmed Bouchikhi, a Moroccan waiter, in a case of mistaken identity, apparently thinking he was an official with Black September,...

    Non so come sia finita quella storia...ma credo di immaginare che gli assassin non siano mai comparsi davanti ad una corte di quell paese. Correggetemi se sbaglio.

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  5. Fabio@
    In tv conviene andare sui canali di RT (Russia Today), e Telesur (Venezuela). Siti italiani accettabili con riserva comedonchisciotte e sinistrainrete.
    Il migliore sito del mondo e "Information Clearing House", poi Global Research, Usa e Canada, e Reseau Voltaire, francese e inglese. Tocca sapere le lingue...

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