La vera mappa della presenza russa
“C’è un tempo in cui l’azione della macchina
diventa così odiosa, ti rivolta nel profondo, che non puoi più farne parte. Non
puoi prendere parte neanche passivamente, devi mettere il tuo corpo sui pedali
e sulle ruote, sulle leve, sull’intero macchinario, e devi fermarlo. E devi
dire a coloro che lo dirigono, alla gente che lo possiede che, finchè tu non
sarai libero, alla macchina verrà impedito di lavorare”. (Mario Savio,
rivoluzionario di Berkeley, 1964)
“Il mondo è un posto pericoloso, non tanto per
coloro che fanno il male, ma per quelli che vedono e fanno nulla”. (Albert Einstein)
“Quando la verità è sostituita dal silenzio, il
silenzio è una bugia”. ( Yevgeny Yevtushenko, poeta
sovietico)
Vittoria
a Homs
Siria, Ucraina, tutto il terrorismo è paese
La luce
arriva da due sorgenti: dalla bandiera siriana issata su Homs, terza città
siriana, liberata dai ratti Nato-Golfo dopo tre anni di devastazione e
saccheggio e che potrebbe essere, insieme alla quasi-liberazione di Aleppo,
l’inizio della fine dell’aggressione; e dalle repubbliche popolari dell’Est
Ucraina, tragicamente sole, ma gloriosamente impegnate a ricordare al mondo che
per la libertà si deve essere pronti a morire. A parte il sostegno diplomatico
di Mosca a Donetsk, Lugansk, Slaviansk e alle altre città proclamatesi
indipendenti e pronte a entrare a far parte della Russia, i rivoluzionari
dell’Ucraina russa sono più soli dei Sioux a Wounded Knee. Nessun appello, stavolta, di Rossana Rossanda,
sinistra intellettuale della criptodestra imperialista, a quelle brigate
internazionali tipo Spagna da spedire contro Gheddafi, a mescolarsi con i
missili Nato e i tagliagole dell’Islam mercenario.
Un’altra
nefandezza terroristica euroatlantica unisce l’Ucraina alla Siria, a ulteriore
conferma del tasso di criminalità di guerra e contro l’umanità che nessun
Tribunale Penale Internazionale si sogna di considerare: come a Odessa in
rivolta, anche alle città di Aleppo e Homs liberate i mercenari hanno chiuso
l’acqua. Nel secondo caso da 7 giorni, in aggiunta a una enorme carica
esplosiva sotterranea che ha sbriciolato uno dei più pregiati siti archeologici
di Aleppo. Cancellare nei paesi aggrediti e da obliterare, dall’Iraq sumero e
assirobabilonese alla Libia e alla Siria romane e medievali, ogni fondamento
storico e culturale della propria identità
Eppure
l’orrendo massacro di Odessa, seguito da altri in corso d’opera, perpetrati
dalla marmaglia nazista, preparata alla bisogna da anni di addestramento Nato
in Polonia, con il concorso operativo di centinaia di mercenari Usa di
“Academi” (ex-Blackwater), già decisivi nella provocazione “false flag” dei cecchini di Majdan (come
svelato dalle intercettazioni diplomatiche con sodali Nato baltici) che, come
in Siria, sparavano su manifestanti e poliziotti, meriterebbe un’insurrezione
planetaria dei sedicenti difensori dei diritti umani. Ma trattandosi, appunto,
di “false flag” prodotti in
Cia-Mossad, sulla scia di Piazza Fontana, 11 settembre, bombe di Londra e
Madrid, stragi kosovare di Racak, neonati gettati dalle incubatrici in Kuweit e
attacchi di gas nervino in Siria, fino agli attentati contro i Pro-Tav di
Valsusa, i pur pirotecnici dirittoumanisti se ne sono rimasti in sonno.
Sempre in
sonno, con mezzo occhio aperto e subito richiuso, quando la “false flag” di Odessa, prima attribuita
a russi del luogo e perfino a russi di Russia (in Italia la velinara eccellente
è stata, al solito, Roberta Zunini de “Il Fatto Quotidiano“, mentre i russofobi
del “manifesto” traccheggiavano imbarazzati), è stata disintegrata da
chilometri di video, manco fossimo sotto le Torri Gemelle o al matrimonio di William
e Kate. E’ che la “falsa bandiera” studiata a tavolino a Langley e poi
commissionata ai putschisti messi su a Kiev dalla sottosegretaria Nuland,
moglie del neocon-ultrà Robert Kagan,
fondatore del programma nazimperiale PNAC (“Fanculo
la UE, noi vogliamo Yatzeniuk, il nostro Yats”), s’immaginava che le ormai
inevitabili videocamere potessero restare sotto il controllo, sia di operatori
“nostri”, sia dei menzognocrazia mediatica. Sfiga cosmica. Di videocamere ce
n’erano altre e il blindato mediatico è stato sbrindellato da mille RPG audiovisivi.
Far passare per russi e russofoni coloro che hanno sterminato con botte e fuoco
116 (questa è la cifra non edulcorata) russi e russofoni nella loro stessa
Camera del Lavoro, non sarebbe riuscito neanche ai più patentati dei bugiardi,
da Goebbels a Renzusconi. S’imponeva il Piano B: Abbiamo esagerato un po’, ma
la causa era giusta, siamo stati noi. Serviva come provocazione a Mosca perché
intervenisse e così avvicinasse lo scontro finale Est-Ovest. Che deve arrivare
prima che il blocco eurasiatico, imperniato sulla Russia, finisca con
l’attrezzarsi alla risposta. E prima che le nostre masse, scarnificate dal
neoliberismo e schiacciate da Stati di polizia, si dessero una vera sveglia.
Un popolo di non embedded con videocamera
I video
non trascurano nessun momento della strage del 2 maggio. Sulla piazza
antistante il Palazzo del Sindacato i russi di Odessa hanno allestito una
tendopoli di protesta contro il colpo di Stato e il regime installato dagli Usa
a Kiev, che ora, con le sua Guardia Nazionale, reclutata tra gli stragisti di
Majdan del Terzo Settore e guidata da Forze Speciali Usa, marcia sugli
antifascisti delle libere Repubbliche Popolari dell’Est. Irrompono in piazza
gli energumeni para-Al Qaida con la croce uncinata tatuata e il nazista ucraino
Bandera sugli stendardi. Danno fuoco alle tende e alla gente inerme. Inseguono
gli altri, donne, bambini, anziani, mentre fuggono nel palazzo. Li raggiungono,
stuprano, massacrano, incendiano. Ne troveranno i resti, in posizioni
eloquenti, i fotografi penetrati alla fine. Escono, danno fuoco da fuori con
bottiglie Molotov preparate da squadriste adolescenti, arroventano tutto lo
stabile. Sparano a coloro che si affacciano per sfuggire alle fiamme. Pestano a
morte gli agonizzati che si sono buttati dalle finestre. Roba che ricorda le
129 tessitrici in sciopero incenerite dal padrone nel 1908 a New York; ne
nacque la Festa della Donna. Lo si ricorda ovunque più di un secolo dopo. Cosa
potrebbe nascere dalla strage di Odessa? La Festa del Nuovo Ordine Mondiale? Ma
già non se ne parla più. Piuttosto si parla di Putin che vuol estendere le
grinfie sull’Ucraina.
A Odessa seguono
in crescendo gli attacchi del mercenariato di Stato e nazista al popolo
antifascista, mentre pacificamente vota, quasi come un solo uomo, per la libertà
e l’autodeterminazione sancite dall’ONU. Kramatorsk, Slavyansk, Mariùpol,
centinaia di morti, città martiri della rivoluzione e della mai terminata
guerra contro il nazifascismo. L’odio revanscista si abbatte con particolare
ferocia su genti che celebrano l’anniversario della vittoria nella Guerra
Patriottica contro il nazifascismo. Quella che impedì, allora, agli occidentali
di sopraffare l’URSS, un modello che,
nel bene e nel male, aveva sollevato mezzo mondo contro il capitalismo. E dopo
settimane di assalti di una forza che si propone di realizzare il vaticinio
della Timoshenko (“Voglio spazzare via i
russi con la bomba atomica”) e che ha dietro l’immensa armata dei necrofori
occidentali, le barricate della “Comune di Donetsk” e delle altre, reggono,
nuovi combattenti emergono dalla folla di civili mitragliati, imboscate di partigiani
feriscono l’invasore, la gente mette i suoi corpi davanti ai carri armati.
Soldati, poliziotti, ufficiali, si rifiutano di partecipare al genocidio ed
entrano nelle schiere degli insorti. Da Kiev arrivano i rimpiazzi simil-jihadisti,
coperti di rune, che non conoscono scrupoli. Sono garantiti. E’ l’impunità che
rende “homo homini lupus”.
Intanto
nei centri liberati dove si è votato, o per la secessione e l’ingresso nella
Madre Russia, o per un’autonomia federale, o per l’indipendenza, comunque via
da Kiev, dal fascismo, dalla UE e dalla Nato, il voto antifascista e per la
libertà supera il 90%. E pochi trovano da ridire sulla prova di questa
unanimità. E allora servono i sofismi, gli arzigogoli pseudo-legalitari. Quelle
elezioni, quel pacifico e libero plebiscito, quell’espressione di volontà
collettiva, non sono legittime, sono illegali, “sono un tentativo di creare
ulteriori disordini e divisioni”, non vanno riconosciuti. Si tratta, ovvio, di
terrorismo. Non c’erano neppure gli spioni dell’OSCE collaudati in Kosovo, imparziali
osservatori. Di ben altra qualità democratica e giuridica sarebbero le
separazioni, manipolate o imposte con la forza, del Pakistan dall’India, del
Sud dal Sudan, del Kosovo dalla Serbia, tutta la frantumazione della
Jugoslavia, Est Timor, Vietnam e Corea divisi in due…Processi democratici e
legittimi. E poi, che dire dei secessionismi, anche virulenti, di Scozia,
Catalogna, Cechia e Slovacchia, Quebec, fiamminghi del Belgio… Nessuno li
definirebbe “illegittimi e illegali”, nessuno li chiamerebbe terroristi. E’ che
avvengono nel “mondo civile”.
Liberi
a Mariupol
Come è
grazie all’intervento del mondo civile che uno Stato maggiore di larghe intese,
da McCain al Cia Brennan e al vice-Obama, Biden, una truppa d’assalto di
straccioni zannuti neo-SS, un’esperta squadra di cecchini reduci dal golpe in
Venezuela e dall’avvio della “rivoluzione” in
Libia e Siria, e 5 milioni di dollari della NED a dei goblin pronti a consegnare il loro
paese agli Usa, via UE (la stessa banda di valvassori che chiede all’imperatore
nella Casa Bianca di togliergli dai piedi Berlusconi nella colonia Italia),
tutto culminato in un pogrom anti-russo tipo “Notte dei cristalli”, come è
grazie a tutto questo che il regime dei pinochettisti di Kiev diventa
“legittimo” e “legale”. Al pari dei legittimi governi usciti dalla libera
espressione della volontà popolare in Somalia, Tunisia, Egitto, Afghanistan,
Kosovo, Italia, Honduras, con il corollario del caos creativo ottenuto grazie
alle carneficine prodotte dalla contrapposizione indotta tra etnie e
confessioni. Del resto, nella logica predatrice della Cupola, la legittimità
non si fonda sul diritto, né internazionale, né locale, bensì sull’occupazione
Nato e neoliberista che metta a capo di ogni paese i propri pirati: Biden e il segretario
di Stato Kerry si sono ricompensati dello sforzo di salvare l’Ucraina,
frantumandola tra guerra civile e spossessamento economico, con la nomina dei
rispettivi figlioli a capo delle industrie ucraine degli idrocarburi.
E la
Russia? E Putin? Ma come, le comuni simil-Parigi dell’Ucraina democratica si
autodeterminano per resistere al Nato-nazifascismo, vogliono annettersi alla
madrepatria originaria, pacificamente si pronunciano, per questo vengono
aggredite e sterminate, e voi invitate alla rinuncia al referendum, al dialogo
con i golpisti, approvate le elezioni-farsa di Kiev del 25 maggio, ritirate le
truppe dal confine? Si sono sentite voci tormentate e risentite a Donetsk per
questo. A capire cos’è in ballo per la Russia e anche per il mondo, visto il
suo ruolo di vindice della ragione, di ripetuto salvatore della pace mondiale e
scoglio alle prevaricazioni euro-atlantiche, tocca andare indietro nel tempo.
Alla Seconda Guerra Mondiale. E’ vero, in documentari e scritti ho parlato di
“Terza Guerra Mondiale”, in atto a partire dal primo assalto all’Iraq. Ma, a
ben vedere, la seconda di queste guerre non è mai realmente finita e forse
bisognerebbe parlare addirittura della “guerra capitalista dei cent’anni”.
Grazie a Putin, perfetto o imperfetto che sia, statista vero e presidio dell’assennatezza
e della pace.
Hitler
e Chamberlain, Premier britannico
Oggi e sempre nazicapitalismo
Liberatici
dalla paralizzante truffa della “liberazione” portata dagli Alleati, abbiamo
iniziato a capire che quella arrivataci addosso, con tanto di manette
politiche, militari economiche e sociali, era invece la Pax Americana. Quella
che la Cupola usa per estendersi, aggredendo sempre lo stesso nemico, l’altro. Quella che
impedisce, attraverso il maglio Usa, ogni sopravvivenza di modelli ideologici e
di nazioni esterne alla Pax capitalista. La guerra 1939-1945 era per l’egemonia
tra potenze imperialiste, ognuna totalitaria a suo modo, altro che “democrazia
contro dittatura”. E se cittadini rastrellati per il macello s’illudevano di
combattere e morire per la libertà, motivazioni e obiettivi delle classi
dirigenti erano altri. I fascismi di Mussolini, Hitler, Franco, Salazar erano
ben visti dalle potenze atlantiche fin dall’inizio, come dimostrano i traffici
tra Churchill e Mussolini, opportunamente occultati nel dopoguerra, e tra i
Windsor, di origine tedesca, e il transfuga nazista, vice di Hitler, Rudolph
Hess, come anche la stretta collaborazione tra potenze economiche Usa e Terzo Reich,
addirittura fino al 1942 (“The splendid
bond Beast” di Christopher Simpson;
The Chamberlain-Hitler Collusion di Alvin Finkel e Clement Leibovitz), che
videro più investimenti nordamericani in Germania che in qualsiasi altro paese
europeo. Tutti uniti nella difesa ed espansione dell’ordine capitalista e
nell’intento di schiacciare ogni realtà e prospettiva socialista e
anticolonialista. Vero per tutte le maggiori potenze occidentali, soprattutto
nel momento in cui la Grande Depressione del 1929, estesa fino alla seconda guerra
mondiale, non minacciava echi rivoluzionari tra le masse impoverite dei due
continenti.
Quello che
convinceva del blocco nazifascista europeo era il suo ruolo di fortezza
antisovietica e la sua provata attitudine a sopprimere ogni tentativo
rivoluzionario antifascista o socialista (che costò ai tedeschi 1 milione di
morti). Fino a quando non allungò il passo oltre il dovuto, mettendo a rischio
il predominio anglosassone in vaste aree del mondo, alla Germania era stato
assegnato il ruolo di rompighiaccio verso l’est euroasiatico, non solo
socialista, ma visto come “cuore del mondo” e indispensabile pilastro del
governo mondiale, come più tardi formulato da Zbigniev Brzezinski nel suo “La
Grande Scacchiera” (non casuale il fatto che sia stato nuovamente il
consigliere di 6 presidenti Usa a perorare, fin dal 1996, la “presa
dell’Ucraina”). E’ la stessa dinamica di
oggi. Conveniva allora, visto che dei 60 milioni di morti europei, metà
sovietici, gli occidentali persero il 4% dei loro soldati. Alla fine il
rompighiaccio nazifascista era distrutto e l’Europa ridotta al totale controllo
degli Usa, subentrati in quel ruolo sotto le mentite spoglie Nato e con il
concorso di scienziati tedeschi nucleari, esperti di missili, spioni SS e
Gestapo, subito trasferiti in posizioni
strategiche Usa. Con la Guerra Fredda si
lavorò all’implosione del campo nemico, poi con l’assedio e, quindi, con l’irruzione
militare ed economica, alla sua definitiva uscita dalla scena geopolitica.
Il
sincretismo capitalismo-nazismo si manifesta nei regimi dittatoriali imposti
ovunque nei mondi da neutralizzare e da depredare, con interventi di guerra ad
alta o bassa intensità, dal 1945, in circa 90 paesi, con un bilancio, per lo
storico William Blum, di almeno 25 milioni di morti. Sempre per sconfiggere autodeterminazioni
nazionali con dittatori fantocci. Dall’America Latina dell’Operazione Condor e
dei golpe recenti in Venezuela, Honduras, Paraguay, all’Iraq, dall’Afghanistan
alla Grecia dei Colonelli, all’Africa dei Mobutu in Congo, Musuveni in
Uganda, Zenawi in Etiopia, Kagame in
Ruanda, Jonathan in Nigeria, ai fantocci di Libia e Georgia, al neo-ducetto
Renzi. Quest’ultimo addestrato alla bisogna nelle sue intense frequentazioni,
dal 2006, con i salotti buoni della Casa Bianca, di Wall Street, del carcinoma
bancario e mafio-massonico occidentale. Altamente simbolico il sostegno a un
regime neonazista in Ucraina sullo sfondo delle celebrazioni, spesso sotto le
statue di Lenin, della vittoria contro il nazifascismo. Non c’è né anomalia, né
contraddizione. C’è continuità. E alla fine c’è la guerra. Atomica.
L’obiettivo
resta lo stesso di quando si pensava di manovrare i fascismi europei contro
l’Urss. Riattivare a livello mondiale un’ostilità storica contro il minaccioso
orso russo, Putin il Terribile, non più socialista, ma un rivale percepito come
minaccia alla propria egemonia globale. Premessa inesorabile per un conflitto
covato da un secolo e che, nei termini tecnologici attuali, promette l’apocalisse.
Quanto basta per suggerirci di non soccombere all’uragano
bi-tri-quadri-partisan di vituperi e diffamazioni all’indirizzo di “Zar Putin”, di schierarci
tutti con chi ha risollevato la Russia dall’abiezione e chi, nella debolezza e,
in parte, nell’auto-dissoluzione dei fronti antagonisti interni all’Occidente,
rappresenta la trincea avanzata della resistenza umana. Si tratta di un braccio
della tenaglia che dovrebbe chiudere il braccio armato contro l’umanità in una
morsa senza vie di fuga. L’altro dovremmo essere noi, nella metropoli e nelle
sue periferie. Alcune primavere ci sono già state. Tocca arrivare all’estate,
prima che ci congeli l’inverno.
L’insediamento
di truppe e armamenti nucleari Usa e Nato nelle marche colonizzate, ora nei
paesi baltici e in Polonia, l’attacco o la pressione USraeliani contro punti di
resistenza e di cooperazione con la Russia, come America Latina, Siria, Iran,
Cina, le repubbliche centro-asiatiche, la cesoia dell’FMI su diritti e
condizioni di vita (è arrivato a minacciare “niente prestito se non vi riprendete le regioni russe”), la
privatizzazione-corruzione universale dettata, in Ucraina e in tutti i
territori assoggettati, dai passacarte politici dei rapinatori e corruttori, i
trattati di “libero” scambio che sottoporranno costituzioni, leggi, ambiente,
parlamenti, cittadini, alle multinazionali Usa e ai loro tribunali, sono
possenti strumenti di un’avanzata imperialista. Lo è, dalle nostre parti, la banda
dei despoti cleptocrati di Bruxelles che, per togliersi dai piedi un socio
fuori controllo, si rivolge oltre Atlantico al padrino che tutto può e tutto
decide. Trattasi dell’Unione Europea che, di nascosto, si prepara a obliterarci
sotto il TTIP amerikano. Trattasi dell’Euro, inventato per uccidere i piccoli e
far prosperare i grandi (dollaro e marco). C’è chi pensa di poter riformare,
emendare, incerottare, questa
malformazione partorita dal connubio criptonazisti Usa - post-nazisti europei.
Quando mai un tumore può essere emendato.
*********************************************************************************************************Dal blog di Beppe Grillo
di Maria Pia Caporuscio, Roma (voti: 8)
Una immorale deficienza planetaria della classe politica sta distruggendo la vita degli abitanti di questo pianeta. Di nascosto e senza il nostro consenso, siamo stati venduti come merce al mercato, un’entità anomala senza patria e senza anima, dotata di un delirio di onnipotenza derivante dal possesso del denaro che essa crea dal nulla. Chi ci ha portati a questa mattanza sono i servi dei “proprietari universali (banche, fondi e corporazioni internazionali) che nessuno conosce, che nessuno ha mai eletto ma che si sono arrogati il diritto di decidere delle nostre vite. Costoro, sostenuti da parlamenti formalmente eletti se non addirittura NON eletti, nominati da essi stessi, hanno consegnato il potere politico ed economico (prerogativa degli Stati) a strutture prive di ogni legittimazione democratica. Queste strutture sono le impalcature di quello che chiamano nuovo ordine mondiale quando invece si tratta di un sistema eversivo e autoritario che i pochissimi, e già smisuratamente ricchi, vogliono imporre alla povera umanità. Un sistema aberrante, una truffa globale, che si fonda sulla deficienza di una crescita infinita delle risorse e il risultato di questo scempio lo vedranno maggiormente i nostri figli. Questi moderni mostri allungano i loro artigli sulle ricchezze ancora disponibili: territori, acqua, cibo, fabbriche, monumenti, risorse umane e se non fermati, fermeranno per sempre la vita del nostro pianeta, nato per essere in pace con la natura e l’ecosistema e in armonia con l’universo.
il capitalismo si distrugge col Comunmismo. I seguaci dei maldestri sinistri dell'italietta chiagni e fotti non lo vogliono capire. Ma a Noi checefotte? Insettiamoli col Cri Cri. Con la forza dell'unione con la forza del lavoro insubordinato e solidale. Ci vogliono tante noci nel sacco per fare fracasso. Ma gli taliani fasci nell'animo e nelle budella pur di negare il Comunismo, anche da pezzenti nullatenenti, preferiscono spenarsi. Mejo morti che Comunisti. S'ammazzasero. S stanno ammazzando. Noi resistiamo. Colla Falce li possiamo recidere, cl martello li possiamo mazziare, colla penna li possiamo perculare.
RispondiEliminamorgana la fata rossana
"all’Africa dei Mugabe in Congo"
RispondiEliminaFulvio, forse intendevi Mobutu?
Per il resto, intervento encomiabile come sempre.
Porca miseria, l'occhiuto Mauro Murta mi ha scoperto un errore imperdonabile nel post "Nazicapitalismo". Ho scritto Mugabe al posto di Mobutu, come dittatore fantoccio dell'Occidente a capo del Congo, confondendo un grande combattente per la libertà e l'indipendenza dello Zimbabwe e dell'Africa, con il sanguinario sguattero dei colonialisti. Chiedo scusa.
RispondiEliminaPorca miseria, l'occhiuto Mauro Murta mi ha scoperto un errore imperdonabile nel post "Nazicapitalismo". Ho scritto Mugabe al posto di Mobutu, come dittatore fantoccio dell'Occidente a capo del Congo, confondendo un grande combattente per la libertà e l'indipendenza dello Zimbabwe e dell'Africa, con il sanguinario sguattero dei colonialisti. Chiedo scusa.
RispondiEliminaGrazie Fulvio per questo ulteriore illuminante articolo.
RispondiEliminaPotresti darci il link a quanto detto da Maria Pia Caporuscio?
Grazie
oldhunter
Ma la fantasiosa MOrgana scrive per sé o per i criptografi?
RispondiEliminaAnonimo@
RispondiEliminaIl link è semplicemente il blog di Beppe Grillo.
per me e per i criptografi
RispondiEliminaah ah ah
sei sempre er Mejo Fu'!!!!
MOrgana de moniax
ho un po di tempo e cercherò di essere corretto nello scrivere.
RispondiEliminaAscoltando Grillo a Reggio tra le tante cose buone che ha enunciato su una mi soffermo un messaggio che pare una banalità ma che a gente che è riuscita in nome del "partito" ad eleggere quel vendipatria di Del Rio dicendo loro che il pd non è il pc è cosa dovuta oltre che onesta in questa Italia dove tutti sparano sui comunisti per "esigenze" elettorali
in merito al post c'è poco da aggiungere con me sfondi una porta aperta,anzi, io andrei ancora più a ritroso nel tempo fino alle "dimissioni" di Bismark dopo lui la Germania è diventata il braccio armato dei Mostri nel nostro continente.
P.S
Morgana ha uno stile particolare non sempre decifrabile ma le idee le ha chiarissime
Un solo particolare riguardo la tanto attesa liberazione di Homs (ma non era gia' stata liberata mesi fa, oppure erano stati liberati solo alcuni quartieri?) e' l'atteggiamento della stampa riguardo la mega esplosione provocata dai ribelli, quasi salutata come nuove tecniche di combattimento (a parte che la guerra di mine veniva gia' praticata nel 1917 sulle montagne fra Trento ed il Carso). Nessuno degli articolisti che si sia documentato sul numero di morti e di feriti gravi, ne i danni provocati alla citta' ed al suo patrimonio storico. Come fosse un grande fuoco d'artificio. Vi ricordate quando qualcosa di simile e' avvenuto nel centro di Londra e Madrid come era diverso il tono degli editorialisti, con tanto di interviste ai feriti ricoverati e foto scioccanti di persone insanguinate che cercavano rifugio e cure? Come se lo stesso misfatto sia considerato diversamente a seconda di dove e da chi venga compiuto? Domanda retorica forse...
RispondiEliminaRossoallosso@
RispondiEliminaNon parlerei di "Germania" come braccio armato dei mostri. Parlerei di classe dirigente o di capitalisti tedeschi, per non far torto alla più grande cultura europea moderna e al milione di caduti tedeschi nella lotta al nazismo.
Si certo Fulvio la semplificazione in certi casi se mal interpretata ha i connotati del razzismo.
RispondiEliminaIntanto un tribunale argentino ha fatto luce tra le nebbie della storia recente smerdando i pacifinti dei santisubito e del nobelperlapacechenonsinegaanessuno
http://glvart.blogspot.it/2014/05/sentenza-storica-in-argentina-sulle.html
Ciao Fulvio,
RispondiEliminacondivido in pieno le considerazioni sulla Germania e sulla sua storia.
Volevo chiedere sulla Libia il ruolo di questo generale che sta tentando l'attacco al governo dei ratti. E se la resistenza verde e' attiva e come si schiera nei confronti di questo generale, ex comandante dell'esercito libico ma escluso dal suo incarico.
Alex 1@
RispondiEliminaIl generale Hiftar, o Haftar, attualmente impegnato nel rovesciamento del regime libico e nello scontro con gli islamisti, è un arnese della Cia, ha tradito la Libia nel 1980, si è trasferito in Virginia, vicino a Langley, è tornato in Libia spedito dalla Cia nel 2011, all'inizio dell'aggressione, e ha ricevuto ora l'incarico di normalizzare il paese e ristabilire un minimo d'ordine che permetta all'Occidente di tornare in possesso dei giacimenti e terminali petroliferi.
Grazie, te lo chiedevo perchè i media nostrani lo rappresentavano come un comandante scaricato da Gheddafi dopo la sconfitta dei ribelli in Ciad, ma molto popolare nell'esercito. Il fatto che sia stato paracadutato nel 2011 a Bengasi controllata dai ratti durante l'aggressione spiega molte cose.
RispondiEliminaUna nota, ieri sera c'erano attraccate alla stazione marittima di Venezia, nel canale della Giudecca, due navi militari battenti bandiera turca, di buone dimensioni (non erano semplici motovedette). Il movimento No grandi navi sarà attento anche a queste presenze?
RispondiEliminaCONTRO L'ESPANSIONE DELLA N.A.T.O. IN EUROPA
SABATO 31 MAGGIO - ORE 17.30
VIA LUDOVICO DA BREME 11 – MILANO
[TRAM 14 FERMATA V.LE CERTOSA – VIA CASELLA]
PRESIDIO AL CONSOLATO UCRAINO
Siamo contro le stragi di Poroshenko e della sua guardia nazionale al cui interno stanno i neo nazisti.
Siamo con gli antifascisti ucraini che non vogliono il loro Paese servo della N.A.T.O.
L’annessione dell’Ucraina alla N.A.T.O. è un pericolo per tutta l’Europa
Chiamiamo quindi alla mobilitazione tutte le organizzazioni democratiche e i cittadini antifascisti amanti della pace e soprattutto tutti i lavoratori, poiché la guerra è contro il lavoro e tocca ai lavoratori fermarla.
Comitato contro la guerra – Milano
Per info: comitatocontrolaguerramilano@gmail.com - comitatocontrolaguerramilano.wordpress.com - cell. 3383899559