Giorni fa si sono visti messaggi in rete dati sul sostegno all'Isis da parte della popolazione araba a Mosul. Dati che intendevano convincerci che, dopotutto, l'Isis è bene accetto tra le popolazioni invase. Si tratta, con evidenza solare, di dati propagandistici e grotteschi per chiunque avesse anche solo una limitata conoscenza, sul posto, degli arabi e della loro anima.
Ora sul Fatto Quotidiano, a firma Guido Rampoldi (ex-Repubblica, uno informato, ma impostato malamente su balle imperialiste), esce qualcosa di più attendibile. Riguarda l'intero mondo arabo che a che fare con l'Isis e, prima, con Al Qaida (di cui Rampoldi accredita l'autenticità, autodeterminazione e autogerminazione).
Li riporto per rettificare certe illusioni seminate dal nemico. Sono tratti da un sondaggio di ben altra competenza e correttezza: 18.311 interviste - non quattro a Mosul - in 12 paesi dell' "Arab Opinion Index 2015", con margine d'errore 2-3%.
Solo il 7% degli arabi ha dell'Isis un parere favorevole, o anche solo in parte favorevole. Un arabo su due, più astuto di Rampoldi, lo considera il prodotto di potenze straniere, come già accadde con Al Qaida e Osama bin Laden. Il 72% ritiene che "nessuno abbia il diritto di dichiarare infedeli i seguaci di altre religioni".
Mentre, per merito delle forze patriottiche irachene e siriane, con il supporto di Iran e Hezbollah e a dispetto dei continui rifornimenti della Coalizione Usa all'Isis e dei bombardamenti sulle truppe patriottiche in avanzata e a dispetto di curdi e turchi che cercano di arginare la vittoria degli aggrediti, si profila la sconfitta militare del cosiddetto Stato islamico, ne è già pienamente consumata la disfatta culturale: il progetto di un'Umma integralista frazionata tra i vari staterelli che l'imperialismo ha progettato di far nascere dalle divisioni nazionali formulate da Sikes-Picot nel 1915.
A questo proposito va contrastato il discorso di vari utili idioti pacifisti e di sinistra, come di amici del giaguaro proni all'imperialismo, secondo cui quei confini erano arbitrari e si farebbe bene a ridisegnarli lungo linee tribali, etniche, confessionali, alla maniera della balcanizzazione.
Quelle configurazioni di nazioni multietniche e multiconfessionali furono, sì, imposizioni arbitrarie, funzionali al controllo colonialista. Ma, primo, servirono a superare un'arcaica e imbelle struttura tribale, come faceva gioco agli imperi precedenti, romano, bizantino, ottomano, italiano (vedi la Libia di Gheddafi, ora rispedita nel Medioevo). E, secondo, nella successiva lotta di liberazione dal colonialismo e di resistenza a sionismo e imperialismo, quei popoli "diversi" forgiarono un'unità ideale, ideologica, politica, culturale. Unità che rispondeva poi, in buona parte, al loro lontano retaggio geografico, culturale e storico. Solo la Siria, che organicamente racchiudeva anche Libano e Palestina, fu divisa in tre pezzi. Detto con pieno rispetto per le poi maturate istanze nazionali dei palestinesi, anche queste con radicata legittimità storica.
Quelle configurazioni di nazioni multietniche e multiconfessionali furono, sì, imposizioni arbitrarie, funzionali al controllo colonialista. Ma, primo, servirono a superare un'arcaica e imbelle struttura tribale, come faceva gioco agli imperi precedenti, romano, bizantino, ottomano, italiano (vedi la Libia di Gheddafi, ora rispedita nel Medioevo). E, secondo, nella successiva lotta di liberazione dal colonialismo e di resistenza a sionismo e imperialismo, quei popoli "diversi" forgiarono un'unità ideale, ideologica, politica, culturale. Unità che rispondeva poi, in buona parte, al loro lontano retaggio geografico, culturale e storico. Solo la Siria, che organicamente racchiudeva anche Libano e Palestina, fu divisa in tre pezzi. Detto con pieno rispetto per le poi maturate istanze nazionali dei palestinesi, anche queste con radicata legittimità storica.
E se questi elementi strutturali e strutturanti non bastassero, credo che la storia di gran parte d'Europa, frazionata in mille contee e principati fino all'Ottocento, ci insegna a riconoscere come formativa e legittimante di una nazione la volontà dei popoli che vi si riconoscono. E su questo, per quanto riguarda gli Stati arabi che si sono dissanguati nel contrasto a sionismo e imperialismo, non credo vi possano essere dubbi.
Purtroppo è un brutto vizio,un retaggio secolare di cui non abbiamo capacità ne volontà politica di disfarcene ed è la presunzione di prendere decisioni a nome di altri come se questi non avessero discernimento il tutto basato su di una presunta superiorità politica,sociale,intellettuale,praticamente un ossimoro
RispondiEliminapurtroppo finchè la mentalità USA-ISRAELE non verrà combattuta senza quartiere...quando nessuno avrà paura di parlare in pubblico e nel privato della sciagura per l'umanità del sionismo/Israele in tutte le forme ... il popolo eletto dispensatore di guerre e drammi ... cacciati da tutti...per esempio da Isabella di Spagna nel 1500 li cacciò dalla Spagna ...nessuno che si chieda mai il perché...istigatori di odio...Anatole France con lucidità li ha definiti per quel che sono...gli USA ossia il braccio armato di Israele ...purtroppo questa cortina fumogena per fare apparire Israele-Ebrei come vittime e lasciarli sempre impuniti di tutti i crimini che commettono è la cosa più deleteria e disgustosa che ci sia...finchè l'atteggiamento USA che Chavez definì che "agiscono come i padroni del mondo" non verrà screditata e combattuta...si assisterà al peggio...si tratta di parlare e dire le cose come stanno e non avere paura ...non si tratta di odiare o uccidere...ma almeno di parlare....ho lavorato in aeroporto a Creta e la polizia quando arrivava un aereo da Israele dava la precedenza a loro, nel parcheggio coi bus, al check-in dovevano essere i preferiti... e loro se la ridevano...perché? ho detto a tutti che questa situazione di privilegio era inaccettabile ...perché un popolo del genere deve essere protetto ?...
RispondiEliminaCaro Fabio,
RispondiEliminaanche negli aeroporti italiani da me visitati, I terminal con piu' controlli antiterrorismo erano, almeno fino a questa estate, quelli con I voli per gli Stati Uniti e per Israele. Mi sono sempre chiesto come mai queste due nazioni dovessere essere "piu'protette" di altre, benche' engli ultimi dieci anni, il terrorismo proveniente dall'esterno ha colpito di piu' stati come la Russia, la Siria, il Libano, l'Iraq tanto per citarne solo alcuni. Se lo chiedi forse ti risponderanno che gli USA sono il "faro della civilta' nel mondo" ed "Israele e' l'avamposto della democrazia e del modello occidentale in Medio Oriente, circondato da barbari e dittatori che vogliono cancellarlo" . Magari te lo diranno in perfetta buona fede, intendiamoci. Si puo' negare che gli Usa hanno mandato I loro soldati (e non solo i loro) ed I loro bombardieri nella WWII in Italia per liberarci? E che Israele e' lo stato costruito dale vittime dell'olocausto e dei discendenti delle vittime per definizione in una terra deserta, trasformata in un giardino grazie alla loro operosita'? Non e' un caso se proprio oggi l'alto commissario ONU per la Palestina ha ricevuto il rifiuto di ingresso ai territory occupati, costretto alle dimissioni, perche'aveva atteggiamento "antiisraeliano" riguardo al comportamento dei sionisti nella striscia di Gaza. Avra' criticato anche il recente lancio di diserbanti su diverse decine di ettari di terra fertile palestinese? Ve lo immaginate se Gheddafi o Milosevic se avessero fatto un'azione simile (e non l'hanno mai fatta, anche quando era chiaro con chi certi rappresentanti erano schierati) come tale notizia sarebbe stata trattata?