Anzitutto
un grato saluto ai ragazzi napoletani che hanno difeso mercoledì la loro città
dall’intrusione di avvoltoi e cannibali pronti ad affondare gli artigli su
Bagnoli (gli stessi dello stupro della Basilicata).
Dei 2,6 terabyte di carte di Panama, uscite
da una gola profonda dello studio legale israelita (sempre loro) Mossack
Fonseca, la stampa pseudo-liberal e Nato-friendly, come il britannico Guardian,
il tedesco Sueddeutsche Zeitung, l’italiano Fatto Quotidiano, con appresso
tutto il codazzo dei vivandieri mediatici dell’Impero, hanno tratto con
entusiasmo orgasmatico un gigantesco dito puntato su Vladimir Putin. E tutti si
sono messi ordinatamente in fila a guardare il presidente russo. Che poi non
c’era nemmeno. Semmai c’erano alcuni russi, musicisti e faccendieri, di cui ci
si immaginava che potessero essere del “cerchio magico dello zar”. Ma che
importa. Il ragazzo di bottega della lobby, Leonardo Coen, discepolo del guru
sionista Furio Colombo, che detta la politica estera del Fatto, dal mare magno
di 11 milioni di carte ha astutamente pescato il pescione che non c’era,
appunto Putin, e l’ha messo venti volte nelle sue 2mila parole. Poi l’ha inciso
a lettere di fuoco nel titolone e, a coronamento, con tanto di fotina, su una
mappa del globo al centro della Russia, unico che nei papers non c’è tra tante
fotine di gente che c’è. E’ così che i
presstituti ti educano il pupo.
Paradossalmente questa era l’occasione per
rovesciare l’assunto secondo cui è non è
il dito che andrebbe guardato, bensì la luna. Cioè Putin. Chè tutti gli altri
delle fotine del Coen rappresentano imboscatori veri di miliardi veri, ma sono
solo il contorno alla bisteccona: un primo ministro islandese, il papà del primo
ministro britannico, un satrapo del Golfo, un cioccolataio di Kiev, un cacicco
argentino, un Montezemolo di scarto, un primo ministro islandese che aveva
rotto le scatole per aver punito le banche, qualche presidente vassallo
logorato, calciatori, attoruccoli, pilotuccoli, tutta gente già
sufficientemente screditata, o ostica (nel caso di esponenti dei BRICS), o
sennò irrilevante dal punto di vista del potere imperiale e perciò
sacrificabile. Tanto di loro, diversamente da Putin, protagonista assoluto e,
alla resa dei conti, unico, domani nessuno parlerà più.
Ciò che inverte il discorso del dito e della
luna (Putin) è il fatto che quel dito, distratto come una ministra delle
riforme che non si avvede di quanto bene faccia un suo emendamento a
lestofanti, ruffiani, mignotte e lobby corruttrici, non riesce a cogliere neanche
la più piccola presenza nei 2,6 terabyte di fruitori statunitensi di paradisi
fiscali. Mezzo mondo si è precipitato a nascondere i frutti delle proprie
evasioni e dei propri riciclaggi alle Cayman o alle Isole Vergini, ma, manco a
pagarlo un terabyte, neanche un nababbo nordamericano, un Rothschild, un Bill
Gates, un Koch, o il superbandito delle guerre valutarie Soros. Sarà perché
quel dito da quelle parti non ha voluto puntare? Sarà perché di Cayman quei
furbacchioni non hanno bisogno, visto che, come qualcuno documenta, gli Usa
sono dei paradisi fiscali il più grande al mondo? E perlopiù hanno in
Rothschild, come ci ricorda Bloomberg, il più affermato fornitore di servizi per
paradisi fiscali? Sarà perché le banche statunitensi, di cui è provata la raccolta
dei gigafondi in arrivo dal traffico della droga, quei soldoni li riciclano in
armamenti, speculazioni immobiliari, hedge fund e bolle varie?
Gerard
Ryle, un asset del crimine
Visto che tutte queste lune non si vedono e,
comunque, se anche alle fine ci fossero nei recessi dei 2,6 terabyte,
verrebbero oscurate dalla luce abbagliante di quella luna piena che è lo zar di
tutte le Russie, forse sarebbe il caso di centrare l’attenzione proprio sul
dito. Ma che dito è quello capace di tanta accurata selezione degli obiettivi a
cui puntare? Il dito che ha attinto alla gola profonda e ne ha sparso il tesoro
di rivelazioni sui malfattori che imboscano, riciclano ed evadono, si chiama Gerard Ryle. Ryle è il direttore dell’International Consortium of Investigative Journalists (ICIJ), un aggregato
di giornalisti di vari paesi occidentali o filo-occidentali che si picca di
fare indagini dietro le quinte. Una roba peggio degli sputtanatissimi Reporters Sans Frontieres.
Ryle rifiuta con sdegno di essere avvicinato
a Wikileaks che, secondo lui, pratica un “giornalismo irresponsabile”.
Irresponsabile per il fantaccino dell’eccezionalismo americano Ryle, è aver
esposto intrighi, malefatte, crimini, menzogne, turpitudini varie della
politica estera nordamericana, sulla base di inconfutabili documenti ufficiali.
Dunque Wikileaks non è credibile “perché
diffonde diffamazioni su cittadini privati innocenti”. Non aggiunge,
ovviamente: talmente privati da far parte dei vari gironi del potere Usa, in
particolare del suo Dipartimento di Stato, tanto innocenti da rivelare nei loro
messaggi decrittati ogni sorta di criminale complotto contro nemici presunti o
veri.
Basterebbe questo per qualificare motivi e
intenti di Mr.Ryle e della sua allegra compagnia di voci del padrone. Non ci
sarebbe, a rigor di logica, nemmeno da precisare che i finanziamenti all’ICIJ
(mai smentiti, come non lo sono quelli a Reporters
Sans Frontieres direttamente dalla Cia) provengono dalle Fondazioni Ford, Rockefeller e Kellogg, dalla Carnagie Endowment e da chi
nelle operazioni di destabilizzazione pro-Impero (come in gran parte dei media
e delle Ong italiane) non manca mai, la Open
Society di George Soros. Quella che con i suoi finanziamenti (appaiati alla
dabbenaggine o alla complicità degli pseudo-sinistri) riesce a far sopravvivere
al loro discredito quasi tutte le Ong dei diritti umani del mondo, a partire da
Amnesty, HRW, Save the Children, Avaaz…….
E se l’ICIJ è la vetrina pseudogiornalistica
che opera in sinergia con gli israeliti del Mossack Fonseca, incistati in un paese patentato vassallo degli Usa
e dove i servizi di sicurezza sono organizzati da ex-ufficiali del Mossad, tra
la merce avariata che i scintillanti
campioni esposti occultano, quella di marca Made in Nato East Europe si presenta sotto l’acronimo di sapore
Spectre OCCRP. Ricordate Otpor? Quella confraternita di infiltrati Cia-Soros
che dettero il via a Belgrado, nel 2001, alla prima rivoluzione colorata, poi
ripetuta, ma perlopiù fallita, ovunque gli Usa volessero un regime change: Libano, Venezuela, Bolivia,
Brasile, Georgia, Ucraina, Kirghizistan…
Ebbene l’OCCRP, dalla denominazione orwelliana di Organized Crime and Corruption Reporting
Project, è la costola est-europea, cioè dei nuovi paesi Nato, dell’ICIJ.
Composta da 60 “giornalisti” e una quindicina di agenzie di notizie di 20
paesi, ha sedi a Sarajevo e Bucarest. La parte dei Panama Papers che riguarda
il fantasma del presidente russo, miracolosamente transustanziato nei corpi di
personaggi di second’ordine, però attribuiti al suo “cerchio magico”, è farina
del sacco OCCRP. Nel loro caso le fonti
di finanziamento, secondo documenti Wikileaks mai smentiti, sono di nuovo
l’immancabile Soros e l’agenzia di presunta assistenza umanitaria di
Washington, USAID, quella le cui opere di solidarietà con Ong e prezzolati vari
ne hanno determinato la cacciata dai paesi emancipati e antimperialisti
dell’America Latina.
La
rivoluzione colorata dei cari, vecchi Otpor si è fatta planetaria e
cibernetica. I supercorrotti del più grande paradiso fiscale del pianeta, gli
Usa, utilizzando uno studio “legale”, emanazione del paese canaglia fratello e
basato in un paese-postribolo, danno battaglia ad altri corrotti obsoleti e
spendibili, con l’obiettivo di colpire
il nemico mortale che gli sta buttando per aria il Monopoli mondialista. E, di striscio,
anche gli intollerabili BRICS, guastafeste degli assetti finanziari e
geo-economici sanciti da Wall Street. Zar e autocrate, omofobo, successore e
continuatore di mangiatori di bambini, dopatore di atleti, assassino di
giornalisti, massacratore di civili in Siria, invasore dell’Ucraina libera e
democratica, golpista in Crimea, “pericolo
più grave dell’Isis” (Ashton Carter, ministro dell’Offesa Usa, George Soros),
Putin è il supercriminale che ha imboscato 2 miliardi di dollari offshore. Lo è
per la proprietà transitiva, quella che ne fa il Doppelgaenger di quattro
oscuri investitori russi, visto che neanche a forza di bacchetta magica i
prestidigitatori Otpor-OCCRP sono riusciti a trovargli mezzo rublo a Jersey, o
alle Isole Vergini. E nemmeno, a loro scorno, in City Bank.
A dispetto degli sforzi sovrumani di
presstituti che fanno copia e incolla con i falsari di ICIJ e OCCRP, il botto nucleare
anti-Putin si sta risolvendo nel puff
di un petardo. Quello che non è un petardo ma minaccia di farci finire
nell’inverno nucleare è la demenziale bisca del sistema internazionale
bancario-finanziario. Esperti finanziari di Hong Kong, tra i più qualificati
del mondo, affermano che il 50 per cento della ricchezza globale è attualmente
parcheggiato, indisturbato, nel paradisi fiscali offshore e inshore. Se anche
solo una frazione di questi stupefacenti fondi venisse tassato, Stati di
destra e sinistra pagherebbero il loro debito, investirebbero in
infrastrutture, cambierebbero l’attuale modello di sviluppo eco- e sociocida, farebbero mangiare e bere tutti, rimboschirebbero i deserti, schiferebbero il petrolio e
lancerebbero una spirale virtuosa di società sostenibili. E qui torniamo agli
Usa, dei quali Andrew Penney, direttore esecutivo di Rothschild & Co., ha
ammesso, con malcelata soddisfazione che “sono in effetti il più grande paradiso
fiscale del mondo”.
Ne consegue, inesorabilmente, che per
cambiare lo stato di cose esistente, ci vuole ciò che oggi ci hanno perfino
sottratto all’immaginazione: la rivoluzione. Non una, la. Altro che Sanders.
Non potresti clonarti un migliaio di volte?
RispondiEliminaLudovico
Nauseabondi. Che vomito. E poi i pappagalli pagati fior di quattrini per eseguire il lavaggio del cervello a una società terminale, zombificata, ed oramai inebetita fino al parossismo. Che laida schifezza. Maledetti delinquenti schifosi. Non aggiungo altro.
RispondiEliminaUn po' come quando gli amerikani(ebbene si,da ora in poi lo voglio scrivere cosi',tanto sono loro il male del mondo ed era giusto identificare quel male con amerikani e deve tornare ad essere giusto)sguinzagliano i loro cani a giro per il mondo e ,forti dela loro suprema assoluta autorita'in ogni campo,distribuiscono mandati di cattura a federazioni sportive internazionali (fifa),decidono su doping ...ovviamente senza che nemmeno un amerikano sia coinvolto,gli amerikani sono tutti onesti e buoni,si sa.E purtroppo i peggiori di loro sono anche molto,troppo longevi...soros...
RispondiEliminaCiao Fulvio,
Luca.
bella mossa non c'è che dire peccato che si sono dimenticati che pure la Russia ha i suoi di archivi e guarda caso Putin ha deciso di renderli pubblici.Ora mi metto in poltrona
RispondiEliminaИсточник: http://alexey43.livejournal.com/2068919.html
Grazie Fulvio per questa boccata d'ossigeno!
RispondiEliminaDel resto han ragione: sempre per la stessa "proprietà transitiva" non siamo forse noi italiani mafia pizza mamma e niente più?
una cosa colpisce di quest'ennesimo tentativo di spallata al presidente Putin, guarda caso a ridosso delle elezioni:
che ci azzecca il cioccolataio di Kiev, il nostro uomo in terra ucraina, quello che ha piazzato gli amerikani a odessa, proclamato la linea dura nel donbass, ridato nuova vita al georgiano Saakashvili, quello che più nato non si può? Mi viene in mente solo un'ipotesi:
1. "Ecco, vedete che siamo obbiettivi e colpiamo anche i nostri, malfidenti che non siete altro?" scherzo e passo alla seconda...
2. Mascellone Poroshenko è politicamente bruciato. Almeno così lo considerano quelli che lo han messo su. E con una guerra che continua a imperversare a colpi d'artiglieria lungo il confine e a bruciare vite e mezzi senza risultati concreti, un'economia neanche allo sbando, proprio morta e sepolta, faide interne fra oligarchi e squadracce nazifasciste al loro soldo, e la recente sberla olandese, non mi meraviglierei se presto assistissimo a una resa dei conti finale. Tutta la mia solidarietà a un popolo martoriato.
PS a proposito di doping. Ho appena finito di leggere Il texano dagli occhi di ghiaccio, una delle biografie di Lance Armstrong. alla fine fan finta di fare giustizia e tolgono i titoli… ma intanto le corse son state drogate, col consenso allora di tutti i responsabili che avrebbero dovuto controllare. le competizioni falsate. i corridori in fuga presi da squadre che che salivano come moto sull'alpe d'huez come se fosse un cavalcavia. a pagare tutto e subito, guarda caso, non son stati gli amerikani. e a restarci è stato un italiano, che oggi si scopre non esser stato meno dopato degli altri, o forse in certi, determinanti, casi, sempre guarda caso finiti in prescrizione, neppure dopato.
Ciao!
Paolo
Lo dicevo tempo fa che da subito si è cercato di colpire Putin. Come è comparsa la notizia in rete il titolo è stato "Putin ha frodato il fisco", di Montezemolo o del padre di Cameron non si è nemmeno parlato.
RispondiEliminaC'era da aspettarselo. L'arma della calunnia e della menzogna mediatica va raffinandosi sempre di più, l'imperialismo occidentale si sta specializzando.
RispondiEliminaRicordo anni fa, nel 2011 agli albori della "primavera siriana", che una bellissima "lesbo girl from Damascus" raccontava nel suo blog le minacce che gli sgherri di Assad le inviavano, la sua paura di uscire di casa, di essere arrestata...povera delicata creatura! La sua vicenda commosse il web, tutti trepidavano per lei e cercavano di contattarla, ma invano: impossibile localizzarla, avere riscontri...Alla fine venne fuori che "il fiore di Damasco" era un sudicio e irsuto quarantenne inglese che un po' per soldi e un po' per gioco aveva montato l'affare trascinandolo avanti per diverse settimane.
Oggi, come dicevo, si sono specializzati e si insinuano come serpi in seno agli organismi che vogliono distruggere. E' recente il caso di una "lettera" scritta da eminenti esponenti politici del partito comunista cinese dove si critica tutto l'operato di Xi Jin Ping, si rimpiange la "prudenza" di Deng Siao Ping, si attribuisce all'attuale dirigenza addirittura la responsabilità del riarmo giapponese e si lamenta la mancata svendita al capitale privato dell'imponente industria di stato cinese, guarda caso, proprio quello che sognano gli americani! La lettera è anonima, quindi una polpetta avvelenata cucinata a Langley o giù di lì.
La cosa triste è che l'imperialismo americano disponga di risorse economiche inesauribili da gettare nella guerra ibrida e mediatica, pagando decine di migliaia di operatori nel mondo (ONg e via dicendo) per colpire i popoli che resistono alla sua prepotenza.
Sarebbe ora che Cinesi e Russi smettessero di finanziare, con l'acquisto o il mantenimento in portafoglio dei bond americani, questa sporca e atroce guerra diretta principalmente contro di loro. Dicono che non possono disfarsi di questi bond perché il dollaro crollerebbe, ma loro sarebbero i primi a perderci. Questo discorso poteva convincermi fino a un po' di anni fa, ma ora, con il raffinamento e il potenziamento degli apparati imperialistici, non mi convince più.
LUCIANO
Dimenticavo di citare un altro caso molto simile alla "lettera cinese": una lettera sempre rigorosamente anonima (pubblicata da Repubblica), scritta da "importanti esponenti della comunità alawita" in Siria, che critica Assad e ne chiede le dimissioni per "favorire il processo di pace" e il "ripristino della democrazia"! Con gli alawiti che scaricano l'alawita Assad gli americani hanno fatto tombola!
RispondiEliminaLUCIANO
@Luciano. Sulle lettere abbiamo fatto fin meglio: é bastata una mail anonima per costruire le accuse all'Egitto da parte di repubblica. Poi,siccome viene letta anche dalle istituzioni, abbiamo richiamato l'ambasciatore
RispondiEliminaDiego
Here are
RispondiEliminathe names of world leaders who are at risk, according to #bookmakers
"...il 50 per cento della ricchezza globale è attualmente parcheggiato, indisturbato, nel paradisi fiscali offshore e inshore. Se anche solo una frazione di questi stupefacenti fondi venisse tassato", il ricavato sarebbe per la gran parte rubato dai governanti le restanti briciole andrebbero in tasca ai soliti amici degli amici per perpretare il decennale sistema di voto di scambio (ti do un posto di lavoro una pensione di invalidità un sussidio ecc e tu continui a votarmi) quindi si ripartirebbe ancora da capo con gli stati in deficit a cercare ricchezze occultate su marte
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