Curdi
di Rojava e jihadisti mercenari Nato
Tutti noi ce la prendiamo con la Storia
ma io dico che la colpa è nostra
è evidente che la gente è poco seria
quando parla di sinistra o destra. (Giorgio Gaber “E pensare che c’era il pensiero”, 1991)
ma io dico che la colpa è nostra
è evidente che la gente è poco seria
quando parla di sinistra o destra. (Giorgio Gaber “E pensare che c’era il pensiero”, 1991)
Una nazione di fucilatori ed eroi
Tutti a festeggiare il rientro dei marò
dall’India. Eroi baciati a destra e sinistra. Noi festeggeremo quando
constateremo, dopo cinquant’anni, che hanno smesso di fucilare poveretti inermi
per conto di padroni privati a cui lo Stato li aveva affittati. E, soprattutto,
quando a mogli, madri, padri e figli di due pescatori, nei quali solo
energumeni certi di immunità potevano fingere di aver visto dei pirati, avranno
avuto giustizia. E non da una magistratura dell’Aja di cui si sa chi serve,
come la Corte Internazionale di Giustizia, che processa solo gente con la pelle
scura, o come Il Tribunale dell’Aja per la Jugoslavia, che ammazza gli imputati
di cui non riesce a provare la colpa. Intanto alla Pinotti, nel bacio a Girone,
gli rimanga in bocca il sapore di un morto ammazzato.
Su Albertazzi i vermi prima ancora di essere sepolto
Con Giorgio Albertazzi è morto un grandissimo
attore, a 92 anni, sul palcoscenico, da Adriano imperatore. Un uomo che ha
cosparso la Terra di conoscenza, cultura, poesia, verità. Ci ha portato
Shakespeare, il sommo arciere contro i despoti e i truffatori, Dante, nel modo
in cui oggi ci può aiutare a essere italiani dignitosi, Brecht, il fustigatore
dei potenti, Pirandello che taglia a
fette le doppiezze e miserie della borghesia, Adriano, il saggio che cuce la
vita alla morte e viceversa. Miseria infinita sotterra quei ciarlatani che
hanno rimasticato nelle gengive purulente, tra un infimo pettegolezzo e l’altro
(il “vanitoso”, lo “sciupafemmine”), l’eterna condanna per il suo volontariato
da ragazzo nella Repubblica Sociale (ovviamente in vetta “il manifesto”).
Anch’io sono stato Balilla, peggio sono stato nella Hitlerjugend. Degli idioti
privi di argomenti ne hanno fatto strumento per avvolgermi in ombre di
sospetto, se non di condanna. Peggio ancora, mia madre e io abbiamo avuto per
caro amico un poeta, un appassionato del suo paese, anche lui un ex-volontario
di Salò. Si chiamava Alessandro Guarnieri. Era il 1950, io avevo 16 anni, lui
25 ed era segretario dei giovani di una formazione neofascista. Una delle
persone più gentili e colte che abbia conosciuto. Insegnava lettere italiane al
liceo. Qualche anno dopo ho saputo che si era suicidato. Da tempo aveva mollato
i camerati. Era uscito così dal conflitto tra il suo animo gentile e nobile e
la vicenda in cui la storia lo aveva infilato. Sto alla tomba di Giorgio e
Alessandro. Da bambino e ragazzo ne ho condiviso tempi e scelte. Come loro ho
saltato il guardrail. Li rispetto. Mi aspetto un colpo alla nuca da quelli che
si dicono comunisti.
Berlinguer &Co reclutati? No, volontari.
Ah, l’indignazione, lo scandalo, il turbamento
profondo, la collera! Questi cialtroni si sono permessi di schierare nell proprie
file nientemeno che Berlinguer, Ingrao, Nilde Jotti! Quale aberrazione, quale
ingiuria alla verità, quale falsificazione storica! Ma vi pare? Non dico che i cialtroni non
siano cialtroni e, per non sapere di cosa stavano parlando, non abbiano cercato
di truffare la gente facendosi i soliti selfie da deficienti accanto ai
cartonati di quei padri del PCI, ma che dico PCI, del comunismo tout court, della democrazia, di tutto
ciò che si oppone alla sciagurata truffa della riforma costituzionale. Gli
hanno fatto dire “sì”, quei mistificatori, quegli appropriatori indebiti.
E invece, se non mi lapidate (come usa tra i
vostri amici sauditi, e non tra i miei iraniani), dirò che avevano quasi
ragione, per quanto a dispetto loro che sono in malissima fede. Nessuno può far
dire a cadaveri, oltre tutto già abbondantemente decomposti, dei “sì” o dei
“no”. Ma affinità, convergenze, parentele, quelle, sì, le può ben rivendicare.
Si Tratta di tre soggetti, tutti laureati padri della Patria da destra e
sinistra, cioè da destrasinistra, che per quanto ci è capitato tra capo e collo
alcuni anni dopo, neanche tanti, hanno messo in corso i lavori.
Ingrao era una specie di Cadorna, o Badoglio, che
diceva ai suoi “armiamoci e partite” e quelli del “manifesto”, dopo averli
allevati e istigati, li lasciò al freddo del girone degli eretici, mentre lui
se ne restò al caldo del sole dell’onnipotente. Una formula che, pur ornata di
pessime poesie e di sproporzionata autostima, non ha mai abbandonato. Ne
ricordo con una certa impressione l’occhio sospettoso, cattivo, da questurino.
Berlinguer, con il suo tappeto rosso-comunista steso alla più feroce belva
della storia, la Nato, con il suo, ahinoi, non morganatico sposalizio con i
cannibali della classe che pretendeva di difendere, detto compromesso storico, ha
spianato la strada a tutti i discendenti della stirpe dei consociativi, da
Occhetto a D’Alema, ai vendipatria e mafiocapitalisti di oggi Per quel che
riguarda la togliattianissima Ninfona Egeriona del Migliore, Nilde Jotti, basta
l’ordine imperativo impartito dall’alto del suo togliattismo al PCI in corso di
suicidio concordato da Napolitano e Occhetto con quelli di Washington: “Lo stesso Togliatti avrebbe dato il proprio
assenso a questo profondo cambiamento del PCI”. Sic stantis rebus, quale misfatto avrebbero mai commesso quelli che
al “si” per quanto gli Usa ordinano oggi hanno reclutato gli antesignani
destrisinistri che il “sì” lo dissero agli Usa allora? Una e costante la
strategia. Uni e costanti i suoi utili idioti.
Quando Gaber cantava queste cose ci sembravano un
po’ qualunquiste. Ma come, non eravamo stati in piazza giorno dopo giorno fino
a poco prima per smantellare il sistema capitalista e patriarcale? Non c’era il
Partito Democratico della Sinistra,
erede del più Grande Partito Comunista d’Occidente, ma scevro del detestato
stalinismo, con in capo tanto di figlioli di Berlinguer e nipotini di
Togliatti? Non ci eravamo appena ripresi dal riflusso degli anni ’80 e non ci
stavamo lanciando a testa bassa contro la fascistoide vandea di destra
berlusconiana? Non stavamo tutti con Oslo e i due Stati in Palestina? Non
avevamo appena deplorato le bombe all’uranio sull’Iraq, pur amettendo che quel
mostro di Saddam Hussein doveva essere tolto di mezzo insieme a tutti quei
dittatori che rifiutavano la nostra democrazia, i nostri diritti umani?
Invece Giorgio Gaber aveva avuto la vista lunga.
Dai germogli di gramigna nascosti sotto la collisione-collusione tra rossi
papaveri e fiordalisi azzurri aveva tratto la visione di un campo sconfinato
nel quale indistinte erbacce – cos’è la destra, cos’è la sinistra – si
sarebbero fuse in un’unica distesa di piante parassite, utili solo a nutrire
grossi, tossici insetti di bocca buona. Questo è il nostro panorama interno.
Ma, fuori, oltre all’orizzonte chiuso da rampicanti saprofiti, qualcosa ci sarà
di bello, di colorato? Vediamo.
Panorama
destrosinistro dalla finestra
Dover percepire quasi come un sollievo
dedicarsi alle questioni internazionali, anche le più drammatiche, tragiche,
scellerate, pur di sfuggire allo smisurato squallore, all’infinita
cialtroneria, alla bassezza immonda del nostro quadro domestico, ci dà già
l’idea di a che cosa siamo ridotti. Ci eravamo appena liberati di un ciarlatano
che per mezzo secolo aveva rotto i coglioni e disseminato nequizie politiche e
scioperi della fame a favore dell’antropofagia capital- imperialista, da lui
definita liberale, che abbiamo dovuto sottostare all’assordante cacofonia di
coloro che lo esaltavano da padre della patria dopo averlo trattato da zimbello
reazionario da schiaffeggiare, non solo figuratamente. Così coloro che,
avendolo sbertucciato, per ottime o pessime ragioni, durante tutta la durata
dei suoi schiamazzi finto-antagonisti, poi lo hanno elevato al rango di un
Cavour o di un Mazzini, sono riusciti a incastrarsi nella Storia perfino a un
piano più basso di lui.
E allora fuggiamo all’estero. Ecco qua cos’è
la destra, cos’è la sinistra, in Siria. Un unico pappone offerto a nutrimento
dei meravigliosi rivoluzionari curdi di Kobane che, avendo reclutato a
copertura alcuni siriani sbandati e confusi, subito nobilitati dall’etichetta
Forze Democratiche Siriane, avendo offerto una base e un aeroporto agli Usa su
un pezzo di Siria e avendone ottenuto in cambio copertura aerea, ora si
apprestano a “liberare” Raqqa, “capitale” di Daish. L’intera faccenda, a parte
essere rivoltante e l’ennesima conferma della doppiezza dei curdi siriani, non
dissimile da quella dei fratelli iracheni pratici di contrabbando,
narcotraffico e vendutisi a Israele, è essenzialmente propaganda. La stessa che
sta pompando una presunta offensiva dei curdi iracheni sulla roccaforte Daish
di Mosul. IL motivo è che a Raqqa, come a Mosul dopo aver liberato gran parte
della provincia di Fallujah, si stanno avvicinando le forze lealiste dei
rispettivi governi legittimi, esercito iracheno e milizie popolari in Iraq,
Esercito Arabo Siriano, Hezbollah, milizie iraniane in Siria.
Gli
infami e loro idolatri
US
boots on the ground in Kobane
I curdi di Kobani stanno ancora a una
cinquantina di km da Raqqa, ma intanto lo schiamazzo suscitato dalla loro
presunta offensiva è riuscita oscurare totalmente la costante avanzata dei
patrioti (a cui il mercenariato Isis di
Nato, Turchia e Golfo, battuto sul terreno, reagisce con la classica arma
imperialista, le stragi terroristiche contro civili Baghdad, Damascso, Latakia). E qui è di
un’evidenza abbagliante la natura di vera destra di una sinistra che, spesasi
con passione a sostenere le campagne di diffamazione imperialiste contro Assad,
ora inneggia a forze curde che hanno, sì, inglobato alcuni sbandati siriani per
potersi presentare come forza siro-curda e non insospettire l’opinione pubblica
sui propri intenti strategici. Che sono quelli dell’imperialismo e dei suoi
scagnozzi turco e del Golfo: distruggere lo Stato nazionale siriano, frantumare
il paese in tre o più parti di cui quella preminente, legata alle quinte
colonne curde in Iraq e Turchia, diverrebbe il Kurdistan siriano. Allo scopo
sono presenti e attivi in prima linea qualcosa come 300 ultratecnologici
Berretti Verdi Usa, che, senza minimamente scomporre i nostri sinistri quando
riconoscono a quei curdi la qualifica di “eroica avanguardia democratica e
libera” di tutto il Medioriente, recano sulla divisa sia le insegne loro, a
stelle e strisce, sia quella comuni a PKK e a YPG, con la famosa stella rossa rivoluzionaria
in campo giallo o verde. Berretti Verdi di provata esperienza criminale e
partigiani curdi di provata fede rivoluzionaria.
Berretti Verdi con doppie insegne
Come da decenni in Iraq, questi curdi non
sono che la quinta colonna della strategia sion-imperialista di divisione in
frammenti dei grandi Stati arabi laici e sovrani. Si sono assunti il ruolo che negli ambienti di mafia viene
definito degli infami. La loro presunta identità progressista,
rivoluzionaria, emancipata, su cui intessono peana i destrisinistri, non è
niente di più di ciò che caratterizza i
combattenti che da 6 anni resistono al moloch Nato e ai macellai jihadisti che
la Nato e le dittature antropofaghe della regione gli hanno lanciato contro.
Anzi. Offrire nel Rojava una base aerea
agli Usa, permettere al devastatore imperialista dei popoli di incistarsi nella
Siria martoriata da un vero genocidio, farsi aprire la strada da Forze Speciali
Usa nell’invasione e occupazione di territorio arabo allo scopo di dividere la
Siria, è forse la cosa più abbietta che la sedicente sinistra abbia sostenuto.
Gli Usa, a cui il popolo siriano e i suoi
alleati, russi in testa, hanno impedito di risolvere la questione alla libica e
rotto il giocattolo della guerra surrogata, affidata a clienti locali e ai loro
mozzateste da mille euro al mese, importati da ogni dove, ora chiederanno ai
mercenari di prima scelta di sloggiare e di farsi sostituire dai curdi, meglio
accetti in tutto l’arco “democratico”. Costoro conterranno di venirne ripagati
con un boccone di Siria che sarebbe il doppio di quanto storicamente è
territorio abitato da una maggioranza curda. Come avvenuto in Iraq, con Niniveh
e Kirkuk.e come si vorrebbe che succedesse con Mosul, dove i curdi non ci sono
mai stati, se non ora per commerciare con l’Isis in petrolio rubato.
Tutto questo apre una considerevole
contraddizione tra Washington e la Turchia del mattoide con gli artigli
Erdogan, pilastro Nato nella regione, cui ogni ipotesi di presenza curda
siriana collegata a quella in corso di sterminio dal suo lato della frontiera,
fa venire attacchi epilettici che poi scarica facendo saltare per aria un po’
della propria gente, quella che non mostra di amarlo intensamente. Ma dei curdi
USraele evidentemente non può fare a meno, se deve disintegrare la Siria. E
difficilmente i russi liquideranno gli invasori e spartitori curdi come hanno
fatto con l’Isis. Tanto che li stanno ancora corteggiando, illudendosi di
strapparli agli avversari. Cosa che appare remota, alla luce di quanto Usa e
Israele hanno intessuto finora con le altre componenti della regione curda.
A Erdogan non va tanto bene, ora che i russi
gli hanno tagliato i traffici di petrolio con l’Isis (ma l’UE compensa con i
soldi-premio per trattenere i migranti) e che i curdi siriani occupano quasi
tutta quella zona di confine che avrebbe dovuto diventare la famosa “zona
cuscinetto” all’interno della Siria, dalla quale manovrare verso il cuore del
paese. In compenso hanno i propri jihadisti nel nordovest, intorno ad Aleppo,
che continuano a essere riforniti alla stessa maniera e con maggiore intensità
rispetto a quando ne denunciarono l’ingresso dalla Turchia i due giornalisti di
Cumhurriet, Can Dundar ed Erdem Gul, che Erdogan vuole all’ergastolo. Il sultano
lucidamente fuori di testa ha dalla sua anche Angela Merkel, padrona d’Europa,
e l’UE che, terrorizzata dalla spada di Damocle dei migranti che Erdogan gli
agita sul muso, magari allestendo qualche corpicino di bimbo siriano sulla
spiaggia, con 3 miliardi e mezzo all’anno gli finanzia la guerra santa alla
Siria. Mica i lager della fame e dell’abiezione in cui rinchiude un paio di
milioni di siriani.
Masskiller Usa con insegna YPG
Erdogan?
Un modello.
Una lezione subito appresa dai Fratelli di
Erdogan della Fratellanza Musulmana in Libia, quella prediletta tanto dai
riorganizzatori genocidiali del Medioriente, quanto dai nostri destrisinistri, quelli
con per house organ “il manifesto” o
l’agenziuccola “Pressenza” del Partito Umanista (vedere, nell’ultimo
bollettino, l’orgasmo per l’Obama “antinucleare” a Hiroshima). Vengono tutti
dalla Tripolitania sotto controllo dei FM e delle loro bande jihadiste, e in
particolare da Sabratha, specializzata in ricatti all’Italia anche mediante esecuzione di ostaggi, le
ondate di annegati e sopravvissuti, ora riorientate, dai soliti padrini delle
migrazioni di massa anti-europee, dai Balcani otturati alle coste italiane. A
Erdogan, per tappare il rubinetto che lui controlla, l’UE paga quanto
basterebbe per ricostruire un bel po’ di Siria. A Tripoli, alla marionetta con burattinaio, ma senza teatro, Al Serraj,
non servono soldi (li hanno già sottratti alle casse del popolo libico), ma
armi e, se non basta, armigeri Nato. Non tanto per cacciare l’Isis che i turchi
hanno fatto arrivare via mare e installato a Sirte. Quelli sono cugini e si
toglieranno di mezzo quando arriva il fischio del pecoraro. Piuttosto per
neutralizzare la minaccia di una Libia libica e laica come quella che si
coltiva in Cirenaica con il governo unitario (compresi ghedddafiani) di Al Thinni
e del generale Haftar e grazie al concorso dell’Egitto, alla faccia dei
sabotaggi tipo Regeni (rampollo dello spionaggio anglo-americano) o tipo aerei
di linea fatti esplodere.
Ma torniamo un attimo a Erdogan. E’ vero che guarda
di sottecchi agli Usa con gli occhi iniettati di sangue per come questi si stanno
coccolando e allevando i curdi siriani (che si dicono parenti stretti del PKK
turco). Ma voglio fare una previsione. Tutto si accomoderà. Non s’è trovato
d’amore e d’accordo con i curdi di quel bandito di Massud Barzani, contro il
quale si sta rivoltando metà della sua popolazione? Non trafficano insieme in
petrolio e non gli prospetta un’occupazione curda del Nord Iraq lo
sminuzzamento di un grande paese rivale a forte presenza scita e inclinazione
iraniana? E se alla fine si rassegnerà alla sopravvivenza della Siria, non lo
farà anche perché, pur non avendocela fatta wahabiti e Fratelli Musulmani a
cancellarla dalla faccia della Terra, perlomeno l’hanno mutilata e fratturata
proprio i curdi di quel paese? Quanto ai suoi, di curdi, tra un Ocalan che da tempo
ha calato le braghe e si è riconosciuto turco, purchè un pochino federato, e
una repressione capillare e senza freni, un qualche modus vivendi si verrà pure
a creare. Scommettiamo?
Del resto non fidatevi dei leggeri
arricciamenti di naso che i boss europei esibiscono di fronte ai pinochettismi
di questo satrapo sanguinario, quando elimina giornalisti, giudici,
investigatori, quando toglie l’immunità a parlamentari d’opposizione, quando
passa leggi antiterrorismo di taglio nazista, pretende visti liberi per i suoi
di terroristi e manda affanculo Bruxelles, quando per l’ennesima volta si
scopre che senza i rifornimenti turchi gli assassini della Siria sarebbero alla
canna del gas. Alla vista di quanto Hollande e gli altri Al Capone nelle
capitali europee stanno infliggendo alle proprie società con l’alibi del
terrorismo (autogenerato e, soprattutto, autogestito), non è difficile rendersi
conto che, sotto gli arricciamenti di quei lunghissimi nasi, si allarga a 32
denti il sorriso di chi apprezza nella Turchia di Erdogan il modello del
proprio futuro nazionale ed europeo.
A noi perciò la soddisfazione di essere visti
dai nostri governanti e sorveglianti come Erdogan vede i curdi. Quelli suoi.
Intanto
in Francia e Belgio
Sempre che il virus del 1789 non infetti
anche noi, quello che ora sta imperversando in Francia con cose da noi non più
viste dal 1947, con occupazione di fabbriche, blocco di raffinerie e centrali
nucleari, fermo dei trasporti ferroviari e su gomma, scioperi generali,
studenti e lavoratori e intellettuali e donne sulle barricate, banche in fiamme
e difesa ad oltranza della piazza da un mese e vai, con il contagio che supera
il confine col Belgio. Che ci faccia capire come per prendere la Bastiglia, o
cacciare l’alieno che ci sta sul groppone (che si chiami padrone o Nato), oggi
non serva più l’arma delle armi, chè per quella saremmo fottuti subito, ma
l’arma del blocco di massa del paese. Che contro quello non bastano neppure le
catene delll’emergenza, dello stato d’assedio , della brutalità bestiale del
repressore, dell’occhio del nemico fin dentro il tuo cervello, tutta roba per
cui i noti servizi, per niente deviati, hanno fornito ottimo pretesti. Non
farlo funzionare, lo Stato, significa farlo cadere come un castello di carta
cui venga meno la base. E’ già successo nei nostri tempi, in Venezuela, in
Bolivia, in Ecuador, in Argentina. In Grecia sarebbe successo se non si fossero
fidati di uno sporco rinnegato e delle luride destresinistre europee che con il
belletto ne hanno coperto le brutture.
Magari nei prossimi giorni si vedrà che era
solo un sogno. E che a noi di virus arrivano solo quelli dell’aviaria, o della
mucca pazza.
L’ideologia, l'ideologia
malgrado tutto credo ancora che ci sia
è la passione, l'ossessione della tua diversità
che al momento dove è andata non si sa
dove non si sa
dove non si sa. (Giorgio Gaber)
malgrado tutto credo ancora che ci sia
è la passione, l'ossessione della tua diversità
che al momento dove è andata non si sa
dove non si sa
dove non si sa. (Giorgio Gaber)
Non per dell'inutile sarcasmo, né tantomeno inquisitorio, la genialità e la provocazione dell'artista, che avrebbe dovuto spingere nei meandri della coscienza, è stata benzina sul fuoco che ad uso e consumo è stata usata proprio a sinistra nell'operazione di 'isolamento del dissenso' e cioè, Putin e Assad sono di destra-Vendola e Coelho sono di sinistra-la parte 'arcobaleno del governo' è di sinistra-i governi del nuovo blocco atlantico-latino sono ormai di destra. Tuttavia, la signora Colli, immagino che fu l'acqua che spense la sua passione.
RispondiEliminahttps://www.youtube.com/watch?v=d7at7p--lKI
...e vorrei aggiungere un bel 'bandiera nera' è di destra mentre 'pietà l'è morta' è di sinistra. qsvt.@.
RispondiEliminaCiao Fulvio.Mi hai letto nel pensiero con questo post .Alla luce della criminale ostinazione con cui quello schifoso di Hollande col suo compare perseguono la distruzione dei diritti del lavoro e l'instaurazione di un neofeudalesimo,pensavo proprio alla "sinistra"odierna.I laburisti di Blair,i democratici americani,i socialdemocratici,tutti quegli utili idioti che si definiscono di sinistra.Oggi la sinistra e' peggio,ma molto peggio sul fronte delle politiche sociali non solo del socialismo m,ma anche del fascismo e del nazismo.Sto parlando solo ed esclusivamente delle politiche sociali,sia ben chiaro.Il socialismo ,ma anche fascismo ed il nazismo addirittura 80 anni fa perseguivano politiche sociali ,le sinistre di adesso perseguono la distruzione dei diritti dei lavoratori e dello stato sociale.Ci si scandalizza se la gente torna e tornera' a votare sempre piu' forze di cosidetta estrema destra?Non vedo perche'i lavoratori dovrebbero preferire Hollande alla Lepen o Renzi a Salvini.
RispondiEliminaLuca.
mi vien da ridere se penso che le medesime cose le diceva Berlusconi anche lui partigiano,faceva la staffetta......da destra a sinistra e viceversa in un balletto indecente ma riconoscibile,quelli odierni sono subdoli e vigliacchi inqualificabili come persone prima che come politici.Gaber diceva che il '68 ha perso ed è così,ha perso perchè ha vinto
RispondiEliminaSì, ma lo facevano perché c'era l'Unione sovietica e un forte movimento rivoluzionario. Adesso i nazisti e fascisti non temono una beata m.....a e se ne fregiano di fare il deserto. Senza un movimento rivoluzionario siamo spacciati.
RispondiEliminaLudovico
Un bello e coraggioso articolo. Anzitutto i complimenti a Fulvio che alla sua ragguardevole eta' dimostra di avere energia per sbeffeggiare i falsi miti della Sinistra di oggi ma anche di ieri. Poco fa guardavo Ballaro' e mi veniva la nausea a sentire la Mrs Bildberg Gruber parlare di Islam "moderato" da integrare e moschee dove si disrribuirebbero opuscoli "inaccettabili" rispetto ai diritti della donna, mentre la critica di Cacciari che predica l'integrazione con "l'islam moderato" con la scuola italiana insegnando i valori (Integrazione od assimilazione?) visto che i bambini "sono piu' recettivi" accusa l'Italia di non avere aiutato "l'Islam moderato" per aver fatto affari con i dittatori islamici (in particolare sauditi e Gheddafi secondo il filosofo veneziano). Ma una notizia che mi indigna di piu', sentita da Pandora Tv, riguarda la proroga delle sanzioni alla Repubblica araba di Siria. Divieto di esportazione merci, mentre curdi ed islamisti esportano tranquillamente petrolio non loro, fondi di stato bloccati nelle banche occidentali, divieto per le compagnie occidentali di fare accordi con il governo della Siria. Il motivo sarebbe " non avere favorito una piena e completa transizione politica". In pratica non aver accettato una resa incondizionata. Quelli che hanno prorogato le sanzioni senza alcuna discussione sono gli stessi che parlano di voler portare la crisi ai negoziati.
RispondiEliminaRe: Chi sei tu, quando nascesti e di che parte sei?
RispondiEliminaBertoldo: Io sono un uomo. Nacqui quando mia madre mi fece e 'l mio paese è in questo mondo.
Re: Chi sono gli ascendenti e discendenti tuoi?
Bertoldo: I fagiuoli, i quali bollendo nel fuoco vanno ascendendo e descendendo su e giù per la pignatta.
Re: Hai tu padre, madre, fratelli e sorelle?
Bertoldo: Ho padre, madre, fratelli e sorelle, ma sono tutti morti.
Re: Come gli hai tu se sono tutti morti?
Bertoldo: Quando mi partì da casa, io gli lasciai che tutti dormivano, e per questo io dico a te che tutti sono morti, perché da uno che dorma a uno che sia morto io faccio poca differenza, essendo che il sonno si chiama fratello della morte.
Ciao Fulvio!
Quella di giudicare le persone dal pedigree è stata anche una pratica maoistica, nata per far fuori gli avversari politici e impiegata quindi su scala di massa come mezzo di controllo sociale: non facendo sentire nessuno al sicuro, faceva rigare tutti. Gente mandata a rieducarsi perché il nonno era…, gente che non ebbe accesso a un certo grado di istruzione perché il papà era…, ecc., tutti che controllavano gli ascendenti e i discendenti di tutti. Ora i padroni, pardon, le "forze produttive avanzate", sono membri del partito a tutti gli effetti.
W Bertoldo!
ciao
paolo
Condivido la nausea per la retorica usata per i maro'. Neanche fossero stati protagonisti di aver minato una corazzata inglese come fece de la Penne al porto di Alessandria di Egitto.
RispondiEliminaFuori tema. Fulvio Grimaldi ha superato gli ottant'anni? E va alle manifestazioni (l'ultima volta l'ho visto a quella contro il TTIP) come fosse un ventenne? I miei più vivi complimenti!
RispondiEliminaMichele D'Onofrio
Sembra che non funzioni il "recaptcha" per pubblicare i messaggi con nome
Da ex "Addetto Consolare" ora in pensione, quando ho sentito che la Turchia vuole avere per i suoi "cittadini" libero ingresso in Europa... Gia' immagino passaporti turchi venduti al miglior offerente, Bangla, Paki, Iracheni, Indiani - Siriani e compagnia bella che dovrebbero tenersi e che con il passaporto turco poi entreranno
RispondiEliminatranquilli.
Win Win: miliardi di euro per tenerseli e miliardi di euro per fornigli passaporti.
La Cermania mai e' stata famosa per qui nisciune e' fesso. Poi ci sara' sotto qualche pressione una Merkel che fa piangere una ragazzina palestinese dicendole che la Cermania non puo' accogliere TUTTI e poi dopo pochi mesi annuncia che accogliera' 1 milione di siriani !- viviamo in tempi complicati.
@ alex1
RispondiEliminaD'accordo con te, MA, secondo te questi erano due pazzi che si divertivano a sparare alla prima barca che vedevano.
C'era anche altro personale militare ed armi eppure la maggioranza dell'opinione pubblica crede che c'erano solo i due sfigati. hanno fatto il caprio espiatorio per qualcun altro ? Di certo da buoni meridionali hanno tenuto la bocca cucita.
Pero' non e' che siano stati in un carcere indiano (avrei voluto vedere se la bocca cucita l'avessero tenuta in un carcere indiano, LOL), ma erano agli arresti domiciliari presso la residenza dell'ambasciatore italiano, quindi tranquilli, aria condizionata, buon vitto italiano e sopratutto la paga con gli straordinari esentasse che continuava ad accumularsi sui loro C/C.
Sempre sottaciuto il perche' il Min Difesa "affitto'" militari ad un armatore privato ? La Russa ci ha lucrato ? Sei un privato, cazzo ti affidi ad agenzie di sicurezze private, forse piu' affidabili di questi due cozzaloni.
Per cio' che riguarda il Papa o i suoi immediati predecessori:
RispondiEliminaParoles, paroles, paroles - Preferisco la versione di Dalida contro Mina e il trombone con la voce da alcolizzto - fumatore roco manco mi ricordo il nome RIP:
Paroles et paroles et paroles et paroles
Paroles et encore des paroles que tu sèmes au vent
Voilà mon destin te parler, te parler comme la première fois
Encore des mots toujours des mots les mêmes mots
Ottimo, Lanzo|
RispondiEliminaLanzo condivido il tuo pensiero. C'erano sei marò e forse altro personale "civile" a bordo. Si sono focalizzati con due di loro, forse direttamente colpevoli, forse no, a mio avviso avrebbero dovuto fermare tutti e confrontare le loro versioni.L'ideologia che sta dietro all'ammazzamento dei due pescatori deriva da un razzismo e dal suprematismo degli "esportatori di civiltà superiore". Del senso di "Noi siamo armati, abbiamo una divisa addosso, siamo ben pagati, proveniamo dell'occidente civile, che cazzo ci fanno questi qua a poche centinaia di metri da noi? Come osano? Sono pirati? possibile. Sono un pericolo? forse. Perché rischiare di correre un pericolo sia pure potenziale da parte di persone sicuramente inferiori ed incivili? gle sparamo così vedi come se la danno eh?"
RispondiEliminaNon è un caso che la Marina Militare non ha mai dato una versione propria. Chissà perché...