“Nacque così il socialismo feudale, metà lamentazione, metà libello; metà eco del passato, metà incombere del futuro; colpiva la borghesia al cuore con giudizi amari e spiritosamente laceranti, ma con un effetto curioso, derivante dalla totale incapacità di capire il corso della storia moderna. A mò di bandiera questi signori inalberavano la bisaccia del mendicante, per attrarre il popolo; ma quando il popolo li ha seguiti, ha visto i loro sederi ornati dei vecchi blasoni feudali e si è disperso con fragorose e irriverenti risate”. (K. Marx e F. Engels, Il Manifesto del Partito Comunista).
“Temo non rimanga che tirare un frego sopra tutte le nostre massime morali. La gente è troppo occupata a cercare di salvarsi la pelle. Le buone intenzioni la portano sull’orlo dell’abisso, e le opere buone ve la precipitano dentro”. (Bertold Brecht, L’anima buona del Sezuan)
“Al momento di marciare molti non sanno che alla loro testa marcia il nemico. La voce che li comanda è la voce del loro nemico. E chi parla del nemico è lui stesso il nemico”.
(ancora Bertold Brecht).
Vergogne e Matrix d’Italia
Il 24 settembre scorso su Roma, come ho scritto nell’ultimo articolo, s’è rovesciata una piccola colata di putride vergogne. Era la chiassata pro-curdi e anti-Siria (con la foglia di fico di dare addosso all’orco Erdogan) di quella consorteria di orripilanti ipocriti su cui i sopracitati Marx, Engels e Brecht hanno ai loro tempi già pronunciato verdetti definitivi. Hanno manifestato contro il despota turco con l’evidente effetto collaterale (casuale come quello delle bombe a grappolo Usa lanciate dai sauditi sui civili yemeniti, dai nazisionisti sugli abitanti di Gaza, o del fosforo su Falluja), con l’intento di colpire il legittimo presidente siriano per interposti curdi amerikkkani. Sono esattamente gli stessi – dall’Arci alla Cgil, dal PRC ai trotzkisti, dalle Ong sorosiane alla cupola della disinformazione di regime, fino alla Rete dei Comunisti che vaneggia della nascita di qualcosa di nuovo e bello a Kobane – che lanciano in giro per l’Europa anatemi agli indirizzi dei cosiddetti “populisti, xenofobi, ultradestri”, rappresentando essi stessi la vera, autentica, ultradestra che si sia vista in Europa dopo la caduta del nazifascismo, ma forse anche da prima. Siamo in piena Matrix.
Stanno con l’UE, con la Nato, con i “valori della civiltà occidentale”, con i razzismi dell’eurocentrismo, dai trascorsi e futuri genocidii in chiave colonialista. Stanno con gli interventi umanitari che spazzano via paesi, civiltà, culture e popoli cui si imputa il demerito di farsi governare da “dittatori” cui devono una serenità e dignità che non gli spetta. Stanno con le Olimpiadi. Hanno per House Organ quasi tutta la stampa italiana: dal Corriere al manifesto. Giornaletto, quest’ultimo, cui si consente di incoronare taumaturghi della sinistra i muselidi che via via sbucano dai tombini, o di sparare qualche mortaretto in favore di manifestanti operai, purchè sulle cose che contano, sulle strategie imperiali, da Regeni-Egitto ad Assad-Putin, dal Dalai Lama alle Olimpiadi, si mantengano fedeli alla linea.
Danno degli ultradestri, antipolitici, xenofobi agli altri, mentre fanno passare i curdi per rivoluzionari e gli scuoiatori jihadisti per moderati, cioè esattamente coloro che si vendono da mercenari e masskiller agli interessi e alle operazioni genocide del tecno-nazismo imperiale. Gli reggonola coda, violando ogni briciola residua di deontologia, di ruolo super partes e di guardiani del potere, gli organismi – Federazione della Stampa, Articolo 21 – preposti alla buona gestione della professione giornalistica, tramutandosi così in botoli ringhianti al guinzaglio dei loro domatori. Ne è simbolo supremo una presidente Rai, Monica Maggioni, disinformatrice cronica dai tempi dell’assassinio dell’Iraq., frequentatrice Bilderberg, ora responsabile della Trilateral per il nostro paese: massima autorità del servizio pubblico rappresenta tutti questi presstituti formicolanti nel postribolo dove i grandi papponi complottano per l’avvio del 99% al patibolo in fondo alla via.
“Temo non rimanga che tirare un frego sopra tutte le nostre massime morali. La gente è troppo occupata a cercare di salvarsi la pelle. Le buone intenzioni la portano sull’orlo dell’abisso, e le opere buone ve la precipitano dentro”. (Bertold Brecht, L’anima buona del Sezuan)
“Al momento di marciare molti non sanno che alla loro testa marcia il nemico. La voce che li comanda è la voce del loro nemico. E chi parla del nemico è lui stesso il nemico”.
(ancora Bertold Brecht).
Vergogne e Matrix d’Italia
Il 24 settembre scorso su Roma, come ho scritto nell’ultimo articolo, s’è rovesciata una piccola colata di putride vergogne. Era la chiassata pro-curdi e anti-Siria (con la foglia di fico di dare addosso all’orco Erdogan) di quella consorteria di orripilanti ipocriti su cui i sopracitati Marx, Engels e Brecht hanno ai loro tempi già pronunciato verdetti definitivi. Hanno manifestato contro il despota turco con l’evidente effetto collaterale (casuale come quello delle bombe a grappolo Usa lanciate dai sauditi sui civili yemeniti, dai nazisionisti sugli abitanti di Gaza, o del fosforo su Falluja), con l’intento di colpire il legittimo presidente siriano per interposti curdi amerikkkani. Sono esattamente gli stessi – dall’Arci alla Cgil, dal PRC ai trotzkisti, dalle Ong sorosiane alla cupola della disinformazione di regime, fino alla Rete dei Comunisti che vaneggia della nascita di qualcosa di nuovo e bello a Kobane – che lanciano in giro per l’Europa anatemi agli indirizzi dei cosiddetti “populisti, xenofobi, ultradestri”, rappresentando essi stessi la vera, autentica, ultradestra che si sia vista in Europa dopo la caduta del nazifascismo, ma forse anche da prima. Siamo in piena Matrix.
Stanno con l’UE, con la Nato, con i “valori della civiltà occidentale”, con i razzismi dell’eurocentrismo, dai trascorsi e futuri genocidii in chiave colonialista. Stanno con gli interventi umanitari che spazzano via paesi, civiltà, culture e popoli cui si imputa il demerito di farsi governare da “dittatori” cui devono una serenità e dignità che non gli spetta. Stanno con le Olimpiadi. Hanno per House Organ quasi tutta la stampa italiana: dal Corriere al manifesto. Giornaletto, quest’ultimo, cui si consente di incoronare taumaturghi della sinistra i muselidi che via via sbucano dai tombini, o di sparare qualche mortaretto in favore di manifestanti operai, purchè sulle cose che contano, sulle strategie imperiali, da Regeni-Egitto ad Assad-Putin, dal Dalai Lama alle Olimpiadi, si mantengano fedeli alla linea.
Danno degli ultradestri, antipolitici, xenofobi agli altri, mentre fanno passare i curdi per rivoluzionari e gli scuoiatori jihadisti per moderati, cioè esattamente coloro che si vendono da mercenari e masskiller agli interessi e alle operazioni genocide del tecno-nazismo imperiale. Gli reggonola coda, violando ogni briciola residua di deontologia, di ruolo super partes e di guardiani del potere, gli organismi – Federazione della Stampa, Articolo 21 – preposti alla buona gestione della professione giornalistica, tramutandosi così in botoli ringhianti al guinzaglio dei loro domatori. Ne è simbolo supremo una presidente Rai, Monica Maggioni, disinformatrice cronica dai tempi dell’assassinio dell’Iraq., frequentatrice Bilderberg, ora responsabile della Trilateral per il nostro paese: massima autorità del servizio pubblico rappresenta tutti questi presstituti formicolanti nel postribolo dove i grandi papponi complottano per l’avvio del 99% al patibolo in fondo alla via.
Ci si mettono anche i 5 Stelle
Viviamo nella matrix di un gigantesco menzognificio e nei luoghi e nelle fasi in cui il boia uccidentale e USraeliano si gioca alcune esecuzioni cruciali. Il raggiro, la truffa, l’inganno diventano l’aria che respiriamo. Ora proverò a mettermi la maschera antigas, ma prima un breve excursus verso i 5 Stelle, a costo di ricevere un altro sgrullone di dileggi. Ne ho apprezzato più cose di quante ne abbia criticate e ho sempre avuto qualche problema con chi, un bel po’ a priori, si sbilancia in processi alle intenzioni e arriva a definirli virgulti di chissà quale tenebroso potere cosmico anglosionista, da Bilderberg a Goldman Sachs. I presstituti del giro Bilderberg, comandati dalla Maggioni e Giulietti (segretario FNSI), si vede come trattano i 5Stelle e io qui voglio esprimere tutta la mia solidarietà a coloro che questa canizza di allupati di sangue pentastellato a Palermo l’hanno presa a spintoni e le hanno dato dei “venduti”. Aggiungo il mio entusiasmo per l’incredibile coraggio e probità nella difesa della nostra comunità e dell’ambiente che hanno dimostrato opponendosi con il NO alle Olimpiadi a una delle greppie più ricche e putrescenti che la consorteria facente capo a Bilderberg, Trilateral e Goldman Sachs si era predisposta. In cambi gli consento anche qualche altra cantonata. In tanto una che non hanno commesso è che, tra sedicenti sinistri e sedicenti umanitaristi e sedicenti pacifisti impegnati in piazza a leccare piedi curdi in marcia con le SS americane, loro non c’erano.
Gli amici dei nemici dell’umanità
Per chi hanno manifestato coloro, tutti odiatori dei 5 Stelle, che, secondo Brecht, non sanno (ma lo sanno!) che alla loro testa marcia il nemico e che, ancora meglio, sempre secondo il grande drammaturgo tedesco, sono il nemico che parla del nemico? Per coloro che ai massacratori da quasi sei anni della libera, laica e ben governata Siria hanno concesso sette basi nel Nord della Siria da loro abitata, o recentemente occupata ed etnicamente pulita. L’ennesimo grido d’aiuto viene dall’ennesimo prelato siriano, stavolta l’Arcivescovo siro-cattolico Jacques Hindo, che denuncia – ovviamente al vento degli slogan pro-curdi dei nostri manifestanti – la caccia all’uomo non curdo e non musulmano che l’YPG – fratello del PKK curdo – sta attuando in tutte le aree arabe invase, fino ad Hasakah, ancora contesa tra curdi ed esercito di Damasco, ma dove da interi quartieri i cristiani e non curdi vengono espulsi.
Questa pulizia etnica, garantita dalla copertura militare degli Usa senza la quale l’YPG, nonostante il supporto dell’incenso tribolato dai fan occidentali, resterebbe dove gli spetta di stare, è l’altra faccia dello squartamento della Siria perseguito in termini militari dal terrorismo mercenario e, ora, dal bombardamento Usa diretto con strage di guarnigioni siriane. Grazie alle disponibilità di una comunità curda, a suo tempo cresciuta per l’ospitalità data dagli Assad ai curdi in fuga dalla repressione turca e allo stesso Ocalan, gli americani hanno ora ben sette basi nel Nord della Siria, su territorio curdo, o dai curdi strappato agli arabi.
La prima è più importante è quella di Abu Hajar, vicino a Rmeilan, provincia di Hasaka, dove i curdi hanno lasciato che un vecchio campo d’aviazione per aerei usati in agricoltura venisse trasformato, con una pista di 2,5 km, in possente base aerea dove ora è anche collocato il centro operativo delle FFAA Usa in Siria. Violazione della sovranità siriana, rottura del diritto internazionale, crimine di guerra. Grazie ai curdi. Presidi di Forze Speciali Usa e Nato, ormai migliaia, sono stati costituiti a Mabrouka, nel centro di produzione di cemento Lafarge tra Kobane e Ain Issa (nord-est), ad Ain Issa stessa, a Kobane (oltre 300 militari Usa), a Tel Byder, vicino ad Hasaka, con un eliporto, a Tal Abyadh, dove sono concentrate le truppe corazzate e i loro mezzi. Tutto questo, più la menzionata pulizia etnica, costituisce secondo “Contropiano”, rivista del clan Rete dei Comunisti, il tentativo curdo, “dopo decenni di oppressione di dare concretezza al proprio progetto nazionale e democratico” (sic). Alla faccia della sovranità del paese in cui vivono. Detto da chi un tempo valutava spinte nazionali o separatiste a seconda che fossero in sintonia (Kosovo) o in contrasto (Nord Irlanda) con l’imperialismo, l’affermazione rientra a pieno titolo nell’affascinante mondo di Matrix.
Viviamo nella matrix di un gigantesco menzognificio e nei luoghi e nelle fasi in cui il boia uccidentale e USraeliano si gioca alcune esecuzioni cruciali. Il raggiro, la truffa, l’inganno diventano l’aria che respiriamo. Ora proverò a mettermi la maschera antigas, ma prima un breve excursus verso i 5 Stelle, a costo di ricevere un altro sgrullone di dileggi. Ne ho apprezzato più cose di quante ne abbia criticate e ho sempre avuto qualche problema con chi, un bel po’ a priori, si sbilancia in processi alle intenzioni e arriva a definirli virgulti di chissà quale tenebroso potere cosmico anglosionista, da Bilderberg a Goldman Sachs. I presstituti del giro Bilderberg, comandati dalla Maggioni e Giulietti (segretario FNSI), si vede come trattano i 5Stelle e io qui voglio esprimere tutta la mia solidarietà a coloro che questa canizza di allupati di sangue pentastellato a Palermo l’hanno presa a spintoni e le hanno dato dei “venduti”. Aggiungo il mio entusiasmo per l’incredibile coraggio e probità nella difesa della nostra comunità e dell’ambiente che hanno dimostrato opponendosi con il NO alle Olimpiadi a una delle greppie più ricche e putrescenti che la consorteria facente capo a Bilderberg, Trilateral e Goldman Sachs si era predisposta. In cambi gli consento anche qualche altra cantonata. In tanto una che non hanno commesso è che, tra sedicenti sinistri e sedicenti umanitaristi e sedicenti pacifisti impegnati in piazza a leccare piedi curdi in marcia con le SS americane, loro non c’erano.
Gli amici dei nemici dell’umanità
Per chi hanno manifestato coloro, tutti odiatori dei 5 Stelle, che, secondo Brecht, non sanno (ma lo sanno!) che alla loro testa marcia il nemico e che, ancora meglio, sempre secondo il grande drammaturgo tedesco, sono il nemico che parla del nemico? Per coloro che ai massacratori da quasi sei anni della libera, laica e ben governata Siria hanno concesso sette basi nel Nord della Siria da loro abitata, o recentemente occupata ed etnicamente pulita. L’ennesimo grido d’aiuto viene dall’ennesimo prelato siriano, stavolta l’Arcivescovo siro-cattolico Jacques Hindo, che denuncia – ovviamente al vento degli slogan pro-curdi dei nostri manifestanti – la caccia all’uomo non curdo e non musulmano che l’YPG – fratello del PKK curdo – sta attuando in tutte le aree arabe invase, fino ad Hasakah, ancora contesa tra curdi ed esercito di Damasco, ma dove da interi quartieri i cristiani e non curdi vengono espulsi.
Questa pulizia etnica, garantita dalla copertura militare degli Usa senza la quale l’YPG, nonostante il supporto dell’incenso tribolato dai fan occidentali, resterebbe dove gli spetta di stare, è l’altra faccia dello squartamento della Siria perseguito in termini militari dal terrorismo mercenario e, ora, dal bombardamento Usa diretto con strage di guarnigioni siriane. Grazie alle disponibilità di una comunità curda, a suo tempo cresciuta per l’ospitalità data dagli Assad ai curdi in fuga dalla repressione turca e allo stesso Ocalan, gli americani hanno ora ben sette basi nel Nord della Siria, su territorio curdo, o dai curdi strappato agli arabi.
La prima è più importante è quella di Abu Hajar, vicino a Rmeilan, provincia di Hasaka, dove i curdi hanno lasciato che un vecchio campo d’aviazione per aerei usati in agricoltura venisse trasformato, con una pista di 2,5 km, in possente base aerea dove ora è anche collocato il centro operativo delle FFAA Usa in Siria. Violazione della sovranità siriana, rottura del diritto internazionale, crimine di guerra. Grazie ai curdi. Presidi di Forze Speciali Usa e Nato, ormai migliaia, sono stati costituiti a Mabrouka, nel centro di produzione di cemento Lafarge tra Kobane e Ain Issa (nord-est), ad Ain Issa stessa, a Kobane (oltre 300 militari Usa), a Tel Byder, vicino ad Hasaka, con un eliporto, a Tal Abyadh, dove sono concentrate le truppe corazzate e i loro mezzi. Tutto questo, più la menzionata pulizia etnica, costituisce secondo “Contropiano”, rivista del clan Rete dei Comunisti, il tentativo curdo, “dopo decenni di oppressione di dare concretezza al proprio progetto nazionale e democratico” (sic). Alla faccia della sovranità del paese in cui vivono. Detto da chi un tempo valutava spinte nazionali o separatiste a seconda che fossero in sintonia (Kosovo) o in contrasto (Nord Irlanda) con l’imperialismo, l’affermazione rientra a pieno titolo nell’affascinante mondo di Matrix.
Con Soros: dai Berretti Bianchi in Serbia agli Elmetti Bianchi di Aleppo. Uno per tutti e tutti per Nato.
Nella quale Matrix si muovono e vanno fatti muovere e mostrati all’universo mondo, nel candore illibato dei loro caschi, gli Elmetti Bianchi di Aleppo e dintorni. Sono quei santi e martiri che recentemente, in simultanea con la necessità di distrarre dall’eccidio dell’US Airforce a Der Ezzor e di attrarre sdegno e commozione sull’agonia di Aleppo Est e dei suoi bambini, bambini, bambini, mentre le forze patriottiche stanno per liberare l’intera città, ci sono stati propinati a schermi ed edicole unificati.
Nella quale Matrix si muovono e vanno fatti muovere e mostrati all’universo mondo, nel candore illibato dei loro caschi, gli Elmetti Bianchi di Aleppo e dintorni. Sono quei santi e martiri che recentemente, in simultanea con la necessità di distrarre dall’eccidio dell’US Airforce a Der Ezzor e di attrarre sdegno e commozione sull’agonia di Aleppo Est e dei suoi bambini, bambini, bambini, mentre le forze patriottiche stanno per liberare l’intera città, ci sono stati propinati a schermi ed edicole unificati.
Ovvio anche il sincronismo con lo tsunami scatenato da Usa, Regno Unito e Francia alle Nazioni Unite per ottenere una risoluzione che copra con l’OK del maggiordomo Ban Ki Moon quello scontro diretto con russi e siriani che era reso difficile dalla presunta comune lotta contro l’Isis, ma che ora è stato avviato col bombardamento della base siriana di Der Ezzor, proprio nel momento in cui l’Isis attaccava la guarnigione. Del resto la virago Samantha Power, ennesima femmina terrorista (dopo Albright, Susan Rice,Condoleezza Rice, Hillary e, nella cuccia, Pinotti e Mogherini) con le zanne, gli zoccoli e la coda, ambasciatrice Usa all’ONU, ha ieri dichiarato in forma solenne il suo appoggio a Isis e Al Nusra. Chiarezza è fatta anche per chi finora abboccava. Di sollievo per i siriani, in tali intemperie, è stata la rottura delle perenni esitazioni dei russi quando, da una loro nave, missili hanno polverizzato il segretissimo centro di comando degli aggressori ad Aleppo, eliminando dalla scena ben 30 tra elementi dell’intelligence israeliana, Usa, turca, saudita, britannica e qatariota. Plauso. Era ora di finirla con l’altra guancia.
Un primo episodio, rapidamente archiviato perché di una falsità oscena subito svelata, era quello del bimbo Omran ad Aleppo, calato da un buco, imbrattato di sangue e polvere (poi risultato indenne) e schiaffato sul sedile di un’ambulanza degli Elmetti Bianchi. Non per essere tempestivamente esaminato e curato, ma per essere fotografato, filmato per minuti e minuti e poi sparato addosso al mondo da un’efficienza comunicativa che quel centro operativo colpito dai russi probabilmente assicurava.
L’origine è sorosiana, come di tutte le furberie tese a spianare coscienze fragili e fargli passare sopra i tank e gli F16 della civiltà occidentale. Nel 1999, in pieno bombardamento di Belgrado, li vidi spuntare come “Berretti Bianchi” e fare comunella con quattro scalzacani dell’opposizione cara a Washington, Berlino, D’Alema e al Vaticano. Si qualificavano “forza di pace e di interposizione”. Sì, interposizione tra i fatti e chi li voleva conoscere. Tornati a casa, dalle parti di Pisa, balbettarono ancora qualche minchiata contro Milosevic e poi andarono underground. Erano un primo tentativo, abortito, di far credere che degli spioni e sguatteri dell’aggressore fossero eroici e disinteressati soccorritori e pacificatori sopra le parti.
Stanno ad Al Baghdadi come Bertolaso stava a Berlusconi
In Siria sono maturati. Di questi giorni, coperti di polvere, con in braccio bambini presunti estratti dalle macerie provocate dall’orrido Assad e dal cattivissimo Putin (sono sempre gli unici che sparano), li vediamo corroborare la vulgata che Aleppo Est, ultima ridotta dei jihadisti, stia venendo crocefissa. Cioè coloro che, reclutati per ogni dove da Nato, Usa e Golfo, da 5 anni assediano e colpiscono i tre quarti della seconda città della Siria, sarebbero le vittime di un assedio che non è altro che il sacrosanto dovere del governo di liberare la sua città. Gli elmetti bianchi, autonominatisi anche “Difesa Civile Siriana”, neutrale e disarmata, per quanto attivi unicamente in zone sotto controllo jihadista, da noi sono definiti Ong dei Diritti Umani. Che poi video, non ritenuti degni dei nostri canali, li mostrino aggirarsi baldanzosi con armi a tracolla in mezzo alle peggiori bande di tagliagole, è dettaglio trascurabile.
Dietro? I soliti noti.
Come nel caso di altri elementi della matrix che ci accompagna con dolcezza alla riconquista del mondo da parte delle potenze coloniali, ex e contemporanee, magari passando per una guerra mondiale atomica, tipo Amnesty, Avaaz, HRW, USAID, gli Elmetti Bianchi si apprezzano meglio quando se ne conoscono fondatori e finanziatori. Esce fuori che sono nient’altro che il braccio umanitario del peggiore mercenariato della Nato e di Israele. Fondati a Istanbul nel 2013 da James Le Mesurier, ex-ufficiale britannico e poi mercenario dell’impresa privata di contractors Olive Group, attivo in Bosnia , Kosovo, Iraq, Libia e Palestina. Olive Group, si è poi fusa con la famigerata Blackwater formando la Constellis Holdings. I finanziamenti arrivano da George Soros attraverso una ditta di PR, la Purpose Inc, che lancia campagne internazionali per l’abbattimento di Assad. Fondatore della Purpose è tale Jeremy Helmans che ha pure confondato Avaaz, anch’essa finanziata dalla Open Society Foundation di Soros e diretta da elementi con retroterra Wall Street. Negli anni dell’infiltrazione in Siria, supporto logistico agli Elmetti Bianchi è stato fornito dalla Protezione Civile turca. Nel 2013 ricevono 13 milioni di dollari da Regno Unito, Stati Uniti e idal Consiglio Nazionale Siriano (“governo siriano” di cartapesta a stelle e strisce alloggiato a Istanbul).
Tra i maggiori “azionisti” della farlocca organizzazione di intervento di soccorso e pace è USAID, l’agenzia Usa per lo Sviluppo che è uno degli strumenti principali del Dipartimento di Stato per la destabilizzazione di paesi insofferenti al vassallaggio Usa, come ben sanno i latinoamericani. Una sua relazione del luglio 2015 ammette chiaramente di aver assistito gli Elmetti Bianchi con oltre 16 milioni di dollari. Sempre passando attraverso USAID, il Dipartimento di Stato gli ha versato 23 milioni nel 2016. Lo ha confermato alla stampa, il 27 aprile, Mark Tener, portavoce del ministero.
Umanitari per intervento diretto e No Fly Zone, come Erdogan, Nato, Israele, Golfo e Washington comandano.
Oltre a fare da Protezione Civile per il terrorismo jihadista ad Aleppo, gli EB si muovono anche sul piano politico, invocando costantemente interventi occidentali e, con particolare urgenza al Consiglio di Sicurezza, la famosa No Fly Zone perseguita dalla Turchia. Intervento prontamente realizzato a Der Ezzor, No Fly Zone all’ordine del giorno dell’ONU.
La bufala delle bombe-barile che Damasco rovescerebbe da anni su Aleppo (come se i russi non potrebbero fornire di meglio all’aviazione siriana) è stata diffusa da Raed Saleh, capo degli EB in Siria, spesso fotografato sottobraccio tra “ribelli” inneggianti su prigionieri giustiziati. Dalle bombe come dai gas di Assad, Saleh si vanta di aver salvato 40.823 persone. L’insistenza sui bambini di Aleppo, su cui si straccia le vesti Furio Colombo del “Fatto Quotidiano”, e non solo lui, un giorno sì e l’altro pure, è lavoro suo. Nell’aprile 2016 a Washington gli è stato conferito il “Premio per il contributo all’assistenza umanitaria”. Alla celebrazione, l’oratrice principale è stato Gayle Smith, amministratore di USAID.
Raed Saleh, gradito ospite al Consiglio Atlantico.
Interessante anche la matrice di altri dirigenti degli EB. Mosab Obeidad, il cui assistente è stato scoperto fornire armi per 2,2 milioni ai gruppi terroristi in Siria (Vedi “Al Akhbar”, giugno 2013), era vicedirettore della Croce Rossa del Qatar, il nemico arabo più virulento contro Assad e quartier generale dei Fratelli Musulmani (la cui gazzetta in Italia è il “manifesto”). Altri dirigenti erano, prima di scoprirsi umanitari, capi di gruppi “ribelli”, come Faruq al Habib a Homs.
Specialisti di Photoshop e bufale propagandistiche, gli EB si sono fatti valere, tra le altre occasioni, oltre che con la campagna Omran, di cui ho avuto modo di parlare in un precedente post, con la sequenza strappalacrime dell’Elmetto Bianco di Aleppo che tiene in braccio una bambina sanguinante e racconta di averla recuperata insieme a molti altri civili feriti. Twitter ha scoperto che la foto era un falso. Scattato altrove in altri tempi.
Ce ne sarebbe ancora. Ma quanto qui è esposto è stato ritenuto più che sufficiente perchè agli EB venisse assegnato dalla Fondazione svedese “Right Livelihood Award” quello che è conosciuto come “Premio Nobel Alternativo” e che comporta un assegno di 352.000 dollari. Il premio è stato condiviso con l’attivista femminista egiziana Mozna Hassan, con la russa Svetlana Gannushkina, ferocemente anti-Putin ma pro-migranti e, foglia di fico, con il quotidiano turco Cumhuriyet. Nulla di cui stupirsi. Non abbiamo un Premio Nobel della Pace che dirige ben sette guerre e insegna al mondo come la polizia deve trattare i diversi? Un Giulio Regeni, collaboratore di signori dello spionaggio e degli squadroni della morte, che prende a Napoli, postumo, il Premio Giancarlo Siani, giornalista assassinato dalla Camorra? Non siamo in Matrix? Ci sveglieremo solo quando all’orizzonte vedremo profilarsi un fungo atomico?. Ed è davvero il caso, stando come stanno le cose, di andare a sfrucugliare i Cinque Stelle, unici contro guerre e sanzioni e loro responsabili veri, perchè qua perché là, o di mettersi a contare i peli nel naso a Putin?
Un primo episodio, rapidamente archiviato perché di una falsità oscena subito svelata, era quello del bimbo Omran ad Aleppo, calato da un buco, imbrattato di sangue e polvere (poi risultato indenne) e schiaffato sul sedile di un’ambulanza degli Elmetti Bianchi. Non per essere tempestivamente esaminato e curato, ma per essere fotografato, filmato per minuti e minuti e poi sparato addosso al mondo da un’efficienza comunicativa che quel centro operativo colpito dai russi probabilmente assicurava.
L’origine è sorosiana, come di tutte le furberie tese a spianare coscienze fragili e fargli passare sopra i tank e gli F16 della civiltà occidentale. Nel 1999, in pieno bombardamento di Belgrado, li vidi spuntare come “Berretti Bianchi” e fare comunella con quattro scalzacani dell’opposizione cara a Washington, Berlino, D’Alema e al Vaticano. Si qualificavano “forza di pace e di interposizione”. Sì, interposizione tra i fatti e chi li voleva conoscere. Tornati a casa, dalle parti di Pisa, balbettarono ancora qualche minchiata contro Milosevic e poi andarono underground. Erano un primo tentativo, abortito, di far credere che degli spioni e sguatteri dell’aggressore fossero eroici e disinteressati soccorritori e pacificatori sopra le parti.
Stanno ad Al Baghdadi come Bertolaso stava a Berlusconi
In Siria sono maturati. Di questi giorni, coperti di polvere, con in braccio bambini presunti estratti dalle macerie provocate dall’orrido Assad e dal cattivissimo Putin (sono sempre gli unici che sparano), li vediamo corroborare la vulgata che Aleppo Est, ultima ridotta dei jihadisti, stia venendo crocefissa. Cioè coloro che, reclutati per ogni dove da Nato, Usa e Golfo, da 5 anni assediano e colpiscono i tre quarti della seconda città della Siria, sarebbero le vittime di un assedio che non è altro che il sacrosanto dovere del governo di liberare la sua città. Gli elmetti bianchi, autonominatisi anche “Difesa Civile Siriana”, neutrale e disarmata, per quanto attivi unicamente in zone sotto controllo jihadista, da noi sono definiti Ong dei Diritti Umani. Che poi video, non ritenuti degni dei nostri canali, li mostrino aggirarsi baldanzosi con armi a tracolla in mezzo alle peggiori bande di tagliagole, è dettaglio trascurabile.
Dietro? I soliti noti.
Come nel caso di altri elementi della matrix che ci accompagna con dolcezza alla riconquista del mondo da parte delle potenze coloniali, ex e contemporanee, magari passando per una guerra mondiale atomica, tipo Amnesty, Avaaz, HRW, USAID, gli Elmetti Bianchi si apprezzano meglio quando se ne conoscono fondatori e finanziatori. Esce fuori che sono nient’altro che il braccio umanitario del peggiore mercenariato della Nato e di Israele. Fondati a Istanbul nel 2013 da James Le Mesurier, ex-ufficiale britannico e poi mercenario dell’impresa privata di contractors Olive Group, attivo in Bosnia , Kosovo, Iraq, Libia e Palestina. Olive Group, si è poi fusa con la famigerata Blackwater formando la Constellis Holdings. I finanziamenti arrivano da George Soros attraverso una ditta di PR, la Purpose Inc, che lancia campagne internazionali per l’abbattimento di Assad. Fondatore della Purpose è tale Jeremy Helmans che ha pure confondato Avaaz, anch’essa finanziata dalla Open Society Foundation di Soros e diretta da elementi con retroterra Wall Street. Negli anni dell’infiltrazione in Siria, supporto logistico agli Elmetti Bianchi è stato fornito dalla Protezione Civile turca. Nel 2013 ricevono 13 milioni di dollari da Regno Unito, Stati Uniti e idal Consiglio Nazionale Siriano (“governo siriano” di cartapesta a stelle e strisce alloggiato a Istanbul).
Tra i maggiori “azionisti” della farlocca organizzazione di intervento di soccorso e pace è USAID, l’agenzia Usa per lo Sviluppo che è uno degli strumenti principali del Dipartimento di Stato per la destabilizzazione di paesi insofferenti al vassallaggio Usa, come ben sanno i latinoamericani. Una sua relazione del luglio 2015 ammette chiaramente di aver assistito gli Elmetti Bianchi con oltre 16 milioni di dollari. Sempre passando attraverso USAID, il Dipartimento di Stato gli ha versato 23 milioni nel 2016. Lo ha confermato alla stampa, il 27 aprile, Mark Tener, portavoce del ministero.
Umanitari per intervento diretto e No Fly Zone, come Erdogan, Nato, Israele, Golfo e Washington comandano.
Oltre a fare da Protezione Civile per il terrorismo jihadista ad Aleppo, gli EB si muovono anche sul piano politico, invocando costantemente interventi occidentali e, con particolare urgenza al Consiglio di Sicurezza, la famosa No Fly Zone perseguita dalla Turchia. Intervento prontamente realizzato a Der Ezzor, No Fly Zone all’ordine del giorno dell’ONU.
La bufala delle bombe-barile che Damasco rovescerebbe da anni su Aleppo (come se i russi non potrebbero fornire di meglio all’aviazione siriana) è stata diffusa da Raed Saleh, capo degli EB in Siria, spesso fotografato sottobraccio tra “ribelli” inneggianti su prigionieri giustiziati. Dalle bombe come dai gas di Assad, Saleh si vanta di aver salvato 40.823 persone. L’insistenza sui bambini di Aleppo, su cui si straccia le vesti Furio Colombo del “Fatto Quotidiano”, e non solo lui, un giorno sì e l’altro pure, è lavoro suo. Nell’aprile 2016 a Washington gli è stato conferito il “Premio per il contributo all’assistenza umanitaria”. Alla celebrazione, l’oratrice principale è stato Gayle Smith, amministratore di USAID.
Raed Saleh, gradito ospite al Consiglio Atlantico.
Interessante anche la matrice di altri dirigenti degli EB. Mosab Obeidad, il cui assistente è stato scoperto fornire armi per 2,2 milioni ai gruppi terroristi in Siria (Vedi “Al Akhbar”, giugno 2013), era vicedirettore della Croce Rossa del Qatar, il nemico arabo più virulento contro Assad e quartier generale dei Fratelli Musulmani (la cui gazzetta in Italia è il “manifesto”). Altri dirigenti erano, prima di scoprirsi umanitari, capi di gruppi “ribelli”, come Faruq al Habib a Homs.
Specialisti di Photoshop e bufale propagandistiche, gli EB si sono fatti valere, tra le altre occasioni, oltre che con la campagna Omran, di cui ho avuto modo di parlare in un precedente post, con la sequenza strappalacrime dell’Elmetto Bianco di Aleppo che tiene in braccio una bambina sanguinante e racconta di averla recuperata insieme a molti altri civili feriti. Twitter ha scoperto che la foto era un falso. Scattato altrove in altri tempi.
Ce ne sarebbe ancora. Ma quanto qui è esposto è stato ritenuto più che sufficiente perchè agli EB venisse assegnato dalla Fondazione svedese “Right Livelihood Award” quello che è conosciuto come “Premio Nobel Alternativo” e che comporta un assegno di 352.000 dollari. Il premio è stato condiviso con l’attivista femminista egiziana Mozna Hassan, con la russa Svetlana Gannushkina, ferocemente anti-Putin ma pro-migranti e, foglia di fico, con il quotidiano turco Cumhuriyet. Nulla di cui stupirsi. Non abbiamo un Premio Nobel della Pace che dirige ben sette guerre e insegna al mondo come la polizia deve trattare i diversi? Un Giulio Regeni, collaboratore di signori dello spionaggio e degli squadroni della morte, che prende a Napoli, postumo, il Premio Giancarlo Siani, giornalista assassinato dalla Camorra? Non siamo in Matrix? Ci sveglieremo solo quando all’orizzonte vedremo profilarsi un fungo atomico?. Ed è davvero il caso, stando come stanno le cose, di andare a sfrucugliare i Cinque Stelle, unici contro guerre e sanzioni e loro responsabili veri, perchè qua perché là, o di mettersi a contare i peli nel naso a Putin?
Caro Fulvio,
RispondiEliminaun quadro reale della situazione, ma davvero TRISTISSIMO, TERRIBILE e ALLUCINANTE.
Quando sento una Lucia Goracci raccontare tonnellate di menzogne, mi vien veramente un senso profondissimo di nausea e cambio canale. Comunque la tivvù non la guardo quasi mai, ha da tempo immemore cessato di essere (per me) fonte d'informazione.
Ormai si stanno scoprendo apertamente le carte e i nefandi "uccidentali" mostrano il loro vero volto assassino, corrotto, nonché prepotente, sino alla follia. Assassini, come altro definirli? Ma forse in America c'è ancora qualcuno che non vuole una guerra diretta contro la Russia (che in pochissimo tempo diverrebbe tragicamente nucleare). Difficile a dirsi... i Russi ora sanno bene che l'attuale amministrazione Usa non vuole in nessun modo trattare con loro. Hanno fatto tutto il possibile, e anche di più. Ma la denigrazione e la menzogna nei loro confronti e nei confronti di Assad e dei veri patrioti siriani (gli unici a combattere per davvero i terroristi) ha ormai raggiunto dei livelli, a mio giudizio, non più accettabili.
Max
Grazie Fulvio, finalmente una boccata d'ossigeno.
RispondiEliminaIeri mi è capitato di leggere un articolo di Repubblica scritto da due giornalisti recatisi a New York per intervistare due medici siriani. Arrivati da Aleppo, erano venuti per chiedere a John Kerry un intervento più duro nei confronti della Russia. Nell'intervista raccontavano le solite cose: abbiamo perso la speranza, la colpa è in minima parte dell'Occidente che non è ancora intervenuto, ma soprattutto della Russia che appoggia Assad e bombarda i convogli umanitari. Solite cose che ripetono i cosidetti oppositori in esilio. E al consiglio di Sicurezza Samantha Power attacca la Russia parlando di "barbarie". Perchè invece gli embarghi, i bombardamenti al fosforo e all'uranio su ospedali, scuole, centrali elettriche etc. sono invece umanitari.
Negli ultimi giorni i media sono arrivati a diffondere la voce, caduta in poche ore, che ad Aleppo le truppe govenative avrebbero usato bombe al fosforo bianco. Le prove? Qualche video confuso e diverse testimonianze "autentiche", il tutto senza nessuna verifica.
Ieri sera invece su Rai1 Gianni Riotta conduceva uno speciale su indovinate un po'?
Giulio Regeni. E vai di testimonianze di "paese non sicuro" di "italiani perseguitati dal goveno egiziano" e via discorrendo. Tutti a dare addosso all'Egitto anzichè chiedersi come mai ad Oxford hanno rifiutato di collaborare. Iacona è in buona compagnia.
Le responsabilità del giornalismo sono evidenti. Si prova rabbia e disgusto di fronte alla mistificazione di massa che ci pervade in un modo sempre più invasivo. Io ho rinunciato a dibattere con amici e colleghi che non si fanno mancare alcun luogo comune in nome di un cretinismo schizofrenico all'insegna dei diritti umani di cartapesta, quelli di Hollywood per intenderci o di quell'altro predicatore di professione. Che fare Fulvio?
RispondiEliminaL'unica certezza è che la storia non insegna mai nulla a chi non vuole ascoltare e riflettere. Siamo l'1% che conta zero.
Il senso di colpa verso chi per nostra responsabilità indiretta soffre in modi impensabili per noi è forte.
Ora paghiamo sulla nostra pelle l'inedia di anni se non decenni...
Tutti a trastullarsi sull'onda di una rivoluzione tecnologica nel mezzo del deserto delle nostre società sempre più povere e fragili, come modelli schiavi 2.0.
Grazie Fulvio.
Anonimo@
RispondiEliminaC'è molto scoramento in quel che scrivi ed è giustificato. Ma solo se guardiamo alla nostra provincia, o se vuoi, al nostro emisfero.
Se allarghiamo lo sguardo ci rendiamo conto che siamo ben più dell'1% e soprattutto non ci possiamo permettere di mollare quando guardiamo all'eroica resistenza di certi popoli, a cominciare da quello siriano, da quelli latinoamericani, dall'Eritrea e altri in Africa, per quanto siano difficili le loro condizioni, molto più difficili delle nostre, lottano anche per noi. Quindi niente rassegnazione. Globalizziamo le resistenze e , nel nostro piccolo, cambiamo giro di amici.
A proposito di informazione e di tagli, forse non c'entra niente con questo post, ma si torna a parlare di sanità. I malati di tumore costano troppo. così dice il corriere della sera. Che su di un altro articolo di oggi dice che il punto di forza sarebbe la sanità che "cura tutti ma proprio tutti"
RispondiEliminahttp://www.corriere.it/salute/sportello_cancro/16_settembre_23/tumori-aumenta-sopravvivenza-ma-crescono-anche-costi-a411a8ee-8199-11e6-a75e-55268404eade.shtml
Buonasera,
RispondiEliminaLe chiedo un parere. Perché Al Nusra fa queste affermazioni in un'intervista al più importante giornale di Colonia?
http://mobil.ksta.de/politik/interview-mit-al-nusra-kommandeur--die-amerikaner-stehen-auf-unserer-seite--24802176?originalReferrer=http://www.moonofalabama.org/2016/09/todenh%25C3%25B6fer-interview-with-al-nusra-commander-the-americans-stand-on-our-side.html
Anonimo# Perchè è così e dicono la verità che gli Usa devono, per relazioni pubbliche, occultare (fino a un certo punto ormai, visti i bombardamenti sull'esercito siriano a favore dell'Isis), ma che i terroristi jihadisti possono ormai apertamente rivendicare. Del resto, quale novità è mai il dato che gli Usa, i turchi, Israele e i satrapi del Golfo hanno inventato e lanciato Al Nusra e Isis. Al Nusra viene ormai fatto passare addirittura per opposizione "moderata", perfino da pacifinti come l'Assopace di Luisa Morgantini. Il gioco è scoperto e Al Nusra lo ha ammesso.
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