La Giudecca, girone dei traditori
Tra il 2 e il 4 settembre si verifica una serie di eventi
che sono il segno, direbbe forse Roland Barthes, dell’abisso di degrado e
turlupinatura in cui è precipitata la società occidentale a forza di direzioni
religiose al diapason dell’ipocrisia e della superstizione, di amici del
giaguaro che hanno totalmente inquinato lo spettro dell’azione e del pensiero sinistri,
e di media corrotti fino all’ultima macchia di inchiostro e facinorosamente al
servizio del potere che dovrebbero controllare e contenere. Parlo di papa
Bergoglio, dei commandos nazisionisti
di Charlie Hebdo, di Teresa di Calcutta Premio Nobel e ora pure santa, e dei
rettili sorosiani che si fanno passare per pacifisti e scendono in piazza “per
la Siria” su mandato di chi la vuole uccidere.
Da Je suis a Je ne suis pas
Virtuosi dei due pesi e due misure, sono arrivati a scrivere
“Je ne suis pas Charlie” dopo che,
appena l’anno scorso, urlando a tonnellate di piombo, rotative arroventate e
lenzuolate di carta “Je suis Charlie”,
erano arrivati a stracciarsi le vesti e a ripubblicare il delinquenziale
fogliaccio nella propria testata. Eppure si trattava dello stesso Charlie
Hebdo, della stessa rivista inventata, mantenuta in vita a dispetto della
scarsa circolazione e rilanciata tramite False Flag stragista, dello stesso
campione della satira contro i deboli e le vittime e a sostegno dei forti e prepotenti,
che quindi satira non è per niente. “The
chicken come home to roost” dicono in Inghilterra, colorita metafora
traducibile con “le galline tornano al pollaio” che significa “i nodi vengono
al pettine”. E Charlie-martire ti viene ricacciato in gola.
Lutto planetario, rivolta morale, guerra totale per la
libertà d’espressione, a costo di farsi scuoiare dal Califfo, dopo l’eccidio di
12 embedded sion-imperiali nella redazione di Charlie Hebdo. Uccisi da
sconosciuti mascherati, che però avevano avuto cura di lasciare la loro (?)
identificazione sul cruscotto e che avevano manovrato nel e attorno al palazzo
del giornale per una buona mezz’ora, da vicino osservati (assistiti) da vetture
della polizia che poi si sono cortesemente scansate quando i mascherati,
compiuta la missione, esigevano via libera per allontanarsi. Collaborazione di
Stato tanto apprezzata da essere poi ripetuta al Bataclan (due ore di ritardo
degli interventi, niente immagini della scena della strage, uccisione dei
presunti terroristi) e a Nizza, dove un camion percorre indisturbato 2km di
lungomare affollato, travolge un’ottantina di persone, appare poi senza una
tacca nella carrozzeria nonostante l’impatto con tutti quei corpi (avete visto
cosa succede al cofano quando si urta un cane?), non si lascia dietro né sangue
né corpi sfracellati a 90km/ora, tanto che un preoccupatissimo ministro
dell’Interno ordina alla polizia nizzarda di distruggere tutte le prove
registrate dalle cento telecamere disseminate sul percorso. False Flag da salvare.
E ora lutto nazionale, rivolta morale, guerra totale contro
una simile libertà d’espressione da parte degli stessi “indignados” per la
fetecchia sui terremotati dello stesso rivoltante giornale. Due pesi due
misure, legge mosaica numero uno con cui l’Occidente insegna ad affrontare la
realtà. ”Je suis”, quando raffigurava
il Profeta, che guida 1,5 miliardi di esseri umani uguali a noi, nelle fattezze
di un maiale; “Je ne suis pas”,
quando lo stesso strumento deforme del laboratorio dello scienziato pazzo
nazisionista schiaffa le vittime del terremoto sotto salsa di pomodoro e tra
lasagne. Eppure la coerenza è perfetta. La satira è tale quando sfotte e
vetrioleggia i potenti, è abuso di potere nel nome di associazioni a delinquere
quando sbertuccia, cioè offende, umilia, le vittime e chi contrasta il potere.
Perciò Crozza fa ridere quando impersona Tim Cook, superdelinquente della
corruzione morale e intellettuale universale, oltreché ladrone di tasse, o
quando fa la caricatura del supergaglioffo fiorentino. Non fa ridere quando
motteggia sui Cinque Stelle o sull’ ex-sindaco Marino. Concludendo: Charlie
Hebdo non è che la manifestazione di una volgarità cavernicola a cui la Cupola
mondialista ha assegnato il compito di fomentare, col razzismo e l’eurocentrismo,
quello Scontro di Civiltà che giustifica Stati di polizia e guerre
d’aggressione finalizzati alla dittatura mondiale.
Mummie e streghe.
Tutto fa soldo.
Facendosi precedere dalla santificazione di un papa in odore
di CIA e di un altro papa manifestamente CIA, sobillatore di popoli,
finanziatore di quinte colonne fasciste in collusione con la mafia e
distruttore di Stati sovrani; rafforzata la speculazione su un Anno Santo in
disarmo, sepolto sotto Mafia-capitale, trascinato per le vie della capitale la
mummia di un santo imbroglione,
incazzoso, ma nobilitato dal ruolo di picchiatore squadrista e di falsificatore
di stigmate all’acido, il papa che tutti quelli che a noi stanno sul cazzo
celebrano come un novello fraticello d’Assisi raggiunge un insuperabile apogeo
nella caratterizzazione del suo pontificato (i “segni” di Barthes) con
l’elevazione agli altari di Madre Teresa di Calcutta, autentico ipogeo dell’etica e della verità.
Tuttavia, se si guarda ai meriti dei tanti santificati nel
corso del tempo, Bergoglio fa pure bene, la vecchia ragazza sta in linea. C’è
coerenza, tipo con Santa Elena, madre di Costantino, o con Teodora, imperatrice
di Bisanzio, grandi massacratrici di pagani e perciò grandi autrici di
miracoli. Anche Madre Teresa ne ha fatti. Ne volete un elenco per difetto?
Miracoli degni di
canonizzazione
Visitate da missioni di medici veri (che poi ne scrissero
inorriditi) le cliniche della suora, manco infermiera, manco portantina,
risultavano degli orrendi tuguri sporchi e puzzolenti dove, su brande e
pagliericci, senza farmaci, senza la minima profilassi igienica, agonizzanti da
linfomi, colera, tbc, peste bubbonica, lebbra e tumori allo stadio terminale,
straziati dai dolori, invocavano anestetici e antidolorifici che la Santa
negava perché “il tuo dolore ti avvicina
al dolore di Gesù e ti apre le porte del paradiso”. In compenso li toccava
con le sue dita miracolanti. E i lamenti dei moribondi si trasformavano in
sacramenti. Altra era la cura che la vecchia aveva per i suoi acciacchi. Li
andava a curare nelle più esclusive cliniche svizzere e anche italiane. Ora
potete andare a pregare davanti al ritratto della santa appeso nella clinica
romana “Salvator Mundi”. Le fatture le pagava con le donazioni miliardarie che
riceveva per le sue “opere di bene”.
Un “segno” per capire chi fosse questa santa ci è dato anche
dall’identità dei donatori. Personcine dabbene che, in cambio delle sue
forsennate campagne contro l’aborto e il divorzio e del suo sostegno al loro
modo di condurre le cose, la gratificavano, non solo di ricche donazioni, ma di
inviti a prolungate vacanze nelle rispettive sontuose residenze. Il migliore di
costoro aveva la rogna ed era Ronald Reagan, di cui, ospitata spesso nel suo
ranch a Santa Barbara in California, promuoveva in giro per il mondo le
politiche militari ed economiche che hanno impostato il Nuovo Ordine Mondiale,
come poi perfezionato dai Bush e da Obama e ora affidato a Hillary.
Ronald, il cowboy, era un angioletto rispetto ad altri
donatori presso i quali Teresa cercava ristoro e amorosi sensi. Come Anastasio
Somoza, ultimo della dinastia Somoza che depredò e piagò il Nicaragua dagli
anni ’30 fino alla rivoluzione sandinista del 1979. Il presidente Usa
ammetteva: ”E’ una gran bastardo, ma è il
nostro bastardo”. E Somoza, dittatore dal 1967 al 1979, una delle figure
più sanguinarie e corrotte tra quelle messe su dagli Usa nel cortile di casa
latinoamericano, era pure il bastardo di Teresa. Come lo era un maniaco ossessivo delle stragi dei
suoi sudditi l’altro fiduciario della Cia e del Pentagono nella regione,
Francois Duvalier, detto Papà Doc, dittatore di Haiti dal 1957 al 1971. Gli
succedette il figlio Jean-Claude, Bebè Doc, sul trono fino al 1986. Con questi
due criminali il popolo di Haiti scomparve in un oceano di miseria e di sangue
della cui continuità si occupavano i famigerati “Tonton macoute, i pretoriani del regime antesignani, nella gestione
della società, degli umanitaristi dell’Isis e di Al Nusra. Oceano di fame e di
sangue su cui, grata e soddisfatta, veleggiava la futura santa assieme a Papà e
a Bebè. Ora di Haiti si occupa, in modi non del tutto dissimili, la Fondazione
Clinton. Della cui generosità e ospitalità Teresa, ora nelle grazie del
Signore, non può più godere, ma sicuramente ne trarranno beneficio le sue
suorine.
Duvalier
padre e figlio
Quanto al Premio Nobel, visto quel che ci vuole per
meritarselo, Teresa non poteva fare davvero di meglio quando si precipitò con
tutte le sue 13mila rughe in Kosovo e, da brava mafiosa albanese, si impegnò
alla morte per sottrarre i kosovari albanesi alla sanità pubblica serba e per cacciarli
in quella privata da lei allestita a sostegno e con il conforto dei camerati
tagliagole dell'UCK.
Per ulteriori fatti, storie, miracoli, vicende edificanti
della santa donna, basta fare una passeggiatina per Wikipedia e affini. A
supporto del severissimo processo di canonizzazione vi avrà attinto di sicuro
anche la commissione insediata dal papa. Da questo meraviglioso papa attorno al
quale fioriscono rose, violette, pace e letizia. Fratelli e sorelle buonasera.
Manifestazione
sporca
Manifestazione pulita (Marinella Correggia)
Vermi contro
Stalingrado
Poco da scherzare c’è sui quattro gatti spelacchiati che si
sono radunati il 2 settembre ai Santi Apostoli di Roma per celebrare Siria delenda est, obiettivo fatto
passare per manifestazione per la pace. Erano più numerose le sigle dei
rispettivi attivisti, ma quel che conta è che nell’Istituto di formazione di
infiltrati, spie, provocatori e inquinatori, qualche credito in vista del
diploma se lo sono guadagnati. Nomino solo le sigle più collaudate, quelle in
cima al registro dei buoni: Amnesty, Arci, Tavola della Pace, Un ponte per,
Amici di Padre Paolo Dall’Oglio…. Tutta gente che da anni si fa valere sui
banchi della Buona Scuola Imperiale. L’oggetto sociale di questo florilegio di
amici del giaguaro essendo la riproposizione della guerra d’aggressione e del
colonialismo genocida che vi prospera, in termini di diritti umani, pacifismo,
nonviolenza e democrazia, svolto tale compito nei confronti dell’Egitto delendum est con l’operazione
Giulio Regeni, la convocazione
successiva è stata per “Aleppo, la nuova
Sarajevo”.
Come nel caso della Sarajevo dei pellegrini Nato, preti,
tutine bianche, traffichini Ong, cianfrusaglia nonviolenta varia, dove, per la
gioia di Madeleine Albright e del Clinton maschio, un assedio e una cacciata
della popolazione serba diventavano il martirio dei bosniaci (armati e
addestrati per conto Cia da Osama bin Laden), pianti e lamentazioni occultavano
le metaforiche pugnalate che, nel contempo, si infilavano nella schiena del
popolo siriano. Ovviamente, nella chiassata si sono osservati rigorosamente
tutti i punti dell’ordine di servizio Nato. Una cifra a cazzo di cane, ma
terrorizzante, sulle vittime dei quasi 6 anni di conflitto; la riproposizione,
a dispetto dello sputtanamento consolidato, dell’immagine del bambino Omran,
provata costruita e oscenamente falsa; le tonnellate di cenere sulla testa (di
Assad) per l’infanticidio di massa in corso e sul quale si strappano con
particolare foga i capelli la lobby nazisionista e quella dell’accoglienza UE
(entrambi corresponsabili di quei bambini morti o in fuga); tortura, sparizioni
forzate, bombe sugli ospedali (implicitamente attribuiti ad Assad); e,
immancabile, l’invocazione di corridoi umanitari (esistenti, ma gestiti da
russi e siriani) e della tregua (per consentire agli invasori di riprendersi
dalle mazzate), mai di una fine all’aggressione.Tutti temi in cima alle
priorità delle veline Nato-Golfo-Israele-curdi-jihadisti distribuite ai
collaborazionisti italioti. Insomma, il mandato è stato eseguito, magari con
ridicola consistenza numerica, ma con formidabile spirito di servizio.
Potrebbe apparire incongrua, sul piano della deontologia
giornalistica come su quello della pura logica la presenza di certi partecpanti.
Aleppo è difesa dalle truppe patriottiche e assediata, per un terzo, da
terroristi mercenari. E’ libera e colpita dai mortai e dall’artiglieria di al
Nusra per gli altri due terzi. Gli unici corridoi umanitari sono quelli
garantiti dai russi e gli unici soccorsi arrivano grazie a questi corridoi.
Aleppo è la Stalingrado della Siria, altro che Sarajevo, come intesa a suo
tempo dalle spie pellegrine. Avrebbe poco senso, anzi nessuno, la
partecipazione a una manifestazione di chiaro segno di parte - e di quale parte
poi! - di organismi deputati alla nostra informazione: Articolo 21 e Federazione Nazionale della
Stampa Italiana. Il primo, associazione che si pone come custode del sacro principio
“Stampa cane da guardia del potere”, la seconda, sindacato, cui spetta
garantire ai giornalisti la libertà da condizionamenti ed asservimenti. Come
questi due istituti intendano la loro missione statutaria, a Piazza Santi
Apostoli l’abbiamo visto ribadito e perfezionato.
A proposito, questi due dioscuri del giornalismo libero e
onesto stavano anche alle caciare per l’adepto di John Negroponte, Giulio
Regeni. Noblesse oblige.
Con l’articolo sul presstitute Iacona finalmente stavo per scrivere qualcosa, tipo che anche senza aver visto la trasmissione sulla Libia, ho risolutamente evitato di guardare la puntata su Regeni, convinto che sarebbe stata quello che ho poi letto essere stata basandomi presuntuosamente su un raptus d’esprit de finesse sollecitato dalla mimica e dal modo di farsi inquadrare dalle telecamere in un paio di sue Prese dirette precedenti. Ora con questo articolo sulla Strega santa ecc. torno a non riuscire ad aggiungere nulla tanto è bello, profondo e perfetto.
RispondiEliminaS'aggiunta a fare trio—col me e con mia amica solitudine—questa sua cronaca triste di accadere che narra di com'è una scimmia glabra, signor Grimaldi e grazie
RispondiEliminaCharlie Hebdo e' di proprieta' di famiglia ebraica ma la maggior parte di coloro che vi scrivono e fanno vignette di dubbio gusto sono di matrice ideologica marxista, che rappresenta l'esatto opposto del sionismo.
RispondiEliminaGunther Blumenritt@
RispondiEliminaVuol dire che del marxismo non hanno capito un cazzo. Di solito la matrice ebraica prevale poi su qualsiasi altra componente ideologica, culturale e politica. IN ogni caso sono grossolani e volgari strumentini del razzismo e delle guerre imperialiste.
Ti pareva !! Anche la morte è di origine marxista poichè pone fine alle sofferenze è quindi naturale che la Teresa la facciano santa visto che lei sulle sofferenze ci ha costruito un business
RispondiEliminaInfatti, quelli di Charlie Hebdo "sono compagni che sbagliano", parafrasando un noto politico italiano.
RispondiEliminaCiao Fulvio,
RispondiEliminatutto quanto da te enunciato in questo pezzo, NON fa una piega.
Il primo potere è nelle mani della stampa (di chi la manipola occultamente o meno), dopo viene il potere militare e poi la guerra.
Max
Forse erano compagni, caro gunther sai quanti cosiddetti compagni hanno saltato la staccionata nel tempo, alla fine pure loro tengono famiglia....
RispondiEliminaAnonimo# A me pare che all'origine e al sostegno di tutti i poteri ci sia la religione. Quella più cinica e feroce è indubbiamente quella cattolica.
RispondiEliminaLe religioni sarebbero tutte da abolire. Chi crede... preghi pure chi vuole. Ma a casa propria.
RispondiEliminaMax
Ciao Fulvio e grazie per l'ottimo contributo. Proprio oggi ho avuto un acceso dibattito con un collega al lavoro su varie questioni internazionali. Siamo partiti dall'ultima bufala su Kim Jong-un che avrebbe giustiziato due suoi ministri con la contraerea, con il mio collega che sosteneva che fosse una notizia autentica perchè confermata anche da Repubblica. E vagli a spiegare tutte le balle che raccontano su quel paese. Poi siamo passati a parlare dei Russi, per lui il male assoluto, molto più degli americani. Il motivo? Il nonno della sua ragazza gli ha raccontato di essere stato internato in un gulag per 10 anni assieme ad altri soldati italiani e di essene uscito solo nel 1955 grazie all'ONU. Quindi i russi sono tutti macellai come i serbi. Quando, replicandogli, gli ho raccontato dei ragazzi tedeschi costretti dagli Alleati a rimuovere le mine dalle coste la sua risposta è stata:"hanno fatto bene." E vagli a spiegare che la stragrande maggioranza erano ragazzini appena arruolati per l'ultima disperata resistenza.
RispondiEliminaSiamo infine arrivati a parlare dell'Eritrea, mi ha raccontato che dei suoi parenti erano andati ad un matrimonio e hanno scelto di spostarsi in autobus, rimanendo traumatizzati dalle strade dissestate e dall'autista che girava con il kalasnikov per proteggersi dalle lotte tribali. Per loro sì Asmara è bellisima e ben tenuta, ma fuori dalla capitale sono tutti selvaggi che si scannano uno con l'altro.
Devo dire che mi sono trovato in difficoltà a replicargli. Parlando con lui ho potuto constatare che grazie alla bolla mediatica in cui siamo immersi siamo oramai convinti di vivere nel migliore mondo possibile, ringraziando ogni giorno di vivere nel civilissimo Occidente e non nella barbarie del resto del Mondo. Siamo oramai convinti di avere sempre ragione e che se anche commettiamo i crimini più atroci gli altri sono sempre peggio di noi, perchè noi siamo la "civiltà superiore" e gli altri i "barbari" retrogradi a cui noi dobbiamo portare il "progresso".
Chiedo scusa per il lungo sfogo, ma dopo questa discussione ne avevo davvero bisogno.
Grazie ancora Fulvio per illuminarci portandoci barlumi di verità e, soprattutto, la temutissima versione dell'altro. Oggi più che mai mi sono tornate alla mente le parole che Milosevic ti ha lasciato nella sua ultima intervista. A prorposito, quando ho detto al mio collega quanto lungimirante e profetico è stato quell'uomo il suo commento è stato "sì, ma non aveva previsto che fine avrebbe fatto."
Anonimo@
RispondiEliminaGrazie del racconto, ma lascialo perdere quel collega. E' tempo perso e dai solo soddisfazione alla sua obnubilazione.
Per anonimo e il collega... zombie,
RispondiEliminanon sprecare fiato con dei decerebrati lobotomizzati come il tuo collega. Tanto... guarda... come dice Fulvio, è tempo perso. Il sistema se li mangia e se li defeca sciolti certi poveri idioti boccaloni. Amen.
Max
@Fulvio Grimaldi @Max grazie per il supporto, avete ragione oramai il sistema lo ha assorbito. Tre anni fa avevo avuto una discussione con i miei zii sulle armi di distruzione di massa di Saddam, erano convinti che esistessero davvero e che fossero nascoste in Siria. Questo nonostante il film Green Zone dove una giornalista ammetteva di aver riportato la notizia senza verificarla perchè "era stata fornita da una fonte governativa, non poteva non essere vera". È allucinate cosa riescono a fare i nostri presstitute.
RispondiEliminaIntanto il calciatore kosovaro Perparim Hetemaj, mediano del Chievo, ha rifiutato la convocazione nella appena riconosciuta nazionale. Cresciuto in un centro di accoglienza finlandese, non se l'è sentita di giocare contro la nazione che lo ha accolto. Pare che lo abbiano già minacciato di morte, in perfetto stile Uck. Come lui altri calciatori kosovari hanno rifiutato la convocazione, su tutti Januzaj del Manchester United, il loro migliore talento. E il ct è convinto di arrivare a Euro 2020...
L'altra mattina su Radio tre ho dovuto invece sorbirmi una lungo martellamento su quella povera ragazza morta di tumore, colpevole di aver rifiutato la chemioterapia. E giù di interviste ad esperti come Veronesi, tutti ad accusare il web di diffondere notizie false e a dare degli idioti a chi (secondo loro) si autocondanna a morte rifiutando le cure scientificamente dimostrate. Ad un certo punto arrivavano ad accusare direttamente la ragazza per essersi suicidata senza pensare ai suoi cari, colpevoli anche loro di non averla dissuasa. Sono davvero senza vergogna.
Vedi, caro anonimo, il nostro cervellino... o cervellone... è stato impostato secondo BEN DETERMINATI parametri. La psiche umana spesso rifiuta e nega anche l'evidenza più ovvia. Gli psichiatri sostengono che si tratti di un'autodifesa della coscienza quando la mente viene messa, diciamo per dire, "con le spalle al muro". Facciamo un banale esempio, se parlo con qualcuno dell'attuale rischio, oltretutto REALISSIMO, di un conflitto termonucleare fra superpotenze atomiche, quello rifiuta subito accampando mille motivazioni inconsistenti, oppure glissa cambiando argomento o ti prende per un apocalittico visionario. Inoltre, negli ultimi trent'anni, il cervello delle masse (soprattutto nel crasso uccidente) ha subito, suo malgrado, numerosissimi atti di "pirateria mentale" sotto varie forme.
RispondiEliminaPlasmando subdolamente le menti si indirizzano le azioni, alterando la coscienza collettiva, si ottengono risultati "mirabolanti". E' tutto un processo che vanta radici molto lontane, dalle strategie delle comunicazioni di massa degli anni Cinquanta e Sessanta, fino all'utilizzo osceno e criminale di tecniche, pratiche e tecnologie avanzatissime, e segrete, di controllo mentale. E così eccoci qua, nel nostro sfavillante 2016, come un bel branco di lobotomizzati, assuefatti ed etero diretti. Tanto se ne parli sei solo un complottista... e chi ti crederà mai?
Max
Penso che l'ignoranza e l'accettazione di "verita'" preconfezionate sopratutto in politica sia dovuta piu' a pigrizia individuale dell'ignorante "perche' perdere tempo a documentarsi, quando sia il mio barbiere ed il fruttivendolo condividono il mio pensiero? Come pensare che il nostro mondo non sia migliore di quello da dove vengono quei Quattro malmessi che vengono da noi bisognosi di tutto? e che gli paghiamo casa ed alloggio?".Se poi ci si mettono anche certi siti di informazione "alternative" a fare certe premesse, come mi capito' un sito che ridicolizzava il giornalista che su Repubblica scrisse un articolo sulla presunta esecuzione con la contraerea di un generale della Corea del Nord con fonti incerte(I servizi segreti della Corea del sud)e non confermate, ma nella coda sta il veleno. Si afferma che "il regime non e' certo rispettoso dei diritti umani e feroci purghe sono frequenti, ma non e' questo il modo di fare giornalismo"...Quindi certe verita' non hanno bisogno di notizie attendibili. si critica il modo di dare l'informazione, non si mette in discussione le conclusioni stesse.Sono vere e basta, un assioma da non dimostrare.
RispondiEliminaPer Alex1 , lo disse e lo ripetette fino alla nausea, cinquant'anni fa, il grande ed immenso Pasolini: la televisione vanta un potere dittatoriale inattaccabile, se lanci un messaggio attraverso il media televisivo esso è già, intrinsecamente, e di per sé, un assioma incontrovertibile. Non vi è possibilità di replica. L'assolutismo dispotico del media Tv è naturalmente e indissolubilmente connaturato al media stesso. In altre parole... "puoi dire le cazzate più pazzesche che ti passano per la testa durante la diretta di un qualsiasi "talk show" spazzatura e stai certo che non meno dell'ottanta per cento dei telespettatori abboccherà. Puoi raffazzonare un servizio per un TG con immagini che non c'entrano alcunché con l'evento accaduto e raccontare i fatti in modo impreciso e fuorviante ed anche in questo caso avrai la medesima percentuale di ingannati. La carta stampata vanta pure essa la medesima aura di assoluta credibilità e fondatezza. Anche qui, puoi scrivere delle corbellerie assolute e venir giudicato dai lettori attendibile, serio e professionale al di là di qualsiasi dubbio. Mi vengono in mente i quotidiani fotocopia, le agenzie di stampa etc. . Tutto un sistema mediatico posseduto e gestito dai soliti quattro o cinque padroni che dirigono le masse a loro piacere. I giornalisti, come dei bravi soldatini dicono "sissignore", al padrone, al soldo, ed al potere personale, alla carriera e all'autocelebrazione di sé stessi.
RispondiEliminaPoi esiste anche, come sottolinei tu giustamente, la "poltroneria intellettuale".
"Tanto perché perder tempo a documentarsi?". No, l'informazione (corretta e trasparente) non è solo un diritto, ma è anche un DOVERE. Sì, lo affermo con gran forza, il DOVERE di ogni cittadino. E se il cittadino, NON LO SA, bisogna insegnarglielo. Il cittadino ha il DOVERE, civico e morale, di informarsi e di andare alla ricerca della verità. Monica Maggioni .... ciao ciao... bello il Bilderberg? Allora, non accendiamo più quella "scatola marcia"... per dirla come si diceva anni fa, adesso invece le tivvù sono ultrapiatte e ti spiano pure.
Meno male che esistono ancora giornalisti VERI come Fulvio.
Max
Max