“La Cia possiede ogni giornalista di una certa importanza nei media
importanti”. (William
Colby, ex-direttore della CIA)
“Fino a quando i leoni non avranno i propri storici, il racconto della
caccia esalterà sempre il cacciatore”. (Proverbio africano)
“Verrà il tempo in cui
un politico che abbia scatenato una guerra e promosso conflitti internazionali
sarà altrettanto sicuro di finire sul banco degli imputati e magari anche nel
cappio, quanto un assassino privato. Non è ragionevole che coloro i quali
giocano d’azzardo con la vita delle persone, non debbano mettere a repentaglio
la propria”. (H.G.Wells)
In calce una lettera di
Vincenzo Brandi a Formigli di “Piazza Pulita” (La7), relativa a un suo
autentico servizio alla menzogna e alla disinformazione sulla Siria nella
puntata del 15 dicembre 2016, non adeguatamente contrastata da Alessandro Di
Battista che, invece, avrebbe potuto
valersi dalle conoscenza e competenza del collega di partito Manlio Di Stefano.
Ultim’ora: ufficiali
Nato nascosti ad Aleppo Est
Ci sono due ultim’ora che antepongo al pezzo qui sotto. Per
l’ennesima volta, contravvenendo alla tregua di nuovo negoziata e sancita
dall’inviato ONU, la feccia terrorista, ora assurta a martiri della rivoluzione
democratica nel becero servilismo Usa-Nato-Vaticano di certe Ong italiote, ha
rotto la sospensione tornando a sparare sui civili in fuga dal ridotto ancora
sotto controllo Al Nusra (mascherato da Jabhat Fateh al Sham). Oltre 18mila
sono intanto riusciti a raggiungere le zone liberate dove sono in corso enormi
manifestazioni di giubilo popolare.
Il Consiglio di
Sicurezza si è riunito a porte chiuse per occuparsi di una vera e propria
deflagrazione in faccia a coloro, turchi, giordani, Nato, Usa, che si vantano
di combattere le formazioni jihadiste. Le forze speciali dell’Esercito Arabo
Siriano penetrate nelle zone sgomberate dai terroristi hanno catturato in un
bunker diversi ufficiali europei della Nato.
Le urla scomposte che in queste ore vengono lanciate contro
la Siria, Assad, la Russia e Putin, per l’immane colpa di aver difeso la
civiltà e l’umanità dai rigurgiti dell’inferno,
dal menzognificio mediatico occidentale, dal gregariato politico e Ong,
dagli strilloni da bassifondi dell’etica giornalistica e sociale come il
talk-show de La7, l’osceno appello a Gentiloni di cui più avanti, le corrispondenze
dal fronte e da New York, vorrebbero oscurare l’enormità di una sconfitta dei
loro padrini. La virulenza senza precedenti di questo coro comandato a
bacchetta dal direttore d’orchestra indica che costui ha in mente qualcosa di
brutto, di molto brutto. Forse un segno è stato fatto dare all’eurosicaria
Mogherini, quando, poche giorni fa, ha detto che, in vista di possibili
giravolte di Trump, l’Europa deve adoperarsi per frantumare la Siria in tanti
governatorati autonomi, lasciando al governo centrale il controllo su Damasco e
poco più. Visto che con lo sbrindellato mercenariato jihadista tale obiettivo
non si raggiunge, sarebbe implicito un intervento diretto. Con conseguente
scontro con la Russia.
Ululati della belva
ferita
Ci stupiamo tutti di fronte alla parossistica virulenza con
cui quella che si definisce la “comunità internazionale”, sostanzialmente Nato,
Ue, Usa e suoi clienti e vassalli, cioè coloro che si dispongono agli ordini
della Cupola, ha reagito alla vittoria della Siria e dei suoi alleati ad Aleppo
e all’elezione di Trump. Ma non ci sarebbe da stupirsi, dato che si tratta di
reazione proporzionata all’enormità degli eventi sul piano degli equilibri di
forza planetari. Certo, la misura
totalizzante del sincronismo, della sintonia e della compattezza con cui si
stanno muovendo gli sguatteri mediatici di questa “comunità internazionale”
(che, tra l’altro, non costituirebbe che la rappresentanza politica di un
settimo dell’umanità) fa impressione soprattutto a chi ancora nutriva l’illusione
che dalle nostre parti del mondo sopravvivessero brandelli di democrazia, di
onestà e di libertà d’espressione non conforme.
Se si può dire che questi due avvenimenti non previsti, non
pianificati e non graditi, nella madrepatria imperiale hanno spalancato la
gabbia del rettilario mediatico (e si pensa a serpenti a sonagli o boa conscrictor come Washington Post, New
York Times, BBC e affini), da noi, fatte le debite proporzioni, ci si dovrebbe
ridurre a parlare di verminaio. E qui svettano lombrichi e tenie della forza
dei capi del sindacato dei giornalisti
(parola grossa), compreso quello della più rinomata e autorevole emittente
pubblica dell’intero globo terracqueo (UsigRai), con appresso gli anellidi di
Articolo 21, quel coso fondato da Giuseppe Giulietti a difesa, ovviamente, di
un’informazione plurale, onesta, competente e -. bum! – libera. E pensare che
questi sedicenti sindacati, in quanto garanti della libera manifestazione del
pensiero e della libertà di stampa, dovrebbero rappresentare qualsiasi
legittima opinione che albergasse tra i propri iscritti. E non solo quella di
chi sente suoi affini, forse maestri, gentiluomini che bruciano o annegano
prigionieri, ti educano il pupo
facendogli tagliare gole, emancipano le donne mediante schiavitù sessuale… Una
scandalosa violazione deontologica e statutaria che dovrebbe essere sanzionata
dall’Ordine dei Giornalisti, sempre che un ente degno del nome esistesse.
Un sindacato à la carte
nel bordello delle presstitute
In questo oceanico sottomondo di cialtroneria campano e
prosperano, nel segno della meritocrazia come definita nei regimi della
globalizzazione capitalista e, specificamente, nella sua espressione più
evoluta napolitan-renziana, pisciarelli dell’informazione che, però, assurgono
a cascate del Niagara quando si tratta di lubrificare con la saliva i percorsi
degli elargitori di meriti. La crème de
la crème di questi (FNSI, Usigrai, Art.21), che ci assicurano
un’informazione rispettosa di tutte le fonti e tra esse equilibrata, come ci
perviene da schermi ed edicole, si è sublimata in un appello al premier
Gentiloni Silveri, conte di Filottrano, Cingoli e Macerata, come se una tale
entità esistesse, perché intervenisse a salvare Aleppo dagli abominii inferti
da Putin e Assad. Da questo Felice Sciosciammocca (vedi Eduardo Scarpetta),
caratterista succeduto al bullo cazzaro che, però, attento ai malumori dei
nostri esportatori, azzardava dei flirt con Mosca, chissà cosa si aspettano.
Che mobiliti i residui Romanov all’assalto del Cremlino?
I cari colleghi di Aleppo!
Si parla di “mattanza dei civili” da parte dell’esercito
regolare e, con l’inconfutabile certezza di chi ha visto con i propri
occhi, che “sono stati certamente trucidati numerosi civili di sesso maschile, tra cui anche bambini, le
donne vengono stuprate di fronte ai famigliari, alcune di loro, per sottrarsi a
simili barbarie, stanno chiedendo ai propri congiunti (sentito con le
proprie orecchie, ovviamente) di
ucciderle”. Naturalmente nessuno di costoro ha visto o sentito una beata
mazza. Anzi, l’altro nobile, il loro Conte Zio, Steffan De Mistura, inviato
ONU, si è permesso di violare le coinsegne alle quali è legato, dichiarando
netto netto che per tutte queste accuse non esiste al momento possibilità di
verifica alcuna. Punto. Ma c’è poco da ciurlare nel manico, l’hanno visto e
udito “i nostri colleghi che stanno
raccogliendo queste testimonianze e che sanno di avere le ore contate”.
Dove, incongruamente e disattentamente, agli appellanti sfugge una scintilla di verità. E’ quando dicono “i nostri colleghi”. Lo sono vostri, ragazzi, lo sono!
E sono tutti altrettanti candidati al Pulitzer: “Aleppo Media Center”, intercambiabili
con quelli della “Civil Defence” e brulicanti tra le macerie, mentre
dissotterrano bambini, incappellati da “elmetti bianchi”. Abbiamo capito, sono quei “colleghi” che, al pari dei loro angosciati vindici
appesi all’intervento salvifico di un Gentiloni, nientemeno, bazzicano
unicamente le zone occupate dai “ribelli” (“opposizione” per “il manifesto”). E
con questi, come risulta da numerosi video e foto sfuggiti all’attenzione dei
nostri appellanti, si mescolano quando si tratta di squartare qualche
dissidente filo-Assad, o di celebrare l’avvenuta esecuzione tramite mitraglia
della famigliola che, sottraendosi alla funzione assegnata di scudo umano,
tenta di fuggire verso i quartieri liberati. Colleghi davvero, magari di
mercenariato più che di giornalismo.
Il fatto è che la posta è troppo grossa per tenere i piedi la
finzione di essere liberi informatori nelle libere democrazie occidentali. E
troppo grosso è il committente di questi portatori d’acqua con le orecchie.
Annidato tra Wall Street e Pentagono, si è trovato completamente spiazzato da
due fatti inusitati di cui ha attribuito la paternità a un unico responsabile.
La sconfitta delle proprie armate di lanzichenecchi in Siria, che tanto gli
erano costate in armi, soldo, trasferimento dai quattro angoli del mondo e
copertura propagandistica; e la
sconfitta nella corsa presidenziale di quella che doveva vincere perché
fornitrice del migliore curriculum e delle più ampie garanzie. Con parallela
vittoria della riserva in panchina di cui non si conosce bene l’affidabilità e
che comunque, tra gli occupanti dei piani sotto l’attico della Cupola, sta
suscitando turbolenze inopportune per la gestione dei processi in corso.
Nell’attenuarsi della potenza persuasiva della figura del
“rivoluzionario democratico”, causato da una successione di sconfitte militari
e sputtanamenti legati alle qualità morali, alla simbiosi con i comandi Nato e
Golfo; nel logorìo della “guerra al terrorismo” per sovraesposizione,
sovraestensione e sovraoperazioni terroristiche False Flag; un nuovo uomo nero
urgeva. E non poteva che essere Putin, il grande e nefasto intralcio alla fin
lì indisturbata marcia, su macerie di nazioni e cimiteri di popoli e classi in
eccesso, della globalizzazione di un dominio unipolare e, soprattutto,
unicupolare. (Segue)
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Gentile Dott. Formigli,
La batosta ricevuta dai gruppi terroristi ad Aleppo ha scatenato un'isteria
anti-Assad ed anti-russa che ha sorpreso persino me (che pensavo di non potermi
meravigliare più di nulla) per la sua virulenza estrema.
Si è distinta, tra gli altri, la giornalista Rula Jebreal che durante la
trasmissione da Lei condotta ha sparato con la massima faccia tosta balle e
sciocchezze madornali che non possono essere ignorate.
Aleppo era fino al 2012 la città più prospera e tranquilla della Siria,
ricca di industrie ed attività commerciali. Non vi era stata alcuna
manifestazione antigovernativa. Nell'estate di quell'anno fecero improvvisamente
irruzione in città bande jihadiste armate fino ai denti provenienti dalla
Turchia. Gran parte di questi militanti non erano nemmeno siriani, ma Ceceni,
Uiguri del Sinkiang cinese, turchi, turcomanni, libici, tunisini, ecc.
Alcuni quartieri furono occupati; gli abitanti che non erano fuggiti furono
presi in ostaggio; fu tagliata l'erogazione dell'acqua verso i quartieri non
occupati (dove vivevano i tre quarti della popolazione); tagliata l'energia
elettrica; impedito per molto tempo l'arrivo di aiuti e rifornimenti finché
l'esercito non riuscì a ripristinare una via d'accesso alla città.
Ogni giorno la parte della città rimasta sotto la protezione del governo e
dell'esercito era bombardata a casaccio con i mortai e quei cannoni
improvvisati che lanciano bombole di gas rinforzate con chiodi e rottami di
ferro chiamati "cannoni dell'inferno".
L'accerchiamento e poi lo sgombero dei terroristi (guidati da Fatah Al
Sham, ex Al Nusra, cioè Al Queda) dai quartieri, da loro occupati per 4 anni,
da parte dell'esercito, con l'aiuto dei Russi e dei combattenti di Hezbollah, è
stata accolta con giubilo dalla grande maggioranza della popolazione che non ne
poteva più e chiedeva all'esercito di intervenire con decisione.
Se ne parla nelle numerose testimonianze da parte di numerosi cittadini di
Aleppo, come il vescovo cristiano maronita di Aleppo Tabji, spesso in missione
qui a Roma per chiedere aiuto, o il Dott. Nabil Antaki, le cui testimonianze
penso Le siano già pervenute da altre fonti. Si possono comunque consultare i
siti di informazione quali www.oraprosiria, www.sibialiria,
www.antidiplomatico, CIVGinforma, ecc.
Inoltre penso sia doveroso per ogni giornalista serio consultare non solo
Al Jazeera, la Reuters, o l'Associated Press, ma anche l'agenzia siriana SANA,
Russia Today, l'iraniana Fars o la cinese Xinua, che possono trovarsi sul sito
"siria latest breaking news search 24/7" che riporta tutti i giornali
e le agenzie del mondo.
Naturalmente ciò che vale per Aleppo, vale per tutta la Siria. L'unica
speranza per quel martoriato paese è che tutti quegli stati che stanno
conducendo una guerra per procura contro la Siria (Arabia Saudita, Qatar,
Turchia, USA, UK, Francia, e ahimè anche l'Italia) smettano di interferire,
ritirino le sanzioni che affamano la popolazione costringendola ad emigrare,
riallaccino le relazioni diplomatiche, smettano di rifornire continuamente i
cosiddetti "ribelli" con finanziamenti, armi e nuovi mercenari
freschi provenienti da 90 paesi.
E si smetta anche con la favoletta delle "prime manifestazioni
pacifiche" del 2011 represse, per cui sarebbe nata la rivolta armata. Le
armi, i mercenari, le quinte colonne per provocare un cambio di governo
violento erano già pronte da anni, come ammesso pubblicamente, ad esempio,
dallo stesso comandante della NATO, gen Clarck, già nel 2006!
L'avvenire della Siria e chi la deve governare deve dipendere solo dai
Siriani.
Cordialmente, Vincenzo
Brandi, militante pacifista ed antimperialista con la Rete No War e la Lista No
Nato.
Più che di riforme si tratta di Restaurazione.... in senso ottocentesco.
RispondiEliminaciao ... non ci sto' capendo nulla altri amici comuni la pensano completamente all'opposto sui 5stelle e in particolare su Manlio Di Stefano definendolo un fascista della peggior specie ... che caxxxo succede ? me so' perso qualche puntata??? quhttps://www.facebook.com/ManlioDiStefano/photos/a.167166686674799.38454.152760598115408/1334838066574316/?type=3
RispondiEliminasaluti
Roberto Catalano
bella lettera peccato nata morta dato che le informazioni giuste ogni giornalista degno di questo titolo conosce, si dice "tengono famiglia" ma vorrei sapere come faranno una volta riconosciuta la verità degli accadimenti in Siria a spiegare ai figli che il loro smartphone fatto trovare sotto l'albero è costato il sangue di migliaia di innocenti
RispondiEliminaRoberto Catalano@
RispondiEliminaI tuoi amici sparano cazzate da frustrati. Sono quelli che vedono fascisti ovunque ci sia gente che fa le cose che loro non fanno più, tipo le lotte contro la guerra, per l'ambiente, contro le banche,contro l'assalto alla democrazia. Eccetera. Di DI Stefano basta seguire le attività in parlamento e in FB. Mandali al diavolo, quei tuoi amici fregnoni.
Ciao Fulvio!
RispondiElimina"I bambini russi per i bambini siriani": un'azione che vale oltre quaranta tonnellate di regali e regalini appena arrivati via aerea dalla Russia (https://ria.ru/syria/20161219/1483929132.html). Spero che non lo sappia mai la nostra stampa altrimenti mi immagino già i titoli: "Strumentalizzano anche i bambini (prima di mangiarli)".
Siriani, russi, ezbollah, milizie iraniane, hanno fatto il "lavoro sporco" per liberare Aleppo. Ora, giustamente, arriva l'ONU. Va bene, volete gli osservatori internazionali per controllare le operazioni di evacuazione? Nulla da eccepire da parte russa, a parte il fatto che non si vuole di un problema crearne due: nel corso degli ultimi sette giorni, terroristi hanno continuato a sparare sia sulle zone di evacuazione, sia sulla rotta che portava i pullman a Idlib. E qui, ci vorrebbero far credere, osservatori ONU, Croce Rossa, Mezzaluna Rossa, si muoverebbero agevolmente senza colpo ferire. Da qui la controproposta russa che ha creato un compromesso al voto oggi in consiglio di sicurezza. (https://ria.ru/syria/20161218/1483921946.html).
Giusto per inciso, soltanto ieri, nel Donbass, sono morti dieci soldati ucraini e venti sono rimasti feriti (tutti appartenenti alla 54° brigata) nell'ennesimo tentativo, respinto ovviamente, di forzare a Kalinovka le difese delle milizie popolari di Doneck e Lugansk in direzione Deval'cevo (http://cigr.net/glavnoe/27215-donbass-operativnaya-lenta-voennyh-sobytiy-19122016.html). Morti e feriti che si vanno ad aggiungere ai 9.758 morti e 22.779 feriti certificati dall'inizio del conflitto (dati ONU aggiornati all'ultimo report datato 8/12/16 ripresi dalla stampa russa http://www.vz.ru/news/2016/12/8/848290.html e non https://article.wn.com/view/2016/12/08/Conflict_in_Ukraine_continues_to_take_civilian_toll_UN_human/ ). Domanda secca (e retorica, purtroppo): dove sono gli osservatori OSCE che dovrebbero, in teoria, calmare i bollenti spiriti del cioccolataio Parascenko e delle squadracce naziste dei suoi amici? A quaglie, lo sappiamo.
Anche qui, però, leggendo i rapporti ONU che dovrebbero essere imparziali, si parla di violazini dei diritti umani, crimini, ecc. Altra domanda secca: perché allora quel milione (dicesi 1 milione) di profughi dal Donbass (dati ufficiali: "solo" 730 mila http://ruspravda.info/Poluchitsya-li-zaselit-Rossiyu-bezhentsami-iz-Ukraini-6720.html), invece di gettarsi in UE, la patria dei diritti umani, dove li accoglierebbero a braccia aperte (così come accolgono profughi dall'Africa e dal Medio Oriente…) decide rifugiarsi ancora oggi, dopo anni di conflitto, in Russia? Lo sa, qualcuno, in Occidente, questo? Russi che si beccano, allo stesso tempo, un milione di profughi dal Donbass e sanzioni …
Rido per non piangere, e per farmi passare l'incazzatura, soltanto perché quando parlo con i russi (gente normale, come noi, non parlano come ivan drago e non mangiano i bambini!) di questo ed esprimo in genere la mia indignazione per questo clima da guerra fredda, mi rispondono sempre ridendo: "nichego strashnogo (lett. "nulla di terrificante", non fa niente…). Ci sono abituati…
Un caro saluto e
teniamo duro.
Paolo
allora si .... me so' perso qualche puntats
RispondiEliminaFulvio,amici fregnoni purtroppo sono trasversali.
RispondiEliminaTi ho gia' detto delle luci oscurate per Aleppo nel comune a (pessima ,secondo me)amministrazione 5s di Livorno ...
Luca.
Forse i Russi non sono come noi,caro Paolo.Sono parecchio piu' intelligenti.
RispondiEliminaPerche' quelle merde che governano la ue qualcuno li ha eletti.E qualcuno di quei giornali di merda che abbiamo noi qualcuno li ha ...letti.
Un saluto.
Luca.