“La bussola va impazzita all’avventura / e il calcolo dei dadi
più non torna…Il varco è qui?” (Eugenio Montale, La Casa dei Doganieri)
(In calce l’aggiornamento su Aleppo ricevuto da uno
straordinario esperto)
Nella marca imperiale
Italia siamo tutti presi, affascinati o nauseati, dalla grande agitazione dei
burattini . Si sbattono, battono, scontrano, ricompongono, fondono, sotto
l’occhio vigile di chi li fa danzare ai propri fili in attesa di decidere a chi
affidare il colpo di Stato parlamentare. Golpe 2.0, dopo quelli che hanno
defenestrato in successione, all’insaputa degli elettori, Berlusconi, Monti,
Letta, che tappi la voragine causata dal maglio che il popolo ha calato sui
lavori globalisti in progress verso l’ultrafascismo e la messa in quarantena
dei 5 Stelle. Per tale bisogna dal mazzo dei fiori secchi hanno or ora estratto
il conte Gentiloni, un filo d’erba secca che però s’era reso meritevole quando
ha espresso una goccia di linfa col suo “armiamoci e partite” per la Libia.
Per oscurare questo andazzo da repubblica
delle banane sotto controllo Uniterd Fruits e Monsanto, dalle tradizionali
salmerie che, nella neolingua della perdita di ogni significato delle parole, è
detta “sinistra”, ci si rincorre a offrire puntelli vari. Tipo quell’Asor Rosa,
che sul mattinale fiancheggiatore “il manifesto” si esibisce in una senile, ma
non per questo meno esilarante, lectio magistralis al PD su come interrompere
la sua marcia verso la poubelle (monnezza) della Storia riattivando un nuovo
“centrosinistra”. Alla Bersani, ovviamente, e alla Prodi e alla Amato, quei figuri che, su mandato di
Soros, FMI, UE, Wall Street hanno rottamato ogni bene e sovranità nazionale e
impelagato il paese in tutte le guerre genocidiali imperiali. Al vetusto guru
di una sinistra rivoltata come un liso cappotto, si è precipitato a fornire gli
strumenti operativi, le posate, tal Giuliano Pisapia, noto alle cronache per
aver presieduto da sindaco sui fasti dell’Expo e per aver poi fatto da sgabello al successore che l’Expo
l’aveva dato in pasto ai ladroni amici di Renzi.
Gente penosamente male
in arnese, detriti che si prestano a compattare l’asfalto su cui far viaggiare
la carrozza del nuovo pupo di latta nominato dal burattinaio. Ma siccome de minimis non curat praetor, ritengo più serio e utile occuparsi di un evento che
oggi, nella congiuntura che attraversa il mondo intero, qualsiasi possano
esserne gli sviluppi e l’esito finale, ci ha concesso quell’ejaculatio ritardata che, da
immemorabili pippe olivesche, centrosinistre, landiniane, vendoliane,
bertinottiane, girotondine, tsiprasiane ci aspettavamo. Dopo l’orgasmo
domestico di un popolo che si è sottratto alla narcosi del pensiero unico a
reti ed edicole unificate e all’abbioccamento sui tweet, chat , instagram e
slides, quello cosmico della vittoria del popolo fratello siriano ad Aleppo.
In Siria ci vado dalla
guerra dei Sei Giorni del 1967 quando, inviato di Paese Sera espulso da Israele
per mancanza di rispetto a un capitano dell’esercito nazisionista, incontrai i
dirigenti marxisti-baathisti del presidente Nur Al Din Atassi che aveva guidato
l’esercito siriano nella più valida resistenza all’aggressore israeliano. In
tutte le guerre di resistenza
all’invasore talmudista, dal 1948 in qua, del resto, sono sempre stati i
siriani, cuore geografico e storico della nazione araba, a costituire lo
scoglio più arduo da superare. Non avergli perdonato, i sostenitori di quella
nazione in lotta contro colonialismi originali e di ritorno, il mancato
schieramento a fianco dell’Iraq contro la muta di licantropi. nel 1991 e 2003,
non significa un giudizio negativo sul popolo fratello. Privilegiare l’assurda
contesa interna al Baath, o la scelta di salvarsi tenendosi fuori, sono da
imputarsi per intero a Hafez El Assad, padre di Bashar.
Di che solidarietà
fossero capaci i siriani lo hanno dimostrato accogliendo a cuore aperto e mani
operose, senza le rimostranze di giordani e libanesi, ben 2 milioni di
rifugiati iracheni dai macelli di Clinton, Bush, Obama. Una forza morale e una
nobiltà d’animo che ora si va di nuovo esprimendo nella quinta guerra di
liberazione contro il necrofago israeliano (senza calcolare il decisivo apporto
ai libanesi nelle loro due guerre contro l’invasore).
E potrei scrivere volumi
sull’intelligenza, la maturità, la ricchezza creativa, culturale, la
disponibilità all’amicizia, alla solidarietà, all’affettuosa accoglienza di
questi due popoli indistinguibili, alla saggezza dei loro dirigenti che ne
hanno coltivato l’emancipazione, il benessere, l’apertura laica, l’autostima
negata da millenni di dominatori imperiali.
E nonostante tutto ciò,
quando a un anno dallo scatenamento della furia revanscista dei vecchi e nuovi
colonialisti e del livore di feudatari rigurgitati da secoli bui, terrorizzati
dal contagio di un modello di
protagonismo sociale e di diritti umani veri, mi ritrovai in mezzo a queste
genti, già abbondantemente sanguinanti, non avrei potuto immaginare che la loro
resistenza si sarebbe potuta protrarre, per altri quattro anni e non cedere,
anzi, crescere ancora. C’è stato il concorso di un vero e nobilissimo
internazionalismo, russi, hezbollah, iraniani, volontari iracheni e da altri
paesi arabi, ma è il popolo siriano che non si è fasciato impaurire e
frantumare da quanto tutto un Occidente, dotato di mezzi e di ferocia senza
pari nella Storia, gli ha scagliato addosso in termini di sanzioni genocide,
lanzichenecchi, strumenti di distruzione e del terrore, diffamazione, menzogne.
Aleppo, la seconda città
della Siria, centro della vitalità economica e una delle perle storiche e
culturali del Medioriente, è libera al 93%. Ai cavernicoli assoldati dalle
potenze era stato assegnato il compito di distruggere ed estirpare per sempre
le radici della pianta che è una nazione, la sua coscienza di sé e della sua
vicenda sul pianeta e tra le genti. Come a Baghdad, a Niniveh, a Palmira.
Precondizione per l’obliterazione totale, più che sanzioni, la distruzione di
infrastrutture, case, coltivazioni. La guerra non è finita, come auspica la
sguattera Nato Moghrerini sussumendo gli spasmi di rabbia e frustrazione dei suoi
committenti. La guerra non è finita, ma diversamente da quanto si augurano
questi necrofagi, ha subito una svolta
che ha cambiato il quadro geopolitico, ma anche lo spirito, del mondo. Non
è andata, stavolta, come pensavano. “Il varco è qui?” si chiedeva ancora
Eugenio Montale nella “Casa dei
doganieri”. Era una domanda piena di ansia amara. Per noi si colma di ottimismo
e fiducia. Qualunque cosa succeda, abbiamo imparato qualcosa che avevano voluto
sradicarci dalla mente e dal cuore. L’alternativa c’è, vincere si può.
Purtroppo va aggiunta, all’ultima ora, la tragedia di Palmira,
città simbolo della civiltà umana, ora di nuovo aggredita dalle belve dell’inciviltà.
Risulta che la conquista da parte dell’Isis non è completa, che si sta
combattendo casa per casa, che le forze aeree siriane e russe si stanno
impegnando allo spasimo nella difesa. E’ rivelatore il fatto che la lungamente
annunciata offensiva di Usa-curdi su Raqqa è ferma da settimane e che quella
coalizione di aggressori Nato e loro mercenari, approfittando dell’impegno
siriano su Aleppo, si è spostata su Palmira. Lo scopo di oscurare la vittoria
dei patrioti ad Aleppo è comunque raggiunto.
Quando Bush e Blair
lanciarono la loro guerra finta al terrorismo e vera al genere umano, guerra
potenziata e moltiplicata poi dal più assassino seriale di tutti i presidenti
Usa, non si sarebbero sognato che tale guerra sarebbe stata vinta - già sicuramente sul piano morale e delle
virtù umane - dalle vittime previste e da una Russia che, grazie a essa, si
sarebbe costituita un’altra volta in ostacolo alla corsa folle del treno
imperialista, in difesa del diritto internazionale, della sovranità dei popoli.
E non potevano prevedere che la vittima designata sarebbe stata guidata da un
uomo come Bashar el Assad, oftalmologo educato in Occidente, poliglotta e
cosmopolita, uomo schivo e di una sobrietà inusuale per i costumi del suo
mondo, impreparato alla politica cui lo ha costretto la scomparsa del successore
del padre. Ma la bandiera che oggi sventola su Aleppo liberata reca il volto di
Bashar, come, qualunque cosa accada, lo recherà la Storia di questo formidabile
popolo, della nazione araba, di tutti gli aggrediti e perseguitati.in lotta per
la liberazione. L’avevo sentito ripetere da mille slogan, tra le macerie delle
bombe Usa, tra i corpi straziati del terrorismo mercenario, nei funerali delle
centinaia di migliaia di vittime civili e in uniforme: “Shaab, Suriya, Bashar u bas”, Popolo, Siria, Bashar e basta.
Dopo 6 anni di
apocalittica ferocia, di orrori e atrocità senza paragoni nella storia e nel
mondo commissionati a un mercenariato che di umano non ha nulla, degli attacchi
concentrici di vicini famelici, di tentativi di divisione portati avanti con
gli strumenti più abietti della calunnia e del terrore, di forsennate campagne
di criminalizzazione di cui i gaglioffi di una sinistra infiltrata si sono
fatti mosche cocchiere, la Siria è lì, in piedi. I turchi del sultano pazzoide
occupano crescenti zone a nord del paese, le formazioni curde, disponibili a
ogni nefandezza morale al servizio di qualsivoglia padrone, compiono pulizia
etnica e provano a divorare territori altrui, sono in arrivo nuovi armamenti e
nuovi professionisti Usa e Nato a sopperire alle truffe diplomatiche di John
Kerry finalmente respinte. Ma sostegno del popolo siriano e della sua
leadership si è mosso ora anche l’Egitto, massima potenza dell’area, scioltasi
dal ricatto finanziario saudita e partecipe con le sue forze speciali del
fronte internazionalista guidato dai russi.
Parà russi
ed egiziani
Il quadro oggi del tutto
alterato rispetto a quando i paesi arabi e la loro Lega parevano sotto totale
egemonia saudita e interamente integrati nella strategia USraeliana per il Nuovo
Medio Oriente(tra l’altro stoltamente inconsapevoli che il disegno israeliano
di frantumazione degli Stati arabi, alla fine avrebbe incluso anche loro),
segna il fallimento, oltre a quello del regime
change in Siria, di tutta l’operazione iniziata con la consegna dell’Egitto
alla Fratellanza Musulmana, la spartizione del Sudan, la distruzione della
Libia, il lancio dei terroristi pseudo-islamici contro Iraq e Siria. Ora ci
sono, sullo sfondo, l’Algeria, in prima
fila Iraq e Siria all’offensiva, Yemen non domo a dispetto, anche qui, dello
spaventoso carico di nequizie inflittogli dagli Usa e dai suoi complici
regionali. Ed entra in scena l’Egitto di Al Sisi, reduce da ripetute
esercitazioni militari con i russi, da un’intervista alla TV portoghese in cui
si dichiara a fianco dell’esercito siriano, deciso a svolgere un ruolo
anti-coloniale e anti-islamista sia nel Mashreq, accanto alla Siria, sia in
Libia, al fianco dell’unico parlamento eletto, quello di Tobruk, e del generale
Haftar, anche lui in questi giorni a Mosca. 18 piloti di elicotteri e quattro
generali, secondo l’autorevole As Safir
di Beirut (gli credo perché ne sono stato corrispondente da Roma), sono oggi
operativi presso lo Stato Maggiore delle Forze Armate siriane.
Esercitazione russo-egiziana
Anche se ora si tratta
di respingere il nuovo assalto a Palmira e a riconquistare anche Raqqa, Idlib e
Deir ez Zor, grazie anche a questo nuovo schieramento dall’arretramento si è
passati all’offensiva. In Iraq,dove la situazione è complicata, oltreché dai
soliti curdi e turchi, dalle interferenze Usa a livello politico a Baghdad,
oltreché militare sul campo, come in Siria. E la reazione non si è fatta
attendere. A tutti gangli della centrale di disinformazione e diffamazione
imperialista facente capo a Pentagono, Dipartimento di Stato, Cia, Mossad,
Soros, National Endowment for Democracy, servizi di intelligence Nato, è stato
commissionata una furibonda campagna di contrasto alle ricadute morali e politiche
dei successi di chi si oppone all’imperialismo e ai suoi gregari. Dell’apparato
mediatico main stream va rilevato il ruolo della lobby talmudista, più
implacabile che mai nelle fiocine lanciate contro pesci che parevano in rete e
che sono schizzati via. Tralascio ogni scontato riferimento ai giornaloni e
canaloni televisivi, alle Lucie Goracci e Giovanne Botteri di cui si di quanti
scalini di carriera sia foderato il loro abbandono di ogni decenza
deontologica. Roba scontata.
Più interessante, come
sempre, la militanza di coloro che si travestono da liberi da ogni
condizionamento, pagamento, infiltrazione, corruzione e portano avanti la
mistificazione di un’opposizione che si limita a fare innocue bucce al
fantoccio domestico di turno, per contemporaneamente dare fiato ai pifferai di
Hamelin che devono trascinarsi dietro i bambini da far finire nel burrone.
Così, a colpire il bersaglio piccolo, ecco che, mentre i Fratelli Musulmani
ammazzano poliziotti egiziani in serie (sei due giorni fa, oltre al terrorismo
endemico dei FM nel Sinai) e fanno saltare per aria copti (35, ieri) sotto le
loro chiese, Il Fatto Quotidiano e il manifesto, zitti su queste
sciocchezzuole, ripartono alla cieca contro Al Sisi, manipolando in martire dei
diritti umani il discepolo degli spioni angloamericani di Oxford Analytica, Regeni. Con
particolare livore e totale assenza di fattualità, l’editoriale di un vicedirettore Tommaso Di Francesco,
paonazzo di bile ora che i magistrati italiani hanno apprezzato il lavoro dei
colleghi egiziani e che si fa sempre più trasparente il velo che oscura le
attività di Regeni al servizio di serial killer come John Negroponte.
I Rampoldi, Gramaglia, Colombo, Coen della
lobby ne “Il Fatto”, i TdF, Cruciati, Caldiron di quella del “manifesto” sono ciuchini di
razza incaricati di trainare il carrozzone dei boccaloni e sbatterlo contro Al
Sisi. Ma anche contro la Siria, come già a suo tempo egregiamente fecero contro
Gheddafi, agevolandone il cammino verso il linciaggio gestito da Hillary (non per
nulla loro candidata prediletta in ogni elezione). Sapete come “il manifesto”
ha titolato la liberazione di Aleppo? Pur avendo ottime ragioni per sospettare,
non avreste pensato che sarebbero arrivati a scoprirsi a tal punto: “L’Occidente abdica, Aleppo in mano ai
russi”. Quanto ai mostriciattoli che mitragliano le persone in fuga dai
loro lager, sono “ribelli” ma tra virgolette, ma preferibilmente sono
“opposizione”. Tipo il Labour ai Tory. E
dopo aver spapagalleggiato sugli innumerevoli ospedali “polverizzati dai russi”
secondo la credibile vulgata di MSF
ed Elmetti Bianchi, taciuto sul fatto che ai russi non è stata data mai
risposta alla richiesta di fornire la localizzazione topografica dei presidi
sanitari ad Aleppo Est e definito “in fuga” (da chi e per dove?) i 18milla
cittadini riparati e soccorsi nell’Aleppo liberata, non potevano non ignorare
gli ospedali da campo russi bruciati dai mortai dei terroristi, delle vittime
civili e delle due dottoresse russe uccise,
sacrificatesi per una causa per la quale questi qua dovrebbero sciacquarsi la
bocca prima di parlarne. Senza capirla.
Le dottoresse
russe Nadezhda Durachenko e Galina Mikhajlova
uccise ad Aleppo
Se questi beccamorti ce l’hanno con i
siriani e gli egiziani, figurarsi con i russi!. Anche qui si è scatenato un
uragano di fulmini che le saette di Giove incazzato al confronto sono fuochi
fatui. E, per quanto monotonamente uguale sia la matrice e conformi siano tutti i mezzi di diffusione, di Maestà
od opposizione di Sua Maestà, notevole è la ricchezza di immaginazione
impiegata. Trump è stato fatto vincere da quegli hacker russi che hanno
inquinato, via il povero Assange tappato nell’ambasciata dell’Ecuador, le
comunicazioni. Su ordine dei russi la rete sta diffondendo un’alluvione di fake news, bufale, che depistano la gente dalle verità diffuse dai grandi e onesti
media. Almeno 1000 sono gli atleti russi che, col doping organizzato dai
servizi segreti e da Putin in camice bianco, hanno indebitamente vinto medaglie
a Londra, Sochi e Rio. E magari anche a Roma nel 1960. Trattasi del rapporto
dell’agenzia internazionale anti-doping messa su da quel consesso di
gentiluomini al di sopra di ogni sospetto del CIO, custode delle pratiche
doping messe in crisi dalla correttezza russa. Rapporto basato sulle
“rivelazioni” di un ex-dirigente dell’Antidoping di Mosca, Grigory Rodchenko,
riparato dove? Ma degli Usa, dove se no, da dove, dotato di asilo e vitalizio,
lancia queste bombe puzzolenti contro i vincitori di Aleppo, ma anche contro i
mondiali di calcio del 2018 assegnati alla Russia. Prove? Tappi di provette con graffietti, buchi nelle
pareti da cui sarebbero passate le provette da alterare… Fuffa.
E sapete, passando alla specialità
tutt’americana di decerebrazione da infotainment, chi ha superato nel ruolo di
malvagi da obliterare nei videogiochi gli alieni, i terroristi, i musulmani
generici i latinoamericani. Sorpresa? Mica tanto, i russi.
In modo che l’occidentale,
scornacchiato in Siria,possa ancora sentirsi superiore.
Anche grazie al papa, che mai ci fa
mancare la sua saggia e semidivina parola. Ecco come si è espresso all’Angelus
su Aleppo liberata: “Non dimenticare
Aleppo”. Un papa dalla parte dei
carnefici? E vi sorprende? Elmetti bianchi e trucidatori Al Qaida e Isis: una
prece, seppure cristiana.
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Ciao
Fulvio!
Qui ogni mattina c'è una sorpresa... davvero gli eventi stanno prendendo una
piega sempre più vorticosa e, per certi versi, complessa.
Aumentano gli "attori" in campo, in questa scacchiera dove le regole
sono scritte sulla casella stessa e già non valgono più per quella a fianco.
Come fonte principale utilizzo la RIA Novosti perché hanno un monitoraggio
costante sulla Siria, seguendo gli eventi sia traducendo le fonti arabe, sia
con giornalisti in loco. Producono una quantità impressionante di materiali
come cronaca puntuale e come "analitika", come la chiamano loro. E in
questo giorno sono successe tante cose.
Attualmente, la situazione ad Aleppo è decisamente migliorata. Negli ultimi due
giorni 50.000 persone sono riuscite a lasciare l'enclave occupata dai
terroristi, fra cui 1.200 hanno deposto le armi.
(dalla conferenza stampa dell'esercito russo di ieri:
https://ria.ru/syria_mm/20161210/1483295083.html )
Dato aggiornato con gli sviluppi della notte scorsa, con altri 2124 evacuati
(di cui 1007 bambini) e 291 terroristi arresi.
https://ria.ru/syria/20161211/1483310849.html
Dati estremamente confortanti, che cozzano però con le contromisure che USA,
Turchia ed EI stanno prendendo in maniera "stranamente" (mi piace
usare eufemismi...) coordinata.
Mi riferisco all'ingresso di Jabhat an nusra, ovvero dei terroristi di Al Qaeda
che stanno mollando Aleppo, nella città di Al Bab... grazie al fuoco di
artiglieria turco!
https://ria.ru/syria/20161210/1483301048.html
Al Bab è una città di estrema importanza strategica a nordest di Aleppo, finora
in mano all'EI, per loro fondamentale in quanto rappresenta il principale
corridoio di approvvigionamento dalla Turchia.
https://www.google.it/maps/place/Al Bab,
Siria/@36.3710463,37.5168019,13z/data=!4m2!3m1!1s0x15303d964c89c6fd:0x407b6e03a728ccc7?hl=it-IT
Hanno provato tutti, a più riprese, a impadronirsene: i curdi da sud e
l'esercito siriano da sud-ovest.
Ora, attestano le fonti, a entrare sono i jihadisti di An nusra appoggiati dai
turchi. CIò significa che, una Aleppo libera, rischierebbe nel corso di pochi
giorni di trovarsi essa stessa in una sacca turco-jihadista: a nord dopo la
presa di El Bab e con i territori occupati dall'operazione "Scudo
Eufrate", e a sud dai territori occupati dall'altra formazione jihadista
Jeish Al Fatah. In sostanza, una situazione magmatica e in piena evoluzione che
non dà adito a quelle che sono le reali intenzioni degli attori in campo,
ufficialmente, "contro l'isis".
Esercito islamico che, nel frattempo, ha assestato un duro colpo a Palmira.
Concentrando le sue forze a tenaglia, ha tentato un attacco a sorpresa, sfruttando
il dislocamento di gran parte delle forze siriane in altri settori, riuscendo
quasi nell'impresa di riprendersi questa città, insieme chiave e simbolo.
Impresa fallita miseramente.
https://ria.ru/syria/20161211/1483304975.html
https://ria.ru/syria/20161211/1483303393.html
Un'imponente azione coordinata di forze di terra (reparti speciali ed esercito
regolare) e di forze aeree siriane e russe ha consentito non il ripiegamento
delle forze dell'EI sulle posizioni precedentemente occupate. In pratica, si è
trattata della stessa tattica suicida impiegata con successo in passato dai
terroristi, tesa più che altro a costringere forze dislocate in altri fronti a
ripiegare e a impegnarsi a fondo per non perdere avamposti o centri di
importanza strategica. Una battaglia di corto respiro da parte dell'EI, se ci
si limita a osservarne il risultato finale, ma di importanza vitale al fine di
consentire ad altri, per esempio, l'occupazione di posti chiave al posto delle
forze regolari siriane in quella terra di nessuno che, in molti punti, è
diventato ormai il Califfato.
Non sono per niente tranquillo e ne vedremo delle belle.
"L'occidente abdica,Aleppo in mano ai Russi".
RispondiEliminaUn titolo che neanche "Il Candido" negli anni 50...Quel giornale che non voglio neanche nominare ,non e' piu' buono neanche come carta da culo. Avrei paura delle infezioni.
Luca.
Caro Fulvio, potresti fornirmi un link dove si evince che Medecins Sans Frontières afferma che i russi bombardano gli ospedali?
RispondiEliminaCome siamo caduti in basso. Ridotti a sperare che uno come Trunp possa portare sollievo alle sofferenze umane planetari.
Claudio
Ciao Fulvio,
RispondiEliminala situazione a Palmira permane critica. Fortunatamente, l'ottanta percento della popolazione è stato evacuato con successo prima dell'invasione da parte di migliaia di terroristi dell'ISIS.
Purtroppo, l'impiego massiccio delle forze aeree del fine settimana è servito solo a fermare la prima ondata di attacchi. Rientrate le forze aeree alla base, sono "spuntati" dal nulla circa cinquemila soldati provenienti da Mosul e diverse migliaia di soldati provenienti da Raqqa. Soldati che sono passati subito all'offensiva utilizzando una tattica tipica della guerriglia, teorizzata già dal generale Zhu De, prima ancora di Mao: muoversi velocemente intorno a un avamposto nemico fino a soverchiarne, quantitativamente, la capacità difensiva in questo caso, e annientarlo. Ripetuto diverse volte, tale accorgimento consente di smantellare anche le casematte più guarnite. In questo, le cosiddette shahid-mobile, ovvero macchine blindate imbottite di tritolo e lanciate a bomba contro la prima linea nemica, seguite da un attacco veloce e in massa di artiglieria leggera e pesante, hanno ricoperto un ruolo fondamentale.
Ora, occorrerà dare tempo alle forze siriane di raggrupparsi e passare alla controffensiva. Nel frattempo, occorrerà tenere la posizione. Il danno, tuttavia, c'è stato. (schemi e cartine, come al solito, da cigr.net http://cigr.net/glavnoe/27196-siriya-boi-pod-palmiroy-12122016.html )
Inutile dire che le forze di terra siriane erano in totale inferiorità numerica e hanno scelto di evacuare una popolazione altrimenti indifendibile.
I russi puntano l'indice sui servizi segreti che hanno fatto cilecca (questo, a scanso di equivoci per chi dice che la colpa è sempre degli altri). Non sono stati in grado né di scoprire, né di vedere, quanto si stava pianificando, probabilmente, da settimane se non mesi.
Detto questo, occorre anche ringraziare:
1. Chi, invece di accerchiare Mosul, ha lasciato aperto il corridoio ai terroristi, guarda caso, per la Siria, e non ha segnalato il movimento di truppe sia in uscita dalla città, sia al confine iracheno
2. Americani e Curdi che hanno smesso di attaccare Raqqa, rendendo così materialmente disponibili forze fresche per l'attacco a Palmira
3. "Tregue umanitarie" a senso unico e della durata di diverse settimane che, in questo caso, hanno consentito ai terroristi di raggruppare le loro forze e pianificare un attacco di massa di queste proporzioni. Se la tregua umanitaria, che certamente è benedetta dal Cielo per motivi, per l'appunto, umanitari, ha una durata indefinita e consente a chi ha le mani sporche di sangue di riprendere a fare il suo lavoro, forse è il caso di rivedere anche questo punto in un'ottica non di "doppi standard".
Un caro saluto.
Paolo
Per non dimenticare: 12 dicembre 1969 a Milano. Io all'epoca dicevo le prime parole, e non potevo certo capire il clima di quegli anni direttamente, ma due considerazioni mi vengono in mente. La prima è che se solo uno avesse detto quegli elementi inconfutabili che, nonostante i vari depistamenti, falsi testimoni ed imputati che hanno preso il volo per l'estero, è venuto fuori fino ad adesso, contestando la pista anarchica, sarebbe stato definito "complottista". La seconda è che oggi il quadro politico della strage è fin chiaro, pista dell'eversione nera collusa con gli apparati dello Stato per fermare il movimento operaio e le sue rivendicazioni. Lo stato d'assedio ed il potere ai militari fu evitato, sembra solo da Aldo Moro (che pagò poi forse anche questo) mentre sembra il "socialdemocratico" Saragat fosse favorevole al golpe.
RispondiEliminaClaudio@ Ma come, se l'altro giorno hanno manifestato a Montecitorio contro i bombardamenti russo-siriani su Aleppo Est! Comunque vai su google, digita pressenza e ti esce un'agenzia di infiltrati e se nella finestrella "cerca" scrivi MSF, ti escono un sacco di notizie.
RispondiEliminaQuando era evidente , ed i Russi e il "regime" di Assad lo denunciavano ,che l'"offensiva"americana lasciava fuggire i tagliagole dove volevano senza incalzarli ne' tanto meno bombardarli ,i c.d. "media" occidentali facevano orecchie da mercante.
RispondiEliminaL'ennesimo aiuto all'isis di obama che vuole annegare nel sangue fino all'ultimo quel premio nobel per la pace , l'ennesima finta offensiva , un po' come quando la "coalizione a guida usa"bombardava le dune del deserto.Quello tra la "coalizione" e l'isis sembra un incontro di Wrestling su larga scala.Fanno finta di combattersi ,in realta'conducono insieme il gioco.
Luca.
@Alex1: in Italia non si muove foglia che l'Amerika non voglia. La stagione delle bombe fu un regalo amerikano. La feccia fascista fu solo la mano d'opera. I motivi sono quelli che hai ricordato tu più il contenimento del Pci, vecchio chiodo fisso degli Usa. Da notare che il clichè orchestrato del colpevole pre-costituito ricalcava quello usato per l'omicidio Kennedy. Infatti per incastrare Valpreda fu utilizzato un sosia (quello che prese il taxi a Milano per 200 metri di strada. Anche per Oswald fu usato un sosia, come dice Massimo Mazzucco. Invece, a proposito dei giornalisti venduti alle bande massoniche criminali, l'altro giorno ho ascoltato la Goracci definire i terroristi "opposizione armata". Oramai non c'è più limite alla prostituzione. Spero solo che la signora (si fa per dire) approvi una evntuale opposizione armata in Italia.
RispondiEliminaBuone cose a tutti.
Frase tua...
RispondiElimina###@ Di che solidarietà fossero capaci i siriani lo hanno dimostrato accogliendo a cuore aperto e mani operose, senza le rimostranze di giordani e libanesi, ben 2 milioni di rifugiati siriani dai macelli di Clinton, Bush, Obama @###
Naturalmente volevi dire rifugiati irakeni...
E pensare che mi lavo col sapone di Aleppo ed è ancora in vendita...mah..
Slobbysta
Ciao Fulvio,
RispondiEliminaQuando la realtà supera l'immaginazione…
In una Aleppo liberata ormai al 98% (https://ria.ru/syria/20161213/1483475447.html) hanno fatto una scoperta MOLTO interessante…
in un arsenale dei terroristi hanno trovato merce fresca fresca (data imballo 2015) di origine bulgara (Paese NATO), più precisamente ARCUS Co. - Lyaskovets
https://ria.ru/syria/20161213/1483480251.html
L'articolo poi prosegue dicendo che il canale bulgaro per l'approvvigionamento di armi e munizioni NATO era cosa
nota da tempo e che ora, grazie all'evidenza dei fatti, la cosa sarà portata sia in sede di Consiglio di sicurezza dell'ONU, che nel Consiglio Russia-NATO imminente.
A proposito di coincidenze…
Un caro saluto.
Paolo
Roberto@
RispondiEliminaAnche Chiara Cruciati del "manifesto" definisce i mercenari terroristi "opposizione". Rossanda, al tempo della Libia, era arrivata a rivelarsi del tutto definendoli "rivoluzionari democratici da sostenere con brigate internazionale tipo Spagna".
sdlobbysta@
RispondiEliminaGiusto. Grazie della correzione.
Ormai la Siria non cadrà nelle mani dell'uccidente e delle petrol-monarchie. Temo però qualche bruttissima mossa prima del giuramento di Trump. Giusto per far terra bruciata intorno alla nuova amministrazione e lasciarla con una bomba in mano senza sicura... Trump non brilla di certo per valori progressisti e democratici, ma, se non altro, non vuole assolutamente una guerra contro la Russia, come auspicava la terribile guerrafondaia Clinton e gli psicopatici neocons. Disposti, questi ultimi, anche ad un confronto nucleare contro i russi. Pura follia. L'Europa intanto continua con l' assurdità delle sanzioni anti russe e a gettar fango lordo ed infame sull'operato di Putin, sia in Siria che nel mondo, mentre continua beatamente ad essere pappa e ciccia con i terroristi. Che schifo.
RispondiEliminaMax
Da vedere I titoli catastrofici su Aleppo del Corriere della Sera on line. Proprio a liberazione avvenuta, non so se alla liberazione di Ho chi Min ville (ex Saigon) hanno titolato con argomenti simili quali "orrori, stragi". In piu' la solita rubrichetta 27esima ora, sito delle ultra femministe portava due eroine delle femministicamente corrette. Madonna e la Killary Clinton, la prima ultra pubblicizzata da trent'anni a questa parte, forse anche oltre le sue capacita' di artista, che si lamenta di essere discriminata come donna (mah) la seconda su cui si e' detto tutto...
RispondiElimina@ Roberto: Oggi ho l'impressione che non sia piu'tanto cosi', il discorso che gli USA in quanto tali fanno dell'Europa quello che vogliono rischia solo di diventare un po' un alibi, come un certo 'antiamericanismo' di una certa sinistra ha portato a sostenere l'europeismo, un "esercito europeo" spesso in nome di una "eccezionalita' europea". Oggi per paradosso e' possibile che siano l'UE ed I suoi rappresentanti economici e politici di spicco che hanno paura di in "riposizionamento" possibile della politica di Washington secondo la "linea Trump" che se realizzata, lascerebbe l'europa da sola che non potrebbe continuare la linea del "nemico russo", del "Putin dittatore" al punto che anche la coesione interna fra gli Stati potrebbe essere indebolita. Potrebbe veramente esistere un'Europa che porta Avanti una politica espansionista verso Est ed antirussa senza il supporto degli Usa?
La storia di un soldato italiano scampato alla fucilazione americana, subito dopo lo sbarco in Sicilia, dei prigionieri. Una pagina da non dimenticare e da ricorsare agli alfieri del "democratically correct". Non erano solo i tedeschi che fucilavano prigionieri.
RispondiEliminahttp://www.corriere.it/cronache/16_dicembre_10/addio-giuseppe-giannola-l-aviere-italiano-fucilato-tre-volte-americani-sicilia-guerra-1943-76998af6-bed1-11e6-b7f0-2f6636f68ecb.shtml
Alex1@ Per la precisione. Dei tedeschi non era pratica corrente fucilare i prigionieri, nè lo era degli alleati. Fino alla seconda guerra mondiale la convenzione di Ginevra ha tenuto abbastanza. Semmai i tedeschi fucilavano prigionieri partigiani con lo strumentale pretesto che non si trattava di soldati inseriti nell'esercito di uno Stato, ma irregolari, "banditi". Formula ripresa alla grande dagli Usa in Vietnam contro i Vietcong e poi addirittura sancita da quelle fetecchie di Amnesty quando accettarono tale definizione per la resistenza guerrigliera saddamista contro gli occupanti Usa.
RispondiElimina@Fulvio: non intendevo dire che tutti lo facevano regolarmente, ma visto che in una certa sinistra democraticista i tedeschi sono i guerrafondai violenti per definizione, volevo far ricordare anche certe prassi applicate dai "democratici", come giustamente dici dalla seconda guerra mondiale in poi, prassi non frutto di improvvisazione ma di disposizioni date. Davvero Amnesty si è detta d'accordo per la fucilazione dei resistenti in Iraq?
RispondiEliminaAlex 1@ E già e anche l'ONU. Ma non chiedermi di ritrovare il documento relativo, ci vorrebbe una vita, roba di 12 anni fa...
RispondiEliminaFra l'altro anche mio nonno fu imprigionato per alcuni giorni dai tedeschi nelle Marche, non era resistente combattente ma fu denunciato da un fascista repubblichino suo concittadino, in quanto era su posizioni antifasciste e molti lo sapevano. Fu rilasciato da un maggiore austriaco, ma ci fu ritorsione decisa da altri ufficiali per un'attentato verso altri dieci che furono fucilati. La fucilazione non era quindi automatica, dipendeva dalle decisioni dei comandi anche se per I resistenti armati spesso l'alternativa erano I campi di concentramento.
RispondiEliminaNon pensavo davvero che Amnesty che gode per molti di una fama dirittocivilista ed umanitaria al di sopra di altre associazioni arrivasse fino a questo punto. Peraltro per diversi giorni mi hanno martellato sulla mail con le firme mischiando Snowden e Regeni.
http://www.lookoutnews.it/siria-aleppo-fine-assedio-assad-russia/
RispondiEliminaEnnesimo articolo anti-Assad e anti-Putin. Si paragona Aleppo a Grozny parlando di metodo russo che rade al suolo tutto massacrando i civili (perchè la NATO cosa ha fatto in Jugoslavia, Iraq, Libia etc?) e che la seconda guerra cecena fu condotta da Putin in persona. Peccato che allora (nel 1999) il caro Vlad era primo ministro e contava come il 2 di picche, il vero potere era nelle mani dei rimpianti (dall'Occidente) oligarchi. Si parla poi di esecuzioni sommarie con tanto di foto che mostra un gruppo di sunniti uccisi dal regime. Poi arrivano a dire che "la Siria come entità statuale è perduta per sempre. Assad non potrà mai riconquistare l’intero territorio" auspicando un nuovo assetto federale con tanti piccoli staterelli ripartiti su base etnica. Ancora oggi in un altro articolo parlano di "spettro afghano" per i russi che ormai non potranno più avere una vittoria definitiva, di successo effimero a Palmira e di Stato Islamico ancora in grado di resistere.
Anonimo@ L'Outlook che citi non conta una cippa e ci lascia indifferenti. Molto più gravi e efficsaci i grandi media stampati e televisivi, scatenati contro la vittoria di Assad e le ambiguità e i cerchiobottismi dei giornali e siti della cosiddetta sinistra.
RispondiEliminaSi Fulvii come pure é controproducente l'imbarazzo di Di Battista che da Formigli non riescce a sfilarsi dal coro innescato dalla Rula Jebreal contro Assad , ennesimo "tiranno sangyinario" , sarebbe il caso che i 5 stelle si ispirassero un po ai tuou articoli prima di andare in TV.
Eliminahttp://www.corriere.it/esteri/16_dicembre_15/non-si-potra-dire-che-non-sapevamo-9025cab4-c22f-11e6-bb17-ed756927e6e7.shtml
RispondiEliminaE siamo arrivati al paragone tra Aleppo e Srebrenica assieme alla richiesta di boicottare i mondiali di Russia 2018.
Ciao Fulvio, purtroppo mi pare che anche Di Battista iersera su la sette sia rimasto invischiato nella pania di Formigli in merito ai crimini di Assad e Putin, non tentando nemmeno di affermare quanto di lapalissiano oramai c'è in merito alla genesi di ISIL_ISIS ed ai finanziamenti, aiuti materiali e strategici ai terroristi "siriani" da parte degli USA, con la regia turca e francese in coda, tutti a sbraitare contro l'orco Putin,Rula Jebreal in testa...ma quando sarà che i Cinque Stelle riusciranno a farsi un'idea un pò più chiara sulla geopolitica? E quando capiranno che o non vai a quelle trasmissioni oppure "spacchi" dicendo veramente cose in controtendenza?
RispondiEliminaUn saluto
Emilio
Vanessa Beeley, che ha documentato la liberazione di Aleppo: intervista in inglese https://m.youtube.com/watch?v=mgnTskvdYi0
RispondiEliminahttp://www.repubblica.it/esteri/2016/12/16/news/il_duro_attacco_di_obama_all_idillio_trump-putin-154267735/
RispondiEliminaUltimi colpi di coda dello scorpione Obama prima di lasciare la Casa Bianca.
Afferma di avere prove schiaccianti sull'ingerenza russa nelle elezioni americane e attacca l'idillio tra Trump e Putin augurandosi che l'entrata nella stanza dei bottoni abbia un'effetto moderatore sul neopresidente.
Elogia poi l'America definendola la nazione più ricca e tecnologicamente avanzata e una società aperta senza censura o controllo governativo. La Russia sarebbe invece una nazione debole e senza innovazioni che può influenzare l'America solo se questa trascura i propri valori. Credo che non servano altri commenti.
L'articolo chiude riportando che il premio Nobel per la pace starebbe studiando delle sanzioni ad personam contro Putin da varare prima dell'insediamento di Trump per metterlo in difficoltà.
Buona nausea.