"La gente in Occidente deve capire che se l'informazione che riceve tocca gli interessi del complesso militar-securitario, quell'informazione è dettata dalla Cia. La Cia serve quegli interessi, non gli interessi del popolo o della pace". (Paul Craig Roberts, già sottosegretario al Tesoro Usa)
E’ snervante scrivere per anni le stesse
cose. Rimanendo solo nell’arco di mia vita mortale e non fossi stato troppo
piccolo, avrei incominciato con Pearl Harbour, dove Roosevelt sollecitò i giapponesi
a bombardare la sua flotta. Sufficientemente grandicello, ho potuto commentare
la Pearl Harbour 2.0, diventata Golfo del Tonchino, dove inesistenti barchini
nordvietnamiti hanno permesso agli Usa di bruciare viva mezza Indocina. Dalla
piena maturità alla senilità, mi sono passati per le mani, a citarne solo i
primi che vengono alle sinapsi affaticate, la tragicommedia dell’11/9, quando
missili Cia e Mossad travestiti da aerei di linea hanno bucato torri a suo
tempo dinamitate dall’interno; la farsa di Londra 2005 in cui a uno zainetto
lasciato nella carrozza del Tube è
stato attribuita la voragine causata da un ordigno posto sotto la carrozza; il triplice attentato di Amman, 2005, preceduto
dall’evacuazione dei cittadini israeliani e coronato dall’uccisione di
dirigenti palestinesi riuniti con militari cinesi; Bali, Mumbai, Madrid,
Charlie Hebdo, dove certi terroristi camuffati ma identificati grazie
all’esibizione ex-post dei documenti in macchina, hanno operato liberamente
sotto lo sguardo di pattuglie di polizia; Bruxelles aeroporto, dove l’attentato
è stato mostrato utilizzando un vecchio video di Mosca; Monaco, dove il più
sofisticato armamentario antiterrorista germanico ha lasciato un tizio
passeggiare e sparacchiare in un centro
commerciale per quattro ore, prima di rinvenirlo e seccarlo mentre se la filava
lontano dal luogo; Nizza, dove il giro della morte del Tir non lascia
un’ammaccatura sulla carrozzeria e un’immagine nelle venti telecamere lungo il
percorso (o meglio le ha lasciate tutte, ma il governo ha deciso che non
servivano e andavano distrutte). E successo anche con quelle del Bataclan……..
Incongruenze che diventano lacerazioni
smisurate nel tessuto dello storytelling delle stragi. Subito rammendate da tutti i
cerimonieri mediatici turibolanti ai piedi degli Alti Sacerdoti, mentre
sull’altare dei sacrifici umani celebrano il trionfo dell’arma finale contro
classi e popoli subalterni e potenzialmente sovversivi. Come fa una persona
normale a raccapezzarsi, a buttare l’occhio nei gorghi in cui viene fatta
sparire la verità, quando tutti, dal mattinale della Cia al “manifesto”, si
affannano a intonacare buco dopo buco della vulgata e cosiddetti “esperti” al
massimo di fuochi d’artificio si avvicendano sugli schermi a blaterare analisi incontrovertibili sulla
“guerra all’Occidente”, ora transitata dalla trincee ai ponti di Londra e
domani a Piazza San Pietro. Del resto loro, come i loro danti causa nei
ministeri addetti, non l’avevano già detto, ripetuto, ribadito: “Ci saranno
attentati del terrorismo islamico. La questione è solo il quando e il dove.
Veggenti.
Quando perfino nel programma meno di regime “La
Gabbia” di Paragone, su La7, tutto finisce nei latrati antislamici di
energumeni di una Weltanschauung decerebrata
dove, dopo i comunisti che mangiano i bambini, siamo ai musulmani che mangiano
le donne. Parlo di tipi solitamente inoffensivi perché sepolti dalle proprie
gesta , ma che vengono riciclati quando basta, appunto, abbaiare e far capire a
tutti che, o accettiamo una non-vita alla “Essi
vivono” del grandissimo Carpenter, o non c’è rimedio a un Occidente che, a
forza di veicoli letali, bombe e coltelli, mette il burka anche a Daniela
Santanchè e la poligamia ai frati cappuccini. Ieri, da Paragone, si trattava di
fossili ricuperati come Giovanna Maglie, Antonio Caprarica, Alessandro Meluzzi. I primi
due si dicono giornalisti, il secondo, che scandaglia l’anima degli islamici e
vi trova riserve inesauribili di nequizie, psichiatra. Con tanti saluti a
Basaglia.
La NSA, ci è stato rivelato da Snowden e
Assange e confermato da Trump, e le altre sorelle depravate dedite al
voyeurismo, ascoltano tutto, vedono tutto, ti spiano dallo smartphone, dallo
schermo di tv e computer, dal citofono, dall’asciugacapelli. Incamerano un
miliardo di dati al minuto.
Ora Renzi, per interposto Gentiloni, gli vende pure
(all’IBM) tutti i nostri dati sanitari. Non ne hanno scampo né la cancelliera
tedesca, né la presidente brasiliana, né gli ultimi ruotini del carro, che
siamo tutti noi. Tuttavia, vigliacco se gli capitasse una volta di intercettare
il malvivente che si fa mandare da Al Baghdadi a massacrare gente, proprio là
dove non c’è comunicazione, o apparizione, che non siano controllate dal più
sofisticato apparato tecnologico mai visto, neppure da quelli di StarTrek. Magari, però, come ci rivelano le
ultime meraviglie vantate dagli apparati che ci assicurano sicurezza, sono in grado, a distanza, di prendere i
comandi di un aereo, come quelli dell’11 settembre decollati e scomparsi per
sempre, l’altro tedesco sui Pirenei, o di un camion, come quello di Nizza, o di
un SUV, come quello di Westminster, e fargli fare quello che gli pare. E
così anche con esseri umani, specie se disturbati, manipolati, fuori di testa
che pensano di assaltare il parlamento britannico con forchetta e coltello. Tanto poi tutti
quanti muoiono. Capitasse mai che ne
esca vivo uno che ci racconti, magari senza waterboarding,
chi lo manda.
Sarebbero mirabolanti sorprese se uno ci
riuscisse. Per tutti coloro che pontificano, accreditano, avallano, si
strappano i capelli a edicole e schermi unificati. Non per noi. Noi ci accontentiamo della firma. Dunque,
anche la scorribanda del presunto Imam radicale di nome Brooks, dopo un po’ di
suspence per un migliore ascolto, ha avuto la sua rivendicazione tradizionale. Scotland
Yard, la migliore polizia antiterrorismo del mondo, s’era scordata che quell’imam era ancora in
galera (che ridere: Caprarica, a “La Gabbia”, aveva giurato di riconoscerlo!) e
quindi ha dovuto degradare l’attentatore
a milite ignoto del terrorismo, pur sempre islamico. Tale Massud, come sempre
noto delinquente, dunque ricattabile,
dunque soggetto debole, come ultimamente anche quello, cocainomane etilizzato,
dell’aeroporto parigino.Preparando così l’immancabile avvento dell’Isis e della
sua firma.
Uno col coltello a Parigi, un altro che a
Londra assalta con due coltelli il più poderoso schieramento di sicurezza del
paese, quello attorno alle massime istituzioni. Due abbattuti senza pensarci su
mezza volta. Senza pensare quanto sarebbe stato facile e utile bloccarlo,
magari con uno spruzzo al peperoncino, e arrivare tramite lui alla centrale
operativa alla tana del mostro. Oppure pensandoci proprio e concludendo “non
sia mai”.
Ma, signori miei, visto che tutti, ma proprio
tutti sappiamo, anche se ci ostiniamo a far finta di niente, che l’Isis, come
la carta di ricambio Al Qaida e tutti i terroristini aggregati, sono
addestrati, armati, finanziati, riforniti, vestiti e nutriti, medicati (in
Israele), da Usa, Nato, Israele e relativi azionisti, affittuari e sicari tra
Turchia e Golfo; visto che ogni tanto Obama, o chi per lui, soleva mandare un
McCain o un Graham a lisciargli il pelo, a rinnovargli l’affetto a dispetto di
quanto è bene dire in pubblico, a chiedergli se il cappuccino è buono e il
tritolo funziona nelle piazze di Damasco o Baghdad…. visto tutto questo, allora
quando l’Isis dice “siamo stati noi”, è logica stringente, e ragion pura anche
per Kant, che sono stati loro. Gli sponsor, i padrini, i committenti.
Troppo facile. I nostri “esperti” da cento
euro al grammo di islamofobia, queste ovvietà banali non le prendono neanche in
considerazione. Ci ho provato una volta io, dopo Parigi e Bruxelles, da Telese
a Matrix. Lui, che non è un inconsapevole, sorrideva. Gli ospiti agitavano le
braccia, roteavano gli occhi, sghignazzavano e sospiravano: “cose dell’altro
mondo”.Un buon tacer non fu mai scritto.
Interessante l’evoluzione del terrorismo a
uso domestico. Finite, nella fase, le grandi operazioni da laboriose
panificazioni e con risultati epocali, coinvolgenti apparati di Stato e
complesse e numerose componenti professionali, con relativi rischi di gole
profonde, errori, sovrapposizioni e trascuratezze, come quelle grandiose
dell’11 settembre, si è passati a progetti realizzabili con mezzi e numeri più
modesti. I colpi grandi, tipo aerei tirati giù o palazzi fatti saltare, si sono
lasciati ai paesi “arretrati”, dove non si fa tanto caso alle toppate. Si è
passati alle coppie di terroristi e ai minigruppi, rigorosamente islamici, visti a Parigi e Bruxelles e, con Wuerzburg,
Nizza, Monaco, fino a Londra oggi, ai terribilissimi “lupi solitari”.
Poca spesa, impegno minimo, soggetti
adulterati e manovrabili ed effetti anche migliori, più diffusi, capillari,
terrificanti. Il panico del vicino, del passante, della vettura qualsiasi,
dello sconosciuto, o conosciuto, della porta accanto. Meravigliosa invenzione: insicurezza totale, irrimediabile e, di
contro, Stato di polizia, società securitaria, lotta di classe o di liberazione
annientate. Tanto a liberarti tua sponte dagli impicci della privacy, cioè dalla
tua sfera di sicurezza personale, ci hanno già pensato i sicari principi della
Cupola, i terrroristi soft: i Tim Cook, Steve Jobs, Bill Gates,
Mark Zuckerberg. Quando, autoimmmolando la tua libertà e intimità tra Grande Fratello, ciarle private
strepitate al telefonino, selfie in Facebook, ti hanno ridotto a un demolitore
pubblico della tua identità, alla mercè di tutti. E soprattutto dello Stato
spione e gendarme e del suo golpe
strisciante.
Per l’enormità della mazzata Brexit alla
cosca atlantica fin dagli anni ‘50 installata dalla Cia in Europa, per conto
Rockefeller e Rothschild, utilizzando fiduciari come Davignon e Monnet, per fare a
pezzi nazioni sovrane e costituzionalmente antifasciste, a Londra, che aveva
appena fissata la data per lo scioglimento degli ormeggi, andava mandato un
segnalino. Poca roba, rispetto al potenziale e all’arsenale di Isis, con tutti
quelli dietro. Un Suv e due coltelli. Un primo avviso. A Westminster è
successo, mica a Canterbury. Al parlamento dove stanno quelli che brexitano. E
sul ponte di Westminster, immancabile per ogni turista eurifero e dollaroso.
Come quelli di Sharm el Sheik e di Luxor, che non ci vanno più da quando, nel
fedifrago Egitto di Al Sisi che ha fregato i cari Fratelli Musulmani, l’Isis (si
fa per dire) fa saltare in aria la gente.
Segnalino utile, invece, a quei necrofori che,
sabato e domenica a Roma, contro Brexit e altri Exit che girovagano per l’aere
europeo, cercheranno di insufflare nel corpaccio in putrefazione dell’UE quanto
basta per fargli fare un po’ di scatti mesmerici. Di quelli che, pur solo
fingendo la vita, bastano a far sì che, nel nome dell’Europa ricucita da sarte di palazzo come Laura Boldrini, noi
ci si lasci fregare ancora una volta. Prima, prendendo le mazzate perché osiamo
ancora andare in piazza. E poi
accettando che, anche solo a sollevare le sopracciglia sull’onnicomprensivo e
onnipotente tasso di criminalità della classe dirigente, si finisca fuori. O
piuttosto dentro. Come amici dei terroristi. Visto cosa si può combinare con
una macchina e due coltellini svizzeri?
Solo per evidenziare che Wikipedia afferma che Milosevic fu prosciolto postumo dale accuse del famigerato tribunal ad hoc dell'Aja gia' nel 2007, e che tale notizia e' trapelata (non sui media mainstream) solo un anno fa...https://en.wikipedia.org/wiki/Slobodan_Milo%C5%A1evi%C4%87
RispondiEliminaFulvio, ieri ho visto il tuo documentario "Eritrea - una stella nella notte dell'Africa". Un documento prezioso, oltre che ben realizzato. Penso che opere come questa siano un "must have" come dicono gli anglofili (e umanofobi) alla Caprarica. Spero tanto che non diventi una triste testimonianza dell'Eritrea "come era" dopo l'ennesima aggressione dell'Uccidente.
RispondiEliminaProprio adesso la solita trasmissione idiota di Fazio ospita ancora una volta una disgustosa Littizzeto che dopo aver ironizzato a iosa sulla Perego, (forse perche' ha "osato" ironizzare sulle donne in una trasmissione leggera, guai!) ha sparato a zero su Razzi per la foto con Assad definito per ben tre volte da questa "comica" o meglio giullare del "democratically correct" piu' realista del re "tiranno sangunario" che scarica" le bombe sui civili" e si chiede "cosa deve fare in senator per essere scacciato?" Ed ancora, "dopo essere andato da Kim Yong In", "baciare Toto Rina o farsi il selfie con Gheddafi". Ho chiuso la Tv per non vomitare la cena appena finita, ma mi chiedo: Non e' possibile fare una class action per mandare questa disgustosa propagandista camuffata da mediocre comica? Almeno Saviano fa propaganda ma e' oggetto di discussion e di dibattito, cosi' e' propaganda che entra facilmente in testa ai piu' ingenui e distratti.
RispondiEliminaraccapricciante, fulvio!
RispondiEliminaquello che tracci è un quadro tanto vero quanto raccapricciante
come se ne esce, mi chiedo
Un giovane, Emanuele, è morto dopo essere stato pestato a sangue da un "branco" di pare 20 persone, con i media che puntano il dito soprattutto sugli aggressori albanesi (bravi, continuate a seminare zizzania e ad incitare pogrom anti-stranieri, salvo poi versare lacrime di coccodrillo quando poi qualcuno decide di farsi giustizia da solo).
RispondiEliminaNon ho potuto non pensare al tuo documentario sull'Eritrea, in quel paese la gente sarebbe intervenuta per salvarlo, qui da noi invece la più completa indifferenza ed omertà.
E il Consiglio di Stato ha dato un'altra mazzata al martoriato ambiente italiano, dando il via libera ai lavori per il TAP, il nuovo gasdotto che porterà il gas dai giacimenti dell'Azerbaijan alla Puglia passando per la Turchia. Respinto il ricorso della regione Puglia e dei comuni interessati, preoccupati per i danni ambientali. E pensare che il progetto South Stream della Gazprom lo avevano fatto saltare senza pensarci su due volte...
Fabrizio@ E' che in Eritrea non abbiamo una generazione cresciuta nutrita a esempi di gloriosi marines che eliminano subumani, di manifestanti massacrati, di videogiochi che esaltano chi stermina e devasta, di poliziotti che possono uccidere impunemente neri in serie, di film dove più si mena e spara e brucia e più è bello. I nostri pensosi analisti non pensano mai al primo anello della catena.
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