Cari amici, avete tutto
il tempo per spalmare la lettura su vari giorni. I miei interventi qui per un
paio di mesi si diraderanno parecchio, visto che torno in strada con la
telecamera. Teniamoci in contatto.
“Alle prefiche che si stracciano le
vesti su certi vittime, di questi loro clienti non gliene importa una beata cippa.
Gli importa di estrarne quanta più merda possibile da lanciare sui nemici, propri
e della cricca”. (Il
sottoscritto)
Io NON sto con Gabriele
Momento magico per le fake
news (notizie finte, false, contraffatte, truffaldine…). Cominciamo dal
giornalista Gabriele Del Grande. Fake
news possono essere anche rappresentazioni false di una persona o di una
cosa. Nel senso del cetriolo dipinto di giallo per passare da banana, o del
pubblicitario di hamburger presentato come dietologo. O di Mr. Hyde che si
presenta come Dr. Jekill. E’ il caso del nostro concittadino detenuto nei CIE
del Minniti turco. Evitiamo ora di fare il sillogismo “Erdogan non sta con Del
Grande, Fulvio proclama di non stare con Del Grande, ergo Fulvio sta con
Erdogan”. Sbagliato e anche becero. Lo auguro libero istantaneamente, ma non sto con Gabriele,
come non stavo con Regeni e come “je ne
suis pas Charlie”. Non sto con Gabriele perché in tutto quello
che ha prodotto e ahinoi diffuso, tra libri, articoli e filmati, la scarsa
qualità contenutistica e formale è ampiamente compensata da una perfetta
sintonia con quanto vanno dicendo e facendo in termini di guerre e stermini,
inganni e calunnie, i peggiori arnesi dell’imperialismo e sub-imperialismo mondiale.
Tutto qui.
Sono giornalista anch’io, ma non è che per questo devo stare
con tutti i giornalisti cui capiti una seccatura, o un guaio. Sarebbe essere
corporativi. Come lo sono, da autentici professionisti della corporazione,
Beppe Giulietti, segretario FNSI e tutto il cucuzzaro della stampa di regime.
Sto a ragion veduta, per dire. Con grande fervore sto con il direttore e il
reporter di Cumhurijet che da messi languono nelle carceri per aver documentato, in verbo e immagine, la fornitura di
armi ai terroristi di Al Nusra e Isis da parte di Erdogan. E sto con le
centinaia di loro colleghi fatti fuori, o dentro, per aver contato al
sultano i sozzi peli nel naso.
Del Grande, il Regeni.2
Sto per la stessa ottima ragione con quei comunicatori fuori
dal giro, dalle prebende e dai ricatti, che la nuova legge di Frau Merkel
destina a colonna infame e carcere, o che la magistratura austriaca sbatte al
gabbio perché hanno tolto due unità alla conta dei sei milioni dell’Olocausto.
Sto con rispetto e devozione con Udo Ulfkotte
della Frankfurter Allgemeine
Zeitung che ci ha documentato come l’80% dei notabili della categoria in
Europa fossero a libro paga della Cia (e, dunque, morì a 56 anni, nel gennaio
scorso, senza aver avuto il minimo sintomo di malattia). Sto con tanti
colleghi in rete, con o senza la consacrazione dell’Ordine dei Giornalisti, che
duellano con i bonzi e mistificatori dei grandi media come Davide con Golia,
come Hans e Sophie Scholl (martiri antinazisti) con Goebbels.
Non sto con nessun giornalista del “manifesto”, prima pagina
e gigantografia ”Sto con Gabriele”, tanto meno con quelli che gli forniscono
foglie di fico e finiscono anch’essi con l’essere solo chiacchiere e
distintivo. E come non stavo con Giulio
Regeni, santo e martire, perché uomo legato a centrali spionistiche
angloamericane dirette da delinquenti patentati e inventori di squadroni della
morte, così non sto con Gabriele Del Grande, uomo con dietro un gangster
finanziario, sociocida e genocida, George Soros. Spero che esca libero
subito subito, quanto i suoi famigliari e quelli che, perfettamente a loro agio
nelle fake news del tipo “occultamento
di chi c’è dietro”, starnazzano come ossessi contro la morte della libertà
d’espressione in Turchia e ora ci rinnovano i fasti del Regeni con chiassate di
piazza e gigantografie sui municipi (figuratevi cosa ci scaraventeranno addosso
al suo ritorno!).
Due Simone, Vanessa e Greta, il gioco è
sempre quello
Ci
risiamo. La messinscena è sempre quella. E pure il fine. Ricordate la farsa
delle “Due Simone” in Iraq nel 2004, sottratte alla resistenza anti-Usa,
accolte incappucciate in mezzo al deserto da due guitti istituzionali con
telecamere allineate. Ci costarono milioni per il riscatto. Ricordate le due
crocerossine di Al Nusra, Vanessa e Greta, spedite in Siria da un emissario dei
terroristi, recuperate dopo che erano state “sequestrate” dai jihadisti a cui
avevano portato kit di pronto soccorso. Ci sono costate 11 milioni. Del Grande ci
costerà di più: forse niente riscatto, ma una vaccinazione di massa contro il
virus della verità.
Fortress Europe, blog da vedere, ma con protezioni
ABC
Dei
136 giornalisti incarcerati in Turchia (la metà di tutto il mondo), 135 sono
dentro perché di fastidio al sultano, al suo despotismo, alla sua guerra e ai
suoi traffici con i terroristi. Uno, l’italiano, no. Il suo lavoro era
perfettamente in linea con opera e strategia di Erdogan. Salvo che forse
Erdogan non gode delle sovvenzioni del gangster kazaro ungherese. Non ne ha
bisogno: le spreme dall’UE, dal suo stesso popolo e dai suoi mercenari Isis-Al
Nusra. Invece Del Grande ne gode. Il suo blog, “Fortress Europe”, nei contenuti e nella forma del tutto assimilabile
alle vulgate diffuse a giustificazione dei propri crimini da Cia, Mossad, Soros
e l‘intero establishment Impero-vassalli, ottiene finanziamenti della Open
Society Foundation di Soros. La stessa che da Kiev a Caracas, da Beirut a
Bengasi, da Tblisi a Budapest e a Damasco, fomenta insurrezioni più o meno
violente, più o meno armate, contro i governi legittimamente costituiti e ne
sprofonda nel caos e nello spopolamento i paesi.
Si
vedano le due linee guida dei lavoro di Del Grande come emergono chiare e
coerenti dal blog “Fortress Europe”: l’entusiastico sostegno ai partigiani e
democratici rivoluzionari che hanno ridotto in frantumi un paese prospero e
pacifico come la Libia e stanno provando, di nuovo per conto Nato, Usa, Israele
e tirannie del Golfo, a fare la stessa cosa in Iraq e Siria, insieme alla
demonizzazione di chi vi resiste e del quale non ascolta o riferisce la minima
voce; la ossessiva denuncia dei migranti vittime del razzismo e della chiusura
europee, occultando meticolosamente di individuare correttamente le cause, i
mandanti e gli obiettivi del fenomeno. Tutto questo è in perfetta sintonia con
pensiero ed azione dell’equipe del Dr. Frankenstein, operante nei laboratori
sparsi tra Pentagono, Langley, Wall Street, Londra, Parigi, Tel Aviv, Ankara,
Riad, come dei suoi apprendisti stregoni impiegati sul territorio.
Erdogan-Del Grande, trova le differenze
Con
i massacratori misuratini di migranti e
di libici neri, i cui orrori su prigionieri e donne mi sono stati riferiti nel
dettaglio da un jihadista di Misurata pentito (vedi il docufilm “Maledetta
Primavera”) e che fecero addirittura fuggire dalla città i pur solidali
Medici Senza Frontiere, promossi a rivoluzionari democratici (alla stregua di
Rossana Rossanda); con i tagliagole, scuoiatori, crocifiggitori, stupratori di
Isis, Al Nusra, FSA, elevati a “partigiani”, Soros e consorteria imperialista
varia non potrebbe sognare portavoce migliore. Come è possibile allora che, con
un padrino naturale come Erdogan, sostenitore, fornitore e armatore dei
jihadisti, Del Grande sia stato rinchiuso dalla polizia dello stesso Erdogan?
Perchè ha contattato “terroristi”? Ma se sono l’armata di complemento di
Erdogan! Perché gironzolava senza permesso stampa? Perché passava il confine
non autorizzato? Ma se lo fanno 24 ore su 24 (per non dire la scemenza “h24”)
tutti gli agenti, sicari, spioni, trafficanti, mercenari che Nato e il sultano
vogliano!
Non
scherziamo. Lasciamo minchiate di questo genere agli utili idioti e amici del
giaguaro che ne alluvionato i giornali e ne fanno colare i liquami dagli
schermi (tutti i TG, tutti i talkshow, “Gazebo” del satirico di regime Zoro, “Nemo
Nessuno Escluso” della coppia vanesia-svampito Petrini-Lucci, che riattaccano i
cocci della bufala armi chimiche di Assad e, dato che escludono nessuno,
escludono categoricamente le prove della bufala). Provino a chiedere al loro
Gabriele di esprimersi sui 70 bambinelli fatti a pezzi dai suoi “partigiani”
che, mentre rientravano nella patria liberata, li avevano attirati con le
patatine Questa foto è di una bimbetta lì sopravvissuta.
Gli
chiedano perché, oltre che delle vittime del satanico Assad, non si occupa dei
1.546 bimbi sterminati in Yemen dal 2016, degli 8,1 milioni messi alla fame,
dei 150 presidi pediatrici distrutti dai protettori sauditi dei suoi
“rivoluzionari democratici” .
E’
gente che sancisce il proprio discredito, la propria ignoranza o sudditanza,
spappagallando falsità e raggiri commissionati dalle note centrali e negando
pervicacemente il diritto alla parola dell’altro. Il per niente infondato sospetto è quello di una messa in scena
sapientemente orchestrata da Erdogan d’intesa con i regimi e servizi Nato e
Sion. Abbiamo per le mani un eroe della battaglia mediatica contro i turpi
dittatori Gheddafi e Assad, un vindice dei disperati che il mare divora e
l’Europa respinge. Come nel caso del Saviano anti-camorra di “Gomorra” il
piedistallo c’è. Per ergervi la statua occorreva il martirio: la prolungata
detenzione, le vessazioni, il diniego all’incontro con i propri diplomatici e
legali, lo sciopero della fame, la paura del peggio. Sai quanto, a felice
soluzione combinata, gli allori di cui Del Sette cinge i sicari dei genocidi e
le falsità e gli anatemi che lancia sui loro nemici diverranno testi sacri con
cui, come tutti i testi sacri fanno, coglionarci tutti!
Fate
caso al sincronismo tra un New York Times che, finalmente mostra le carte
proclamando che è tempo di collaborare con l’Isis, naturale alleato, e di farlo
vincere (era l’intenzione dall’inizio, ma poi s’erano inventati la “guerra al
terrorismo”); la False Flag delle armi chimiche e lo scatenamento missilistico
di Trump sulla Siria, con annuncio di imminente invasione; e la vicenda Del
Grande, propedeutica al suo nuovo libro sui “partigiani jihadisti” e sulla
naturale alleanza che si è stabilita tra loro e le popolazioni che felicemente
se ne fanno governare (come, del resto, ampiamente dimostrato dai fuggiaschi controvoglia
dall’Isis a Mosul e da Al Nusra ad Aleppo).
La gloria del martire, le fatiche di Sisifo
E
lo tsunami è subito partito, con i soliti primi attori, attori non protagonisti,
figuranti, comparse, veline. Una magnifica troupe di presstitute. La stessa del
caso Regeni. Altrettanto graniticamente impegnati a occultare la vera identità
del soggetto, per quanto documentata dai suoi trascorsi e presenti. Se non lo rilasciano presto, avremo le
gigantografie sui municipi e i presidi di Amnesty e pacifinti in piazza. Sarà
peggio dello sbarco in Normandia. Se lo lasciano presto, ce lo vedremo
rifilato, insieme al nuovo libro, a schermi ed edicole unificate, fino a
quando non apparirà, come Zelig, accanto
al papa nella finestra dell’Angelus. Il libro andrà a ruba e il macigno che
noi, altrettanti Sisifo, dobbiamo
tornare continuamente a spingere su per la montagna sarà ancora più
pesante.
Ho
parlato di utili idioti e amici del giaguaro. Eccovene un campione tra quelli
che hanno firmato l’appello per Del Grande. Trovate un po’ voi chi appartiene
all’una o all’altra categoria. Tutti amici di “Fortress Europe”, molti senza
averne mai neanche annusato gli afrori kosher.
Tra le associazioni e gli enti firmatari catanesi figurano: Borderline
Sicilia; Borderline-Europe; Asgi sezione Sicilia; Rete Antirazzista
Catanese; Cooperativa Quetzal – La Bottega Solidale –
Modica; Filieque Iblee – Modica; Chiesa Cristiana Evangelica Battista
– Catania; Chiesa Evangelica Valdese – Catania; Associazione
culturale Gammazita; Catania Prc; Catania Coordinamento regionale dei comitati
No MUOS; Circolo Città futura – Catania.
Pensierino cattivo. Chissà se
spunta qualcuno che faccia un po’ di casino per il giornalista del Senegal,
arrivato clandestino in gommone e detenuto da sei mesi nel CIE di Ponte Galera?
Gli hanno mandato l’avvocato e il console? Hanno tappezzato di sue foto i
municipi? Si sono mossi Alfano, Manconi,
il manifesto, la lobby, Saviano e Formigli? Ha monitato Mattarella? Si
sono stracciati le vesti tv e giornali? Hanno iniziato a costruirgli un
monumento?
E ora, brevemente, alle altre
due grosse fake news del momento.
A morte il negazionista. Anche del vaccino.
Forse se l’aspettavano, come
quelli che, dopo Regeni contro Al Sisi, in questi giorni si giocano Del Grande contro Assad. Entrambe
battaglie mirate a far prosperare la quinta colonna già colonialista, ora imperialista,
dei Fratelli Musulmani. Un’ineccepibile, per completezza, correttezza,
equilibrio, deontologia, trasmissione di Report, realizzata dal mio bravissimo
ex-collega e amico al TG3, Sigfrido Ranucci, sulla questione vaccini ha
commesso il crimine massimo, l’imperdonabile. Dopo aver ribadito la sua fede
nell’utilità dei vaccini in generale (che io non ho e lo pagherò sul rogo), ha
dato voce anche all’altro versante. A quella nutrita e del tutto responsabile
schiera di scienziati, medici, cittadini, onorati anche dall’ospitalità
offertagli dalle più rispettate riviste mediche, e a quei portatori di tragici
casi con molta evidenza derivati dal vaccino contro il Papilloma virus che
attacca la cervice dell’utero, i quali, sulla base di ricerche e dati
statistici, ritengono ci sia il sospetto di effetti negativi, anche gravissimi,
di quel vaccino e di altri, e che di conseguenza andrebbe, intanto, applicato
il principio di precauzione e, poi, approfondita la ricerca.
Anche qui sbarco di Normandia.
Il negazionista Ranucci va raso al suolo con tutti i ciarlatani complottisti che
propagano irresponsabili negazionismi suscettibili di provocare danni
irreparabili a milioni di bambini, fino a, quasi quasi, l’estinzione dell’umanità.
Scatenamenti virulenti di supercompetenze mediche, scientifiche, istituzionali,
come quelle della ministra Lorenzin, di tutt’altra estrazione e per la quale la
formazione medica vale la mia in astrofisica dei buchi neri. Indignazione
parossistica, bimbetti a rischio di venire sterminati dai criminali negazionisti,
l’urlo “scienza! scienza! “a sfondare i timpani e il diritto ad avere un pacato confronto in
tv, sui giornali, nelle aule scolastiche e universitarie. L’aspettavano, il
botto di Ranucci. Sapevano bene che la contestazione ai dogmi miliardari di Big
Pharma montava. Occorreva il pretesto.
Difatti subito, come le emergenze antidemocratiche permanenti dopo un attentato
terroristico, regioni che impongono il vaccino obbligatorio (visto che la morte,
obbligatoriamente sotto controllo di Stato o di Chiesa, gli è sfuggita), ordini
dei medici che radiano membri dal curriculum eccellente, ma macchiato dal
dovere costituzionale che lascia ai cittadini il sacrosanto diritto di scelta.
Manco fosse stata presa a schiaffi Eva Curie. E non una consorteria di
speculatori truffaldini dal curriculum nero come Mengele. Hanno resuscitato
Urbano VIII e hanno riprocessato Galileo Galilei. Un regresso di mezzo
millennio.
Tutto la mia ammirata
solidarietà al dr. Roberto Gava di
Treviso, radiato dai pretoriani di Lorenzin e Big Pharma tutto il mio
eticissimo odio a Big Pharma e ai suoi innumerevoli delitti. Come anche al Tribunale d’Ivrea che, nel quadro di un
vero e proprio contrappasso rispetto a quelli che ululano contro chi non
concorda sui vaccini, ha riconosciuto che un telefonino aveva provocato il
cancro al cervello a un operatore di Telecom, sancendo così il legame tra
cellulari e tumori, mai ammesso e tantomeno comunicato dalla “scienza”. Per la
verità, bastava aver visto un bicchiere d’acqua bollire se posto accanto a uno
di questi aggeggi.
Big Pharma, verso la sesta grande estinzione?
Non mi addentro nella
diatriba, non ne ho la qualifica. Ma qualcosa so molto bene. Che tutto quello
che fa Big Pharma e fa fare ai medici trattati a vacanze nei mari del Sud, prebende,
convegni, riconoscimenti, è ombreggiato da un retro pensiero: avere (produrre) tante malattie per vendere
tanti farmaci, fare tanti soldi e lobbizzare alla sudditanza la politica.
Finchè c’è gente. Poi si vedrà. Il mio primo reportage sul tema lo feci per Paese
Sera ad Aquisgrana, dove l’illustrissima Chemie
Gruenenthal fu processata per aver mantenuto in commercio per anni il Talidomide, farmaco antinausea per
puerpere, di cui i dirigenti sapevano
che stava producendo migliaia di malformazioni nei nascituri. Anni ’60.
Anni ’90: viene ritirato dal
commercio e sparisce l’AZT che, per gli indiscutibili propugnatori dell’esistenza
del virus HIV e, dunque, dell’AIDS, ricettori di fantastilioni per le loro
ricerche e i loro istituti e associazioni, doveva curare quella sindrome. Ma
non la curava. Anzi, ammazzava quelli che alla sindrome scampavano. L’avevano
creato negli anni ’60. Non serviva a niente. Bisognava trovare una malattia su
cui fargli produrre profitti. La trovarono con l’AIDS, un virus che per sei
Premi Nobel è una truffa. Come con l’amianto, come con l’uranio, lo sapevano.
Ma lo tacevano. E uccidevano. Come le divinità dell’elettronica, Steve Jobs,
Bill Gates, Tim Cook, sapevano che le onde elettromagnetiche dei loro apparati
ci avrebbero distrutto il cervello. Ma ci puntavano proprio, via tumori, o via
rimbecillimento e perdita del rapporto con la realtà. E’ il mandato
affidatogli.
Pochi sono in grado di sancire
chi, in fatti di scienza abbia ragione. Ma mille indizi, vale a dire mille
malefatte, fanno una prova granitica di cosa siano e come operano i farmaceutici
e i chimici in generale. Basterebbe solo la successione di epidemie farlocche
che di Big Pharma fanno uno dei tre poteri dittatoriali del mondo, insieme ai
petrolieri e agli armieri. Oppure quel trucco “scientifico” per cui ogni tanto
le case farmaceutiche abbassano la soglia oltre la quale colesterolo, pressione
e altri fenomeni diventano pericolosi e richiedono terapie. Scendere da 150 di
pressione a 135 vuol, dire solo una
cosa: milioni di ipertesi in più, milioni di dosi di statine (nocivissime) in
più, milioni di talleri in più. Facile, no?
Una certezza però c’è sui negazionismi, fondati o meno che
siano, di vaccini, olocausti, verginità di Maria, scie chimiche, santità di
Padre Pio, sbarco sulla Luna, l’11 settembre. Chi li sfotte, perseguita, proibisce,
punisce, manifesta debolezza della convinzione, insicurezze sull’argomento. Ne ha
paura. Il che produce un perché grande come le Torri Gemelle. Complimenti ai 5
Stelle, gli unici che hanno espresso una posizione corretta, democratica.
Da Gladio a Igor il russo
La qualifica, del tutto
infondata di russo e, addirittura di ex-membro dei terribili reparti siberiani
di Putin, per poi finire riconosciuto serbo, comunque slavo, è solo l’effetto
collaterale dell’operazione Igor Vaclavic, alias Ezechiele Norberto Feher. Per
capire l’obiettivo principale basta ravvivare un tantino la nostra maltrattata
memoria e andare a ritroso attraverso una serie di serial killer, la Banda
delle Coop, i poliziotti e agenti killer della Uno Bianca, il terrorismo Stato-mafia,
tutti attorno allo spartiacque tra prima e seconda repubblica, dopo il crollo
del Muro, grande ricambio di gruppi d’interesse e relativi rappresentanti politici.
E, risalendo, la strategia della tensione, le stragi e il golpe Borghese quando
l’assetto capitalista-atlantista vacillava sotto i colpi di un movimento di
massa, De Lorenzo tentato golpista e Stay Behind formalmente per sabotare un’occupazione
sovietica, effettivamente per spostare a destra l’asse del paese. E dietro,
sempre, la Cia.
Il fenomeno Igor è un episodio
minore, ma forse il segnale di qualcosa che va avviato e di cui si sperimenta l’effetto.
L’effetto collaterale è l’inserimento del ferocissimo ectoplasma (finora è solo
presunto killer di due persone) nel
filone geopolitico della russofobia e, per estensione, della serbo- e dunque
slavofobia che, oltre tutto, ci assolve dal peccato di aver ucciso la
Jugoslavia. Eccelso il razzismo hitleriano, o l’eugenetica Usa, con cui tale
Veronica Tomassini sul “Fatto Quotidiano” ha tratto dall’operazione Igor lo spunto
per parlare di una ”crudeltà slava e
balcanica che è intraducibile e che risale alla radice di uno spirito
nazionalista nel quale i giovani militari serbi venivano addestrati alla
dissoluzione cieca e all’esaltazione del delitto… a uccidere una colomba a
morsi… fino a sentirne la carne palpitare,
il liquido rovinare tra i denti, in bocc… Igor, eccola la crudeltà slava
chiusa con una smorfia… riassume il gene… che distrugge per distruggere”.
Vi risparmio il resto di questo delirio, anche perché fa abbastanza schifo.
Qualche boia come Clinton, Woytila, Schroeder e D’Alema, ne trarrà conforto.
Un finto russo per abituarci al gendarme a capo del letto.
E’ in corso l’impiego,
delirante come i rigurgiti della Tomassini, di uno schieramento da invasione
della Polonia, poliziesco e militar,e come non s’era mai vista sul territorio
nazionale: forze speciali, truppe da sbarco, arditi incursori, carabinieri del
Tuscania, reparti d’assalto di tutte le armi e polizie. Mancano solo le armate dell’Impero
Galattico. Insomma Kabul. La più gigantesca e tecnologica caccia all’uomo mai
scatenata, sul modesto spazio di 50 km quadrati, tra Bologna e Ferrara, dove
tutto è piatto come un bigliardo, senza un anfratto, una grotta, un cunicolo, uno
sprofondo. Quattro spegassi per alberi. Hanno mezzi per registrare ogni nostro
passo e pensiero anche solo bisbigliato, ogni nostra intenzione, beccano il dna
dal colpo di tosse per strada, hanno droni e satelliti che individuano
scarafaggi tra le zolle. Ma da inizio aprile Igor è imprendibile. Bastano
quattro canne, un canale, una zattera, a sottrarcelo.
Basta scherzi. Ricordate i Ros
del colonello Mori che non perquisisce il covo di Riina e non cattura un
Provenzano bell’e inchiodato? Qui si deve far grancassa mediatico-militare, sperimentare
il controllo militare del territorio come in Val Susa, disorientare e
spaventare la popolazione, tutta quanta a rischio di essere sgozzata da Igor,
lo sa bene laTomassini. E più è
spaventata la popolazione e più si ritrae nel suo guscio e si frantuma la
società e meno si pensa alla catastrofe sociale, culturale, economica e
politica italiana, che è peggio della pioggia di rane sull’Egitto, e più
diventiamo come gli americani: ognuno titolato dalla legge sulla legittima
difesa ad armarsi e a sparare al prossimo se solo fa bau. Così si dissolve
la società e l’élite si rafforza.
Lo prenderanno, Igor, o lo
faranno sparire per sempre. Una volta che anche l’effetto principale risulterà
bene avviato.
Non sottovalutare la popolazione: pare che siano in molti, la sera, a lasciargli pane e latte sull'uscio di casa.
RispondiEliminaSono d'accordo con la lucida e coraggiosa analisi di questo suo articolo, Signor Grimaldi, ma, onde evitare confusioni, suggerisco di correggere il cognome Del Sette con Del Grande (succede in più occasioni). Evidentemente il correttore automatico ha ripreso il nome del generale dei carabinieri coinvolto nell'inchiesta Consip di cui lei probabilmente ha scritto in altro articolo. Buon proseguimento.
RispondiEliminaGianni Ellena
Sono d'accordo con la lucida e coraggiosa analisi di questo suo articolo, Signor Grimaldi, ma, onde evitare confusioni, suggerisco di correggere il cognome Del Sette con Del Grande (succede in più occasioni). Evidentemente il correttore automatico ha ripreso il nome del generale dei carabinieri coinvolto nell'inchiesta Consip di cui lei probabilmente ha scritto in altro articolo. Buon proseguimento.
RispondiEliminaGianni Ellena
Sono d'accordo con la lucida e coraggiosa analisi di questo suo articolo, Signor Grimaldi, ma, onde evitare confusioni, suggerisco di correggere il cognome Del Sette con Del Grande (succede in più occasioni). Evidentemente il correttore automatico ha ripreso il nome del generale dei carabinieri coinvolto nell'inchiesta Consip di cui lei probabilmente ha scritto in altro articolo. Buon proseguimento.
RispondiEliminaGianni Ellena
Stamattina su "La Stampa" articolone a doppia pagina sull'inchiesta della Procura di Catania sulle Ong che collaborano con i trafficanti per alimentare il fenomeno dell'immigrazione. Pare che arrivino fin davanti alle coste libiche a prelevare i disperati, il tutto con i soldi dell'Unione Europea. E indovinate da chi sono finanziate queste Ong? George Soros, sempre lui.
RispondiEliminaPasso poi alla sezione dedicata a Torino e mi trovo un'inchiesta sui foreign fighters piemontesi in Siria e Ucraina. In Siria alcuni giovani di belle speranze combattono in un "fronte antifascista" assieme ai curdi per "liberare Raqqa"; in Ucraina sarebbe sorto un "fronte di difesa europeo contro l'aggressione russa" che combatte assieme al battaglione Azov contro i "filo-russi". Tutto giusto, non fosse che l'autore afferma che due degli intervistati, dichiaratamente fascisti, sostengono la causa del Donbass. Uno dei due afferma di "sentirsi a casa perchè qui sono tutti fascisti". Anche quando scrivono qualcosa di giusto cercano sempre di lanciare un po di veleno.
Gianni Ellena@ molte grazie. Provvedo.
RispondiEliminae sui vaccini non dimentichiamo chi c'è DIETRO la scienza ...
RispondiEliminahttp://www.fondazionegovoni.it/lo-scandalo-vaccini-e-la-condanna-a-de-lorenzo/
Giova peraltro precisare che il medico sospeso ha precisto di non essere contro i vaccini tout court, ma di essere contrario alla vaccinazione di massa, perche' ogni individuo puo' subire ereazioni diverse. Questo rende ancora piu' grave la radiazione decisa dall'alto, configurandosi quindi un reato di opinione. Inoltre non so se il farmaco citato per la cura dell'Aids e' lo stesso che il protocollo di ematologia ha dato a mio padre come "farmaco nuovo proveniente dalla Francia" all'inizio del 2011. L'effetto fu quello di alzare i livelli di globuli bianchi a dismisura, che erano sotto la norma, insieme ai globuli rossi. La malattia in pochi mesi degenero' da mielodisplasia sotto controllo con saltuarie trasfusioni a leucemia, non dandogli scampo. Seppi dopo che la nuova medicina "dava miglioramenti (permanenti? a Medio termine?) nel 60% della casistica. Ed il restante 40 %? Non sono medico e non vorrei passare per ciarlatano, ma mi verrebbe da dire "bella medicina".
RispondiEliminaAlex1@
RispondiEliminaIl farmaco Azt fu ritirato dal commercio credo nel 1996, appunto perchè letale. Ignoro se quello somministrato a tuo padre in Francia fosse ancora quello, magari rinominato. Questi non hanno scrupoli.
Forse non era lo stesso, anche perche' fu mandato dalla Francia in Italia negli anni 2000, ma in realta' era fra quelli che prevedeva il protocollo del nostro Sistema Sanitario Nazionale, che ovviamente deve tenere conto dei "tagli lineari". Era il migliore? La cosa che mi colpi' che il sangue necessario per le trasfusioni, centellinato nell'ospedale pubblico, era disponibile in abbondanza in una clinica privata dove fu ricoverato per pochi giorni. Un conoscente piu' anziano con la stessa malattia senza tale cura sopravvisse molto piu' a lungo. Da qui i miei dubbi. La campagna fatta a suo tempo contro Di Bella e quella contro chi dubita di chemioterapie e vaccini obbligatori mi ha sempre fatto vedere con sospetto il sistema dei farmaci.
RispondiEliminaGrazie Fulvio, aspettavo il tuo commento Su Del Grande. Se non lo avessi fatto tu ero quasi deciso a farlo io. Quando ho letto alcune cose cose scritte da lui e visionato l'ultimo suo video ultra fazioso mi si sono contorte le budella. Non c'è limite alla sfrontatezza e alle bugie che possono essere partorite da una mente priva di coscienza.
RispondiEliminaClaudio
Adesso che è stato "liberato" prepariamoci per il nuovo Saviano.
RispondiEliminaNella zona dove si presume che "il Russo" abbia operato tutti i giornali e le TV raccontavano di persone che avrebbero visto Igor una volta con l'arco, poi con la balestra, poi li e ancora là, etc etc. La Polizia conosceva bene il suo nome, che non era quello iniziale dato alla stampa, perchè se era ricercato e già detenuto non poteva certo cambiare il nome da solo e comuque nessuno dei presunti testimoni lo aveva mai conosciuto come "il Russo". Tutta questa storia puzza veramente troppo, chissà chi è veramente l'assassino.
RispondiEliminaUn interessante articolo su del grande: La strana storia di un giornalista freelance
RispondiEliminahttp://www.sinistra.ch/?p=6415
Sono molto sensibile al tema migranti, perche' lo ritengo il piu' grosso problema che l'italia avra' nei prossimi anni. Ritengo che noi tutti che facciamo uno sforzo in piu' della media per informarci attraverso stampa non, diciamo, "allineata" che rifiutiamo il cloroformio del tiggi', abbiamo anche un compito preciso: DIFFONDERE. Ognuno di noi DEVE sensibilizzare qualcun altro inviandogli letture come quella qui sopra. internet & co. sono anche un grande mezzo di democrazia
RispondiEliminaAzt, zidovudina, è stato prescritto per anni al sottoscritto, dal 1998 ad almeno il 2006, per fortuna senza effetti collaterali misurabili.
RispondiEliminahttps://aurorasito.wordpress.com/2017/04/26/leritrea-nella-guerra-contro-lo-yemen/#comments
RispondiEliminaCaro Fulvio, sapendo che sei stato più volte in Eritrea e conosci molto bene il paese nostra ex colonia, gradirei una tua valutazione di questo articolo che ho appena letto su aurorasito che frequento e di cui leggo gli articoli ogni tanto.
Si parla di una fattiva collaborazione dell'Eritrea in cambio di investimenti arabi nella guerra allo Yemen.
Grazie della risposta che vorrai darmi appena ne avrai il tempo.
MASSIMO@ Non so cosa dirti. Avevo sentito queste notizie e, quando ho rivolto domande agli eritrei, mi è stato risposto che erano false, come dichiarato ufficialmente dal governo. Però i dati di Aurora sono molto dettagliati, probabilmente vengono da un servizio di intelligence.
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