Da quelli
che danno la caccia alle informazioni che disturbano l’establishment dei ladri,
corrotti, mafiosi, massoni, assassini seriali, che governano i vari paesi
dell’area euro-atlantica, che hanno già stabilito sanzioni, radiazioni,
eliminazioni, punizioni per chi insiste a diffondere quelle per le quali hanno
inventato il termine “fake news”
(notizie farlocche), o che, come la Boldrini, le promuovono da noi, il New York
Times, house organ della lobby
insraelo-talmudista internazionale viene giudicato la Bocca della verità, il
Golden Standard del giornalismo mondiale.
E non
potrebbe che essere così, dato che questo giornale è stato negli anni
dell’assalto terroristico, militare, agrochimico, farmaceutico e finanziario,
dei globalisti all’umanità, del trasferimento della ricchezza globale dal 99%
all’1%, ben rappresentato da quegli 8 individuo che hanno più di quanto hanno
3, 5 miliardi di conseguentemente poveri, delle 7 guerre di Obama, lo strumento
principale della lobotomia transorbitale operata sui cervelli dei sudditi
dell’Impero.
Il giornale
che, con i suoi soci nelle campagne di demolizione della verità, Washington Post, CNN, Guardian, giù giù
fino agli sguatteri mediatici italiani, è diventato la bandiera di uno
storicamente inusitato blocco nichilista sinistre-destre nel fiancheggiamento
delle ragioni per le quali l’apparato bellicista Usa viene lanciato contro
paesi e popoli, con meta finale l’armageddon Occidente-Russia, s’è prodotto
nell’ennesima bufala galattica mirata ad avvicinarci a quella “soluzione
finale”.
Non è
bastato che il NYT si fosse totalmente squalificato con gli avalli a tutti i
falsi pretesti che hanno consentito ai
predecessori di Donald Trump, primatista Barack Obama, di sbattere al
muro un paese debole dopo l’altro, o invadendolo, o riducendolo con le bombe all’età della
pietra, o scatenandogli contro branchi
di subumani ben retribuiti, o rovesciandone i governi legittimi con colpi di
Stato. Godendo nell’opera dell’apporto sussidiario di specialisti umanitari
della menzogna e della diffamazione, come Amnesty International, HRW, Save the
Children, MSF, giornaluccoli e partitini sedicenti di sinistra.
L’occasione
era propria per un nuovo colpo grosso. Ridotto, a forza di ricatti dei servizi
segreti, colpi di maglio mediatici, il mastino pre-elettorale che, vaneggiando
di intese con la Russia, si azzardava a
intralciare l’armageddon, a botolo ringhiante contro il Venezuela e la Corea
del Nord; costrettolo a firmare nuove sanzioni contro il falso scopo Russia e
il vero scopo Europa, ecco che occorreva colmare una defaillance del concerto
bellico tra Mediterraneo e Medioriente.
Mediterraneo-Medioriente: dove Trump
latita, il NYT provvede
Erano
successi fatti intollerabili per lo Stato profondo USraeliano e sul quale il
presidente-ostaggio aveva manifestato titubanze ed esitazioni. Lo stop ai
finanziamenti della Cia ai jihadisti Isis e Al Qaida; una mancata risposta
all’esuberanza militare e diplomatica di siriani e russi che stavano rimettendo
le cose a posto, come erano prima del 2011; l’Iraq che ribadisce la sua
ritrovata coscienza nazionale con la liberazione di Mosul, la definitiva messa
in crisi del mercenariato jihadista e, anatema!, l’intesa con Mosca addirittura
per aiuti militari ed economici; l’Iran che, alle nuove sanzioni appioppiategli
a dispetto della sua ottemperanza all’accordo nucleare, minaccia di bruciarlo,
quell’accordo. Questo per il Medioriente.
Bloccato “l’evento naturale”
emigrazione
Nel
Mediterraneo di male in peggio. Quattro scalzacani giuridici e politici della
colonia Italia, a Trapani, Catania e al Ministero degli Interni romano, si
permettono di mettere il sale sulla coda alla flotta delle Ong messe in campo
dal destabilizzatore umanitario di fiducia George Soros. Viene buttata una
mappata di sabbia negli ingranaggi perfetti della filiera criminale
dell’”accoglienza”, che inizia con l’induzione del meglio delle società
africane e del Sud del mondo (quelle dei paesi rigurgitanti di risorse) a
mollare terra, popolo, Stato, cultura, identità, e che si conclude nei
bassifondi sociali di un’Europa meridionale da sprofondare in default vari,
economici, sociali, culturali. Due piccioni con la fava del “inarrestabile
fenomeno epocale”, evento naturale quanto il crollo dei nostri cavalcavia, o i
fuochi della terra dei fuochi.
Mica basta.
Forse l’offesa più grave è che, anziché trattare il presidente egiziano Al Sisi
da lebbroso che di notte esce per infettare bambinelli, magari europei, come
auspica la solita alleanza del buoncostume sinistro, dal “manifesto” a
Stampubblica, Roma ha la tracotante impudicizia di ristabilire con lui rapporti
normali, quasi quanto quelli di Obama e successori con i nazisti di Kiev e i
narcogolpisti dell’Honduras. E addirittura di ingolosirsi alla prospettiva che
l’Egitto, detentore con l’ENI del più vasto giacimento di gas dell’intero
Mediterraneo, possa rifornirci di energia a costo molto più basso del gas
fracking da scisti, che Washington cerca di rifilare all’Europa. E senza i
condizionamenti “anti-antisemiti” legati al gas israeliano.
Non si era
spento l’inquinamento acustico provocato dalle geremiadi della famiglia Regeni
e dai suoi sponsor, da Luigi Manconi alla solita Boldrini, al solito
“manifesto”, per il ritorno dell’ambasciatore italiano al Cairo (quelli Usa,
Germania, Regno Unito, Francia, mondo intero, ci stanno, forse perché se ne
fottono, forse perché sanno chi era Regeni), che dal NYT è arrivato l’ordigno
acustico nucleare. Tirato fuori 17 mesi dopo l’evento culminante
dell’”Operazione Regeni”, il ritrovamento del corpo senza vita e torturato.
Il Regeni reinnescato
Dunque,
secondo quella bocca della verità, della quale se te ne fidi finisci con la
mano mozzata, i servizi di Obama avevano subito capito tutto e avevano
immediatamente fornito al governo italiano le prove inconfutabili
dell’assassinio ad opera di un servizio segreto egiziano, ordinato dall’orrido
Al Sisi in persona. Incidentalemtne, Al Sisii è un altro di quelli con i quali
Trump pensava di poter intrattenere un modus vivendi, ma lo Stato Profondo Usa,
Israele, “il manifesto”, i “sinistri”, no. Con uno che amoreggia con Putin, che
possiede tanto gas da ridurci, noi Usa, a subappaltatori, che si permette di
mettere le dita nella marmellata libica sostenendo un generale che, oltreché
amico dei Gheddafi, pare potere
addirittura ricostituire l’unità del paese che abbiamo tanto fatto perchè
evaporasse, tocca andarci giù pesanti.
E dunque la
colossale bufala. Il governo non poteva che negare, dato che non ne aveva mai
avuto, di prove o documenti “inconfutabili”.
E anche, perché, a dispetto di tutta la sua ontologica buffoneria, cialtronaggine, piaggeria,
davanti ai propri elettori come faceva a vantare un minimo di credibilità se,
avendo in mano fin da subito la prova provata di Al Sisi assassino, non ne ha
fatto l’uso che ossessivamente le prefiche coloniali, da Manconi al Manifesto,
a tutta la “sinistra”, gli chiedevano? Ovviamente non esiste nessuna prova.
Ovviamente il NYT si è ripetuto come quando riempiva di stronzate le provette
di Colin Powell. Ovviamente si trattava solo di far starnazzare un po’ più
forte i propri dipendenti italioti e mettere Roma sull’avviso per quanto
concerne Egitto, Libia e migranti.
Gli
obamiani fanno la loro parte nello Stato
Profondo della guerra per la guerra, il Golden Standard del giornalismo fa la
sua parte di cloaca maxima dell’informazione, le sinistre degli infiltrati e
lobotomizzati fanno la loro parte sotto lo sguardo benevolo dei Rothschild,
Rockefeller, Warburg, Goldman Sachs, Soros. Quello che inchioda tutti costoro
alla loro infamia (mentre la Boldrini mi inchioderà alla mia “propaganda
dell’odio”) è la fenomenale malafede che imbratta ogni loro parola.
Tutti sanno
che Giulio Regeni (lo ripeto per la ventesima volta) era dipendente e
collaboratore di un’accolita di delinquenti della massima categoria,
specializzati in spionaggio industriale, politico, destabilizzazioni, regime change, repressione, uccisioni di
massa. Uno così come lo definisci? Uno
che dal 2013 ha lavorato per John Negroponte, inventore dei Contras e degli
squadroni della morte tra Latinoamerica e Medioriente, un pendaglio da forca se
ce n’è uno; per Colin McColl, già capo del Mi6, servizio segreto britannico,
che organizza operazioni sporche in giro per il mondo; per David Young,
fondatore della ditta, Oxford Analytica, già carcerato per aver lavorato per
Nixon, da “idraulico”, nell’operazione
Watergate.
Tutti hanno
visto e, quando non lobotomizzati, hanno
capito che al Cairo Regeni cercava di assoldare elementi con la prospettiva di
fargli avere denari dalla sua organizzazione britannica (quale? Quella di
Negroponte?), purchè presentasse “progetti”. E a chi, nel noto video, Regeni
prospettava questi finanziamenti per “progetti”? A Mohamed Abdallah, capo di un
sindacato di ambulanti, cui Regeni, manifestatosi come possibile elargitore di
quattrini, negava però un caritatevole uso personale, per la moglie ammalata di
cancro. “Ci vogliono progetti, avete progetti?” Il sindacalista, che Regeni
cercava di infilare in qualche oscura operazione, aveva ogni motivo per
denunciare l’ambiguo straniero di Cambrdige alla polizia.
Questi sono
fatti. Sono fatti enormi. Sono mattoni di una storia che porta dritto
all’eliminazione del provocatore nel momento in cui un cittadino non sobillabile,
denunciandolo, ne aveva lacerato la copertura. Lo aveva bruciato. Lo sanno
tutti, da Washington a Roma, dal Cairo al “manifesto” e a Cambridge (che
apposta mantiene il riserbo sul suo “ricercatore”). Non vi pare che quelli che
fanno finta di niente, ma piangono e imprecano sul “martire” della resistenza
ad Al Sisi, non abusino di una vittima, tradita dai suoi mandanti? Non meritino
la qualifica di infami?
Infami di
sinistra che si fanno sbugiardare dai giornali di Berlusconi, quelli “di
destra”. Ma a che punto siamo arrivati!
Ora
aspettiamo i fatti dei servizi Usa e di Obama il retto. Ovvio che sanno tutto.
La NSA che spia tutti, Merkel compresa, ce la siamo scordati? Vediamo se,
quanto a fake news, saranno più bravi
almeno di quelli dell’11 settembre.
https://propagandaschau.wordpress.com
RispondiEliminaPer chi conosce il tedesco.
Anonimo@
RispondiEliminaFormidabile sito. Preziosissimo. Lunga vita!
C'è modo di iscriversi, o di ricevere una newsletter? Non l'hjo capito dal sito. Mi dai una mano?
Fulvio, impeccabile come sempre, nel riportarci la VERITA'di quanto accade.
RispondiEliminaL'infamia purtroppo non conosce limiti. Un vero nido di serpi disgustose controlla oramai tutto l'Occidente (uccidente). Putridi orchi con lingue di rettile.
Max
Ciao Fulvio. Se apro il sito dal mio Smartphone, in basso a destra compare la scritta "Folgen". Cliccandola puoi inserire la mail e poi clicchi "Anmelden". Tschuss
RispondiEliminaAnonimo@
RispondiEliminaDanke!
Per la redazione di "contropiano" prevale l'indignazione democratica per chi osa inviare l'ambasciatore presso "il dittatore" (e si sa, con I dittatori non si parla). Sul ruolo dell'universita' che ha mandato lo "studente" nei guai e di quali fossero gli interessi in gioco nemmeno un cenno.
RispondiEliminahttp://contropiano.org/news/internazionale-news/2017/08/16/palazzo-chigi-farnesina-tendono-la-mano-sisi-094756#comment-83515
Attacco A Barcellona. Come in altre occasioni vedi Parigi, Charlie Hebdo, Bruxelles, Nizza, Berlino la dinamica e' simile, ma come al solito, non ne prendono mai uno solo vivo. Anche se a Barcellona sembrava ci fossero trattative. Non solo ma di tutti gli attentatori si sa subito perfettamente le identita' e tutto quanto il resto, dato subito in stampa ai giornali. Ognuno tiri le sue conclusioni.
RispondiElimina"Obama il retto"... :-)
RispondiEliminaRiferimento accidentale o voluto, alla di Lui chiacchieratissima parte anatomica?
Saluti