Macerata è una delle città più significative – storicamente e artisticamente . del
Centroitalia e delle Marche. Agli smemorati dell’eterno presente senza capo né
coda, fuscelli al vento strappati dalle loro radicime che non diventeranno mai
né roseti, né querce, ricordo che a Macerata, strappata allo Stato della
Chiesa, Giuseppe Garibaldi formò la
Legione Maceratese. Legione che a Roma, in difesa della Repubblica Romana
contro papalini e francesi, il 30 aprile 1849, conseguì la grande vittoria di
Porta San Pancrazio. Luogo suggestivo sul Gianicolo, cui vale la pena fare una
passeggiata e dedicarci un pensiero, per sapere da dove veniamo, chi siamo e dove vorremmo andare, a dispetto del ferro
da stiro che qualche manovratore va passando sul "chi siamo" nostro e dell’umanità.
Quel pasticciaccio
brutto di Via Velini
Di Macerata tutti
parlano e straparlano oggi come si trattasse del Bronx, o dell’Alabama del Ku
Klux Klan. Ci si sono buttati a pesce tutti i fakenewisti di sistema e di
regime e l’arte degenerata della distrazione di massa, del depistaggio, è stata
elevata alla settima potenza. Tra ragazza bianca maciullata, umani neri
falciati da fucilatore bianco, Hitler ante
portas, la sagra degli stereotipi funzionali ai propri fini ha investito, a
partire dalla bella, solida, tranquilla città, un’Italia che deve restare in
stato perpetuo di arruffamento a base di paura e sospetto.. Almeno fino alle
elezioni, dove dovrà vincere chi ha depistato, truffato, mentito, ma schiamazzato
di più: migranti tutti squartatori e stupratori, migranti tutti bianche colombe
in fuga da sterminatori, donne tutte a rischio di molestie dal taglio a pezzi
al pizzicotto al gluteo, odio che imperversa su social da controllare,
disciplinare, stroncare, fascisti che ormai incombono peggio che il 28 ottobre
1922, marcia su Roma (a proposito e per inciso, un omaggio alle 123 donne,
professioniste di spettacolo, arti e lettere, che, in sintonia con la Deneuve e
la Bardot, con il loro appello a un approccio meno manipolatorio alla questione
delle molestie alle donne, hanno elevato ragione ed equilibrio al di sopra
della canea scatenata da chi punta a
dividere, contrapporre, frantumare, in termini di generalizzazione e
sollecitando rivalse da frustrazioni, arrivismi, istinti ricattatori,.mai
diretti contro il manovratore alla guida del mezzo).
Il disadattato di Macerata, morfizzato in comandante della X
Mas, che fa riemergere senza macchia dalla loro sozza fanghiglia di falsari,
corrotti e frodatori. tutti i cicisbei politici del padronato euro-italiota,
che permette di riqualificare eccelsi salvatori della democrazia e
dell’immacolata informazione i più accaniti spargitori di odio, calunnie, fango
(pensate alla fomentazione delle guerre e del conflitto inter-genere e
intergenerazionale), fattucchiere e ciarlatani assisi sugli stalli dell’Ordine
dei Giornalisti, della Federazione della Stampa, dei vari Articolo 21, tutti coloro
che fino a ieri e ancora stamattina, e ancora domani, ci hanno stretto al collo
il guinzaglio di un tecno-bio-fascismo 2.0, a tutto emisfero. Altro che
rigurgiti del ventennio, pompati e
agitati per confondere le acque limacciose della morta gora nella quale ci
tengono immersi fino al collo, lasciandoci fuori solo gli occhi puntati sui
loro schermi, sfiatatoi di menzogne e
volgarità e credere che quello sia il mondo.
C’è altro a Macerata,
nelle Marche, in Italia
A Macerata c’eravamo stati appena una settimana prima e, a
una presentazione del nostro film “O LA VITA O LA TROIKA – EPICENTRO SUD, non
si uccidono così anche i paesi?” avevamo potuto conversare con 300 maceratesi
di cosa abbiano fatto alla loro terra, ai loro centri abitati, alla vita dei
loro conterranei, non tanto il terremoto, quanto quelli che del terremoto e
delle sue vittime avrebbero dovuto occuparsi secondo necessità, competenza,
onestà, efficienza. Termini che il sisma ha dimostrato scomparsi dal dizionario
mentale e dal manuale pratico delle classi dirigenti.
E, restando tutti noi per tre ore liberi dal laccio vischioso
che ci incapsula negli smartphone, abbiamo anche capito cosa la mala gestione,
fino all’incuria e allo spopolamento strategico, di questo patrimonio di
umanità e civiltà, abbia in comune con le altre storie del film, scritte dai
superpoteri euro-occidentali, Fondo Monetario, Commissione Europea, Banca
Centrale Europea, la Troika, sui fogli
sbanchettati delle nostre Costituzioni democratiche e antifasciste. La
devastazione e l’impoverimento della Grecia e di tutti i Sud, la manomissione
del territorio di cui alla sovranità del popolo e dello Stato si è sostituita
quella delle multinazionali del fossile e del caporalato schiavista
planetarizzato, gli spostamenti di popoli finalizzati all’eliminazione di ogni
identità, sovranità, autodeterminazione, salvaguardia di radici e future
fioriture.
Noi, quelli che nelle Marche ci danno una mano, quelli che
vengono agli incontri, non ci siamo lasciati distrarre, depistare. Siamo
rimasti sul pezzo. E così sarà anche a Grottammare (AP), sabato 10 febbraio,
Sala Kursaal, Via Colombo, ore 17, dove
ora continua il tour del documentario in vista di altri appuntamenti.
Le coincidenze. A Grottammare è stato sindaco per due mandati
Massimo Rossi, a cavallo del millennio. Ci siamo conosciuti a Belgrado, sotto
le bombe dell’aggressione Nato del 1999. E a Zastava siamo scampati a un paio
di missili diretti a testimoni che qualcuno aveva capito non avrebbero ripetuto
in giro la vulgata dei carnefici, feroci
e buonisti uniti nel sostegno al nazionicidio,. La Zastava Automobili della
Fiat, massima industria serba e massima concentrazione operaia, giaceva
sbriciolata sotto le bombe, alcune firmate Massimo D’Alema (per dire dove va
visto il fascismo). Gli operai sopravvissuti raccoglievano pietre e ferri. Un
anno dopo l’avevano ricostruita, da soli. Solo allora se l’è ripresa la Fiat:
Milosevic non c’era più. E neanche la Jugoslavia. Chissà se Massimo Rossi
verrà.
Organizzano i 5 Stelle, coloro che ho visto battersi più di chiunque
contro il malo-dopoterremoto.
A proposito di informazione e di propaganda. Ritorno alla tragedia del Cermis venti anni fa.
RispondiEliminaQuesto e' il video che cerca di presentare l'equipaggio che ha abbattuto la funivia tracciandone i cavi, come degli eroi. Viene tenuto conto solo del loro punto di vista delle loro capacita', della loro sicurezza, delloro coraggio, per un fine nobile "i cieli lacerati della Bosnia" (che peraltro nel 1998 era in pace) forse piu' nobile delle vite di quegli ignari sciatori. Dei morti in funivia, dell'operatore recuperato con un elicottero dall'altra cabina penzolante a qualche decina di metri di altezza ma anche della manomissione della registrazione del volo, non c'e' traccia in questo video della NatGeo Tv.
https://www.youtube.com/watch?v=mS1M6X-a9jo
Una bella cantante che vince il talent show e che sugli attentati e sui terroristi dice cose argute ma poco "democratically correct" sul suo sito. Immagino sarà censurata dalla campagna anti "fake news" in corso in tutta Europa in pieno stile boldrinesco. Non un apprezzamento sul fatto che una musulmana rende omaggio ad un poeta e cantante di origine ebrea come Leonard Cohen. Si preferisce andare a spulciare nei social alla ricerca dell'errore per poi darle addosso. Cosa hanno da dire le postfemministe a difesa di questa artista donna? Staremo a vedere.
RispondiEliminahttp://www.corriere.it/esteri/18_febbraio_05/cantante-col-veloche-strega-francia-twitta-complotti-490ddfe0-0ab8-11e8-aeb9-f008c9e7034a.shtml
Intanto notizia di oggi il pm non ha contestato al nigeriano l'accusa di omicidio della povera ragazza smembrata perche' non ci sono prove; alla faccia degli articoli mediatici che avevano gia' risolto il caso.
RispondiEliminaA chi ancora pensa che le "democrazie occidentali" non c'entrano nulla con i tagliagole ribelli. era chiaro con chi stanno i "democratically correct", senza più bisogno di scuse di provette o di gas tossici. Un solo errore nell'articolo di Repubblica, non è la prima volta che le truppe della "coalizzione" colpiscono l'esercito siriano (definito come "truppe di Assad" per denigrarle a livello di milizie locali e tribali). Era già avvenuto a Deir el Zoz, quando il presidente era "l'abbronzato". Sentiremo le lamentele degli anti Trump democratical sorosiani? Non credo. La passeranno ancora come guerra civile? Nuovo scenario libico? Cosa farà la Russia, si defilerà? La Borsa è in brusco calo e credo che una guerra generalizzata con Israele Usa "ribelli" (Curdi e non) contro Siria e Libano ormai è prossima. Eppure proprio ieri sentivo un video di Adinolfi di un anno fa che insultava Chiesa ed un altro ospite della "Gabbia" di Paragone perchè affermavano che gli USA e gli europei erano i burattinai dei "ribelli" e dell'Isis. Cosa diranno i m5s e Di Maio, fresco di ritorno da Washington e da Bruxelles?
RispondiEliminahttp://www.repubblica.it/esteri/2018/02/08/news/l_aviazione_usa_bombarda_le_truppe_di_assad-188300968/?ref=RHPPLF-BH-I0-C8-P6-S1.8-T1
A proposito cosa significa l'espressione "ciurlare nel manico" (la usava qualche volta mio padre) forse vuol dire tentennare, non essere sicuri, non prendere posizione?
Capisco che si tratta soltanto di una digressione, ma presentare l'avventuriero Giuseppe Garibali, massone finanziato dalla massoneria britannica e statunitense, presunto repubblicano agli ordini del re gaglioffo Vittorio Emanuele II e del biscazziere Cavour, l'artefice principale della malaunità italiana che ha fatto del Sud una colonia interna, utilizzando su larga scala la violenza, la repressione, le fucilazioni, le sentenze sommarie dei tribunali militari, la distruzione di villagggi e cittadine, l'incarceramento e la deportazione di masse di contadini meridionali, compresi vecchi, donne e bambini, la malversazione sistemica dei burocrati piemontesi, la depredazione dei beni nazionali del Regno delle Due Sicilie, l'istituzionalizzazione della mafia e della camorra, con i risultati che a distanza di 150 anni sono sotto gli occhi di tutti, è una cosa che non si può sentire.
RispondiEliminaFerdinando Ricciardi@
RispondiEliminaCol senno di poi...
Come storiografo sei un po' fazioso e impreciso.
E ora parlami delle nefandezze di Giulio Cesare, Gengis Khan, Carlo Magno, Bolivar...
Comunque: Viva la Repubblica Romana e a morte Pio IX
@Ricciardi
RispondiEliminaTipico errore di chi giudica i personaggi protagonisti di un evento storico in base agli sviluppi verificatesi due decenni dopo od ancora di piu'. I partigiani vengono incolpati di aver creato una repubblica italiana sotto il controllo della D.C. e della Chiesa, oltre ad aver "svenduto" lo Stato agli angloamericani, gli operai e studenti del '68 sono accusati di aver aperto al parassitismo sociale ed alle carriere in politica "poco meritocratiche" e addirittura implicitamente responsabili degli "anni di piombo". Adesso si accusano i garibaldini dello scempio fatto dai Savoia del Sud. La storia e' un fenomeno dialettico, di conflitti fra diverse fazioni delle classi dominanti e fra le diverse classi sociali, ed i suoi risultati sono spesso risultati non voluti dalle singole componenti in gioco. Comunque, fyi, alcuni garibaldini, delusi dall'avvicinamento di Garibaldi al Regno d'Italia (che fra l'altro in passato gli aveva anche sparato addosso) sono andati a combattere con la Comune di Parigi del 1871. Come vedi la storia ha molte sfaccettature.
Alex1@
RispondiEliminaBravo. Ottima risposta a valutazioni unilaterali, apodittiche, viscerali, antistoriche e antidialettiche.
Veramente ottima risposta Alex1. Il caso e la necessità sono due aspetti essenziali del movimento della materia come ha ben dimostrato questo intellettuale:
RispondiEliminahttps://studieriflessioni.blogspot.it
Oggi cerimonia di apertura delle Olimpiadi invernali con Paolo Mieli in qualità di commentatore intento a mettere in guardia i telespettatori sul pericolo rappresentato dal "dittatore nordcoreano". E non poteva mancare il parallelismo tra Kim e Hitler, con Mieli che è arrivato a paragonare la riunificazione sportiva tra le due Coree con la vetrina nazista alle Olimpiadi del '36.
RispondiEliminaÈ stato poi triste vedere sfilare la squadra russa azzoppata dalle squalifiche e costretta a gareggiare senza la propria bandiera. Non hanno avuto diritto neanche ad un proprio portabandiera!
Col senno di poi? Storiografo impreciso?
RispondiEliminaGrazie, ma sono dialetticamente disarmato davanti a chi "il risorgimento" lo ha studiato sui manuali scolastici di regime e rinverdisce di tanto in tanto le sue conoscenze mediante la vulgata televisiva dei Mieli, dei Barbero, degli Angela.
Un aiutino ve lo do: i padri della patria Mazzini e Garibaldi, uomini tutti d'un pezzo, sebbene non ricoprissero alcuna carica pubblica, non disdegnavano di raccomandare per le commesse statali gli imprenditori massoni, loro sodali per "aver contribuito alla Causa". Cfr. le opere di Gigi Di Fiore, edite non da Pasquale Esposito, ma dalla UTET.
Oggi a Roma Sud un corteo di CasaPound ha bloccato per un paio d'ore la zona della stazione Laurentina. Il pretesto e' "la giornata del ricordo" al quartiere giuliano dalmata, per i "martiri delle foibe". Triste far notare che tante forze "democratically correct" che urlano ogni due per tre al pericolo "fascista" e "populista" (senza neanche saper il significato di quest'ultimo termine) sono sparite lasciando il campo libero ai nostalgici del ventennio. Anche a San Remo si e' ricordato le "vittime italiane della persecuzione yugoslava" ma delle vittime molto piu' numerose della guerra scatenata dall'Italia contro quel paese, i villaggi bruciati e le fucilazioni sommarie (e perche' o, anche della guerra democratica D'Alemiana del 1999 con l'uranio impoverito) non vengono mai citate ne ricordate. Chissa' come mai si parla di superamento della resistenza, dello scontro fascisti antifascisti (ma ovviamente non solo quello, su La7 ad "otto e mezzo" un intrerlocutore ) pretendeva che non si parlasse neanche della lotta di classe perche'"superata". Pero' il cliche' vittimista di "italiani brava gente" non viene mai superato.
RispondiEliminaRicciardiò
RispondiEliminaCi rinuncio. Tu non solo sei dialetticamente disarmato di fronte alla storia e alla sua complessità, le sue luci e le sue ombre, le contraddizioni principali e quelle secondarie, ma sei anche un tantino offensivo con questa storia dei manuali di regime....
Comunque, che tu lo voglia o no, sei utile ai signori della mondializzazione e della distruzione delle identità storiche.
Viva la Repubblica Romana, viva i garibaldini dei Mille e della Comune di Parigi e cerca di imparare dei distinguo.
Passo e chiudo.
Ricciardi@
RispondiEliminaMi è capitata tra le mani questa citazione:
Concetto Marchesi, deputato della Costituente e grande latinista, era solito ricordare che la storia è fatta di una pasta diversa da quella del salame. La storia, diceva, non la puoi tagliare a fette per scegliere la fetta che ti piace di più. Devi prenderla - coglierla - tutta intera, nella sua complessità, nella sua concatenazione precisa di cause e conseguenze.
Viva la Repubblica Romana, W Porta Pia