Premessa fuori tema. La più bella partita da quando c’è
il calcio? Quella non giocata tra Argentina e Israele a Gerusalemme, capitale
della Palestina. Il rigore più decisivo? Quello mai tirato da Messi, ma che ha
fatto il più bel gol della storia.
Ci sono degli analisti, osservatori, esperti, accademici, sapienti talmente acuti nel penetrare la realtà e tirarne fuori la
verità nascosta che neanche un trapano, neanche un martello pneumatico
riuscirebbero meglio a scovare che c’è davvero, contro le credenze e
superstizioni del popolino, dietro la parete e sotto l’asfalto. Tutti Tiresia,
tutte Cassandre i nostri profeti di sventure, pioggia di rane, scenari
post-atomici. Da queste assonanze tra affini, sodali, compari, fratelli, soci
azionisti del Quieto Esistente all’ombra
della Cupola che regge l’edificio mondo,
e che ora si teme messo a repentaglio, si ergono con cipiglio coloro che
la sanno essere lunga e profonda come trapani n.5.
Sono le volpi che hanno capito come, dietro tutta la manfrina
dei due mesi di helzapoppin al Quirinale, quello che ha mosso , scompigliato,
ricomposto le figurine sul proscenio non era altro che Draghi. Però in seconda
battuta. Perché in prima chi può essere il battitore se non un campione della
patria del baseball? E fin qui c’eravamo arrivati anche noi: direi che si
tratta quasi di un’ovvietà, un luogo comune. Solo che, dopo che il trapano era
arrivato a Draghi e da lì ha puntato verso la Statua detta della Libertà, trovatici
tutti d’accordo sugli attori in scena, invece sul loro copione e sul finale del
dramma farsesco, o della tragicommedia, noi, umili e anche un po’ grezzi
curiosoni della geopolitica, ci siamo trovati isolati.
Mentre i trapanisti, arrivati al nocciolo incandescente, si
dicono certi che, tutta la manfrina sarebbe servita a mettere in campo un
miliziano atlantista contro l’infida Germania, non si sa bene se per rovinare
l’Europa, o sottrarla alle grinfie di un marco che se la fa da euro e minaccia
di strappare agli Usa le briglia del ronzino europeo per farne un destriero da combattimento alemanno.
Magari facendoci fare un giro anche ai partner russi del Nord Stream, jawohl !
Si adduce a sostegno (Giannuli) un episodio tratto
dall’aneddotica che ha infiorato le giornate del Salvimaio no, Cottarelli sì e
viceversa. Mario Draghi, forte più del suo retroterra Goldman Sachs e
Rothschild che non dell’eurobanchetta che governa a Francoforte, avrebbe
chiamato la testa pensante della Lega, Giorgetti, e gli avrebbe intimato di togliere
subito dalla testa del capo l’idea di lasciar fare a Mattarella-Cottarella e
andare così a elezioni, si teme disastrose per l’élite. Il matrimonio sui
generis a tre (che fa impazzire gli appassionati del nomadismo dei generi), Di
Maio, Salvini, Conte, s’aveva da fare. Detto da Don Rodrigo, non si discute: i
Bravi stanno lì con ferro e schioppo. Tutto chiaro? Draghi, uomo degli Stati
Uniti, anzi della Cupola, ha voluto il “regime populista” e l’ha voluto per
avere in Europa un fido scudiero a tre teste, capace di tagliare le unghie
alla, per gli Usa troppo invasiva, Germania. Il ragazzo di Pomigliano, il
bulletto celtico e il professorino del Tavoliere che tagliano le unghie alla
Merkel. Facile, no?
Figuriamoci se non sappiamo tutti che agli Usa interessa sia
utilizzare la Germania, bastione anti-russo, sia indebolire lei, il suo euro,
l’Europa. Ma non fino al punto da far crollare il sistema, la federazione, per
cui Washington si adopera dal dopoguerra per togliersi dai piedi le nazioni
sovrane e antifasciste. E dell’Italia, terra da 70 anni occupata dagli Usa, più
che lo sgambetto alla Germania, interessa che faccia da fronte sud e fronte est
e non alzi mai lo sguardo verso Mosca.
Mario Draghi, il
bancario dei banchieri
Non scherziamo. Anzi, su Mario Draghi non si scherza. L’uomo dal
ghigno di basilisco l’hanno messo lì a demolire le costituzioni nazionali e
sovrane nel nome del soldo che, a parte qualche occasionale bomba, è l’arma di
chi manovra il caterpillar che ci schiaccia tutti, a Sud s’intende, cingolando
in direzione del regime globale. L’uomo dal ghigno obliquo viene da Goldman
Sachs, come tutti coloro messi a capo di situazioni da sistemare, da J.P.
Morgan, da Black Rock, da Lehman Brothers che è riuscita a mandare in
bancarotta mezzo mondo. Lo strumento di questa conventicola, dei Rothschild,
della famigliola Bilderberg, è lo Stato Profondo amerikano, fatto di
intelligence, militare, fondi d’investimento. Non è certo Trump, lo
chauvinista, il nazionalista, quello dei dazi. Quello è semmai uno che,
azzannato 24 ore su 24 per avere preso un giorno il tè con qualche russo e
avendo poi detto che anche costui era umano, a Salvini ha mandato Steve Bannon,
l’ideologo antimondialista, a implorarlo di tener duro.
Quos
vult Iupiter perdere, dementat
prius. “Toglie la ragione, Giove, a quelli che vuole perdere”
(Euripide). Avevo, nel precedente post, richiamato l’attenzione sull’arrivo di
George Soros, lui, si, fiduciario della Cupola nelle operazioni anti-sovranità,
migrazioni e cambi di regime, colorati o
violenti. Era piombato, fulmineo come
solo una passione malsana può muovere 87 malvissuti anni, tra i padroni
dell’economia riuniti a Trento per intimare al colto e all’inclita del potere
italiota, e anche a chi attribuisce il Frankenstein Salvimaio al laboratorio
Usa, che con questi si va a finire in bocca all’orso russo. Cosa del tutto
indicibile per chi, come l’America che conta e coloro per cui questa lavora,
punta a rimuovere lo scoglio Putin dalla mareggiata che ci dovrà vedere tutti
indistinti e uniformati agli ordini di un Al Baghdadi vestito a stelle e
strisce, con stella di David sulla corona. E Soros cosa mi rappresenta? Quello
che è tanto amico di Putin da aver pagato milioni ai nazisti ucraini perché
strappassero il paese alla Russia e ne facessero un trampolino Nato per l’assalto
finale. Oltre a Soros, l’America di cui sappiamo, ha mobilitato con altrettanta
tempestivà, il soldatino di piombo della Nato, il norvegese Jens Stoltenberg:”Giù le mani dalle sanzioni!”
Le voci del padrone
Non volete farvene una
ragione? Per chi lavora secondo voi la stampa
italiana, quella importante, ma anche quella minutina che prova ad educare il
pupo che si vorrebbe di sinistra? Dal suo formidabile archivio l’occhiuto
Travaglio, accecato da Giove quando affida a certi giornalisticamente
incapienti le pagine estere, è andato a rovistare tra i giornaloni degli
editori puri Agnelli, Caltagirone, De Benedetti (lasciando perdere i dazebao di
Berlusconi, che sono come il sudario sulle spoglie maleodoranti del defunto).
Sono, e qui vorrei vedere i trapanisti a negare, l’espressione della più pura
propaganda degli interessi dell’atlanto-euro-sionismo, oltreché di qualche
manomissione in Italia. Tutti affannosamente amerikani, tutti trafelati
russofobi. Ecco cosa scrivono sul governo messo in piedi da Draghi per conto
Usa. Premettendo che tutto questo non va interpretato come una mia difesa del Salvimaio, sul quale mi pronuncerò a
tempo debito, dopo i fatti, cito solo un florilegio brevissimo. Il quadro che
ne esce fa del nuovo governo qualcosa rispetto alla quale l’idea che gli
storici cristiani ci hanno somministrato
di Caligola, Nerone e Attila è semplicemente l’Arcadia. Cosa rappresenta dunque
la nuova triarchia per i padroni dei media italiani?
La Stampa: “Amor
di Forca, lo scenario peggiore, sottomettono la costituzione, l’Italia spaventa
la UE e Wall Street, governo inaffidabile, torna di moda Robespierre (Lucia
Annunziata); la violenza contagia la
politica”.
Repubblica: “Di
Maio come Berlusconi; tra eversione
e disperazione (Giannini);
esplosivo laboratorio populista; sono due dittatori?(Scalfari, e vabbè), distruggere l’Italia per danneggiare
l’Europa; la minaccia della cosa giallo-verde; Putin tifa, la UE si preoccupa;
giurano gli spergiuri (Merlo);
allacciate le cinture (Calabresi);
avventurismo; quei sospetti sull’asse russo; Berlino e Parigi cominicano a
chiedersi se l’Italia può diventare la testa di ponte di due populisti, Putin e
Trump (!); tragedia greca; un mix di cinismo e dilettantismo; la notte della
Repubblica (Giannini); Putin e Casa
Pound sperano”.
Corriere della Sera: “Arriva Robespierre; al peggio non c’è limite; hanno tre nomi:
nazionalismo, sovranismo, protezionismo (Severgnini); un suicidio”.
Il Foglio: “Tocca cancellare le sciagurate elezioni
del 4 marzo (Giuliano Ferrara, CIA); un contratto che fa saltare l’Italia; Lega e M5S vogliono
stravolgere le nostre istituzioni (Calenda); Il PD deve unirsi come i greci contro i persiani; la Terza
Repubblica fra le risate del mondo intero (Ferrara CIA); il curriculum dei barbari”.
Il Messaggero: “Il mezzogiorno resta fuori; no al sovranismo anarcoide; spine su Tav e
MPS; l’arrivo dei barbari”.
E pensate che il manifesto, sia rimasto fuori dal
coro? Avrebbe tradito la sua missione di collateralista in russofobia,
neocolonialismo, antisovranità e sorosianesimo, senza questi suoi sbocchi di
bile su un governo molto meno suo che quello di prima. Affida al suo giurista da comodino, Gaetano Azzariti, la lectio magistralis
anti–pentaleghisti. Una vera zanzara
tigre cocchiera. Dopo aver definito “presidente
mite” colui che da ministro bombardò la Serbia per conto degli Usa e della
Germania, dopo averlo proclamato Santo Subito per aver garantito, lui!, la Costituzione,
così sentenzia il sostenitore del golpetto quirinalizio: “Il popolo contro il palazzo in chiave eversiva; privatizzazione
dell’organo di governo; nessun ruolo è dato alle istituzioni; non è altro che
un comitato amministrativo degli affari;
l’esautorazione del governo, ma anche del parlamento è alle porte”. Ha
salvato l’Italia, per Azzariti, Mattarella: non ha mica tentato in tutti i modi
di imporci quel FMI di Cottarelli che rappresentava ogni cosa contro la quale
gli italiani avevano appena votato! Gran padre della Patria.
Il resto della gazzetta delle
mistificazioni, con al centro il giudizio definitivo fatto dare all’eccellenza
della giustizia renziana, Andrea Orlando, è in linea: “Conte fa flop e attaccherà i migranti”, cori da stadio per “fuori la
mafia dallo Stato” (Daniela Preziosi, una che vede rossobruni in chiunque
non apprezzi PD e LuE, lamenta gli applausi al forte intervento antimafia di
Conte che ha visto i PD ostentamente a braccia conserte, ma poi in ola alla
conferma dell’alleanza con gli Usa e la Nato). Prosegue il manifesto: accorato intervento di Mario Monti: arriverà
l’umiliazione della Troika e vi renderebbe un governo semicoloniale (che
pulpito!), Anna Maria Bernini smonta pezzo per pezzo l’edificio costruito dal
presidente del consiglio, il delirio dell’ovvietà, la Russia prerivoluzionaria
come riferimento per Conte, mai che si parli di rapporti di produzione di
proprietà” (quanto ne hanno parlato i governi italiani da De Gasperi in
qua!). Queste ultime perle di perspicacia sono di Tommaso Di Francesco. Del
resto, con ferreo rigore politico, il titolo suona: “”Conte riempie la replica di gaffe”.
Ripeto, non mi pronuncio sul
nuovo governo, di cui temo certe salvinate, dubito di certe dimaiate e, dato
che per il momento la rivoluzione da noi sarà, a spanne, per la seconda
generazione dopo di me, conto su alcune sostanziose cose pentastellate che non
s’erano mai viste prima. Ciò che però mi rallegra vivissimamente è
l’incontenibile rabbia, l’odio viscerale, il becero processo alle intenzioni di
coloro che Marco Cedolin (“Il Corrosivo”) chiama “i parassiti che da sempre
conducono esistenze agiate speculando sulla distruzione dell’Italia e degli
italiani”. Tra i quali sappiamo che stanno tutti allacciati nelle prime file,
accanto ai macellai sociali, ai grandi ladri finanziari, ai decerebratori
dell’anticultura televisiva, i giornalisti al soldo di grassatori e spie (l’80%
della grande stampa europea, secondo il prestigioso giornalista tedesco,
Ulfkotte, che prezzolato CIA ha ammesso di esserlo), le coop e Ong
dell’accoglienza che campano sulla deportazione di interi popoli, gli armaioli
e loro ministre, gli assassini dell’ambiente e della storia d’Italia. Tutti
coloro che se ne sono rimasti a braccia conserte quando Conte ha promesso lotta
senza quartiere a mafia, conflitto d’interessi, corruzione.
Lo ha redarguito Graziano
Delrio. Quello delle Grandi Opere, quello sotto la cui sindacatura la provincia
di Reggio Emilia si è guadagnata
l’egemonia economica delle ndrine calabresi. Specie di quelle di Cutrò,
quartier generale dei boss, dove il sindaco Delrio si mostrò in pia partecipazione alla
processione per la festa del patrono. Uno
come questo qua si è permesso di sbattere Conte tra Hitler e Mussolini.
E cagnetti di guardia all’establishment, millantanti un“quotidiano comunista”, abbaiono in sintono con l’ex-ministro di Tav,
Tap, disastri ferroviari, asfaltizzazioni, privatizzazioni autostradali.
Stretti nell’abbraccio dei naufraghi, manifesto e Delrio, quest’ultimo inciso
nella fedina penale della Storia per aver voluto demolire la Costituzione, intimano
al premier: “Lei ha il dovere di
osservare la Costituzione”. Non avrebbero potuto esprimere meglio i
sentimenti del giornalino i consanguinei L’Espresso : “Sta finendo la democrazia” e Financial Times: “I barbari a Roma”, New York Times: “governo orribile e schifoso”, tanto per ricordare ai bravi analisti
quanto certa America e una certa tribù contino sui “populisti anti-Merkel”.
Io non ho idea come si andrà a
finire con questo governo tra diversi e
opposti. Non si può non seguirlo, quando non si è accecati da Giove e dal
timore dei servi di fronte all’irritazione dei padroni, appesantiti dai
ceppi della ripulsa a prescindere, o alleggeriti
dal filo di speranza che ci potrebbe indicare un’uscita dalla bocca di lupo.
Speranza tanto più grande quanto più spasmodico è l’odio dei gaglioffi
globalisti, europeisti e vendipatria. E di George Soros.
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gentile Fulvio, non posso apprezzare in alcun modo questo governo di destra e forse di destra estrema….non mi piace che le prime misure che questo governo voglia fare è ridurre considerevolmente le tasse dei ricchi per farsi piacere alla elite di questo paese che ha sfasciato tutto o quasi, ha devastato lo Stato con penose ed insulse opere pubbliche nazionali costosissime e una miriade di opere pubbliche locali mentre neanche l’acqua è assicurata in non poche aeree del paese….fare due aliquote per rimpinzare i ricchi serve a renderli più bonari verso un Governo che ha dichiarato ripetutamente che fermerà l’invasione (non della Libia o dell’Irak o altre criminali invasioni o i bombardamenti criminali sulla Serbia o mille altre scelte della NATO) dei migranti, quegli stessi che scappano dalle guerre occidentali, dal depauperamento delle loro terre che vengono sottratte di molte risorse non per l’occidente ma per le elite occidentali e coloniali….poi certo mi da fastidio e anche mi sento non bene quando in certe zone della mia città vedo centinaia di migranti che possono solo mendicare, ma non dimentico che i migranti o clandestini o comunque siano chiamati sono qui per disperazione e se non ci fosse la violenza colonialista sarebbero nei loro paesi mentre la grande mente di salvini sputa ridicole sentenze che sono solo buone per persone che amano le semplificazioni molto basse per dare la colpa ad altri e non a chi è responsabile di tutto questo….no caro Fulvio, questo governo è pessimo
RispondiEliminae non è di destra, è di estrema destra….ovviamente il M5S viene usato dalla lega perché faccio una previsione banale: non ci sarà nessuna politica keynesiana né alcun aumento di spesa pubblica, né alcun contenimento della criminale austerity che ha messo in ginocchio milioni di greci e che subito qualcuno ha minacciato anche per l’Italia democristiana che mai riesce ad uscire dagli indecenti condizionamenti….
Conosco qualche decina di rappresentanti locali del M5S e tutti mi hanno detto che vorrebbero lasciare la NATO….subito Di Maio e Salvini hanno rassicurato che certe cose non le faranno, ovvio ma le tasse le abbassano per i ricchi da cui vogliono approvazione….il debito pubblico esploderà, la moneta sovrana non tornerà e milioni di italiani diventeranno poveri ma poveri assoluti non relativi mentre i ricchi ringrazieranno per la ricchezza aumentata e i commercianti vengono rassicurati da Di Maio!!! Andate a leggere statistiche!! 82% della tassazione totale è a carico di dipendenti e pensionati!! Cosa mai pagano queste partite iva? Poco o nulla
http://espresso.repubblica.it/affari/2013/06/05/news/chi-paga-le-tasse-in-italia-1.55194
ma piantala Di Maio! Tu non sei lì per baciare le mani a commercianti e partite iva!
Proteggi i dipendenti, le classi medie e medio basse o sai quale è la tua fine???
Guarda il PD cosa è dievntato...i ricchi e benestanti sono già ampiamente protetti dala lega e da FI e dai fratelli d’itaglia