https://www.zerohedge.com/news/2018-12-08/paris-lockdown-watch-live-hundreds-arrested-tear-gas-deployed-during-fourth-week?mc_cid=6e7bf29f37&mc_eid=741abab6a2 (Parigi, Gilet Jaunes, 4. Giornata)
Terrorismo di distrazione di massa
Sempre più grossolani, sempre più faciloni. Tanto c’è la rete mediatica sotto gli spericolati. In Francia è in atto un’insurrezione che, dopo aver bloccato e sconvolto il paese per un mese, non si ferma. Un’insurrezione approvata dai due terzi dei francesi, non di classe, ma di popolo che si è fatto, è stato fatto fare, proletariato. Un’insurrezione che si vuole limitata al rifiuto di un aumento dei prezzi, ma che si è rivelata contro il governo, l’Unione Europea, il neoliberismo, il colonialismo interno ed esterno. Tutti gli occhi, malevoli e benevoli, sono puntati su questo fenomeno di massa dai tratti epocali.
Tutti gli occhi, al quinto giro della lotta, si spostano, vengono diretti, verso Strasburgo, dove, naturalmente, il solito pregiudicato radicalizzato (ricostruito in carcere), naturalmente sotto osservazione per sospetto di terrorismo (!), con la casa piena di granate perquisita il giorno prima (!), assediato in un palazzo e, naturalmente, per miracolo fuggito, fa una nuova strage terroristica, naturalmente in pieno milieu natalizio, di pace e festa, e naturalmente qualcuno lo ha sentito urlare “Allah–U-Akbar”, talché nessuno pensasse che fosse un terrorista basco, o ceceno, o delle FARC, o laico. Naturalmente raccapricciante. Spazza via da occhi, orecchie, coscienza, riflessione, ogni altra cosa, anche la più grossa. Così, ratatatatà-clang!, è scesa la saracinesca su un mondo che, come per altri versi aveva cantato Ivan Della Mea mezzo secolo fa pensando a Mao, da rosso si era fatto giallo.
Repetita juvant
Macron era al 23% dei consensi. Hollande era messo anche peggio quando capitarono Bataclan e affini. In Belgio lo scazzo al vertice è tale che non si riesce più a mettere insieme un governo: ed ecco una bella raffica di attentati. Bush sprofonda mentre dovrebbe fare tante guerre e crollano le Torri. Theresa May è nella peste sul Brexit è viene avvelenata un po’ di gente “dai russi”…. Tutto inizia da noi, un po’ come oggi con il “governo del cambiamento” (componente gialla), con l’“autunno caldo”, una generazione di disobbedienti e vai con i botti dei servizi, fascisti e P2.
A Roma, visto che a Piazza Venezia non è spuntato un nuovo “Spelacchio”, ma un imponente e stupendamente agghindato abetone, da far ombra a quello di San Pietro; visto che da troppo tempo non vanno più a fuoco in serie gli autobus, visto che un certo ordine nello smaltimento dei rifiuti è stato raggiunto, visto che molte buche sono state chiuse, visto che Virginia Raggi è scampata definitivamente alla Procura di Roma, si incenerisce l’impianto di trattamento dei rifiuti di Via Salaria (telecamere spente il giorno prima!) e spedisce una nube tossica sull’intera Urbe. L’impianto si è autocombusto ad appena 10 gradi centigradi. Nessuna delle sostanze depositate nell’impianto (benzene, acetilene, carta, legno, etano, toluene, eccetera) si autoincendia a meno di 175°, quasi tutte solo tra i 230 e i 560 (dati inconfutabili diffusi da Adriano Colafrancesco. Grazie). E ora le 800 tonnellate di spazzatura assorbite laggiù ogni giorno possono ben finire a celebrare il Natale tra i piedi dei romani, per la gioia della Lega e dei suoi affini in PD e FI. Il ministro Costa, il miglior carabiniere che abbia l’Arma, anche perché era a capo della Guardia Forestale, astutamente abolita da Renzi, ha qualche sospetto.
La risposta la dà il poeta
Adesso voi, che avete vissuto o ricordate a cosa sono serviti Piazza Fontana, l’Italicus, Piazza della Loggia, Bologna, Via Palestro, Via dei Georgofili, Falcone e Borsellino, eccetera, eccetera; voi, che siete rimasti agghiacciati di fronte alle campagne “anti-terrorismo” di cui sopra, dal Bataclan al mercatino di Natale a Berlino e ai gas sparati su bambini a Ghouta Est, ma non per questo vi siete chiamati “Je suis Charlie”, né vi siete bevuti la fola del “terrorista Assad” propalata dai più feroci terroristi della Storia e dai loro mandanti….Voi, adesso, dando uno sguardo anche a cosa viene fatto seguire a questi fatti: divieto di manifestare (stop ai Gilet Gialli), proclamazione di stati d’urgenza o emergenza, poteri senza limiti e impunità ai repressori, ennesimo giro di vita alle espressioni fuori binario, fatevi una domanda e datevi una risposta.
Terrorismo di distrazione di massa
Sempre più grossolani, sempre più faciloni. Tanto c’è la rete mediatica sotto gli spericolati. In Francia è in atto un’insurrezione che, dopo aver bloccato e sconvolto il paese per un mese, non si ferma. Un’insurrezione approvata dai due terzi dei francesi, non di classe, ma di popolo che si è fatto, è stato fatto fare, proletariato. Un’insurrezione che si vuole limitata al rifiuto di un aumento dei prezzi, ma che si è rivelata contro il governo, l’Unione Europea, il neoliberismo, il colonialismo interno ed esterno. Tutti gli occhi, malevoli e benevoli, sono puntati su questo fenomeno di massa dai tratti epocali.
Tutti gli occhi, al quinto giro della lotta, si spostano, vengono diretti, verso Strasburgo, dove, naturalmente, il solito pregiudicato radicalizzato (ricostruito in carcere), naturalmente sotto osservazione per sospetto di terrorismo (!), con la casa piena di granate perquisita il giorno prima (!), assediato in un palazzo e, naturalmente, per miracolo fuggito, fa una nuova strage terroristica, naturalmente in pieno milieu natalizio, di pace e festa, e naturalmente qualcuno lo ha sentito urlare “Allah–U-Akbar”, talché nessuno pensasse che fosse un terrorista basco, o ceceno, o delle FARC, o laico. Naturalmente raccapricciante. Spazza via da occhi, orecchie, coscienza, riflessione, ogni altra cosa, anche la più grossa. Così, ratatatatà-clang!, è scesa la saracinesca su un mondo che, come per altri versi aveva cantato Ivan Della Mea mezzo secolo fa pensando a Mao, da rosso si era fatto giallo.
Repetita juvant
Macron era al 23% dei consensi. Hollande era messo anche peggio quando capitarono Bataclan e affini. In Belgio lo scazzo al vertice è tale che non si riesce più a mettere insieme un governo: ed ecco una bella raffica di attentati. Bush sprofonda mentre dovrebbe fare tante guerre e crollano le Torri. Theresa May è nella peste sul Brexit è viene avvelenata un po’ di gente “dai russi”…. Tutto inizia da noi, un po’ come oggi con il “governo del cambiamento” (componente gialla), con l’“autunno caldo”, una generazione di disobbedienti e vai con i botti dei servizi, fascisti e P2.
A Roma, visto che a Piazza Venezia non è spuntato un nuovo “Spelacchio”, ma un imponente e stupendamente agghindato abetone, da far ombra a quello di San Pietro; visto che da troppo tempo non vanno più a fuoco in serie gli autobus, visto che un certo ordine nello smaltimento dei rifiuti è stato raggiunto, visto che molte buche sono state chiuse, visto che Virginia Raggi è scampata definitivamente alla Procura di Roma, si incenerisce l’impianto di trattamento dei rifiuti di Via Salaria (telecamere spente il giorno prima!) e spedisce una nube tossica sull’intera Urbe. L’impianto si è autocombusto ad appena 10 gradi centigradi. Nessuna delle sostanze depositate nell’impianto (benzene, acetilene, carta, legno, etano, toluene, eccetera) si autoincendia a meno di 175°, quasi tutte solo tra i 230 e i 560 (dati inconfutabili diffusi da Adriano Colafrancesco. Grazie). E ora le 800 tonnellate di spazzatura assorbite laggiù ogni giorno possono ben finire a celebrare il Natale tra i piedi dei romani, per la gioia della Lega e dei suoi affini in PD e FI. Il ministro Costa, il miglior carabiniere che abbia l’Arma, anche perché era a capo della Guardia Forestale, astutamente abolita da Renzi, ha qualche sospetto.
La risposta la dà il poeta
Adesso voi, che avete vissuto o ricordate a cosa sono serviti Piazza Fontana, l’Italicus, Piazza della Loggia, Bologna, Via Palestro, Via dei Georgofili, Falcone e Borsellino, eccetera, eccetera; voi, che siete rimasti agghiacciati di fronte alle campagne “anti-terrorismo” di cui sopra, dal Bataclan al mercatino di Natale a Berlino e ai gas sparati su bambini a Ghouta Est, ma non per questo vi siete chiamati “Je suis Charlie”, né vi siete bevuti la fola del “terrorista Assad” propalata dai più feroci terroristi della Storia e dai loro mandanti….Voi, adesso, dando uno sguardo anche a cosa viene fatto seguire a questi fatti: divieto di manifestare (stop ai Gilet Gialli), proclamazione di stati d’urgenza o emergenza, poteri senza limiti e impunità ai repressori, ennesimo giro di vita alle espressioni fuori binario, fatevi una domanda e datevi una risposta.
Tocca a voi, giacchè quella risposta non la troverete né nelle edicole, né sugli schermi. E tenetela per voi, non arrischiatevi su Facebook, se non ve la sentite di essere sotterrati da una valanga di hate speech, con “il manifesto” a strepitare più forte di tutti, che vi qualificano di complottisti, teorici della cospirazione, provocatori, sediziosi, disturbatori della quiete pubblica, colpevoli di schiamazzi molesti. Viviamo in Occidente. Dove la grande stampa tratta l’informazione come si vede dal confronto fatto dal Fatto Quotidiano (spazi per SI TAV, 30mila manifestanti, poi per NO TAV, 70mila). Traetene le conclusioni. Comunque non è mai sbagliato rifarsi a un poeta. Pierpaolo Pasolini, che la sapeva lunghissima, quella risposta se l’era data. Tanti anni fa. L’hanno ammazzato.
Se non ci fosse Wu Ming1, chi ci farebbe capire che siamo sotto Pinochet?
Tale Wu Ming1, che secerne hate speech sui Gialli di governo (i verdi, in tutte le loro salse, sono da sempre considerati o innocui, o contigui; stanno con gli appalti e con Israele, una garanzia)) e qualifica, con competenza di grande storico, questo governo come quello “più a destra di tutta la storia d’Italia” (immagino, dopo l’unità, chè sennò si va a finire a Barbarossa o Domiziano), considerando migliori quelli di Crispi, Bava Beccaris, Mussolini, Tambroni e Andreotti. Con rispetto per questo Wu Ming1, dirò che i gialli d’Italia e i gialli di Francia e i gialli che si agitano un po’ ovunque (Podemos, France Insoumise, Wagenknecht, No Tav e tutti i NO all’esistente di bratta…) sono membri della stessa famiglia. Con vari gradi di parentela, da fratelli a cugini di primo, secondo, terzo grado. Ai nostri potrebbe anche spettare la qualifica di papà, o fratelli maggiori. Sono arrivati primi al governo, anche se, ahinoi, a costo di un’alleanza che, o si sfascia, o si riequilibra, o va tutto a ramengo. E, infatti, se le nostre piazze non si colorano di giallo sfasciacarrozze è perché ancora quel 32,3% del voto antagonista regge, ancora confida nel “suo” governo. Se poi questo delude, andremo a chiedere consiglio in Francia.
Se non fate attenzione, i giornali vi faranno odiare gli oppressi e amare quelli che opprimono.
Se non ci fosse Wu Ming1, chi ci farebbe capire che siamo sotto Pinochet?
Tale Wu Ming1, che secerne hate speech sui Gialli di governo (i verdi, in tutte le loro salse, sono da sempre considerati o innocui, o contigui; stanno con gli appalti e con Israele, una garanzia)) e qualifica, con competenza di grande storico, questo governo come quello “più a destra di tutta la storia d’Italia” (immagino, dopo l’unità, chè sennò si va a finire a Barbarossa o Domiziano), considerando migliori quelli di Crispi, Bava Beccaris, Mussolini, Tambroni e Andreotti. Con rispetto per questo Wu Ming1, dirò che i gialli d’Italia e i gialli di Francia e i gialli che si agitano un po’ ovunque (Podemos, France Insoumise, Wagenknecht, No Tav e tutti i NO all’esistente di bratta…) sono membri della stessa famiglia. Con vari gradi di parentela, da fratelli a cugini di primo, secondo, terzo grado. Ai nostri potrebbe anche spettare la qualifica di papà, o fratelli maggiori. Sono arrivati primi al governo, anche se, ahinoi, a costo di un’alleanza che, o si sfascia, o si riequilibra, o va tutto a ramengo. E, infatti, se le nostre piazze non si colorano di giallo sfasciacarrozze è perché ancora quel 32,3% del voto antagonista regge, ancora confida nel “suo” governo. Se poi questo delude, andremo a chiedere consiglio in Francia.
Se non fate attenzione, i giornali vi faranno odiare gli oppressi e amare quelli che opprimono.
Notate l’euforica sveltezza con cui giornaloni e televisionone hanno accantonato l’imbarazzante e fastidiosa alterazione dei rapporti di forza verificatosi a Torino sul Tav e, più in grande, nella Francia dove le rivolte di massa interminabili sono patrimonio storico e dunque si susseguono di semestre in semestre (ricordate i ferrovieri e altri dell’anno scorso) e il banchiere preso di mira reagisce con pigolii di autocritica e tonanti minacce di repressione. Colui che il “manifesto” aveva promosso a “leader dei progressisti europei”, in cui tutto l’establishment politico-mediatico aveva salutato, per niente ammaestrato dall’analogo Tony Blair, il nuovo “Santo Patrono d’Europa” (Travaglio), un Macron da ridurre a micron tutto quanto era venuto prima, un Mazinga da spazzar via la feccia populista, ridotto a concedere 100 euro di aumenti salariali, la sospensione degli aumenti di carburanti, gas e luce, un eventuale bonus di fine anno, la defiscalizzazione di straordinari e pensioni sotto i 2000 euro. “Briciole”, ha gridato il 59% dei francesi, confermando il suo appoggio ai Gilet Gialli.
Se c’è stato tentativo di rompere il fronte giallo tra i “moderati”, cari ai nostri centrosinistri e centrodestri, e i detestati, quasi fascisti, “radicali”, il proposito di far pagare i 10 miliardi dei provvedimenti agli stessi depredati in piazza, combinato con il rifiuto di ristabilire l’ISF, la patrimoniale sui ricchi, confermando a Macron la stigmate rothschildiana e di paladino dei satrapi, dovrebbe aver vanificato la mossa.
Parigi val bene un 3,5%, noi neanche una messa
Mentre da noi la sfrontata disponibilità dei Torquemada UE, di affiancare alla punizione di un governo che, col misero 2,4 di deficit, cerca di fare qualcosa anche per i poveri e per la giustizia, quindi nemico, la benevolenza al governo che, per l’ennesima volta con l’oltre 3%, cerca di tenere a bada i disperati mantenendo i benefit ai ricchi, quindi amico, dovrebbe aver acuito la vista a coloro che avevano individuato nel Berlaymont, palazzo della Commissione, nient’altro che il castello di carta del fraudolento Mago di Oz.
Ti esorcizzo come destra e così sto a posto
Dunque per l’inconfutabile saggio della montagna Wu Ming1, che non differenzia tra giallo e verde e perciò viene glorificato dal “manifesto”, soffriamo il gioco del governo più di destra della nostra storia. Ma, dal momento che il Movimento Cinque Stelle, nel suo insieme, è schierato a sostegno dei Gilet Gialli, insieme a Melenchon e alla Wagenknecht (diversamente dal suo partito, Die Linke, che condivide con il “manifesto” l’orrore per lo spontaneismo apartitico e a-ideologico e la violenza dei Gilet) e che sulle stesse parole d’ordine dei Gilet è stato votato dal 32,3% degli elettori, ne consegue che per Wu Ming1 anche l’insurrezione francese è di estrema destra. Agli esorcisti di autentica sebbene mascherata destra che, come costui, cercano di azzerare quanto sta sorgendo e minaccia di diffondersi in varie forme, comunque “populiste”, in tutta Europa, non resta che l’anatema.
Mentre tacciono, proprio come Macron, sulla sollevazione degli studenti, unitisi ai Gilet Gialli con l’occupazione di centinaia di scuole e decine di università. Tacciono, mentre Macron, con gli studenti inginocchiati, faccia al muro, mani dietro la testa, nell’irrisione dei robocop all’americana nei ghetti neri, o all’israeliana nei ghetti palestinesi, inaugura quella che molti vaticinano come la soluzione finale al Giallo dei tempi: lo Stato di polizia. L’incredibile violenza di una polizia di regime, pretoriana della créme de la crème, di un Macron che, peggio di Maria Antonietta e delle sue presunte brioches, insieme a Brigitte, indossa un gilet giallo milionario confezionatogli da Vuitton, mentre i suoi sbirri sparano ad altezza d’uomo gas tossici e granate assordanti, fino a uccidere una vecchietta alla finestra.
Richieste di destra che fanno infuriare la sinistra alla Juncker e Macron
E allora vediamo, con una breve selezione dei 40 punti qualificanti delle richieste dei Gilet (pensate l’orda dei disorganizzati plebei ha addirittura concordato un programma), quali sono queste manifestazioni di pensiero destro, quasi fascista. Elenco di richieste meticolosamente ignorato dai media, per i quali si trattava di evidenziare solo una turba di incazzati andati in fissa per una tassa, dopotutto “ecologica”. Una casa per i 200mila senzatetto; paga minima €1.300; sostegno ai negozi di vicinato, basta con i centri commerciali; tasse sui grandi di finanza, digitale, commercio; per i parlamentari stipendio medio francese; pensioni minime a €1.200; salari collegati all’inflazione; contratti a tempo indeterminato; niente interessi sul debito; affrontare le cause dell’emigrazione (e non gli effetti. Cioè bloccare le guerre e le depredazioni e devastazioni multinazionali); permessi di soggiorno da esaminare nei paesi d’origine; tetto per gli affitti; divieto di vendita dei beni pubblici; gas, elettricità e altri servizi essenziali devono tornare pubblici; basta chiusura linee ferroviarie secondarie, ospedali, uffici postali, asili, tribunali; referendum popolare con 700mila firma deve essere approvato dal parlamento; pensione a 60 anni per lavori usuranti; trasporto su ferro anziché su gomma; niente commissioni bancarie su pagamenti con carta di credito; tasse sul gasolio navale e sul kerosene degli aerei.
Far pagare il disastro climatico alle sue vittime
Infine c’è la richiesta di cancellare la cosiddetta ecotassa sui carburanti che, per conto mio, è infelicemente condivisa (ma ora abbandonata) dai 5 Stelle. E’ il classico strumento specchietto delle allodole per far pagare ai soliti una limitatissima conversione alle energie pulite, esonerando le grandi compagnie del fossile che, intanto, se ne fottono di qualsiasi COP 24, 25, 26. Ecotassa diversivo, giacchè ti esime dal potenziare i servizi pubblici, ti costringe ad acquistare nuove automobili, elettriche o ibride che, del resto, sono futuribili, a costi esorbitanti e pure dipendenti dal petrolio, mentre langue del tutto lo sviluppo dell’unica macchina ecologica, quella all’idrogeno. Insomma, è davvero il colmo dell’impudenza: prima ci rifilano macchine che fanno morire noi, i nostri figli, trequarti del mondo animale e l’ecosistema; poi, ad avvelenamento compiuto e forse irreversibile, gli stessi ci minacciano di catastrofe se non paghiamo per la riconversione, mentre continuano a farsi finanziare, in cambio di leggi benevole, dai responsabili del dramma.
Quando certe cose erano di sinistra
Tutto questo programmino risulta più o meno uguale a quello dei 5 Stelle, prima che fossero costretti a governare con il mazziere dei cementificatori e rastrellatore di pessime facce in giro per l’Italia. Un governo per impedire che continuassero a imperversare su di noi le confraternite di Berlusconi e Renzi più gradite a Wu Ming1, a Zoro, al “manifesto”, alla Gruber, a Floris, a tutto il cucuzzaro politico-mediatico italiota. Se non mi inganna la memoria, un programma come questo un tempo era considerato di sinistra. Punta all’uguaglianza togliendo in alto e dando in basso, si preoccupa dell’ambiente, demistifica la retorica colonialista dell’emigrazione, si oppone ai diktat dell’oligarchia europea. Ma forse proprio questo dato, di essere inequivocabilmente progressista, come tutte le insurrezioni dei deprivati contro il sovrano, individuo o classe, da Spartaco a Robespierre, da Zapata al Che e al 1917, è ciò che da fastidio ai “sinistri”. Ce li mostra nudi come vermi.
Avrei sperato di trovare tra i 40 punti qualcosa di netto e chiaro sul militare, le guerre, la Nato impegnata in un genocidio dopo l’altro, il colonialismo francese in Africa e Medioriente. Forse lo si può vedere implicito nella richiesta di rivolgersi alle cause delle migrazioni, in massima parte racchiuse in quel l’interventismo bellico ed economico che parte dalla Libia, passa per la Siria e occupa tutto il Sahel e l’Africa Occidentale, terra d’origine del più alto numero di sradicati. Si poteva essere più decisi e precisi. L’importante, il decisivo è che, attraverso Macron, hanno infastidito un sacco di bella gente, da Juncker su su fino alle varie famiglie Rothschild, la Cupola. E, come diceva quello, nessuno è perfetto. Ma tutti sono perfettibili. Tranne Wu Ming1.
Se c’è stato tentativo di rompere il fronte giallo tra i “moderati”, cari ai nostri centrosinistri e centrodestri, e i detestati, quasi fascisti, “radicali”, il proposito di far pagare i 10 miliardi dei provvedimenti agli stessi depredati in piazza, combinato con il rifiuto di ristabilire l’ISF, la patrimoniale sui ricchi, confermando a Macron la stigmate rothschildiana e di paladino dei satrapi, dovrebbe aver vanificato la mossa.
Parigi val bene un 3,5%, noi neanche una messa
Mentre da noi la sfrontata disponibilità dei Torquemada UE, di affiancare alla punizione di un governo che, col misero 2,4 di deficit, cerca di fare qualcosa anche per i poveri e per la giustizia, quindi nemico, la benevolenza al governo che, per l’ennesima volta con l’oltre 3%, cerca di tenere a bada i disperati mantenendo i benefit ai ricchi, quindi amico, dovrebbe aver acuito la vista a coloro che avevano individuato nel Berlaymont, palazzo della Commissione, nient’altro che il castello di carta del fraudolento Mago di Oz.
Ti esorcizzo come destra e così sto a posto
Dunque per l’inconfutabile saggio della montagna Wu Ming1, che non differenzia tra giallo e verde e perciò viene glorificato dal “manifesto”, soffriamo il gioco del governo più di destra della nostra storia. Ma, dal momento che il Movimento Cinque Stelle, nel suo insieme, è schierato a sostegno dei Gilet Gialli, insieme a Melenchon e alla Wagenknecht (diversamente dal suo partito, Die Linke, che condivide con il “manifesto” l’orrore per lo spontaneismo apartitico e a-ideologico e la violenza dei Gilet) e che sulle stesse parole d’ordine dei Gilet è stato votato dal 32,3% degli elettori, ne consegue che per Wu Ming1 anche l’insurrezione francese è di estrema destra. Agli esorcisti di autentica sebbene mascherata destra che, come costui, cercano di azzerare quanto sta sorgendo e minaccia di diffondersi in varie forme, comunque “populiste”, in tutta Europa, non resta che l’anatema.
Mentre tacciono, proprio come Macron, sulla sollevazione degli studenti, unitisi ai Gilet Gialli con l’occupazione di centinaia di scuole e decine di università. Tacciono, mentre Macron, con gli studenti inginocchiati, faccia al muro, mani dietro la testa, nell’irrisione dei robocop all’americana nei ghetti neri, o all’israeliana nei ghetti palestinesi, inaugura quella che molti vaticinano come la soluzione finale al Giallo dei tempi: lo Stato di polizia. L’incredibile violenza di una polizia di regime, pretoriana della créme de la crème, di un Macron che, peggio di Maria Antonietta e delle sue presunte brioches, insieme a Brigitte, indossa un gilet giallo milionario confezionatogli da Vuitton, mentre i suoi sbirri sparano ad altezza d’uomo gas tossici e granate assordanti, fino a uccidere una vecchietta alla finestra.
Richieste di destra che fanno infuriare la sinistra alla Juncker e Macron
E allora vediamo, con una breve selezione dei 40 punti qualificanti delle richieste dei Gilet (pensate l’orda dei disorganizzati plebei ha addirittura concordato un programma), quali sono queste manifestazioni di pensiero destro, quasi fascista. Elenco di richieste meticolosamente ignorato dai media, per i quali si trattava di evidenziare solo una turba di incazzati andati in fissa per una tassa, dopotutto “ecologica”. Una casa per i 200mila senzatetto; paga minima €1.300; sostegno ai negozi di vicinato, basta con i centri commerciali; tasse sui grandi di finanza, digitale, commercio; per i parlamentari stipendio medio francese; pensioni minime a €1.200; salari collegati all’inflazione; contratti a tempo indeterminato; niente interessi sul debito; affrontare le cause dell’emigrazione (e non gli effetti. Cioè bloccare le guerre e le depredazioni e devastazioni multinazionali); permessi di soggiorno da esaminare nei paesi d’origine; tetto per gli affitti; divieto di vendita dei beni pubblici; gas, elettricità e altri servizi essenziali devono tornare pubblici; basta chiusura linee ferroviarie secondarie, ospedali, uffici postali, asili, tribunali; referendum popolare con 700mila firma deve essere approvato dal parlamento; pensione a 60 anni per lavori usuranti; trasporto su ferro anziché su gomma; niente commissioni bancarie su pagamenti con carta di credito; tasse sul gasolio navale e sul kerosene degli aerei.
Far pagare il disastro climatico alle sue vittime
Infine c’è la richiesta di cancellare la cosiddetta ecotassa sui carburanti che, per conto mio, è infelicemente condivisa (ma ora abbandonata) dai 5 Stelle. E’ il classico strumento specchietto delle allodole per far pagare ai soliti una limitatissima conversione alle energie pulite, esonerando le grandi compagnie del fossile che, intanto, se ne fottono di qualsiasi COP 24, 25, 26. Ecotassa diversivo, giacchè ti esime dal potenziare i servizi pubblici, ti costringe ad acquistare nuove automobili, elettriche o ibride che, del resto, sono futuribili, a costi esorbitanti e pure dipendenti dal petrolio, mentre langue del tutto lo sviluppo dell’unica macchina ecologica, quella all’idrogeno. Insomma, è davvero il colmo dell’impudenza: prima ci rifilano macchine che fanno morire noi, i nostri figli, trequarti del mondo animale e l’ecosistema; poi, ad avvelenamento compiuto e forse irreversibile, gli stessi ci minacciano di catastrofe se non paghiamo per la riconversione, mentre continuano a farsi finanziare, in cambio di leggi benevole, dai responsabili del dramma.
Quando certe cose erano di sinistra
Tutto questo programmino risulta più o meno uguale a quello dei 5 Stelle, prima che fossero costretti a governare con il mazziere dei cementificatori e rastrellatore di pessime facce in giro per l’Italia. Un governo per impedire che continuassero a imperversare su di noi le confraternite di Berlusconi e Renzi più gradite a Wu Ming1, a Zoro, al “manifesto”, alla Gruber, a Floris, a tutto il cucuzzaro politico-mediatico italiota. Se non mi inganna la memoria, un programma come questo un tempo era considerato di sinistra. Punta all’uguaglianza togliendo in alto e dando in basso, si preoccupa dell’ambiente, demistifica la retorica colonialista dell’emigrazione, si oppone ai diktat dell’oligarchia europea. Ma forse proprio questo dato, di essere inequivocabilmente progressista, come tutte le insurrezioni dei deprivati contro il sovrano, individuo o classe, da Spartaco a Robespierre, da Zapata al Che e al 1917, è ciò che da fastidio ai “sinistri”. Ce li mostra nudi come vermi.
Avrei sperato di trovare tra i 40 punti qualcosa di netto e chiaro sul militare, le guerre, la Nato impegnata in un genocidio dopo l’altro, il colonialismo francese in Africa e Medioriente. Forse lo si può vedere implicito nella richiesta di rivolgersi alle cause delle migrazioni, in massima parte racchiuse in quel l’interventismo bellico ed economico che parte dalla Libia, passa per la Siria e occupa tutto il Sahel e l’Africa Occidentale, terra d’origine del più alto numero di sradicati. Si poteva essere più decisi e precisi. L’importante, il decisivo è che, attraverso Macron, hanno infastidito un sacco di bella gente, da Juncker su su fino alle varie famiglie Rothschild, la Cupola. E, come diceva quello, nessuno è perfetto. Ma tutti sono perfettibili. Tranne Wu Ming1.
solidarietà al pusher di zerocacare, zorro e vuminchia.
RispondiEliminaAnonimo@
RispondiEliminaDovresti spiegarti meglio. Così sei criptico e si perde il senso. Forse intendevi Zoro?
come sempre ottimo articolo. E tuttavia mi permetto di proporre una riflessione. Ormai sembra assodato che questo governo che doveva sforare il 2,4% sul deficit publico sforerà invece un 2% per non scontentare Ue. Abbiamo assistito con meraviglia alle genuflessioni presso le autorità statunitensi di Di Maio e poi il ministro degli interni in pectore presso Israele facendo finta di non sapere che Usa e Israele finanziano e promuovono il terrorismo. Questo è un governo che avrebbe i numeri per fare e sceglie il reddito di cittadinanza piuttosto che investire tutto il cucuzzaro su un piano di investimenti per una nuova industrializzazione del Paese e che per il momento non pensa invece ad una nazionalizzazione dei servizi fondamentali. A Roma dove vivo non si riesce a tenere pulito un marciapiede, non si riesce a tenere fuori le mura i torpedoni turistici che inzeppano quotidianamente tutta la città 365 giorni l'anno. In centro, dove lavoro, è da anni un fiorire di ristoranti, mini market, gelaterie e altri dozzinali negozietti che insozzano il circondario. Chi ci lavora e gli stessi avventori non sono romani, non risiedono e a loro non frega nulla della città, sono di passaggio chi per un motivo chi per un'altro. Gli stessi proprietari sono oriundi, i costi delle licenze, i lavori di ristrutturazione che in maniera immotivata si susseguono e perfino l'accento dei proprietari suggeriscono i più tristi pensieri. Una maggiore attenzione da parte delle autorità purtroppo non arresterebbe ma certamente frenerebbe la gentrificazione. Capisco e condivido la sua riflessione sull'incendio dell'altro giorno, nutro i suoi stessi dubbi, ho ammirato l'altezza dell'albero di piazza venezia ma pure il mercatino di piazza navona purtroppo, un orrore nella piazza più bella! Insomma, scusandomi per lo sfogo, le chiedo in ultimo di Toni Negri.
RispondiEliminaGrazie
Saluti
Fred
Si fulvFu..intendeva Zoro, zero calcare, e wu ming..ma almeno questi soggetti un minimo di solidarietà ai palestinesi l hanno sempre espressa..persino Zoro..ora il calcio in faccia tirato da Salvini ai 5s con quella dichiarazione di subordinazione ad Israele mi pare molto peggio delle pur evidenti stronzate a firma wu Ming o Zoro ecc.
RispondiEliminaAndrea Sintoni@
RispondiEliminaL'avevo intuito, ma altri forse no.
Il nemico che ti marcia davanti (gli infiltrati) è sempre peggio del nemico che hai di fronte (Salvini).Perciò ritengo Zoro e Wu Ming più pericolosi e anche osceni, perchè, ammantati di ipocrisia, lavorano per il re di Prussia.
Fred@
RispondiEliminaConcordo su tutto e ora c'è pure la resa sul Terzo Valico. Ma considero anche le cose che si sono potute fare a dispetto di Salvini, sul lavoro, sulla giustizia, sulla corruzione....
Quanto a Toni Negri, il discorso sarebbe troppo lungo per questi spazi. Per fortuna i suoi interventi in fissa sulle "moltitudini" ormai lasciano il tempo che trovano.Anche sui Gilet Gialli ha arzigogolato mischiando fesserie con ovvietà, sempre da sapientone nella torre d'avorio.
Scusate la mia ignoranza, ma chi e' Wu Ming? L'ennesimo dissidente cinese approdato alla corte dell'establishment occidentale riconoscente? Riguardo all'articolo, niente da dire, riesce a sorprendere per completezza e passione (giornalistica e politica). Ieri sera su La7 un bel servizio sulla strage di Piazza Fontana, il quale, dopo aver chiarito, se ce ne fosse il bisogno, gli intrecci ormai acclarati fra settori della Polizia di Stato, servizi occidentali e stragisti neofascisti, poi parla di Moro, detestato e minacciato non troppo velatamente da Kissinger, il quale non voleva il PCI nell'area di governo, (ma tace sulla ostilità della cricca ad una politica italiana di dialogo con l'est europeo e un po' troppo equidistante fra paesi arabi ed Israele) che denunciava il suo abbandono dallo stesso partito di appartenenza. Il servizio pero' mette un po' di veleno nella coda, quando afferma che la "violenza" della sinistra extraparlamentare, mischiando un po' tutto dentro il calderone, secondo il servizio, "prende il posto nella seconda meta' degli anni settanta di quella dell'estrema destra", come se gli omicidi politici e le intimidazioni dell'estrema destra o da infiltrati a Milano ed a Roma (omicidio di Giorgiana Masi, di un giudice che indagava sui Nar, ormai dimenticato dai media, e di Valerio Verbano, un giovane militante proprio della sinistra extraparlamentare, il quale aveva scoperto gli intrecci fra l'estrema destra e settori della Polizia di Stato) non fossero mai avvenuti.
RispondiEliminaComunque fa capire la falsità ancora propagandata sulla "mancanza di verità" sulla prima strage del decennio di lotte. La verità c'e', la condanna dei colpevoli no, ma questo e' un altro discorso.
Alex1#
RispondiEliminaWU Ming si chiama un collettivo di "pensatori" bolognese nati sulla scia del sinistrismo anti 5 Stelle alla Bifo, il confusionario depistatore che dal '68 rompe le palle con teorie individualistico-buoniste tutte interne al sistema.
Quanto agli attentati, la qualità della nostra categoria di giornalisti è dimostrata dall'assoluto rifiuto di prendere in considerazioni ipotesi alternative a quelle gradite all'establishment e di bollare tutto il resto come complottismo. Malafede al 100%.
Eppure c'era stato un libro edito da Samona' e Savelli, lo teneva mio zio, intitolato "Stragi di Stato". La narrativa alternativa una vola c'era. Oggi anche giornalisti e scrittori definiti "alternativi" vanno spesso a portare acqua al mulino delle verita' mainstream.
RispondiEliminaAlex1@
RispondiEliminaStrage di Stato, un magnifico lavoro di controinformazione di Lotta Continua su Piazza Fontana, curato dai miei compagni Marco Ligini e Marco Ventura, quando ero direttore del quotidiano.
@Fulvio
RispondiEliminaSai se e' ancora in giro quel volume, se ne hanno fatto aggiornamenti da allora? Complimenti comunque per il prodotto come redazione di quel giornale! La casa editrice denuncio' intimidazioni ed anche un incendio tentato, se non ricordo male.
Alex1@
RispondiEliminaProva a chiederlo in rete, su Facebook.
Mi perdoni la metafora calcistica non all'altezza delle sue, Grimaldi. Ma per fare i passaggi no-look, ci vuole visione di gioco. Esattamente dove li ha letti gli anatemi dei Wu Ming contro l'insurrezione francese, visto che praticamente fin dall'inizio la stanno difendendo proprio dagli attacchi di chi l'ha bollata sic et simpliciter come fascista?
RispondiEliminaAnonimo#
RispondiEliminaHo parlato non dei Wu Ming, che comunque trovo nello stesso fronte dei trafficanti Ong, ma di Wu Ming1,che può ritrovare su un numero passato del "manifesto", mentre, appunto, inveisce contro il giallo di ogni specie.
La sostanza non cambia. Lei attribuisce a Wu Ming 1 posizioni che non potrebbero essere più distanti da quelle reali. Dal suo articolo sembrerebbe addirittura essere meno critico nei confronti dei leghisti che dei grillini. Nonché fan di Renzi, di Israele e delle grandi opere, Torino-Lione compresa. Mi scusi, ma lei pare non avere proprio idea di chi sia Wu Ming 1, oltre a uno che scrive occasionalmente sull'odiato Manifesto.
RispondiEliminaDa settimane, mesi e anni i Wu Ming - tutti e tre - dicono cose totalmente diverse. Opposte. Contro la Torino-Lione e le grandi opere proprio Wu Ming 1 ha scritto un libro piuttosto corposo. Riguardo a Renzi e al PD, basta dare un'occhiata al loro blog per capire come la pensino. Tutti e tre.
E sui Gilet gialli basta dare una scorsa a Twitter, per dire. Tutti i giorni si scontrano con quelli che secondo lei la penserebbero come loro, e che tacciano di fascismo chi sta protestando in Francia.
Che i Wu Ming le stiano antipatici perché non sono fan acritici di Assad o dell'ultimo Daniel Ortega, è un conto. Da lì a farne la caricatura anche con palesi mistificazioni, mi scusi di nuovo, ma ce ne passa.
Anonimo@
RispondiEliminaIl solito trucco: basta aver detto qualcosa di brutto su Renzi o Trump per essere a posto e poter sparare merda sui resistenti all'imperialismo, all'UE, a Soros e alle sue Ong. Ho capito perfettamente sia lei che Wu Ming.
Quando non ti schieri con la vittima, con tutte le riserve che vuoi, sei un chierichietto del carnefice. E' molto semplice.
Con tutte le riserve che vuoi... ma che non contano nulla nel momento in cui la si butta in caciara.
RispondiEliminaIl suo modo di schierarsi con le vittime mi sembra molto simile a quello di chi sostiene Israele per via dell'Olocausto. Potrà mai Israele fare qualcosa di non legittimo per queste persone? Ovviamente no. Saranno sempre ebrei, sempre vittime. Con questo non voglio fare alcun parallelo geopolitico, sia chiaro.
In ogni caso, per tornare in tema, le contestazioni specifiche che lei fa a Wu Ming continuano a essere errate. Se non si fida, provi a verificare lei stesso. Ne stanno parlando anche in questo momento, della situazione francese.
Chiudo salutandola e ringraziandola per lo scambio comunque cortese di opinioni.
Anonimo@
RispondiEliminaAssad come Netaniahu, la Siria come Israele? Perfetto. Il cerchio si chiude. Cortesemente.
Solo di recente ho notato questo svarione di Fulvio Grimaldi:
RispondiElimina"mentre langue del tutto lo sviluppo dell’unica macchina ecologica, quella all’idrogeno. "
L'idrogeno si produce o per elettolisi usando quindi l'elettricità o da un processo di separazione dagli idrocarburi. Quindi la mcchina a idrogeno è meno ecologica sia di quella elettrica sia di quella a metano.
MarioM#
RispondiEliminaSvarione per svarione, a parte il fatto che il metano, appena meno inquinante del petrolio, produce un sacco di CO2 e che la macchina elettrica viene caricata grazie al petrolio, la macchina a idrogeno è più ecologica perchè non emette gas climalteranti, ma solo acqua.
Occhio alla certezza!