venerdì 24 maggio 2019

Elezioni UE ---------SOVRANISTI E SOVRANITA', POPULISTI E POPOLO ---- E chi ciurla nel manico



Cos’è l’UE e che farne
In vista delle elezioni europee, manifestazione di democrazia allestita dagli illusionisti Silvan e Forest, si moltiplicano i messaggi che mi chiedono per chi voto e anche per chi votare. Di questo, dopo.

Divertente il Fatto Quotidiano, quando sbertuccia gli ordini di servizio del Grande Fratello mimetizzati da stampa italiana (e occidentale tutta), meno divertente quando compra le sue penne, che dovrebbero illustrarci il mondo là fuori, negli store del Pentagono o dell’intelligence anglosassone. Divertentissimo quando ci squaderna in paginoni su paginoni le facce e i curricula dei candidati: una galleria degli orrori tra pregiudicati, condannati, inquisiti, cambia casacca, riciclati, mummificati: la faccia dell’establishment. E poi i sinistri ci fustigano perché ancora insistiamo sul concetto populista di una guerra tra popolo ed élite.

Certo il panorama dei concorrenti è affascinante. Barnum e il suo circo fanno la figura di un saggio di Terza elementare. C’è tutto un mondo di più o meno grassi o smilzi sopravvissuti al proprio disfacimento. La notte dei morti viventi gli fa un baffo. E quando non sono i guappi, malandrini, mariuoli, preti, camorristi (in senso largo) e busti di gesso dei partitoni  gonfi, punzecchiati dagli scugnizzi, prima col referendum renziano del 2016, poi con il voto politico del 2018, sono i detriti di quelli che gli correvano appresso fingendo di volergli mettere il sale sulla coda, mentre si nutrivano delle briciole che ai primi cadevano dal desco. A dare un minimo di serietà alla competizione, ecco ai nastri di partenza una fauna variopinta di correttori di bozze, alcuni che contano di rianimarsi grazie al volenteroso bocca a bocca di qualche elettore inconsapevole, altri che si accontentano di vedersi presi sul serio dai cancellieri che li stampano sulle schede elettorali. Così sfilano Pensionati, Pirati, Animalisti, Popolo della Famiglia, Popolari per l’Italia, Popolo Partite Iva, +Europa (che non sono nessuno, ma nell’etichetta hanno un elenco così di sponsor), fino a Casa Pound e Forza Italia, lugubri facinorosi dello zero virgola, ma fatti passare per gli agenti del tramonto dell’Occidente.

Libera Chiesa in libero Stato?


La campagna dei preti è stata la parte più stupefacente per uno che, alla Leva, ha fatto il bersagliere eminentemente perché quel corpo, infrangendo porta Pia, ha posto fine al potere temporale della Chiesa – pro tempore, s’intende; poi, tra Mussolini, De Gasperi e Togliatti, hanno ricuperato – infliggendo ai dogmatici del pensiero unico il colpo più duro dai tempi di Giuliano detto l’Apostata. La breccia l’ho vissuta come rivalsa  di quell’imperatore e di Ipazia, la filosofa platonica fatta a pezzi, come la Biblioteca d’Alessandria, da San Cirillo vescovo, autore della prima “soluzione finale”.  

Dotati di grande senso democratico fin dai tempi di Torquemada, pontefice, cardinali, vescovi e rispettivi ordini monacali e mediatici (tipo “l’Avvenire” che, chissà perché, laici, agnostici e atei sono tenuti a tenere in piedi), assumendo nell’anatema le parole sataniche “populismo” e “sovranismo”, si sono lanciati a corpo bianco papale, rosso cardinale e porpora vescovile nella pugna. Con la componente di strada, Zanotelli e Ciotti, hanno per un nanosecondo abbandonato il coro dell’”accogliamoli tutti” per riempirlo, quel nanosecondo, di scongiuri ed esorcismi anti-governo, con particolare accanimento sul reprobo che aveva osato sottrargli il copyright su rosari e crocefissi. Grazie all’humour, connaturato a presti e suore, la battuta della settimana va senz’altro riconosciuta al capo dei vescovi, Gualtiero Bassetti: “La politica deve essere laica” e non s’è ancora ripreso dal ridere. E’ dalle elezioni del 1948 che ripetono la battuta.. Che debba essere onesta non s’è sentito dire. Chissà se va da sé. Ci fosse ancora, lo chiederemmo a Marcinkus.


PD-Lega-FI: una faccia, una razza
Su PD, Lega e Forza Italia, con la dependance nero-femminile FdI, non mette conto dilungarsi. Ne sappiamo tutto, nel senso che non c’è niente da sapere. Immutabili nel tempo, con i piedi e i neuroni chi nel Medioevo, chi nel Ventennio, chi nella Val Brembana del mitico Alberto da Giussano, sono quelli delle “radici cristiane dell’Europa”, per i quali il benvolere della Chiesa è l’elisir di lunga vita e Socrate, il già nominato Giuliano e Voltaire, sono ciò che l’aglio è per i vampiri. Il minimo comune denominatore tra la congrega Zinga, Cirino Pomicino, De Luca e la retroguardia renziana, quella di Salvini, Fontana, Fratus  (sindaco di Legnano rinchiuso), altri reperti tuffatisi dai barconi PD e FI, e la componente accademica dei Berlusconi, Tajani, Gelmini, sono rinnovamento, cambiamento e , soprattutto, legalità.  Per conoscerli bastano le paginate di foto del Fatto Quotidiano.

Atlantici veri e comunisti finti
Hanno sentito il dovere civile di non sottrarsi dall’entrare a gamba tesa e quattro piedi uniti nell’eurocontesa l’ISPI e il manifesto, meno divergenti di quanto si vuole far sembrare. Tra Rossanda, Castellina e Paolo Magri c’è perfetta identità di vedute sia su Gheddafi, che sull’UE, che su Tsipras. L’ISPI, Istituto per gli Studi  di Politica Internazionale è quel prestigiosissimo think tank, pensatoio, il cui direttore, appunto Magri, compare come l’Oracolo di Delfi su ogni schermo e carta stampata che voglia farsi spiegare misteri del mondo. Il punto di vista di questi scienziati  della geopolitica (Scienza super partes con la S maiuscola, come quella dei vaccini) è quello di Kissinger quando faceva volare il Condor, o di Hillary quando salvava la Libia, o di Obama o Trump quando spargono democrazia e diritti umani su paesi primitivi e selvaggi. Ci siete? Per capire, pensate a Lucia Annunziata (Huffington Post e ½ h in più), o Lilli Gruber (Otto e mezzo), o più concretamente a Bilderberg.

I ricchi e potenti ce la fanno addosso e i media ci dicono che piove.

Il prezioso contributo all’illuminazione dell’elettore l’istituto milanese  l’ha  commissionato a un’ esimia esponente del l’Atlantic Council, think tank dei neocon a Washington, per l’ISPI una specie di coach; e a un cavallo di razza dello stesso ISPI che le indicazioni di voto le trae dal convegno, anzi meeting, dell’European Council, portineria di quello americano. Tra l’una e l’altro, il nervo scoperto da recidere sono le minacce alla democrazia, all’informazione, all’Europa, agli Usa , provenienti dalla “strategia del caos” lanciata dalla…Russia. Il Russiagate si è schiantato insieme al suo apostolo, Procuratore Mueller., ma che fa. Qualche straccio lo si può ancora far volare e poi una più del diavolo ne sa, questo Putin. E Atlantic e European Council mica si sono ingeriti nelle elezioni europee! Sono tecnici. Lavorano sui dati. Ingerenze e fake news le fanno solo i russi. Chissà quanti loro troll si stanno già aggirando nelle nostre cabine elettorali.

Dicevo della non tanto vera divergenza tra ISPI e il manifesto. In comune non hanno  solo l’UE, più o meno emendabile, l’euro, dove vale la parola di Draghi, la passione della Castellina per Tsipras come simbolo dell’ineluttabilità della Troika rispetto alla vita. Sai cosa scegliere tra “La Troika e la vita” (tiolo del mio documentario), se vuoi restare seduto sulla poltrona e  a tavola, mentre il resto della Grecia, che a dispetto di Tsipras aveva scelto la vita, sparisce nella botola-trabochetto sotto la tavola. Ma anche condivisa è l’internazionalizzazione della guerra di Libia, sul modello di quella di Spagna, come invocata dalla pasionaria Rossanda. Lì, come in ogni rivoluzione colorata, Egitto, Siria, Ucraina, Nicaragua, eccetera, Fratelli Musulmani e Otpor lottano per libertà, democrazia, diritti dei lavoratori e contro l’abietto nazionalismo dei dittatori e l’autodeterminazione di popoli che non ne hanno la maturità (come certi elettori delle nostre parti). Un sigillo a questa intesa l’ha poi applicato il manifesto, nella sua penultima pagina a due giorni dal voto. Pensate che bel titolo:”Stati Uniti d’Europa, un edificio politico architettato dalla filosofia”. Sotto, un apologo che unisce quelli di Ventotene ai saggi negatori contemporanei dei concetti reazionari di sovranità e nazione. L’ISPI manda baci. Juncker e Moscovici pure. La parola d’ordine comune non è forse “da Macron a Tsipras”? Padroni e commessi uniti nella  lotta.


Quelli dell’ “Io c’è”.
Sul manifesto si succedono gli appelli di Sinistra Italiana. Autocontemplativi, ma assertivi: Io c’è. Tutti nel disperato intento di annunciare la propria permanenza in vita e di dare al vuoto a rendere dei propri contenuti politici una verniciata di migranti, antifascismo, LGBTQI e femminismo e, ovviamente, di Europa, ma migliore, che lo possa far sembrare pieno.  Sono gli “Io c’è” di Rossanda, Castellina, Fratoianni, Fassina e di tutto ciò che del PRC da anni prova a scongelarsi dall’ibernazione. Bertinotti compreso. E compreso anche quel Claudio Grassi, personaggetto che doveva tenere a bada, fingendosene capo, l’opposizione antimperialista al signore dei salotti con signora. Dispiace per Maurizio Acerbo, bravo ragazzo e amico, oggi segretario, che a tale compagnia deve tenere bordone.  
Con un piede nella fossa e una gamba fuori dalla Storia, ma che nel caso del PD ancora scalcia, a tutta questa gente, parlo di quelli da Macron a Tsipras che si sono persi lungo la strada bauli, valigie, zaini, fagotti, ma perfino l’agendina degli indirizzi, un’arma rimane. Ed è la sola che sanno usare: quella dell’invettiva contro chi sta fuori. E ci risiamo con i populisti, sovranisti, nazionalisti. Pensate, sovranità, il diritto primo della persona, della comunità, della classe, del popolo, della nazione. E’ diventata una parolaccia. Lo sapesse Pertini…..Ma anche solo mio papà, che si fece la prima e la seconda guerra mondiale, con il risultato di una medaglia d’argento, una croce di guerra, una promozione sul campo e un anno di prigionia in Germania. Se non altro, credeva nella sovranità e anche nei confini da difendere. 


.  Lo sapesseStelle appannate
Già, i Cinque Stelle. Sì, amici e compagni, io li voto ancora. Coma facevo, a cuor più leggero, quando sono comparsi e man mano che rafforzavano i vaffa. E quando ci ho lavorato insieme sul territorio e quando ne ho organizzato le conferenze dalle mie parti. Anche loro hanno lasciato qualche bagaglio fuori dal ponte levatoio del castello. Gli si diceva che, per passarlo, quel ponte, bisognava alleggerirsi. E’ rimasto per strada l’apriscatole non tanto della scatoletta di tonno, quanto dell’euro e della congrega di evasori, lobbisti, infiltrati, autonominati, vampiri e tirannelli che ne fa uso per aprire noi. Si è fatto passare Mr. Hyde per il Dr.Jekill. Impegni imprescindibili per una forza che vuole sbaraccare il TINA della Thatcher (There Is No Alternative), come lo scacco ai farabutti del malaffare, della cementificazione, del consumo del suolo, su cui doveva abbattersi la quinta delle stelle, è rimasto in capo ai ministro dell’Ambiente, della Giustizia e dei Trasporti. Ma si è fermato al Terzo Valico, al Tap, al Muos. Mentre rimane in ambigua sospensione il crimine TAV e l’alto tradimento delle “autonomie regionali”.

Come fuori dal portone è rimasta la messa in discussione  della Nato, delle missioni militari, delle sanzioni alla Russia e ad altri, dell’autodeterminazione dei popoli seppellita dallo stesso Conte quando si è arruffianato qualcuno sul Venezuela.Il caposaldo dell’onestà, sacrosanto e prioritario in un ambiente tipo Al Capone o marsigliesi, non basta per impostare il cambiamento della società. E l’ossessione del digitale, non proprio il massimo della trasparenza e della democrazia diretta, coincidente con la disumana defisicizzazione dei rapporti nel movimento, dell’organizzazione, delle strutture e la riduzione di tutto in capo al capo, non hanno favorito l’elaborazione di una cultura, di una base teorica che servisse a strategia e tattica. Che, tuttavia, nel cuore puro e nella mente aperta del meglio degli italiani, che si sono messi nella luce di queste stelle, avrebbe modo di sbocciare e irrobustirsi.

E’ vero che ci si è dovuti adattare alla coabitazione col condomino dell’altra tribù, la faccia feroce del neoliberismo predatore e manganellatore, e che  tale condizione impone mediazioni e compromessi. Deleteri, quando si fanno in condizioni di rapporti di forza sfavorevoli, vedi Berlinguer, dal  cui compromesso siamo precipitati a Renzi, Picierno  e Zingaretti. Ma questo governo è nato su un 33% giallo e un 17% verde. E tanto poco si è fatto valere, che i pesi e ruoli si sono invertiti. Resta che quel che di buono s’è realizzato  in quest’anno, a dispetto dei sabotaggi, delle opposte direzioni attribuibili al partner nefasto e della canea-vandea dei “sinistri”, è merito esclusivo del M5S. E sufficiente, specie di fronte all’orribile passato-presente degli altri, quelli del monopolarismo liberista e colonialista? Per me sì. Tutto il resto è ipocrita, inane, finto, corrotto.


A condizione che si ricuperi lo smantellamento dell’UE e dell’euro. Ora, standoci dentro necessariamente, ma ponendo in essere tutte le richieste e tutte le denunce che ne rivelino la natura anti-umana, delinquenziale, di moloch deforme della frode, dell’anticultura e dell’inciviltà. Per far crescere coscienza e volontà di autodeterminazione. Sovranità.

14 commenti:

  1. Ebbene si,Bertinotti è ricomparso. L'uomo che ha polverizzato Rifondazione aprendo le porte ad ogni genere di vladimireluxurie e sbarrandole a chi si rifaceva in qualche modo all'esperienza sovietica è ricomparso. Speriamo scompaia di nuovo e presto. Per quanto riguarda le elezioni penso che per arginare il fronte del Fmi (Pd-Fi) e i becerume leghista-fratellista si può anche votare il 5S,anche se io non lo farò perché è pieno zeppo di atlantisti e destrorsi di ogni genere e si sa,l'amico del mio nemico yankee non può essere mio amico. Condivido le critiche a Manifesto & C.anche se pare si cerchino travi e pagliuzze da quella parte trascurando le foreste che stanno nel 5s,ma si sa che il risentimento è tipico degli ex-comunisti.
    Paolo P

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  2. Paolo P@
    Travi e pagliuzze? Per me chi segue fedelmente tutte le campagne imbastite da George Soros, Cia, NED, Freedom House, Usaid, tutte finalizzate a porre migranti sradicati per far posto alle multinazionali, femministe-vittime ontologiche, antifascisti da fascismo col Fez, LGBTQI a scapito dei nefasti eterosessuali, le Grete della nuova accumulazione capitalista basata sul verde, hanno un solo compito: fregare gli utili idioti allontanandoli dalla lotta al Capitalismo, all'Imperialismo, al Colonialismo di ritorno.
    Tanto è vero che il fascismo sempiterno della Chiesa sta con loro e il manifesto sta con essa. Altro che foreste.

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  3. Le invidio l'intransigenza anticapitalista,quella che molti di noi hanno perso,tutta o in parte,per stanchezza o per tornaconto.Ma continuo a chiedermi che c'entra il 5s.
    PP

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  4. PP@
    Mi vorrei vestire di kashmir, ma mi posso permettere solo una fibra, che comunque trattiene un po' di caldo.

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  5. Salve,
    io condivido quasi tutte le cose che ha scritto; mi sembra però che le sue posizioni politiche (penso ad esempio al tema della leva, ma anche ad altri) siano più vicine a quelle di Marco Rizzo che a quelle di Di Maio

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  6. eh eh pure io avevo votato mo.vi.mento ma ora...dopo il tradimento vaccini, l'uno vale l'altro.
    Preferisco provare chi almeno ha provato a difendere i confini Italiani. Che non è di mio gradimento, sia chiaro, ma fra il male TAV ed il male VAX magnaccia per magnaccia è meno peggio il primo. Ammazza meno gente di quanti Bambini ammazzano i vaccini. Tempo fa ci raccomandarono di NON usare pentole di alluminio, né incartare i cibi nella carta stagnola. Ora vorrebbero farci credere che iniettare alluminio e mercurio in un esserino di neanche tre mesi, che prende il Latte dalla Sua Specie, non da Altro Animale, sia innocuo? MaVaffaticanoVa !!

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  7. bambilu@
    Sui vaccini sono d'accordo. Ma chi è che difende i nostri confini? Non ne vedo nessuno. Non crederai mica alle sparate farlocche del bamba?

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  8. Sono d'accordo con te Fulvio, allo stato dell'arte attuale l'unica forza politica ancora potabile e quindi votabile a queste elezioni europee sono i 5 Stelle.
    Faccio parte anche io di quelli che li seguono praticamente dai primi tempi, dal primo vaffaday di Grillo e devo dire, non senza rammarico, che nella loro andata al governo hanno perso per strada effettivamente qualche valigia come dici tu, essenziale nella mia visione personale come appunto la messa in discussione della Nato e la battaglia contro la vaccinazione totale e indiscriminata in virtù di non meglio precisati pericoli di fantomatiche pandemie.
    Ma nel quadro desolante politico attuale trovo che siano quelli per cui ancora vale la pena votare, se non ci fossero loro penso veramente me ne starei tranquillamente a casa, Rizzo è apprezzabile ma non voterei mai per l'ennesimo partitucolo comunista che frantuma un mondo già in pezzi.

    Per anonimo faccio notare che all'interno del Movimento 5 stelle, forza per molti versi atipica ed eterogenea, ci sono quelli che dici tu, gli amici dei nostri nemici americani ma ci sono anche altri tipo il bravo Manlio Di Stefano che non hanno mai fatto mistero di remare in direzione opposta, dichiaratamente contro le ridicole sanzioni alla Russia per esempio.
    E ricordo comunque che sul Venezuela l'iniziale posizione disallineata rispetto alla vergognosa Ue del nostro governo, è dovuta alla componente gialla e non certo all'altra, che anzi si allineò alla velocità della luce alla condanna di Maduro e al riconoscimento del pupazzo Guaidò.

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  9. Seguendo il telegiornale mi ha colpito la notizia relativa alla consegna ed alla condanna a morte di alcuni francesi inviati in Siria nelle fila degli antisiriani sotto il conrollo di Daesh. Catturati dai cosiddetti "curdo arabi" nella zona araba di Raqqa, sono stati trasferiti in Iraq, dove un tribunale li ha processati per il reato di "essersi arruolati nell'Isis". Allora mi chiedo se l'Iraq sia uno stato veramente arabo ed indipendente, ma penso sia stato cooptato come garanzia all'influenza dell'Iran in Siria, insieme proprio ai "curdo arabi" i quali hanno strappato territori ricchi di petrolio e strategici visto i loro confini con Turchia ed Iran. In pratica, mentre le truppe curde, esaltate dalla stampa "democratically correct" fanno da esercito di occupazione e forse in un prossimo futuro anche di conquista, l'Iraq fa da carceriere e forse anche da boia, onde evitare l'imbarazzo del rientro in Francia di foreign fighters, (ve l'immaginate un processo in Francia davavnti a tutta la stampa?) spediti con taciuto compiacimento dei governi europei e con la speranza per un prossimo collasso della repubblica siriana.Repubblica siriana comunque "de facto" accerchiata ed ancora sotto embargo.

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  10. Alex1@
    Non c'entra niente con questo tema, ma credo che sull'Iraq tu sbagli. I mercenari curdi degli Usa, che fanno ogni cosa sotto dettato Usa, hanno mollato i costosi e impegnativi prigionieri all'Iraq che, giustamente, dopo averli sconfitti da solo, li processa e condanna. L'indipendenza dell'Iraq sarebbe davvero utopistico pretenderla, dato che hanno in casa migliaia di americani. Fanno quello che possono e vanno bene anche grazie alle milizie popolari, armate e dirette dagli iraniani, che sempre più costringono il governo a mettere in discussione la presenza Usa.

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  11. Ma le truppe USA non se ne erano andati dall'Iraq, salvo piccoli contingenti concentrati nelle "aree verdi"? Altrimenti si può dire la guerra l'abbiano effettivamente vinta e la Siria risulterebbe accerchiata, come pure l'Iran ha nemici direttamente sui suoi confini. Comunque alla dirigenza iraqena preferisco di gran lunga il "cattivo e sanguinario" presidente siriano Assad, il quale da la possibilità agli arresi di reinserirsi e contribuire alla ricostruzione del paese.

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  12. Alex 1@
    Continua a non c'entrare con il tema dell'articolo. Comunque, reinserire e far contribuire alla ricostruzione gente che ha crocifisso prigionieri e civili "infedeli", che li ha annegati in gabbie, che li ha scorticati vivi, che li ha bruciati, che ne ha stuprato le donne, impiccato i bambini? Bravo, così si crea un'altra bella quinta colonna di terroristi nel paese.
    Aree verdi? 15 basi, i porti e gli aeroporti, più mezza Baghdad fortificata?
    Intanto all'esercito iracheno e alle milizie patriottiche popolari va riconosciuto il grande successo della vittoria su curdi e sui mercenari Isis assistiti in ogni modo dagli Usa.
    Inutile fare il confronto tra Assad e i governanti di Baghdad. La situazione è più complessa e molto diversa. Intanto gli iracheni hanno dovuto fare da soli, senza aiuto russo.

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  13. @Fulvio

    Non ho mai detto ne' che non debbano essere processati i colpevoli di stragi ed esecuzioni (come dimenticare l'uccisione dell'archeologo Asaad a Palmira?) tuttavia alla fine di ogni guerra, anche la piu' feroce si e' dovuto scegliere fra processare e punire i mandanti ed alcuni esecutori di stragi, e trattare come prigionieri gli altri. Senza necessariamente per passare per un'amnistia "libera tutti" tipo quella avvenuta in Italia, forse una delle decisioni piu' discutibili e controverse di Togliatti. Comunque volevo sottolineare lo strano accordo dell'Iraq con la Francia. Tutto qui.

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