La sciagura a cinque stelle si chiama Di Maio-Grillo
Visto che dell’angustiante tema ci siamo tutti
occupati intensamente, ma che non è l’oggetto del pezzo di oggi, premetto subito
al resto, che il voto pro MES (il nuovo e peggiore cappio salva-Germania e
ammazza-Stati del Sud) con l’impudico rinvio a ulteriori “pacchetti” bancari, è
l’ennesima dimostrazione della sciagura Di Maio-Grillo e poltronari scombinati
vari. Ma non è sciagura Cinquestelle. Per cui ringrazio i quattro parlamentari
che hanno votato NO e insisto a trarne auspicio per un ritorno in orbita delle
cinque stelle, una volta presa larga, larghissima coscienza, in alto e
soprattutto in basso, della sciagura di cui sopra. Per aspera ad astra,
mai vero come oggi.
A Byoblu su Rai e Assad
Nella tavola rotonda di giorni fa messa in onda da
Byoblu, il canale web di Claudio Messora, che costituisce una delle migliori
presenze audiovisive dell’intero panorama mediatico nazionale, si discuteva dell’incredibile
traccheggiamento della Rai sull’intervista di Monica Maggioni al presidente
siriano Bashar el Assad. Per comprensibili ragioni di pluralistico giro d’orizzonte,
erano stati invitati, oltre a me, anche altri tre colleghi, di cui due
dichiaratamente “ortodossi” (e ci capiamo). Figuratevi, uno era Fausto
Biloslavo e non dico di più, se no finisce come quella volta che un fascista mi
querelò (per poi essere mandato per fratte dal giudice) per come avevo trattato
le sue balle sulla Libia. Un altro, invece, fece spallucce quando imputai il
comportamento della Rai a occultamento per ragioni politiche, di censura
politica. Difensore dell’illibatezza della categoria, provò a ridicolizzare l’argomento
definendolo “arcaico”. Intendeva che l’omettere una notizia sarebbe pratica di
tempi remoti (ridete pure). Dell’omissione come principale tecnica di disinformazione,
la più facile, efficace e incontestabile, ho scritto nel post “Achtung
Banditen!” Su Assad e occultamenti torno dopo.
Stragi di Stato e di padroni
E’ la ricorrenza dell’invenzione degli attentati
terroristici in Italia, nostra prerogativa di sicari, grande tradizione di mandanti
Usa. Sui giornali si citano e si mostrano una serie di libri su Piazza Fontana.
Non c’è “La strage di Stato”, che ne fu il primo. Quello che alcuni bravi
compagni, tra cui Marco Ligini, Edgardo Pellegrini e Marco Ventura, assistiti
da tutta Lotta Continua, a dispetto di trucchi e sgambetti dei servizi
responsabili, compilarono a proprio rischio e pericolo in pochi mesi dopo la
strage. Un documento volutamente accantonato, perché incontestabile circa le
responsabilità, la manovra Valpreda-anarchici, il volo dalla Questura di
Calabresi dell’anarchico Pinelli, gli americani, come sempre. Da lì sono partiti
tanti capitoli, arrivati fino a oggi, con protagonisti sempre uguali, sempre gli
Usa e il suo baluardo nel Vicino Oriente, con l’ingresso in campo alla grande
della mafia, vecchia consociata DC e Usa, a partire dal rapimento Moro e a
finire ieri, con Borsellino.
Come Pasolini e con Dante abbiamo imparato che il
padrone, qualsiasi forma assuma, da Erode a Obama, ha una coscienza
potenzialmente tanto nera da essere disposto a qualsiasi atrocità, strage,
genocidio, se pensa che solo una briciola della sua capacità di sottomettere,
sfruttare, rubare viene messa in discussione. Il sindaco Sala ha chiesto scusa
ai figli di Pinelli. E Mario Calabresi, figlio del commissario, no? Antico
laboratorio, sempre operativo, l’Italia, nel Mediterraneo, cuore del mondo.
Con Milosevic come con Assad
Rivado a un ricordo già evocato. 2001, gli squadristi
Otpor di Soros e della Cia imperversano contro Milosevic, per completare il regime
change lanciato con le bombe da Bush, Nato, Gerhard Schroeder (SPD!),
Woytila, D’Alema. Inviato di “Liberazione” a Belgrado, dalle bombe del 1999
alla caduta della Serbia libera e socialista, torno a Roma tutto contento per
una fantastica intervista a Slobodan Milosevic, a casa sua, con intorno la
famiglia, una specie di testamento morale e politico, un quadro del presente e
del futuro della Serbia e del mondo da far entusiasmare e rabbrividire. L’ultima
mai data da l presidente Jugoslavo. Rina Gagliardi, PRC, vicedirettrice con i
baffi e le zanne, me la rifiuta e così Salvatore Cannavò, caporedattore, che
già mi aveva cestinato di nascosto alcuni reportage. “Ci appiattiremmo
troppo su Milosevic” fu la spiegazione di questi finti giornalisti che già
avevano sentito il vento che tirava. Poi la pubblicò, tagliata, Il Corriere
della Sera. Con la stessa scusa avevano tolto la parola a me e al politico
sgradito ai potenti, altri due per i quali lavoravo da Belgrado (gratis): Scaramucci
di Radio Popolare e il vignettista specializzato a prendersela con i bersagli sgraditi
alla generalità, Stefano Disegni, oggi al Fatto Quotidiano e ieri direttore di
una rivista comica.
Libertà di stampa all’Occidentale
La pratica di cucire bocche per non farne uscire
parole sconvenienti o imbarazzanti vede gareggiare sinistra e destra per il
primato. La voce dell’altro, quella che rompe lo specchio deformante davanti al
quale pongono gli eventi tutti i MSM, main stream media, la grande
stampa d’Occidente, è il nemico mortale. Potrebbe essere la quinta colonna all’interno
del campo occidentale. Difforme dalla narrazione a noi servita, rischia di
aprire squarci di verità (ci salviamo grazie a gente come Byoblu, ai russi e a strepitosi
siti nord- e sudamericani).
Ero a Belgrado e hanno subito raso al suolo il
palazzo della TV, con 13 persone dentro. Non hanno sfiorato Radio B92, quella
di Soros, cara a Casarini quanto lo sono tutte le creature del bandito
speculatore. Ero a Bagdad e nel secondo giorno di bombardamenti, dalla mia
finestra al Mansour Hotel, ho visto esplodere in fiamme il palazzo delle Poste
e la torre di trasmissione tv e, un attimo dopo, il Ministero dell’Informazione,
adiacente all’albergo. Ero a Damasco e indovinate cosa hanno polverizzato nelle
prime ore. E a Tripoli, guarda le coincidenze, m’è capitato di vedere la stessa
cosa. La voce dell’altro non deve essere sentita. La parola dell’altro è come il
soffio su un castello di carte. E la consorteria della libera stampa tutta
zitta. Come su Assange, l’ultimo martire della libertà di stampa come concepita
nel nostro emisfero.
Assad: Censura solo politica
Veniamo a noi, che stiamo con Bashar dal primo giorno
e durasse la guerra per altri vent’anni. Sappiamo che né lui, né il suo eroico
popolo che da otto anni resistono a mezzo mondo e ai suoi strumenti più turpi,
cederanno mai. Li chiamano i prussiani del Medioriente, nel senso migliore del
termine. Mentre altri interlocutori a Byoblu cercavano di salvare la tremenda
figuraccia dei vari caudilli Rai, riducendola a peccatucci, come il groviglio
della burocrazia, gelosie interne, disamore per la Maggioni, incompetenza della
stessa in quanto non responsabile di testata giornalistica e simili
sciocchezzuole depistanti, mi permettevo di opporre la ragione politica. Nella
nostra deprimente condizione, la ragione di Stato. Nel senso di PD, FI, IV,
FdI, SI, PaP, Radicali vari, un po’ di M5S, Quirinale e Vaticano. E UE, e
Washington e Nato.
L’intervista intera ce l’avete nei link, in inglese.
Forse gira già, o girerà una traduzione italiana. Purtroppo, con un occhio solo
a seguito di intervento per cataratta, faccio già abbastanza fatica con questo
papiro qua.
https://youtu.be/qSIjcYTByKI
intervista Assad video
https://www.analisidifesa.it/2019/12/lintervista-a-bashar-assad-che-la-rai-autocensura-video/ intervista
scritta
L’intervista è formidabile. Punto a favore di Assad e
a sfavore della pubblicazione. Merito ne va anche a Monica Maggioni, che da
presidente Rai ha fatto quel che ha fatto, ma qui ha fatto la giornalista. Quei
colleghi (?) a Byoblu hanno anche detto che Rai News 24, Di Bella, e altri
avrebbero fatto storie perché la Maggioni gli è sgradita. Risatona. Maggioni è vicepresidente
della Trilateral di Kissinger e Rockefeller e membro di Bilderberg, cioè della
cosiddetta Cupola globale. Le basta schioccare le dita per far uscire quello
che vuole lei, o la Cupola (in questo caso Cupola convinta che bisogna
riappropriarsi di Assad, il vincitore netto, troppo prezioso per lasciarlo a un
elefante nella cristalleria come Erdogan, o a un rivale grande e grosso come
Putin). Lo stesso discorso vale per il “groviglio burocratico” che, davanti a
un’autrice come quella e a uno scoop di tale portata, verrebbe tagliato meglio
che il nodo gordiano da Alessandro Magno.
Tutte grullaggini, cialtronaggini, scuse. La casta
della categoria (quasi tutta, tranne alcuni in rete e molti precari frustrati)
doveva salvare la faccia. Sapeva che perfino il New York Times, la Cupola dei
falsari di prima classe, avrebbe pubblicato l’intervista, anche se poi l’avrebbe
soffocata nei miasmi di editoriali proni a Netaniahu. Non avrebbe potuto
trattarla come ha trattato la candidata alle primarie democratiche, Tulsi
Gabbard, (soppressa dal “manifesto” perchè da Hillary subito classificata “agente
di Putin” per aver denunciato le guerre Usa e aver incontrato Assad), perchè la
Maggioni è la Maggioni. E’della casata giusta..
Basta leggere l’intervista per capire come i
servitori pubblici Rai si siano dimenati come epilettici per evitare che,
stavolta, la “voce dell’altro” fosse udita. Alla fine hanno chiuso la voragine
professionale mettendola in onda su un canale di scherzetti e dolcetti, Rai
Play, e un’ora dopo Damasco. Una toppa che pare il grembiule di un monatto del ‘600.
Una voce a sgretolare tutte le voci
Assad richiama l’ignominia di un OPAC (Organizzazione
per la Proibizione delle Armi Chimiche) che, per avallare la bufala di un
attacco chimico siriano a Douma, mai avvenuto, cancella la relazione di due
suoi esperti. In Italia sull’enorme scandalo, pur filtrato in rete e che include
anche le stragi dei bombardamenti “punitivi” Usa, tutti hanno messo una pietra
tombale. Adesso Assad la tira via: stampa italiana e bombe Usa svergognate,
Siria riabilitata. Inaccettabile.
Dal “manifesto” con i pupazzetti della cosiddetta
sinistra radicale, attraverso il PD, fino ai detriti su cui galleggia il
vecchietto di Arcore, con appresso i media di complemento, tutte vocine e
vocione del Dipartimento di Stato, relative Ong e piazze sardinate, una volta
esaurita la satanizzazione di Assad, davanti all’evidenza di 8 anni di
efferatezze Nato e del mercenariato jihadista, o curdo, si salvavano l’anima dietro
il paravento europeo. Europa che, dopotutto, non lanciava missili su città
siriane, né reclutava e pagava terroristi, come invece Usa e Israele.
Europa terrorista?
Invece da Assad il ruolo assassino dell’Europa è
venuto fuori in tutta la sua ipocrisia e nefandezza. Intanto per la partecipazione
nella Nato di britannici, francesi, italiani, tedeschi e, per un po’, spagnoli,
oltrechè degli Stati criptonazisti del Baltico. Poi la russofobia, sinofobia,
iranofobia, hezbollahfobia di tutti quanti, a sostegno della belluina
propaganda di guerra occidentale. Infine l’alleanza politica, sentimentale, armaiola
con la peggiore feccia dispotico-fondamentalista del Golfo. E, a coronare il
tutto, un papa che ha l’impudenza di ignorare il carnefice e indirizzare alla
vittima, sotto forma di lettera al presidente, la prece di “smetterla con la
violenza e di maltrattare i prigionieri”!. Ce n’era per spaventare a morte
i Foa, i Salini, i Di Bella, suor Paterniti e tutto il cucuzzaro dell’informazione
Rai.
Infine, l’indicibile detto da Assad è anche il ruolo,
il sacrificio e la vittoria dell’Esercito Arabo Siriano in otto anni di guerra contro
quanto messo in campo dal democratico Occidente, tra gangsterismo bombarolo e necrofagia
jihadista e turca. Vittoria possibile soltanto grazie al supporto del popolo
per i suoi soldati e il loro comandante supremo. La valente stampa italiana di
ogni indirizzo, per spiegare la sconfitta dei jihadisti, aveva dovuto
rifugiarsi tra i curdi, preferibili perchè al servizio dei nostri alleati Usa.
Tacendo ovviamente che costoro erano usciti dalla loro enclave storica in
quanto manovalanza per la costruzione delle basi Usa e per fare pulizia etnica
di un terzo della Siria araba. Allora diventa difficile per la libera e valente
stampa italiana sentire il capo dello Stato siriano illustrare, alla mano di
fatti incontrovertibili, che la sconfitta dei briganti Al Qaida e Isis in tutta
la Siria, tranne nelle parti occupate da Erdogan, era merito anche degli amici libanesi
e iraniani, ma in misura decisiva dell’esercito nazionale siriano che, a
dispetto dell’immane potenza del nemico, dell’immane sangue versato, del veleno
mediatico versatogli addosso, di quasi 6 milioni di esuli o sradicati, esiste,
resiste, avanza e vince. Nella Storia è difficile trovare qualcosa di simile.
La Rai s’era tappata le orecchie e la vista e aveva
voluto tapparli anche a noi tutti. Assad gli ha strappato le mani dalla nostra
faccia. Fausto Biroslavo ha tentato la fortuna deviando il discorso sul
tema-ciambella di salvataggio: “Il dittatore Assad, ha insanguinato per anni
la Siria”. Il bravo inviato di tutte le testate Rai, non s’era accorto che Assad
era stato eletto e rieletto in libere elezioni, attestate da osservatori ONU.
Però c’era, in effetti, un po’ di sangue siriano sparso, quasi un oceano dal
deserto al mare, estratto da mercenari e succhiato da signori che sui nostri
schermi non sfigurano mai. Ma camminandovi con gli stivali da acqua alta, il
bravo inviato RAI non se n’è accorto. E i suoi colleghi avevano altro cui
pensare. Tipo, le traversate in yacht di lusso di Greta, le allegre sardine di
Saviano, Revelli e Pascale, o i perseguitati incendiari di Hong Kong.
Grande e immensa gratitudine per il suo lavoro e il suo impegno, sempre presente e illuminante, ancor di più considerato l'intervento per la cataratta! Di sicuro per me un esempio e uno stimolo per fare del mio meglio ogni giorno, grazie.
RispondiEliminaSottoscrivo quanto ha scritto
1) sulla tristezza M5S, temuta e purtroppo attesa e arrivata, a ogni occasione con nuovi risvolti. D'altronde, riflettevo ieri, tutto torna: che senso ha imporre ai parlamentari uno stipendio basso/onesto e dall'altra pagare un casalino quasi 200.000 euro all'anno? E per fare cosa, poi? Forse anche questo rientra in un'operazione populista: noi cittadini vediamo solo i parlamentari, sempre al centro delle polemiche, quindi il M5S li presenta come diversi, vicini a noi (e posso testimoniare anche io che qualcuno dei suoi lo è davvero), però intanto dietro le quinte si muove come i partiti che pubblicamente attacca.
2) sull'intervista ad Assad. Leggere che l'Usigrai era contrario a trasmetterla è paradossale, un sindacato di giornalisti dovrebbe difendere prima di tutto il diritto all'informazione.
3) sulla visione della strage di Piazza Fontana. Oggi ho seguito vari notiziari e programmi di Radio 2 e 3 e ovunque si diceva che la matrice era la destra eversiva, addirittura "neonazista del nordest", e basta. Nessun riferimento a infiltrazioni esterne/estere, tanto che alla fine non si capiva perché è stata una strage di Stato: se sono stati degli eversori fascisti, cosa c'entrava tutto l'apparato militare, giudiziario e politico che da subito intervenne a depistare? Avrebbero dovuto combatterli e condannarli subito, no?
Sentendo lo svolgersi degli eventi di quel giorno, i vari attentati e le coincidenze, non si può fare a meno di associare questa strage orribile alle tante accadute "a sorpresa" in tante città europee negli anni recenti. E invece sembra che l'informazione di sistema lavori a offuscare e confondere, per impedire di collegare o dipanare i fili.
Un esempio ora è Radio 3 che ha il pregio di parlare di argomenti interessanti ma che da un po' ha preso una deriva pro greta + lgbthiyz e anti-sovranista ecc., come se non puoi dirti colto e moderno se non aderisci a queste idee…
Un grande abbraccio virtuale,
Mary