giovedì 25 giugno 2020

Stati Generali: fuffa al veleno --- COLAO AND FRIENDS: GOVERNO E PARLAMENTO SOSTITUITI DA MICROSOFT E VODAFONE --- Col digitale verso la transumanità



La sicurezza del Potere si fonda sull’insicurezza dei cittadini(Leonardo Sciascia)
Cari amici e interlocutori, stavolta vado davvero per le lunghe. Più del solito. Ma fate finta che sia un livre de chevet, libro da comodino, come li chiamava Montaigne, da prendere a pizzichi e bocconi. Come cinque pezzi corti. Anche perché per un mese e passa non ce ne saranno altri. Non busserò a casa vostra. Sto in montagna, a rompere le palle alle marmotte.

Stati Generali per corona(virusa)re il nostro futuro
Negli Usa ormai si manifesta con crescente spudoratezza quel governo parallelo, chiamato “Deep State”, nella cui militanza confluiscono i falchi repubblicani e, ben più guerrafondai, quelli democratici. Stato profondo ben rappresentato nella serie “Saw”, formato da elementi non eletti ma più potenti degli eletti e che tiene sulla graticola, ultimamente con le sommosse, l’eterodosso Donald Trump, sebbene pure lui prodotto dallo (s)fascio statunitense. Dal momento che l’Italia, da sempre, è l’apprendista stregone minore su cui sperimentare il peggio del colonialcapitalismo, anche qui abbiamo un governicchio in vetrina, parzialmente eletto, e un Deep State per niente eletto, (in)visibile nelle varie task forces, dietro al banco. Ora questo insieme metastatico deve essere davvero bravo per fare avere ragione a gente come l’opposizione che oggi completa il nostro degrado. Eppure ci riesce quando a una conventicola formatasi alle fonti del Po, nel mausoleo di Predappio e nel ventre di Cosa Nostra ha potuto legittimamente dire “non c’è più democrazia”, o “sul Coronavirus ci marciate”, o “è tornata la Troika”.
Con quella celebrazione del suo ego espanso e del “servo encomio” ai rapinatori UE e neoliberisti in genere, la banda del Conte Pippo ha per il quinto mese fatto come se il Parlamento non esistesse e ha sgovernato agli ordini di una combriccola di non eletti che stanno al Deep State come l’Isis sta ai Fratelli Musulmani, o come il Gatto e la Volpe stanno al pescecane che inghiotte Pinocchio e babbo Geppetto (posso dire che il tonno che li salva mi fa pensare a Sara Cunial e ai suoi?).
Per i non decerebrati dalla paura, la risposta alla domanda “a chi conviene il circo dell’orrore Covid-19” è stata facilissima dal primo contagio, a Wuhan come in tutto il mondo. Mancavano i numeri. Che, secondo gli alti sacerdoti del sinedrio, sarebbero, al 22 giugno 2020, complessivamente 469.122 morrti, tutti ovviamente da questo virus, su 9.003.042 contagiati, magari presunti giacchè asintomatici. Magari morti per mancanza di cure perchè ristretti in casa. Magari e perlopiù morti di altro. E ci sarebbe andata pure bene, se pensiamo al pronostico di Bill Gates, nella sua precisissima simulazione-previsione dell’ottobre 2019: 20 milioni di decessi. E bene c’è pure andata, se pensiamo che nell’influenza 2017-2018 ci sono state decine di migliaia di morti in più (si chiamava influenza e basta e nessuno veniva rinchiuso e vessato da misure Gestapo). Per avere un’idea non manipolata ai fini della dittatura digital-sanitaria, vedere i diagrammi statistici fornitimi da un attento amico.

 
 1) Morti in Svezia senza lockdown. Curva in alto, previsioni dell’Imperial College di Londra, portavoce dell’OMS, in caso di mancata chiusura. Curva bassa, con chiusura moderata. Curva quasi piatta, morti effettivi.
2) Epidemie e relative vittime, dalla “Peste di Antonino il Pio (165-180) al covid-19.
https://en.wikipedia.org/wiki/List_of_epidemics (il server non consente la pubblicazione qui)
Su questi numeri di morti, quelli effettivi e quelli inventati, si sono sviluppate altre cifre, stavolta tutte veritiere. Dieci miliardari transnazionali, in prima linea quelli di sanità e digitale, i più ricchi del mondo, hanno guadagnato insieme più di 7 miliardi di dollari da quando l’OMS ha dichiarato la pandemia. E molti di più gliene verranno dal post-virus. Capifila dei numeri, ovviamente, gli USA. Nei 23 giorni dall’inizio della pandemia l’élite finanziaria ha guadagnato 282 miliardi di dollari, con un’economia che, nel primo trimestre, si è contratta del 40%. Dal 2080 al 2020 il contributo fiscale di questi paperoni è calato del 79% e la loro ricchezza è cresciuta di oltre il 1.100%. In piena epidemia, Jeff Bezos di Amazon, uomo più ricco del mondo e Bill Gates, della Fondazione Gates per i vaccini, sono arrivati ad avere un patrimonio netto pari a quello della metà della popolazione statunitense. La cui aspettativa di vita, nel frattempo è precipitata come succede solo in fasi di guerre e carestie. Anche perchè i dipendenti di Amazon, per potersi nutrire, devono ricorrere ai buoni cibo elargiti dallo Stato ai poverissimi.
Come è possibile che questi cannibali ci vengano presentati a volte come filantropi, a volte come portatori di sviluppo e progresso? Ci vuole poco (dal punto di vista dei miliardari). “Mint Press” ha scoperto che Bill Gates ha “donato” 9 milioni al liberal “Guardian” (fratello maggiore del “manifesto”), 3 milioni alla tv NBC-Universal, 4,5 a NPR, 1 milione ad Al Jazeera e ben 49 milioni alla BBC. Quanto a Bezos, i media preferisce comprarseli direttamente. E’ la stampa, bellezza.
Il Conte-re, gli Stati Generali, il 17 gennaio 1793


Forte delle soddisfazioni cavate da una nazione debitamente sconquassata nei beni spirituali e materiali e dal fatto che è riuscito a prospettare ai suoi mandanti UE, Big Pharma e Silicon Valley, un paese pronto all’innovazione bio-tecno-fascista, popolato dall’“homo-machina”, Pippo Conte si è presentato agli Stati Generali con la (virus)corona in capo. Stati Generali, tra villa e parchi, paggi, ancelle e dame di compagnia, nell’intimità senza mascherine e distanze, a marcare l’ulteriore obliterazione del parlamento, degli eletti ed elettori, per consegnarsi ancora una volta agli stregoni che vanno sperimentando l’era post-democratica del vaccino e della connessione. Stati Generali delle teste autocoronate, come erano quelle di Filippo IV nel 1302 e di Luigi XVI nel fatidico 1789. Stati Generali dove il primo Stato erano i preti, il secondo i nobili e il terzo, che non contava una mazza perché gli altri due gli si alleavano contro, genti urbane e rurali. Venivano convocati quando alla nazione non andava troppo bene e si dovevano imporre tasse, vessazioni e restrizioni. Come vedete, Historia magistra vitae anche per il ben-titolato Conte Pippo. Cui potrebbe anche capitare, e noi non glielo auguriamo, il destino del re che degli Stati Generali convocò l’ultima edizione: 17 gennaio 1793.  

 Dagli Stati Generali, spunta il governo di coalizione Microsoft e Vodafone.
Potete immaginarvi Jack lo Squartatore che, dopo averle squarciato la gola, alla vittima tampona il sangue? O Obama che, dopo aver raso al suolo la Libia, corre a donarle i mezzi per ricostruirsi prospera e indipendente? Allora dovreste avere presente anche Conte Pippo e il socio Colao Vittorio che promettono cure all’Italia annichilita. Pensate alle le loro origini. Rispettivamente, da un megastudio di avvocati, organicamente legato all’Olimpo del finanzcapitalismo sovranazionale e da una delle più micidiali compagnie telefoniche pro-5G e digitalismo. Poi da alcune delle più grandi banche d’affari. Conviene anche che pensiate, sempre in parallelo con Jack e Obama, al retroterra giudiziario di Ursula von der Leyen e di Christine Lagarde, Entrambe distintesi, negli incarichi originali per corruzione, come dame di corte di Bill Gates e tagliagole di una Troika che ha fatto a pezzi, la Grecia. Come Jack, una per una, le allegre ragazze di Whitechapel.


Ciò che lega il fondatore e poi capo di Microsoft Bill Gates a Vittorio Colao e al valletto Conte, è uno dei più colossali conflitti d’interesse mai visti, cementati dalla finanza speculativa da cui tutti provengono, o dipendono (Colao da Morgan Stanley e McKinsey). Se non si viene dalla formazione al furto su scala mondiale, ce lo ricorda Goldman Sachs, non si va da nessuna parte. Per somma virtù anche bilderberghiani, si sono presentati al popolo, che si era scritto la nota costituzione, e a un parlamento, che la considera meno del diploma del nonno alla parete, con l’eleganza del noto marchese del Grillo. Protagonisti della telefonia e delle piattaforme, feldmarescialli dell’economia privata, bilderberghiani e davosiani di lusso (e dunque anche a Villa Pamphili, le cose avvenivano a porte chiuse), ecco che agli Stati Generali (Conte per il clero, Colao per l’aristocrazia) si sancisce che in Italia le cose pubbliche, come la vita e tutto il resto, passano alla mano, alla manona, del privato. Preferibilmente sanitario, digitale, protetta da quelli che hanno alla cintura le manette.
(Ri)lancio Italia 2010-2030, o lancio pandemia elettrosmog?


Quando uscì il Piano di 121 schede di Vittorio Colao, scritto con qualche commensale delle piattafome nel loft di Londra, poco se ne parlò da parte degli amici, molto si disse che trattavasi di fuffa, banalità, roba scritta sull’acqua, vuoto pneumatico. Gelosia dell’apprendista stregone, Conte, nei confronti dello stregone? Anche. Ma soprattutto depistaggio, fuffa per boccaloni. Una fuffa, comunque, che è tutta lievito velenoso, ultraliberista, destinato a crescere. Una visione del pubblico (devi da morì) e del privato (devi da vince’) di un bilderberghiano di peso, osannato dal reparto Risorse Umane Bilderberg, come Stefano Feltri, o Lilli Gruber, o Mario Monti, Draghi,.Elkann, Prodi, Letta, Bonino, Visco…
Quello di peso ci è stato inflitto da direttore del Tesoro, poi di Goldman Sachs e poi governatore di Banca d’Italia, fino a elargitore di miliardi alle banche da direttore di quella centrale europea. E’ il principio delle porte girevoli, felice giostra del capitalismo. Principio che mantiene in circolazione perfino uno il quale, per ciò che, nelle, e alle, nostre istituzioni, ha combinato (Codice Penale, articoli 241-274, Delitti contro la personalità dello Stato). avrebbe tutti i titoli di merito per stare come stava nella Torre della Muda il conte Ugolino (1220-1289)

Di costui, Mario Draghi (nomen omen), col nome che al plurale dell’archetipo che, da sempre, spaventa l’umanità e che ora ci si minaccia addirittura come incombente Supremo di qualcosa, governo o repubblica, o magari Nuovo Ordine Mondiale, non si dimentichi mai l’impresa del 1992. Pifferaio di Hamelin, con il suo programma di devastazione privata di ogni bene pubblico e relativa svendita ai compari esteri, perfezionato poi da Amato e Prodi. Sul panfilo della Regina, insieme ad altri della Banda del buco, banchieri, CEO, George Soros, la créme della massomafia, il ministro Andreatta, congiurò contro il patrimonio pubblico e contro gli italiani.
Grillo c’è!

Scuola e Agricoltura? Zero. Ci pensano i privati e il Terzo Settore, per l’una, Bayer/Monsanto per l’altra
Il copia e incolla dell’omologo Colao si arricchisce di un particolare che tutti i nostri affiliati alla Cupola, maggioranza e opposizione, hanno tenuto nell’ombra cianciando di “fuffa”, per quanto ne abbiano profittato. Beppe Grillo, veterano del cavallo giusto, l’ha invece subito individuato e ci si è fiondato sopra perorando la causa della banda velocissima, in altre parole la connessione di quinta generazione, il 5G, nel quadro della digitalizzazione dell’intera vita, di cui era stato precursore con l’abominio “Rousseau”. Il comico, finito lo spettacolo dei travestimenti vaffa, è così riapparso sul proscenio in borghese a prendersi gli applausi di quelli che fino a ieri lo avevano spernacchiato e a farci capire il solidissimo perno intorno al quale tutta la fuffa ruotava.
La fuffa, più che altro una dissolvenza, riguardava due settori precisi. La scuola, lasciata nelle laccate mani di una ministra dell’istruzione, delirante come un criceto nella ruota, impegnata a fare uscire di senno studenti, genitori, insegnanti, presidi ed edifici scolastici. Scuola da lei affidata alla nebulosa del Terzo Settore e quindi al “volontariato” (eccome!) delle Ong di Soros e dei manager di McDonald’s.
 

L’altro settore, tanto insignificante da non arrivare neanche alla fuffa, è l’agricoltura. Intanto perché se ne occupa eccellentemente la ministra Bellanova, per la soddisfazione di semi brevettati e fertilizzanti al glifosato di Monsanto/Bayer e soci. La quale Monsanto ha appena finito di pagare 10 miliardi di euro in risarcimenti per danni causati dal glifosato. E poi perché da quelle parti è giù tutto previsto: campi, campetti, orti, tutta l’agricoltura “di prossimità” che nutre noi, pronta a passare all’agrobusiness intensivo/esteso multinazionale degli OGM. Così il Covid-19 sarà servito anche a farci esportatori netti del cibo che nasce da noi e importatori netti del cibo-spazzatura che nasce altrove. E’ la globalizzazione, baby.
Decorporizzare ed elettromagnetizzare l’Italia
Il cuore del “manifesto” di Colao per il nostro futuro è un altro. Il virus, ovviamente “de paura” perché letale, anche per chi cade dal balcone, risponde al principio di Giambattista Vico. Nessuno ne sa una cippa (come giustamente dice la somma virologa eretica del “Sacco” di Miano, Maria Rita Gismondo), ma è certissimo che segua la legge dei “Corsi e ricorsi”. Dunque resteremo, o ritorneremo, mascherati, distanziati, menomati, carcerati. E salvati, sia dal vaccino ID2020 (programmino Gates-Rockefeller-Davos per l’identità digitale universale sottopelle dalla nascita), sia dalle piattaforme. Soccorritori, non per nulla capeggiati dai più ricchi del mondo, per migliorare l’individuo sottraendolo alle contaminazioni di ogni genere, non solo da virus fasulli e transeunti, soprattutto da colletivi e comunità.

Di 7,5 miliardi di persone, qualche miliardo, privo di strumenti digitali (un terzo di italiani), va messo alla macina. Gli altri avranno la vita facilitata grazie al telesesso (riduzione della sovrapopolazione là dove il Covid-19, sanzioni e guerre, non sono bastati) e tutte le altre attività che impiegavano i nostri arcaici sensi corporei: teleworking, telestudio, teleacquisti, telesport, telegiochi (già fatto), televiaggi, teleconfessioni, telepenitenze . Alle teleagonie e telemorti ci hanno già abituati, quando sottraevano i moribondi da presunto Covid-19 ai loro cari e viceversa. Vedrete come, a forza di tele, ci identificheremo sempre più con lo strumento, fino a diventarlo. Basta un dato: tra il 2019 e fine marzo 2020, i lavoratori italiani da remoto sono passati da 570mila a 8 milioni.  E alle start-up di questo business Colao ha fortemente alzato le detrazioni.
Bancomat, Visa, American Express, Go…. Una bella cresta e ci pensiamo noi
Finirà anche questa storia del contante, funesto veicolo del virus e dell’autodeterminazione. La determinazione passerà alle banche che, per un lieve pizzo, faranno da passadati a chi ci deve dire cosa fare e cosa avere per cui, se traligniamo, finisce che sul conto non ci troviamo più nulla. Serve a combattere le mafie che, come è noto, non hanno idea di come si usa l’elettronica. Intanto, detta Colao, riduciamo i possibili pagamenti in cash da 3000 a 2000. E tiriamo giù la serranda al commerciante che non usa il Pos. Ce n’est che un debut.


Tutto diventerà velocissimo grazie alla banda ultralarga, il 5G. I suoi 30mila satelliti dallo spazio e i milioni di sue antenne, sotto e sopra casa, ci faranno comunicare in un nanosecondo con la zia e, nello stesso nanotempo, il gendarme di zona e quello a Forte Braschi comunicheranno a chi di dovere chi siamo, dove siamo, cosa facciamo, come lo facciamo, con chi e in quali condizioni di salute psicofisica, morale e finanziaria. Con la fine del contante, chi ha più bisogno dell’app “Immuni” per tracciarci? Anche perché tutto verrà agevolato dai vaccini. Insieme alla riduzione dei limiti ai livelli di elettromagnetismo, imposta dal telefonista Colao, saremo tracciabilissimi, perché fosforescenti come lampadine. Col plusvalore che, sterilizzati dalle radiazioni, contribuiremo alla così intensamente perseguita depopolazione.


Per tre mesi ci hanno ristretti. Ma gli alberi no. Forse è per questa irriverente anomalia che, durante quei giorni, si sono precipitati a tagliarli. Mica sarà stato perchè si intraponevano tra le antenne 5G e le nostre cellule cerebrali da scomporre?

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