mercoledì 27 gennaio 2021

Forum di Vox Italia TV sulla fase italiana e internazionale. --- Poi la magistratura l'antisemitismo e la "Giornata della memoria" --- CORSI E RICORSI DEL RICORDO


https://www.youtube.com/watch?v=eS_22ixhZTU HYPERLINK "https://www.youtube.com/watch?v=eS_22ixhZTU&t=72s"& HYPERLINK "https://www.youtube.com/watch?v=eS_22ixhZTU&t=72s"t=72s 


Tavola Rotonda di Vox Italia TV con Francesco Toscano,  Fulvio Grimaldi, On. Stefania Craxi (FI) e l’ambasciatore Alberto Bradanini, già rappresentante italiano a Pechino e Tehran. 

Credo che valga la pena dare un'occhiata a questo scambio di idee suscitato dalle domande e considerazioni di Francesco Toscano, direttore di questa preziosa presenza dell'informazione onesta e, perciò, alternativa. Soprattutto per la partecipazione dell'ambasciatore Alberto Bradanini, ora in pensione, ma acutissimo e competente osservatore delle cose del mondo nella tragica congiuntura nella quale siamo costretti a vivere. 

C'è poi un divertente attrito tra il sottoscritto e la figlia di Bettino Craxi, morto transfuga in latitanza. Al sentirmi parlare, con riferimento a "Mani Pulite", di "processo alla corrotta classe dirigente italiana", la figlia del fu premier "socialista" si è inalberata e mi ha interrotto con alte grida. Da qui lo scambio che ascolterete. Personalmente ho una considerazione altalenante della nostra magistratura. 

La mia esperienza personale, discretamente ricca, si alterna tra vari processi dei miei tempi in RAI, tutti andati come dovevano andare, quali anodini in prescrizione e quali vinti. Poi ci sono stati gli stessi esiti per circa 150 iscrizioni nel registro degli indagati per "miei" reati di stampa da direttore del quotidiano "Lotta Continua". Reati quasi tutti imputabili ai miei colleghi nel giornale e agli scriteriati che definivano "Supplemento a Lotta Continua" i loro dazebao o volantini, nei quali promettevano l'impiccagione a Gianni Agnelli, o la fucilazione degli ufficiali da parte dei subordinati. Erano quei tempi. 

Un'idea abbastanza classista dei giudici me la feci, invece, allorchè, violando ogni clausola del mio contratto di lavoro, venni cacciato, per un articolo non conforme su Cuba dal quotidiano di Bertinotti, "Liberazione". Vinsi la prima causa, con il risarcimento di una bella somma. Il segretario del PRC, allora, non era che il capetto di un piccolo partito d'opposizione e un discreto retore in tv. All'appello, però, Fausto era salito all'Olimpo del potere istituzionale: presidente della Camera. La sentenza venne ribaltata e io dovetti restituire il malloppo. Un guaio perchè, anche convinto da un sindacato (FNSI) che se ne fotteva, nel frattempo avevo comprato casa. Per riottenerne almeno metà, ci volle un mio pubblico incatenamento e la decenza giuridico-morale di un nuovo segretario del partito: Paolo Ferrero.

Nel corso dell'intervista si venne a parlare di come i grandissimi poteri, in vista dell'esito che ormai intravvediamo vicino, abbiano  saputo mettere le mani su quasi tutte le strutture che governano e condizionano le società in Occidente: media, multinazionali, governi, parlamentari, organi transnazionali. E magistratura. Abbiamo sott'occhi episodi intitolati a giudici come "l'ammazzasentenze" Carnevale, il corrotto Squillante, quello di Caltanisetta che avvallò il falso testimone sulle stragi Falcone e Borsellino, Palamara e compari. E poi le ingiustizie dalla categoria inflitte a magistrati bravi a non flettersi davanti ai poteri costituiti, come Woodcock, Robledo, De Magistris, De Matteo, gli stessi Falcone e Borsellino.

A proposito della Procura di Milano, mi venne da dire che non me la sentivo di assegnare ai vari Borrelli, Davigo, Di Pietro, Colombo, il ruolo di strumenti consapevoli di una manovra politica, come da alcune parti si afferma. In ogni caso, dissi, quel che sappiamo è "che processavano una classe politica di mariuoli e corrotti". Ed è qui che scoppietta il diverbio con Stefania Craxi. La comprendo, il vittimismo è arma possente.


GIORNATA DELLA MEMORIA, O DELLE MEMORIE

A questo proposito, è da qualche giorno, e lo sarà per altri giorni, che i nostri mezzi di informazione ci propongono la rievocazione dell'Olocausto: testimoni ancora in vita, seconde e terze generazioni, documenti, libri, film, cerimonie. A Radio Anch'io ho ascoltato l'ambasciatore di Israele (cito a memoria): "Nessun paese è stato colpito da tante risoluzioni negative dell'ONU quanto Israele. L'antisemitismo dilaga, associazioni possono impunemente sollecitare il boicottaggio, le sanzioni. Governi e parlamentari assumono posizioni ostili, siamo alla perpetuazione dell'Olocausto...Dopo tutto, Israele è la realizzazione, storicamente necessaria e dovuta, delle profezie della bibbia.".  

Lasciando da parte quest'ultima affermazione che assegna a un affascinante libro di leggende di 2.600 anni fa, siccome dettato da dio, la legittimità di una Stato reale, costituito con la forza sulla terra di un altro popolo, non mi pronuncio sulla fondatezza della denuncia dell'ambasciatore. Ma mi manca il contradditorio. Che, nelle rarissime volte che c'è, provoca esecrazione. O fuga.

Una volta, un paio di anni fa, a Carpi, nel corso di una bella manifestazione  di giornalisti del "Fatto Quotidiano", allora non di regime, con sul palco il decano Furio Colombo, già impensabile direttore de "L'Unità", si parlò della necessità di rinnovare le visite degli studenti ad Auschwitz, per non perdere mai la memoria del passato. Ovviamente non ho nulla in contrario a rinnovare quella, ma vorrei anche altre memorie. Quasi tutte oggi, per opportunità politica, cancellate. Fin nella scuola. 

Così, dalla prima fila chiesi la parola e, gridando,  dissi a Colombo, lontano non più di cinque metri, che forse non sarebbe stato male far fare ai ragazzi immemori anche gite della memoria del presente, oltre che quelle del passato. E se non ritenesse che non sarebbe il massimo dell'etica ricordare le vittime e i torti dell'altra volta con l'effetto che ci si scordi di vittime e torti di questa volta. Tipo in Palestina. Ci fu un applauso fin dalle ultime file delle 200 persone presenti. Colombo tacque. Ma, cortesemente, alla fine del convegno mi si avvicinò e, con consumata eleganza, mi disse: "Mi scuso di non averle risposto , causa la sua posizione di inferiorità dovuta alla mancanza di microfono. Ma non l'ho proprio sentita". E girò i tacchi. Sublime.

Ecco, farei un giro ad Auschwitz, o Buchenwald, o Dachau, dalle cui parti a quei tempi abitavo. Ma le farei più volentieri se la stessa organizzazione, devota alla Memoria, lo fosse anche alle Memorie. Avrei già un piano di visite: in Iraq, 3 milioni e passa (nessuno li conta più ormai) di morti tra 1991 e oggi, magari approfittando della vicinanza, anche nella vicina Siria; in Congo, 20 milioni di morti "per mano" di Leopoldo del Belgio; Irlanda, due milioni di morti di fame per la carestia di metà Ottocento, provocata da Londra col solito virus; tre milioni di morti da carestia in India sotto occupazione britannica solo nell''800, a seguire altri milioni nelle lotte per l'indipendenza; America, 18 milioni di nativi, nella stima più conservatrice, genocidati dagli intrusi europei; poi, trovandosi già in quel continente, non sarebbe male un giretto in Sudamerica, dove i milioni di estirpati non sono mai stati contati; Cina, 20 milioni di morti per le guerre britanniche dell'oppio con cui si intendeva stroncare la Cina e la sua popolazione. Mi fermo qui e non dovrei. Quanti sono stati i morti di religioni (quella dei Trent'anni, 8 milioni), di colonialismo, di fedi e lotte incompatibili con i relativi signori (un milione di caduti dell'antinazismo in Germania, chi li menziona mai?)?  Di questi non avremo i luoghi dello sterminio. Ma le terre sì, e a volte i sacrari.  

Sarebbe giusto, no? Facciamo una grande agenzia di viaggi. Siamo nell'era dell'inclusione, si dice. E, per le vittime, memoria vale memoria. Come anche per gli eroi, quelli del popolo che, chissà perchè, si tende a ricordare molto meno delle vittime

No, questo non dovevo dirlo. Ho mica rischiato l'antisemitismo? Spero di no. Amo i semiti, lo giuro.



Nota 1) "Antisemitismo", atteggiamento ostile, o persecutorio nei confronti dei discendenti di Sem, figlio di Noè. Questi comprendono tutte le popolazioni arabe di religione islamica, cristiana, o ebraica (Sefarditi), comprese tra Oceano Atlantico e Golfo Persico (Marocco-Iraq), o che ne siano emigrati. Non lo sono, secondo storici ebrei come Shlomo Sand ("L'invenzione del popolo ebraico"), coloro che provengono da altre origini territoriali, pur professandosi ebrei (Ashkenazi). Il termine ha assunto connotazioni allargate  all'identità religiosa, per cui  antisemitismo sarebbe l'atteggiamento ostile anche nei confronti dei praticanti della religione ebraica. Di antisemitismo dalle varie caratteristiche sono stati vittime gli ebrei in Palestina sotto l'imperatoe Tito, nei pogrom in Europa Orientale e, soprattutto, in Germania e Italia, durante il fascismo-nazismo. Violenze, persecuzioni e guerre contro i semiti arabi non sono mancate, specialmente nel corso del secolo corrente e in quello precedente. 


Nessun commento:

Posta un commento