domenica 11 aprile 2021

BIDEN-RUSSIA-CINA: STRINGERE IL CAPPIO --- Guerra mondiale sì? No! --- https://comedonchisciotte.org/sancho-10-fulvio-grimaldi-strategie-e-inganni-della-guerra-mondiale-colorata/


E' la decima puntata di "Sancho" ("comedonchisciotte") e ho poco da aggiungere alla significativa copertina, che smentisce la nobilitazione pacifista dei "colorati" di Myanmar, come alla didascalia e all'indice che già vi dice gli argomenti.

Il tema centrale della puntata è la ripartenza dell'aggressività imperialista obamian-neocon con Biden, con particolare attenzione alla "cintura di fuoco" del Sudest asiatico.Ma la precede una rubrichetta di un'attualità da guardare con occhi diversi da quelli dei mediageneralisti e mediacaporalisti. Vi inserisco qui qualcosa che non ci stava e che merita la nostra angolazione.

Sulle macerie di Fatah, il capo dell'Intifada presidente

 


Marwan Barghuti è, finalmente, candidato sia alle legislative con la lista "Libertà" e l'interposto compagno capolista, Nasser al Kidwa, nipote di Arafat, sia alle presidenziali, in prima persona. Ci sono voluti 15 anni prima che lo screditato presidente dell'ANP, Abu Mazen  (Mahmoud Abbas), decidesse di togliersi di mezzo. Con lui, se anche gli islamici di Hamas, sottraendosi dal nefasto e ricattatorio condizionamento degli sceicchi collaborazionisti del Golfo, dovrebbe avere fine la verognosa subordinazione dei pescecani di Fatah (ma anche di altre organizzazioni storiche) a Israele. Una subordinazione che è arrivata, tradendo 60 anni di resistenza e oltre ottanta di persecuzioni spietate, al coordinamento tra polizia dell'ANP e formazioni dell'occupazione militare e dell'intelligence israeliana nella soppressione della popolazione e delle sue difese.


Marwan è stato il grande dirigente della Seconda Intifada che aveva portato Israele sull'orlo di una crisi irreversibile, con la fuga di invasori e coloni e il totale esaurimento dell'immigrazione ebraica. Crisi bloccata da promesse e cedimenti di rinnegati, con Arafat ormai vecchio e poco lucido e una repressione feroce. Il suo ruolo di eroe del riscatto palestinese l'ha pagato con il martirio di cinque ergastoli più quarant'anni di detenzione. Una pena che poteva solo uscire da menti di cui Netaniahu è la perfetta espressione.

 Marwan Barghuti con l'autore di questo articolo


Mi è successo come con Milosevic, catturato e deportato all'Aja tre giorni dopo la mia intervista. Intervistai Barghuti poche settimane prima che venisse arrestato, il 15 aprile 2002. La seconda Intifada era in pieno corso. Ho assistito a un incontro con Marwan e suo cugino Mustafa Barghuti e poi a una cerimonia della dirigenza di Fatah, dove i giovani e militanti del movimento si confrontarono con il cadente e incerto Arafat. Alla periferia di Ramallah, filmai  i ragazzi dell'Intifada impedire ai blindati israeliani l'accesso alla città. Protagonista una donna di forse cinquant'anni che, sola e vicinissima ai blindati e ai soldati, primeggiava nel lancio delle pietre. Sta tutto nel dvd "Fino all'ultima Kefiah".

Nel momento in cui anche i palestinesi di cittadinanza israeliana (20%) appariono succubi del dilagare di un aria di disfattismo e di resa, pronti ad apparentarsi in parlamento con i loro peggiori seviziatori, a imitazione dei satrapi del Golfo con il loro osceno "Accordo di Abramo", la probabnile vittoria del rappresentante di un popolo intimamente mai rassegnato, può cambiare  scenario, spirito, rapporti di forza, in Palestina e nel mondo arabo. Per Israele, continuare a tenere in prigione un Barghuti presidente, gli farà fare definitivamente la figura degli ultimi disperati autarchi dell'apartheid sudafricana.

 




Donbass, Tamburi di guerra nazisti

Un altro fatto di portata geopolitica, in questo caso, gravissima, è il rinnovato assalto alle repubbliche libere e democratiche del Donbass, nell'Ucraina retta da un fantoccio amerikano in virtù del sostegno della Nato e del suo apparato militare dichiaratamente nazista. Joe Biden deve al regime ucraino l'esenzione, in cambio di armi per miliardi, di suo figlio Hunter da un processo per corruzione, tangenti, sottrazione di fondi e molto altro, insieme ai malversatori della società ucraina Nomisma e, dunque, dalla meritata galera. L'Ucraina deve al golpe nazista, organizzato dalla virago di guerra Victoria Nuland (Dipartimento di Stato), sotto input delll'altra virago, Killary Clinton, il suo sfascio economico, sociale, politico. Volodymyr Zelensky, un ex-star della tv, ha saputo approfittare del marasma di tutti contro tutti, nonchè della benevolenza statunitense, per arrampicarsi fino alla presidenza del Consiglio.


 
A scemo, chiama la NATO

In questi giorni ha sollecitato gli USA, da premier dell'unico paese dell'area che non sta nell'Alleanza, a far entrare la Nato nel suo paese: si sente minacciato dai russi, meschinello, e di conseguenza ha ripreso a bombardare le repubbliche popolari anti-naziste di Lugansk e di Donezk, ripetendo le annose stragi di civili e facendola finita con la tregua di Minsk. Dal momento che il pagliaccetto di Kiev non ha diritto di proferire parola senza che dio (Biden) lo voglia, è lampante da chi sia arrivata la richiesta alla Nato di venire in soccorso contro i russi che, guerrafondai come sempre, assediano tutto l'Occidente e perfino la povera Ucraina, a forza di basi e missili entro i propri confini!

E la Nato arriverà, non abbiate dubbi. Arriva sempre, che gli accoglitori la vogliano o no. Arriverà per ribadire che il petrolio e il gas gli europei li devono prendere, in prima istanza, sotto forma liquefatta da scisti americani e, in seconda, anzi terza, quarta, centesima, dalle pipeline russe, ma da quelle che attraversano l'Ucraina. Il che sia una lezione definitiva ad Angela Merkel che ancora si ostina a voler spendere di meno e prendersi l'energia dal North Stream, il doppio tubo che dalla Russia la versa direttamente nelle fabbriche, nelle automobili e nelle caldaie tedesche.


Guerra Mondiale? Guerre per interposti mercenari? Regime change
?

Gira un'aria rovente. Significa che siamo sull'orlo dell'abisso, che sta per scatenarsi l'inferno della guerra mondiale, inevitabilmente sul nostro territorio? Se non ci fossero le armate NATO di "Defender Europe 21"  a salvarci dagli "aggressori russi" (Mentana) che ci provocano schierando truppe addirittura sul proprio territorio? Giulietto Chiesa, pure un notevole esperto, gridava "al lupo al lupo" già negli anni 90. Lo ripeteva sempre: domani è guerra mondiale. Ora molti sono i suoi epigoni. Ma, a mio avviso, non osservano lo stato miserando in cui si trovano gli USA, a dispetto della proprio forza militare (molta spesa per niente, pensiamo ai trilioni tra Iraq, Siria e Afghanistan). Un paese disastrato socialmente, con le infrastrutture da rottamare e spaccato politicamente in fazioni che si chiamano reciprocamente "terroristi interni". Uno così non può permettersi neanche una dozzina di bare a stelle e streisce. Non può affrontare nessuno che non sia dieci volte più piccolo e debole di lui. Come fa dal 1950.



 Finchè si tratta di piccoli

Sta nell'indole e nella cultura delle classi dirigenti nordamericane acchiappare, un anno sì e l'altro pure, qualche paese piccolo e sbatterlo contro il muro.

Con chi se la sono presa dopo la seconda guerra mondiale? Corea, Cuba, Vietnam, Granada, Nicaragua, Cile, Argentina, Libia, Iraq, Siria, Yemen, Haiti, Myanmar, Libano, Guatemala.... E perlopiù non impegnandosi direttamente, se non con tecnologie aeree e di comunicazione. La scelta è sempre tra quinte colonne locali colorate, Stati vassalli e banditi mercenari rastrellati in giro per il mondo. Per affrontare personalmente russi o cinesi, gli mancano sia le palle, sia la forza. Alla luce di ciò che gli USA fanno a noi e di noi, o fanno fare ai nostri governanti, non è  che questo dato ci rassicuri più di tanto.


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