martedì 17 gennaio 2023

LA SCENEGGIATA


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9mq TV  intervista a Fulvio Grimaldi di Marzia Di Sessa

Cattura di Messina Denaro, significati e retroscena, il secolare matrimonio tra criminalità di Stato e criminalità “organizzata”, il sistema mediatico da noi e nella “comunità internazionale”, guerre e colpi di Stato in corso. Stragi di Stato (Portella della Ginestra, Piazza Fontana e segg., Falcone-Borsellino, Roma-Firenze-Milano) e Stati in vendita.

 https://www.youtube.com/watch?v=SSCoUwIcvN4

Visione TV, forum sulla cattura di Messina Denaro, condotto da Francesco Toscano, con Antonio Ingroia, Fulvio Grimaldi, Ferruccio Pinotti e Giacomo Gabellini

Un giornalista e tre esperti di mafia e massoneria fanno a pezzi la vulgata mediatica “mainstream” dedicata alla “grande vittoria dello Stato sulla mafia”, che sarebbe sancita dalla “cattura dell’ultimo stragista”. Precedenti, analogie, ricorrenze di un rapporto Stato-mafie che attraversa indenne stagioni e personale politici, nazionali e internazionali.

 



Calma e gesso, ragazzi. Se hanno preso Messina Denaro, vuol dire che non contava più niente. Infatti, pare che sia un oncologico terminale, scovato in una nota clinica. Lo potevano prendere ogni giorno, da trent’anni a questa parte, esattamente come, a suo tempo, Riina e Provenzano. Se non l’hanno fatto prima, vuol dire che il patto di ferro, settantennale, tra mafia e classe politica istituzionale, non ne contemplava la sostituzione.

La scelta di prenderlo ora, dopo che risultava visibile e trovabile da decenni per le sue molteplici attività criminali e, soprattutto, legali, pienamente inserite nel tessuto economico ufficiale di Sicilia e società nazionale, è concordata. Come negli altri casi.

Scelta di opportunità politica. Per Cosa Nostra, disfarsi di un peso gravato da troppa notorietà e da una malattia che lo inefficientava; per il regime, superare, con questo “gran colpo” apparentemente anti-mafia, una pesantissima crisi di credibilità. Tonfo dopo tonfo, da dilettanti allo sbaraglio, determinati da una serie di “infortuni”, ridicolaggini, contraccolpi sociali e mediatici: le stronzate di Nordio e Cartabia, il decreto Rave, i voucher per far sopravvivere con un tozzo di pane, gli appalti liberalizzati a favore di malviventi, lo scandalo della consegna di sempre più armi al gaglioffo nazista di Kiev, sempre più costose e tecnologiche.

Quell’Hulk di Crosetto che vende armi e fa il ministro della Difesa, a spudorata e provocatoria esemplificazione di un principio, il conflitto d’interessi, che fa marciare e marcire l’intera cosiddetta democrazia capitalista occidentale, l’impero anglosassone allo sfascio e le sue miserevoli appendici

Depauperamento degli arsenali e delle tasche dei contribuenti, scandalosamente sempre più a fronte di micidiali sprangate economiche alla gente comune, la raccapricciante dimostrazione, ora per ora, di una banda di spregiudicati pregiudicati, inquisiti, prescritti, sprovveduti e mediocri, all’assalto del nostro Stato e dei nostri beni. Oltre tutto al servizio di un predatore e masskiller storico.

L’arresto di un boss spento e destinato a morte, sollecita la consapevolezza che si  tratti solo della toppa peggiore del buco, come nel caso in cui altri regimi provavano a mettersi il rossetto sul muso di porco, chiudendo dietro le sbarre partner divenuti spendibili per tutti i soci del consorzio.

Nervi freddi, per piacere, ora che cercheranno di travolgere le nostre virtù analitiche e lucidità cognitive con un prolungato tsunami celebrativo dell’eroica impresa forza 7: onde altissime che offuschino l’orizzonte, schiuma e spruzzi che riducano la visibilità e opacizzino la trasparenza delle acque.

Qui se non ci danno notizia dell’arresto di Mario Draghi, George Soros, Klaus Schwab, Roberto Speranza e ratti al seguito in corteo, con il prelievo dalla clinica di Messina Denaro il popolo può continuare e dormire sonni… agitati

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