venerdì 3 febbraio 2023

Partito il Ddl per l’Autonomia Differenziata: applausi di tutto il governo --- ITALIA DA DISFARE: LEGHISTI, NON SOLO

 Partito il Ddl per l’Autonomia Differenziata: applausi di tutto il governo

ITALIA DA DISFARE: LEGHISTI, NON SOLO

 

https://www.youtube.com/watch?v=l6bGe5OoykI

Visione TV, Francesco Capo intervista Fulvio Grimaldi: “Come ti disfo l’Italia”

 

Sarebbe riduttivo pensare che questo strumento per sbriciolare l’Italia, messo in campo dal ministro leghista Calderoli e che il ministro leghista Giorgetti si appresterà a finanziare, sia solo il becero e antistorico, per quanto micidiale, sussulto di un apparato politico alla frutta. C’è il consenso della sovranista e patriota convertita, anzi invertita, che in cambio ottiene il puppazzo euratlantico da far imperversare sui sudditi del proprio, di lei, padrone.

E se una, anzi una accolita, che da decenni alimenta una fiammella tricolore, che però brucia perché alimentata da combustibile di antica estrazione, si acconcia a farsi spappolare il paese tra le mani, vuol dire che, come per tutto il resto, la marionetta balla a fili che di cui i trucidi trappolatori di uccelli da polenta non hanno l’unico controllo.

Sì, scaricare definitivamente in mare un Sud che da un secolo e mezzo il Nord, a partire da Cavour, ha costretto a dibattersi come un delfino spiaggiato. Raccattarne le spoglie, caso mai fossero da mettersi sui banchetti dell’usato. Ma l’operazione parte da più lontano che dalle farlocche brume celtiche dalle quali costoro traevano altrettanto farlocche nazioni venete o lombarde.

Su una nazione, la cui costruzione ai suoi abitanti è costata un millennio di lotta, voti, sangue e la cui gente ha prodotto, due millenni di civiltà e bellezza (non ultimo dei motivi per farci a pezzettini insignificanti, una baronia veneta, una repubblichetta meneghina, un feudo neosabaudo), non si avventano soltanto i grumi dell’egoismo vorace che intorbidisce il vivere onesto e integro del popolo tutto.

Qui siamo in perfetta coerenza con i lampi lividi che il cataclisma pianificato dai poteri della trasformazione fa saettare da un orizzonte sempre più vicino, sempre più articolato. La tecnodivinità delle sette piaghe ammoderna il modello originale: guerre, pandemie, tirannia climatica, migrazioni di massa, desertificazione (non solo ambientale), perfino le cavallette, sebbene fritte, e, settimo, la disunione. Separare le cellule che, insieme, avevano dato vita all’organismo. Ne devono restare solo poche, grosse. Alla fin fine solo la più grossa.

Del vaso hanno fatto cocci e schegge. L’hanno chiamata globalizzazione. Se devi rifare l’uomo, devi prima decomporlo. A partire da lui e dalla sua comunità.

Ma siamo in tempo per fermarli. Hanno fatto il primo passo e, dietro, ci sono solo grassi, ma sparuti ratti e qualche avvoltoio che osserva dall’alto delle Alpi. Tutto sta nello strappare il piffero al pifferaio

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