sabato 21 ottobre 2023

TERRORISTA A CHI? 2.0

 


 

BYOBLU – MONDOCANE 3/4,  in onda domenica 21.30. Repliche lunedì 9.30, martedì 11.00, mercoledì 22.30, giovedì10.00, sabato 16.30, domenica 09.00

Terrorista a chi? A chi in due settimane ha ammazzato con le bombe 5000 civili, tra donne, bambini, uomini rifugiatisi in ospedali, scuole, chiese, sedi ONU. O a chi il 7 ottobre ha colpito un gruppo di occupanti della propria terra sottratta, tutti o ex militari, o futuri militari della potenza occupante ed è poi stato colpito da immonde calunnie circa bambini decapitati per giustificare un genocidio in progress? (vedere la donna israeliana ferita del Kibbutz attaccato da Hamas che attribuisce le vittime alla reazione dei soldati israeliani)

Terrorista a chi? Ma sicuramente a quei massimi fetentoni, perlopiù di destra, che mescolano il diavolo con l’acqua santa, per dire, quando provano a costringerci dalla parte dei concentrazionisti israeliani dicendo che Hamas è Isis sono la stessa cosa. Pensate il mercenariato atlantosionista, la Gladio con la mezzaluna, armata e pagata da Turchia e USA, uguale a chi dai committenti e ufficiali pagatori di questa feccia, usata a favore degli Stati di polizia in Occidente e per lo sterminio di civili egiziani, libici, siriani, iracheni, afghani, serbi, è stato e viene massacrato!



Qua uno che riveste la carica di ministro della Difesa (Difesa? Da 75 anni Israele non pratica che l’offesa) dà degli “animali” alle persone che vivono a Gaza, sotto un genocidio strisciante che è diventato immediato e definitivo, viene corroborato dal capo di governo di quel paese che le definisce “bestie”. Nessuno se ne adombra, nemmeno quando rientra nella stessa dimensione peggio-che-nazista (perché aggravata da ipocrisia, dato che si addobba da democrazia e difesa dei diritti umani) l’ambasciatrice nel Regno unito di quella entità coloniale, Tzipi Hotovely, Parafrasando la sorella in stragi di bambini e segretaria di Stato Usa, Madeleine Albright, dalla lapidaria constatazione che 500.000 bambini uccisi in Iraq da guerra ed embargo erano un giusto prezzo, ha assicurato a Israele la licenza di uccidere 600.000 palestinesi (ma non basta), “proprio come i britannici ebbero il diritto di uccidere 600.000 civili tedeschi nelle città rase al suolo”.

Sono nostri alleati, bastioni della civiltà occidentale.

 Del resto non si sono visti i lamentatori cronici e sistemici europei di quell’altro olocausto precipitarsi a reggere lo strascico nello sposalizio tra il necrofago Israele e la Palestina da genocidare, a partire dal britannico Sunak, digiuno di banchetti coloniali, al rintronato comandante in capo bulimico di guerre, al tedesco Scholz che si carica di colpe altrui, di generazioni morte e seppellite, per correre a coprire le colpe di vittime fattesi carnefici.

Cosa ce ne fotte di bambini introvabili sotto i calcinacci di ospedali, scuole, altri rifugi “sicuri”, di masse bombardate sulla via di fuga assicuratagli, quando si tratta della propria sopravvivenza politica. Sopravvivenza, magari anche fisica, assicurata a questi scherani  NATO, alle Giorgia, Ursula, Baerbock, marionette con il coltello tra i denti, e a tutti gli altri fantocci messi, o lasciati, al loro posti da chi, con i suoi azionisti, controlla e comanda cosa deve succedere nel mondo. Come, a suo tempo, aveva creato, controllato, comandato cosa doveva nascere in Palestina e cosa doveva essere agevolato verso l’estinzione..

La puntata narra di un Jack lo Squartatore trasferitosi in Palestina e che lì impazza menando mannaiate ovunque scovi presenze indesiderate che intralcino il percorso della sua scure. Ma spiega anche come tutto questo non si svolga solo tra il fiume Giordano e il mare. Chi si credeva che le due guerre all’Iraq, quelle a Siria e Libia, le primavere arabe, le invasioni del Libano, le operazioni di destabilizzazioni “umanitarie” e “democratiche” di Iran, Algeria, Egitto, l’invenzione dell’ISIS (con i feriti in Siria curati nelle cliniche di Netaniahu sul Golan), fossero un’altra storia rispetto a Palestine-Israele, si ricreda,

Tout se tient.

 


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