dal Canale di Paolo Arigotti “Il ringhio del bassotto”
Due immagini di distruzione: Gaza
oggi e uno di vari Kibbutz il 7 ottobre: stessa mano. Immagini che ci dicono
chi è il terrorista perché sono firmate da chi possiede le armi per questo tipo
di demolizione: Israele.
Le prove che il 7 agosto il
terrorismo israeliano si è abbattuto anche sulla propria gente, i coloni
insediati su villaggi palestinesi rasi al suolo, non le troverete in nessuno
dei nostri massmedia e, tristemente, neanche in gran parte dell’informazione
neutra o antagonista. Per complicità intrinseca, o per pigrizia, ci si è
rannicchiati nella versione dell’esercito israeliano, unica fonte di una
catastrofe autoprodotta. Come quella dell’11 settembre, per la quale ancora
oggi, anche tra alcuni dei più occhiuti critici dell’Impero, è inscalfibile la
pur grottesca bufala dei dirottatori sauditi (recentemente rilanciata con forza
perfino da insospettabili colleghi).
I combattenti di Hamas, penetrati in
territorio occupato, avevano il dichiarato compito di catturare prigionieri
(“ostaggi”) per poi ottenere in cambio del loro rilascio la liberazione degli
allora 5000 prigionieri politici palestinesi (oggi oltre 10.000), molti dei
quali detenuti, senza imputazioni e senza processo, in una Guantanamo
moltiplicata.
La dotazione di questi combattenti
era unicamente di Kalachnikov. Possono dei mitra provocare le distruzioni di
interi abitati in cemento come quelle visibili in questa come in decine di
altre immagini? Distruzioni attribuibili solo alle armi pesanti utilizzate
dall’esercito israeliano: artiglieria, carri armati. Hanno sparato su tutto,
guerriglieri e loro prigionieri. Fuoco amico.
La dinamica degli scontri successivi
all’irruzione di Hamas, con l’intervento quasi immediato della Brigata “Gaza”
delle forze armate israeliane, viene illustrata nell’intervista fattami da
Paolo Arigotti. Così anche il corso della battaglia successivamente
sviluppatasi con l’impiego da parte israeliana di elicotteri e carri armati. Dinamica
e corso basati sull’unica inchiesta, parziale, che è stata condotta, in
presenza del rifiuto di Israele di qualsiasi inchiesta neutrale internazionale,
solo dall’autorevole quotidiano israeliano “Haaretz”.
A questa si aggiungono testimonianze accuratamente
ignorate dai mainstream e dai valletti occidentali del regime nazifascista di
Netaniahu. Quelle di cittadini e giornalisti israeliani e della corrispondente
statunitense della CNN. Che, tra le altre cose, disintegrano l’oscena
invenzione dei 40 bambini decapitati. C’erano nella zona dell’operazione solo 7
bambini tra i 4 e i 7 anni e 9 tra i 10 e i 17. 16 in tutto. Chissà quali
neonati decapitati ha visto Biden (per poi farsi smentire dalla Casa Bianca)
Israele ha segnalato 1.400 civili
uccisi da Hamas. L’inchiesta di Haaretz, con tanto di nomi, luoghi e
circostanze della morte, ci dice di circa 680 vittime, delle quali metà
militari e agenti di polizia israeliani. Ci parla anche del fuoco incrociato
tra combattenti palestinesi ed esercito israeliano con, nel mezzo, le persone
che partecipavano alla festa Rave. Non ci parla né di torture, stupri e altri
“effetti collaterali” necessitati per coprire, “giustificare” agli occhi del
mondo il genocidio a Gaza e in Cisgiordania, uno delle più orrende mostruosità
mai concepite e attuate da sedicenti esseri umani.
Chi ha potuto dichiararsi davanti a
telecamere e taccuini onesti. e dunque pervicacemente occultati, ha attribuito
umanità, gentilezza, cura degli spaventati e riguardi per donne e bambini, sono
le persone perbene trovatesi sotto controllo di Hamas.
Abbiamo sbagliato terroristi.
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