GAZA
SION-EURO-ATLANTISMO:
SI SALVI CHI PUO’
Visione TV-Dietro il Sipario
https://www.youtube.com/watch?v=Aw67PgWDPg4
Francesco Toscano ed Enrica Perucchietti con Simona
Mangiante, Luca Marfè e Fulvio Grimaldi
Al di là della psicosi sanguinaria del Sionazismo,
storicamente genocida e infanticida dai tempi di Isaia, la cui profezia di
massacrare tutti gli Amaleciti Netaniahu ha promesso di realizzare, c’è da
capire perché tutto questo è stato fatto succedere adesso e per andare dove.
C’è l’aspetto di rilevanza minore che riguarda la sorte di
tre presidenti, ognuno con l’acqua alla gola. Biden aumenta la spedizione di
armamenti letali tecnologicamente avanzati e, al tempo stesso, dà mostra di
auspicare una qualche tregua, forme di protezione dei civili e bla bla bla.
Deve stare ai compiti geopolitici assegnatigli da chi lo ha messo lì. Dall’altro
lato, pensa di raccattare consenso tra un elettorato stufo di guerre e Israele,
in vista delle presidenziali (alle quali, sciancato mentalmente com’è, non lo
faranno arrivare.
Netaniahu si sbatte per la propria sopravvivenza politica,
alla quale è disposto di sacrificare qualche milione di palestinesi,
sopravvivenza minacciata da una rivolta del popolo ebraico geloso di una sua
monocultura democratica per cui non gradisce l’abolizione della magistratura.
Infine, fa pena e voltastomaco il già politicamente
rottamato Mahmoud Abbas (Abu Mazen), tirannello dell’ANP, che è riuscito a
stare a galla a dispetto di essere il primo collaboratore di Israele in zona e
grazie al fatto che non ha mai più consentito elezioni nei territori occupati, dopo
la stravittoria di Hamas nel 2006. Qualcuno vorrebbe prendere questa mummia è
farne il leader palestinese complice dell’obliterazione di un popolo che ha
dimostrato di stare con Hamas “costi quel che costi”. Dà l’idea della
lungimiranza di certi strateghi.
Dalla tattica di sopravvivenza di questi rottami della
Storia e avanzi di galera della contemporaneità, passiamo alla grande strategia
della sopravvivenza di colui che è stato dal 1945, grazie alla guerra fredda e
al ruolo di valletta dell’Europa, il mazzabubù dei regolamenti in un paio di
emisferi (Ovest e Nord). Non gliene va più bene una. Tutte le guerre dei
vent’anni (dall’11 settembre) per la globalizzazione, o perse, o finite a
schifìo. Potenza economica dissipata a forza di delocalizzare, stampare carta
velina fatta passare per moneta, dissanguare la società e forza di trilioni per
armi e guerre, esportare quasi più niente e importare quasi tutto, indebitarsi
fino al punto di non poter rimborsare più nemmeno il portiere del palazzo.
Soluzione “metti in ginocchio la Russia” svaporata e risolta
nel suo contrario. Cina prima sul filo di lana dello sviluppo e di parecchie
lunghezze. Un “Terzo Mondo” che veleggia forte e rapido grazie ad altri venti
in altre direzioni. Cina che scompiglia il gioco del divide et impera in
Medioriente mettendo d’accordo Saudìa e Iran.
Rimaneva la carta “Abramo”, in effetti promettente e
risolutrice. Non fosse stato per la Palestina e Hamas. Si erano detti a
Washington e aveva fatto l’eco Bruxelles: la Cina fa il testimone di nozze tra
Raisi e Bin Salman? Noi lo faremo tra Netaniahu e gli sceicchi, tutti della
stessa pasta totalitarista nel fronte dei ricchi.
Togliendo chirurgicamente di mezzo la piaga purulenta del
conflitto israelo-palestinese, creando il pantheon
energetico-tecnologico-dollaroso di Abramo
(Israele-Emirati-Bahrein-Marocco-Sudan e presto Arabia Saudita e, quindi, tutti
gli altri), si poteva ripartire col controllo sull’80% dell’energia del mondo a
propria disposizione e manipolazione. Altro che Opec e russi. E al diavolo la
farsa della transizione ecologica.
Hamas gli ha fatto sgambetto. Il costo è l’immane sofferenza
dei palestinesi. L’umanità gliene dovrà essere grata finchè dura sul pianeta.
Non finisce qui. Nel senso che nella trasmissione c’è molto
altro. A partire, ancora una volta, dal terrorismo del 7 ottobre. Che è tutto
israeliano.
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