Fulvio Grimaldi, inviato di Byoblu a Rafah (per chi se lo
fosse perso e ci tenesse)
https://www.byoblu.com/2023/11/22/fulvio-grimaldi-in-mondocane-speciale-da-rafah/#comments
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Per togliersi dalla fangazza che ti
impiastriccia e blocca nella politica italiana, tutta, di governo, di
opposizione, di antagonismo, di finto antisistema, non c’è che Gaza, la
Palestina e, in mancanza Rafah, la porta dell’inferno. Sai perché? Perchè lì ci
si guarda in faccia, carnefici e vittime, oppressori e resistenti, nazisti e
partigiani. Le mistificazioni che, dalle nostre parti, ci imbrogliano, ci
ammanettano, ci imbavagliano, ci fanno smarrire in un labirinto di ipocrisie,
raggiri, false apparenze, ologrammi che fingono di essere corpi, gesuitismo, simulazioni
e dissimulazioni, camaleontismo (vedi il recente connubio Rizzo-pregiudicato
picchiatore fascista, strumento della Strategia della Tensione, Alemanno).
A Rafah, quando ti vengono incontro
gli scampati, quando senti gli schianti vicini dei massacratori su Khan Yunis e
fondi quei suoni con quanto gli scampati, che hai di fronte, ammutoliti o
freneticamente verbosi, si sono lasciati dietro in termini di macerie e morte,
ti ritrovi nella verità. Tutto è autentico, terribilmente autentico,
chiarissimo, Le infingardaggini nebbiose, untuose, polverose, che ci impestano
a casa, cadono come trucioli.
Gaza, Rafah, le centinaia di
ambulanze egiziane arrivate dai più lontani e piccoli villaggi, con autisti
estenuati e mai stanchi, che si avventurano nell’inferno per raccogliere corpi
saccheggiati. I conducenti di mille e mille TIR che fiancheggiano i 345 km dal
Cairo a Rafah, in attesa per notti e giorni dettati dagli sterminatori, e sono
quasi tutti egiziani, con beni offerti da un popolo che non naviga
nell’abbondanza.
Ospedali da El Arish, a un passo da
Rafah, per le massime urgenze, a Suez, a Ismailia, al Cairo, che custodiscono,
proteggono, curano gli angeli che i demoni non sono riusciti a squartare e a far
volare via, come nell’immagine. E medici in strutture e condizioni che noi ci
sogniamo, dove ogni paziente del mondo è curato gratis (come ogni studente,
qui, è istruito gratis), medici che curano, aggiustano, quanto di spezzettato
dai demoni si riesce a riparare e restituire alla vita e all’umanità dei
giusti.
Amici, se da Roma sono venuto via col
peso di una vicenda personale, politica, umana, pienamente inserita nel gravame
della nostra vicenda collettiva tra il tragico, il grottesco, il depravato e,
in ogni caso, l’impuro, alle porte di Rafah, ai letti dei bambini palestinesi,
che chiedevano solo di tornare a Gaza, seppure senza più gambe o occhi, accanto
a medici, pure loro con le ali al cuore, mi sono ritrovato libero e leggero, in
un mondo che sanguina, ma è pulito.
Adesso che sono tornato, so
riconoscervi meglio.
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