Colle Val d’Elsa, Liceo A. Volta e tutte le superiori (ingrandite la locandina e scoprire i relatori
I
giovani ci sono. 600 giovani e forti, Colle Val d’Elsa bellissimo borgo in provincia
di Siena. Partiamo dai relatori. Marco Carrai, l’impresentabile virgulto del
cerchio magico di Renzi, addirittura console di Israele a Firenze (che altro
poteva fare, dati i precedenti?), s’è dato alla fuga appena ha visto che c’era
chi avrebbe disintegrato le sue invenzioni a difesa dello Stato criminale. Tale
professoressa Alessandra Veronese, di Storia Ebraica, pure lei s’è data alla
macchia ben tre volte, per non farsi contaminare da relatori meno allineati con
lo Stato criminale e dal consenso che ricevevano dagli sveglissimi ragazzi, ma
per ben tre volte ci ha ripensato ed è tornata a fare l’esaltazione dello
“Stato Democratico” sionista e del suo esemplare rispetto per tutti i
cittadini, indipendentemente da credo o etnia.
Superate
queste elucubrazioni di propaganda tanto tossica, quanto distante alcuni anni
luce dalla realtà genocida di Israele, gli studenti hanno interloquito alla
grande con il palestinese Karem Rohana, il sottoscritto e un cooperante con
esperienza palestinese, Stefano Fusi che si affannava, confortato dagli
interventi di alcuni insegnanti, a sollecitare aiuti alle vittime palestinesi,
guardandosi bene di fare uscite dalla bocca la granata Hamas. Sono quelli delle
“marce della pace” (con sottinteso no alla violenza, intesa tutta come
terrorismo).
Quello
che ho risposto io ai deliri truffaldini della filosionista lo potete
immaginare, perché sono argomenti che spargo a piene mani e che non sono
neanche tanto originali per chi, oltre all’intuito, alla logica, ai precedenti
storici, esce dal menzognificio politico-mediatico euro-atlantico, e fa uso di
qualsiasi informazione non controllato dal 17% NATO dell’umanità.
La
tizia presentata come storica s’ingarbugliava a districarsi tra negazionismi
dell’apartheid israeliana, dello “Stato per soli ebrei” (sancito per legge nel
2018), del secolare etnocidio palestinese da parte di un guazzabuglio di
invasori, con il pugnale tra i denti, di ogni nazionalità e lingua, e gli
immancabili orrori (stupri, decapitazioni) dei “terroristi” Hamas. Sono quei
sionisti alla Gad Lerner che pensano di parare il culo a se stessi e
all’aberrazione sionista, sospirando che Bibi Netaniahu esagera un po’.
Di
fronte ai carri armati israeliani che a Gaza, o in Cisgiordania, mettono di
proposito sotto tende affollate di persone, hanno ammazzato in due mesi 20.000
civili di cui 12.000 bambini e donne, pompano acqua di mare nei tunnel con
dentro civili in fuga e gli stessi “ostaggi” israeliani, hanno raso al suolo
per primi ospedali, scuole, chiese, panifici, santuari ONU, vogliono
delocalizzare a forza di bombe 2 milioni di persone in un altro paese, ora
arrivano all’abisso di infamia pubblicizzando ville sul mare di Gaza in vendita a costi agevolati per i trucidatori
all’opera (Ditta edile israeliana, Harey Zahav, “Montagne d’Oro”)…di fronte a
questo primato storico assoluto di ottusa malvagità, per i ragazzi, tra noi e
la studiosa ebraica non c’era partita. E nemmeno per le perorazioni pacifiste
asimmetricamente equidistanti.
Tra
le tante domande intelligenti e competenti fatte dai ragazzi, quella strategica
era “Come se ne esce?”.
La
riposta l’aveva fornito l’Intifada che, destabilizzando la sicurezza degli
occupanti, aveva indotto decine di migliaia di ebrei immigrati a tornarsene ai
paesi d’origine e molti investitori esteri a cessare di investire in Israele.
Fu la grande crisi israeliana dei primi 2000. Oggi una risposta la danno sia
Hamas, che ha mostrato al mondo il volto vero del bubbone sionista, con
conseguenze geopolitiche immaginabili; sia i valorosi Houthi dello Yemen che,
con le loro incursioni contro le navi filo-israeliane, hanno bloccato, col Mar
Rosso, il 40% del commercio mondiale. La risposta planetaria viene da chi ha
capito cosa succede in Medioriente, chi ne è la vittima, chi resiste e chi
minaccia l’intera umanità.
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