https://youtu.be/IcRSRQU76go?si=SuHjTpG2yMmrPMC3
“Spunti di riflessione”, Paolo Arigotti intervista Fulvio Grimaldi
Trovo stupefacente il silenzio con cui è stata
accolta la chiusura della 77ma Conferenza Mondiale della Sanità e grazie al
quale ci sono scivolate addosso misure, pretestualmente sanitarie, ma che si
propongono il da tempo accanitamente perseguito governo mondiale dei produttori
di farmaci e relative malattie. Un proposito di dittatura, affiancato a quello
congeniale dei produttori di armi e relative guerre, per ora realizzato solo in
termini di progetto dotato di qualche gamba, ma tuttora privo dei cingoli che
gli permettano di procedere sui corpi come gli Abrams sionisti a Gaza. .
Stupefacente la tranquilla indifferenza in cui sono
fatti trovare, all’annuncio degli esiti ginevrini, parziali rispetto alle
intenzioni, ma pur sempre avanti sulla strada della dittatura sanitaria
allargata all’universo mondo, coloro che ancora pochi mesi fa propugnavano
mobilitazioni anti-OMS dal borgo al pianeta tutto, e consideravano coloro che
intendevano privilegiare la lotta agli oceani di sangue in Palestina e in
Ucraina, come inconsapevoli strumenti di distrazione di massa.
Sarà l’estate incombente, il mare, l’infezione
meloniana, l’oroscopo che parla d’altro, sarà , parlando seriamente, la
progressiva diserzione-normalizzazione dei gruppetti sedicentisi partiti che,
arrampicatisi su uno dei tanti moti popolari innescati dalle manipolazioni
autocratiche – pancomplotto, clima, guerra, gender ecc. – pensavano di darsi un
tono e una poltrona e sono andati a sbattere…. Sarà quel che sarà, ma intanto a
Ginevra hanno fatto buona parte dei comodacci loro e noi ne usciamo ammaccati.
Non troppo, ma ammaccati.
C’è chi azzarda un “poteva andare peggio” e ha
ragione. Lo constatiamo nel video dell’intervista.
Ma prima vorrei attirare l’occhio su un altro
fenomeno di passivizzazione sociopolitica-attenzionale. Superato il grottesco,
il ridicolo e gli sprechi di giaculatorie mediatiche relative al cartonato G7
nel peggiore baraccone trash del “paese più bello del mondo”, abbuffatisi, gli
stessi puffi picchiatori, di armi e guerra in Svizzera nella buffonata sulla
pace, celebrata per coloro a cui tale pace è ossessivamente negata, compiuta la
parabola dell’armiamoci e partite nella successiva baracconata a Bruxelles dei
“Grandi del Mondo”, dei quali i quattro quinti del mondo reale se ne fottono,
un pubblico giustamente distratto è andato a sbattere il grugno sul duro e sul vero.
Premierato e Autonomia Differenziata. Con tanto di
pestaggi in Parlamento dei renitenti col tricolore e la Costituzione. Sono
bastati per una chiassatina critica ai Santi Apostoli di Roma degli
abusivamente detti sinistri e centrosinistri, con tutti i guerrafondai
imperiali infervorati per pace e democrazia, ma con bavaglio a disposizione e
la sicura sul fucile. Tutti a vociare cose inani sulle minacce meloniste a una
democrazia che, peraltro, i democratici hanno rosicchiato fin dai tempi della
Legge Truffa e sepolto definitivamente con la P2 e i suoi attuatori fino ad
oggi.
Facemmo spallucce quando la superbanca dei padroni
di mezzo mondo, J.P. Morgan, ci disse “basta con l’antifascismo e la troppa
democrazia”, mettete Monti e poi Draghi, con i “zitti e mosca” dei Napolitano e
Mattarella, per arrivare così a Crosetto-Nordio-Meloni e, finalmente, al
superamento di quella zavorra rifilataci dalla Rivoluzione Francese che è la
Tripartizione del Potere. Ne deve bastare uno. Per grazia di dio e volontà del
popolo. E vuoi che non amino Netaniahu e Tolkien?
Ho perso il filo. Era quello che si dipana dal
rutto emesso dall’OMS a Ginevra, il 2 giugno mattina, e si spegne nella buona
educazione con cui tutti hanno fatto finta di non aver udito. Ci eravamo messo
il cuore in pace alla notizia-bomba profumata del fallimento del tentativo di calcarci
addosso, a tutti i formicolanti sul pianeta, il giogo del Nuovo Trattato
Pandemico. Il troppo stroppia e così la maggioranza ha detto “facciamo un’altra
volta, non è aria, ci riproviamo nel 2025, magari dopo aver ammorbidito il
colto e l’inclita con un’altra dose di “vaccini” sperimentali e restrizioni”.
Non sta già lì, pronta sugli scaffali, la bellissima pandemia Aviaria? Per
adesso fa morti finti (vedi Messico), ma non mancherà molto prima che il lavoro
vero glielo facciano i “vaccini”.
Blocco e rinvio, concediamocelo pure, del quale
dobbiamo essere grati, per un verso, alla caterva di effetti avversi funesti
che hanno accompagnato la diffusione delle inoculazioni e, per l’altro, ai
sacrosanti dubbi socratici e alle obiezioni galileane espressi da quanto ci
resta dell’Intelligenza non Artificiale. E alla conseguente poderosa
mobilitazione di menti e corpi e strade e piazze.
E bastato per radere al suolo il nuovo Trattato
Pandemico Internazionale. Non, ahinoi, per far fare la stessa fine, giù dal
ciglio del burrone, al Regolamento Sanitario Internazionale. Per quanto
sminuzzato dalle stesse forze che hanno buttato nel secchio il trattato del
Torquemada Ghebrejesus (figuro dal passato da confino su un qualche satellite
naturale o artificiale, quanto meno, come si apprende dal video), qualcosa di
questa “Marcia sul mondo” è pervenuto. Non proprio le manette con ceppi e
guinzaglio (tipo la picchiatrice di Budapest) dal direttore Tedros proposte, su
imbeccatata dal ventriloquo Bill Gates e, per l’84% dei soldi che la cosca
prende, dei “controllati” farmaceutici.
In altre parole, per ora (PER ORA!) non sono
riusciti a far passare l’armageddon del passaporto vaccinale; del certificato
d’identità che riunisca tutti i tuoi dati, clinici, consumistici, penali, di
spostamento, di frequentazioni, eccetera; del principio “One Health”, Sanità Globale,
in base al quale avrebbero potuto legiferare, imporre, sanzionare ogni cosa
oltre la stretta questione sanitaria: clima, ambiente, tensioni sociali, crisi
di qualunque genere. Dopo la globalizzazione sospesa di Klaus Schwab, quella
realizzata di Tedros Adanom Ghebrejesus, coerentemente ex-personalità di
primissimo piano (ministro della Salute, poi degli Esteri) di una dittatura
feroce della minoranza tigrina filo-USA che ha insanguinato l’Etiopia dal 1991
al 2018.
Però è passata, nelle estreme ore della notte
dell’1. e con il consenso di una minoranza, con un sacco di delegati che hanno
sbattuto la porta, qualcosa di più urticante di un fico d’India in quel posto:
la sorveglianza capillare, delegata ai governi complici o compiacenti, la lotta
con tutti i mezzi, alla disinformazione e alla malinformazione. Cioè, o
d’accordo con gli ukase dell’OMS, o zitti, o taglio della lingua. E non è
tutto. Ce n’è soprattutto per i paesi, più o meno poveri, ma quasi tutti
recalcitranti, del detestato Sud Globale. Guardate il video.
Insomma, c’è di che fare saltelli di gioia. Ma ad
asticella bassa. E non restare con le mani in saccoccia come tutti quei cari
amici che tanto si agitavano sull’incombenza dell’OMS e, all’atto pratico, si
sono riuniti a chiacchierare del più e del meno al tè delle cinque.
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