La rissa ha
della farsa, visti i due soggetti: una macchietta che dà in escandescenze perché
gli hanno rubato la materia prima che gli aveva assicurato, oltre ai 300.000 euri
per meriti di fondazione e consulenza, una ripresa di visibilità nel logorio
finale della carriera di comico; l’altro, un astuto leguleio, pescato nel vuoto
morale di uno studio di avvocati per ricchi.
Ma ha anche
della cupa tragedia dove due avvoltoi si sbranano sulla questione di a chi
tocchi il privilegio imperiale di spolpare la carcassa di una giovane, onesta,
bella e prosperosa donna, trucidata a tradimento con colpi nella schiena.
E dovremmo
appassionarci a questo fenomeno, laterale rispetto al centro della scena sulla
quale certi ceffi si ritrovano a disputare se si debba far morire tutti in
guerra subito, o solo dopo averci tutti avvelenati con vaccini sperimentali a
mRNA, al suono titanicico di un’orchestra mediatica con, in alternativa,
direttori NATO, ONU, o OMS.
Poi ci sono
i colpetti di scena stupefacenti che ci distraggono un attimo dal farsesco
dramma: il trasloco di Virginia Raggi dall’estremo positivo Di Battista all’estremo
negativo Grillo. Poi di sarebbe Nicola Morra (costui un amico), ex coraggioso presidente
della Commissione Antimafia, ora candidato in Liguria per Uniti per la
Costituzione, ma detto vicino a Grillo.
Due indiscutibili
eccellenze per meriti dei Cinque Stelle vintage (l’altra, Alfonso Bonafede, ministro
vero della Giustizia vera, s’era persa di vista mentre vagava per i campi
elisi). Trasloco da militanti di prima classe in uno (scomparso) 5 Stelle dal
33% di eccellenti voti, già sottobraccio al tuttora ineccepibile, ma residuale,
Alessandro Di Battista (ma dove cazzo sei finito?), a un deleterio e grottesco
residuale post o neo-comico. Uno specialista dei botti a salve che, quando gli
gira, esce dal covo di Sant’Ilario per sparare cazzate contro Conte e quanto di
seguito, nominalmente “Movimento 5 Stelle 1950”, all’ex-premier resta attaccato
alla pochette (1950 perché? Poi va in pensione? Al mare? In Ospizio? Torna in
Ucraina?).
Di Grillo e
delle sue funambolesche giravolte (ma ottimamente dettategli dal sovrano), tra
rivoluzione del popolo retto e buono e restaurazione totalitaria, vaccinista,
bellicista e sanguisuga, abbiamo sofferto, fino alla nausea con vomito, le montagne
russe. Io stesso davo del mio nel Meet Up del piccolo borgo selvaggio e blaterando
supporto qua e là in giro per l’Italia.
L’operazione,
in effetti, era raffinata: rastrellare, con magniloquenze gravide di formidabili
bagliori in fondo al tunnel capitalimperialista alla vaccinara, quei trequarti
degli italiani bloccati a metà tunnel, ansiosi di tornare cittadini prima di
essere definitivamente sistemati UE, USA, NATO, Blackrock, mediante sezioni
locali di draghi e fasci littori. E poi, belli convinti e pimpanti, farne un
fascio (!), strozzarlo con un abbagliante nastro a stelle e strisce e stellone
UE e offrirlo in dono al nuovi grillini Draghi e Cingolani. Un’inversione a U
che, dal rettifilo a 8 corsie del 33%, ha portato il Movimento alla carrareccia
del 10% e andare…
Non solo
Grillo, ma anche quello che con lui si accapiglia per gestire i rimasugli di
questa grande “festa sui prati” (https://youtu.be/2rHCa6-nq3I
e https://www.youtube.com/watch?v=2rHCa6-nq3I
). Festa finita sotto una tormenta autogenerata e autogestita, che il tornado
Sandy al confronto è una brezza, per la migliore soddisfazione di chi sulla
riva aspettava di vedere passare cadaveri. Ne sono passati tanti quanti ci
stanno tra il 33 e il 10%.
Venuto
letteralmente dal nulla, inventato da Bonafede su suggerimento di Grillo, Conte
diventa presidente del M5S nel 2020. Strabiliante che pochi, o nessuno, si
siano chiesti per quale diavolo di motivo si fosse attinto all’avvocato di uno
studio per miliardari, senza neanche una foglia di fico di valenza politica,
che non fosse l’alta distinzione sociale.
Giuseppe
Conte (dal 1 giugno 2018 al 4 settembre 2019) con Lega e Salvini.
Giuseppe
Conte II (dal 5 settembre 2019 al 13 febbraio 2021), con PD, Liberi e
Uguali, Italia Viva (Renzi).
Come si
vede, l’insospettato avvocato di Volturata Appula, uscito da un qualche
cilindro di mago che ci vuole male, è uomo per ogni stagione e per ogni
disponibilità. Con la Lega, contro la Lega, con Renzi, contro Renzi, col PD,
contro il PD, senza il PD o quasi, per le armi alla guerra NATO, contro le armi
alla guerra NATO, su Gaza meglio star zitti chè contro Sion non si governa.
L’amico Morra,
che ho in grande considerazione, che ho incontrato in varie occasioni di lotta
per Assange e che mi fece l’onore di proiettare alla Camera un mio documentario
sul TAV e similia, non ne vuole sapere. E pour cause, Gli andirivieni del
personaggio che avevo visto, ancora sconosciuto, forse sulla parola di Di Maio
(!) incomprensibilmente acclamato alla Festa M5S di Napoli, lo individuano privo
di ogni e qualsiasi principio, una tavola vuota su cui chiunque avrebbe potuto
mettere e togliere pietanze, senza che poi ne rimanessero tracce. Insomma un
prodotto perfetto per la definitiva disgregazione del M5S, come pianificata dal
Grillo e dai suoi mandanti.
Ma fosse
solo la tavola vuota. E’ che ci ha messo quanto di più tossico la bella
compagnia dei nostri capi-regime, dal De Gasperi vendipatria al Draghi venditutto,
pace compresa, abbia mai apparecchiato, una volta fallito il Golpe Borghese: I
DPCM e i conseguenti lockdown e stronzate repressive varie, al tempo dell’intossicazione
pandemica. Il colpo decisivo alle spalle di Costituzione, democrazia, libera
scelta, cittadinanza, l’ha dato lui. Con i Cinque Stelle ha sbranato la
libertà.
Ragazzi, che
dire? Annammo bene, bofonchierebbero nella mia antica Trastevere, sotto
lo sguardo ammiccante di Trilussa, uno che aveva capito e detto benissimo
tutto. L’unica lezione è che in questo caso non c’è proprio da tifare per
nessuno Il male minore e peggiore si
scambiano. Ma non facciamoci dire che è il classico prodotto del trasformismo
italiota. Come se fossimo tutti così. Di trasformisti ce n’è uno, tutti gli
altri ne han trentuno. 😜
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