martedì 7 ottobre 2008
BASSOTTI CONTRO ALTOTTI
Ai miei tempi al TG3, nella rubrica “Vivere!”, il bassotto Nando, assistito da me,
imperversava contro malfattori ambientali e antianimalisti di ogni tipo. Fino a che il direttore, prima l’umoristicamente autoesaltatosi “compagno scomodo” Sandro Curzi e poi l’USraeliana Lucia Annunziata, percependo il fastidio che arrecavamo a devastatori e persecutori della maggioranza nonumana del pianeta, non ci fecero chiudere bottega.
La bella stagione dell’impeto ecologico e animalista volgeva al termine. Non si uccidono così anche serbi e iracheni? E allora che cazzo rompeva questo rasoterra dall’imbarazzante fiuto, in grado di scovare perfino la diossina di Seveso, nascosta dalla cupola mafia-servizi segreti-massoneria un po’ nel Golfo dei Poeti a Spezia e un po’ dalle parti di Mogadiscio? Non gli bastava che in quel buco nero fossero stati precipitati Ilaria Alpi e Mauro Rostagno?
Il colpo finale alla salvaguardia dell’habitat di tutti noi e di tutti gli altri lo diede un’aporia affermata da chi voleva trivellare l’Alaska, sostituire gli agrocombustibili alla foresta amazzonica e fare di quel che resta delle coste italiane un unico porticciolo turistico da accomodare i panfili da 180 metri del gangster Abramovic: “l’ambientalismo non è né di destra, né di sinistra”. Micidiale trovata della destra per intossicare e rendere inoffensiva la battaglia per la salvezza della Terra che, da che mondo è mondo, vede i bassotti, che la onorano, in guerra di classe e di specie contro gli altotti che la divorano. Il guaio è che qualcuno, a sinistra, c’ è cascato. Prendendo per buono il nonsenso di una “destra ambientalista”, ha condiviso la truffa degli inceneritori “puliti”, ha scambiato Disneyland per il trionfo della riforestazione, la rotatoria dell’incrocio per verde urbano, le sevizie agli elefanti del Circo Orfei per educazione dei bambini al rispetto degli animali, le “domeniche a piedi” su un pezzetto di strada romana per ricucitura del buco nell’ozono.
Brandendo quella parola d’ordine tanto scaltra quanto imbecille si sono intrufolati tra i bassotti, cinofobi, antropofagi e vampiri di ogni risma e subito hanno sparso il proprio contagio. Ci ha creduto sul solito “manifesto” Marco D’Eramo, non per nulla tifoso di un paese in cui nulla è ammesso che non sia ebreo e simpatizzante dell’Obama che si appresta a salvaguardare con più bombardamenti l’ambiente dell’Afghanistan e del Pakistan E se si poteva far passare per autodifesa di Israele un serialkilleraggio di espropriati e reietti palestinesi, come non esprimere tutta la propria revulsione per quella miliardaria californiana che aveva lasciato un cospicuo patrimonio a canili e associazioni di difesa del cane? Così ha fatto, lungo metrate di piombo, l’inviato di prestigio del “manifesto”, ricorrendo alla nota spremitura di lacrime per i bambini africani e gli alluvionati del Bangla Desh. Cento volte la somma che quella signora ha dedicato a una delle categorie più bistrattate tra i viventi viene spesa per un cacciabombardiere F-35. Un milione di volte costa il salvataggio, con i soldi di bassotti truffati, dei briganti bancari in deficit di nuovi mezzi per spolpare un’umanità inscheletrita dal debito. Ma sono dati che non attutiscono la grandinata di indignazione che l’etica economica “di sinistra” di D’Eramo scaglia sull’immondo spreco, servito solo a far campare fuori da fame e terrore qualche migliaio di esseri senzienti. Epperò non mi è mai capitato, in una lunga vita di grata e felice convivenza con quell’opera d’amore e di rettitudine della natura che è il cane, di scoprire uno degli innumerevoli scandalizzati delle cure per i cani concretizzare poi quell’impegno per i bambini africani. Che, pure, da costoro vengono posti a paragone e umiliazione di quelle cure.
Di solito non piovono miliardi dagli altotti sui bassotti. Al massimo se li passano fra di loro. Li succhiano da sotto e li pompano in alto. Che per un a volta il senso di marcia sia stato invertito, seppure a beneficio di proletari a quattro zampe, è sempre meglio dei tre trilioni di dollari che Bush ha sfilato da 300 milioni di tasche statunitensi per annichilire uno dei popoli più antichi e nobili del mondo, cani compresi. Con il bassotto Nando abbiamo visto cani squarciati dalle bombe a grappolo a Belgrado, cani sepolti sotto le macerie di una Baghdad che da qualche anno aveva incluso nella sua laicità la scoperta e l’affetto dei cani, cani abbandonati divorati dalla leishmaniosi e dal cimurro in una Cuba che non ha incluso quei conterranei nella sua bella rivoluzione, cani pervertiti in bambini umani negli edulcorati filmetti di Hollywood, cani inseriti da ministri della sanità bifolchi in liste di proscrizione. E abbiamo visto cani che più di qualsiasi altro fattore umano o celeste hanno contribuito a colmare solitudini, compensare perdite e sconfitte, essere l’ultimo appiglio tra i marosi di una società disperata ed egoista, l’ultima sorgente d’amore nel deserto affettivo di vite escluse. Il cane, ovviamente su tutti il bassotto perché più vicino alla terra e perché ne vado matto io, non fa fatica a essere comunista come la facciamo noi. Lo è di suo. Ha nel dna il branco, la solidarietà, il rispetto, l’unione. Sa come trasmettere la vita, non la morte. Merita quei miliardi forse più di quanto Marco D’Eramo meriti il suo stipendio. Come chiamare il nevrotico sdegno di questo cinofobo d’alto bordo se non moralismo di merda?
Sarà questo elemento strutturale del cane ad aver scatenato un’articolessa di un Sebastiano Messina sul tabloid scandalistico “La Repubblica” del 6 ottobre. Un richiamo in prima pagina (“L’Italia che difende i cani-killer”) e ben tre paginoni all’interno (“L’Italia alla guerra dei pitbull”), corredati da gigantografie di animali in atteggiamento da squali di Spielberg o da mostri intergalattici. Questo è il giornale che ha suonato le fanfare per tutti i mercenari italici spediti a far razzia di paesi e stragi di popoli. Il giornale che, non meno dei fogliacci di Berlusconi, ha soffiato sul fuoco tossico del razzismo, della xenofobia, degli infami stereotipi Cia finalizzati allo scontro di civiltà. Peggio addirittura della sempre più amerikana Santa Giuliana Sgrena Martire del “manifesto”, “La Repubblica” si è impegnata a satanizzare i musulmani, diffamare i dirigenti di paesi renitenti al cannibalismo imperialista, sostenere le perfide fandonie – Sebrenica, Il mostro Saddam, il dittatore Milosevic, il sanguinario Fidel, il caudillo Chavez – funzionali a guerre e terrorismi di Stato USraeliani. Hanno dato, nobilitati dal barbone del Venerando Vuoto Eugenio Scalfari, una gran mano a ridurre vita, spazi, numeri di islamici, rom, migranti, antidiscarica, neri e comunisti. Fatte fuori le api, e un pezzo di futuro, presto o tardi doveva toccare ai cani, e a un residuo di comunanza con l'altro, uguale o diverso che sia. Ogni razzismo in questo paese nasce dai circhi, dagli zoo, da mamme che intimano al pupo “non toccare il cane chè ti morde”, da videogiochi che ti fanno inorgoglire per quanti bastardi hai sterminato, fatto a fette, da adesivi “Io qui non entro”, che in paesi più civili sono applicati neanche agli ingressi degli ospedali. Non sono i cani che portano germi e veleni. Li diffondiamo solo noi, li scarichiamo nell’acqua e per terra, li spariamo in aria, li somministriamo con cibi e bevande e con farmaci concepiti per suscitare malattie. I cani meritavano quell’eredità già solo per non fare queste cose.
Sebastiano Messina fa tracimare dalle sue efferatezze antiscientifiche e barbare un odio altotto che pare nascere proprio dalla frustrazione di non aver ancora fatto fuori abbastanza bassotti. La famosa e demenziale lista nera della “razze pericolose” del ministro della malasanità Sirca, che una sottosegretaria competente, per quanto del PDL, vuole abolire, è invocata a salvezza dai cani che fanno strage di bambini e vecchiette.
Lo spunto è Mattia, un bambino che, mentre il padre maneggia una sega circolare lì vicino, con le cuffie antirumore in testa tanto da non avvedersi di chi c’è e che succede, viene "sbranato da un branco di cani selvatici”. A parte che cani “selvatici” non esistono più da quando questa specie è discesa da lupi e sciacalli, ma esistono cani inselvatichiti perché abbandonati dai simili di Sebastiano Messina, il bello è che di questo branco sanguinario che avrebbe reciso la gola di Mattia, non c’è traccia, nessuno l’ha mai visto, non si trova. Neanche con ricerche iniziate immediatamente e proseguite per giorni. Infatti non se ne parla più. Evidentemente i “selvatici”, furbi come linci, si sono sottratti alle indagini sbarcando in Montenegro. Alla faccia della mancanza di ogni indizio, sono loro gli assassini. Come Saddam il gassatore dei curdi (provati gassati dagli iraniani).
I cani, da dieci millenni, ci hanno nutrito cacciando per noi, ci hanno guidato esplorando per noi, ci hanno vigilato i greggi, hanno condotto per mano i ciechi, hanno tirato carrette, hanno consolato morenti frequentandone poi le tombe o morendogli appresso, hanno accompagnato vecchiaie solitarie, hanno educato generazioni di bambini, non manipolati, al gioco, alla sensibilità, alla comunicazione, alla pazienza, all’eguaglianza, i bambini. Hanno riempito il nostro mondo, al quale con fatica si sono adattati anche geneticamente, di amore e saggezza. In compenso sono stati bastonati, torturati nei laboratori, massacrati da cacciatori, rapiti, contrabbandati e venduti, impiccati, legati a un paletto dell'autostrada, sfruttati a sangue, lasciati all’addiaccio, lobotomizzati fino a combattersi tra loro per il profitto di delinquenti, usati come sminatori, spellati, mangiati. Sono cose che all’attento osservatore giornalistico non risultano.
Volete avere un assaggio di come il profondo di Messina si esprime in prosa? Sgozzato da un cane inferocito…ultima vittima di una guerra vera che sparge tanto sangue innocente…gli animali in Italia continuano a uccidere…le si rivoltò contro come una belva sgozzandola, staccando a morsi la testa di uno dei due…inghiottiti da un incubo mortale…l’orrore supera i confini… E non parla né di marines, né di Pinochet, né della Folgore declamata in vertigini amorose dall’ex-tutto-salvo-il-cashmir-Bertinotti che, coerentemente, trova “indicibile” la parola comunismo. E poi giù con una teoria pressocchè centenaria di infanti squartati, signore vacillanti sminuzzate e spedite al creatore, padroni presi alle spalle da cani traditori, famiglie gettate nel lutto. Per concludere, ovviamente, con la citazione di paesi avveduti e correttamente animalofobi che, alla maniera di Bush-Rumsfeld-Cheney-McCain-Obama-Palin-Biden-Berlusconi-Prodi, impongono, con le catene e la soppressione, alle “razze pericolose” la superiore civiltà umana, quella generalmente impegnata nello sfoltimento dei “popoli pericolosi”. Abbiamo un nuovo membro dell' “Asse del male”.
Questi campioni della tolleranza zero per tutti e totale per noi rivorrebbero l’ordinanza Sirca ampliata e ferocizzata. Modello Mengele. Via i pitbull, i bulldog, i dago, i rottweiler, i maremmani, i pastori tedeschi, tutti cani che nascono alla solidarietà e razionalità del vivere collettivo, fino a quando magari non vengono stuprati nella loro natura dal “padrone” che li maltratta, affama, traumatizza, disprezza, educa all'attacco approfittando della loro immensa e malriposta fiducia. Attacco detto, come da La Russa e Israele, “difesa”. Tutta l’etologia degli scienziati onesti conferma questo dato. E anche tutte le statistiche, le cui tante annate il calunniatore riunisce in tre pagine colanti resti umani. Ne risulta che i cani stanno facendo a noi quel che l'iraniano Moqtada al Sadr, il trapanatore di crani scita, sta facendo ai sunniti e patrioti iracheni. Il rapporto che Messina individua tra violenza animale e violenza umana è quello che effettivamente c’è tra Bush e Che Guevara. E meno male che s’è scordato dei bassotti. Non sa cosa sarebbero capaci di fare a uno scaricabarile come lui…
Personalmente ho da 14 anni in famiglia il bassotto Nando, ultimo di una gloriosa successione, che anche in questo momento mi guarda con occhi larghi e fissi per capire che cosa vado facendo, pensando, provando, volendo, programmando. E sapeste lo sforzo! Come tanti tra i miei simili, altrettanto fortunati, lo sento di notte rannicchiarmisi bofonchiando addosso e poi emettere piccoli guaiti a indicare il groviglio dei suoi sogni sulla nostra vita comune. Ogni volta che gli dico o faccio qualcosa di buono, o che vuol farmene qualcosa lui, la coda esprime, con vari gradi di intensità, il suo sorriso. Se lo lascio solo in casa il suo sguardo, le sue orecchie, il prolungamento del suo lunghissimo corpo, fanno pensare al papà del “negro” Emmanuele di Parma pestato dai vigili, quando il ragazzo uscì di casa: dove vai? Chi ti sosterrà senza di me? Che faccio io in questo vuoto? Tornerai? Quando mi allontano mi trascino dietro una scia di dolenti ma affettuosi rimproveri, richiami, attese, calore. Le infinite posizioni di orecchie, occhi, zampe, coda, superiori a qualsiasi cosa noi si possa esprimere anche contorcendoci, mi illustrano stati d’animo, pensieri, voti, apprensioni, trasporti passionali, malinconie irrimediabili per tutta l' insuperabile distanza che, nonostante tutto, rimane fra le due specie. Una ricchezza di pensiero e sentimento di cui a fatica percepisco un granello. Uno solo di questi momenti vale tutti i dollari della benefattrice californiana e fa sprofondare nel discredito ogni parola del guerrafondaio specista di “Repubblica”. Qualcuno ha spinto come un matto per sostituire al conflitto di classe le sue dependances: genere, diversità sessuali, razze, salvo poi finire sull’Isola dei Famosi. Possibile che non vi avesse letto anche quello tra animale e uomo? Uomo e cane? Mentre, come nel caso dei padroni e dei lavoratori, anche in quello degli altotti contro i bassotti, la lotta di classe si fa e come. Solo che, oggi come oggi, è fatta da una sola parte: dall’alto verso il basso.
A questo punto ci saranno persone, compagni dalla cultura sviluppista, che preferiscono una ciminiera al posto del bosco dei lupi, una rotonda o tre villette a schiera dove c’era il prato dei cani, una piattaforma petrolifera dove stavano orate e delfini.
E Nando è simpatico, ma viene dopo, molto dopo. Noi, invece, Nando e io, siamo per la decrescita. Quella che restituisce il loro spazio ad altri viventi, migliori di noi in quanto più utili alla trasparenza, all’armonia, e alla difesa e riproduzione della vita, qui e nelle galassie. Una decrescita che faccia ripartire la crescita di tutto ciò che vale e occorre, in primis degli spazi altrui da noi sottratti, colonizzati, imbrattati. Non c’è più tempo, non c’è più spazio? Vedrete quanti spazi si aprono se scrostiamo un po’ di cemento, se eliminiamo dai mari gli incrociatori da guerra o da diporto, se facciamo mangiare di meno agli obesi americani, se tiriamo giù un po’ di aerei scassaclima e andiamo in treno, se liberiamo da basi ed eserciti la colonia che siamo, se ritagliamo quattro quinti dalla villa di Arcore e chiediamo al Quirinale di accontentarsi di palazzina con salone doppio, camera per gli ospiti e doppi, vabbè tripli, servizi.
Insomma, niente serve a verificare il proprio comunismo (e rimanerci di merda) che dare un po’ retta a Nando.
Prima gli arabi, gli islamici, i palestinesi, poi i napoletani, i rom...e ora anche i cani: tutti sotto il ponte delle mazzate dei cosiddetti mezzi d'informazione.
RispondiEliminaAd accanirsi contro i cani,si sta distinguendo una flatulenza fatta carne, una tal sgaldrina leghista: questa, parlando in merito al bambino sbranato da cani randagi(anche se non è sicuro, perchè possono essere stati anche lupi o cinghiali) nel Beneventano, ha affermato che il "randagismo" è una grave emergenza del centro-sud. Ebbene, allora, possiamo dire anche che la guida in stato di ebbrezza e di droga, oppure l'evasione fiscale, oppure il razzismo contro immigrati e "negri", sono emergenze della Polentonia!!
Caro Fulvio,
RispondiEliminaapprezzo sempre moltissimo
quello che scrivi.
Sui cani non ho niente da aggiungere ma ti volevo chiedere una cosetta... se gentilmente mi puoi dirmi come la vedi tu, anche se non è del tutto attinente con l'articolo.
Il comunismo: si è appurato che questa ideologia è stata creata e promossa da menti sioniste. Come integri questo dato con la nobiltà dei tuoi intenti giornalistici e politici?
Cordiali saluti.
PS: Che è 'sta richiesta di certificati che compare ogni volta che si apre il tuo blog?