lunedì 4 aprile 2011

PERCHI SUONA LA CAMPANA DEI PACIFINTI - IL TRIDENTE AFRICANO

Più qualche prezioso contributo altrui, con l’elenco degli utili idioti e degli amici del giaguaro che il 2 aprile hanno cerchiobottato a Piazza Navona. E’ più folto questo elenco degli sciagurati né-né, che non la loro presenza in piazza. Segno, o che delle nostre carneficine non gliene frega più molto a molti, o, bicchiere mezzo pieno, che l’ambiguità di chi  lamenta le bombe, ma avalla le infamie demonizzatrici dell’imperialismo, non tira più.
Intervento umanitario
Gli italiani ridono della vita: ne ridono assai più e con persuasione intima di disprezzo e freddezza, che non fa niun’altra nazione… Le classi superiori d’Italia sono le più ciniche di tutte le loro pari nelle altre nazioni. Il popolaccio italiano è il più cinico dei popolacci. (Giacomo Leopardi)
I parlamenti, escludendo le masse dall’esercizio del potere e riservando a proprio vantaggio la sovranità popolare, sono divenuti una barriera tra popolo e potere. Al popolo non resta che la falsa apparenza della democrazia che si manifesta nelle  lunghe file di elettori venuti a mettere nelle urne i loro voti. Il parlamento è costituito formalmente come rappresentante del popolo, ma questo principio è in se stesso non democratico, perché democrazia significa potere del popolo e non potere della rappresentanza di esso. L’esistenza stessa del parlamento significa assenza del popolo. La vera democrazia non può esistere se non con la presenza del popolo stesso e non con la presenza di suoi rappresentanti. (Muammar Gheddafi).
I bombardamenti colpiscono quartieri, città… fermate questo massacro, qualcuno nel mondo faccia fermare questo massacro e rispettare il popolo libico, la sua indipendenza e la sovranità dei popoli di questa terra. … La Libia è la Libia, si deve rispettare la sovranità dei popoli e esigere il diritto alla vita, alla pace, al diritto internazionale e alla causa umana. Fino a dove arriva la follia dell’imperialismo? Bisogna fermare l’imperialismo yankee, è una minaccia enorme che ha annegato nel sangue e nella miseria un mondo che pretende libertà. (Hugo Chavez).
(Articolo imperdibile di Giulietto Chiesa sul complotto antilibico anglofrancese)
A questo documento va aggiunto l’altro che ci rivela come nel 2008 gli Usa stabilirono a Stoccarda il nuovo comando militare per l’Africa, AFRICOM, in vista di garantire militarmente (bombe, missili, marines, torturatori, quisling indigeni assoldati) l’assalto economico alle risorse del continente. Gheddafi rifiutò di partecipare a questo piano antiafricano e imperialista, lo denunciò come tale, sollecitò  l’Unione Africana, da lui promossa a non aderire e, infatti, nessun paese africano, nemmeno i più servili e assoggettati, concesse la sede ad AFRICOM sul suo territorio (per cui ora è previsto il trasferimento a Napoli, nella sovrana colonia Italia (di cui si irride il Risorgimento antimperialista). Per lo stesso motivo i franco-Usa buttano per aria la geostrategica Costa d’Avorio, in Africa Occidentale, disconoscendo la vittoria alle presidenziali dell’anno scorso del presidente uscente, l’anticolonialista Gbagbo, e avallando i brogli e la sedizione dell’uomo dell’Occidente, Uttara, reduce da una lunga permanenza negli Usa e Alto funzionario del Fondo Monetario Internazionale, il noto vampiro dei popoli. Ora questo rinnegato fantoccio è all’attacco sostenuto dalle tribù del Nord (opportunamente da tempo bengasizzate), ma anche da 8000 effettivi dell’ONU, assicurategli dal superquisling Ban Ki-moon.

A proposito delle prove fornite da Chiesa per una guerra alla Libia pianificata dai franco-inglesi da mesi e mimetizzata da una presunta “esercitazione” militare negli stessi  giorni dell’attacco, propagandisticamente preparata dalla rivolta dei banditi di Bengasi, integrati da centinaia di spie e teste di cuoio occidentali, ricordiamo l’analoga fenomenologia  dell’11 settembre e degli attentati a metro e bus di Londra del 2005. Anche in questi casi erano in corso nelle stesse ore “esercitazioni” che, a New York, mimavano un’incursione di terroristi aerei contro proprio quegli obiettivi e, a Londra, una serie di attentati nella metropolitana. Qui fu una società israeliana a organizzare il tutto. Stupefacente coincidenza. Come quando, subito dopo una minaccia di Osama di colpire centri nevralgici Usa, ad Amsterdam, grazie all’intervento della sicurezza israeliana, un tipo bizzarro senza passaporto e senza visto per gli Usa, fu fatto imbarcare sul volo a Detroit, Natale 2009, durante il quale si bruciò le mutande tentando di innescare un mortaretto, mentre qualcuno lo riprendeva da due file dietro con la telecamerina. Lo sprovveduto strumento della provocazione era un nigeriano proveniente dallo Yemen. Magnifica occasione per denunciare la presenza nello Yemen colonizzato,  squassato  dalla rivolta delle sue popolazioni contro un fantoccio dell’Impero, della solita Al Qaida da debellare prima che facesse saltare per aria la Casa Bianca.  Meditate gente, meditate.
Tra i numerosi precedenti della “rivoluzione” monarco-integralista-mercenaria di Bengasi, oltre ai preparativi per l’attacco franco-britannico dal 21 marzo in poi, partiti mesi prima, c’è anche l’accordo concluso con alcuni satrapi della Lega Araba dalla strega di Haensel e Gretel, Clinton: se avessero consentito alla zona di interdizione al volo sulla Libia, gli Usa avrebbero autorizzato i vassalli sauditi e degli Emirati di invadere il Bahrein e schiacciarne la rivolta degli oppressi contro il monarca, custode della base della V Flotta Usa.. Sulla carta, tale consenso ci fu, ma fu un consenso, appunto di carta. Un mito. Infatti dei 22 Stati membri della Lega, solo 11 si presentarono. Di questi due, Siria e Algeria, rifiutarono. Votarono per la no-fly-zone, però strettamente limitata a inibire i voli dei lealisti (s’è visto), solo 9 membri. Abbastanza per far proclamare ai carnefici: “Anche gli arabi stanno con noi”.
IL TRIDENTE AFRICANO ANGLO-FRANCO-USA
I boccaloni e volponi che si sono riuniti a Piazza Navona, formalmente per la pace in Libia, in sostanza in appoggio ai motivi adotti per la controrivoluzione di Bengasi e l’aggressione dei “volenterosi” (volenterosi di revanscismo colonialista), erano per fortuna quattro gatti, a dimostrazione che quel doppiogiochismo inchiappetta sempre meno gente. Oggi basta dare un’occhiata alla mappa dell’Africa, vedere i tre focolai di destabilizzazione con intervento occidentale (sempre quello: francesi, britannici, statunitensi e chaperon ONU) e, capire, sempre che non si sia oligofrenici alla Rossanda, o quinte colonne tipo una qualunque ONG, l’operazione geostrategica per la quale l’imperialismo ha approntato i suoi interventi. Siamo nella “Fase Tridente”, una strategia che punta ad accerchiare il Nord e Centro Africa, largamente già assoggettati (Marocco, Egitto, fascia sahariana e subsahariana dal Corno d’Africa al Senegal), facendone saltare  le tre cerniere: Libia, Eritrea-Somalia (con allegato Yemen) e Costa d’Avorio.
In Somalia sono all’opera i mercenari  di paesi satelliti come Uganda, Etiopia e Ruanda (del quale ultimo qualche finto fesso in Italia celebra ora la “giornata della memoria del genocidio Tutsi”, colossale falsificazione franco-Usa di quanto avvenuto veramente in quel paese ridotto a zerbino occidentale). Non riuscendo a eseguire il mandato di debellare la rivolta patriottica degli Shabaab, mercenari e quisling si limitano alla soluzione imperialista B di trucidare più gente possibile e mantenere il paese nelle condizioni di Stato fallito e di caos permanente. Condizione che consente all’Occidente di praticare i suoi flussi criminali, militari e petroliferi, lungo la rotta strategicamente più cruciale del mondo.
L’Eritrea, sotto Isaias Afeworki  bastione di indipendenza e autodeterminazione, nonostante i ripetuti assalti bellici del despota etiopico, Meles Zelawi, le criminali sanzioni occidentali e l’accanimento demonizzante dei soliti media-puttana (anche qui eccelle il purulento manifestaiolo Stefano Liberti, ora a invocare missili sui civili di Mishrata, già massacrati dai mercenari controrivoluzionari), è nella fase dei prodromi propagandistici mirati a convincere l’opinione pubblica di marca Gino Strada, Rossanda e Morgantini, ad accompagnare quella che sarà l’ennesima guerra umanitaria contro un “dittatore, pazzo sanguinario” e per la “democrazia”. Lo dovrebbero facilitare, oltre al cliente del lupanare occidentale, Etiopia (nel quale la nostra “Salini” sta compiendo l’ennesimo crimine ecologico, con una megacentrale idroelettrica che sottrarrà acqua ai paesi a valle, Sudan ed Egitto, così ricattabili), i secessionisti del neo-Stato fantoccio Sud Sudan. Un Kosovo africano allevato da Israele, Vaticano, Usa, UE, creato per sottrarre petrolio e acqua del Nilo agli effettivi o potenziali disobbedienti a valle e per fornire basi logistiche e mercenariato ad altri interventi (Darfur e, appunto, Eritrea). Con il Sudan, non è finita. Non contenti della separazione del Sud, ora si tratta di strappare al paese ostinatamente renitente alla ricolonizzazione, anche l’enclave di Abyei, che gli accordi del 2005 avevano assegnato al Nord. E ad Abyei che si trovano i giacimenti di petrolio più ricchi ed è la Cina, che ne riceveva la massima quantità, che ne deve essere esclusa a vantaggio di Exxon, BP, Total e Shell.
Sostenitori del presidente Gbagbo
Al momento l’aggressione più feroce e scoperta è quella contro la Costa d’Avorio, antico feudo francese, conservato, a dispetto dell’indipendenza formale, nella sfera d’influenza del padrone coloniale, fin dal “padre della patria” e fantoccio Houphouet Boigny (arteriosclerotica tartaruga da terrarium francese, che intervistai una trentina d’anni fa). Fu il successore Laurent Gbagbo a porre fine a questo vergognoso vassallaggio e a utilizzare la ricchezza del paese, principalmente cacao, per un’effettiva indipendenza e il miglioramento delle condizioni di vita di una popolazione stremata e di un paese saccheggiato dal neocolonialismo. Immediatamente fu messa in atto la classica destabilizzazione frazionistica, facendo leva su fin lì sopite differenze confessionali e tribali tra Nord e Sud e provocando una guerriglia strisciante, dove alle popolazioni largamente nomadi del Nord vennero fatte le solite promesse di Bengodi e forniti i mezzi per una sollevazione armata. Si arrivò così alle elezioni presidenziali dell’anno scorso, con il paese  infestato dalla guerriglia, da 9000 mercenari caschi blù “di pace”, ovviamente schierati contro Gbagbo e, ultima ora, da un contingente di 1.500 truppe del solito farabutto-gigolò di Parigi. Diritto d’ingerenza ovviamente garantito dall’ONU alla banda genocida anglo-franco-israeliana in gara per l’Africa con i collusi-collisi Usa. Tanto genocida che oggi una Geraldina Colotti del “manifesto”, giornalista onesta e consapevole, che aveva raccontato le stragi in atto per mano del candidato presidenziale, Alessane Uttara, sconfitto (per la Corte Suprema avoriana, ma non per la “comunità internazionale”), è stata sostituita dalla solita mosca cocchiera di Lettera 22, in attesa, magari, che, sciolto dal compito Nato in Libia, arrivi il filo-pogromista Liberti. Uttara, in queste ore, sta avventandosi sulla capitale economica Abidjan, annegando nel sangue con in suoi tagliagole coperti dal mercenariato franco-ONU quanto va incontrando. In sintonia con i gaglioffi Cia messi a capo dei “giovani rivoluzionari” monarco-integralisti di Bengasi, Uttara offre ogni garanzia per il programmato saccheggio e la  riduzione in colonia di un paese irrinunciabile per la sua posizione strategica nel gomito del Golfo di Guinea.  Come ricordato sopra, è l’ennesimo burattino imperialista allevato nelle università statunitensi e negli alti gradi del Fondo Monetario Internazionale. Sicuramente un soggetto “democratico”, da sostenere contro il “pazzo sanguinario Gbagbo”, anche per gli accoliti dei guru pacifisti di Piazza Navona, una volta che il loro sguardo strabico si sarà allungato dalla Libia e dalla Siria fino a al cuore dell’Africa Nera.
Della Siria parleremo la prossima volta. Intanto due notiziole sul santo subito Gino Strada. Non v’è dubbio che al capo di Emergency vanno riconosciuti meriti anti-guerra e per le vittime dell’Afghanistan, ma qualche ombra sull’immacolata figura non dovrebbe essere trascurata, a partire dalla sua vergognosa marcia al traino dello tsunami anti-Gheddafi. Ero nell’Iraq squartato dall’invasione dei “volenterosi”, quando Strada si presentò a Kerbala con la proposta di erigervi uno dei suoi ospedali (un altro lo aveva messo su, chissà perché, nel Kurdistan iracheno, del tutto pacificato e sotto controllo dei capibanda narcotrafficanti Barzani e Talabani, a loro volta tentacoli della penetrazione israeliana). Nonostante i mirati bombardamenti alleati, l’Iraq conservava allora ancora quella struttura sanitaria dell’era Saddam che era considerata la più avanzata dell’intera regione. Ogni città pullulava di ospedali e di medici di altissimo livello. I quali spiegarono a Strada che di un suo ospedale non v’era alcun bisogno, ma che piuttosto facesse arrivare macchinari e farmaci, visto che embargo e missili ne avevano falcidiati la gran parte. Una richiesta che al nostro non interessò per cui, insalutato ospite, se ne andò. Mancanza di resa pubblicitaria e, quindi, economica, per Emergency? A pensar male… Strada ci spieghi. E ci spieghi anche perché avesse ritenuto necessario creare in Sudan un sofisticato centro d’eccellenza cardiologico, non certo destinato alle masse impoverite di quel paese, da anni sotto sanzioni occidentali e mutilato dalle aggressioni belliche, piuttosto di un più popolare centro per gli endemici guai sanitari di massa della popolazione: malaria, patologie da denutrizione, tubercolosi…   
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E qui di seguito qualche notizia interessante di Enrico Piovesana  sul grembo dal quale sono usciti i “ragazzi rivoluzionari libici” cari agli apripista di sinistra delle carneficine imperialiste.

25/03/2011

Rivelazioni sul coinvolgimento dei servizi segreti francesi nella pianificazione delle rivolte anti-Gheddafi e sulla presenza in Cirenaica di forze speciali angloamericane fin dalle prime fasi della ribellione, se non da prima


Se non fosse per l'aspro scontro diplomatico in atto tra Italia e Francia sulla Libia, difficilmente saremmo venuti a conoscenza degli imbarazzanti retroscena della 'rivoluzione libica' pubblicati ieri dalla stampa berlusconiana, che dimostrano come la rivolta popolare contro Gheddafi sia sta orchestrata da Parigi fin dallo scorso ottobre.
Il quotidiano Libero, citando documenti riservati dell'intelligence francese (ottenuti dai servizi italiani) e basandosi su notizie pubblicate dalla newsletter diplomatica Maghreb Confidential, racconta come l'uomo più fidato del Colonnello, il suo responsabile del protocollo Nouri Mesmari (nella foto con Gheddafi), lo abbia tradito rifugiandosi a Parigi lo scorso 21 ottobre.
Lì, nel lussuoso hotel Concorde Lafayette, questo inquietante personaggio ha ripetutamente incontrato i vertici dei servizi francesi, fornendo loro informazioni politiche e militari utili per rovesciare il regime libico e contatti libici fidati per organizzare una rivoluzione.
In base a queste indicazioni, il 18 novembre agenti francesi al seguito di una missione commerciale a Bengasi hanno incontrato il colonnello dell'aeronautica Abdallah Gehani, pronto a disertare. Gheddafi scopre qualcosa e dieci giorni dopo chiede alla Francia di arrestare Mesmari, ma lui chiede asilo politico e continua a tessere le sue trame.
Il 23 dicembre arrivano a Parigi altri tre libici: Faraj Charrant, Fathi Boukhris e Ali Ounes Mansouri, ovvero al futura leadership della rivoluzione libica. Mesmari, sempre sorvegliato/protetto dai servizi francesi, si incontra con loro in un lussuoso ristorante degli Champs Elysèe.
Subito dopo Natale arrivano a Bengasi i primi ''aiuti logisitici e militari'' francesi.

A gennaio Mesmari, soprannominato dagli 007 francesi 'Wikileak' per tutte le informazioni che rivela, aiuta Parigi a predisporre i piani della rivolta assieme al colonnello Gehani. Ma i servizi segreti libici scoprono le intenzioni di quest'ultimo e lo arrestano il 22 gennaio.
Qui finiscono le rivelazioni di Libero, ma cominciano quelle sull'arrivo di commando di forze speciali britanniche e statunitensi a Bengasi.
Tra il 2 e il 3 febbraio, secondo ''informazioni raccolte in ambienti ben informati'' dal blog
Corriere della Collera (dell'analista politico Antonio De Martini, ex responsabile del movimento repubblicano 'Nuova Repubblica'), uomini delle Sas e delle Delta Force sarebbero giunti in Cirenaica per inquadrare e addestrare i futuri ribelli.
Il 17 febbraio scoppia la rivolta in Cirenaica.
Secondo fonti di stampa vicine ai servizi segreti
israeliani e pachistani, una settimana dopo, nelle notti del 23 e 24 febbraio, sbarcano a Bengasi e a Tobruk centinaia di soldati delle forze speciali britanniche, statunitensi e anche francesi per aiutare i rivoltosi a sostenere la dura reazione militare del regime di Gheddafi: i gruppi ribelli vengono organizzati in unità paramilitari e addestrati all'uso delle armi pesanti catturate dai depositi governativi.
La consistente presenza di forze militari inglesi in Cirenaica fin dalle prime fasi della rivolta anti-Gheddafi (almeno da fine febbraio) verrà successivamente confermata dal giornale britannico
Sunday Mirror.

I primi di marzo, secondo il settimanale satirico francese
Le Canard enchainé, i servizi segreti francesi della Dgse hanno fornito ai ribelli libici un carico di cannoni da 105 millimetri e batterie antiaeree camuffato come aiuto umanitario e accompagnato da addesratori militari.
I mesi di pianificazione portata avanti dall'intelligence francese e il tempestivo, se non preventivo, sostegno militare anglo-americano-francese sul terreno, gettano nuova luce sulla natura della 'rivoluzione libica'.
Enrico Piovesana

Stiamo assistendo, noi, cittadini dell'italiota colonia, allo spettacolo di un'ultrasinistra rivoluzionaria asfittica e gaudentemente persa in riti orgiastici di una rivoluzione (tutta interna al loro unico neurone) delle masse operaie in cerca del paradiso “socialista”. Gli attori di questa rivoltante rappresentazione, prodotti composti da merce avariata, si sono gioiosamente amalgamati nel puzzolente miscuglio mefitico-velenoso del favoreggiamento all’ intervento “umanitario dei volenterosi” contro la Libia di Geddafi, evento neocoloniale e imperialista sviluppato e voluto dal gigolò con la “r“ moscia Sarkosion e dal massone sionista Cameron, con la supervisione interessata del serpente nero con testa di Giano bifronte, Obamomo. Quadro assomigliante sempre più ad un grande esilarante dramma satiresco, in cui attorucoli e attricette imbandierati a festa con chitoni e tuniche rosso stinte, stipati sul carro del famoso commediante attico Tespi, s'impegnano in una pièce tragicomica scritta per loro dai summenzionati vampiri e dalle “umanitarie” 7 Sorelle.
(Antonio d’Angelo)
2 aprile, ore 17, manifestazione in piazza della Vittoria
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Ecco, per chi fosse interessato a ravanare nella palude pacifinta per vedere chi c’è e chi non c’è, un  elenco di chi s’è intruppato nella combriccola  cerchiobottista sotto l’appello di Strada e compagni che metteva in testa la parola d’ordine  dei barbari ante e intra portas: “Porre fine alla guerra di Gheddafi contro il suo popolo e contro i migranti”. Teneteli a mente questi nomi e queste sigle. Saprete su chi non contare nella lotta per la liberazione dell’uomo. Anteponiamo a questa lista dell’ipocrisia una calzante espressione di pacifismo Imperialista, come  espressa da tale Ugo Onelli sul solito “manifesto” (dove, da Mishrata, ancora insiste l’antigiornalista Stefano Liberti, inviato del “quotidiano comunista”, ma anche di qualcun altro, perché questa mollacciona di Nato intervenga a sostegno dei “giovani rivoluzionari” e dei “civili massacrati da Gheddafi”): Un’idea sarebbe quella di impegnarci nel paese e nel mondo, nelle nazioni e nelle organizzazioni internazionali come l’ONU perché siano comminate sanzioni economiche, embarghi totali nella fornitura di armi a quei paesi che non rispettino diritti umani e democrazia, a quei paesi che non osservino le risoluzioni dell’ONU…”  Questo integerrimo dirittoumanista e democratico, a prescindere dal classico culto dell’ONU che, come Napolitano, da sempre firma tutte le scelleratezze belliche dei potenti e a prescindere dall’affidamento della pace  a organizzazioni internazionali, magari FMI o BM, o OCSE, o Trilateral, o Bilderberg, o massoneria, o mafia, non si avvede che stupra alcuni principi fondamentali del diritto internazionale: quelli che hanno consentito ai briganti vincitori di processare i briganti sconfitti a Norimberga: sovranità e autodeterminazione dei popoli. Ciò di cui, forse con soddisfazione, si avvede è che cosa abbiano causato all’Iraq 12 anni di sanzioni ed embargo: un milione e mezzo di morti, di cui 500mila bambini. Ma Onelli la pensa come quella tra le ginocrati immancabili a cavallo delle bombe, Madeleine Albright,  quando dichiarò che quello “era un prezzo giusto da pagare per eliminare Saddam Hussein”.
Giornata nazionale di mobilitazione contro la guerra. Centinaia le adesioni al Coordinamento 2 aprile
Il primo aprile si manifesta all'Aquila. Il 2 aprile iniziative a Roma, Aviano, Manduria, Ventimiglia, Milano, Genova, Firenze, Vicenza e in altre 35 città.
Il 3 a Sigonella e Mineo.
Sono centinaia le adesioni di organizzazioni, associazioni e movimenti
all'appello del coordinamento
Nel Coordinamento 2aprile si riconoscono organizzazioni, associazioni, movimenti, singole persone unite dal rifiuto della guerra e dalla convinzione che sia necessario impegnarsi per fermare i bombardamenti e imporre il cessate il fuoco in Libia, sostenere le rivoluzioni e le lotte per la democrazia e la libertà dei popoli mediterranei e del mondo arabo, garantire accoglienza e protezione ai profughi e ai migranti, opporsi alle dittature , ai regimi, alle occupazioni militari, alle repressioni in corso.

Il coordinamento lancia un appello per fare del 2 aprile una giornata di mobilitazione a Roma e in tante altre piazze d'Italia, avviando un percorso di iniziative diffuse sul territorio.

Di seguito il testo dell'appello con le adesioni fin qui raccolte. In allegato un primo elenco delle iniziative già programmate in più di 40 località. Oggi si manifesta all'Aquila, il 2 aprile iniziative a Roma e nelle principali città, ma anche ad Aviano, a Manduria, a Ventimiglia. Il 3 aprile a Sigonella e a Mineo.

APPELLO
Le persone, le organizzazioni e le associazioni che, in questi giorni, hanno sentito la necessità – attraverso appelli, prese di posizioni e promozioni di iniziative – di levare la propria voce contro la guerra e la cultura della guerra, per sostenere le rivoluzioni e le lotte per la libertà e la democrazia dei popoli mediterranei e dei paesi arabi, per l'accoglienza e la protezione dei profughi e dei migranti, contro le dittature, i regimi, le occupazioni militari, le repressioni in corso, per il disarmo, un'economia ed una società giusta e sostenibile chiedono lo stop ai bombardamenti e il cessate il fuoco in Libia, per fermare la guerra, la repressione ed aprire la strada a una soluzione politica coerentemente democratica.
Il 2 aprile 2011, sarà una grande giornata di mobilitazione e partecipazione attiva a Roma e in tante piazze d'italia. A partire da quella data ci impegniamo a dar vita ad un percorso diffuso sul territorio di mobilitazioni, iniziative, informazione, assemblee, incontri e solidarietà con i movimenti dei paesi arabi.
Prime adesioni:

Arci, Action, Associazione Ya Basta Italia, Associazione Mediterranea, Associazione per il rinnovamento della sinistra, Associazione per la pace, Associazione Senzaconfine, A Sud, Attac Italia, AteneinRivolta, Comitato Fiorentino Fermiamo la guerra, Cobas, Democrazia Chilometro Zero, Donne in nero, Emergency, ESC, FIOM-CGIL, Gruppo Abele, Horus Project, Lega diritti dei Popoli, Legambiente, Libera, Lunaria, Rete@Sinistra, Rete della Conoscenza, Rete Romana Solidarietà al Popolo Palestinese, Rete Studenti Medi, Sinistra Euromediterranea, Stryke-Yomigro, UDU, Un ponte per, Forum Ambientalista, Altragricoltura, IPRI, ASCIA, Comunità Somala Lazio, Amig@s Sem Terra, Associazione Obiettori Nonviolenti, Punto Rosso, Senzaconfine, Rete Antirazzista Firenze, Gruppo Sconfinate, Terre del Fuoco, Iniziativa Femminista Europea

FedS, FGCI, GC, PCL, PdCI, Prc, Sinistra Critica, SeL

Altre adesioni:

Rete Nazionale Radiè Resh, Associazione Donne Brasiliane in Italia, Associazione Sopra i ponti Bologna, WILPF, Associazione Ecoinformazioni, perUnaltracittà-Firenze, Centro ligure di documentazione per la pace, Rete controg8 per la globalizzazione dei diritti, Comitato intercomunale per la Pace nel Magentino, Movimento Nuovi Profili, Collettivo Byzantium Onlus, Associazione Spirit Romanesc, Coordinamento Donne contro il razzismo – Casa Internazionale delle Donne di Roma, Rete Internazionale delle Donne per la Pace, Associazione Casa Rossa – Spoleto,
Convergenza delle Culture – Milano, Rete delle donne Anti Violenza onlus – Perugia, Comitato Piazza Carlo Giuliani Onlus, Comitato Internazionale di Educazione per la Pace – Ciep, Servizio Civile Internazionale, Consorzio Città dell'Altraeconomia, Reorient Onlus, Associazione Trama di terre – Imola, Centro di Solidarietà Internazionalista Alta Maremma, Comitato per i Diritti Civili delle Prostitute, Associazione "Periferie al Centro" – Fuori Binario, Associazione Amici della Mezzaluna Rossa Palestinese, Associazione Convergenze, Il Cavatappi – Rivista Online, Comunità in Resistenza – Empoli, Comitato "Lo sbarco della nave dei diritti di Genova", Freedom Flotilla Italia,
Rete Nazionale Radié Resh, Chiama l'Africa, Presidio No Dal Molin -Vicenza, CISDA – Coordinamento italiano sostegno donne afghane, Associazione Dimensioni Diverse Onlus, Osservatorio Europa, Collettivo studentesco universitario Napoli, Centro Francescano di Ascolto -Rovigo, Comitato per la Pace "Rachel Corrie" – Genova, il Popolo Viola – Genova, Unione Inquilini, Associazione Campania Europa Mediterraneo, Assemblea studenti del corso di laurea in scienze per la pace – Università di Pisa, Genova laica, Fabbrica di Nichi – Genova, a-sinistra.blogspot.com, U.S. Citizens for Peace & Justice – Rome, Casa per la Pace Milano, Laboratorio politico Alternativa, Dna Altomilanese, Cgil Genova, Cgil Milano, Fp-Cgil Emilia Romagna, La CGIL che Vogliamo – Campania, Cipax, Associazione Ayusya, Associazione Usciamo dal Silenzio – Genova, Rete Antirazzista Catanese, Campagna per la smilitarizzazione di Sigonella, Blocchi Precari Metropolitani, Associazione Amici di padre Roberto Maestrelli, Tavolo della Cooperazione Internazionale -Empoli, ACS Associazione di Cooperazione e Solidarietà, Tavolo Interventi Civili di Pace, USB – Unione Sindacale di Base, Anpi provinciale Roma e Lazio, Fundacion Gentes de Yilania, Mondo Senza Guerre e Senza Violenza – Firenze, Rete Antirazzista IV Municipio Roma, Centro di accoglienza "E. Balducci" – Zugliano Udine, Csp-Csu (Comitato in difesa della Scuola Pubblica – Coordinamento Studentesco Universitario), il manifesto, Stelle Cadenti- artisti per la pace, Luoghi Comuni – San Benedetto del Tronto, Associazione Dimensioni Diverse, associazione per la pace Novara, Laboratorio per la pace di Galliate, Yakaar Italia Senegal, associazione Sinistra per Matera,
comunità cristiana di base San Paolo – Roma, Coordinamento Kurdistan – UIKI, Unicommon, Altra Mente – scuola per tutti, Comitato contro la guerra – Treviso, Greenpeace – gruppo locale di Genova, Tavola della pace e della cooperazione – Pontedera, Coordinamento Pace – Cinisello Balsamo, Associazione Liberate Barabba – Assago (Mi), Comitato Pace, Disarmo e Smilitarizzazione del Territorio – Campania, Associazione Nevo Drom, Associazione Città Migrante – Reggio Emilia, Adesso basta!, Comitato Salvagente, Gruppo Sconfinate Romano di Lombardia, Comitato genitori dell'Istituto "Casa del Sole" del Parco Trotter – Milano, Centro Studi Difesa Civile, DAS_Dimensione Autonoma Studentesca – Siena
Partito Umanista Internazionale, Comunisti Sinistra Popolare – Venezia e Treviso, Lista Civica Un'Altra Provincia-Milano, Comunisti Uniti del Friuli Venezia Giulia, FdCA, PML di Fucecchio, Collettivo Comunista di Nuoro

Adesioni individuali:

Silvana Amati, Enrico Gasbarra, Giuseppe Giulietti, Paolo Nerozzi, Sabina Rossa, Vincenzo Vita, Grazia Scuccimarra, Luciano Muhlbauer, Lido Giampaoli, Barbara Ferrazzo, Tiberio Tanzini, Gian Carlo Bandinelli, Renata Lovati, Simone Lepore, Franco Russo, Agostino Giordano, Francesca Fabbri, Loris Viari, Francesco Cassotti, Paolo Limonta, Mimmo Pantaleo, Maria Silvia Parolin, Franco Origoni, Anna Steiner, Paola Manduca, Moreno Biagioni, Bruno Roveda, Giorgio Nebbia, Angelo Giampietri, Angela Mary Pazzi, Giovanni Capuzzi, Barbara Accetta, Mario Cocco, Maria Carolina Oro, Raffaella Chiodo, Alessandra Carelli, Mario Palmieri, Severina Berselli, Mafalda Bonetti, Veronica Zegarelli, Nicola Vallinoto, Erica Erinaldi, Ilde Ascani, Enrico Calamai, Pilar Anita Quarzell Castel

15 commenti:

  1. Caro Grimaldi,
    potresti spiegare meglio perché il genocidio dei tutsi sarebbe una bufala? Ho sempre sospettato che non ce la raccontassero giusta (e quando mai?), ma non sono mai riuscito e venire a capo della vicenda. Gradirei qualche indicazione.
    saluti Jamahairisti
    Claudio Martini

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  2. @Anonimo. Ho un documento esauriente in proposito da qualche parte sotto una pila di carte. Quando lo rintraccio, lo pubblico.
    Intanto ti possao dire che in google trovi molto materiale che contesta l'infame Tribunale dell'Aja sul Ruanda, pari a quello sulla Jugoslavia. Risulta che furono ammazzati più hutu che tutsi, che i tutsi erano sostenuti dagli Usa per eliminare un regime nazionalista. E si sa che Kagame, presidente tutsi, è un fantoccio degli Usa che spedisce mercenari su richiesta dove l'imperialismo non interviene direttamente ed è anche attivo nella destabilizzazione del Congo.

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  3. Come sempre le tue analisi sono chiare e con prove documentali che molto spesso è impossibile contestare, grazie sempre Fulvio

    RispondiElimina
  4. letto e postato , il tuo , chiesa ( ? ) e il link in inglese,....

    Saprete su chi non contare nella lotta per la liberazione dell’uomo.....

    Anteponiamo a questa lista dell’ipocrisia una calzante espressione di pacifismo Imperialista; ( ometto l'autore del pensiero....superfluo) "
    Un’idea sarebbe quella di impegnarci nel paese e nel mondo, nelle nazioni e nelle organizzazioni internazionali come l’ONU perché siano comminate sanzioni economiche, embarghi totali nella fornitura di armi a quei paesi che non rispettino diritti umani e democrazia, a quei paesi che non osservino le risoluzioni dell’ONU…”

    Questo integerrimo dirittoumanista e democratico, a prescindere dal classico culto dell’ONU che, come Napolitano, da sempre firma tutte le scelleratezze belliche dei potenti e a prescindere dall’affidamento della pace a organizzazioni internazionali, magari FMI o BM, o OCSE, o Trilateral, o Bilderberg, o massoneria, o mafia, non si avvede che stupra alcuni principi fondamentali del diritto internazionale: quelli che hanno consentito ai briganti vincitori di processare i briganti sconfitti a Norimberga: sovranità e autodeterminazione dei popoli.

    questi due passi sono la verità.... io ritengo assoluta!!!!!!!
    se si prescinde da ciò , non si comprende il tutto!!!!!!!!!!

    Ti segnalo questo video...esaustivo!
    http://video.libero.it/app/play?id=932a5ca87ac602eb08139452e1446b70

    ... se ricordassi nome e cognome di un colonello medico EI, in missione per 4 volte in afghanistan a cavallo del 2004 - 2006, conosciuto anni fa',lo contatterei ,per fargli postare un commento a proposito della EMERGENCY,con cui ebbe contatti, dell'immacolato altruista, subito santo GINO, me ne racconto' di tutti i colori,da brividi,inutile scrivere, sarebbe un racconto anonimo e come tale inservibile per una corretta informazione!
    .... nel frattanto che scrivo, le notizie dalla libia, da telekabul, appaiono alle ore 19.21, prima solo del pezzo sul disastro nucleare...anche questo non fa' più notizia ....
    napoli 4 aprile 2011

    renato piacentino

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  5. la lista degli "sfaccendati" mantenuti dalle "tasse" dei contribuenti italiani che nons si possono sottrarre lavoratori subalterni e pensionati è lunga... questi campano di chiacchiere che solo loro ascoltao manrciano vanamente invano verso il baratro il loro ovviamente non il nostro che siamo Miscredenti porkozio!
    forza muammar spakkaje er nocciolo!

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  6. Certamente sapevo che il buon Kagame è il maggior responsabile della morte di più di 5 milioni di congolesi tra il '98 e il 2003, ma devo ancora mettere a fuoco il suo ruolo, tra gli altri, nei fatti ruandesi. Attendo il documento.
    Grazie della disponibilità.
    Saluti
    Claudio Martini

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  7. Grazie Fulvio per la chiarezza e per le informazioni che continui a darci. Personalmente non mi aspettavo nulla di diverso. E' da parecchio che ho capito come gira il mondo dei criminali e genocidi Yankee. per quanto riguarda la nostra Italietta sii meno severo: abbiamo perduto la guerra e queste sono le condizioni scritte nell'armistizio di Cassibile. Se consideri poi che siamo un popolo totalmente anestetizzato ogni speranza di sovrana dignita' è totalmente vana. Volevo infine ricordare la dichiarazione di quel piccolo pezzo di merda nazista di Aznar che ha detto che bisognerebbe bombardare Cuba, per proteggerne il popolo. Evito ogni commento, sono gia' verde dalla rabbia. saluti a tutti

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  8. LA GRANDE CARTA VERDE DEI DIRITTI DELL'UOMO
    DELL'ERA JAMAHIRIYANA

    http://www.dittatori.it/cartaverdedirittiuomo.htm

    ma sta carta è vera? o è una bufala?
    altro che costituzione!!!!!!!!

    renato piacentino

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  9. Renato Piacentino... mi...piace sempre più....però devo ammettere che il mio fiuto si sta affinando eh eh gino santo subito....eh eh
    mi sto gustando gianluca freda....

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  10. Adesso è evidente perché la Lobby ha voluto un presidente "nero". Chi è più adatto di lui a rimettere le catene agli schiavi africani. Il mandato (o i mandati) di Obama saranno ricordati come gli anni della ricolonizzazione dell'Africa. Un Caino alla Casa Bianca.

    Piero

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  11. Renato.
    Come, una bufala? Questo magnifico e anche commovente testo è pubblico da più di vent'anni, stampato in centinaia di migliaia dim copie. Ovviamente occultato da noi perchè minerebbe la satanizzazione di Gheddafi. Fulvio

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  12. Fulvio, grazie per la risposta , sinceramente non la conoscevo, ne mai ne avevo sentito parlare, ...l'ho letta , e per questo pensavo fosse una bufala!!!!!! pensa te, quanta ignoranza pervade la mia conoscenza!

    per anonimo, .... quanto scritto nel mio commento (eccezion fatta per il santo subito, che è un mio inciso, e il link )...è la ripetizione di quanto scritto da Fulvio nel post , per cui il gradimento lo dovresti rivolgere all'Autore........cmq grazie, io leggo di tutto e di tutti, e cerco riscontri in quello che leggo! i romanzi non li prediligo, preferisco i ... saggi.

    renato piacentino

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  13. lettera di gheddafi ad obama

    http://www.tweetdeck.com/twitter/acarvin/~Q0Nip

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  14. Caro Grimaldi, se gli occidentali ti hanno insultato con termini quale "pazzo " e "demente" mi schiero volentieri al tuo fianco facendoli miei, se è il prezzo da pagare alla verità.Agli imbelli russi e cinesi si sono aggiunti il Brasile,l'India e il Sudafrica per protestare contro la strge in Libia da parte di Usa e Nato, io vedo ben poche prospettive in questo, potevano unirsi prima in una pur flebile protesta ! E' che questo spostamento violentissimo, ma consequenziale della politica Usa ha fatto piegare, per paura e interessi, la voce di stati pur importanti, l'ONU è peggio di Napolitano nel dare assensi, che tra l'altro vengono poi violati, di procedere nell'assalire uno Stato libero.Questo citato gruppetto di contro volenterosi può attrarre altri paesi alla loro posizione ? Ciao e grazie.

    Giovanni Baccini.

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  15. caro Fulvio nonostante la enorme tristeza per l'assasinio di Vittorio abbiamo visto sulla telev. publica italiana (cara Rai)filmati dove si vedono contadini e pescatori palestinesi sparati dai cecchini israeliani.come dici tu Vittorio sarà un osso duro da digerire per il mostro israeliano.Che bella sua madre nella compostezza del suo dolore(mi ha fatto pensare a nuestras Madres)Un abraccio.

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