Una società la maggioranza dei cui membri spende una gran parte del suo tempo, non sul posto, non qui e ora e nel suo futuro prevedibile, ma altrove, nei mondi irrilevanti dello sport e delle fiction, della mitologia e della fantasy, troverà duro resistere all’accerchiamento di coloro che intendono manipolarla e controllarla. (Aldous Huxley)
Il modo più sicuro per corrompere un giovane e di istruirlo a riservare la massima stima a quelli che la pensano allo stesso modo, piuttosto che a coloro che la pensano differentemente. (Friedrich Nitzsche)
Non dovrebbe sorprendere che quando i ricchi prendono il controllo del governo, essi emanino leggi che li favoriscano. La sorpresa vera è che quelli che non sono ricchi votino per questa gente, anche se la loro amara esperienza dovrebbe insegnargli che i ricchi continueranno a derubare tutti noi. (Andrew Greeley, giornalista)
Il sistema della propaganda permette alla dirigenza Usa di commettere crimini illimitati e senza il sospetto di reato o misfatto. IN effetti, grandi criminali di guerra come Henry Kissinger appaiono regolarmente in tv a commentare i crimini dei macellai loro eredi. (Edward S. Herman, politologo ed economista)
LA PIOVRA E I SUOI TENTACOLI.
Il logo delle Olimpiadi di Londra ricomposto. C’è da rabbrividire. E poi ci danno del complottista, dietrologo, teorico della cospirazione…
Siria trincea del mondo
La cosa più seria nell’attuale panorama è il fronte anti-terrorismo e anti-brigantaggio con, insieme alla Grecia e agli indignati di mezzo mondo, la resistenza davvero eroica del popolo siriano e della sua dirigenza.
- Sconfitti sul piano politico dall’evidenza ormai solare di una cospirazione antisiriana affidata a ciurmaglie di invasati sanguinari e a mercenari delle brigate islamiste Nato voraci di soldo;
- nell’imbarazzo diplomatico totale di fronte ai lacché dell’opposizione sempre più inaffidabili, tra i quali lo smarrimento per la bancarotta militare, i diversi allineamenti a sponsor internazionali (Qatar, Francia, Usa…), la fregola per un bottino sempre più evanescente, producono continue frantumazioni;
- denudati dal sequestro da parte delle autorità libanesi di diverse navi-container zeppe di fucili, mitragliatrici, cannoni, mortai, lanciarazzi, attrezzature elettroniche per i “ribelli”, tra cui mercantili libici e italiani;
- fulminati dal paradosso di dichiarare guerra al terrorismo islamico e di nutrire al tempo stesso una propria fanteria Al Qaida che imperversa tra i civili siriani con stragi terroristiche che fanno impallidire l’11 settembre e successive operazioni Cia-Mossad;
- con neanche i più embedded dei media che riescono a far passare per demenza suicida di Assad il macello di vitali organismi di sicurezza e della propria popolazione per mano di alqaidisti guidati da teste di cuoio occidentali, in gran numero catturati dai patrioti siriani (nel verminaio dei sudditi mediatici dell’emiro del Qatar, a farneticare di “Assad che uccide il proprio popolo”, sono rimasti solo Uruknet e pochi altri);
- visto il successo di Assad nelle pluralistiche e internazionalmente controllate elezioni parlamentari, successive al referendum che col 89% approvava una costituzione democratica come se la sognano non solo nelle tirannie del Golfo, ma nella maggioranza dei paesi Nato; quella Banda della Magliana all’ennesima potenza che è l’associazione a delinquere Nato-Israele-dittatori del Golfo, a dispetto delle minacce di intervento alla libica dei fantocci della cupola finanziar-militare, compreso il presunto taumaturgo delle sinistre ottusamente collaborazioniste, Hollande, si trova oggi nella confusione e nell’impasse. Merito sicuramente della fermezza di Russia, Cina e America Latina nell’opporsi al cannibalismo imperialista, del rifiuto di assecondarlo dei BRICS, e di un’opinione pubblica mondiale sempre meno permeabile alle armi di distrazione di massa della macchina bellica euro-israelo-atlantica. Ma merito primario dell’unità tra popolo siriano e sua leadership nel coraggio e nella resistenza. Un’unità che costituisce oggi la prima trincea dell’umanità contro l’avanzata dei licantropi.
“Quello che (non) ho” e mi guardo bene dall’avere
A proposito di armi di distrazione di massa, non poteva non accorrere alla chiamata a quelle armi la provetta coppia dalla lacrima tossica Fazio-Saviano? Ed è accorsa dotata del migliore armamentario necessario alla distruzione della razionalità con cui l’essere umano provvede alla difesa della sua autonomia di giudizio. Ho visto su La 7 la megakermesse dell’emozione lacrimoso-buonista “Quello che (non) ho”, il parossismo del politicamente corretto, una parata patetico-melò nella quale hanno affogato anche alcune delle personalità più rispettabili, per quanto nell’occasione a loro dispetto strumentalizzate, vedi Scola, Olmi, Elio Germano, Raffaele La Capria, il solipsista Guccini, vedi la partigiana, vedi il maestro di strada Cesare Moreno, mio compagno nella lontana Lotta Continua, messi lì per arruffianarsi e intorpidire la sinistra. Hanno addirittura commesso il sacrilegio di inserire nelle loro turpitudini l’immagine e la parola di Pasolini. Il pubblico, rasserenato dallo sghignazzo per il buffone di corte Littizzetto che elegantemente chiedeva a Fassino se non gradiva farsi Carla Bruni, subiva l’annichilimento di ogni ragione critica nelle suggestioni revival di Elisa, nelle storie di bambini napoletani sputazzoni e sputacchiati, nelle melensaggini bibliche – o quanto praticate! – sull’amore per il prossimo, nell’edificante evoluzione di Rocco Papaleo dal sasso lanciato in faccia al nemico, al sasso riscattato al “costruire”.
Miravano alla pancia e prendevano alle spalle. Con gli spettatori presi per il culo da tutta questa fuffa di sciropposa emotività, nemica, sì, del freddo raziocinio, ma molto amica di un compassionevole autocompiacimento, la traiettoria delle salve autentiche del duo di vivandiere dell’armata dei diritti umani con il pugnale tra i denti partivano dalla pancia (e, nel caso della coprologa Littizzetto, dal basso ventre) e agevolmente arrivavano a colpire cervelli ormai disarmati. Prima, a spazzare il campo da ogni resistenza, le mine anti-comuniste piazzate dagli artificieri della democrazia, Lerner e Gramellini, con il recupero all’etica dell'anticomunismo di Solidarnosc, i prezzolati terminali polacchi di Vaticano e Usa. A dissodare il terreno provvedevano due accorate fanciulle che, rispettivamente, dovevano satanizzare lo Stato canaglia Iran ed esaltare una rivoluzione dei gelsomini tunisina di cui si trascurava la fine tra le fauci dei Fratelli Musulmani, che si sa quanto sono promotori della dignità e felicità delle donne. Indi, messosi sulle vergogne la foglia di fico del fervorino antimafia, arrampicatosi sulla croce della sua periclante vita sotto scorta, Saviano, a prima vista vampiro a corto di sangue, assumeva il ruolo del cannoniere di sfondamento. Riesumando i cadaveri putrefatti della disinformazione imperiale, eseguiva alla perfezione gli ordini dei mandanti dell’operazione.
Una breve, micidiale, per quanto ormai antistorica bordata contro la Libia, con i ratti Nato-Al Qaida messi sullo stesso piano dei laici rivoluzionari antimperialisti e anti-tirannici delle primavere arabe autentiche, questi ultimi felicemente liquidati da savianei Nato-islamisti in Bahrein, Egitto, Yemen. Consapevole delle benefiche ricadute tra i politically correct, delle primavere, esaltava il ruolo delle donne (che in Libia erano invisibili tra i “ribelli”, se non stuprate e sgozzate, mentre erano in prima fila nella resistenza patriottica). Poi la stoccata strategica contro il nemico assoluto, la Russia di Putin (in sintonia a destra con il terminator Obama e, a “sinistra”, con il rivoluzionario colorato e slavofobo del “manifesto”, Astrit Dakli), rilanciando l’infame falsificazione mediatica della tragedia di Beslan, Ossezia del Nord, 1/9/2004. Sguazzando tra i bambini falcidiati in quella scuola dai terroristi Nato-ceceni, scaricava la responsabilità del massacro sui russi, intervenuti per porre fine al massacro. Avreste dovuto godervi le lacrime di Fabio Fazio al termine della “testimonianza” di una povera complice della fetecchia. Se immaginavo che mai ci avrebbe potuto essere qualcosa di più oscenamente ipocrita del finto pianto della Fornero, mi sbagliavo.
Per ottundere la visione degli orrori in corso ad opera dei suoi mandanti tra Afghanistan, Iraq, Siria, Yemen, Somalia, Messico, Honduras, e di quelli strutturali degli alleati qatarioti, bahreiniti, sauditi, turchi, Usa, contro la propria popolazione, e per lubrificare i futuri lanciamissili contro Stati e popoli non normalizzati, l’uomo di Casal di Principe riesumava veline Cia-Mossad intrise del sangue della verità. La magnifica serata ha evidenziato il suo significato di presa per il culo dei narcotizzati dalla commozione, con un omaggio diretto alla Nato e ai suoi eroi: un certo ufficiale di marina in sfolgorante uniforme rievocava come, con la sua corvetta, avesse salvato bambini e donne alla deriva sul barcone al largo di Lampedusa. Gloria e onore alla nostra marina che in un solo anno ha salvato ben 32mila migranti dall’atroce fine in fondo al mare. Stupefatti, muti come pesci e bianchi come merluzzi, da quel fondo del mare seguivano la trasmissione decine di migliaia di non salvati dal nostro eroico capitano di corvetta. E neanche dalla corvetta Sibilla quando speronò la Kater i Rades per mandare sott’acqua 81 albanesi. E neanche dalle tante navi da guerra italiane che, per la Nato, guardavano e cannoneggiavano i libici e se ne fottevano altamente dei fuggiaschi da quelle granate mentre annegavano lì intorno. Effetti collaterali che non turbavano i buoni sentimenti, né degli artefici di questo Kolossal imperiale, né dei loro consapevoli o inconsapevoli complici, né di un pubblico che se ne tornava a casa in brodo di giuggiole per aver fatto e visto una cosa buona.
Per la terza puntata, l’uomo dagli occhi da morto vivente si era riservato il bersaglio grosso. Personaggio nerissimo,con le radici sprofondate nell’estrema destra, lettore appassionato di Julius Evola, sostenitore dello Stato criminale per eccellenza, Israele, non poteva non dare il suo contributo a quello a cui gli psicopatici nichilisti dell’armageddon biblico puntano come alla “battaglia finale”. Tutta la parata di stelle della più dignitosa intellettualità italiana, il panteon dei martiri di mafia e industria, le tempeste emotive suscitate dai vari “casi umani” (tipo “l’ansia della mamma con il figlio in missione di pace”, cioè professionista del killeraggio colonialista), le ruffianerie musicali collegate agli anni in cui “eravamo giovani e belli”, costituivano i preliminari in vista della penetrazione. Non servivano ad altro che a montare attenzioni, ascolti e consensi verso l’obiettivo vero di tutta l’operazione: la Cina. In un copione che poteva essere scritto a molte mani da Cia, Mossad, Amnesty, Human Rights Watch, Avaaz e Hillary Clinton, cioè dalla créme de la créme della sodomizzazione planetaria, ma che portava la firma dell’immancabile dissidente, Saviano incartava un pubblico ormai spogliato di ogni resistenza razionale. Non aveva mai messo il becco in Cina, Stato quanto mai discutibile nel suo paradossale capital-comunismo, ma incomparabilmente meno efferato rispetto a Stati divoratori e desertificatori di paesi e popoli, quali quelli a cui questo pifferaio del male assoluto presta i suoi servigi. Né sapeva citare alcunché di analisti seri e obiettivi. Gliene bastava la conoscenza, in tutti i suoi orrori, fornitagli dal dissidente Liu Xiao, uno che nei Laogai cinesi, campi di lavoro per detenuti, ma campi di sterminio per Saviano, aveva speso alcuni anni. 0
Saviano combina il piglio del fustigatore morale con quello del giustiziere. E il pubblico, inconsapevole del waterboarding psicoemotivo cui è sottoposto, applaude a ogni passaggio, sentendosi spostato sempre più dalla parte del bene assoluto: processi farsa, lavaggio del cervello, torture, confessioni estorte, fame, prigionieri ischeletriti. “Pare”, dice Fazio, dai 3 ai 5 milioni attualmente nei Laogai, 40 dai tempi di Mao, mica qualche ladro, rapinatore, omicida, corrotto, spia, macchè, tutta gente che si limitava a “pensarla diversamente”. Su un tavolino erano sparsi alcuni dei prodotti cinesi che invadono i nostri mercati, belli o brutti, ma anche loro travolti dall’esecrazione savianea, giacchè “del regime comunista” e, dunque, ontologicamente nefasti. Oltreché perniciosi per il monopolio mercataro delle multinazionali. Avesse un briciolo di onestà, questa sordida invettiva anticinese su cose che in Occidente si fanno meglio e su più vasta scala, avrebbe potuto prendersela con i portachiavi cinesi con, in un sacchetto, tartarughine vive. Vive per un mese, per poi morire soffocate. Ma ci pensate quanto gliene fotte al sicario e ai suoi mandanti? Mica si tratta di “diritti umani”.
A Saviano, al confronto con la cui indignazione contro i “regimi comunisti” (tutti, non risparmia neppure Ungheria, Bulgaria, Romania, buonanime e cita, en passant, gli irrinunciabili Castro e Chavez), quella del popolo di Occupy, della Puerta del Sol, o delle moglie dei suicidati da Monti-Fornero, risulta una banale irritazione, succede, piagnucoloso quanto serve, il dissidente Liu Xiao, appropriatamente Premio Nobel. Proprio come Kissinger, Begin e Obama. Ha fatto qualche anno di Laogai, accusato di corruzione. Liberato, in quale paese immaginate che si sia precipitato? In quello di tutte le libertà, santuario dell’habeas corpus, esportatore di diritti umani, equo ridistributore di ricchezze. Direttamente a Washington: “Sono stato fortunato, finalmente la libertà mi sorrideva”. Dagli Usa, alcuni anni dopo, premiato con cittadinanza statunitense, omaggiato dal Senato a maggioranza repubblicano-bellicista, assoldato e addestrato dalle centrali di spionaggio e destabilizzazione (quelle delle “rivoluzioni colorate”), veniva rispedito in Cina. Si dotò dell’immancabile copertura con una Fondazione Liu Xiao, fu quasi subito scoperto da chi ben conosceva i suoi polli, arrestato e, visto che gli Usa gli avevano fornito lo scudo della cittadinanza, rispedito a casa sua.
di Enzo Apicella
Tanto erano abbagliati dal sorriso della libertà, i due frombolieri dei diritti umani, che, rientrando, non si avvedevano, dai lati della strada da Pechino a Langley in Virginia, di qualche milione di torturati e sterminati che li salutavano dalle lande desertificate di Afghanistan, Iraq, Palestina, Libia, Somalia, Serbia e oltre.
Spasso nero
Avrei voluto esprimere un po’ di spasso nero – Galgenhumor – sulle elezioni in giro per l’Europa, ma abuserei di tempo e pazienza dei miei gentili interlocutori. Ecco allora solo qualche ghigno veloce..
Le illusioni muoiono all’alba
...su: Rossanda e Parlato, vetusti ronzini da carrozza Belle Epoque, che s’inebriano della vittoria di Hollande in Francia: una svolta per l’Europa, il rigor mortis della cupola che si volge in crescita, la Merkel annichilita dal nuovo vento socialista che spira tra Parigi e Berlino, il fiscal compact che verrà trasformato in scala mobile, quasi quasi un solicello dell’avvenire che torna a riflettersi nella Senna e nel Reno. Sembra risentire il frenetico battimani per la catarsi Zapatero. Ricorda “l’ira funesta delle cagnette” a cui Boccadirosa aveva sottratto l’osso.
Qui elettoralmente di buono c’è soltanto la sconfitta in Grecia, a forza della felice combinazione molotov-voti, dei vampiri BCE e FMI e dei loro burattini locali che, non fosse per l’ottuso settarismo solipsista degli stalinisti del KKE, potrebbero venezuelizzare, o, quanto meno, islandizzare, un pezzo d’Europa rimasto in piedi.
E di altrettanto buono c’è la risposta elettorale pro-Assad e delle sue riforme data dalla maggioranza dei siriani, pudicamente occultata dai media, alle fole dei pifferai che ci avevano presentato come rivoluzione democratica l’assalto alla Siria laica e sovrana di un orrendo coacervo di assassini di massa. Il ghigno diventa smorfia di disgusto a vedere la misura di sottomissione all’esistente e di oblio del passato di tutta questa compagnia di giro che si accuccia all’ombra del primo chiacchierone chiamato da Goldman Sachs, Bilderberg, Trilateral, mafiomassoneria, a cambiare, obamanianamente, le loro lenzuola sporche con quelle appena ritirate dallo stipetto socialdemocratico. Hollande resta nella Nato, nel neoliberismo, nell’Europa ed è prontissimo a mantenere il ruolo di mosca cocchiera nella carneficina della Siria. Avete presente Orwell della Fattoria degli animali? Ricordate il maiale Napoleone che s’impadronisce della rivoluzione realizzata da tutte le bestie e si fa gattopardo della restaurazione? Possibile che il Termidoro non finisca mai?
La bella faccia di David Rockefeller, patron delle bande Trilateral e Bilderberg e degli accoliti italioti Bonino, Caracciolo, De Bortoli, Draghi, Fresco, Martelli, La Malfa, Monti, Padoa Schioppa, Passera, Prodi, Riotta, Romano, Rossella, Scaroni, Silvestri, Spinelli (Barbara), Tremonti, Tronchetti Provera, Veltroni, Visco, tra altri scampaforca
Su: tutti coloro, da Vendola a Bersani al “manifesto”, che, a proposito di Grillo, del suo strepitoso sfondamento elettorale, basato su contenuti, altrochè, dalla repressione fascista allo sterminio sociale e alla devastazione ambientale, fatta l’ovvia tara sulle sue cadute politico-culturali che, comunque, sono niente rispetto ai tonfi dei suoi critici, blaterano di demagogia (pensate, perfino il primatista Guinness di tale arte, il golpista Napolitano), antipolitica, populismo. Uniti nel livore dell’ impotente rispetto a uno che tromba alla grande, questo concorso di malapolitica e politica incartapecorita inveisce contro chi s’è beccato, oltre ai loro, i voti degli incazzati rinsaviti del PDL e della Lega. Li avessero saputo prendere loro! La volpe e l’uva.
Su: la stessa compagnia di giro a 360 gradi che riscopre il terrorismo, gli anni di piombo, la necessità di eserciti castigamatti e leggi d’emergenza, allorchè, una combinazione di mentecatti e di provocatori Gladio si mette a sparare, incendiare, spedire lettere minatorie, sbraitare nei tribunali, spedire rivendicazioni che puzzano di falso da qui a Piazza Fontana e alle Torri Gemelle. Il tutto quando i golpisti, cambiati i cingoli allo sgangherato panzer berlusconiano, si accorgono che, per portare a buon fine lo spianamento del “giardino d’Europa”, tocca riesumare la strategia della tensione e moltiplicare le mazzate quotidiane alle masse su modello obamiano: militarizzazione armata e legislativa, campi d’internamento su sospetto, sorveglianza totale, anche con droni, pestaggi e ammazzamenti in carcere e per strada, criminalizzazione di ogni dissenso, potenziamento senza limiti dell’industria sicuritaria. Terrorismo di Stato dentro e fuori dai confini. E qui a ghignare sono loro. A noi non resta che piangere. Insieme a Marco Revelli, guru del Nuovo Soggetto Politico che all’eversivo Grillo risponde: “Il conflitto ha bisogno di mitezza”. Amen.
Il modo più sicuro per corrompere un giovane e di istruirlo a riservare la massima stima a quelli che la pensano allo stesso modo, piuttosto che a coloro che la pensano differentemente. (Friedrich Nitzsche)
Non dovrebbe sorprendere che quando i ricchi prendono il controllo del governo, essi emanino leggi che li favoriscano. La sorpresa vera è che quelli che non sono ricchi votino per questa gente, anche se la loro amara esperienza dovrebbe insegnargli che i ricchi continueranno a derubare tutti noi. (Andrew Greeley, giornalista)
Il sistema della propaganda permette alla dirigenza Usa di commettere crimini illimitati e senza il sospetto di reato o misfatto. IN effetti, grandi criminali di guerra come Henry Kissinger appaiono regolarmente in tv a commentare i crimini dei macellai loro eredi. (Edward S. Herman, politologo ed economista)
LA PIOVRA E I SUOI TENTACOLI.
Il logo delle Olimpiadi di Londra ricomposto. C’è da rabbrividire. E poi ci danno del complottista, dietrologo, teorico della cospirazione…
Siria trincea del mondo
La cosa più seria nell’attuale panorama è il fronte anti-terrorismo e anti-brigantaggio con, insieme alla Grecia e agli indignati di mezzo mondo, la resistenza davvero eroica del popolo siriano e della sua dirigenza.
- Sconfitti sul piano politico dall’evidenza ormai solare di una cospirazione antisiriana affidata a ciurmaglie di invasati sanguinari e a mercenari delle brigate islamiste Nato voraci di soldo;
- nell’imbarazzo diplomatico totale di fronte ai lacché dell’opposizione sempre più inaffidabili, tra i quali lo smarrimento per la bancarotta militare, i diversi allineamenti a sponsor internazionali (Qatar, Francia, Usa…), la fregola per un bottino sempre più evanescente, producono continue frantumazioni;
- denudati dal sequestro da parte delle autorità libanesi di diverse navi-container zeppe di fucili, mitragliatrici, cannoni, mortai, lanciarazzi, attrezzature elettroniche per i “ribelli”, tra cui mercantili libici e italiani;
- fulminati dal paradosso di dichiarare guerra al terrorismo islamico e di nutrire al tempo stesso una propria fanteria Al Qaida che imperversa tra i civili siriani con stragi terroristiche che fanno impallidire l’11 settembre e successive operazioni Cia-Mossad;
- con neanche i più embedded dei media che riescono a far passare per demenza suicida di Assad il macello di vitali organismi di sicurezza e della propria popolazione per mano di alqaidisti guidati da teste di cuoio occidentali, in gran numero catturati dai patrioti siriani (nel verminaio dei sudditi mediatici dell’emiro del Qatar, a farneticare di “Assad che uccide il proprio popolo”, sono rimasti solo Uruknet e pochi altri);
- visto il successo di Assad nelle pluralistiche e internazionalmente controllate elezioni parlamentari, successive al referendum che col 89% approvava una costituzione democratica come se la sognano non solo nelle tirannie del Golfo, ma nella maggioranza dei paesi Nato; quella Banda della Magliana all’ennesima potenza che è l’associazione a delinquere Nato-Israele-dittatori del Golfo, a dispetto delle minacce di intervento alla libica dei fantocci della cupola finanziar-militare, compreso il presunto taumaturgo delle sinistre ottusamente collaborazioniste, Hollande, si trova oggi nella confusione e nell’impasse. Merito sicuramente della fermezza di Russia, Cina e America Latina nell’opporsi al cannibalismo imperialista, del rifiuto di assecondarlo dei BRICS, e di un’opinione pubblica mondiale sempre meno permeabile alle armi di distrazione di massa della macchina bellica euro-israelo-atlantica. Ma merito primario dell’unità tra popolo siriano e sua leadership nel coraggio e nella resistenza. Un’unità che costituisce oggi la prima trincea dell’umanità contro l’avanzata dei licantropi.
“Quello che (non) ho” e mi guardo bene dall’avere
A proposito di armi di distrazione di massa, non poteva non accorrere alla chiamata a quelle armi la provetta coppia dalla lacrima tossica Fazio-Saviano? Ed è accorsa dotata del migliore armamentario necessario alla distruzione della razionalità con cui l’essere umano provvede alla difesa della sua autonomia di giudizio. Ho visto su La 7 la megakermesse dell’emozione lacrimoso-buonista “Quello che (non) ho”, il parossismo del politicamente corretto, una parata patetico-melò nella quale hanno affogato anche alcune delle personalità più rispettabili, per quanto nell’occasione a loro dispetto strumentalizzate, vedi Scola, Olmi, Elio Germano, Raffaele La Capria, il solipsista Guccini, vedi la partigiana, vedi il maestro di strada Cesare Moreno, mio compagno nella lontana Lotta Continua, messi lì per arruffianarsi e intorpidire la sinistra. Hanno addirittura commesso il sacrilegio di inserire nelle loro turpitudini l’immagine e la parola di Pasolini. Il pubblico, rasserenato dallo sghignazzo per il buffone di corte Littizzetto che elegantemente chiedeva a Fassino se non gradiva farsi Carla Bruni, subiva l’annichilimento di ogni ragione critica nelle suggestioni revival di Elisa, nelle storie di bambini napoletani sputazzoni e sputacchiati, nelle melensaggini bibliche – o quanto praticate! – sull’amore per il prossimo, nell’edificante evoluzione di Rocco Papaleo dal sasso lanciato in faccia al nemico, al sasso riscattato al “costruire”.
Miravano alla pancia e prendevano alle spalle. Con gli spettatori presi per il culo da tutta questa fuffa di sciropposa emotività, nemica, sì, del freddo raziocinio, ma molto amica di un compassionevole autocompiacimento, la traiettoria delle salve autentiche del duo di vivandiere dell’armata dei diritti umani con il pugnale tra i denti partivano dalla pancia (e, nel caso della coprologa Littizzetto, dal basso ventre) e agevolmente arrivavano a colpire cervelli ormai disarmati. Prima, a spazzare il campo da ogni resistenza, le mine anti-comuniste piazzate dagli artificieri della democrazia, Lerner e Gramellini, con il recupero all’etica dell'anticomunismo di Solidarnosc, i prezzolati terminali polacchi di Vaticano e Usa. A dissodare il terreno provvedevano due accorate fanciulle che, rispettivamente, dovevano satanizzare lo Stato canaglia Iran ed esaltare una rivoluzione dei gelsomini tunisina di cui si trascurava la fine tra le fauci dei Fratelli Musulmani, che si sa quanto sono promotori della dignità e felicità delle donne. Indi, messosi sulle vergogne la foglia di fico del fervorino antimafia, arrampicatosi sulla croce della sua periclante vita sotto scorta, Saviano, a prima vista vampiro a corto di sangue, assumeva il ruolo del cannoniere di sfondamento. Riesumando i cadaveri putrefatti della disinformazione imperiale, eseguiva alla perfezione gli ordini dei mandanti dell’operazione.
Una breve, micidiale, per quanto ormai antistorica bordata contro la Libia, con i ratti Nato-Al Qaida messi sullo stesso piano dei laici rivoluzionari antimperialisti e anti-tirannici delle primavere arabe autentiche, questi ultimi felicemente liquidati da savianei Nato-islamisti in Bahrein, Egitto, Yemen. Consapevole delle benefiche ricadute tra i politically correct, delle primavere, esaltava il ruolo delle donne (che in Libia erano invisibili tra i “ribelli”, se non stuprate e sgozzate, mentre erano in prima fila nella resistenza patriottica). Poi la stoccata strategica contro il nemico assoluto, la Russia di Putin (in sintonia a destra con il terminator Obama e, a “sinistra”, con il rivoluzionario colorato e slavofobo del “manifesto”, Astrit Dakli), rilanciando l’infame falsificazione mediatica della tragedia di Beslan, Ossezia del Nord, 1/9/2004. Sguazzando tra i bambini falcidiati in quella scuola dai terroristi Nato-ceceni, scaricava la responsabilità del massacro sui russi, intervenuti per porre fine al massacro. Avreste dovuto godervi le lacrime di Fabio Fazio al termine della “testimonianza” di una povera complice della fetecchia. Se immaginavo che mai ci avrebbe potuto essere qualcosa di più oscenamente ipocrita del finto pianto della Fornero, mi sbagliavo.
Per ottundere la visione degli orrori in corso ad opera dei suoi mandanti tra Afghanistan, Iraq, Siria, Yemen, Somalia, Messico, Honduras, e di quelli strutturali degli alleati qatarioti, bahreiniti, sauditi, turchi, Usa, contro la propria popolazione, e per lubrificare i futuri lanciamissili contro Stati e popoli non normalizzati, l’uomo di Casal di Principe riesumava veline Cia-Mossad intrise del sangue della verità. La magnifica serata ha evidenziato il suo significato di presa per il culo dei narcotizzati dalla commozione, con un omaggio diretto alla Nato e ai suoi eroi: un certo ufficiale di marina in sfolgorante uniforme rievocava come, con la sua corvetta, avesse salvato bambini e donne alla deriva sul barcone al largo di Lampedusa. Gloria e onore alla nostra marina che in un solo anno ha salvato ben 32mila migranti dall’atroce fine in fondo al mare. Stupefatti, muti come pesci e bianchi come merluzzi, da quel fondo del mare seguivano la trasmissione decine di migliaia di non salvati dal nostro eroico capitano di corvetta. E neanche dalla corvetta Sibilla quando speronò la Kater i Rades per mandare sott’acqua 81 albanesi. E neanche dalle tante navi da guerra italiane che, per la Nato, guardavano e cannoneggiavano i libici e se ne fottevano altamente dei fuggiaschi da quelle granate mentre annegavano lì intorno. Effetti collaterali che non turbavano i buoni sentimenti, né degli artefici di questo Kolossal imperiale, né dei loro consapevoli o inconsapevoli complici, né di un pubblico che se ne tornava a casa in brodo di giuggiole per aver fatto e visto una cosa buona.
Per la terza puntata, l’uomo dagli occhi da morto vivente si era riservato il bersaglio grosso. Personaggio nerissimo,con le radici sprofondate nell’estrema destra, lettore appassionato di Julius Evola, sostenitore dello Stato criminale per eccellenza, Israele, non poteva non dare il suo contributo a quello a cui gli psicopatici nichilisti dell’armageddon biblico puntano come alla “battaglia finale”. Tutta la parata di stelle della più dignitosa intellettualità italiana, il panteon dei martiri di mafia e industria, le tempeste emotive suscitate dai vari “casi umani” (tipo “l’ansia della mamma con il figlio in missione di pace”, cioè professionista del killeraggio colonialista), le ruffianerie musicali collegate agli anni in cui “eravamo giovani e belli”, costituivano i preliminari in vista della penetrazione. Non servivano ad altro che a montare attenzioni, ascolti e consensi verso l’obiettivo vero di tutta l’operazione: la Cina. In un copione che poteva essere scritto a molte mani da Cia, Mossad, Amnesty, Human Rights Watch, Avaaz e Hillary Clinton, cioè dalla créme de la créme della sodomizzazione planetaria, ma che portava la firma dell’immancabile dissidente, Saviano incartava un pubblico ormai spogliato di ogni resistenza razionale. Non aveva mai messo il becco in Cina, Stato quanto mai discutibile nel suo paradossale capital-comunismo, ma incomparabilmente meno efferato rispetto a Stati divoratori e desertificatori di paesi e popoli, quali quelli a cui questo pifferaio del male assoluto presta i suoi servigi. Né sapeva citare alcunché di analisti seri e obiettivi. Gliene bastava la conoscenza, in tutti i suoi orrori, fornitagli dal dissidente Liu Xiao, uno che nei Laogai cinesi, campi di lavoro per detenuti, ma campi di sterminio per Saviano, aveva speso alcuni anni. 0
Saviano combina il piglio del fustigatore morale con quello del giustiziere. E il pubblico, inconsapevole del waterboarding psicoemotivo cui è sottoposto, applaude a ogni passaggio, sentendosi spostato sempre più dalla parte del bene assoluto: processi farsa, lavaggio del cervello, torture, confessioni estorte, fame, prigionieri ischeletriti. “Pare”, dice Fazio, dai 3 ai 5 milioni attualmente nei Laogai, 40 dai tempi di Mao, mica qualche ladro, rapinatore, omicida, corrotto, spia, macchè, tutta gente che si limitava a “pensarla diversamente”. Su un tavolino erano sparsi alcuni dei prodotti cinesi che invadono i nostri mercati, belli o brutti, ma anche loro travolti dall’esecrazione savianea, giacchè “del regime comunista” e, dunque, ontologicamente nefasti. Oltreché perniciosi per il monopolio mercataro delle multinazionali. Avesse un briciolo di onestà, questa sordida invettiva anticinese su cose che in Occidente si fanno meglio e su più vasta scala, avrebbe potuto prendersela con i portachiavi cinesi con, in un sacchetto, tartarughine vive. Vive per un mese, per poi morire soffocate. Ma ci pensate quanto gliene fotte al sicario e ai suoi mandanti? Mica si tratta di “diritti umani”.
A Saviano, al confronto con la cui indignazione contro i “regimi comunisti” (tutti, non risparmia neppure Ungheria, Bulgaria, Romania, buonanime e cita, en passant, gli irrinunciabili Castro e Chavez), quella del popolo di Occupy, della Puerta del Sol, o delle moglie dei suicidati da Monti-Fornero, risulta una banale irritazione, succede, piagnucoloso quanto serve, il dissidente Liu Xiao, appropriatamente Premio Nobel. Proprio come Kissinger, Begin e Obama. Ha fatto qualche anno di Laogai, accusato di corruzione. Liberato, in quale paese immaginate che si sia precipitato? In quello di tutte le libertà, santuario dell’habeas corpus, esportatore di diritti umani, equo ridistributore di ricchezze. Direttamente a Washington: “Sono stato fortunato, finalmente la libertà mi sorrideva”. Dagli Usa, alcuni anni dopo, premiato con cittadinanza statunitense, omaggiato dal Senato a maggioranza repubblicano-bellicista, assoldato e addestrato dalle centrali di spionaggio e destabilizzazione (quelle delle “rivoluzioni colorate”), veniva rispedito in Cina. Si dotò dell’immancabile copertura con una Fondazione Liu Xiao, fu quasi subito scoperto da chi ben conosceva i suoi polli, arrestato e, visto che gli Usa gli avevano fornito lo scudo della cittadinanza, rispedito a casa sua.
di Enzo Apicella
Tanto erano abbagliati dal sorriso della libertà, i due frombolieri dei diritti umani, che, rientrando, non si avvedevano, dai lati della strada da Pechino a Langley in Virginia, di qualche milione di torturati e sterminati che li salutavano dalle lande desertificate di Afghanistan, Iraq, Palestina, Libia, Somalia, Serbia e oltre.
Spasso nero
Avrei voluto esprimere un po’ di spasso nero – Galgenhumor – sulle elezioni in giro per l’Europa, ma abuserei di tempo e pazienza dei miei gentili interlocutori. Ecco allora solo qualche ghigno veloce..
Le illusioni muoiono all’alba
...su: Rossanda e Parlato, vetusti ronzini da carrozza Belle Epoque, che s’inebriano della vittoria di Hollande in Francia: una svolta per l’Europa, il rigor mortis della cupola che si volge in crescita, la Merkel annichilita dal nuovo vento socialista che spira tra Parigi e Berlino, il fiscal compact che verrà trasformato in scala mobile, quasi quasi un solicello dell’avvenire che torna a riflettersi nella Senna e nel Reno. Sembra risentire il frenetico battimani per la catarsi Zapatero. Ricorda “l’ira funesta delle cagnette” a cui Boccadirosa aveva sottratto l’osso.
di Enzo Apicella
Qui elettoralmente di buono c’è soltanto la sconfitta in Grecia, a forza della felice combinazione molotov-voti, dei vampiri BCE e FMI e dei loro burattini locali che, non fosse per l’ottuso settarismo solipsista degli stalinisti del KKE, potrebbero venezuelizzare, o, quanto meno, islandizzare, un pezzo d’Europa rimasto in piedi.
E di altrettanto buono c’è la risposta elettorale pro-Assad e delle sue riforme data dalla maggioranza dei siriani, pudicamente occultata dai media, alle fole dei pifferai che ci avevano presentato come rivoluzione democratica l’assalto alla Siria laica e sovrana di un orrendo coacervo di assassini di massa. Il ghigno diventa smorfia di disgusto a vedere la misura di sottomissione all’esistente e di oblio del passato di tutta questa compagnia di giro che si accuccia all’ombra del primo chiacchierone chiamato da Goldman Sachs, Bilderberg, Trilateral, mafiomassoneria, a cambiare, obamanianamente, le loro lenzuola sporche con quelle appena ritirate dallo stipetto socialdemocratico. Hollande resta nella Nato, nel neoliberismo, nell’Europa ed è prontissimo a mantenere il ruolo di mosca cocchiera nella carneficina della Siria. Avete presente Orwell della Fattoria degli animali? Ricordate il maiale Napoleone che s’impadronisce della rivoluzione realizzata da tutte le bestie e si fa gattopardo della restaurazione? Possibile che il Termidoro non finisca mai?
La bella faccia di David Rockefeller, patron delle bande Trilateral e Bilderberg e degli accoliti italioti Bonino, Caracciolo, De Bortoli, Draghi, Fresco, Martelli, La Malfa, Monti, Padoa Schioppa, Passera, Prodi, Riotta, Romano, Rossella, Scaroni, Silvestri, Spinelli (Barbara), Tremonti, Tronchetti Provera, Veltroni, Visco, tra altri scampaforca
Su: tutti coloro, da Vendola a Bersani al “manifesto”, che, a proposito di Grillo, del suo strepitoso sfondamento elettorale, basato su contenuti, altrochè, dalla repressione fascista allo sterminio sociale e alla devastazione ambientale, fatta l’ovvia tara sulle sue cadute politico-culturali che, comunque, sono niente rispetto ai tonfi dei suoi critici, blaterano di demagogia (pensate, perfino il primatista Guinness di tale arte, il golpista Napolitano), antipolitica, populismo. Uniti nel livore dell’ impotente rispetto a uno che tromba alla grande, questo concorso di malapolitica e politica incartapecorita inveisce contro chi s’è beccato, oltre ai loro, i voti degli incazzati rinsaviti del PDL e della Lega. Li avessero saputo prendere loro! La volpe e l’uva.
Su: la stessa compagnia di giro a 360 gradi che riscopre il terrorismo, gli anni di piombo, la necessità di eserciti castigamatti e leggi d’emergenza, allorchè, una combinazione di mentecatti e di provocatori Gladio si mette a sparare, incendiare, spedire lettere minatorie, sbraitare nei tribunali, spedire rivendicazioni che puzzano di falso da qui a Piazza Fontana e alle Torri Gemelle. Il tutto quando i golpisti, cambiati i cingoli allo sgangherato panzer berlusconiano, si accorgono che, per portare a buon fine lo spianamento del “giardino d’Europa”, tocca riesumare la strategia della tensione e moltiplicare le mazzate quotidiane alle masse su modello obamiano: militarizzazione armata e legislativa, campi d’internamento su sospetto, sorveglianza totale, anche con droni, pestaggi e ammazzamenti in carcere e per strada, criminalizzazione di ogni dissenso, potenziamento senza limiti dell’industria sicuritaria. Terrorismo di Stato dentro e fuori dai confini. E qui a ghignare sono loro. A noi non resta che piangere. Insieme a Marco Revelli, guru del Nuovo Soggetto Politico che all’eversivo Grillo risponde: “Il conflitto ha bisogno di mitezza”. Amen.
Buona sera signor Grimaldi. Sono venuta a conoscenza della sua esistenza per caso, proprio stamattina, quando, annoiandomi durante la lezione di greco, ho chiesto ad un amico se avesse qualcosa che potessi leggere per distrarmi. Lui mi ha porto il suo libro "Mondocane". Fin dalla prima pagina ha catturato la mia attenzione; la descrizione della sua infanzia, del tempo di guerra, la sua giovinezza e tutto ciò che lei ha passato. Le confesso che ho provato uno strano sentimento, non risco a dire se di invidia o altro, ma paragonata alla sua, la mia adolescenza e quella dei miei coetanei mi sembra così vuota, così piatta, anche se non avrei mai voluto spenderla in un Paese in guerra o appena uscito da un conflitto. E' un discorso un pò lungo, io le scrivo qui per dirle che mi rammarico molto di aver scoperto solo oggi la sua attività, le sue incredibili testimonianze ed il suo punto di vista su questo Occidente così contraddittorio. Ho adorato la sua "recensione" al programma di Fazio e Saviano. Buona serata, Clarissa.
RispondiEliminagrazie Fulvio per questo ennesimo splendido post dove tra le altre cose riporta l'ano dei savi al suo posto ;-)
RispondiEliminaa proposito di pancia e cervello è piu rilevante il fatto che siano gli anarchici a dissociarsi o che sia il Fatto per antonomasia che anticipa un articolo che sarà pubblicato su di una rivista anarchica ?
http://www.anarchaos.org/2012/05/w-la-fai-quella-vera-di-luciano-lanza-sul-giornalaccio-delle-procure/
Fulvio, grazie per la preziosa recensione delle ultime faziosavianate. Io me le sono risparmiate, non fosse altro per non assistere al vilipendio della salma di De André. Mentre questi figuri ammorbavano l’etere io mi godevo il bel film cinese “La Battaglia dei Tre Regni” e, infine, il tuo magnifico documentario “Armageddon sulla Via di Damasco” (perdona la piaggeria).
RispondiEliminaCapitano cose strane sui nostri telegiornali. Mentre sul TG3 Lucia Goracci offre more ferarum le sue prestazioni ai peggiori tagliagole al soldo della NATO, i servizi dalla Siria sul TG1 sono stranamente misurati e riportano addirittura il parere dei soldati e dei siriani veri.
Si direbbe che, visto che ai sudditi di destra interessano solo il prezzo della benzina e i campi nomadi, tutto questo sia diretto a quelli di “sinistra” i quali, fra un cheeseburger e un film con Bruce Willis, hanno invece la fregola di “salvare il mondo”. Il TG1 è di destra, il TG3 è di sinistra. Saviano ce l’ha con la mafia quindi è di sinistra. Ma vuole bombardare mezzo mondo, quindi è di destra? Macché, la NATO e Israele sono di sinistra!
Mauro Murta
Estratto dal Corriere della Sera On line (certo non un giornale rivoluzionario)
RispondiElimina"Dal 1972, quasi ogni santo giorno di quaranta calendari, due ragazzi diventati anziani si trovano in isolamento totale nella prigione di Angola, il penitenziario statale della Louisiana, negli Usa. Herman Wallace ha ora 69 anni, Albert Woodfox 64. Secondo Amnesty International, che ha diffuso oggi un rapporto sulla loro allucinante vicenda, negli Usa non si conoscono altri casi di durata così lunga di una condizione tanto crudele, disumana e degradante.La vicenda “originaria” è, dal punto di vista giudiziario, l’uccisione della guardia penitenziaria Brent Miller, avvenuta appunto nel 1972. Wallace e Woodfox sono accusati dell’omicidio. King arriva ad Angola poco dopo, viene posto a sua volta in isolamento per aver preso le difese di Wallace e Woodfox e nel 1973 viene condannato per l’omicidio di un altro detenuto: nel 2001 verrà scagionato da quest’accusa e rimesso in libertà.Torniamo a Wallace e Woodfox. Come si legge nel rapporto di Amnesty International, non è mai emersa alcuna prova materiale che legasse i due uomini all’omicidio della guardia penitenziaria; campioni di Dna che avrebbero potuto scagionarli sono stati persi e la condanna si è basata sulla discutibile testimonianza di altri detenuti che, come è emerso successivamente, erano stati pagati dalla direzione del carcere per incolpate Wallace e Woodfox. La falsa testimonianza di un secondo detenuto e la ritrattazione di un terzo sono state tenute nascoste.
C’è dell’altro che può far interpretare meglio “la natura della decisione originaria”? Forse sì. King, Wallace e Woodfox erano i responsabili della sezione di Angola, Louisiana, del Partito delle Pantere Nere. Siamo nella prima metà degli anni ’70. Gli stessi anni nei quali a Philadelphia, Pennsylvania, inizia il suo cammino di attivista politico un altro, più noto, esponente delle Pantere Nere: Wesley Cook, meglio noto come Mumia Abu Jamal. La persecuzione giudiziaria nei confronti delle Pantere Nere a Philadelphia è stata raccontata in uno straordinario documentario del regista inglese Marc Evans, “In prison my whole life”.
Mumia Abu Jamal è stato condannato a morte nel 1982 per l’omicidio dell’agente di polizia Daniel Faulkner. Sta per entrare nel trentesimo anno nel braccio della morte. Ad aprile, una corte d’appello federale ha stabilito che la condanna a morte di Mumia Abu Jamal era stata viziata da irregolarità procedurali tali da renderne necessario l’annullamento"
Questo da ricordare a chi va a cercare le pagliuzza negli occhi di altri paesi "non democratici" tanto per deleggittimarne i loro governi. Quelli "democraticamente corretti" che sbraitano per Sakineh e fanno tanti distinguo per le guerre "umanitarie"
A proposito si sa piu' niente del "processo" a carico di Mladic?
Ormai sono dieci mesi che e' in quella prigione dell'Aia dove tanti dirigenti e militari serbi vengono detenuti, anche senza condanne, "fino ad esaurimento" (mi si scusi per questa ironia su tragedie politiche ed umane)
Alessandro
Anonimo di "Buonasera".
RispondiEliminaMa come si fa ad annoiarsi alla lezione di Greco. Ma come, Omero, Euripide, Eraclito.... La nostra culla e stella polare. Scherzo. Grzie degli apprezzamenti e,vderà, presto anche la sua di vita diventerà interessante, anzi drammatica. Ci si salva impegnandosi. Buona vita!
Bravo, come sempre.
RispondiEliminaDi nuovo, complimenti per il tuo nuovo articolo.
con stima, saluti comunisti
Francesco Santoianni
AI SIONIANO E STRAZIO,ALLE TRUPPE DEMOCRETINE E COLONIALISTE
RispondiEliminaPotrei dirvi che per la gente come voi ho solo disprezzo,ma sarebbe una carezza data a bimbi un po' discoli.Potrei spendere il tempo prezioso della mia vita a cercare un dialogo,una discussione,voi siete democratici ,come i vostri amici tutti in parata davanti alle telecamere del potere vestito da regime liberale,e anche qui sprecherei fiato e ore.Vi dovrei odiare,però sarebbe come dar del cretinetti a uno che ti brucia casa,ti stermina la famiglia e ti violenta il cane.Non posso nemmeno chiamarvi bestie,perchè dopotutto che male fanno esse?Se non per necessità alimentare?Nemmeno escrementi,perchè si sa il rifiuto organico solido,produce doni della terra.Lo cantava pure il povero de andrè coinvolto in questa carnevalata.E allora mi affido al tempo,che se dovesse essere rivoluzionario saprà come rieducarvi,se invece sarà solo tempo farà invecchiare male qualcuno di voi.Poco,ma come si dice da noi:piuttost che nient,piuttost.
distinti fan....
davide
Ciao Fulvio,
RispondiEliminati segnalo, qualora non l'avessi letta, una notizia apparsa giorni fa su Telesur (ora non la posso linkare perchè non mi si apre il sito): l'ambasciatore siriano all'Onu ha denunciato alla stessa l'identità di 25/26 teppisti stranieri arrestati mentre destabilizzavano la Siria; ha inoltre segnalato la loro appartenzenza alla rete di Al Qaeda, già attiva per conto dell'Impero in Libia, petromonarchie e estrema destra libanese.
Per quanto riguarda i fantomatici anarchici Fai che avrebbero gambizzato Adinolfi, sul Resto del Carlino di qualche giorno fa è apparsa la notizia curiosa che questi sono lettori assidui del collaborazionista di Vichy Celine. Altro dettaglio che puzza di infiltrazione.
Con affetto e stima,
saluti comunisti
Nicola
Ha poco senso continuare a parlare di destra e sinistra, oggi come ieri e come sempre chi comanda e' chi e' potente, sono sempre gli stessi e poco importa se si definiscono di destra o di sinistra, per farvi un esempio banale vi dico che il tanto elogiato Berlinguer era figlio di un deputato massone, vi dico che le figlie di Berlinguer sono tutte giornaliste di rango (sia Mediaset che Rai), vi dico che i Berlinguer sono parenti di Mario Segni nonche' di Cossiga, insomma il tanto deplorato nepotismo borbonico esiste ancora oggi ed agisce in maniera trasversale, giocare a fascisti e comunisti serve solo al "divide et impera" di romana memoria.
RispondiEliminaAltro esempio: quanti sanno che Monti e' unnipote del potentissimo banchiere Raffaele Mattioli ? Sono tutti parenti e se non sono parenti appartengono quasi tutti alla massoneria.
Andrea Rossi
p.s.: sul logo pero' non sono molto d'accordo, leggerci la parola sion mi sembra cosa un po' forzata.
Ho calcolato la leggibilità di quest'articolo con http://digilander.libero.it/RobertoRicci/variabilialeatorie/esperimenti/leggibilita.htm ed è 39. È molto bassa, vedi http://it.wikipedia.org/wiki/Gulpease
RispondiEliminaAl di la del contenuto dovresti imparare a scrivere in modo più leggibile, con frasi più semplici e lineari.
Grazie a tutti per i generosi apprezzamenti. L'essenziale è che le parole suscitino pensieri e , questi, azione contro. Grazie ad Alessandro per le notizie che altrove non troveremmo.
RispondiEliminaIl discorso di Andrea sulla mancanza di senso della distinzione destra sinistra, non è confortato dal gossip sulle parentele.
Il robotino che fa giudicare i miei scritti da una macchinetta - siamo arrivati a questo, poveri noi! Non se la poteva cavare da solo? - dovrebbe farsi un viaggetto nel tempo e prendere il té con Joyce o Cicerone.
ica per fare confronti, per sentire le loro risate a sentirsi sbertucciati ciberneticamente.
dopo le parole in tv seguono i fatti nelle strade,son tornate le bombe, quelle vere, che colpiscono i figli del proletariato,non credo alla mafia,il messaggio è chiaro.
RispondiEliminapolemica sterile ma aggiungo qualcosa sul logo che è talmente insensato che ogni interpretazione pare forzata,quella vista qui è la meno idiota
Sono andato a vedere il trabiccolo che dà i voti agli scrittori; una pippa detta “Indice Gulpease” pretende di misurare da 0 a 100 la leggibilità di un testo.
RispondiEliminaUn estratto da “Così parlò Zarathustra” = 52
1° canto della Divina Commedia = 50
Un passo de “La cognizione del dolore” = 37
Esordio dei Promessi Sposi = 41
Post “Mirate alla pancia, annientate il cervello” = 36
Testo della canzone “Italia, amore mio”, presentata al Festival di Sanremo 2010 = 58
Emanuele Filiberto di Savoia & Pupo (autori dell’ultimo testo esaminato) sbaragliano tutti.
Anonimo, dovresti imparare a leggere. Punto.
Fra le tante cose negative, una piccola nota, che per quanto trascurabile puo' essere considerata positiva. Oggi pomeriggio, mentre tornavo a casa, un po' contrariato per la sfortuna che impediva al Bayern Monaco di vincere come avrebbe strameritato (Come Fulvio ho anche io un po' di simpatie per la Germania, soprattutto da quando mio cugino si e' trasferito li', sta bene e mi racconta come vanno le cose) notavo un gruppetto che manifestava davanti al Federal Building che sta nel mio quartiere di Westwood. Erano una sessantina di persone con la bandiera nera bianca e rossa. Immaginavo fossero alcuni fuoriusciti che chiedevano l'intervento contro la Siria, come spesso ho visto iraniani con la bandiera del vecchi Iran e foto dello Scia'. Invece le bandiere avevano le due stelle, alcuni manifestanti mostravano foto di Assad, con alcuni cartelli che dicevano "Saudi let Syria alone" "Al Quaeda out of Siria" "No War against Syria". Con alcuni, non moltissimi in verita', automobilisti che suonavano per approvare la manifestazione. Forse e' poco, pero'...
RispondiEliminaAlessandro
Grande Gianni, che mano opportuna mi hai dato a proposito della patetica americanata degli indici di lettura! L'anonimo dovrebbe capire che se non vuole fare sforzi per leggere, è meglio che si fermi a Cenerentola.
RispondiEliminaQuanto a chi scrive sulla nefandezza del terrorismo di Stato di Brindisi trattasi appunto, sempre, di terrorismo di Stato e la ripetitività dei suoi meccanismi può sfuggire solo chi ha la memoria in acqua
Del resto tra Stato e mafia non c'è alcuna differenza.
Ho dovuto eliminare un demenziale commento di Andrea, perchè se non si trattava di provocazione, era comunque un intervento splatter inaccettabile e a richio provvedimenti legali.
RispondiEliminaa proposito della strage di brindisi.
RispondiEliminafulvio attesta che la strage è strage di mafia e stato, che sono la stessa cosa.
io non sono completamente d'accordo:
perché.
perché in primo luogo non si può dire ciò che non si sà, a meno che fulvio non sappia o non conosca la trama e lo svolgimento vero dei fatti.
forse le modalità gli suggeriscono un ipotesi che avvalora la sua affermazione, ma non è abbastanza.
non è abbastanza perché il lettore non può vivere di sola immaginazione, ma deve vivere di fatti, di ricostruzione dettagliata dei fatti evitando supposizioni o ipotesi tendenti a suffragare aspetti di collateralità con altri accadimenti simili.
ho letto il blog di giannuli sull'accaduto e mi sembra si soffermi con cautela sulle varie ipotesi accreditatesi dal giorno dell'attentato ad oggi.
esclude che possa essere un operazione dei servizi, cioè governativa, perché monti è comunque in difficoltà ed apparirebbe agli occhi della gente come incapace di assicurare la sicurezza dei cittadini.
esclude l'attentato di mafia perchè l'eclatanza del gesto farebbe troppo rumore; esclude il gesto isolato di un pazzo perché di episodi simili ne stanno appunto accadendo troppi.
quindi non perviene a nessuna conclusione concreta.
da parte mia però voglio sottolineare appunto quest'ultimo aspetto.
brijvik, l'attentatore di firenze, quello di liegi sono episodi che non possono essere riconducibili a semplici deviazioni mentali, essi hanno caratteristiche particolari in particolari momenti storici e politici; forse sono persone manipolate, forse sono persone ricattate, forse sono persone che sparano semplicemente nel mucchio in modo indiscriminato per generare insicurezza.
non lo sappiamo ancora e non possiamo giungere dunque a delle conclusioni definitive.
però ovviamente ognuno si faccia l'idea che gli pare più opportuna, ma che sia il frutto però di una riflessione oggettiva.
saluti
alberto
Alberto, ti conviene rileggere il Pasolini di "Io so". So anch'io, per la semplice annosa esperienza di come agisce il potere in certe situazioni e con quali modalità. Come sarebbe che non conviene a Monti? Gli conviene e come, perchè gli sta scoppiando sotto il culo una rivolta sociale che si tratta di intimidire e per la quale si tratta di predisporre, tramite episodi terroristici, le appropriate misure totalitarie. Come Piazza Fontana, come le Torri Gemelle, come tutto il terrorismo del mondo. L'unico che si avvantaggia dal terrorismo è il potere e, da noi, la banda di estortori cui non è riuscito di piegarci del tutto con il ricatto inventato del "baratro" economico.
RispondiElimina@Fulvio
RispondiEliminaa giudicare da alcuni commenti ho fatto bene a "rinfrescare" la memoria su certi argomenti,darle per scontate non è mai salutare soprattutto sul tuo blog,giusto per evitare fraintendimenti,penso sia così.
Da parte mia ci avrei giocato quel poco che ho sul fatto che avrebbero ripiegato sul "pazzo" alla Breivik,alla faccia delle disamine cervellotiche che si leggono,che non considerano il fatto che chi è autore di macelleria sociale, che passano con gli anfibi sopra cadaveri di padri di famiglia suicidi e portano alla disperazione intere generazioni non siano capaci di questo ed altro
e se ancora qualcuno nutre dubbi ci pensa Ovadia Yousef a rinfrescargli la memoria
RispondiEliminahttp://www5.almanar.com.lb/french/adetails.php?eid=64999&cid=18&fromval=1
Egr. Fulvio,
RispondiEliminail mio esempio sui Berlinguer-Segni-Cossiga era sono uno dei tantissimi esempi che potrei fare sui legami esistenti tra i potenti italiani, esempi tesi a dimostrare che spesso la distinzione politica tra destra e sinistra serve solo al "divide et impera" di romana memoria, non dico che non esista una differenza filosofica tra la sinistra e la destra, dico solo che in politica la differenza e' solo apparente perche' nei fatti la sostanza e' la stessa ed anche gli uomini sono gli stessi, altri esempi per confortare questa ipotesi ?
Ce ne sono in tuttu i campi anche nei mass-media, vogliamo parlare dei Minoli e dei Melandri ? Vogliamo parlare di Mario Monti nipotino di Raffaele Mattioli ? Vogliamo parlare di Gianni Letta ed Enrico Letta ? Vogliamo parlare di Renato e Paolo Mieli ? Vogliamo parlare di Vittorio e Wal, dei Visconti, dei Delfino ? e dei Veltroni ? Vogliamo parlare degli Elkann, degli Ovazza e degli Agnelli ? Vogliamo parlare dei Colaninno ? Vogliamo parlare dei Moravia-Picherle-Nathan-De Marsanich ?
Molti di questi caro Fulvio spaziavano tranquillamente tra l'adesione al fascismo e l'iscrizione al partito comunista, famgli apparentemente divise ma accomunate dallo stare da secoli al potere.
Aristocratici, null'altro che aristocratici ma piu' ipocriti di quelli col parruccone e col naso incipriato.
Andrea Rossi
Cari tutti, colui che mi aveva mandato tempo fa una segnalazione circa il giornalista Cristiano Tinazzi, che era in Siria, si rifaccia vivo per favore.
RispondiEliminaFulvio, quello che avevo trovato su Tinazzi in Siria (semplicemente collegamenti a siti che si trovano navigando sul web, non sono certo un giornalista) lo trovi nei miei commenti nel tuo post "Zenab e gli altri", quello precedente a questo.
RispondiEliminaNon puoi arrivare ai siti cliccando sugli indirizzi dei collegamenti, devi copiarli e incollarli.
Comunque Tinazzi non è la sola tenia che ammorba la Siria, basti vedere i servizi di Lucia Goracci sul TG3 e di Salah Methnani su Rainews: al confronto quelli dei cinegiornali dell'Istituto Luce sembravano fatti da Stefano Chiarini!
Mauro Murta
Grazie Mauro.
RispondiEliminaE' una tale goduria leggerti, Fulvio, che a rischio di passare per infantile te lo scrivo chiaro e tondo.
RispondiEliminaE la goduria e' data non solo dalle opportunita' di approfondimento che profondi ma pure da uno stile letterario che personalmente trovo eccezionale.
Sinceramente.
alsalto
Ciao Fulvio,
RispondiEliminain realta' a parlare ancora di Assad "che massacra il proprio popolo" ci sono anche una piccola ma persistente schiera di commentatori sui blog del "Manifesto" che attaccano la sua redazione per non zittire Michele Giorgio e M. Correggia e tutte le voci che mettono in dubbio che i ribelli in Siria non siano "popolo che lotta per la liberta'". Una commentatrice "professionista" accusa Terry Messian e Silvia Cattori, di essere "al servizio dei russi" e del "partito nazionalsocialista Siriano".
Atrribuisce a te ed a Giulietto Chiesa quella che lei chiama "la teoria del complotto". Si dice vicina alla "gauche parigina".
Cambiando argomento, ti potrei raccontare della mia esperienza di Dottorando alla UCLA (alle soglie del conseguimento del titolo) e di come in questa universita' ci siano epurazioni de facto (ultimo caso un medico di colore), io sono un probabile prossimo epurato, grazie anche al servizio CAPS "centro di psicologi" a cui vengono inviati le persone sospettate di essere "problematiche"
Alessandro
Ciao Alessandro, grazie delle notizie. Sappiamo che razza di stortignaccoli ci sono tra i lettori del manifesto. Della tua vicenda all'UCLA tira fuori una bella storia, una volta che ti sei messo in salvo.
RispondiEliminaA proposito di blog sui giornali, io ho scritto per un po' di tempo in quelli su Siria e Libia del Fatto Quotidiano, mettendo sempre i collegamenti a siti di vera informazione come questo.
RispondiEliminaDa qualche settimana, il collegamento al sito è diventato lentissimo e non riesco più a visualizzare i commenti agli articoli né, ovviamente, a scriverli.
Qualcuno può collegarsi al sito e vedere se visualizza i commenti ai vari articoli? Perché, se così fosse, sospetto di essere stato "schedato".
Mauro Murta
Ciao Fulvio, è sempre un piacere leggerti.
RispondiEliminaGiorgio
Se per questo anche io su alcune rubriche del "manifesto" vedi EstEstEst vengo segnalato come spam...
RispondiEliminaAlessandro
Mai vista tanta diplomazia internazionale all'opera per scongiurare la caduta di un governo anti-imperialista...
RispondiEliminaChissà come mai non l'hanno fatto anche per Saddam ?
Oh, già, che stupido, dimenticavo...lui era un anti-imperialista LAICO, dunque non poteva contribuire alla disgregazione della nazione araba in SETTE.
Dorma sonni tranquilli, Grimaldi. Forse Assad verrà sostituito, ma mi creda, la mafia alawita verrà lasciata al potere. Il suo adorato Iran sa essere molto persuasivo...E all'Impero, tutto sommato, conviene mantenere certi delicatissimi, invisibili equilibri.
Io temo che ormai sia troppo tardi, ormai non ci sono piu' spazi: G;obalmente i media - tutti - fanno capo a quelle poche banche e "corporations" multinazionali che sono in grado di assumere i migliori cervelli per trovare modo di incularci meglio. Sicuramente hanno anche previsto qualsiasi scenario di possibile ribbellione e poi possono contare, in tutti i paesi del mondo su una buona parte della popolazione (sbirri, esercito) dispostissima a manganellare od ammazzare la restante popolazione, in cambio di un piatto di lenticchie.
RispondiEliminaNon so quale "barone" americano dei primi del novecento disse, vado a memoria, "Vabbe', sti poveracci, minatori o simili, mi fanno casino, allora io ingaggio altri poveracci che li bastonano.
Sempre con stima. Lanzo