CHAVEZ ED EFFETTI COLLATERALI
Hugo
Chavez 55,14%, Capriles Radonski 44,24%.
Pues
el nombre del amor no es otro que socialismo. (Frei
Betto)
E’
nell’interesse del tiranno mantenere povero il suo popolo, in modo che non
possa permettersi il costo di proteggersi con le armi ed essere talmente
occupato con i suoi oneri quotidiani da non aver tempo per la ribellione. (Aristotele)
Si
può davvero credere che la democrazia, che rovesciò il sistema feudale e
liquidò i re, si ritiri davanti a mercanti e capitalisti? Alexis
de Tocqueville)
Dicono tutto le immagini. Sono anni che non abbiamo avuto una ragione così forte per essere felici e fiduciosi. Alla cupola criminale che vorrebbe fagocitare l’umanità, ai suoi sguatteri e sgherri europei e italiani che vorrebbero continuare a gozzovigliare tra i resti dei popoli e delle classi subalterne, ai decerebrati onanisti dei dogmi duri e puri su come si deve fare una “vera rivoluzione”, ai predatori delle nostre vite, del nostro futuro, ai cerusici dei distinguo, dei pro e contro, del né-né, del sì però, del cerchiobottismo opportunista, impotente e fiancheggiatore, ha risposto il popolo venezuelano.
Hugo Chavez, se la salute glie lo permette, e, se non glielo permette, il popolo
venezuelano per lui, per altri 6 anni costruirà nel modo, forse oggi unico possibile, il socialismo nuovo,
annichilerà i profittatori nostalgici dei banchetti celebrati del capitalismo
con i corpi, con gli eccessi tratti
dalle privazioni e dal dolore del 99%, ostruirà la marcia dei cannibali imperialisti,
coalizzerà popoli e governi contro i necrofori di Israele, Usa, UE, lavorerà
all’emancipazione e all’integrazione dell’America Latina riscattata dal
colonialismo, contribuirà al rafforzamento di un fronte di Stati che si erge contro l’imperialismo, mostrerà
la via della salvezza dall’olocausto ecologico, starà con i siriani, i
palestinesi, gli iraniani, gli afghani, i russi rinati alla dignità e al
coraggio, l’Africa cui gli evasi dal manicomio criminale capitalista avevano
voluto togliere lo scudo del più grande combattente per la libertà
continentale, Muammar Gheddafi.
E diffonderà ai dannati nelle spire del rettile, Fondo
Monetario Internazionale, Banca Mondiale, OMC, BCE, Goldman Sachs, nella stanza
degli specchi costruitagli attorno da collaterali come Amnesty, Human Rights
Watch e le Ong del volontariato al servizio dell’Impero, la consapevolezza che
senza questi inventori dei trucchi letali alla Saw 1, 2, 3, 4…8, si può vivere bene, anzi, molto meglio. Che vi si
può sottrarre, che li si possono cacciare a pedate, come hanno fatto il
Venezuela, l’Argentina, l’Islanda. E, di più, che anche il cappio stretto
attorno alla nostra sovranità, di popolo e di nazione, dalla dittatura del
dollaro, può essere tagliato, come stanno facendo l’Iran e altri paesi con il
passaggio per le transazioni allo yuan, o Chavez, quando ha introdotto un’unità
valutaria autonoma per certi scambi con paesi della regione. Oggi l’operazione
avrà più possibilità di successo che quella indicata e prematuramente attuata da
Saddam con l’adozione dell’Euro e, da Gheddafi, con il proposito della moneta
unica africana legata a valori veri e fissi. Vediamo se riusciranno a impiccare
o linciare anche i loro emuli.
Effetti
collaterali
Sono tanti gli echi di questa fenomenale marcia umana, di
tutti gli esseri viventi, contro i devastatori della Terra e boia degli esseri
viventi. Le “rivoluzioni colorate”, allestite da mercenari locali della piovra
annidata nei covi di Washington e Wall Street e i tentacoli a Londra,
Bruxelles, Francoforte, Tel Aviv, Roma, Atene, Madrid, Ankara, Kabul…,
falliscono una dopo l’altra. Si deve ricorrere a terroristi delle bombe, dei
media, della propaganda falsa e bugiarda, per ostacolare la crescita della
rivolta mondiale dei dominati e la resistenza degli aggrediti, coscientizzati
dall’evidenza abbagliante delle ingiustizie subite per mano della criminalità
organizzata in mafie, banche, regimi, e dall’esempio di forza e intelligenza di
uomini come Hugo Chavez, Muammar Gheddafi, Bashar el Assad e delle società che
li hanno saputo esprimere, ispirare, sostenere.
A
una svolta la guerra dei terroristi al terrorismo
Incominciano a spuntarsi le armi del terrore.
L’accettazione delle balle sull’11 settembre e sui successivi attentati
stragisti, come delle guerre al terrorismo o alla droga da parte di terroristi
e narcos di Stato, si restringe ai lacchè e ai creduloni, viene ridicolizzata
dalle prove del “Movimento per la Verità” che raccoglie il fior fiore della
scienza delle costruzioni, delle demolizioni, del volo. Le fanterie Nato,
coltivate a forza di droghe psicologiche e chimiche e scagliate contro paesi
liberi e non omologabili, sfuggono al controllo dello stregone e ne smascherano
il ruolo di mandante genocida. Perfino la recente provocazione turca, scadente
anello di una catena che va da Pearl Harbour all’assassinio dei Kennedy, dal
Golfo del Tonchino all’11 settembre, da Sarajevo a Racak nel Kosovo, da Piazza
Fontana-Brescia-Italicus-Bologna-Peteano ai “Falchi” del gladiatore cripto-
fascista Cossiga e alle Molotov finte di
De Gennaro a Genova, si è sgretolata nell’eccesso di una faciloneria indotta dall’impunità.
Tutti i media riferiscono di “scuse di Damasco” per il mortaio caduto in
Turchia. Non sono mai state pronunciate. Invece le ammissioni di “ribelli”, che vanterie e droghe hanno mandato fuori di
testa, messe in onda dall’emittente di Stato tedesca ARD (ma non le troverete
più in rete) e immagini di tagliateste che brandiscono le stesse granate di
mortaio Nato da 120mm, mai in possesso delle forze armate siriane, ma finite in
Turchia su Akcakale, per l’ennesimo pretesto di guerra alla Siria, si sommano
agli orrori stragisti e alle devastazioni di città e impareggiabili patrimoni
storici siriani che lacerano l’arazzo di menzogne tessuto nel postribolo
mediatico.
Intanto, tutti quelli che si strappavano le vesti su Assad,
evidentemente affetto da masochismo, che bombarda la Turchia, tacciono sul sesto
giorno di bombardamenti dell’ artiglieria turca su centri abitati siriani, come
sull’invito di Erdogan alla popolazione (al 90% contraria e oggi manifestante a
Istambul) di prepararsi alla guerra. Pensate cosa sarebbe successo se Assad
avesse annunciato di voler rispondere alle aggressioni turche che durano da 18
mesi. E tacciono sull’impressionante episodio della giornalista libanese di Al
Jadeed TV, Yumna Fawaz, infiltrata tra i mercenari, che aveva ripreso ufficiali turchi mentre
consegnavano armi ai miliziani. Fu arrestata dai turchi e i ratti del
cosiddetto “Libero Esercito Siriano” ne annunciavano la morte. Evidentemente l’intenzione
era di ucciderla. Un intervento delle autorità libanesi pare averle salvato la
vita.
La
Libia verde resiste
La scossa elettrica che è corsa per il mondo dei liberi e
degli oppressi ha acceso nuove luci anche in Libia. Se date un’occhiata a
questo video - http://youtu.be/p_Od0uGP8 - ne vedrete un
momento simbolico. La popolazione dell’irriducibile Bani Walid, città di
100mila abitanti 180 km a sud-est della capitale, in cui mi trovai nella fase
del mattatoio Nato tra mille e mille Warhalla (la più grande tribù del paese)
fedeli a Gheddafi fino alla morte, mai conquistata dalle forze mercenarie Nato,
né da quelle del governo-fantoccio installato a Tripoli, come, del resto non lo
è mai stata la regione di confine con il Sahel, manifesta in onore di Gheddafi
e s’impegna alla resistenza contro i ratti assedianti che, da settimane, la
privano di cibo e medicine. Parallelamente al caos totale che regna nel paese
devastato dalle bombe Nato e dalle atrocità dei salafiti (10mila prigionieri
politici sotto tortura), dove le varie bande con riferimenti a diversi signori
della guerra, interni ed esterni, si sbranano fra di loro e disconoscono tutte
il regime, falliscono uno dopo l’altro i tentativi di formare un governo e dare
così ai predatori delle cancellerie e delle multinazionali occidentali una
ragione per dichiarare instaurata la democrazia. Per l’ennesima volta non è
riuscito a comporre le contrapposte fameliche fazioni il primo ministro
designato, Abu Shagur, espresso da un “Congresso Nazionale Generale”, grottescamente
non rappresentativo, perchè uscito da elezioni tipo Usa e Honduras, nelle quali
a oltre metà dell’elettorato era stata negata la partecipazione, perché “gheddafiana”,
cioè gente che in qualche modo era collegata per lavoro allo Stato, insegnanti,
medici, impiegati delle poste, vigili
urbani, coscritti dell’esercito, commesse dei mercati di Stato, operai delle
aziende pubbliche…
Hollande
va in Mali
Non deve essere estranea all’incontrollabile situazione
libica e alla forte presenza della resistenza nel sud del paese, con il
retroterra strategico assicurato nei paesi del Sahel, la fregola francese di
intervenire in Mali, con il pretesto di eliminare la presa di Al Qaida sul Nord
del paese. Una metà del paese, disegnato dal colonialismo francese, sottratto
al controllo degli burattini golpisti che mesi fa avevano preso il potere a Bamako.
In effetti la
situazione non è affatto chiara. A una prima vittoria sui governativi del
movimento Tuareg laico per l’indipendenza dell’Azawad (MNLA), sembrava
subentrato un conflitto tra costoro, da sempre emarginati dai sedentari
filo-Usa del Sud e da sempre sostenuti da Gheddafi, e un fino allora
sconosciuto spezzone di Al Qaida nel Maghreb,”Ansar Dina”, subito messosi in
cattiva luce presso le opinioni pubbliche occidentali con la distruzione del
patrimonio storico religioso di Timbuctu. Come altrove, Somalia, Yemen,
Pakistan, Arabia Saudita, Algeria, la comparsa di una formazione che si dice
affiliata ad Al Qaida costituisce inevitabilmente il pretesto e la
giustificazione per un intervento imperialista. Intervento, del resto, previsto
da tempo, sia per i suoi ambitissimi giacimenti di uranio e petrolio, sia per
allargare dalla Libia verso sud la presa Usa-Nato sull’Africa. Accorsa a
fornire il suo immancabile sigillo all’operazione, l’ONU ha sollecitato un
intervento militare da parte della Comunità Economica degli Stati dell’Africa Occidentale (CEDEAO).
Parigi, dal canto suo, fornirà ”assistenza logistica” e si sa che cosa questo
significhi: armamenti, tecnologie di osservazione e comunicazione e,
soprattutto, forze speciali per controllare che si attacchi ciò che va
attaccato, si ammazzi chi deve essere ammazzato e si arrivi al risultato
desiderato dal colonialismo di ritorno.
In tutto questo contesto c’è anche un
aspetto comico: l’apriscatole Usa, Ban Ki-moon, ha nominato inviato speciale
delle Nazioni Unite per il Sahel Romano Prodi, prima missione in Mali. Quel
popolo sta in buone mani. L’ominicchio zannuto della Cupola, finto placidone,
sospeso tra narcolessia e improvvisi colpi d’artiglio, appresa la lezione di
Napolitano e Monti, si pensa sia l’ideale per istruire i felloni golpisti a
imporsi sul paese, prestarsi al Pentagono, vendersi alle multinazionali e
dimostrare al mondo quanto siano democratici.
Nel
nome di La Torre
Ha a che fare con la vittoria della rivoluzione
bolivariana nel segno dello scontro alla morte con l’imperialismo e anche con
la cacciata della megabase Usa dall’Ecuador di Correa, se non altro per
assonanza geopolitica e geostrategica, la grandiosa affermazione del movimento
siciliano contro il MUOS,
l’installazione delle antenne Usa, nella riserva naturale di Niscemi, per il
controllo di mezzo mondo e la conduzione satellitare degli interventi militari
e delle manipolazioni meteorologiche. Un mostro di guerra per gli altri e, con
i suoi bombardamenti elettromagnetici, di distruzione di ambiente e salute per
tutti i viventi dell’area. Un’aberrazione concepibile solo alla luce della
cinica protervia dei delinquenti di Washington e dell’abietto servilismo dei
loro subalterni a Roma e a Palermo. Sulla decisione del Consiglio di Stato di
sequestrare l’intero impianto, per violazione dei vincoli paesistici e
ambientali, ha esercitato una pressione decisiva la formidabile mobilitazione
di tantissimi siciliani e loro amici venuti da fuori. Abbiamo visto il riflesso
vivo delle nostre lotte di trent’anni fa, con Pio La Torre protagonista di una
sinistra allora ancora non del tutto pervertita nel suo contrario, per questo
ucciso dalla solita, perenne, articolazione mafiosa della criminalità
organizzata imperialista e di regime. Il seme ci mette del tempo a fiorire. Certo,
i falciatori stanno in agguato. Tutto sta nell’avere più fiori che falci.
Mettiamo questa mobilitazione, per ora vincente, accanto
ai No Tav che si stanno allargando dal Piemonte alla Liguria, agli studenti che
hanno reagito al loro rincoglionimento pedagogico e al furto del loro futuro
lavorativo in tante città italiane (e che non sia il solito su e giù da
montagne russe!), ai focos di lotta
di tante categorie, che via via si accendono e che un giorno dovranno pure
tirarsi dietro i settori operai irretiti dal sindacato e ricattati dal padrone
e unirsi in un fronte di lotta, anche con gli insorti del Sud Europa.Tutto
sommato, dallo sprofondo in cui ci stanno cacciando i necrofori della
psicopaticamente nichilista élite occidentale, possiamo vedere dei gradini che
salgono verso l’alto. Vi ci sospinge uno squillo di tromba venezuelano. Ma
anche libico, ma anche siriano, ma anche iracheno, iraniano, somalo, yemenita,
bahreinita (dove altri medici che assistevano i manifestanti contro i crapulosi
despoti Al Khalifa, nel silenzio osceno dei media, sono stati condannati a
decine di anni di galera e un altro ne è stato ucciso in carcere).
Noi ascoltiamo e ringraziamo. Chavez e il suo popolo
prima di tutti. Poi magari suoneremo la tromba anche noi.
Sull’instauratore
della Terza Repubblica Totalitaria consiglio il seguente articolo di Marco
Travaglio. E non serve arricciare il naso. http://triskel182.wordpress.com/tag/marco-travaglio/
Sull’instauratore
della Terza Repubblica Totalitaria consiglio il seguente articolo di Marco
Travaglio. E non serve arricciare il naso. http://triskel182.wordpress.com/tag/marco-travaglio/
che Hugata kejjà dato! L'ha proprio
RispondiEliminaChavezzati!
Hugo Hugo Hugo Hugo
Chavez Chavez Chavez Chavez
a nazi$ionUsa:
pugno pugno
verso verso
dito dito
forcone forcone
Morgana
Anche a me ha fatto molto piacere la vittoria di Chavez, però sinceramente sono anche preoccupato per i circa 9 punti percentuali che ha perso rispetto alle ultime elezioni. Cosa ne pensi Fulvio? Credo che sia importante capire le cause della perdita di una parte dei consensi, soprattutto per evitare che questa emorragia continui e magari per recuperarli.
RispondiEliminaGrazie
Marco
Segnalazione:
RispondiEliminail video sulla Libia risulta inesistente, immagino il perchè
Segnalazione:
RispondiEliminail video sulla Libia risulta inesistente...chissà perchè
Segnalazione:
RispondiEliminail video sulla Libia risulta già inesistente
Segnalazione:
RispondiEliminaIl video sulla Libia risulta già inesistente
Segnalazione:
RispondiEliminaIl video sulla Libia risulta già inesistente
Segnalazione:
RispondiEliminaIl video sulla Libia risulta già inesistente
scusa, Fulvio, ma hai mai letto una sola riga della pagina esteri del giornale di Travaglio? Che ne so, Cavallini, per esempio, che ha seguito le elezioni venezuelane ? Da solo Sbava più bile su Chavez dei media spagnoli (che durante le elezioni si sono inventati un exit poll favorevole a Caprones, per dire il livello), e ho detto tutto...
RispondiEliminaLancio un sasso nello stagno:
RispondiEliminahttp://www.alternativa-politica.it/wp-content/uploads/2012/07/PROGRAMMA-ALTERNATIVA-FINALE_20120718.pdf
Fabrizio
Solo per segnalare un articolo di Astrit Dakli sul Manifesto, il quale titola abbastanza altisonante: Mosca torna in Iraq con le armi. E fa riferimento alla visita di Al Maliki in Russia, dove pero' ha incontrato Medvedev, che sappiamo avere una linea spesso divergente con Putin. Da questa visita l'articolo estrapola una vendita di armi della Russia, e che la Russia vorrebbe "rientrare" in Iraq (in realta' faceva notare un lettore, la Russia ha commerciato con l'Iraq, ma non l'ha mai invaso). Puo' essere verosimile un'alleanza tattica della Russia con gli sciiti per limitare i sunniti e salafiti, oppure e' un articolo di quelli tanto per mescolare le acque, come spesso capita?
RispondiEliminaAlessandro
@anonimo.
RispondiEliminaSasso per sasso, tutto fa brodo, anzi stagno.
Giulietto Chiesa è un grande giornalista e comunicatore. Peccato che abbia questa fregola di far partiti. Ma non ce ne sono già abbastanza e di quelli che vogliono diventarlo e dicono tutti le belle, buone, perbene cose?
Se incominciassimo a fare come Chavez? Solo che qui non c'è nessun Chavez....
amaryllide@
RispondiEliminaInfatti, ho indicato un editoriale di Travaglio, ineccepibile, mica un articolo sugli esteri del Fatto. Non sei un lettore attento, cosa comprensibilissima visti i miei pipponi, se no avresti letto cento volte il distinguo che faccio tra il migliore giornalista borghese italiano e la pagina esteri fetente come quella del manifesto e co. Di questi tempi, va preso il buono anche nello stagno di cui parla l'altro commentatore. Bando al "non distinguo". Chi altri ha mai scritto queste ottime cose sul golpista Usa-Cia-mafia.
Io il naso lo arriccio eccome, anche perché adoro le cose che non servono.
RispondiEliminaChe Travaglio dica cose condivisibili (e ci vuol poco) sull’assessore corrotto e sul sottosegretario palazzinaro andrebbe benissimo se scrivesse cose minimamente decenti o, almeno, tacesse su USA, Israele e Occidente in generale. Ma le sue forbite filippiche contro i ladri di polli non sono altro che additivi nel carburante dei missili che lancia contro popoli e singoli che hanno in uggia la democrazia al fosforo bianco.
Quelli come lui berciano strali contro il malcostume da portineria per far ingoiare ai gonzi i genocidi presenti e futuri senza pericolosi rigurgiti di umanità.
Mi dispiace ma quando qualche “opinion maker” spreca la maggior parte del suo tempo ad occuparsi di queste miserie, ho la certezza matematica che quando parlerà di cose serie (la guerra, ovviamente) non farà altro che vomitare la più rancida propaganda di regime. Quando seppi dell’amore di Saviano per Israele e gli USA non mi meravigliai affatto: da uno che butta via tempo e risorse (non sue peraltro) per denunciare dei camorristi che vanno in tre sul motorino non ci si può aspettare di meglio. Travaglio sarà anche meno trucido, ma è stato espulso dallo stesso sfintere.
Mauro Murta
Massimiliano@
RispondiEliminaIl mio docufilm sulla Libia, se è quello a cui ti riferisci, non può e non deve stare in rete. Si può ordinare direttamente scrivendo a visionando@virgilio.it
Lo avevano messo abusivamente e l'ho dovuto far togliere.
Mauro Murta@
RispondiEliminaSu questo ho già risposto ad altri. Aggiungo che sono questi atteggiamenti, vagamente aristocratici, che ci isolano e ci fanno vedere solo ombelichi affini. Nessuno, dall'estrema sinistra alla destra, ha scritto con tanta precisione e coraggio su Napolitano, lui sì esponente di punta locale della cosca mondialista, sionista, Nato, massonica, vaticana.
Nessuno come Travaglio ha fatto a pezzi ciò che fa comodo alla cupola e alla sua corsa verso la dittatura.
Io da sempre ho imparato da Marx e Lenin che tocca inserirsi nelle contraddizioni. E a vedere Travaglio fare a pezzi i miei nemici, anche se non tutti, ed essere per questo detestato dagli stessi, godo come una scimmia. Da Togliatti, che però è andato ben oltre, dovremmo imparare che anche la borghesia ci può fornire occasioni. Pensa, apprezzo anche D'Annunzio, con tutte le riserve ideologiche del caso, come genio della comunicazione di massa, innovatore in tutti i campi della comunicazione, a volte grandissimo poeta, con "La figlia di Iorio", autore del più bel lavoro teatrale a onore della donna. Non per questo lo metto in testa al mio corteo. Di solito a essere rigidi si fa un favore al nemico.
Fulvio, sono pienamente d’accordo con te sulla futilità di cercare ombelichi uguali al nostro, ma vorrei almeno evitare quelli che ce l’hanno sulla schiena.
RispondiEliminaAnch’io provo un’istintiva simpatia per D’Annunzio, senza per questo tollerarne le brutture ideologiche. Oltre che un genio era un combattente che non si risparmiava, e mi dispiace che non fosse dei “nostri”. Travaglio, sempre spettinato al punto giusto, con quell’aspetto da eterno studente di Berkeley, sempre con l’”in America invece…” pronto in canna, sarà pure un bravo giornalista quando si tratta di spulciare le nequizie dei nostri amministratori coloniali ma mi è gradito come la merda sul gelato. Sono infantile, aristocratico, antipragmatico, ma con quelli della sua risma la mia repulsione oltre che meditata è epidermica e irreversibile.
Se fossi nato in una famiglia di “nostalgici” anziché di antifascisti non posso garantire che non sarei diventato un simpatizzante di Stato e Potenza o roba simile. Quello però di cui posso menare una ragionevole certezza è che il mio disprezzo per i colonizzati contenti e per i loro pifferai non sarebbe cambiato di una virgola.
A proposito di qualcuno con cui si può essere talvolta divergenti, ma avercene, ecco un articolo di Marinella Correggia che cerca di rompere il silenzio sull’assedio attualmente in corso a Bani Walid:
http://www.sibialiria.org/wordpress/?p=1017
Mauro Murta
Fulvio, hai visto l'ultima marchetta del Ricucci? Ma quanto in basso si può cadere nell'abisso dello schifo?
RispondiEliminahttp://www.lastoriasiamonoi.rai.it/puntate/11-ottobre/1262/default.aspx
Quale iattura!! a giudicare dall'ultimo premio Nobel per la pace ci aspetta un futuro degno del passato,lavoratori in catene e mafiosi al potere,pacifisti strabici gemelli di guerrafondai,intellettuali maestri di illusionismo,politici tanto subdoli quanto corrotti e tra poco eterei. Il vero salto di qualità lo avremo nel genocidio generazionale in atto per ora sociale,intellettuale,economico che presto passerà a fisico e allora dovranno inventarsi un nuovo premio perchè un Nobel non basterà.
RispondiEliminaonore a Chavez e a tutti gli antimperialisti ed un grazie particolare ai venezuelani
se posso permettermi in merito a Travaglio sto con Mauro,vero è che Travaglio ha molti pregi e pochi difetti ma quei pochi sono imperdonabili percui non vedo l'utilità di leggere sue cose ,seppur degne,quando le stesse le scrive il Grimaldi, SEMPRE, e non a comando o in base alla popolarità dell'argomento
RispondiEliminaDevo dire che il blog di Ricucci ha avuto i commenti che si meritava. Il Nobel All'EU un atto di fede verso il nuovo Dio, l'Europeismo, inteso come l'unico oggi possibile, quello dei capitalisti e delle banche centrali che cercano di spremere a chi lavora le ultime goccie di sudore e di dignità. E sopratutto la speranza di un futuro migliore, la pace che l'EU ha portato passa anche per i bombardamenti su Belgrado e sul supporto alle guerre di secessione (o di conquista?) di Croazia, Bosnia e Kossovo. Forse quei serbi e quegli yugoslavi che volevano tenere alta la testa non erano considerati non veri europei . Serbi definiti una volta da un articolo della MSN news "i pariah d'Europa" e come scrisse un mio collega della UCLA a proposito di come vengono considerati certi ricercatori ed i dottorandi alla UCLA "piu servi dei serbi"
RispondiEliminaAlessandro
A proposito di Travaglio, in alcuni di voi temo ci sia un po' di razzismo, o settarismo, intellettuale. Non mi costa alcun prezzo prendere il buono dove c'è e che non si trova in quasi tutti i comunicatori di sinistra. Prenderlo, apprezzarlo e diffonderlo non comporta minimamente macchiarsi di connubi con quanto di questo strepitoso e documentatissimo giornalista non si condivide. Vogliamo capirlo che questi aristocratismi sono sterili, al pari dei dogmatismi ciechi dei trotzkisti? In Grimaldi, caro Rossoallosso, non trovi affatto tutto quello che Travaglio scrive contro la cupola. Magari ne sapessi quanto lui. Magari lui sapesse e capisse quanto me, e voi, delle cose internazionali. I difetti imperdonabili di Travaglio li conosco e li denuncio. Le sue qualità affilano anche le mie armi. Sono convinto che un confronto tra lui e me sarebbe di grande interesse e utilità per entrambi. Ma perchè, porco mondo, dovrei rinunciare all'intelligenza di uno che meglio di tanti altri smaschera e taglia alcuni dei tentacoli letali che ci soffocano??? Napolitano, Monti, Fornero, la mafia, la tirannia incombente, la brutalità dei pretoriani di regime. NOn sono nostri nemici. Trovatemi altri che si battono come lui. Su altrro, Usa, Siria, Libia, me la vedo senza e contro di lui. Questo insegna Lenin. E Mao: non importa se il gatto sia grigio o nero, basta che prenda i topi.
RispondiEliminaA Mauro Murta, che elegantemente fa spurgare Travaglio da qualche sfintere, dico grazie per avermi segnalato un articolo della Correggia su Bani Walid. Dell'assedio a Beni Walid ho parlato prima di lei. Invece a MM suggerisco la lettura di un suo articolo sul Congo del 26/9 sul manifesto. Una roba da propagandista del complotto occidentale antiafricano che scarica la tragedia di quel spese tutto sui "selvaggi", in perfetta linea con gli Usa, i missionari e la Nato che sono all'origine e gli attori principali di quella tragedia e di cui MC non fa minimamente cenno. Un bel servizio al colonialismo. Ne parlerò presto sul blog.
RispondiEliminaFulvio, l'articolo sul manifesto, che da tempo non compro più, non l'ho trovato ma non ho motivo di dubitare che anche la Correggia possa scrivere delle stupidaggini. Vorrei però ribadire quanto penso sia difficile essere contemporaneamente occidentali e anche persone decenti. Disincrostare la nostra coscienza dal mito della superiorità con cui ci hanno cresciuti è difficile per gli stronzi come me e probabilmente lo è anche per quelli che cercano la verità per vocazione e per mestiere.
RispondiEliminaPuò darsi benissimo che ne sia vittima anche lei e che questo si combini magari al volere/dovere parlare di argomenti di cui non ha lo stesso livello di conoscenza. Ma Travaglio è diverso. Uno che in pieno massacro di “Piombo Fuso” si sente in dovere di scrivere “Israele non sta attaccando i civili palestinesi. Israele sta combattendo un’organizzazione terroristica come Hamas che, essa sì, attacca civili israeliani” travalica i limiti dell'umano.
Usare i suoi articoli quando abbiamo bisogno di informazioni sul malaffare spicciolo va benissimo, come quando ci facciamo curare da un medico senza preoccuparci se è di destra o di sinistra. Ma che finisca lì.
Non è mio costume suggerire ad altri chi frequentare e chi no, ma penso che un confronto fra te e la Correggia, quello sì sarebbe utile a voi e a noi, mentre fra te e Travaglio mi sa che finirebbe a calci in bocca.
Mauro Murta
Caro Mauro, con l'astuta MC mi confronto da tre lustri. Poi, a forza di vederla piangersi addosso e di predicare la pace, mi sono stufato.
RispondiElimina